De Bernardis: «La scienza? Ha bisogno della fede»

Paolo De Bernardis, vincitore del Premio Balzan per l’astronomia. Una visione intelligente e moderna sul rapporto di compatibilità tra scienza e fede.

 

Non ha dubbi l’astrofisico italiano Paolo De Bernardis: «La Fede ha bisogno della Scienza così come la Scienza della Fede». Vincitore del Premio Balzan per l’astronomia e l’astrofisica, grazie alla missione che ha permesso per la prima volta di determinare la curvatura spaziale dell’universo, De Bernardis è docente presso l’Università Tor Vergata di Roma.

 

“Moltissimi gli scienziati credenti, competenti quanto gli altri”.

In una intervista, De Bernardis ha ragionato sulla fine dell’Universo, presentando l’ipotesi di un Big Crunch (un enorme scontro di tutta la materia rimasta) o di un Big Rip (lo strappo del tessuto cosmico, preludio alla sua morte termica). Concludendo con un accenno al dibattito etico tra scienza e fede: «Ci sono moltissimi scienziati credenti e non per questo meno attivi di altri». Su questo sito web, per chi fosse interessato, abbiamo realizzato un lungo elenco di scienziati credenti contemporanei.

Esaurita sempre più la spinta neo-scientista che ha caratterizzato la seconda decade degli anni 2000, non sono pochi gli uomini di scienza che riaffermano la loro vicinanza alla metafisica. «Noi scienziati, che andiamo ai limiti dell’universo e della vita, ricorriamo sempre più spesso a nozioni di teologia e filosofia per spiegarci il cosmo», ha infatti affermato il cosmonauta russo Sergej Vasil’evic Avdeev, ex ateo. Oggi però racconta: «Credo ci sia qualcosa d’inspiegabile che governa tutte le cose. In sostanza penso che esista Dio! Questa mia attenzione alla spiritualità si è sviluppata e accresciuta mentre ero nello spazio».

 

Le parole di Fabiola Gianotti:” Io credo, piena compatibilità tra scienza e religione”.

Le parole dei due scienziati sono sovrapponibili al pensiero espresso dalla più famosa fisica italiana, Fabiola Gianotti, direttore generale del CERN di Ginevra: «la scienza e la religione devono restare su due strade separate», ha dichiarato. «La scienza si basa sulla dimostrazione sperimentale e la religione si basa su principi completamente opposti, cioè sulla fede, tanto più benemerito chi crede senza aver visto. E la scienza non potrà mai dimostrare l’esistenza o la non esistenza di Dio. Si, io credo, la scienza è compatibile con la fede, non ci sono contraddizioni. L’importante è lasciare i due piani separati: essere credenti o non credenti, non è la fisica che ci darà una risposta».

La redazione

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27 commenti a De Bernardis: «La scienza? Ha bisogno della fede»

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  1. Max De Pasquale ha detto

    Paolo De Bernardis fu mio professore ai tempi del dottorato di ricerca a Roma. Aveva poco piu’ di 30 anni e gia’ aveva compiuto scoperte veramente importanti sulla radiazione cosmica di fondo, che gli valsero un bell’articolo su Nature. Conservo di lui un bel ricordo.

  2. Sisco ha detto

    La fede è di intralcio per la conoscenza scientifica, mentre per l’inverso non è così. La fede fa miracoli, la scienza no (contrariamente a quanto si pensa comunemente). Chi crede ha tutta la via spianata di fronte a se e non vede altro che davanti a se; chi non crede non ha una via precostituita, deve crearsela e le possibilità d’errore sono infinite, maggiori cioè delle probabilità di trovarla una via. La separazione dei campi, come fece Spinoza, non è porre le cose in modo corretto dato che il paragone non può esserci se non nella mente di un cristiano. L’unica cosa che i miracoli possono porre in un senso di sfida alla ragione, è che l’interpretazione della realtà subisca in chi ha fede qualche lacuna che non può più essere sanata. Perdere il contatto con la realtà è l’abitudine più consolidata nell’uomo e questo produce una miriade di “errori” che pregiudicano la salute intelletuale. Resta il fatto che però è la fede a dettare gli argomenti, per così dire, sui quali la scienza si prova continuamente ahimè invano…

  3. Brunello ha detto

    Ottimo articolo,è ora di finirla con la stupidaggine che gli scienziati sono tutti atei. Anche perché essendo la scienza limitata qualsiasi forma di scientismo è priva di senso

  4. Donato ha detto

    La scienza moderna si basa sull assioma ‘dateci un miracolo e cercheremo di spiegare tutto il restoo’ e il miracolo è la comparsa di tutta la materia e tutta l energia, in un solo istante. Detto da un famoso biologo (non ricordo il nome)

  5. giuliano ha detto

    La scienza non può tutto. Non c’è altro da dire, e rinnegare l’innata aspirazione alla trascendenza che sola può dar ragione della nostra consapevolezza vuol dire semplicemente rinnegare l’ineluttabile differenza fra l’Uomo e i “fratelli” animali. Nel caso dei (presunti) atei o agnostici normalmente rimangono solo spocchia o cocciutaggine a giustificare la differenza; anche quando, in genere tardi … ma prima o dopo succede comunque, prendono atto che la scienza è un mezzo e non un fine, prendono atto che la scienza spiega perchè dal prima si è passati al dopo ma non da ragione ultima del passaggio, prendono atto che per non essere macchinette non ci si può limitare ad assorbire e metabolizzare il “prima” e il “dopo”, prendono atto (come afferma la dott.ssa Gianotti) che i margini di manovra dei due piani sono semplicemente diversi.

    • Giuseppe ha detto in risposta a giuliano

      Non capisco questa tendenza dei credenti a fare il processo alle intenzioni a quelli che non credono…

      • positrone76 ha detto in risposta a Giuseppe

        Non capisco questa tendenza ad impossessarsi della scienza, come fosse un implicita giustificazione al loro credo. La scienza non spiega i perché ma i come. I perché appartengono alla metafisica. Prima uno lo acquisisce, prima evita di appropriarsi di cose che non appartengono alla propria posizione filosofica rispetto le risposte ai perché.

        • Giuseppe ha detto in risposta a positrone76

          Di grazia, cosa c’entra con la mia domanda? Come al solito ci si perde nei cavilli linguistici…

          • positrone76 ha detto in risposta a Giuseppe

            Di grazia, dov’ è una -tua- domanda precedente alla mia affermazione? Inoltre cosa c’entra con la mia affermazione la tua domanda?

      • Brunello ha detto in risposta a Giuseppe

        Perché, Giuseppe, la tesi della maggioranza degli atei è che la scienza possa dare tutte le risposte alle domande dell’uomo, basta leggere Flores d’arcais che afferma che ormai si sa tutto. La verità, tenuta il più possibile nascosta, è che la scienza ha grandissime difficoltà a spiegare il come, oltre a non potere spiegare il perché… Da notare che gli scienziati non applicano sempre lo stesso rigore che applicano alla religione. Che prove ci sono del multiverso, della teoria delle stringhe, della intelligenza artificiale, dell’esistenza degli alieni? Tutte favole, allo stato attuale delle conoscenze, eppure mi pare che manchi il coraggio di dirlo…

        • Giuseppe ha detto in risposta a Brunello

          Ed è una sciocchezza, perchè l’ateismo non ha bisogna di appellarsi alla Scienza, ma è una scelta filosofica personale che prescinde da ogni evidenza scientifica o presunta. Ma poi avete fatto un’indagine statistica in merito alle motivazioni degli atei? Io sono un fisico, e il mio non cedere non c’entra niente con ciò che io conosco di Fisica, e sarei un non credente anche se facessi il notaio o l’operaio. Cosa c’entrano poi teoria delle stringhe, intelligenza artificiale e alieni? Se uno crede, crede; se uno non crede, non crede. Amen.

          • Brunello ha detto in risposta a Giuseppe

            La pensiamo allo stesso modo, insomma. Mi dispiace informarti Giuseppe, che la maggior parte degli atei giustificano la loro mancanza di fede dando motivazioni secondo noi due sciocche, oltre a Flores d’arcais mi permetto di citare Richard Dawkins, che sostiene che la teoria dell’evoluzione negherebbe l’esistenza di Dio, Stuart Kauffman ed Hawking che sostanzialmente pensano che l’universo sia il frutto di una fluttuazione quantistica che esclude un creatore…ma basta fare una ricerca e se ne trovano altri…

            • Giuseppe ha detto in risposta a Brunello

              Il pensiero di Hawking era molto più articolato, come quello di Einstein. La chiusura causale dell’Universo imputabile alle leggi della Fisica non ha niente a che fare con il problema metafisico dell’esistenza di Dio. Credere o non credere nel trascendente è una decisione esclusivamente personale, e come tale va rispettata. Personalmente non sono un credente, ma non ho alcun interesse nel fare proselitismo ateo…

              • Max De Pasquale ha detto in risposta a Giuseppe

                Giuseppe, e’ una sciocchezza come lei dice, pero’ quello che Brunello ci ricorda non sono invenzioni. Ci sono delle persone (non e’ il suo caso) che motivano il loro ateismo in base alla scienza. E non sono nemmeno degli sconosciuti.
                Tra l’altro mi pare che Hawking avesse veramente detto che i suoi ragionamenti di natura scientifica l’avessero veramente portato a non credere in dio, per esempio nel suo testo “The Grand Design” e nelle sue note rese pubbliche dopo la sua morte. Ho scritto “dio” volutamente minuscolo, perche’ quello in cui Hawking non credeva non crediamo nemmeno noi.

              • Brunello ha detto in risposta a Giuseppe

                Da quello che ho capito, correggimi se sbaglio, matematicamente si puo’ risalire solo a 10-43 secondi dal Big Bang, quindi e’ impossibile risalire alla vera causa dell’inizio dell’universo. Ho visto anche il film ed Hawking viene sempre definito ateo…

                • Giuseppe ha detto in risposta a Brunello

                  Probabilmente il big bang come è inteso, ovvero come singolarità iniziale, non è nemmeno esistito, e probabilmente non lo sapremo mai. Hawking propose negli anni ’80 un particolare modello cosmologico chiamato “no-boundary universe” dove la singolarità iniziale non c’è. Di modelli cosmologici ce ne sono a bizzeffe, ed è inutile dilungarsi sull’argomento in questa sede. Il problema dell’origine dell’Universo non ha niente a che fare con l’esistenza o meno di Dio. Poi cosa vuol dire “causa”? Il concetto di causa, così come intesa da Aristotele, è metafisica. Alla Fisica interessa costruire modelli matematici che tengano conto dell’esperienza sensibile, stop.

                  • Brunello ha detto in risposta a Giuseppe

                    Come detto anche nel film “LA TEORIA DEL Tutto” un inizio dell’universo farebbe supporre un creatore, anche per questo il modello proposto da Hawking non prevede nessun inizio. Concordo che sarà quasi impossibile capire quale sia il modello cosmologico esatto per l’impossibilità di avere dati completi. Da notare che nel film Dio è molto presente nel continuo dibattito tra la moglie credente ed il marito ateo e razionalista

              • positrone76 ha detto in risposta a Giuseppe

                Definire la non credenza (in Dio o nel Teismo) è già, in sé, un errore linguistico. Anche io sono un non credente nell’Ateismo o nel buddismo o nell’Islam…

                • Giuseppe ha detto in risposta a positrone76

                  Questa è una sciocchezza tipica di chi gioca a fare il sofista e che non vale nemmeno la pena di stare a discutere.

      • giuliano ha detto in risposta a Giuseppe

        Non capisco questa tendenza dei credenti a fare il processo alle intenzioni a quelli che non credono…

        Dove sarebbe questo “processo alle intenzioni”?

        • Giuseppe ha detto in risposta a giuliano

          Rilegga con più attenzione.

          • Brunello ha detto in risposta a Giuseppe

            Gli atei che intervengono in questo sito, Giuseppe, ripropongono uno scientismo che credevo superato da decenni…inoltre tendono a prendere in giro i credenti perché non hanno prove scientifiche delle loro affermazioni ma
            1) scientificamente non si possono dimostrare nemmeno i sentimenti
            2) La scienza è limitata
            3) più si fanno scoperte e più aumenta l’ignoranza

  6. alessandro pendesini ha detto

    Fabiola Gianotti e De Bernardis sono più che probabilmente ben preparati nella branca fisica e cosmologica, ma sarebbe interessante sapere cosa conoscono nella branca neurofenomenologica ! Questo mi fa dubitare che le loro intuizioni e/o convinzioni –per quanto possano essere legittime- siano pertinenti !
    -Lo scopo –ma anche l’affidabilità- della scienza non consiste nell’adattare perfettamente le nostre conoscenze alle nostre sensazioni, (soggettive, sovente illusorie, fantasmatiche, indimostrabili) ma generare una rappresentazione del mondo fisico che sia completamente indipendente dalla personalità degli uomini –atei, credenti o premi Nobel che siano- che costituiscono questa rappresentazione.
    Vorrei inoltre rispondere a tutti coloro convinti che « gli scienziati avrebbero la pretesa di rispondere a qualsiasi domanda », che la scienza non ha la pretesa di dare una spiegazione universale di tutto, si basa comunque su un metodo razionale, universale, unico, verificabile a volontà da tutti coloro che lo desiderano.
    In altre parole l’obiettivo della scienza è quello di avere una descrizione della natura privo di giudizi di valore, veriditiero e privo di illusioni.
    Tutto il contrario della metafisica….

  7. Andrea ha detto

    Mettere in mezzo un creatore non fa altro che spostare il problema; poi bisognerebbe risolvere il problema di chi ha creato il creatore. C’è anche un altro problema sollevato da Penrose sulla creazione divina: Dio crea l’universo, lo spazio da inizio al tempo, quindi per forza di cose Dio è fuori da questo suo universo e non è soggetto alle leggi fisiche che lo governano. Ma a questo punto bisognerebbe ammettere l’esistenza di universi paralleli che interagiscono e la cosa la vedo piuttosto complicata.

    • Brunello ha detto in risposta a Andrea

      Ma infatti il Dio cattolico non può essere che eterno ed increato. L’alternativa alla creazione è una materia eterna, ed anche questa mi pare che crei problemi. Non riesco proprio a capire perché la creazione divina presupporrebbe universi paralleli che interagiscono tra di loro

  8. Antonio ha detto

    Bisognerebbe chiedersi: da dove origina l’energia che induce una cellula a compiere le azioni che svolge in modo intelligente. Perché nessuna azione si autodetermina senza una forza.

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