Una società ipocrita: contro discriminazione dei Down, però li abortisce

ipocrisia downOggi è la Giornata Mondiale della Sindrome di Down. Una riflessione sull’ipocrisia di chi lotta per l’inclusività dei disabili nella società ma si dichiara a favore dell’interruzione di gravidanza quando essi sono nel ventre materno.

 

Si è parlato alcuni mesi fa delle parole di Rocco Casalino, portavoce dell’attuale governo italiano, a proposito delle persone affette da sindrome di Down. «Mi danno fastidio», ha detto in un video. Si è scusato grossolanamente, dicendo che stava interpretando un personaggio e ha giurato che non si tratta del suo pensiero e che si immedesima nella discriminazione che subiscono queste persone. Peccato che sia completamente a favore della prima e principale discriminazione subìta dai disabili, ovvero la loro uccisione nel ventre materno a causa della loro disabilità.

 

L’ipocrisia del governo spagnolo di Sanchez.

E’ proprio vero che quando si lascia la Via tutti i burroni si fanno vicini. E spesso ci si finisce anche dentro. Succede anche in Spagna: il governo Sanchez, socialista, vuole dare un’immagine inclusiva delle persone disabili, ma i suoi intenti si scontrano con le realtà che esso stesso ha promosso precedentemente. Il Consiglio dei ministri spagnolo ha infatti approvato un progetto di legge che elimina l’incapacità giudiziaria delle persone sofferenti di handicap mentali, e fra questi ha incluso anche la sindrome di Down. Il fine è quello di eliminare le espressioni “incapace” o “incapacitato” e portare novità sostanziali nella vita di quelle persone.

Un provvedimento ponderato, analizzato e proposto nella sua formulazione migliore, almeno secondo loro. La nota particolare di questa situazione è che il governo Sanchez intende rendere più autonome le persone con sindrome di Down, ma allo stesso tempo sta cercando di cancellarle favorendo in ogni modo l’aborto dei bambini affetti da questa patologia.

La diagnosi precoce delle invalidità mentali o delle malformazioni fisiche del bambino e l’aborto, regolati in Spagna dalla pessima legge Zapatero, infatti, incoraggia i genitori ad interrompere la gravidanza dei figli che non siano “la perfezione”. Nella medesima società spagnola dove si eliminano i bambini affetti da sindrome di Down, vengono portati ad esempio le stesse persone con tale disabilità che riescono a raggiungere obiettivi come laurearsi, insegnare o diventare modelli, e vigerà anche una legge che consentirà loro l’autonomia dal punto di vista giuridico. Un’inclusione sociale che ovviamente riguarderà solo coloro che riusciranno a scampare alla legge che consente di farli fuori senza alcuna complicazione, proprio a causa della loro disabilità.

 

Assistenza ai down, a patto che scampino all’aborto.

Non è solo il governo spagnolo ad affogare nell’ipocrisia. Il famoso giornalista catalano Jordi Evole ha infatti realizzato un’inchiesta televisiva sui cambiamenti intervenuti nella vita di un gruppo di persone Down, che hanno riscosso grande successo interpretando il film “Champions”. Il nostro cavalca il buonismo più decomposto lodando «il film che dimostra che le persone disabili sanno fare altre cose», protestando perché «lo Stato non assicura alle persone disabili l’assistenza sufficiente», indignandosi perché «le persone disabili sono spesso umiliate» et similia. Loda poi l’equilibrio di uno degli attori del film, il quale ha espresso il proposito di continuare a lavorare per sentirsi utile anche se la sua condizione naturalmente non cambierà. Addirittura si cruccia per i genitori, che guardano con grave preoccupazione l’avvenire dei loro figli dal giorno in cui saranno soli al mondo. Un vero paladino dei disabili, si direbbe.

Questo signore invece è un capolavoro di ipocrisia, una summa del politicamente corretto, una performance di doppiezza: si è dichiarato favorevole alla legge per l’interruzione di gravidanza, utilizzata sopratutto proprio verso i bambini affetti da disabilità e sindrome di Down, e si è fermamente schierato contro ogni riforma restrittiva dell’attuale legge spagnola. Così, la difesa dei disabili gli sta a cuore quando può guadagnare denaro e stima sociale, quando può trasformarla in un programma televisivo. Quando però c’è da difendere il diritto alla vita dei bambini disabili non ancora nati, è allora che a suo avviso valgono sottozero e possono finire a pezzi dentro un sacchetto di plastica e buttati poi chissà dove. Da una parte denuncia le discriminazioni subìte dalle persone disabili, ma dimentica di smascherare la discriminazione per antonomasia, irreversibile, perversa, diabolica ossia l’omicidio di un bambino disabile.

Accettare le persone per quelle che sono è sempre difficile e non solo in caso di disabilità mentale. Ci auguriamo che la Giornata Mondiale della Sindrome di Down, che oggi si celebra, aiuti a riflettere anche sull’enorme ipocrisia che la circonda.

Carla Vanni

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