Quando la Pasionaria antifascista si convertì al cattolicesimo

Dolores IbárruriLa conversione di Dolores Ibárruri, definita la Pasionaria, leader indiscussa del comunismo spagnolo. L’amicizia con un sacerdote, che restò l’unico amico dopo che fu abbandonata dai “compagni”.

 

Senz’altro si tratta di una donna particolare: carismatica e simbolo mondiale dell’antifascismo, a quasi trent’anni dalla sua morte, Dolores Ibárruri, meglio nota come la Pasionaria, è ancora ricordata come «riferimento storico del comunismo spagnolo» e come «leader innata». Spesso, però, si omette un fatto molto rilevante della sua biografia: la sua conversione al Cattolicesimo.

 

Dolores Ibárruri, la conversione non ricordata sui siti web marxisti.

Evidentemente, è un fatto così scomodo, che siti web di ispirazione marxista (tra i tanti, homolaicus.com e marxists.org) non ne parlano minimamente, né fanno menzione del rapporto tra lei e la fede, così fornendo un quadro troppo riduttivo per una personalità così ricca e complessa. Eppure il dato della fede non fu mai irrilevante nella sua vita. Infatti, «Dolores fu una cattolica di gran devozione nella sua infanzia e nella sua gioventù», prima di allontanarsi dalla fede per aderire al comunismo. Tuttavia, si riporta che «la sua devozione la accompagnò in maniera almeno nominale nella sua militanza marxista». Fu lei, nel 1936, a pronunciare il famoso discorso intitolato No Pasaran!

 

Abbandonata dai suoi, l’unico amico il sacerdote padre Llanos.

Sintomatico di ciò è il fatto che «non vide mai di buon occhio le spoliazioni delle chiese», tanto che, come racconta il suo biografo Pedro Miguel Lamet, giornalista gesuita di sinistra, «al suo ritorno in Spagna restituì ad un convento di Suore Riparatrici a Madrid un’immagine della Vergine e un crocifisso sequestrato durante la guerra dai miliziani». Negli ultimi anni di vita, fu fondamentale la sua amicizia con padre José María Llanos, che la portò alla completa conversione: «Insieme con Padre José María Llanos, decise che egli si sarebbe affiliato al PCE [Partido Comunista Español, ndr] ed alle Commissioni Operaie e che ella avrebbe fatto la Comunione». Llanos si curò tanto di lei, da divenire «l’unico membro del partito che andava a vederla in ospedale», come ebbe a dire Dolores, «abbandonata dai suoi».

Addirittura, come abbiamo ricordato a suo tempo, la donna chiese al sacerdote di «ricordarsi di lei durante la Comunione» e nell’89, un mese prima della propria morte, gli augurava «un anno santo», ricordandolo nella preghiera. In quello stesso periodo, la Pasionaria arrivò a «cantare perfino degli inni religiosi dell’epoca, come “Cantiamo all’amore degli amori”» ed una delle sue ultime affermazioni fu: «Vediamo se vecchietti come siamo, trasformiamo ciò che resta della nostra vita in un canto di lode e grazie al Dio-amore, come prova del nostro eterno dovere».

 

Sicuramente, è riuscita in questo suo ultimo intento, dando una splendida testimonianza di conversione, che mostra come solo Dio possa rispondere alle istanze più profonde del cuore umano. Forse le ci è voluta una vita per ritrovare pienamente Cristo, ma, in fondo, ci si perde per ritrovarsi.

Marco Visalli

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8 commenti a Quando la Pasionaria antifascista si convertì al cattolicesimo

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  1. troll ha detto

    guardate che nessuno si scompone per le scelte di coscienza della Ibarruri. sarebbe il caso che andaste a vedere invece quanti assassini e stupratori cristiani si sono convertiti dopo la guerra alla civiltà’ umana in quanto tale, pentendosi dei propri orrendi crimini fomentati dalla religione. Pare siano stati tanti.

    • Francescoanderea ha detto in risposta a troll

      Ci sono cristiani che purtroppo commettono nefandezze….e questo dovrebbe sminuire la fede cattolica secondo te? Le parole di Gesù sono chiarissime, poi se uomini che si dicono cristiani non le mettono in pratica il problema è loro non di certo della fede cattolica. Sono 2000 anni che tentate in tutti i modi di trovare falle nella fede cattolica, ancora non ci siete riusciti, non vi ponete minimamente il problema che forse è tutto vero?

    • Mandi ha detto in risposta a troll

      Peccato che ti sei contraddetto, se poi si convertirono significa che al momento di compierei quei crimini non erano cristiani. L’importante è che convertendosi si siano pentiti e abbiano tentato di rimediare al male fatto prima della conversione. E poi un nostalgico leninista dovrebbe avere la decenza di non fare commenti in ambito morale.

  2. federico74 ha detto

    Non è particolarmente strano che i comunisti stendano un velo di silenzio sulla conversione di Dolores Ibarruri; è la natura umana: ammettere che una persona che è stata il simbolo della propria ideologia (ideologia che si basa, tra le altre cose, su “la religione è l’oppio dei popoli”) costa troppo, a livello psicologico. Ciò detto, questa conversione mi rende particolarmente felice, perché, indubbiamente, la stima trasversale che ha sempre ricevuto la pasionaria basca, è ben meritata.

    • federico74 ha detto in risposta a federico74

      “ammettere che una persona che è stata il simbolo della propria ideologia cambi idea”

      • Klaud ha detto in risposta a federico74

        Dovreste aggiornare la pagina di WP: non risulta nulla della conversione e nemmeno dell’essere stata ‘abbandonata dai suoi‘;
        quest’ultima cosa risulta incomprensibile considerando che è morta mentre era ancora in carica come presidente del PC spagnolo.
        A meno che non sia stata convertita a sua insaputa… 😆

  3. Sisco ha detto

    Si fa tanto parlare intorno a certe conversioni in punto di morte da parte dei cristiani: come se convertirsi di fronte alla paura della morte significasse chissàcchè. Certo significa molto per portare l’acqua al proprio mulino; mi ricordo sempre a tal proposito la famosa presunta conversione in ospedale del letterato Curzio Malaparte che stava per morire. L’episodio è stato preso per oro colato solo per fare del cattolicesimo la religione cristiana per eccellenza (l’Osservatore romano è sempre stato impegnato in questa campagna), superiore al protestantesimo e all’ortodossia soprattutto. Ma strumentalizzare parole dette in quei frangenti, forse anche parole di prammatica, può anche essere interpretato come un atto disonesto, uno sfruttare la situazione particolare a fini ideologici…

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