Marcia per la vita di Washington, 200mila fantasmi per i media

marcia pro life stati unitiAlla March for Life americana hanno partecipato migliaia di persone, in gran parte giovani e donne. Ma si è preferito dare visibilità alla piccola contro-manifestazione “Women’s March”, nonostante la presenza del vice-presidente Pence e del video-collegamento di Trump.

 

Oltre 200.000 le persone riversatesi sulle strade della capitale statunitense, adesioni trasversali e la massiccia presenza di giovani mostrano un cambiamento dell’opinione pubblica statunitense. Questo il commento di Vatican News, che da settimana sta sponsorizzando la 46.ma Marcia per la Vita americana, svoltasi il 18 gennaio scorso.

Ma è in completa solitudine (a parte Avvenire) perché i media occidentali hanno preferito parlare, quasi esclusivamente, della “contro-marcia per le donne” (la Women’s march) a cui hanno partecipato meno di cento femministe intonando cori a favore dei “diritti riproduttivi” e contro il presidente Trump. Una manifestazione che ha perso ulteriormente numero di partecipanti dopo che il Democratic National Committee e la Human Rights Campaign hanno ritirato il loro sostegno dopo che le leader femministe pro-choice si sono esibite in pesanti dichiarazione antisemite.

 

Nessun giornale ne ha parlato, ma le strade della capitale americana erano piene.

In ogni caso, in Italia in nessun telegiornale italiano sono passate le immagini della oceanica folla che, tra la neve e il freddo gelido, ha invaso Washington in nome del diritto alla vita e contro la crudeltà umana dell’aborto. Anche i quotidiani italiani hanno snobbato l’evento. Addirittura il gigante Youtube ha ammesso di aver volontariamente interferito con i risultati della ricerca con la parola “aborto”, nascondendo o eliminando i video più popolari.

“La vita inizia dal concepimento e termina con Planned Parenthood”, si legge su uno dei tanti cartelli esposti durante la marcia americana, facendo riferimento alla nota azienda di cliniche abortiste negli Stati Uniti. La data del 18 gennaio ricorda la sentenza della Corte suprema del 1973 che liberalizzò l’aborto negli Usa, lasciando un’ampia discrezionalità ai singoli Stati dell’Unione. A New York, ad esempio, si può uccidere un bambino non nato anche nelle ultime settimane di gestazione, praticando l’aborto sulle minorenni anche senza il consenso dei genitori.

 

March for Life: la presenza del vicepresidente Pence e il video-collegamento di Trump.

Ma il clima culturale sta lentamente cambiando e lo segnaliamo spesso anche noi, sempre più giovani invocano maggiori restrizioni alla “libertà d’aborto”. Donald Trump è intervenuto all’evento pro-life annunciando: «Oggi ho firmato una lettera al Congresso per chiarire che se inviano una proposta legislativa al mio tavolo che indebolisce la protezione della vita umana, metterò il veto». Sul palco, davanti ai manifestanti, si è presentato invece Mike Pence, il vice presidente americano, che ha partecipato come lo scorso anno assieme alla moglie. Sia lui che Trump hanno più volte citato la massiccia presenza dei giovani.

Dopo la celebrazione iniziale da parte del Nunzio Apostolico negli Stati Uniti,  mons. Christophe Pierre -che ha portato i saluti e la gratitudine di Papa Francesco «per questa grande testimonianza del diritto alla vita dei membri più innocenti e vulnerabili della nostra famiglia umana»-, molto applaudito è stato l’intervento della senatrice democratica della Louisiana, Katrina Jackson: «Non importa se sei un democratico, un repubblicano, un bianco e nero, lottiamo tutti per la vita. Quando le persone mi chiedono, perché un democratico di colore lotta per la vita? Rispondo, “perché innanzitutto sono cristiana”». Alla fine dell’incontro, la nipote di Martin Luther King, Alveda King, ha guidato la preghiera finale. «Se rifiuti il razzismo, combatti l’aborto», disse la King l’estate scorsa, legando la difesa dei diritti civili degli afroamericani, intrapresa dal nonno, a quella dei bambini non nati, considerando che 1 aborto su 3 è attuato su bambini di colore.

 

Qui sotto alcuni video della Marcia per la Vita, compreso l’intervento del vice-presidente Mike Pence.

 

AGGIORNAMENTO, ore 10
Soltanto il Corriere della Sera si è occupato marginalmente dell’evento, portando in Italia la rovente polemica riguardo alcuni studenti cattolici che sembrano deridere un nativo americano mentre protesta contro di loro con un tamburo in mano. Tuttavia, grazie all’uscita di altri video dello stesso evento, tanti opinionisti hanno chiesto scusa per la condanna prematura verso i giovani manifestanti pro-life, in quanto è visibile come essi stiano già cantando e proclamando inni prima dell’arrivo dei nativi americani i quali, oltretutto, li insultano, urlano slogan razzisti contro i bianchi (“questa non è la vostra terra, sei un uomo bianco: è tutto ciò che sai fare?”) e accusano la cristianità di essere fascista.

 
La redazione

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21 commenti a Marcia per la vita di Washington, 200mila fantasmi per i media

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  1. Aleudin ha detto

    Negli USA l’aborto è chiaramente uno strumento eugenetico razzisto visto che i centri Planned Parenthoods sono scientificamente piazzati nelle zone povere e soprattutto popolate da afroamericani. Con la scusa di fornire un “servizio” cercano di eliminare sul nascere, è proprio il caso di dirlo, poveri e neri.

  2. EnnesimoUtente ha detto

    Vorrei sinceramente capire il motivo per cui il diritto a rivendicare ideologie che sono contrarie alla natura delle cose viene pubblicizzato e il diritto a rivendicare evidenze oggettive di come è la realtà naturale delle cose non viene pubblicizzato ma ritenuto in taluni casi addirittura offensivo.

    • Klaud ha detto in risposta a EnnesimoUtente

      Anche l’articolo recrimina sulla mancanza di ‘copertura’ da parte dai media, anche italiani.
      Mi domando, e vi domando, perché non provvede il Vaticano a dare visibilità al fatto, visto che mezzi stampa e canali tv non gli difettano?
      Potrebbe darsi che i media italiani la pensino diversamente, no? Mica tutti sono obbligati a uniformarsi ai vostri desiderata.

      • Zebra ha detto in risposta a Klaud

        Se leggi bene, all’inizio c’è scritto che solo Vatican News ne ha dato notizia. Basta leggere.
        Ingenua la tua ammissione che i media italiani la “pensino diversamente” e quindi censurino una notizia che invece ha dominato i media statunitensi, è proprio quello che vuole sottolineare l’articolo ovvero l’ipocrisia dei media che non offrono notizie ma solo notizie a loro convenienti. Molto simile a quanto avviene in Corea del Nord dove i media vietano di sapere cosa accade al di fuori perché “non sono d’accordo con l’occidente”. E tu li difendi per coerenza.

        • Gianluca C. ha detto in risposta a Zebra

          Per quale motivo dovrebbe far notizia in Italia una “Marcia per la vita” negli USA?
          Io mica grido alla censura se i media italiani non danno pedissequa notizia dei gay pride organizzati abroad, che raggiungono anch’essi tranquillamente i 200.000 partecipanti.

          • Zebra ha detto in risposta a Gianluca C.

            1) Perché 200mila persone hanno invaso le strade della capitale americana su un tema divisivo, con la presenza di Trump e Pence.
            2) Perché i media italiani hanno dato notizia di una piccola marcia contro la Marcia per la Vita. Se 100 femministe fanno notizia, figuriamoci 200mila persone.
            3) Ogni gay pride in ogni capitale del mondo riceve abbondante copertura mediatica sui quotidiani. E i gay pride non subiscono alcuna “contro-marcia”, perché noi siamo un popolo tollerante, loro no.

            • Gianluca C. ha detto in risposta a Zebra

              A parte che tutta ‘sta copertura mediatica per la Women’s March non l’ho vista, ti faccio notare che questa marcia viene organizzata in tutto il mondo e vede la partecipazione complessiva di milioni di attiviste, in confronto alla quale la marcia per la vita di Washington è poco più che una pernacchietta.
              Come non vedo tutta ‘sta copertura mediatica per i gay pride organizzati all’estero. Ma è del tutto normale, mica mi lamento. Mutatis mutandis trovi così scandaloso che all’estero non sia data ogni anno pedissequa notizia della festa di S.Efisio, che secondo un utente raccoglie centinaia di migliaia di partecipanti?

              • underwater ha detto in risposta a Gianluca C.

                La Women’s March è un evento POLITICO, organizzato dopo l’elezione di Trump, che ha ricevuto copertura mediatica solo quel tanto che è servita ai vostri propagandisti. La Marcia per la Vita è qualcosa che, invece, è cresciuto costantemente a prescindere che se ne parlasse o no, con autentica base popolare.

      • underwater ha detto in risposta a Klaud

        Ridicolo: sono tutti inginocchiati dalla vostra parte. Basta col vittimismo!

      • Mister R. ha detto in risposta a Klaud

        Klaud

        “Oltre 200.000 le persone riversatesi sulle strade della capitale statunitense, adesioni trasversali e la massiccia presenza di giovani mostrano un cambiamento dell’opinione pubblica statunitense. Questo il commento di Vatican News, che da settimana sta sponsorizzando la 46.ma Marcia per la Vita americana, svoltasi il 18 gennaio scorso.”

        La notizia è notizia e come tale va comunicata, in caso i materialisti cambiano canale.

      • EnnesimoUtente ha detto in risposta a Klaud

        Quindi i giornalisti non hanno il dovere di riportare con esattezza tutto quello che succede, possono scegliere quale notizia scrivere (e anche come scriverla magari)…. Comportamento deontologico.

        • Klaud ha detto in risposta a EnnesimoUtente

          *…riportare con esattezza tutto quello che succede, possono scegliere quale notizia scrivere (e anche come scriverla magari)…*

          Parrebbe che tu non legga alcun quotidiano, dal Manifesto ad Avvenire. Oppure ne leggi uno solo, che coincide esattamente con le tue opinioni.

          • EnnesimoUtente ha detto in risposta a Klaud

            Hai ragione, in effetti ho smesso di leggerli… Forse proprio perchè il modo di fare giornalismo è cambiato. Non sto dicendo che la marcia per la vita è la notizia più importante di tutte o la meno importante, sto dicendo che il fatto che non se ne parli neanche è lesivo nei confronti del tanto decantato dovere di informazione.
            IMHO

            • Klaud ha detto in risposta a EnnesimoUtente

              Non è cambiato, è sempre stato così. Tutti ormai hanno capito che la massa interpreta obliquamente le notizie e quindi non si preoccupano
              minimamente di mentire spudoratamente. Gli antichi, che la sapevano lunga, dicevano: Vulgus vult decipi, ergo decipiatur.
              Se pensi che sulla sedia di Montanelli (esecrabile personaggio) oggi siede Feltri, messo là dall’esecrabile Berlusconi… Mala tempora!

      • giuliano ha detto in risposta a Klaud

        Mi domando, e vi domando, perché non provvede il Vaticano a dare visibilità al fatto, visto che mezzi stampa e canali tv non gli difettano? Potrebbe darsi che i media italiani la pensino diversamente, no? Mica tutti sono obbligati a uniformarsi ai vostri desiderata.

        Un organo di stampa esercita una attività perchè concessionario di diritti forniti dallo Stato. Il problema non è uniformarsi o meno ai desiderata di una parte della Società ma applicare doveri legati al possesso dei citati diritti e soprattutto NON organizzare l’uso dell’attività in funzione dei desiderata del proprio gruppo di opinione o di pressione.
        Mi ricordo ancora il TG1 (telegiornale pubblico ma la RAI comunque ha la concessione dello Stato per “lavorare”…) quando, nel 2016, durante la Marcia della Vita, con centinaia di migliaia di persone festanti a manifestare, utilizzò tutto il tempo dedicato alla Marcia della Vita per intervistare un giovane attivista omosessuale. Al di là delle banalità (secondo me) da questi esternate stonò moltissimo (sempre secondo secondo me) la sovraesposizione mediatica della critica alla manifestazione da parte del ragazzotto rispetto alle idee portate avanti dalle persone che manifestavano (alle quali fu dedicato si e no un 5% del tempo complessivamente offerto dal TG all’avvenimento). Quando succedono queste cose non è solo questione di “garanzia” del diritto ad avere visibilità nei media, è sopratutto occasione per vedere quanto sia monorientato e poco rispettoso delle deleghe ricevute dallo Stato il giornalista o la testata di turno.

        Quanto al Vaticano… il Vaticano è uno Stato estero, fosse anche vera la boutade di Klaud, io vorrei veder applicati i miei diritti di cittadino italiano, in Italia e nei media italiani. E senza dover mendicare a destra e manca spazi che dovrebbero essere garantiti dalla pluralità di spazi di visibilità che con le sue deleghe indirettamente lo Stato di fatto impone.

    • Andrea2 ha detto in risposta a EnnesimoUtente

      Ritengo che sia perché quelli che alcuni chiamano “i poteri forti”, che Tremonti chiamava “gli illuminati” e che Zapatero chiamava “los poderosos” (non è chiaro chi siano ma già Erodoto diceva che i farabutti fanno presto a mettersi d’accordo fra loro per perseguire i loro scopi) hanno interesse che la gente sia più isolata che mai e quindi più facile da manipolare.
      Se uno fa parte di un gruppo unito è più difficile da raggungere e da imbrogliare o comunque rende la cosa più scomoda dato che per ogni gruppo ci vuole una strategia diversa. Per questo motivo si deve distruggere la famiglia, la chiesa, la religione, lo Stato, le tradizioni, etc.
      Inoltre solo le fonti ufficiali dicono la verità tutte le altre sono fake-news. L’OMS si può permettere di dire che il concepimento inizia quando l’ovulo si impianta nell’utero dal che ne consegue che i polli nascono senza essere stati concepiti ma gli altri non possono dire che i sessi sono due o che un feto di una donna è un essere umano. Adesso si vuole addirittura mutilare i minori come cura contro una malattia che non esisteva ma che le organizzazioni ufficiali hanno appena detto esistere. Intanto il tumore al seno sta dilagando ma nessuno pensa a studiarne le cause.
      In pratica vogliono rendere l’umanità come sette miliardi di polli. Per fortuna tenere a bada sette miliardi di polli è difficile e ogni tanto qualcuno scappa mentre gli altri continuano a becchettare felici e a scrivere post per sbeffeggiare chi è scappato.

      • EnnesimoUtente ha detto in risposta a Andrea2

        Andrea2, io sono un pò scettico di fronte alle teorie della cospirazione… è vero quanto riporti detto da Erodoto: i farabutti fanno presto a mettersi d’accordo fra loro.
        Tante persone si stracciano le vesti di fronte ai peccati della Chiesa (lotte di potere, mercificazione della persona…) ma quelle stesse non fanno una piega quando identicamente vengono commessi crimini contro la persona da associazioni laiche (statali e non)che si nascondono dietro la bandiera dei diritti e della scienza.
        L’aborto e i medicinali anticoncezionali non sono forse una questione di soldi? Come diceva Aleudin in apertura, non è razzismo l’uccidere un feto che non è come si aspetta chi lo ha messo al mondo?

      • Emanuele ha detto in risposta a Andrea2

        Giusto!

  3. Emanuele ha detto

    La deriva eutanasica e abortista non ha certo perso forza. Anzi come in grande incendio le fiamme si autoalimentato. Però al centro dell’incendio, dove esso più è imperversato, piano piano iniziano a spuntare germogli verdi. Si vedono imprimi nuovo alberelli.

    Quindi mentre il fronte dell’incendio è sempre più vasto, basti vedere i cambi di rotta di Irlanda e Polonia, al centro qualcosa di verde si riforma, come negli USA.

    Viene anche da dire che ciò sia scontato. Questa deriva abortista miete soprattutto vittime proprio tra i figli di chi queste idee le porta avanti sul piano politico. Finisce che solo i cristiani convinti e spesso osservanti fanno figli in occidente. Quantomeno ne fanno di più.

    Gli altri non ne fanno proprio o al più un figlio unico, coccolato e viziato, spesso autolesionista. Quindi il fronte abortista è destinato a soccombere, uccidendo e rimbambendo i propri uomini e donne di domani. In sostanza si fanno la guerra da soli.

    Alla fine, noi cristiani siamo il nuovo proprietario: saranno il numero dei nostri figli a ribaltare gli esiti della battaglia.

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