Ucciso dagli indigeni che voleva convertire, ma è stato un azzardo non una missione

Differenza tra missione e avventura. Pubblichiamo il commento di un missionario del Pime sulla morte del giovane missionario protestante, colpito da una scarica di frecce scagliate dagli abitanti dell’isola di North Sentinel, territorio indiano dove vive la comunità più incontaminata del mondo, i Sentinelesi. Desiderava convertirli ma lo hanno ucciso appena si è avvicinato alla riva. La notizia è diventata virale.

 
di Padre Alberto Caccaro
missionario del Pontificio Istituto Missioni Estere (Pime)

da Mondo e Missione, 24/11/18

 

«L’isola ultima roccaforte di Satana», così titolava un articolo sulla pagina web di uno dei più noti quotidiani italiani a proposito della vicenda accorsa al giovane americano John Allen Chau, ucciso tra il pomeriggio del 16 e la mattina del 17 novembre scorsi nell’isola di North Sentinel, una delle isole Andamane nel golfo del Bengala. È un passaggio preso dall’ultima lettera scritta dal giovane prima di essere ucciso e consegnata ad uno dei pescatori che lo hanno portato e poi lasciato sull’isola.

John, in passato, si era recato lì più volte con l’intento, si dice, di convertire a Cristo i pochi abitanti di quello sperduto fazzoletto di terra. Nell’ultimo viaggio però, ha trovato la morte. La notizia ha fatto il giro del mondo. A breve verrà dimenticato, ma poco importa. La sua morte, il riferimento a Satana, la collocazione sperduta dell’isola, una bibbia tra le mani, sono ingredienti sufficienti per lanciare la notizia e generare sciami di commenti. Spesso di fronte a ciò che accade siamo appiccicati ai video, ma lontani dai volti, condannati ad essere spettatori di tutto, protagonisti di niente. Senza tempo per pensare, capire, chiedere, approfondire, toccare.

La famiglia di John ha già perdonato gli aggressori così come – ha fatto sapere – nessuno degli amici coinvolti o dei pescatori che lo hanno portato sull’isola, deve essere considerato responsabile della sua morte perché John ha agito di sua iniziativa, senza alcun obbligo dall’esterno. Già solo questa presa di posizione fa capire quanto l’avventura nella quale John ha purtroppo trovato la morte fosse certamente un azzardo dei suoi anni giovanili. Nella lettera esprime disappunto perché nei precedenti tentativi di approccio alla popolazione locale, tra le 50 e 100 persone in tutto, scriveva ieri il New York Times, aveva percepito una forte ostilità nei suoi confronti. Eppure era determinato, forse incoraggiato non solo dalla sua voglia di avventura, ma anche da un certo background famigliare fideista, ai limiti del buon senso. «It’s wired – actually no, it’s natural: I’m scared», scriveva nell’ultima lettera. Non si esclude nemmeno che nella popolazione locale abbia prevalso, come in passato, una certa paura per l’arrivo improvviso di una minaccia esterna e si siano difesi. Hanno vissuto isolati per troppo tempo e le stesse autorità indiane da cui l’isola dipende, non hanno mai promosso alcun contatto.

Sono quindi molteplici i piani di lettura e le possibili interpretazioni dell’accaduto. In questo caso è inevitabile lo sciame mediatico, di pro, di contro, di indifferenti. Non occorre spendere parole sull’ingenuità del tentativo “missionario”, in solitaria, di John. Se di un tentativo missionario si è trattato! Eppure non mi serve nemmeno dubitare della sua buona fede. Pur esprimendo cordoglio ai famigliari e un profondo dispiacere per la morte di questo giovane, devo anche riconoscere che questa non è missione. Che quell’isola non è una roccaforte di Satana. E che John non andava lasciato solo. I social in quanto strumenti di comunicazione in tempo reale, possono aiutarci a capire e, in alcuni casi, a prevenire certe mosse dagli esiti fatali.

Ammetto che con il senno di poi è tutto più facile. Ma insisto con veemenza sul buon senso, come primo antidoto agli eccessi umani. E sul fatto che qui non ci serve il “senno di poi”, ma “l’esperienza di prima”. Quella di migliaia di missionari che hanno speso anni per apprendere una lingua, una cultura, e cercare di amarle fino al dono, non allo sciupio, della vita. Che c’entra dunque una simile avventura con la missione di Gesù Cristo? Che c’entra con chi ha speso la vita accanto alla gente, spesso scrivendo dizionari di lingue e tradizioni prima solo orali, conservando e promuovendo le culture locali, non per un tempo di due giorni, ma per una vita intera? Se molti sono gli errori imputabili ai missionari, dobbiamo riconoscere che altrettanti e forse di più sono gli anni spesi da centinai di sacerdoti, religiosi, laici in terre nuove, sconosciute, poi diventate “casa”. Ci vuole buon senso, prima che fede, per valutare vicende come quella di John. Quel buon senso che ci fa riconoscere nella missione non un’ipotesi di morte, ma un programma di vita, nella quale non si sciupa niente, ma si dona tutto. «I don’t want to die» ha scritto John nella sua ultima lettera. Come non credergli? E come non intercettare nel suo ingenuo coraggio una domanda di vita?

Il giorno dopo la morte di John, sempre in India, la notte tra il 17 e 18 novembre, padre Antonio Grugni, missionario del Pime, è morto presso il Good Samaritan General hospital di Vangayagudem, in Andhra Pradesh. Settantasette anni, cardiologo, originario di Legnano, ha lavorato in India dal lontano 1976. Nel luglio scorso gli era stato diagnosticato un cancro allo stomaco in fase terminale. Nella sua vita missionaria ha servito migliaia di malati. «Quando ci vedono arrivare – raccontava in una testimonianza – i malati ci corrono incontro, sono contenti perché sanno che siamo lì per loro».

A padre Antonio e al giovane John: possano riposare in pace.

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54 commenti a Ucciso dagli indigeni che voleva convertire, ma è stato un azzardo non una missione

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  1. Apocalipto ha detto

    Stavolta ho letto tutto l’articolo. Tu dici : non e’ missione. Cosa significa missione? Naturalmente di’ una mia opinione e non conosco né il credo protestante né a che chiesa appartenesse. Posso fare ipotesi. SONO AMERICANI.Non solo rifiutano le torte ai gay (e li vi fa comodo?); ma credono anche nell’ escatologia finale. In cosa credono non so. Rapimento? Parusia?
    Fatto sta che per loro lo stato di Israele o che il vangelo venga portato in tutto il mondo, serve per affrettare la fine del mondo. Ora li si puo’ definire ingenui. Ma il cristianesimo delle origini cos’era? Cosa recitiamo nelle nostre messe? Preghiamo perché si affretti la fine del mondo! Magari senza saperlo e augurandosi che non arrivi mai.

    https://youtu.be/KBLWc1xxU20

  2. Manolo ha detto

    Ora che succederà a quella comunità? Hanno osato ribellarsi a cristo e hanno resistito alla chiesa.

    Li lascerete vivere in pace oppure sono una minaccia perchè rapprentatano un esempio vivente di resistenza alla colonizzazione bianca e cristiana e li perseguiterete con la politica e la violenza come avete fatto con tutte le altre comunità?

    • lorenzo ha detto in risposta a Manolo

      Non preoccuparti, se non c’è niente da guadagnare, quelli come te li lasceranno vivere in pace: non mi dire che non eri a conoscenza che le colonizzazioni ed i grandi stermini di indigeni sono stati portati avanti dai laici come te?

    • Klaud ha detto in risposta a Manolo

      *…li perseguiterete con la politica e la violenza come avete fatto con tutte le altre comunità?… *

      Di violenza non ce n’è bisogno: li hanno sterminati ormai tutti semplicemente andandoli a visitare…
      Vedi WP: isole Andamane e isola Sentinel. Se questo presuntuoso avesse letto prima wp ora potrebbe felicemente far danni da qualche altra parte.

    • Mister R. ha detto in risposta a Manolo

      Manolo

      Già che ci sei prendi il Codice Da Vinci come prova e usalo contro la Chiesa.

    • pincolo pallolo ha detto in risposta a Manolo

      Era protestante. Di che Chiesa parli?

    • gladio ha detto in risposta a Manolo

      Di fronte a cotanto senno…ammutolisco

  3. lorenzo ha detto

    Sta scritto “siate dunque prudenti come i serpenti e semplici come le colombe”: a qualcuno che sembra non aver mai letto quelle parole è andata male, ad altri un po’ meglio…
    https://medicinaonline.co/2016/03/11/sono-un-profeta-che-parla-con-gli-animali-predicatore-sbranato-dai-leoni/

  4. Aristarco De' Strigidi ha detto

    Della morte di John Allen i soli ed unici responsabili sono i … (mi mancano i termini per definirli) che l’ hanno indottrinato e ne hanno fatto un aspirante martire in nome di una figura mitologica.
    Come le innumerevoli altre che infestano ‘sto infelice pianeta.
    É bene che rimangano come sono, privi di Gesù, Allah, Geova, Pippo, Pluto, Paperino, Marx e dichiarazione dei redditi, di cui non hanno proprio alcun bisogno.

    • lorenzo ha detto in risposta a Aristarco De' Strigidi

      Non preoccuparti, avrai tutta l’eternità per meditare sulla mitologicità di chi ti ostini a negare che esista.

    • Mister R. ha detto in risposta a Aristarco De' Strigidi

      Aristarco De’ Strigidi

      Gesù una figura mitologica?
      Gira e rigira un sopravvissuto all’estinzione di massa si trova…
      Oggi tutti gli storici, credenti in Dio o nel caso, sono d’accordo sul fatto che un uomo chiamato Gesù è esistito, ha predicato ed è stato messo a morte.
      Ma visto che sicuramente mi ritiene un indottrinato e quindi mi ignorerà le consiglio qualche libro, ovviamente non scritti sotto falsi nomi. 😉

      Bart D. Ehrman. Gesù è davvero esistito? Un’inchiesta storica (2013)

      Stefano Alberto. Vangelo e storicità. Un dibattito (1995)

      John P. Meier. Un ebreo marginale. Ripensare il Gesù storico vol. 1-2-3-4

      Pazzesco, ancora nel 2018 bisogna ribadire la storicità di Gesù.

      • Aristarco De' Strigidi ha detto in risposta a Mister R.

        Non é proprio necessario sostenere proprio un bel nulla, che sia esistito (come anche Maometto, del resto) é verosimile anche secondo me.
        Che fosso un dio decisamente no.
        Con ogni probabilità null’ altro che un imbonitore come tante centinaia esistiti al suo tempo e come anche qualche frammento ebraico e romano sopravvissuti ai roghi sui piazzali delle chiese sostengono.
        Sulla sua figura hanno poi costruito una mitologia di successo il cui unico pregio é stato quello di essere una delle poche sopravvissute alle traversie della storia.
        Parecchi ci hanno creduto e si sono pure fatti ammazzare in suo nome, ma di certo ha fatto la fortuna di parecchi lestofanti.

        • Mister R. ha detto in risposta a Aristarco De' Strigidi

          Aristarco De’ Strigidi

          La sua esistenza non è “verosimile”, è accertata dagli storici, l’ipotesi del mito di Gesù è ormai stata scartata da tempo.
          Se con mitologia intendi la sua divinità allora gli apostoli non hanno dovuto faticare, in quanto Gesù stesso la affermava con fatti e parole:

          «Prima che Abramo fosse, lo sono» (Giovanni 8,58).
          E via dicendo.

          Ma gli autori dei Vangeli sono attendibili?

          Jean Carmignac ha così riassunto la sua esperienza di filologo, specializzatosi per trent’anni nell’ebraico di Qumram: “Vidi che il traduttore ebreo-greco (del vangelo di Marco) aveva trasportato parola per parola conservando in greco l’ordine delle parole voluto dalla grammatica ebraica… L’anima invisibile era semitica, ma il corpo visibile era greco”. E’ ormai unanime tra gli studiosi il consenso su questo sottofondo semitico, dopo gli studi di J. Jeremias, J. Dunn, J. P. Meyer.
          Alcuni esempi dimostrano che gli autori parlavano proprio la stessa madrelingua di Gesù e ci hanno conservato le originali creazioni linguistiche del maestro:

          a) Il testo greco mantiene numerose parole aramaiche, non tradotte: amèn = in verità, almeno 50 volte. Abbà = papà”, unicum in tutta la letteratura rabbinica. Nessuno aveva mai osato esprimersi con questo vocativo in una preghiera rivolta a Dio. Osanna (salvaci), sabbath (sabato), talita qumi (“ragazza, alzati”) effatà (apriti), Eloì, Eloì lammà sabactani (Dio mio, Dio mio perché mi hai abbandonato) , mammona (denaro) raka (stolto),… sono 26 le parole aramaiche nei Vangeli (Joachim Jeremias), senza contare i nomi propri (Golgotha, Getsemani, Bethsaida, Bethlem…)

          b) Parallelismo antitetico: un’unica idea viene espressa con due frasi, una negativa e l’altra positiva. Viene così facilitata la memoria: “Non sono venuto per essere servito // ma per servire”. “Non sono venuto per i sani // ma per i malati.” “I cieli e la terra passeranno // ma le mie parole non passeranno”. “Vi è stato detto: ama il prossimo ed odia il nemico // ma io vi dico: amate i vostri nemici”. Più di cento esempi nei Vangeli! E’ uno stile tipico dell’ebraico. Nell’ebraico, però, è la prima frase la più importante. Gesù ha introdotto una novità: ha voluto concentrare il messaggio forte, più significativo, nella seconda frase, come si vede dagli esempi. E’ la seconda frase che annuncia la luce, la novità del vangelo, come in chiaroscuro. E rimane nella memoria.

          c) Passivo teologico: per osservare con il massimo scrupolo il secondo comandamento che vieta qualsiasi abuso del nome di Dio, Gesù ricorre almeno sessanta volte alla costruzione passiva della frase, lasciando il complemento d’agente sottinteso: “Beati gli afflitti, perché saranno consolati” (da Dio). “Beati gli affamati di giustizia… perché saranno saziati” (da Dio). “Chiedete e vi sarà dato. Bussate e vi sarà aperto” . “Ciò che legherai sulla terra, sarà legato nei cieli…” E’ una novità linguistica senza corrispettivi nella letteratura ebraica dell’epoca.

          d) Costruzione ebraica della frase: rare le subordinate (paratassi, più che ipotassi); la struttura è spesso sovrabbondante, secondo lo stile semitico, molto lontano dal periodare greco: “ha aperto la bocca ed ha parlato”,… “ha alzato gli occhi ed ha visto”…”ha preso la parola ed ha detto”… Anticipazione del predicato e di complementi al soggetto: “in principio era il Verbo”.

          e) Le parabole: più di quaranta creazioni originalissime di Gesù. Si distinguono da tutti gli esempi simili nelle letterature antiche. I protagonisti, infatti, sono uomini comuni, con messaggi morali indimenticabili, grazie alla concretezza delle immagini, molto più incisive rispetto a norme universali. La paternità misericordiosa di Dio, il perdono, l’amore agapico… sono novità assolute. Le parabole sono anche un’arma polemica che stigmatizza l’ipocrisia del ceto dirigente. Il testo greco è spesso strutturato con stilemi aramaici quali parallelismi, assonanze, ripetizioni ritmate ecc.

          f) Espressioni ebraiche tipiche: figlio della luce (Lc 16,8) , figlio delle tenebre, figlio della pace, figlio del banchetto…

          g) Assonanze e ripetizioni, per facilitare la memoria. E’ uno stile estraneo al greco. “Il seminatore uscì a seminare e mentre seminava una parte del seme…”. “Temettero di grande timore”, “gioirono di grande gioia”, “desiderai con grande desiderio”.

          In conclusione, il testo greco dei Vangeli è scritto da testimoni oculari diretti di Gesù, fedeli ai suoi ipsissima verba. Un’origine tardiva dei Vangeli è improponibile a livello linguistico. Solo gli ascoltatori diretti delle parole di Gesù potevano scrivere un testo così pieno di aramaismi. L’esperienza diretta, per ogni testo storico, è evidentemente un criterio di grande attendibilità.

          Questa attendibilità degli autori è ulteriormente avvalorata anche dalle seguenti considerazioni.

          Martiri per testimoniare quanto avevano scritto. Quasi tutti gli autori del Nuovo Testamento: Pietro, Paolo, Luca, Matteo, Marco, Giuda Taddeo, Giacomo … morirono martiri per quello che avevano scritto. Diedero la vita pur di non rinnegare quello che avevano predicato e scritto.
          Raccontano colpe e difetti. Gli evangelisti hanno presentato anche fatti che avrebbero potuto tacere per rendere umanamente più verosimile il racconto (verosimile secondo una logica naturale). Ad esempio hanno sostenuto la concezione verginale di Maria, hanno descritto il pianto di Cristo, il suo sudar sangue, hanno evidenziato i loro difetti personali e le loro colpe (il rinnegamento di Pietro, la loro mancanza di fede durante la passione), hanno descritto le sofferenze e le umiliazioni del Maestro… Hanno riferito che alcune donne furono le prime testimoni della risurrezione, benché la testimonianza femminile non fosse giuridicamente accettata in quell’epoca. Si tratta di tanti episodi che secondo una logica “umana” avrebbero potuto sminuire Gesù e la sua comunità. Invece si ha l’impressione che agli evangelisti interessasse il fatto oggettivo, realmente accaduto, anche se questo andava contro le aspettative umane e sembrava essere “imbarazzante” (criterio dell’imbarazzo, indica l’oggettività del racconto).
          La sobrietà dello stile narrativo. Il racconto evangelico non presenta toni epici o spettacolari. La nascita di Gesù è narrata in due righe, così la guarigione del cieco nato. Gesù è presentato in tutta la sua umanità, umiliato fino alla morte di croce. Il momento della risurrezione non viene descritto; solo le apparizioni del risorto vengono raccontate, e la descrizione presenta toni tutt’altro che epici ed esaltati. Da queste considerazioni si ricava una fedeltà al dato storico, anche quando questo potrebbe incontrare difficoltà ad essere creduto. Il grande teologo Karl Barth nota come l’annuncio di un Dio fatto uomo, che si lasciava umiliare e crocifiggere, e che addirittura risorgeva da morte, doveva essere uno scandalo difficilissimo da accettare per la ragione e in particolare per la mentalità ebraica che si aspettava un Messia vincitore e capace di sconfiggere militarmente i nemici d’Israele. Ed anche per i pagani fu uno scandalo, come risulta dal discorso di Paolo all’Areopago (Atti 17). Gli evangelisti non volevano, insomma, “adattare” il racconto agli ascoltatori, ma raccontare i fatti per quello che erano, anche se ciò costava loro derisioni, incomprensioni e persecuzioni.
          Un popolo intero di testimoni. Un popolo intero era stato testimone dei fatti narrati nei Vangeli, eppure nessuna smentita dei fatti. E’ chiaro che, ad esempio, l’annuncio della risurrezione non avrebbe potuto reggere neppure un pomeriggio se non ci fosse stato davvero il sepolcro vuoto, visibile a tutti e se non ci fossero state le apparizioni del Risorto. E così i miracoli della moltiplicazione dei pani, o della guarigione del cieco nato, o della risurrezione di Lazzaro, erano tutti facilmente smentibili dagli abitanti di Gerusalemme che avrebbero coperto di ridicolo un racconto falso e inventato. Migliaia furono poi i martiri contemporanei a Cristo, che hanno testimoniato con la vita quello che affermavano. Tacito parla di una “ingens multitudo” di martiri sotto Nerone (64-67 d. C.). Questo martirio in nome della fedeltà alla propria coscienza è un fatto assolutamente nuovo per la mentalità greco-romana, in cui si riteneva che la legge politica avesse un’autorità inderogabile. Questa novità, questa “obiezione di coscienza” (di cui furono protagonisti non individui eccezionali come Antigone o Socrate, ma enormi moltitudini) non è storicamente spiegabile senza una motivazione oggettiva e storicamente fondata.

          Domande?

        • Mister R. ha detto in risposta a Aristarco De' Strigidi

          Aristarco De’ Strigidi

          Cosa sappiamo sull’uomo chiamato Gesù di Nazareth?

          “Possiamo sapere molto di Gesù” (E.P. Sanders, Jesus and Judaism, Fortress Press, London-Philadelphia, 1985, p.2).. Questo stesso autore offre, un elenco di affermazioni che sono fuori discussione dal punto di vista storico:

          1) Gesù nacque intorno all’anno 4 a.C., poco prima della morte di Erode il Grande.

          2) Trascorse la sua infanzia e i primi anni dell’età adulta a Nazaret, in Galilea.

          3) Fu battezzato da Giovanni Battista.

          4) Scelse quelli che sarebbero stati i suoi discepoli.

          5) Predicò nei villaggi e nelle campagne della Galilea.

          6) Annunziò il “Regno di Dio”.

          7) Intorno all’anno 30 si recò a Gerusalemme in occasione della Pasqua.

          8) Provocò un certo scompiglio nella zona del tempio.

          9) Celebrò un’ultima cena con i suoi discepoli.

          10) Fu catturato e interrogato dalle autorità giudaiche, in particolare dal Sommo Sacerdote.

          11) Fu giustiziato per ordine del prefetto romano, Ponzio Pilato.

          Paula F. Fredriksen, studiosa liberal del Gesù storico (che ritiene un predicatore apocalittico) presso l’Università ebraica di Gerusalemme, ha annotato: «Conosco le loro parole, quello che hanno visto era il Gesù innalzato. Questo è quello che dicono e tutte le prove storiche che abbiamo attestano la loro convinzione su quello che hanno visto. Non sto dicendo che davvero hanno visto Gesù risorto. Non ero lì. Non so cosa abbiano visto. Ma so, come storica, che devono aver visto qualcosa. La convinzione dei discepoli di aver visto il Cristo risorto, il loro trasferimento a Gerusalemme, l’inclusione dei Gentili come Gentili. Tutti questi sono fondamenti storici, fatti noti indubitabili della prima comunità dopo la morte di Gesù» (P.F. Frederickson , Jesus of Nazareth: King of the Jews, Vintage 2000).

          Ovviamente la proclamazione non sarebbe durata molto se le autorità avessero avuto il corpo, infatti il 75% degli storici concorda sul fatto che il sepolcro fu trovato vuoto.

          • Aristarco De' Strigidi ha detto in risposta a Mister R.

            Come ho già detto sopra, sono in parecchi che ci hanno creduto.

            • Mister R. ha detto in risposta a Aristarco De' Strigidi

              Aristarco De’ Strigidi

              Sii più preciso, la conversazione si fa sempre più interessante.

              • Aristarco De' Strigidi ha detto in risposta a Mister R.

                Se soltanto vi rendeste conto di essere vittime di una truffa …
                Come se fossi io a volervi vendere la luna nel pozzo.

                • lorenzo ha detto in risposta a Aristarco De' Strigidi

                  E se la vittima della tua supponenza fossi tu?
                  Non preoccuparti:
                  se hai ragione non se ne accorgerà nessuno,
                  se invece hai torto…

                • Andrea2 ha detto in risposta a Aristarco De' Strigidi

                  Un po’ strana come truffa: il Cristianesimo è nato subito dopo la morte di Cristo e si è diffuso in pochi anni e di ciò abbiamo numerose testimonianze storiche e archeologiche.
                  Questo fatto è inspiegabile ed è sempre stata la spina nel fianco di chi ha voluto sminuire Cristo o addirittura negarne l’esistenza storica. Per questo motivo gli avversari del cristianesimo hanno sempre cercato di allungare i tempi o dicendo che i Vangeli erano stati scritti molti anni dopo gli avvenimenti o tirando fuori il Consiglio di Nicea, Costantino ed altre storie.
                  Viceversa perfino Napoleone, nel suo esilio di Sant’Elena, a chi gli domandava se Cristo fosse una invenzione dell’uomo rispose: “No, al contrario è una realtà inspiegabile. Gesù è il solo che abbia osato tanto. E’ il solo che abbia detto chiaramente e affermato senza esitazione egli stesso di sé: io sono Dio. Voi parlate di Cesare e di Alessandro, delle loro conquiste e dell’entusiasmo che seppero suscitare nel cuore dei soldati, ma quanti anni è durato l’impero di Cesare? Per quanto tempo si è mantenuto l’entusiasmo dei soldati di Alessandro? Invece per Cristo è stata una guerra, un lungo combattimento durato trecento anni, cominciato dagli apostoli e proseguito dai loro successori e dall’onda delle generazioni cristiane” e poi aggiunse “Potete concepire un morto che fa delle conquiste con un esercito fedele e del tutto devoto alla sua memoria? Potete concepire un fantasma che ha soldati senza paga, senza speranza per questo mondo e che ispira loro la perseveranza e la sopportazione di ogni genere di privazione?”.
                  Sono dei truffatori un po’ strani questi primi cristiani che, per tre secoli, si sono fatti ammazzare in nome di Gesù Cristo!

                  • Klaud ha detto in risposta a Andrea2

                    Perché dimenticate sempre la testimonianza di Celso?
                    Fu l’unico credibile proprio perché non sospettabile di connivenza. È vero che il ritratto che ne fece non era molto lusinghiero, ma i riscontri materiali*
                    sono convincenti, anche se scrisse a distanza dai fatti.

                    *La lapide di Bingen.

                    • lorenzo ha detto in risposta a Klaud

                      Quindi, secondo te, le testimonianze a favore, anche di persone presenti ai fatti, non sono credibili perché sarebbero conniventi?
                      Se tu fossi un giudice, poveri gli imputati: tutti, nessuno escluso, finirebbero inevitabilmente condannati!!!

                  • Mister R. ha detto in risposta a Andrea2

                    Andrea2

                    Farsi ammazzare per una bugia che si sapeva essere tale deve essere divertente. 😉

                • Mister R. ha detto in risposta a Aristarco De' Strigidi

                  Aristarco De’ Strigidi

                  Preferirei Marte.
                  Io ti ho presentato il Gesù storico, nel mio piccolo, in più ti ho fatto vedere come ci siano buoni motivi per credere nella resurrezione, non per convertirti, ma semplicemente per mostrarti che la nostra non è una fede cieca, poi non posso riportarti indietro nel tempo e mostrarti il Risorto dal vivo o presentarti un argomento trattato in libri da 200 pagine e più in pochi messaggi.
                  La truffa io non la vedo e lei non mi ha dato spunti su cui interrogarmi, a meno che lei non sappia di qualche segreto alla Codice Da Vinci…
                  In aggiunta le lascio le parole di Antony Flew a pagina 85 del libro “Did the Ressurection Happen”

                  “The evidence for the ressurection is better than for claimed miracles in any other religion. It’s outstandingly different in quality and quantity…”

          • Aristarco De' Strigidi ha detto in risposta a Mister R.

            Mister, che lunghi discorsi.
            Ma per cosa, per contestare il sottoscritto o per rassicurare se stesso ?

  5. Sophie ha detto

    Gli indigeni tempo fa uccisero pure dei pescatori naufraghi che volevano solo sopravvivere e nient’ altro. È dura da accettare per i politicamente corretti ma anche gli indigeni possono essere xenofobi, però nel loro caso ( a differenza del nostro che non vogliamo la sharia in Italia) invece va bene vero?
    Il ragazzo è andato solo e disarmato,non voleva prevaricare su nessuno, voleva solo dire che Gesù è Signore anche dei popoli più lontani. Coraggioso o poco prudente? Non so… So solo che Gesù promise una sorte peggiore degli abitanti di Sodoma e Gomorra per chi non avrebbe ascoltato le sue parole per mezzo dei sui servi. Che Dio li perdoni…

    • gabriele ha detto in risposta a Sophie

      In verità in altri casi si comportarono in modo più amichevole
      Qui un approfondimento

      https://twitter.com/RespectableLaw/status/1065841155932372992

    • Olivia70 ha detto in risposta a Sophie

      A me dispiace per il ragazzo, però se queste persone hanno deciso che voglio vivere senza nessun contatto con il resto del mondo, bisogna rispettare la loro scelta. Io ammiro moltissimo i pochissimi popoli che continuano a vivere seguendo tradizioni antichissime e rifiutano il progresso. Non per niente questi gruppi vengono chiamati ” i custodi della Terra”

    • Sophie ha detto in risposta a Sophie

      Ciao Olivia, io penso che rifiutare Gesù vuol dire accettare la tua condanna in questa vita e nell’ altra. Uno propone, ma nessuno ti autorizza ad uccidere un tuo fratello a colpi di freccia ancor prima che parli. A me stanno sulle scatole i musulmani, ma se mi propongono la conversione all’ islam non è che acchiappo e gli sparo. Forse è vero che dovrebbero civilizzarsi un po’… e non credere…anche in questi popoli ci sono le guerriglie fra tribù, gli stupri, ecc.

      • gabriele ha detto in risposta a Sophie

        Lo hanno ucciso dopo che era tornato sull’isola una terza volta e le altre due gli avevano fatto capire che non era benvenuto
        E poi mi chiedo come avrebbe fatto a parlargli di Gesù se non sapeva la loro lingua?

        • Sophie ha detto in risposta a gabriele

          Ah quindi uno non è benvoluto a casa tua e allora gli spari. Ok.

          • gabriele ha detto in risposta a Sophie

            se avessi letto il link di twitter che ho messo avresti saputo che il primo contatto che i sentinelesi hanno avuto con gli occidentali è stato perchè un capitano inglese rapì due anziani e alcuni bambini dall’isola: gli anziani morirono dopo poco , i bambini furono riportati dopo un po’. il problema è che questo inglese era un po’ perverso sessualmente (dai suoi scritti sappiamo che misurava attentamente peni e testicoli degli indigeni andamanesi…) e quindi chissà cosa fece ai bambini. da allora è facile capire perchè vogliano stare da soli
            la prima volta gli avevano tirato frecce senza colpirlo, la seconda gli avevano distrutto la barca costringendolo a tornare a nuoto
            comunque non sono aggressivi a prescindere: negli anni ’90 alcuni antropologi li contattarono portando noci di cocco in regalo loro le accettarono, ma poi fecere capire loro di andarsene

          • gabriele ha detto in risposta a Sophie

            se avessi letto il link di twitter che ho messo avresti saputo che il primo contatto che i sentinelesi hanno avuto con gli occidentali è stato perchè un capitano inglese rapì due anziani e alcuni bambini dall’isola: gli anziani morirono dopo poco , i bambini furono riportati dopo un po’. il problema è che questo inglese era un po’ perverso sessualmente (dai suoi scritti sappiamo che misurava attentamente peni e testicoli degli indigeni andamanesi…) e quindi chissà cosa fece ai bambini. da allora è facile capire perchè vogliano stare da soli
            la prima volta gli avevano tirato frecce senza colpirlo, la seconda gli avevano distrutto la barca costringendolo a tornare a nuoto
            comunque non sono aggressivi a prescindere: negli anni ’90 alcuni antropologi li contattarono portando noci di cocco in regalo loro le accettarono, ma poi fecere capire loro di andarsene

    • Giuseppe ha detto in risposta a Sophie

      Il ragazzo in questione ha rischiato di sterminare tutti gli abitanti dell’isola esponendoli al contagio di un eventuale agente patogeno sconosciuto al loro sistema immunitario, al di là delle sciocchezze su Sodoma e Gomorra…

      • Sophie ha detto in risposta a Giuseppe

        Al di là della verità su Sodoma e Gomorra, anche i clandestini che vengono qua a portare sharia, stupri anche sulle bambine, attentati, morte e malattie come AIDS, lebbra, legionella, malaria e quant’ altro espone noi italiani allo sterminio e al malessere. Però nessuno ha risposto alla mia domanda: se noi italiani siamo razzisti verso gli stranieri per questo motivo, perché non lo dovrebbero essere anche gli indigeni? Sei in grado di rispondermi o farai ancora lo gnorri?

        • underwater ha detto in risposta a Sophie

          Paragone improprio: per quanto avventato, un missionario cristiano non è minimamente paragonabile alla varia umanità che le ong vogliono scaricare in Sicilia.

          Dal punto vi vista patogeno si è esposto di più lui, poiché nelle comunità isolate si diventa portatori sani di malattie sconosciute alle nostre vaccinazioni.

          • Giuseppe ha detto in risposta a underwater

            Vabbè, parlate a vanvera.

            • Klaud ha detto in risposta a Giuseppe

              E purtroppo credono che vanvera esiste. 😆

              • underwater ha detto in risposta a Klaud

                Hai proprio una strana idea di cosa siano e credano i cristiani…

                • Klaud ha detto in risposta a underwater

                  Posso dire di saperlo dal momento che, come tutti i bimbi d’Italia, ho subìto il tradizionale condizionamento inflitto dalla chiesa.
                  E tu, sei stato ateo? Dovresti provare.

                  (In quanto a stranezza di opinioni sugli atei non vi batte nessuno, tantè che ho smesso di spiegarvelo)

                  • Anonimo ha detto in risposta a Klaud

                    @ Klaus

                    Io non discuto il tuo essere ateo. Lo sono stato per anni; senza forse nemmeno accorgersene. Posso dirti che la fede aiuta. Se poi si crede in un Dio Amore (con la A maiuscola) e’ consolante. Per mio conto, ma anche per gli antropologi esiste un bisogno naturale di un dio. Il primo pare fu il neandhertal nel paleolitico medio. Noi siamo sapiens( una volta “CRO Magnoni”, poi sapiens sapiens , ora sapiens e’ la definizione corrente). Un unica razza (cavalli-sforza). Naturalmente “religiosa”. Dio non l’ hanno inventato i borghesi (Marx) e’ un bisogno di fronte al mistero della vita. Se vuoi approfondire (e in questa irrazionalita’ includo tutte le religioni naturali, pure la superstizione) basta leggere o vedere una sepoltura ricoperta d ocra dei ns antenati paleolitico.
                    Ma il Dio che ti propongo e’ aldila’ della ragione e VIVO. Per me la fede e’ un dono. Non e’ un neurotrasmettitore impazzito o la proiezione del padre. Può esserlo. Ma…..se mai ritrovassi con la acqua alla gola….PROVA…apri il vangelo al passo: chiedete nel mio Nome (Gesù) lo spirito Santo. Personalmente non mi ha cambiato MATERIALMENTE ancora nulla. Ma mi ha dato UN SENSO. L uomo senza senso, vive ancora più male. Dio c e ed e’ Amore. E’ una briciola in questo caos, ma positiva. Ma non ci sono arrivato con la ragione. La ragione mi ha portato a CONSTATARE il caos e la mancanza di senso di tutto: e la “cattiveria” della vita. Non sono ma maledizione.

              • Mister R. ha detto in risposta a Klaud

                Klaud

                Ma quale, lei invece al dio caso ci crede?

            • Mister R. ha detto in risposta a Giuseppe

              Giuseppe

              Un bel modo di chiudere un discorso, di certo non lascia spazio a possibili dubbi riguardo alla sua capacità di risposta… 🙂

  6. Mister R. ha detto

    Aristarco De’ Strigidi

    Cosa sappiamo sull’uomo chiamato Gesù di Nazareth?

    “Possiamo sapere molto di Gesù” (E.P. Sanders, Jesus and Judaism, Fortress Press, London-Philadelphia, 1985, p.2).. Questo stesso autore offre, un elenco di affermazioni che sono fuori discussione dal punto di vista storico:

    1) Gesù nacque intorno all’anno 4 a.C., poco prima della morte di Erode il Grande.

    2) Trascorse la sua infanzia e i primi anni dell’età adulta a Nazaret, in Galilea.

    3) Fu battezzato da Giovanni Battista.

    4) Scelse quelli che sarebbero stati i suoi discepoli.

    5) Predicò nei villaggi e nelle campagne della Galilea.

    6) Annunziò il “Regno di Dio”.

    7) Intorno all’anno 30 si recò a Gerusalemme in occasione della Pasqua.

    8) Provocò un certo scompiglio nella zona del tempio.

    9) Celebrò un’ultima cena con i suoi discepoli.

    10) Fu catturato e interrogato dalle autorità giudaiche, in particolare dal Sommo Sacerdote.

    11) Fu giustiziato per ordine del prefetto romano, Ponzio Pilato.

    Paula F. Fredriksen, studiosa liberal del Gesù storico (che ritiene un predicatore apocalittico) presso l’Università ebraica di Gerusalemme, ha annotato: «Conosco le loro parole, quello che hanno visto era il Gesù innalzato. Questo è quello che dicono e tutte le prove storiche che abbiamo attestano la loro convinzione su quello che hanno visto. Non sto dicendo che davvero hanno visto Gesù risorto. Non ero lì. Non so cosa abbiano visto. Ma so, come storica, che devono aver visto qualcosa. La convinzione dei discepoli di aver visto il Cristo risorto, il loro trasferimento a Gerusalemme, l’inclusione dei Gentili come Gentili. Tutti questi sono fondamenti storici, fatti noti indubitabili della prima comunità dopo la morte di Gesù» (P.F. Frederickson , Jesus of Nazareth: King of the Jews, Vintage 2000).

    Ovviamente la proclamazione non sarebbe durata molto se le autorità avessero avuto il corpo, infatti il 75% degli storici concorda sul fatto che il sepolcro fu trovato vuoto.

    • lorenzo ha detto in risposta a Mister R.

      Non concordo con la 1).
      Mi sono studiato a fondo sia “Antichità Giudaiche” sia “Guerra Giudaica” di Giuseppe Flavio, ho simulato le eclissi di luna visibili a Gerusalemme tra il 10 a.C. ed il 10 d.C., e sono arrivato a concludere che Erode morì nella primavera dell’1 a.C..
      Riguardo alla nascita di Gesù, basandomi sulle parole di Magi ed utilizzando un simulatore stellare, ritengo sia nato alla fine di dicembre del 2 a.C..

      • Mister R. ha detto in risposta a lorenzo

        Lorenzo

        In effetti stabilire l’anno preciso è sempre risultata una sfida particolarmente ardua per gli storici, tuttavia sono riusciti a racchiuderla nell’arco di tempo compreso tra il 7 e il 2 a.C., la sua opinione?

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