India: il riscatto della donna è iniziato con i missionari cattolici
- Ultimissime
- 20 Gen 2013
Nel dicembre scorso è scoppiata in India una fortissima protesta contro l’odioso crimine della violenza sessuale sulle donne, fenomeno decisamente frequente e in costante aumento nelle città indiane. Numerose manifestazioni pubbliche hanno voluto criticare l’indifferenza delle autorità politiche. La Chiesa cattolica invece ha indetto una Giornata di solidarietà per la Giustizia, la sensibilizzazione e l’uguaglianza di genere, voluta dal cardinale Oswald Gracias, arcivescovo e presidente della Conferenza episcopale indiana.
Ma chi furono i primi a combattere e contrastare la schiavitù della donna in India? Furono i religiosi europei, come mostrano diverse lettere che i missionari e le missionarie del Pime presenti in India dalla metà dell’Ottocento scrivevano descrivendo la semi-schiavitù della donna indiana e rivelando i passi da loro compiuti per combattere tutto questo. La più nota paladina del movimento di liberazione della donna in India, ad esempio, non è un fedele indù ma una donna cristiana di nome Pandita Rababaj, e tutto il continente asiatico è riconoscente per il suo immenso contributo all’istruzione e all’emancipazione delle donne, largamente dovuto però alla sua fede in Gesù Cristo, il suo “principale liberatore”, per usare le parole di Pandita stessa.
Il riscatto della donna in India, come spiega Piero Gheddo, è dunque avvenuto dopo che le missioni cristiane (cattoliche e protestanti) hanno iniziato il loro lavoro sociale e le suore cattoliche hanno accolto nelle loro scuole le prime bambine che venivano scolarizzate. Lo stesso è accaduto in Asia e Africa, ma in India ben prima della colonizzazione inglese (1876), che ha poi fatto leggi in favore delle donne, c’erano già le suore che lavoravano per la promozione femminile e le prime comunità cristiane che davano esempi concreti di come la donna sia libera al pari degli uomini.
I missionari cattolici, anche italiani, lavoravano in India dal 1850, da alcune lettere -come quella del 1858 di padre Albino Parietti a mons. Marinoni direttore del nuovo istituto missionario a Milano- si legge la richiesta di suore perché «senza di loro, tenere aperte scuole regolari per le bambine sarebbe impossibile, le religioni locali (induismo e islam) non le vogliono. Bisogna incominciare insegnando lavori femminili. Le donne della religione braminica sono obbligate all’ignoranza ed è loro proibito leggere e scrivere». Ancora oggi, come informa Vatican Insider, la Conferenza episcopale dell’India ribadisce «la sacralità della vita e l’urgenza di uno sforzo nel campo dell’educazione, per combattere questa pratica che degrada la dignità della donna».
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10 commenti a India: il riscatto della donna è iniziato con i missionari cattolici
In un certo senso, infatti, si potrebbe dire che e’ stato proprio Cristo il primo “femminista della storia”. Il primo a proclamare la sua dignita’ in un mondo profondamente maschilista.
Non mi sembra proprio il caso di affermare certe sciocchezze. Il femminismo ha provocato disastri incredibili. Non si può paragonare la difesa della donna come creatura col “femminismo” che è una ideologia diabolica. Eviterei di dare attributi al Signore che sono senza senso ed anche offensivi.
Caro Gab,
Volevo solo fare un po’ di ironia. Proprio per questo ho messo il termine femminismo tra virgolette: per dire che non volevo prenderlo alla lettera, cioe’ nel suo significato ideologico peggiore. Ho anche scritto, all’ inizio del mio intervento, le parole “In un certo senso”. Cerchiamo di non stare a spaccare il capello in quattro……
Lucio come dice qualcuno “le parole sono importanti”.
Caro Gab,Lucio ha perfettamente ragione. Vedi, rendere più efficace la comprensione di ciò che vogliamo comunicare a chi ci ascolta sono necessarie due cose : brevità e semplicità di linguaggio.Pechè questo sia possibile è molto utile esprimersi con termini semplici abbinati a concetti largamente diffusi e conosciuti ,anche se non proprio”ortoddssi” da un punto di vista strettamente letterale.
Suvvia un po’ di elasticità mentale!
Scusate l’OT, ma informo la redazione Uccr che anche all’estero copiano i vostri articoli, purtroppo a volte senza citare la fonte: http://www.religionenlibertad.com/articulo.asp?idarticulo=27119
Paro paro al vostro articolo: https://www.uccronline.it/2012/03/04/il-papa-veste-prada-no-era-una-bufala/
Non mi stupisce che lo abbiano fatto, le cazzate hanno le ali ai piedi e spesso varcano gli oceani, guarda qui che commento che ho trovato sulla pagina facebook del Papa:
“Sbastien Montello El pero Papa de la historia, hasta cuando segureis mintiendo y haciando blasfemia con vuestras mentiras…. si los gays es una amenaza contra la huanidad que sois vosotros ? que es el hambre? que sno las guerras?, mucho oro y zapatos de prada teneis por ahi … muchas orgias y abusos a menores tambien verdad ? HIPOCRITASSSSS A APOSTARAR TODOSSSS!!!! NO A LA INSTITUCION CATOLICA…. LES HABLA UN CATOLICO
Ieri alle 14.40 · Mi piace”
E questo sarebbe stato un cattolico? Casomai un serpente, pronto ad azzannare la mano che lo nutre con zanne venefiche, o (più facilmente) un anticlericale ed anticristiano (perché, alla fin fine, le due cose coincidono) che cerca di seminare zizzania e di confondere con la strategia di farsi passare per cattolico.
Sebbene sia avvilente che questi articoli siano copiati senza citarne la fonte, è comunque sia bene che vengano diffusi il più possibile per combattere alla radice la falsa e bugiarda propaganda anticlericale ed anticattolica.
…e le femministe si battono contro la Chiesa… ma quando sara` chiaro alla massa che il femminismo e` uno dei danni peggiori (affianco al maschilismo) che le donne possano mai subire?