Gay si diventa? Domanda lecita, tutti siamo orientati all’altro sesso

Difesa matrimonioGay si nasce o si diventa?. Da anni la tematica dell’omosessualità è al centro del dibattito sociale e, seppur poco interessati, anche noi non ci siamo sottratti dal considerarla. Abbiamo sempre preferito occuparci, tuttavia, non tanto dell’inclinazione in sé ma piuttosto dei matrimoni tra persone dello stesso sesso, delle adozioni, del diritto per chi prova attrazioni omosessuali indesiderate di cercare aiuto terapeutico per affrontare la sua situazione, e dei due estremi: omofobia e omofascismo.

Il tema dell’omosessualità in quanto tale, sopratutto della sua genesi, lo ha aperto in questo periodo Simon LeVay, diventato famoso una ventina di anni fa sostenendo un’ipotesi genetica (la regione Xq28 del cromosoma X) alla base dell’orientamento sessuale, anche se poi ha rettificato: «sono stato indicato ripetutamente come colui che “ha dimostrato il fondamento genetico dell’omosessualità” […]. Non ho mai asserito questo. Io non ho dimostrato che l’omosessualità è genetica, o trovato una causa genetica dell’essere gay. Non ho mostrato che gli uomini gay sono nati così, questo è l’errore più comune che si fa interpretando il mio lavoro» (The Sexual Brain, p. 122).

Nel suo ultimo libro, “Gay si nasce?” (Cortina edizioni 2015), ha analizzato i vari tentativi scientifici di individuare l’origine dell’omosessualità, arrivando però a concludere che non siamo in grado di capirlo. Non c’è nessun gene gay. Recensendo il libro, lo psicologo filo-Lgbt Vittorio Lingiardi, ordinario presso La Sapienza di Roma, ha giustamente negato che «il gene rappresenti una grandezza irriducibile e immutabile e che tra un gene potenzialmente attivo e un comportamento complesso esista una relazione causa-effetto, cosa lontana da ciò che presumibilmente accade». L’origine dell’omosessualità è quindi da trovarsi in un’influenza reciproca e continua tra espressività genetica e contesto ambientale.

La cosa più interessante è che Lingiardi si è dimostrato spazientito dal fatto che tutti si domandano se si “nasce o si diventa gay”, questa è «l’immancabile domanda, che (al)l’etero non si pone, “quando e perché sono diventato così?”». Innanzitutto osserviamo finalmente una presa di coscienza: “etero si può diventare”, dice Lingiardi, mentre fino ad ora è sempre stato vietato sostenere che qualcuno potesse uscire dall’omosessualità e “diventare” eterosessuale. Quando gli andava bene veniva accusato di omofobia e subiva un linciaggio mediatico, accusato di mentire, di sostenere che i gay sono malati o di non essere mai stato omosessuale. Questo perché, sostengono ancora oggi molti militanti Lgbt, gay si può diventare in qualunque momento ma nessuno può (o deve) “passare” all’eterosessualità.

La seconda riflessione che vorremmo fare è che la domanda se si nasce o si diventa gay se la pongono effettivamente tutti, anche gli stessi omosessuali: non a caso lo stesso LeVay -omosessuale dichiarato- addirittura ha realizzato una ricerca scientifica per tentare di rispondervi. Non bisogna affatto stupirsi di questo, come invece fa Lingiardi: che la nostra corporeità, fin dalla nascita, indichi oggettivamente una predisposizione naturale all’incontro con un sesso diverso dal nostro, è sotto gli occhi di tutti. Siamo tutti naturalmente (cioè anatomicamente, geneticamente e fisiologicamente) orientati verso l’altro sesso, comprese le persone omosessuale, tant’è che esse  -al di là dei loro comportamenti sessuali- abitano comunque un corpo orientato e finalizzato all’incontro con l’altro sesso, che continuerà sempre a funzionare fisiologicamente come un “corpo eterosessuale”. Il fatto che in loro vi sia una contraddizione tra orientamento fisiologico corporale e l’auto-percezione psicologica è da ritenersi un’eccezione (anche dal punto di vista meramente statistico) misteriosa. Lo stesso Catechismo cattolico afferma: «La sua genesi psichica rimane in gran parte inspiegabile».

L’uomo e la donna sono esseri complementari, cioè si completano a vicenda, sono orientati naturalmente ad incontrarsi ed unirsi, lo dice la struttura anatomica e fisiologica del corpo ma anche l’espressione caratteriale e genetica, come efficacemente spiegato da Platone con il paragone delle due metà della mela. La nostra natura è orientata verso la complementarietà sessuale e le persone con tendenza omosessuale non hanno una natura diversa dalla nostra. Hanno tendenze e comportamenti diversi, ma essi non costituiscono l’identità personale, la natura della persona. Chi ha una bella voce non ha una identità cantante, ma è una persona che canta; chi nasce con una malformazione fisica non ha una identità malformata, ma è una persona con una malformazione; chi nasce con una tendenza ad essere timido non ha un’identità o una natura timida, ma è una persona che sperimenta timidezza. Così, le persone omosessuali non hanno una natura omosessuale, dunque in contraddizione con il loro corpo e il loro orientamento naturale anatomico e fisiologico, ma semmai hanno tendenze e comportamenti omosessuali. La differenza è profonda.

Questo ci porta a concludere che non c’è alcuna stranezza a domandarci da dove nasca l’omosessualità nelle persone, mentre sarebbe assurdo porci delle domande sulla genesi della nostra eterosessualità. Essa è iscritta nella profondità dell’uomo, nelle regole della natura (nell’evoluzione della specie, direbbero i biologi) tanto che basta osservare il nostro corpo (anche quello delle persone con tendenze omosessuali) e il suo funzionamento per capirlo. Un corpo che è inscindibile dal nostro vissuto psicologico, tanto che chiunque si aspetta una coerenza tra corpo e mente. Esistono evidentemente casi di incoerenza (o contraddizione) tra orientamento del corpo e sensazioni psicologiche, cioè in chi vive tendenze omosessuali, ma questo non significa affatto che queste persone abbiano una natura omosessuale. La quale resterà sempre orientata in coerenza con la proprio corporeità.

 

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La redazione

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78 commenti a Gay si diventa? Domanda lecita, tutti siamo orientati all’altro sesso

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  1. Max ha detto

    La vignetta e’ notevole!

  2. Dan ha detto

    Ma visto che poi il progetto genoma umano ha dimostrato che non c’è determinismo genetico nel comportamento umano che è una opinione umana peraltro mediatica,l’omosessualità è un comportamento sessuale,e come altri numerosi comportamenti non è dimostrabile scientificamente,ergo non ci si nasce ci si diventa in seguito anche all’ambiente e al contesto in cui si vive.E un costume sessuale non un gene sessuale,il tempo delle pagliacciate che invocano la scienza impropriamente sta per finire.

    “Gay si nasce?” (Cortina edizioni 2015), ha analizzato i vari tentativi scientifici di individuare l’origine dell’omosessualità, arrivando però a concludere che non siamo in grado di capirlo

    Ovviamente inconcludenti perchè non sono affatto scientifici,quindi mi dimostrate che i geni hanno rapporto 1:1 ergo la maggioranza comportamenti umani non sono fondati pervia di una predeterminazione genetica,se il determinismo gentico è fondato scientificamente allora un gene di qualunque comportamento anche fare sport piuttosto che non farlo è predeterminato geneticamente,il determinismo genetico non è fondato (vedere progetto genoma umano) quindi nemmeno le ammenità del determinismo genetico sono fondate,l’omosessualità è un comportamento sessuale,non è predeterminata geneticamente.

    http://www.treccani.it/enciclopedia/geni-e-ambiente-nello-sviluppo-del-comportamento_%28XXI_Secolo%29/
    http://www.treccani.it/enciclopedia/genetica-del-comportamento_%28Enciclopedia_della_Scienza_e_della_Tecnica%29/

    E ecco che il markettaro delle ideologie:

    Durante la seconda metà del 20° sec. questo dibattito, che prese il nome di nature vs nurture (ovvero inclinazione naturale contro educazione), vide l’affermazione della fazione che sosteneva l’idea del determinismo genetico, in base alla quale ogni aspetto della fisiologia e del comportamento poteva essere prevalentemente imputato all’azione di uno specifico gene. Come conseguenza, i media cominciarono a riportare notizie riguardanti l’identificazione di questo o quel gene specifico responsabile di uno dei tanti aspetti della natura umana, come l’omosessualità o la felicità. Dall’ultima decade del 20° sec., la comunità scientifica – e più lentamente l’opinione pubblica – sta riscoprendo i risultati ottenuti da Garrod e non crede più a una contrapposizione netta, ritenendo semmai che sia i geni sia l’ambiente partecipino nel determinare le traiettorie di crescita che danno forma all’individuo. Oggi si parla infatti di nature via nurture, ossia natura attraverso l’educazione

    Infatti dire che l’omosessualità è predeterminata come io corro con le moto piuttosto che in formula una perchè c’è un gene che lo determina è una sciochezza,inutile più che “non sapere”,” far finta di non sapere”.

  3. Mari ha detto

    Prima che sui commenti di questa pagina si scateni un focolaio volevo chiedere giusto per avere una risposta seria e qualche punto di vista diverso dal mio, cosa vuol dire esattamente comportamento “contro natura”, ho la mia teoria ma vorrei confrontarla un attimo

    • Alèudin - preghierecorte ha detto in risposta a Mari

      @Maria per sbaglio ti ho messo pollice verso e non so come toglierlo 🙂

      Per quanto riguarda “contro natura”: significa un atto che non corrisponde all’essenza di chi lo compie, ad esempio terra-terra se io dipingo una parete con un martello mi dirai “il martello serve a piantare chiodi non a dipingere!”; sto usando il martello “contro natura”. Mettere un cappello in testa non è contro natura perchè preserva appunto la natura del capo proteggendolo dagli eventi atmosferici senza snaturarlo.

      • Mari ha detto in risposta a Alèudin - preghierecorte

        intendiamo natura quindi come la predisposizione o la finalità per cui è concepito qualcosa? dimmi se ho capito bene. Comunque andando oltre voglio sollevare un’altra questione, che forse è antecedente a questo discorso, che è il concetto stesso di natura. Avete presente quei poveri disperati che per legittimare la “naturalità” del l’omosessualità elencano decine di specie animali in cui essa può avvenire come fenomeno non indotto dall’uomo, secondo voi qual è l’errore in questo è cosa si deve intendere esattamente con natura o naturale?

        • Dan ha detto in risposta a Mari

          “Secondo me” si deve intendere per qualunque discorso sulla natura dalla cancezione precristiana fino a quella cristiana questo:

          http://www.giovannidallorto.com/cultura/silvestri/contronatura.html

          La cui conclusione sara questo:

          “Drammatico epilogo
          I brontosari si sono estinti “naturalmente” benché fossero, così ci assicurano, rigorosamente eterosessuali. Semplicemente, non sono riusciti ad adattarsi al cambiare dei tempi.
          Anche la rigidità mentale e il conservatorismo di certi verdi fondamentalisti costituiscono per il movimento verde una minaccia di far la fine dei brontosauri: quella dei fossili.
          L’auspicata estinzione di questa corrente dei Verdi sarà perciò, posso assicurarlo, del tutto “secondo natura”.

          Per cui per Platonicamente e socraticamente si potrebbe concludere magari questo,da quello che ho copito nella dicomitazzazione:

          Il retore e la retorica si trovano in questa posizione rispetto a tutte le altre arti: non c’è alcun bisogno che sappia come stiano le cose in sé, ma occorre solo che trovi qualche congegno di persuasione, in modo da dare l’impressione, a gente che non sa, di saperne di più di coloro che sanno.

          Socrate, in Platone, Gorgia, ca. 386 a.e.c.

          Quindi è corretta quello che chiedi che cosa bisogna intendere per Natura,per rimozione almeno concedimi che un argomento basato sul progresso (retorica con brontosauri inclusi) non è che definisca meglio la questione.

          A meno che non intendesse dire che un meteorite cade sulla terra,muoino naturalmente eterosessuali o omosessuali e quindi ovviamente e possibile che l’autore si sia posto la domanda nel senso che essendo che naturalmente ha potuto porla in quanto il metorite è si caduto,ma la sua genesi non avrebbe potuto colpire lui che discute sui massimi sistemi,soltanto per la potesta naturale che hanecessitato per porre la dicotomia nella definizione il fatto lampante che pure lui è nato da un padre e una madre,non naturalmente ovviamente bensi innaturalmente.:)

        • Law ha detto in risposta a Mari

          Qui trovi una risposta alle tue questioni, Mari: c’è Natura e “natura”.

          • Law ha detto in risposta a Law

            Chiedo scusa per il doppio post, ma il link non si è integrato correttamente.
            Lo ripropongo qui: pellegrininellaverita.com/2015/07/20/ce-natura-e-natura/

    • beppino ha detto in risposta a Mari

      Prima che sui commenti di questa pagina si scateni un focolaio volevo chiedere giusto per avere una risposta seria e qualche punto di vista diverso dal mio, cosa vuol dire esattamente comportamento “contro natura”, ho la mia teoria ma vorrei confrontarla un attimo

      In natura la specie va avanti per contrapposizione e dualismo (di genere, di intenti, ecc…). E’ un processo che, metabilizzato dall’amore, costituisce la “dialettica” vitale che guarda, prospetta e assicura il futuro. Ed é un processo probabilmente tanto più efficace a quanto più lontani sono gli opposti. L’amore di un uomo e di una donna genera figli (salvo “ambientali” interferenze culturali come, ad es., in certi paesi Europei…) proprio perché i contributi dell’una (pur diversi, anche profondamente diversi), insieme ai contributi dell’altro, costituiscono il combustibile della dinamica di una vita votata al futuro. Tutti i comportamenti che si allontanano dal motore costituito dall’insostituibile diversità fisica e psicologica certamente non oliano i meccanismi di una dinamica umana rivolta al futuro. Il tutto é probabilmente correlato anche alla gestione del proprio egoismo, con cui ogni persona umana si deve confrontare; l’amore unito a “naturali differenze” é il connubio che meglio permettere di apprezzare il tasso di controllo del proprio egoismo.

  4. Vincent Vega ha detto

    Uccr scrive

    L’uomo e la donna sono esseri complementari, cioè si completano a vicenda, sono orientati naturalmente ad incontrarsi ed unirsi, lo dice la struttura anatomica e fisiologica del corpo ma anche l’espressione caratteriale e genetica, come efficacemente spiegato da Platone con il paragone delle due metà della mela. La nostra natura è orientata verso la complementarietà sessuale e le persone con tendenza omosessuale non hanno una natura diversa dalla nostra. Hanno tendenze e comportamenti diversi, ma essi non costituiscono l’identità personale, la natura della persona. Chi ha una bella voce non ha una identità cantante, ma è una persona che canta; chi nasce con una malformazione fisica non ha una identità malformata, ma è una persona con una malformazione; chi nasce con una tendenza ad essere timido non ha un’identità o una natura timida, ma è una persona che sperimenta timidezza. Così, le persone omosessuali non hanno una natura omosessuale, dunque in contraddizione con il loro corpo e il loro orientamento naturale anatomico e fisiologico, ma semmai hanno tendenze e comportamenti omosessuali. La differenza è profonda.”

    Assolutamente perfetto, e non serve nemmeno essere credenti per capire ciò, basta il buon senso e l’osservazione del reale.
    Secondo voi dietro l’accanimento genderista c’è “amore” verso gli omosessuali oppure odio e volontà distruttiva verso la famiglia tradizionale (chiamata in modo dispregiativo “del mulino bianco”) e verso chi la sostiene?

    • Mari ha detto in risposta a Vincent Vega

      1 amore è una parola grossa, oggi abusata e astratta, nessuno si pone la domanda di definire cosa deve essere l’amore ma solo di stabilire dove deve stare; a dire il vero io credo che la crisi peggiore da cui inizia tutto sia prima di tutto la capacità di amare profondamente negli eterosessuali, gli omosessuali che poi vogliono imitare gli eterosessuali sono un altro discorso, vicino ma distinto. e poi comunque nel caso del gender e delle alienazioni delle sessualità femminili e maschili ci sono grossi discorsi di soldi da parte di chi propone e gestisce la giostra e di adeguazione a un modello in chi la segue

    • Freeman ha detto in risposta a Vincent Vega

      Considerando l’anima umana un programma o qualcosa di simile, paragonabile al disco rigido che gira in un computer umido come potrebbe essere definito il cervello umano, io mi chiedo (perdonate la mia ignoranza): le tendenze omosessuali non potrebbero essere il frutto di interferenze da parte di virus informatici (in senso metaforico), ossia di qualcosa paragonabile a quegli accidenti (mi sfugge il termine esatto) che mettono in tilt i programmi del nostro computer?

  5. Marco DCM ha detto

    Ma davvero non avete altri argomenti per difendere le vostre assurde tesi? State davvero raschiando il fondo del barile…

    • Mari ha detto in risposta a Marco DCM

      meglio seguire il tuo suggerimento e non offrire argomenti insomma, basta fare finta di avere ragione a prescindere e andare avanti così ad insultare ad oltranza… e comunque questo è un argomento serio, che tu non voglia ritenerlo meritevole di essere affrontato è un altro discorso

  6. Florian ha detto

    Ah ah ah voi siete F.U.O.R.I. !!!!

    (FRONTE UNITARIO OMOSESSUALE RIVOLUZIONARIO ITALIANO )

    • Genny ha detto in risposta a Florian

      Se non sbaglio il F.U.O.R.I era alleato anch’esso al Nambla, l’associazioni di omosessuali pedofili che fino a pochi anni fa erano gli organizzatori del Gay Pride. Sbaglio Florian?

  7. Klaus B ha detto

    A proposito degli animali, per quanto ne so esistono tra di essi casi, alquanto frequenti, di comportamenti omoessuali, cioè di individui che, nell’impossibilità temporanea di accoppiarsi con altri individui del sesso opposto, scaricano i loro impulsi accoppiandosi con individui del loro stesso sesso.
    Ma non mi risulta siano stati riscontrati casi di orientamento omosessuale, cioè di animali che preferiscano l’accoppiamento con il loro stesso sesso in maniera duratura o definitiva. Né che, tra le specie animali che formano coppie stabili per tutto l’arco della loro vita, siano state osservate coppie omosessuali.
    Tuttavia, non essendo un etologo, né un sessuologo, né un biologo, né un veterinario, può darsi che mi sbagli e che la mia sia soltanto ignoranza.
    In questo caso sono pronto a cambiare idea quando qualcuno mi mostrerà dei riferimenti attendibili a casi del genere.
    PS: sono felice che l’UCCR sia ritornata in attivita!

    • Dan ha detto in risposta a Klaus B

      Appunto pure questo per loro costituisce un dilemma (vabè argomento per falso dilemma):

      Un animale ha un comportamento,siccome un animale ha un x comportamento allora “giustamente” e ragionevole addirittura sarebbe “razionale” e fondato che y uomo riesegua quello stesso comportamento,o che sia giustificato sulla base del fatto che un animale lo fa.

      La mantide taglia la testa al partner,è razionale e ragionevole che la mia ragazza mi decapiti perchè la mantide taglia la testa al partner,e ovviamente non ci sono dubbi,è pure un comportamento razionale e ragionevole (non è mica un sofisma).

    • Genny ha detto in risposta a Klaus B

      Tirare in ballo il comportamento animale è assurdo, a parte che ci sono casi di ex-omosessualità anche negli animai (i famosi pinguini gay: http://www.repubblica.it/2009/07/sezioni/esteri/pinguini-san-francisco/pinguini-san-francisco/pinguini-san-francisco.html

      Ed inoltre tra gli animali ci sono anche comportamenti di omicidio del partner dopo l’accoppiamento…sono dunque “naturali” solo perché sono diffusi tra gli animali? E’ una obiezione assurda!!

  8. Delta ha detto

    vorrei obiettare se me lo consentite, in maniera educata e rispettosa. Si sta discutendo di cosa sia la natura, mi chiedo se il discorso sia lo stesso se ci chiedessimo cosa sia l’identità. Ho capito la vostra definizione di natura, paragonate l’essere unano ad un martello, guardate la cosa dal mero punto di vista materialistico (il che mi sorprende visto che vi professate cristiani) e identificate la natura con l’apparenza esterna delle cose. Così un martello per chi lo usa e lo vede dall’esterno è per natura predisposto a battere i chiodi. Ed un cappello è per natura predisposto a stare sopra una testa. Io invece identifico la natura della cosa con la sua identità. L’identità è per me quello che uno costruisce in base alla sua predisposizione genetica (quella che voi chiamate natura) e lo sviluppo di una coscienza che si costruisce e viene plasmata dall’esperienza. Il martello non pensa e non ha coscienza di sè non può percepire la sua identità e non può modellarla o lasciare che venga modellata dall’esperienza. La sua identità è quella che gli viene fornita dall’esterno, dagli altri, dagli utilizzatori. Questo tipo di identità è quella che definite natura. Per l’uomo, se mi consentite, il paragone non regge. Eppure rimarrebbe l’obiezione che se l’omosessualità equivalesse agli aspetti caratteriali e comportamentali che costituiscono la nostra identità, dunque se l’omosessualità forse un comportamento acquisito solo con l’esperienza, allora certamente si può cambiare e si può imparare a diventare omosessuali. Io ho dei forti dubbi che questo sia possibile. Se anche aveste ragione voi e la genetica non influisce, in ogni caso sarebbe come chiedere ad un timido di diventare espansivo con un programma di rieducazione. Probabilmente ce la potrebbe fare ma avrebbe irrimediabilmente forzato la sua coscienza a seguire percorsi non naturali per lui, perché troppo distanti da quell’identità che ormai si è formata è consolidata. (E qui per natura intendo appunto la mia definizione di natura). Come voi credo che se uno vuole farlo è liberissimo di farlo. Mi chiedo però perché debba essere necessario o uno debba volerlo. Se sono una persona timida perchè devo cambiare e diventare espansiva? La timidezza non è un aspetto negativo, per gli espansivi può essere un aspetto negativo. Ma noi dovremmo accettare chi siamo, indipendentemente che questo sia riconducibile alla genetica o all’esperienza, perché chi siamo è qualcosa in continuo divenire che non possiamo forzare. Forzarlo equivale condannarsi all’infelicità. Fintantoché ciò che siamo ci rende felici e rende felici le persone che ci stanno vicine e che ci vogliono bene è bellissimo accertarsi per come si è, per quell’identità che nel corso della vita ci ha fatto emozionare, per quell’identità che volevamo cambiare perché volevamo assomigliare sempre a qualcun’altro. Ho paura di questi programmi rieducativi perché l’esperienza dimostra che chi li fa spesso non ha avuto la libertà di scegliere di farlo e finisce per vivere una vita infelice o decide nei peggiori dei casi di mettere fine alla propria vita. Siete diversi dagli altri in qualcosa ? Avete sperimentato questa diversità ? Avete provato a essere come i vostri compagni di classe quando eravate adolescenti e avete vissuto il disagio e la paura di non essere all’altezza degli altri? Se avete superato quel terribile periodo probabilmente avete capito che dovevate accettare quella diversità. O forse ancora qualche diversità vi dà ancora fastidio e volete rimuoverla. Se avete provato questi sentimenti amplificateli all’n-esima potenza e provate a capire cosa prova un omosessuale quando gli viene detto che è contro natura. Provate a capire cosa prova un omosessuale quando vede quell’orribile vignetta con i puzzle con due metà cuori che non potranno mai completarsi. Dicete che non volete definire l’amore ma quella vignetta parla da sè, condanna chi è diverso all’infelicità a meno che non si converta alla condizione della massa. Condanna il timido all’infelicità a meno che non diventi estroverso. Condanna chi ha il seno piccolo all’infelicità a meno che non se lo faccia crescere. Condanna l’ingenuo all’infelicità a meno che non diventi cinico.

    • Dan ha detto in risposta a Delta

      Be “capisco”:

      Il retore e la retorica si trovano in questa posizione rispetto a tutte le altre arti: non c’è alcun bisogno che sappia come stiano le cose in sé, ma occorre solo che trovi qualche congegno di persuasione, in modo da dare l’impressione, a gente che non sa, di saperne di più di coloro che sanno.

      Socrate, in Platone, Gorgia, ca. 386 a.e.c.

      • Dan ha detto in risposta a Dan

        Se per natura supponiamo che intendi “cio che è in un determinato modo e non puo essere diversamente da cosi” è necessario il disegnino anche solo per parlare di qualunque argomento a tua scelta,di qualunque cosa,inclusa i tyuoi propri sentimenti.Ed è necessario di fondo,perchè viceversa o ammetti che “per la sussistenza di qualunque uomo è necessaria una coppia eterosessuale” o mi dimostri che non è cosi e cioè che puo essere diversamente da cosi,ora in che senso la definizione di “Natura” potrebbe ammettere anche cio che non è necessario alla sussistenza di un essere umano?E non per pseudo argomenti fondatamente perchè è diversamente da cosi?

        B dire l’insieme di tutti comportamenti sarebbe l’insieme universo che sarebbe dalla natura,significa,che qualunque comportamento è naturale perchè è naturale,e questa per me è una petizione di principio non un argomento.

        A monte non capisco perchè la natura tu dica sia l’insieme universo di tutti i comportamenti umani.E quindi de facto che si sta dicendo?Siccome l’omosessualità è un comportamento,è naturale perchè un comprtamento umano.E quindi?La ragione del discorso in cosa sarebbe?

        • Delta ha detto in risposta a Dan

          Ti rispondo per quello che sono riuscito a capire del tuo messaggio, perdonami se ho male interpretato. Sulla retorica lascio perdere, credo di aver fatto un ragionamento logico, poi si può sempre dissentire e mi puoi chiedere quali passaggi non ti convincono (come hai fatto dopo). Se no è sempre facile tacciare di retoricità. Ma capisco che contestare l’affidabilità dell’interlocutore per screditarlo e ottenere ragione è sempre un buon modo per iniziare una discussione.

          in che senso la definizione di “Natura” potrebbe ammettere anche cio che non è necessario alla sussistenza di un essere umano?

          Non credo che tutto ciò che esista per natura esista perchè necessario alla sussistenza dell’essere umano. Sarebbe un po’ presuntuoso (potrei fare mille esempi a sostegno di questo). Di certo perché l’uomo continui a esistere è necessaria l’esistenza di persone eterosessuali. Che tutte le persone debbano essere eterosessuali è una condizione sufficiente perchè l’uomo esista ma non necessaria. Infatti basta solo che buona parte delle persone sia eterosessuale perchè diventi condizione necessaria. Quindi l’esistenza degli omosessuali per natura è plausibile (non la sto dimostrando, sto solo dicendo che il tuo ragionamento non dimostra comunque il contrario).

          dire l’insiemte di tutti comportamenti sarebbe l’insieme universo che sarebbe dalla natura,significa,che qualunque comportamento è naturale perchè è naturale,e questa per me è una petizione di principio non un argomento.

          Bravo, qualunque comportamento è naturale perchè è naturale. Infatti a me non interessa giudicare le cose sulla base del fatto che siano naturali o meno perchè per me non vuol dire nulla. Ripetendomi preferisco che si parli di identità, l’insieme di coscienza e corpo. L’identità di una persona può essere caratterizzata certamente da comportamenti sbagliati, che nuociono alla società. In tal caso si possono analizzare e mettere in discussione. Se mi dici che il comportamento omosessuale è sbagliato e nuoce alla società allora possiamo fare tutt’altro tipo di discorso. Se mi dici che il comportamento omosessuale non è naturale io ti chiedo cosa vuol dire per te naturale. Se per te naturale significa ciò per cui una cosa è orientata e finalizzata (come scrive l’articolo) allora io contesto questa definizione perchè noi essere umani non possiamo essere analizzati come semplici oggetti finalizzati a fare qualcosa. Perchè è semplicemente riduttivo.

          A monte non capisco perchè la natura tu dica sia l’insieme universo di tutti i comportamenti umani.E quindi de facto che si sta dicendo?Siccome l’omosessualità è un comportamento,è naturale perchè un comprtamento umano.E quindi?La ragione del discorso in cosa sarebbe?

          io non credo che l’omosessualità sia un comportamento, ho ipotizzato che lo fosse per dire che se anche lo fosse non vuol dire che debba essere cambiato. Perchè se rappresenta una caratteristica radicata nella propria coscienza allora cercare di cambiarlo rende solo infelici. La logica del mio discorso è quella già espressa più volte, elenco per punti:

          Tutto ciò che esiste è naturale perchè esiste, anche l’odio, la morte e tutte le cose brutte che ci circondano.
          Definizione di natura: L’insieme degli esseri viventi e delle cose inanimate che costituiscono l’universo (e in partic. il mondo terrestre) come entità retta da un ordine proprio e governata da leggi costanti, che l’uomo può conoscere ma non modificare.
          La fisica studia la natura ma non pretende di modificarla. La osserva e la interpreta. L’omosessualità esiste. Si può tentare di capirne le ragioni. Non ha senso cercare di dire che non è naturale

          La definizione di natura come fine delle cose è assurda. Non esiste un fine all’esistenza della legge di Newton. Possono esistere cause che a loro volta dipendono da altre cause ecc. Si può cercare di studiare la natura e i principi che la regolano. Studiarne il fine ultimo non ha semplicemente senso (e questa è scienza, non retorica).

          La natura dell’uomo quindi, sì, per me rappresenta l’insieme di tutte le caratteristiche e comportamenti dell’uomo. Perchè un figlio è biondo se ha i genitori mori? è un problema che l’uomo si è chiesto e che ha risolto. perchè un figlio è gay se ha genitori eterosessuali? è un problema a cui la scienza sta tentando di dare una soluzione.

          La mia risposta è quindi che l’omosessualità è naturale (per definizione stessa di natura, esiste, magari ancora non conosciamo le ragioni per cui esiste ma sappiamo che esiste).

          Non sono io che ho detto che l’omosessualità non è naturale. Per me questa è una definizione senza ragione, dato che è come dire che il rosso non è un colore. Non sono io che ho cominciato a parlare di natura in maniera impropria.

          Quindi mi sono chiesto se l’omosessualità costituisse un aspetto dell’identità della persona. E qui puoi rileggerti il discorso già fatto o contestare cosa non hai capito perchè sto cominciando a ripetermi…

          • Dan ha detto in risposta a Delta

            Di certo perché l’uomo continui a esistere è necessaria l’esistenza di persone eterosessuali.
            Che tutte le persone debbano essere eterosessuali è una condizione sufficiente perchè l’uomo esista ma non necessaria.
            Infatti basta solo che buona parte delle persone sia eterosessuale perchè diventi condizione necessaria. Quindi l’esistenza degli omosessuali per natura è plausibile (non la sto dimostrando, sto solo dicendo che il tuo ragionamento non dimostra comunque il contrario).

            http://www.youmath.it/lezioni/analisi-matematica/le-funzioni-da-r-a-r-in-generale/37-condizione-necessaria-sufficiente-necessaria-e-sufficiente-e-molto-semplice.html

            Se no è sempre facile tacciare di retoricità. Ma capisco che contestare l’affidabilità dell’interlocutore per screditarlo e ottenere ragione è sempre un buon modo per iniziare una discussione.

            Non è che mi puoi colpevolizzare se ti screditi da solo,a questo punto si passa dalla retorica al parologisma (nè sei inconsapevole) se poi nemmeno dopo aver capito le nozioni di necessità e sufficenza (e sai non è che se una cosa non sia sufficente allora non è necessaria)aut non rimane che la supercazzola pure su questo:le banali condizioni necessarie e sufficienti.Quindi spero che riorganizzerai qualunque cosa intendevi dirmi con tali nozioni,secondo i criteri umanamente condivisi su tali nozioni,per poi dirmi pure magari in che senso: se una cosa è necessaria è contemporaneamente nella frase dopo non necessaria,in che senso se è sufficente magari non è pure necessaria ecc ecc.

            La proposizione “P è sufficiente per Q” è lo stesso che dire “Q è necessario per P”

            Che tutte le persone debbano essere eterosessuali è una condizione sufficiente perchè l’uomo esista ma non necessaria.

            Non ti sovviene nessun dubbio vero..

            Quindi veramente lasciamo perdere,no non è un fallimentare tentativo retorico,mi sta sovvenendo il dubbio che tu non nè sia afatto cosciente,mi raccomando snobbiamo pure le comuni nozioni più basilari dell’essere umano che usa pure per ragionare su praticamente qualunque concetto,ma diamoci alle letterature romanzate,alla genderiana teoria,fonte improcrastinabile di lumi contro gli oscurantisti brontosauri eterosessuali,e mi fermo qui perchè proprio meglio non indagare ulteriormente.

            • Dan ha detto in risposta a Dan

              Cio il bello è che dici appena sopra che è necessaria,poi dopo è sufficiente quindi non necessaria.Non ti sorge vero il dubbio che nel mentre che lo scrivevi:se era necessaria non poteva essere non necessaria contemporaneamente sotto il medesimo riguardo e attributo,nella proposizione seguente?

              • Delta ha detto in risposta a Dan

                In realta mi riquoto da solo:

                Di certo perché l’uomo continui a esistere è necessaria l’esistenza di persone eterosessuali.

                ovvero

                A: l’uomo continua a esistere
                B1: le persone eterosessuali esistono

                Per avere A è necessario avere B1. Ovvero B1 è condizione necessaria perchè esista A. Devono esistere persone eterosessuali perchè l’uomo continui a esistere, mi sembra ovvio.

                Che tutte le persone debbano essere eterosessuali è una condizione sufficiente perchè l’uomo esista ma non necessaria.

                A: l’uomo continua a esistere
                B2: TUTTE le persone sono eterosessuali

                Per avere A è sufficiente avere B2. Ovvero B2 è condizione sufficiente per avere A. ovvero se TUTTE le persone sono eterossessuali allora di certo l’uomo continua a esistere. Ma questa non è più condizione NECESSARIA perchè ora ho aggiunto l’aggettivo TUTTE! B1 è diverso da B2 quindi le proposizioni sono ben DIVERSE! Ma sono sicuro che sia stata solo una distrazione da parte tua 😉 Per sicurezza ti rilinko il tuo link magari gli dai un’occhiata più approfondita.

                http://www.youmath.it/lezioni/analisi-matematica/le-funzioni-da-r-a-r-in-generale/37-condizione-necessaria-sufficiente-necessaria-e-sufficiente-e-molto-semplice.html

                • Dan ha detto in risposta a Delta

                  No tu hai fatto questa affermazione:

                  Di certo perché l’uomo continui a esistere è necessaria l’esistenza di persone eterosessuali,non tutte le persone sono eterosessuali quindi non è necessario che perchè continui a esistere tutte le persone siano eterosessuali.

                  Ora li sfugge dopo la supercazzola sulle condizione necessaria e sufficiente pure questo:è necessario perchè esistano uomini che nascano in seguito alla riproduzione,ma alcuni uomini non si riproducono (e non ci sono solo gli omosessuali esistono pure gli asessuali),quindi non è necessario per nascere quindi esistere riprodursi.

                  • Dan ha detto in risposta a Dan

                    Ovvero sia che Tutte le persone non sono eterosessuali non implica che non sia necessario esserlo per riprodursi.

                    Banalmente è un NON SEQUITUR pure se aggiungi un “Tutte” che rende questa prop:

                    E necessaria la coppia eterosessuale perchè altri esseri umani esistano (V)
                    Tutte le persone sono eterosessuali (F)
                    Quindi non è necessario che tutte le coppia eterosessuale perchè altri esseri umani esistano (F)

                    • Delta ha detto in risposta a Dan

                      Innanzitutto ti chiederei cortesemente di comporre frasi più comprensibili perchè è davvero difficile capire cosa scrivi (e non basta inserire termini latini per dimostrarsi colti)

                      Detto ciò ti rifaccio il ragionamento che ho fatto, speriamo tu possa comprendere, altrimenti io non posso farci più nulla:

                      Premesse:
                      E’ necessaria l’esistenza delle coppie eterosessuali perchè altri esseri umani nascano (V)
                      Non tutte le persone sono eterosessuali eppure altri esseri umani nascono (V)

                      Conclusione:
                      non è necessario che tutte le coppie siano eterosessuali perchè altri esseri umani nascano: è una proposizione VERA! E ti sfido a contestarla date le premesse.

            • Delta ha detto in risposta a Dan

              Veramente, senza offesa, dovresti riverere tu le banali nozioni di necessità e sufficienza. Rileggi quello che hai scritto e quello che ho scritto:

              Che tutte le persone debbano essere eterosessuali è una condizione sufficiente perchè l’uomo esista ma non necessaria.

              che significa:

              La proposizione “P è sufficiente per Q” NON è lo stesso che dire “P è necessario per Q”

              che è divero da quello che hai scrito ovvero:

              La proposizione “P è sufficiente per Q” è lo stesso che dire “Q è necessario per P”

              • Danilo ha detto in risposta a Delta

                E ci mancherebbe altro son diverse,altrimenti troverei che un libro di matematica quello che dice un rettore,cercando di dimostrare a coloro che sanno come se nè sapesse piu di coloro che sanno.

                • Danilo ha detto in risposta a Danilo

                  Imfatti é F che se é sufficente ma non necessario,se é sufficente che un quadrato abbia 4 angoli é necessario anche che li abbia.

                  • Delta ha detto in risposta a Danilo

                    ci rinuncio…

                    • Danilo ha detto in risposta a Delta

                      E fai bene se no si troverebbe che siccome non é necessario che tutte le figure geometriche abbiano quatro angoli non sarebbe anche necessario eer averne quattro in un quadrato. (summa sofistica no more demonstrata

    • Mansueto ha detto in risposta a Delta

      paragonate l’essere unano ad un martello

      Veramente il paragone del commento di Aleudin mi sembra fosse riferito non all’essere umano, ma a come l’essere umano utilizza qualcosa a fini diversi da quelli per cui questo qualcosa è costituito (il martello non serve a dipingere, gli organi sessuali maschili sono fatti per incontrare i rispettivi femminili), infatti si parla non di persone, ma di comportamenti contro natura.
      Sul discorso che fai sul timido: se uno sta bene con la sua timidezza perché dovrebbe cambiarla? Be’, potrebbero capitargli occasioni nella vita che non potrebbe sfruttare proprio a causa della sua timidezza, magari fosse meno timido avrebbe più piacere di stare con gli altri dimostrando più empatia così da sentirsi più felice tra loro e far sentire a sua volta più felici coloro che gli stanno intorno. Un comportamento acquisito non è sempre un male, ma se ti accorgi o gli altri ti fanno accorgere che cambiando quel tuo comportamento raggiungeresti un maggior grado di felicità o almeno un minor numero di seccature cambiare diverrebbe conveniente.
      La vignetta poi non mi sembra condanni gli omosessuali, ma illustri semplicemente che l’amore eterosessuale è diverso e funzionale in natura (vedi prosecuzione della specie). L’omosessualità non può essere accostata all’eterosessualità perché non ha lo stesso fine, così come dipingere con un martello non è la stessa cosa di farlo col pennello (libero di farlo, ma poi non dire che usare martello o pennello sia indifferente).

      • Delta ha detto in risposta a Mansueto

        Veramente il paragone del commento di Aleudin mi sembra fosse riferito non all’essere umano, ma a come l’essere umano utilizza qualcosa a fini diversi da quelli per cui questo qualcosa è costituito

        Perdonami ma il tuo corpo e la tua coscienza sono un tuttuno non pui parlare dei tuoi organi sessuali come qualcosa di indipendente dall’essere umano.

        ma se ti accorgi o gli altri ti fanno accorgere che cambiando quel tuo comportamento raggiungeresti un maggior grado di felicità o almeno un minor numero di seccature cambiare diverrebbe conveniente

        Chi lo decide che cosa ti fa raggiungere un miglior grado di felicità? Ti sembra corretto basare la propria vita sulla base delle seccature che potrebbero capitare se uno si comporta nel modo in cui si sente meglio? A quali seccature ti riferisci per quanto riguarda l’essere omosessuale? La discriminazione? Credi che il problema sia dell’omosessuale o forse della società?

        La vignetta poi non mi sembra condanni gli omosessuali, ma illustri semplicemente che l’amore eterosessuale è diverso e funzionale in natura (vedi prosecuzione della specie)

        solo se non ci fosse stato un cuore in mezzo.

        L’omosessualità non può essere accostata all’eterosessualità perché non ha lo stesso fine, così come dipingere con un martello non è la stessa cosa di farlo col pennello (libero di farlo, ma poi non dire che usare martello o pennello sia indifferente).

        Non credo assolutamente siano la stessa cosa. Ma non perchè non hanno lo stesso fine (come già detto nella risposta al commento precedente, vorrei capire perchè è così indispensabile giudicare tutto in base al proprio fine). Semplicemente perchè una mela è diversa da una pera. E una pera non diventerà mai una mela, per quanto uno possa tagliarla e farla assomigliare a una mela.

        • Mansueto ha detto in risposta a Delta

          Perdonami ma il tuo corpo e la tua coscienza sono un tuttuno non pui parlare dei tuoi organi sessuali come qualcosa di indipendente dall’essere umano.

          Quindi ad esempio i castrati e i mutilati in generale, visto che manca loro una parte del corpo, sarebbero privi in tutto o in parte di coscienza?
          Se i miei organi sessuali ed io fossimo la stessa cosa vorrebbe dire che io non sono altro che i miei istinti sessuali, ma se sono questo significa che reprimere i miei istinti sessuali, qualsiasi essi siano, equivarrebbe a reprimere me stesso. Un essere umano è solo questo, lasciarsi trascinare dai propri istinti? Perché il sesso dovrebbe essere fondamentale a tal punto da condizionare l’identità di una persona? So che farlo è piacevole, ma appunto perché è un piacere e non una necessità ci si può anche rinunciarvi o valutare se e quando farlo; un piacere proprio in quanto tale non può decidere della tua esistenza, non ci si può identificare con esso.

          Chi lo decide che cosa ti fa raggiungere un miglior grado di felicità? Ti sembra corretto basare la propria vita sulla base delle seccature che potrebbero capitare se uno si comporta nel modo in cui si sente meglio? A quali seccature ti riferisci per quanto riguarda l’essere omosessuale? La discriminazione? Credi che il problema sia dell’omosessuale o forse della società?

          Aspetta, qui rispondevo alla questione che avevi posto sulla timidezza e in generale sui comportamenti acquisiti, non sull’omosessualità.
          Chi decide cosa fa raggiungere maggior felicità? Dipende da caso a caso, ma in generale è il soggetto stesso basandosi sulle esperienze altrui e facendo piccole prove su stesso per vedere se anche nel suo caso giunge a più felicità; ad esempio, io sono timido e parlo con qualcuno che dice che anche lui una volta lo era ma da quando ha vinto la timidezza riesce a vivere più tranquillo ed ha raggiunto traguardi (più uscite e divertimenti, più amici, rapporti d’amore più sereni e stabili ecc.) che anche a me piacerebbe raggiungere; gli chiedo come abbia fatto e da cosa sia partito, e dopo che me lo dice comincio a mettere in pratica i suoi consigli un po’ alla volta, come test. Dopo più tentativi se non riesco significa che c’è qualche aspetto, qualche particolare non considerato della mia situazione che differisce da quella del mio amico, quindi cerco di scoprire quale sia questo particolare e se c’è qualcuno che lo abbia risolto e come. Naturalmente, più è grande il numero di persone e di loro esperienze che indago e più la strada verso una maggior felicità si rivelerà meno difficile.

          vorrei capire perchè è così indispensabile giudicare tutto in base al proprio fine

          Nel caso dell’omosessualità il fine che la distingue dall’eterosessualità va giudicato in base alla definizione di famiglia. Infatti un omosessuale che accetta la propria omosessualità deve giocoforza accettare tutto ciò che essa comporta, ossia anche l’impossibilità di avere figli, ma se definiamo la famiglia come la volontà di avere e crescere figli allora l’omosessuale che accetta la propria omosessualità deve coerentemente anche negarsi la possibilità di formarsi una famiglia e quindi di accedere al matrimonio che le dà inizio (il matrimonio non è semplicemente il “coronamento” dell’amore e della stabilità di una coppia perché se fosse così niente lo distinguerebbe da una qualunque relazione amorosa stabile e quindi non avrebbe senso d’esistere); se vuoi ti dico anche perché, nonostante questa definizione, sarebbe giustificato il matrimonio etero di una coppia sterile o di una coppia che non vuole avere figli, ma in questo commento non lo faccio per non dilungarmi ancor di più.
          Insomma, quello che maggiormente si contesta dell’amore omosessuale è il suo voler essere da molti parificato è appiattito sul modello eterosessuale in tutto, anche sulla questione della famiglia: se il concetto di famiglia è meramente eterosessuale allora non lo si può fare uscire da questo ambito, pena il distorcere il concetto stesso. Il non sapere poi quali cause scatenino l’omosessualità che, a prescindere da come la si considera, è comunque una condizione minoritaria cioè di un gruppo ristretto di persone rispetto alla maggioranza eterosessuale, lascia ancora dubbi sul perché si è omosessuali e se magari qualche omosessuale che non accetta la propria omosessualità possa uscirne volendo o è costretto a conviverci.

    • Sara ha detto in risposta a Delta

      Commento impeccabile, sottoscrivo in pieno.

    • Michele ha detto in risposta a Delta

      Non si identifica affatto la natura con l’aspetto esteriore delle cose: semmai la si identifica con la funzione della cosa, cioè con ciò che le è talmente intrinseco che se la funzione dovesse cambiare (ad es. il martello anziché essere usato per batter chiodi lo fosse per aprire bottiglie) cambierebbe anche la cosa stessa (il martello non sarebbe più un martello ma un apribottiglie). E questo non è una predisposizione genetica, come affermi più sotto, ma una necessità intrinseca alla cosa stessa.
      Se invece tu ritieni che la natura sia l’identità allora non ci sarebbe nulla che fosse veramente contro natura: le identità infatti possono assumere forme molteplici e perfino opposte tra loro. Anzi, a dire il vero, non ci sarebbe neanche una natura perché essendo le identità diversissime tra loro, fino ad assumere persino qualità contradditorie, non sarebbe possibile raggrupparle sotto un concetto comune.

      • Max ha detto in risposta a Michele

        Lei ha studiato il pensiero scolastico, Michele?

      • Delta ha detto in risposta a Michele

        Non si identifica affatto la natura con l’aspetto esteriore delle cose: semmai la si identifica con la funzione della cosa, cioè con ciò che le è talmente intrinseco che se la funzione dovesse cambiare (ad es. il martello anziché essere usato per batter chiodi lo fosse per aprire bottiglie) cambierebbe anche la cosa stessa (il martello non sarebbe più un martello ma un apribottiglie). E questo non è una predisposizione genetica, come affermi più sotto, ma una necessità intrinseca alla cosa stessa.

        Infatti se un martello viene usato per aprire le bottiglie allora la sua natura è diversa. Se un uomo fa sesso con un uomo allora è omosessuale, non eterosessuale. ì Non ho mai contestato questa cosa. Che cosa si sta cercando di dire? entrambe le cose possono essere comunque esistere per natura!

        Se invece tu ritieni che la natura sia l’identità allora non ci sarebbe nulla che fosse veramente contro natura: le identità infatti possono assumere forme molteplici e perfino opposte tra loro. Anzi, a dire il vero, non ci sarebbe neanche una natura perché essendo le identità diversissime tra loro, fino ad assumere persino qualità contradditorie, non sarebbe possibile raggrupparle sotto un concetto comune.

        la natura è ciò che esiste. Esisto identità diversissime tra loro quindi devono essere spiegabili dalle leggi che governano la natura. Non sappiamo come si formino identità così opposte e contraddittorie. Ma non possiamo dire che una cosa sia contro natura perchè se esiste ha una motivazione. Il fatto che tu non riesca a raggruppare tutte le identità sotto un concetto comune significa che quindi non esiste la natura? Per quale ragione logica?

        • Delta ha detto in risposta a Delta

          dove per motivazione intendo causa, non finalità.

        • Michele ha detto in risposta a Delta

          Facciamo un passo indietro ed un ragionamento un po’ più lungo.
          Tu dici, in altri commenti, che un giudizio basato sulla finalità è riduttivo, scrivi inoltre che

          La definizione di natura come fine delle cose è assurda. Non esiste un fine all’esistenza della legge di Newton. Possono esistere cause che a loro volta dipendono da altre cause ecc. Si può cercare di studiare la natura e i principi che la regolano. Studiarne il fine ultimo non ha semplicemente senso (e questa è scienza, non retorica).

          Allora occorre intendersi: se dici che giudicare in base alla finalità è riduttivo, e per questa ragione escludi un giudizio finalistico, allora fai un’operazione ancora più riduttiva, eliminando uno dei possibili giudizi.
          In realtà definire la natura come fine delle cose non è nient’affatto assurdo. Non lo è dal punto di vista scientifico: la scienza del XX secolo ha abbandonato le pregiudiziali positivistiche; nel campo della biologia, il finalismo (“la funzione spiega l’organo”) è stato riscoperto proprio perché ha numerosi vantaggi nel campo della conoscenza. Basti pensare alla formazione degli esseri viventi dal concepimento sino alla nascita: essa è guidata da una legge intrinseca che porta l’ovulo fecondato a svilupparsi sino alla forma “finale” dell’individuo; ciò accade appunto per una finalità intrinseca (cioè l’embrione ha già in sé il fine a cui deve tendere) che, se non trova ostacoli (interventi esterni o patologie), si realizza pienamente. Nessuno direbbe che per un embrione è parimenti naturale diventare feto e poi neonato o diventare un tumore! Già questa osservazione, banalmente scientifica, smentisce l’affermazione che la natura sia semplicemente tutto ciò che esiste, e mostra invece come si possa tranquillamente definirla come il fine a cui una “cosa” tende.

          Veniamo ora alla natura umana, che tu chiami identità. Tu stesso riconosci che l’identità è unità di coscienza e corpo. Ora proprio perché la natura umana è anche coscienza ciò le permette di agire intenzionalmente, cioè in vista di un fine. Come vedi, parlare di finalità non è affatto riduttivo ma è arricchente in quanto specifico dell’essere umano (gli animali non agiscono intenzionalmente, ma per istinto). Se poi l’identità è unità di coscienza e corpo allora questi due aspetti devono andare assieme per poter essere uniti; ora, come l’articolo ha cercato di spiegare, il corpo sessuato maschile e femminile mostra inequivocabilmente una complementarietà che ha come fine l’unione dei due “poli”. Se si parla di amore fisico (ed è di questo che si parla nelle discussioni su etero/omosessualità), allora chiamare in ballo il corpo è perfettamente legittimo. L’eterosessuale mostra un’armonia col proprio corpo, l’omosessuale invece no, perché la sua coscienza tende ad un fine (e ciò è indubitabile perché anche l’omosessuale cerca dei rapporti sessuali) che il suo corpo non può realizzare. Non c’è nulla di esteriore in tutto ciò, ma vi è un equilibrio che tiene conto di entrambe le dimensioni dell’umano.

          Infine, vorrei spendere qualche parola sulla tua ultima osservazione riguardo al mio commento.
          Se la natura è tutto ciò che accade, anche di contraddittorio (come tu stesso riconosci), come salute e malattia, allora nulla può essere chiamato natura, per una semplice ragione logica (A non può essere nello stesso tempo e nello stesso modo B e non-B). Di più non sarebbe possibile neppure trovare una motivazione perché anch’esse sarebbe contradditorie tra loro. Risulta inevitabile quindi che ci sia una scarto tra fattualità e natura.

          • Delta ha detto in risposta a Michele

            FINALITA’: non escludo il giudizio finalistico in toto. Dico solo che è riduttivo giudicare ogni cosa in base al suo fine, e se non si riesce a trovare un fine lampante è sbaliato darne un giudizion negativo. Una cosa può esistere per un fine. Ma ci sono cose che esistono senza necessariamente un fine o per cui il fine non è noto. Non per questo hanno meno dignità di esistere e devono essere classificate nelle cose non naturali. La natura per me comprende una gamma molto più vasta di cose. Per il caso dell’omosessualità si può anche affermare che il sesso maschile e femminile esistano per il fine di procreare . Ma se non sono naturalmente predisposti per adempiere a quel fine per qualche motivo a noi non noto, non vuol dire che siano contro natura. In un’ottica finalista si potrebbe supporre che l’esistenza dell’omosessualità abbia una finalità diversa da quella procreativa. In ogni caso, se anche non avesse un fine, non gli darei una dignità inferiore.

            IDENTITA’: La mia coscienza è in armonia con il mio corpo. Cerco rapporti sessuali e il mio corpo li può realizzare te lo garantisco 😉 Non aggiungo altro, si sta confondendo sesso e procreazione. Occorrerebbe fare una distinzione tra i due ma mi rendo conto che è un’impresa ardua fare un discorso di questo tipo con una persona di fede (come immagino che tu lo sia). Poi se vuoi approfondire sono comunque aperto alla discussione.

            NATURA: natura è l’insieme. Sono gli elementi dell’insieme che possono essere anche l’uno l’opposto dell’altro. Se la natura è la frutta, la mela e la pera appartengono certamente alla frutta. Ma la mela e la pera sono inequivocabilmente diversi tra loro.

    • lorenzo ha detto in risposta a Delta

      Scrivi? “Avete provato a essere come i vostri compagni di classe quando eravate adolescenti e avete vissuto il disagio e la paura di non essere all’altezza degli altri?”

      Tutti gli adolescenti vivono con “disagio e paura” lo stato prepuberale e puberale quando, in natura, avvengono quei cambiamenti per i quali il corpo di un bambino diviene il corpo di un adulto in grado di riprodursi.

      Il vero problema è allora stabilire se l’attrazione per lo stesso sesso è indotta dalla natura allo scopo di non far riprodurre determinate persone o se è legata ad una crescita affettiva traumatizzante.

    • beppino ha detto in risposta a Delta

      Io invece identifico la natura della cosa con la sua identità.

      Può valere forse da un punto di vista soggettivo (cioé “dentro” di lei che la pensa in questo modo) ma oggettivamente l’identificazione non può valere perché incongrua con il brodo evolutivo entro cui ineluttabilmente é inserito l’uomo (come per gli animali e i vegetali) ovvero il passare della specie da generazione in generazione.
      A meno che … “morto io morti tutti” ma allora questo é un altro discorso e, a maggior ragione, l’identificazione non può sussistere. Io penso che il sentirsi omosessuale vada rispettato (anche “aiutato” nel caso dei “repressi”… come vergognosamente vengono chiamati gli omosessuali egodistonici dagli omosessuali che si trovano bene nel loro essere) ma sia profondamente errata la cultura dell’annullamento a priori di piani di posizionamento e categorie di valutazione per conseguire improbabili “uguaglianze” di scopo (del tipo “fare figli” con mezzi implacabilmente artificiosi ed innaturali e soprattutto “farli crescere”). L’unico risultato é solo far prevalere l’egoismo dei singoli a discapito di un altra persona destinata a rischiare, spesso insopportabilmente, di pagarne le conseguenze.

      Provate a capire cosa prova un omosessuale quando vede quell’orribile vignetta con i puzzle con due metà cuori che non potranno mai completarsi. Dicete che non volete definire l’amore ma quella vignetta parla da sè, condanna chi è diverso all’infelicità a meno che non si converta alla condizione della massa. Condanna il timido all’infelicità a meno che non diventi estroverso. Condanna chi ha il seno piccolo all’infelicità a meno che non se lo faccia crescere. Condanna l’ingenuo all’infelicità a meno che non diventi cinico.

      E’ il vecchio problema della paura, più o meno inconscia ma talvolta anche falsamente “tirata fuori”, di sentirsi diversi dagli altri. Ma penso che la vignetta sia da valutarsi soprattutto all’interno di una strategia destinata ad affrontare al meglio la cultura dell’annullamento a priori di piani di posizionamento e categorie di valutazione di cui parlavo prima. Quanto poi al “convertirsi alla condizione della massa” direi che, in questo periodo storico, mi sembra considerazione incongrua con le dinamiche culturali in atto.

  9. Positrone76 ha detto

    Non ci siamo. Il ragionamento fila grosso modo ma il bisogno di attribuire marchi è troppo forte e si sente, uhhhh se si sente 🙂

    • Danilo ha detto in risposta a Positrone76

      Ma ti rendi conto…cosa e l’identità?

      A=A o A=B? supponiamo pure che chiami B Una rappresentazione mentale autopercettiva,pensa di Essere un puffo Quindi si la rappresentazione puffo collima perfetamente nell’identità,ecco tu sei realmente e ontologicamente un puffo!……e ci mancherebbe altro per natura.

      “La natura della sua identità” (espressione linguistica il cui senso è piu oscuro del 5 postulato di Euclide,proprio e ineffabile questo “senso di identità) mi Sono pure spaventato che intendessi il principio di identità,che non é un “senso”.

    • Genny ha detto in risposta a Positrone76

      Ma di che parli Positrone?

  10. Roberto Sastri ha detto

    Bella la vignetta discriminatoria, vale piu di mille parole.

    —– “Abbiamo sempre preferito occuparci, tuttavia, non tanto dell’inclinazione in sé ma piuttosto dei matrimoni tra persone dello stesso sesso, delle adozioni, del diritto per chi prova attrazioni omosessuali indesiderate di cercare aiuto terapeutico per affrontare la sua situazione, e dei due estremi: omofobia e omofascismo”

    ODDIO! Avete pubblicato l’altro IERI l’articolo sulla rieducazione dei gay e poi dite che “non vi occupate dell’inclinazione in sè”!!

    Dell’omofobia non vi siete mai occpuati se non per dire che non esiste ed ostacolare il ddl Scalfarotto.

    —- “Io non ho dimostrato che l’omosessualità è genetica, o trovato una causa genetica dell’essere gay. Non ho mostrato che gli uomini gay sono nati così”

    Ha trovato una CAUSA genetica ma l’omosessualità non è genetica? Ma che significa?

    —- “Hanno tendenze e comportamenti diversi, ma essi non costituiscono l’identità personale, la natura della persona. Chi ha una bella voce non ha una identità cantante, ma è una persona che canta; chi nasce con una malformazione fisica non ha una identità malformata, ma è una persona con una malformazione; chi nasce con una tendenza ad essere timido non ha un’identità o una natura timida, ma è una persona che sperimenta timidezza.”

    Ma CERTO che se si ha una tendenza ad essere timidi sia una natura timida, certo che se si ha la dote e la tendenza ad essere cantanti si h aun’identità cantante, mentre la malformazione non è “un’identità” … che esempi strampalati!

    —– “Esistono evidentemente casi di incoerenza (o contraddizione) tra orientamento del corpo e sensazioni psicologiche, cioè in chi vive tendenze omosessuali, ma questo non significa affatto che queste persone abbiano una natura omosessuale. La quale resterà sempre orientata in coerenza con la proprio corporeità.”

    Ma chi è che parla e che spara queste sentenze?
    L’articolista della redazione di UCCR è un medico? NO e allora attenetevi a quello che dice la scienza medica invece di

    —– “Siamo tutti naturalmente (cioè anatomicamente, geneticamente e fisiologicamente) orientati verso l’altro sesso, comprese le persone omosessuale”
    —– “Hanno tendenze e comportamenti diversi, ma essi non costituiscono l’identità personale, la natura della persona”

    E invece è proprio cosi, costituiscono l’identità della persone perchè l’identità della persona e ancora di piu, la sua PERSONALITA, NON è assolutamente determinata dal fisico!!

    perchè la natura NON è uguale per tutti e NON TUTTI sono fisiologicamente orientati al sesso opposto perchè negli omosessuali, in alcune delle varie sfumature possibili, GLI ORMONI danno un orientamento DIVERSO nell’affettività e nella sessualità

    23 nov e 25 nov, due articoli in tre giorni contro l’omosessualità, registriamo la frequenza di questa propaganda anti-gay.

    Ma pensate davvero che la credibilità del cristianesimo dipenda dalla “rieducazione” e “conversione” al Pensiero Unico di gay e trans?

    Sarete sempre una fonte di scontro sociale, divisione ed odio.

    • Sebastiano ha detto in risposta a Roberto Sastri

      Nel finale hai dimenticato il richiamo a Shiva101 e il binario morto.
      Sarebbero stati la cosa più “sensata” del tuo pistolotto infarcito di ignoranza sesquipedale.
      Mi stai decadendo, caruccio…

    • Eli Vance ha detto in risposta a Roberto Sastri

      “—- “Io non ho dimostrato che l’omosessualità è genetica, o trovato una causa genetica dell’essere gay. Non ho mostrato che gli uomini gay sono nati così”

      Ha trovato una CAUSA genetica ma l’omosessualità non è genetica? Ma che significa?”

      Nella foga anticlericale ha persino scambiato o con ho, tal LeVay ha detto proprio di non aver trovato una causa genetica.

    • lorenzo ha detto in risposta a Roberto Sastri

      Perché non pubblichi su qualche rivista scientifica la tua scoperta che “GLI ORMONI danno un orientamento DIVERSO nell’affettività e nella sessualità”?

    • Dan ha detto in risposta a Roberto Sastri

      -Discriminare e discriminazione,sono due parole che hanno senso ,se io infatti non presuponessi nessuna discriminazione,perchè mai dovrei aiutare che so un paraplegico,con finanziamenti economici che non puo lavorare come me e quindi pagare in una società ,delle tasse per fare in modo che comunque abbia una vita dignitosa?Ovvero io certamente e ragionevolmente discrimoinare,ma siccome discriminare è da cattivoni,allora il paraplegico secondo tali ragionamenti senza ne capo nè coda,è IDENTICO in ogni sua propietà a me che non sono paraplegico,quindi puo lavorare da solo e mantenersi da solo?Bhè no perchè giustamente devo proprio discriminare per poter affermare che sussistono le condizioni necessarie perchè il resto della società lo aiuti.Paraltro affermare che tutto quello che potrebbe dire X (che puo essere omosessuale o meno) intorno a un argomento Y,è vero se non è una discriminazione di senso etico o morale,è fallace.Perchè a stò punto ogni volta che degli interlocutori dissentono su argomenti o meno,possono avanzare la pretesa di essere discriminati,solo a per bloccare le discussione e far cacciara.IL VITTIMISMO proprio direi che non è una argomento.

      -Omofobia,implica paura di un comportamento sessuale (in questo caso dell’omosessualità),se intendiamo che quindi un tuo qualunque interlocutore avanza la pretesa per l’emozione (paura)a priori solo perchè parla o dissente durante una discussione,pure questo è fallace, di un certo comportamento sessuale,essa rimane una pretesa indimostrabile da parte di chi la propugna,come faccio a dimostrare che siffatta emozione,sia regolata dalle sue condizione sessuali?

      -Appunto ho trovato una Causa,per altro il disignino più astrattamente,non spiega solo perchè siamo razionalmente diversi,se lo osservi dice anche che temporalmente,i due pezzi di puzzle singoli,non possono umanamente nè ragionevolmente sussistere,senza che umanamente in qualunque luogo della terra,vi siano i pezzi di puzzle uniti.Di qui la domanda,visto certe sparate e attacchi agli eterosessuali,ma visto che gli etrosessuali sono i brontasauri,in che senso un qualunque essere umano (con comportamenti omosessuali o meno) puo saussistere senza una coppia eterosessuale?Che poi si dica che il principio di necessità è soggettivo,significhera dimostrare,con le parole si puo affermare di tutto non altratanto lo è dimostrare.Dimostrami quindi che anche per l’esserci di un essere,sia necessaria una coppia omosessuale piuttosto che terosessuale?Non stò discettando solo con il sentimentalismo,il sentimento va pure bene è umano,ben altra cosa è la ragione dimessa per sentimentalismo.

      Se dunque l’identità di una persona non è determinata anche dal fisica,che cosa vogliamo dire,che OGNI RAPPRESENTAZIONE MENTALE DELLA PROPRIA FANTASIA,è la realtà della propria percezione identitaria?

      • Dan ha detto in risposta a Dan

        Per poi per capriccio dire ma “IO CREDO CHE”,se ci CREDI e già proprio quindi una credenza,mica una TEORIA.

        • Dan ha detto in risposta a Dan

          Anzi visto che affermate con la sacrosanta retorica,pensando sempre di ideologizzare l’umanità:mi dimostrate che un “io credo che” è una “teoria”?E ancora prima in poche parole mi dimostri che un “io credo che si coniuga a un conoscere che”.Non basta far scorrere docilmente le parole,per conoscere qualcosa in tutti i campi,in che senso se la teoria del geneder allora è un io credo che allora è anche una conoscenza?

    • Panthom ha detto in risposta a Roberto Sastri

      Ogni volta che vedo un delirio di Sastri (ma c’è qualcuno che lo legge?) mi ricordo che la libertà sul web comporta anche sorbirsi gli sfoghi irrazionali di queste persone, fa parte del gioco.

      • Vincent Vega ha detto in risposta a Panthom

        “Internet? Ha dato diritto di parola agli imbecilli: prima parlavano solo al bar e subito venivano messi a tacere”

        Umberto Eco

      • Roberto Sastri ha detto in risposta a Panthom

        Il problema è che dobbiamo sorbirci sopratutto i vostri di sfoghi e minacce “ultraterrene”, irrazionali come il seguente:

        —- “se io infatti non presuponessi nessuna discriminazione,perchè mai dovrei aiutare che so un paraplegico,con finanziamenti economici che non puo lavorare come me e quindi pagare in una società ,delle tasse per fare in modo che comunque abbia una vita dignitosa?Ovvero io certamente e ragionevolmente discrimoinare,ma siccome discriminare è da cattivoni,allora il paraplegico secondo tali ragionamenti senza ne capo nè coda,è IDENTICO in ogni sua propietà a me che non sono paraplegico,quindi puo lavorare da solo e mantenersi da solo?”

        .. ma.. ma cosa c’entra il paraplegico con il gay?

        il paraplegico se è impedito a lavorare deve essere aiutato in qualche modo..
        l’omosessuale NON è impedito a sposarsi.. per questo gli deve essere riconosciuto quello che è definito un “diritto umano”.

        C’avete proprio il cervello strano..

        —- “Omofobia,implica paura di un comportamento sessuale (in questo caso dell’omosessualità)”

        Infatti voi avete paura delle coppie gay: a partire dal papa tutto il mondo cristiano è ossessionato dai gay a tal punto da minacciare il “baratro” per l’umanità !! Più paura di cosi!!

        —– “Di qui la domanda,visto certe sparate e attacchi agli eterosessuali”

        EH? Gli attacchi sono verso gli omofobi, generalmente integralisti religiosi islamici o cristiani…

        ma siete proprio allergici all’onestà? Dovete sempre e comunque mentire, cambiare il senso delle parole.. veramente incredibile.

        • Dan ha detto in risposta a Roberto Sastri

          Tranquillo te lo spiego:

          Ovviamente quello era un esempio per spiegare che DISCRIMINARE è una questione di razionalità,che il gay non sia necessariamente peraplegico mi sembra ovvio,infatti sarebbe da domandarsi come fai a affermare pure questo se non DISCRIMINASSI tra un gay e un paraplegico.Se infatti tu non DISCRIMINASSI tra un gay e un paraplegico come faresti a affermare sono due cose DIFFERENTI e DISTINTE?

          Addirittura la domanda è una “minaccia ultraterrena” (evidente la ragione umana sarà una minaccia ultraterrena per il retore),al contrario mi sembra che desunto significa, che solo per il fatto che la ragiona umana opera per DISTINZIONI,DIVISIONI,DIVERSITA astrattivamente su concetti,idee,linguaggio? discrimina sempre tra A e B.Adesso puoi amettere tranquillissimamente che hai giustamente discriminato tra un gay e un paraplegico,come io ho discriminato me stesso da un paraplegico,altrimenti senza questa discriminazione che è anche un distinzione.Di qui ho fatto entrare un paraplegico con un gay,lo dovresti sapere solo tu,ma ovviamente nulla,perchè hai fatto una distinzione tra A e B,semplice perchè hai discriminato tra il concetto A paraplegico B gay,quindi tolta la domanda invettiva retorica per straw man:discriminare o distinguere è una necessità,per capire le differenze tra concetto A e B.Non sembra sia cosi complicato,se non ci si vuole tessere moralismo sopra,pure il GAY non discrimina forse,ma se non discrimina e non opta nessuna differenza tra concetti perchè è fay piuttosto che etero?O dobbiam stare la a tessere retoriche moralistiche?

          -Infatti avete paura dei Gay,ma qua si sta dicendo un altro caso,un gay afferma 2+2 da 5?Embè se li dico che fa 4 sarebbe a dire che esercitando un dissenso con un omosessuale, allora dissento per paura di un Gay?E l’argomento non valido perchè comunque lui è gay e quindi qualunque argomento viene presentato come omofobico.Be non so se capisci una anche di teorie argomentative,ma questo proprio non ha senso,quindi se x mi espone una tesi e gay,non è che la tesi è maggiormente valida perchè è gay,e se ne rigetto la validità argomentando,allora la rigetto perchè lui è gay,(che sembra scusate a parte le argomentazioni,un capricetto da bambini)no la rigetto perchè non trovo validità delle tesi del mio interlocutore.

          Pero se vuoi mi aspetto,tolta l’invettiva che tu mi probi la validità almeno argomentativa di questo:

          A è Gay e afferma una tesi che chiunque dissenta da lui è omofobo,b dissente e argomenta il perchè ,B è omofobo.

          Ora dovresti renderti conto di come l’estremismo sia una gran sciochezza supponiamo pure che i due interlocutori siano tutti e due Gay:

          Un gay espone una tesi chiuqnue la rifetti è omofobo,un gay b la rigetta,c’è un gay omofobo!

          Tanto per dire che la cattiva abitudine di quello che i filosofi chiamano “avvelenamento del pozzo” dimostra più che le validità delle tesi in discussione,anche la stupidità dell’estremismo militante e pedante di alcune persone.

          Quindi perchè esasperi l’omofobia in maniera sciocca?
          Suvvia siamo seri perchè allora dovrebbe dire “IO siccome sono GAY” ho sempre ragione tutte gli altri se contestano un argomento lo fanno per paura degli omosessuali.

          La terza è una presa di posizione (estremista ovviamente) simile al secondo punto.

          Bhè se l’onesta ammette proprio che si debba (tra le altre cose) argomentare onestamente,si dovra pure argomentare onestamente.Dubito che conosce anche un minimo di teoria argomentativa non capisca quello che sto dicendo,pero noto che le reductio ad hitlerum fioccano come la neve ai poli,si ma è ovvio che sul web chi ha molto poco da argomentare magari onestamente, si ridurra a tali misere argomentazioni,bhè contento lui…

          • Sebastiano ha detto in risposta a Dan

            Ti hai dimenticato di nuovo Shiva e il binario…mmhhh, sei messo proprio male, allora…

          • Delta ha detto in risposta a Dan

            discriminare
            di·scri·mi·nà·re/
            verbo transitivo

            1.
            Distinguere, differenziare, spec. in base a dati oggettivi (anche + da ).
            “d. gli amici dai nemici”
            2.
            part.
            Sottoporre a discriminazione razziale, politica, sociale

            Dipende sempre dalla definizione che uno usa. Questa è retorica.

            • Dan ha detto in risposta a Delta

              Io sono identico a me stesso e sono quindi diverso da altri 6 miliardi (non se la cifra è esatta) di persone.Ho distinto e discriminato me stesso da 6 miliardi di persone,bhè non posso essere e non essere altre 6 miliardi di persone.

              Ma la retorica non è che è cattiva o buona,semmai è da usare con prudenza,e non per fare gli eristi.Infatti la retorica non stabilisce nè il vero nè il falso,ma puo essere usata per persuadere al falso come al vero.Quindi il punto non è nemmeno la retorica,bensì l’uso che se ne fà.

              E tuttavia dove sta la retorica se affermo:io discrimino tra A e B o distinguo tra A e B.

              E certamente non ho nemmeno affermato questo vedi appunto 1. che non implica che non sto discriminando tra A e B.

              No ma se vuoi puo dedurci su il nazismo per aver discriminato tra A e B.Tranquillo pure questo avrebbe senso e non sarebbe Retorica.

              • Dan ha detto in risposta a Dan

                Mi si permetta anche una battuta per cui presentare ricorso alla corte dei diritti umani:A intendevi dire “genitore 1″ e ” genitore 2″.

              • Delta ha detto in risposta a Dan

                La retorica sta nell’usare un paralogismo per fare deduzioni errate. Si usava infatti il termine “vignetta discriminatoria” per indicare discriminazione nella sua accezione e nel suo significato dispregiativo ovvero:

                Adottare in singoli casi o verso singole persone o gruppi di persone un comportamento diverso da quello stabilito per la generalità, o che comunque rivela una disparità di giudizio e di trattamento; anche con uso assol.: per me siete tutti uguali, non discrimino (ma più com. non faccio discriminazione). In partic., nel linguaggio giur.:

                La tua risposta invece si riferiva all’utilizzo del termine secondo il suo significato primo:
                Distinguere, separare, fare una differenza: la storia … non può d. i fatti in buoni e cattivi (B. Croce). In elettronica, separare un segnale da un altro (v. discriminatore, n. 2). Ant. o raro, separare i capelli con la scriminatura.

                Dal contesto si capiva che Sastri dava al termine i suo significato dispregiativo.

                • Dan ha detto in risposta a Delta

                  Ma dal momentum che non c’è separazione tra definiendum e definiens definito il linguaggio è stato usato propriamente.

                  https://books.google.it/books?id=qeLXbYkBt3oC&pg=PA100&lpg=PA100&dq=definiendum+e+finito&source=bl&ots=nNOeAVa0wn&sig=P3LWfHjLqoVwVA47tGgSTRPqfyw&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwi2uvPhy7DJAhUCDhoKHaZND7EQ6AEIIDAA#v=onepage&q=definiendum%20e%20finito&f=false

                  Ovvero caricare il definiendum di significato negativo anche quando non lo ha,è un ‘operazione retorica.

                  Posto che non è vero che siamo tutti UGUALI infatti UGUALE vuol dire proprio questo: IDENTICI.E impossibile dimostrare che tutte le propietà persone della persone A stiano anche tutte le propieta della persona B.Alcune lo sono altre no mentre,UGUALE le implica tutte.

                  • Delta ha detto in risposta a Dan

                    No, discriminazione ha due significati diversi in ITALIANO. E ti ho citato infatti le due definizioni date dal dizionario.

                    DUNQUE, è un caso di polisemia. In questo caso definiendum e definiens non sono legati da un’equivalenza. Quindi questa non è una definizione in senso aristotelico. Come molti altri casi che coinvolgono la semantica. O mi vorresti dire che nella frase “un uomo sale le scale” e “un uomo mangia sale”, sale ha lo stesso significato?

                    Visto che citi termini usati da Aristotele, prova a studiarlo anche. Ha scritto molto sul problema dell’omonimia, a partire dal concetto dell’essere che egli distingue proprio sulla base delle sue molteplici accezioni. E di certo, per esempio, quando parla dell’essere in quanto atto sta parlando di una cosa ben diversa dell’essere in quanto potenza.

  11. Antonio ha detto

    Si ma non è solo il corpo a orientare un individuo. C’è un “anima”, per dirla con un termine spirituale, c’è una psiche che mi porta a volere stare nella vita con una persona del mio stesso sesso. Nell’amore non si cerca solo il sesso.

    • Luciano ha detto in risposta a Antonio

      Hai ragione, ma il grosso nodo secondo me è infatti l’attrazione sessuale, non sull’attrazione affettiva o di altro tipo.

      Non è funzionale che io, essere umano di sesso maschile, mi ecciti sessualmente guardando un piatto di tortellini come non è funzionale che io, essere umano di sesso maschile, mi ecciti guardando un uomo nudo.

      A mio modo di vedere in certi casi si sporca una forte amicizia ed intesa con la lussuria; in più i modelli che vengono propagandati ed il continuo richiamo sessuale delle pubblicità/film/ecc… hanno la loro parte di condizionamento.

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