Consiglio di Stato: «Nozze gay violano ordine naturale»
- Ultimissime
- 04 Nov 2015
Il Consiglio di Stato contro nozze gay. Con la decisione n. 4897 si conferma l’illegalità in Italia della trascrizione di matrimoni omosessuali contratti all’estero. Nel verdetto alcuni passaggi davvero positivi per chi difende la famiglia naturale.
Con la decisione n. 4897 del 26 ottobre 2015, il Consiglio di Stato ha confermato che la Costituzione italiana riconosce soltanto il matrimonio naturale uomo-donna e che le trascrizione da parte di sindaci ribelli di nozze omosessuali contratte all’estero sono illegali.
La notizia è già stata data da tanti, volevamo solo rilevare alcune sfumature che non sono emerse a sufficienza e che giustificano un, seppur minimo, razionale ottimismo.
I precedenti pronunciamenti contro le nozze gay
Innanzitutto facciamo notare come in questi anni diversi pronunciamenti hanno smontato completamente i pochi argomenti avanzati dai sostenitori Lgbtq+.
Eccone alcuni.
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La sentenza 138 del 2010 della Corte Costituzionale ha chiarito definitivamente che le nozze gay sono incostituzionali poiché «l’istituto del matrimonio civile, come previsto nel vigente ordinamento italiano, si riferisce soltanto all’unione stabile tra un uomo e una donna».
Ha poi aggiunto un particolare molto importante: «La normativa medesima non dà luogo ad una irragionevole discriminazione, in quanto le unioni omosessuali non possono essere ritenute omogenee al matrimonio». Con una chiara sentenza, venne smontata dunque la legittimità del matrimonio omosessuale e l’equivalenza tra unioni omosessuale e eterosessuali.
- La sentenza 2400/2015 della Cassazione si è rifatta a quella della Corte Costituzionale, confutando in particolare la tesi del “diritto al matrimonio omosessuale” e quello del “ce lo chiede l’Europa”.
I supremi giudizi hanno infatti dichiarato che «deve escludersi che la mancata estensione del modello matrimoniale alle unioni tra persone dello stesso sesso determini una lesione dei parametri integrati della dignità umana e dell’uguaglianza».Inoltre, riferendosi all’art. 12 della Convenzione Europea dei Diritti dell’Uomo, la Cassazione ha osservato che «ancorché formalmente riferito all’unione matrimoniale eterosessuale, non esclude che gli Stati membri estendano il modello matrimoniale anche alle persone dello stesso sesso, ma nello stesso tempo non contiene alcun obbligo». Quindi, l’Europa non ci chiede proprio nulla.
Anche il Consiglio di Stato contro le nozze gay
Arriviamo dunque alla recente sentenza del Consiglio di Stato contro le nozze gay, con la n. 4897 del 26 ottobre 2015.
Riprendiamo integralmente alcuni dei passaggi più significativi:
«Il matrimonio omosessuale deve, infatti, intendersi incapace, nel vigente sistema di regole, di costituire tra le parti lo status giuridico proprio delle persone coniugate (con i diritti e gli obblighi connessi) proprio in quanto privo dell’indefettibile condizione della diversità di sesso dei nubendi, che il nostro ordinamento configura quale connotazione ontologica essenziale dell’atto di matrimonio».
Ancora una volta il punto è chiaro: il matrimonio costituzionalmente intenso è solo tra persone di sesso diverso.
Il Consiglio di Stato si concentra poi sulla trascrizione dei matrimoni omosex da parte dei sindaci:
«Il corretto esercizio della potestà impedisce all’ufficiale dello Stato civile la trascrizione di matrimoni omosessuali celebrati all’estero […]. Non appare, in definitiva, configurabile, allo stato del diritto convenzionale europeo e sovranazionale, nonché della sua esegesi ad opera delle Corti istituzionalmente incaricate della loro interpretazione, un diritto fondamentale della persona al matrimonio omosessuale, sicché il divieto dell’ordinamento nazionale di equiparazione di quest’ultimo a quello eterosessuale non può giudicarsi confliggente con i vincoli contratti dall’Italia a livello europeo o internazionale».
Se non fosse ancora chiaro, la sentenza ribadisce l’inesistenza di un diritto al matrimonio omosessuale.
Ecco infine un terzo passaggio rilevante della sentenza recente:
«Risulta agevole individuare la diversità di sesso dei nubendi quale la prima condizione di validità e di efficacia del matrimonio, secondo le regole codificate negli artt.107, 108, 143, 143 bis e 156 bis c.c. ed in coerenza con la concezione del matrimonio afferente alla millenaria tradizione giuridica e culturale dell’istituto, oltre che all’ordine naturale costantemente inteso e tradotto nel diritto positivo come legittimante la sola unione coniugale tra un uomo e una donna».
Un giudizio sorprendente e inedito quelle legato all’ordine naturale dell’istituto matrimoniale, che tuttavia richiama lo stesso articolo 29 della Costituzione laddove si riferisce alla famiglia come “società naturale fondata sul matrimonio”.
Le reazioni più interessanti alla sentenza
Considerando questi tre pronunciamenti, si tratta di un secco 3-0 a favore della famiglia naturale.
Un risultato maldigerito dalla Rete Lenford, gli avvocati arcobaleno e dal mondo Lgbtq+ in generale, che si sono scatenati contro i giudici non rispettando la sentenza.
Due di loro, si è scoperto, sono cattolici (in un Paese in cui l’80% si dichiara cattolico), gli altri tre non si sa. Tanto è bastato per parlare di mancata imparzialità del Consiglio di Stato, la quale sarebbe stata invece certamente rispettata se i magistrati fossero stati atei e/o apertamente gay-friendly.
Condivisibile su questo l’intervento di Mario Chiavario, professore emerito di Procedura Penale nell’Università di Torino, che ha definito “assurda” «la pretesa di un’astensione del giudice, in quanto “cattolico”, dal pronunciarsi in sede giudiziaria su certi argomenti. E’ paradossale che questi attacchi arrivino in gran parte da un mondo che delle proprie convinzioni ideologiche ha fatto il passe-par-tout per ogni sorta di forzature del dettato delle leggi a colpi di sentenze».
Alla frustrazione dell’associazionismo arcobaleno ha risposto il laico magistrato Vladimiro Zagrebelski.
Zagrebelski ha riconosciuto infatti «la ragionevolezza delle conclusioni cui è giunto il Consiglio di Stato, che è un giudice che applica le leggi vigenti e si preoccupa del sistema che esse definiscono».
Il magistrato si è anche scagliato contro la «pretesa di alcuni sindaci di decidere secondo il loro proprio orientamento, rifiutando di sottostare all’autorità gerarchica da cui, nella materia, dipendono. Resta l’esempio negativo di un ribellismo improprio da parte di pubblici funzionari, come sono i sindaci nelle loro funzioni in tema di Stato Civile. Sul piano della legge vigente è dunque giunta la parola fine».
Segnaliamo infine anche l’ottimo commento dell’ex procuratore generale Ennio Fortuna, intitolato: “Ecco perché in Italia non può essere trascritto il matrimonio tra gay”.
16 commenti a Consiglio di Stato: «Nozze gay violano ordine naturale»
Avanfi tutta cari amici, avanti tutta. Non prevarranno, nonostante il demonio, in questo periodo, sia attivo più che mai.
Eccome se lo sono, purtroppo. È il momento per i figli della luce di scendere in campo, sono molto felice del ritorno di Uccr. 🙂
una bella risposta a tutti i nostri politici puttanieri…
Trovo vergognoso l’attacco contro il giudice Carlo Deodato per la sentenza (conforme alla legge italiana)del Consiglio di Stato che non riconosce i matrimoni gay.
Poi identificare il “giudice cattolico” come se fosse un delinquente mi
sembra il massimo della ipocrisia.
Ancora più ipocrita chi dice che è una sentenza ”fuori dal tempo”.
No, questa è stata una sentenza dentro la legge.
Si cambi la legge e cambieranno anche le sentenze.Semplice.
Eh sì, due persone dello stesso sesso che si amano e che reclamano pari diritti sono proprio ispirati dall’attività demoniaca, mica dall’amore…
Non esiste solo l’amore….. altrimenti a questo punto possiamo dare il via libera alla poligamia, la pedofilia, la zoofilia e quant’altro.
Il disegno di Dio, poi ribadito da Gesù nel Vangelo è il matrimonio fra l’uomo e la donna. Basta. E visto che mi parli di attività demoniaca… bè il diavolo il peccato non te lo presenterà mai per come è, altrimenti saremmo tutti Santi e lui sarebbe rovinato. Tenderà sempre ad addolcire la pillola per farti abboccare.
Infatti non è contro gli esseri umani la nostra battaglia, Sophie.
“Rivestitevi dell’armatura di Dio, per poter resistere alle insidie del diavolo. [La nostra battaglia infatti non è contro creature fatte di sangue e di carne, ma contro i Principati e le Potestà, contro i dominatori di questo mondo di tenebra, contro gli spiriti del male che abitano nelle regioni celesti. (Ef. 6 11-12)”
Un padre ama il figlio.
Un pedofilo ama un bambino.
Anche se si usa per entrambi il verbo amare ti sembra siano la stessa cosa?
Ovviamente dirà di no e, da lì in poi, salvare la sua coerenza sarà per lui un’impresa titanica. 😉
****Eh sì, due persone dello stesso sesso che si amano e che reclamano pari diritti sono proprio ispirati dall’attività demoniaca, mica dall’amore…****
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Amore porta diritti… può anche essere. Bisogna vedere se l’amore reciproco di questo tipo (o meglio… in questo contesto) va o meno in contrasto con “diritti” di terze parti. Cosa c’entra, ad esempio, il reciproco amore di due omosessuali coll'”imporre” due mamme o due padri ad un neonato o ad un bambino piccolo (per i quali, ricordo, vale implicitamente il principio di priorità nella dialettica diritti-doveri in quanto sono SEMPRE la parte più debole). SEMPRE la parte più debole, é meglio ricordarlo bene, specialmente quando si trovano migliaia di giustificazioni (quasi sempre seghe mentali) che alla fine sono solo tentativi di edulcorare il proprio egoismo di adulti.
Ed in ogni caso, in questo contesto, non sarebbero in senso stretto “diritti”, casomai “bisogni”. I diritti vanno a braccetto con i doveri; il bisogno, qualora appagato, porta solo guadagno e permette di pensare spensieratamente ai desiderata successivi.
Qua Marco, nel caso non lo avessi capito, si parla di applicazione delle attuali leggi in vigore
Non del fatto che l’amore tra due omosessuali sia o meno uguale a quello etero
Dallo stile del commento ho l’impressione (magari errata) che quel Marco sia lo stesso Flavio che scrive su Critica scientifica. Magari sbaglio del tutto eh, ma la saccenza e il tono supponente è il medesimo. 🙂
Parità di genere: l’unico ambito dove è davvero fondamentale è nella coppia posta a fondamento della famiglia, nucleo fondamentale della società. La coppia omosessuale non rispetta la parità di genere, requisito di base per il matrimonio, dunque non può avere la stessa considerazione della coppia uomo-donna; la nostra legislazione, per fortuna, alemno per ora, non prevede che la famiglia si costituisca con la compravendita di bambini né che gli stessi vengano alienati per il mero capriccio di adulti che pretendono di diventare genitori senza impegnarsi in un rapporto serio e fecondo.
Priscilla condivido il tuo pensiero ma mi permetto di darti un suggerimento: parità di genere…il “genere” è un termine davvero molto ambiguo, credo che almeno noi gender-free dovremmo parlare di “parità di sesso” (come si è sempre detto).
Concordo in foto Priscilla, e mi associo anche a Panthom: meglio evitare di parlare di “genere” in questo periodo. 😉