Libertinismo? Meno liberi e meno gratificati

Libertinismo. Secondo uno studio della National Academy of Sciences il cervello umano reagisce negativamente all’attività edonistica, al contrario di quanto avviene per il comportamento etico.

 

Per alcuni siamo già ormai nell’era post-homosexual: non esistono infatti più definizioni e gli adolescenti si rivolgerebbero in modo liquido al maschio e alla femmina.

Dalla recente inchiesta di “Panorama” si capisce quanto la rivoluzione sessuale abbia distrutto l’identità personale. Perfino Vittorio Lingiardi, uno degli psicoanalisti più omofili d’Italia, ha riconosciuto: «credo che quando si attenuano il controllo e l’organizzazione sociale della sessualità e dei ruoli di genere, inevitabilmente ne consegue una certa confusione».

Ma questa confusione lui la ritiene giusta, l’importante è che non si sia “eteronormati”. Al “Mucca Assassina”, noto locale gay-trans di Roma, ci vanno, ad esempio, coppie di fidanzati «che all’alba ritrovi avvinghiati ad altri corpi, spesso dello stesso sesso. Al buio, nell’affollata dark room, nessuno chiede “sei gay?”». Progresso? Dicono di si.

Al Musée d’Orsay viene ospitata una mostra sul Marchese de Sade, il pervertito che perseguitò e stuprò diverse donne pur di soddisfare i suoi istinti libertini. Oggi è un’eroe internazionale e la mostra viene presentata con un’orgia di massa perché «l’opera del “Divino Marchese” rimette radicalmente in discussione i concetti di limite, proporzione ed eccesso, nonché le nozioni di bellezza, bruttezza, sublime e l’immagine stessa del corpo. Egli libera definitivamente lo sguardo da ogni presupposto religioso, ideologico, morale e sociale», ha spiegato la curatrice Annie Le Brun.

Il sessuologo Emanuele A. Jannini dell’Università dell’Aquila si esalta: «E’ un processo inarrestabile, ci saranno solo vantaggi a non essere schiavi delle distinzioni sessuali. E in questa situazione l’uomo ci guadagna: perché donna si nasce, ma maschio si diventa». Davvero convinti di poter abolire e censurare la diversità e la distinzione sessuale? «Maschi di giorno, confusi di notte», si ripete. «Spaesati, svirilizzati, in perenne ricerca del padre, siamo maschi confusi», afferma il regista teatrale Raffaele Curi, parlando a nome di chissà chi. Il sociologo Zygmund Bauman, ha spiegato che con «la libertà sessuale ci siamo anche guadagnati l’insicurezza». Confusi e insicuri, dunque -di conseguenza- meno liberi. Sono proprio i frutti di questa “rivoluzione” antropologica che dimostrano quanto sia fallimentare per la dignità umana.

Meno liberi e anche meno gratificati dalla vita, nonostante il piacere egoistico sia la cosa ricercata dai “rivoluzionari”. Lo ha dimostrato un recente studio pubblicato negli atti della “National Academy of Sciences”. I ricercatori hanno seguito un gruppo di 39 adolescenti nel corso di un anno misurando la maniera in cui in cui il loro cervello reagiva all’attività edonistica o a quella più consapevolmente etica. «Il benessere», hanno concluso, «può dipendere dal condividere attivamente i valori legati alla famiglia, alla cultura, e alla moralità, piuttosto che la ricerca di un immediato, piacere egoistico». L’eccitazione del momento, poi si ritorna disperati come prima.

La redazione

Condividi su:
  • Aggiungi su Facebook
  • Aggiungi su Twitter
  • Aggiungi su Windows Live
  • Aggiungi su MySpace

11 commenti a Libertinismo? Meno liberi e meno gratificati

« nascondi i commenti

  1. Giovannino ha detto

    donna si nasce, ma maschio si diventa

    È brutto dirlo, ma spero davvero che Gesù possa ritornare a mettere ordine in questo mondo caotico.

  2. “…ci saranno solo vantaggi a non essere schiavi delle distinzioni sessuali…”

    quali sarebbero i vantaggi di essere schiavi delle illusioni?

    L’umanità è formata da uomini e donne il fatto di sganciare la sessualità dal sesso reale è credere all’idea invece che alla realtà, una ideologia e come tale illusoria.

    Essere invece maschi in quanto dotati di pene (etc.) e femmine in quanto dotate di vagina (etc.) è semplicemente essere in armonia, corpo e spirito.

  3. Dario* ha detto

    Qualche articolo fa si diceva giustamente che la reversibilità da omosessuale ad eterosessuale dovrebbe essere accettata almeno quanto il cambiamento da eterosessuale ad omosessuale (ed è sotto gli occhi di tutti che così non avviene). Per la precisione cito un commento di Danilo che mi pare riassuma il ragionamento alla perfezione: “Se l’omosessualità e un comportamento, se qualunque comportamento è reversibile, allora anche l’omosessualità è reversibile.”.
    Non so se nessuno l’abbia già scritto (casomai sto copiando inconsapevolmente e me ne scuso) comunque mi è venuto in mente un ragionamento analogo che amplia il discorso:

    Se il sesso di una persona è una scelta (io non lo credo ma loro sì), perché è considerato tabù che un omosessuale che SCELGA di essere eterosessuale?

    Mi piacerebbe che qualche attivista LGBTXYZ avesse il coraggio di ribattere a questa affermazione =)

    Ma posso anche rincarare la dose: se il sesso e l’orientamento di una persona sono una scelta, perché quella persona non può essere consigliata su quella scelta? Perché un genitore non può consigliare ad esempio ad un figlio di essere eterosessuale o di restare del suo sesso? Da quando dare consigli è considerato un crimine?

  4. beppino ha detto

    Penso che l’attività sessuale senza limiti e prospettive porta a comportamenti estremi, spesso a discapito di altre persone, e soprattutto la qualità della vita é inversamente proporzionale al tasso di libertinaggio.

  5. AlexanderPopof ha detto

    Questo articolo dice qualcosa che è inoppugnabile: “ricercare l’eterna felicità è assurdo almeno quanto ricercare il rapporto amoroso sempre felice e soddisfacente cambiando partner in continuazione”, la soddisfazione di superare momenti di contrasto con il proprio partner è sicuramente fonte di maggiore senso di sicurezza, stabilità, forza.
    Dal punto di vista umano è condivisibile da molti, sebbene c’è chi preferisce rapporti sempre freschi e mai pesanti e si trova bene così, nella sua indipendenza.

    Detto questo, dovreste ripassare le nozioni BASE della sessuologia, l’identità sessuale e l’orientamento sessuale, sono due cose diverse!

    Il fatto che un uomo non vada con una donna ma con un uomo, non lo rende meno uomo (identità sessuale) ma al massimo bisessuale o omosessuale (orientamento sessuale).

    Quanto a “De Sade” avete mai letto “Giustine o le disavventure della virtù”? ecco non è il romanzo volgare che molti pensano che sia, visto illustre scrittore, ma è una critica alla società che ci vorrebbe belli buoni e bravi, quando in realtà le verità sono ben altre! è una critica all’ipocrisia imperante!

    http://it.wikipedia.org/wiki/Justine_o_le_disavventure_della_virt%C3%B9

    Siate più precisi e utilizzate meno stereotipi “il gay come meno uomo” (confondento identità e orientamento)”de sade” ridotto a simbolo dell’ eccesso… questo articolo non ha capo ne coda.

    • Marco S. ha detto in risposta a AlexanderPopof

      Egr. Sig.Popof, mi pare che siano le persone che la pensano come Lei che necessitino di chiarirsi.

      L’identita’ sessuale e’ un’affare cromosomico.

      L’orientamento sessuale dipende da molti fattori genetici, ambientali o, piu’ raramente, preferenziali, che comunque non influiscono sul genere(un uomo puo’ essere omosessuale, pur restando cromosomicamente uomo, come ci ricorda anche Lei).

      Premesso questo, mi domando se non sia proprio la “teoria del gender” a mischiare i due concetti, introducendo la confusione che, dall’alto della Sua augusta competenza, Lei lamenta.

      Se infatti una persona puo’, solo sulla base del suo orientamento sessuale, assumere uno status alternativo all’identita’ sessuale cromosomica (appunto il “gender”, nel senso notoriamente usato), mi dica Lei chi sta facendo casino…

    • Alèudin - preghierecorte ha detto in risposta a AlexanderPopof

      @AlexanderPopof

      non è meno uomo infatti è sempre un maschio (sebbene attratto da maschi)
      da lì sempre si parte dal maschile o dal femminile, l'”eterosessualità” non esiste perchè non è una scelta ma l’aderenza al sesso che ci è dato, noi siamo il nostro corpo, per cui io sono maschio perchè ho il pene e tutto il resto come già detto.

      Rileggi il commento che ho fatto prima.

      L’errore grave è dire che si può essere ciò che si vuole, che maschio e femmina sia una questione culturale invece che concretamente carnale, fisica.

    • Panthom ha detto in risposta a AlexanderPopof

      Alexander…due domande.
      1) Perché ci propone un libro di De Sade? Cosa potrebbe c’entrare con l’articolo? Può forse negare che fosse un pervertito stupratore?

      2) In quale punto dell’articolo si scrive che il gay sarebbe meno uomo?

      Il tuo commento non ha né capo né coda.

  6. Li ha detto

    L’aids è in aumento tra i gay. Lo diceva già a maggio il virologo dell’università di Tor Vergata:

    http://www.ansa.it/saluteebenessere/notizie/rubriche/medicina/2014/05/25/aidsin-aumento-tra-giovani-omosessuali-in-italia-15-casi_1a3b69d7-cea0-43e0-a007-97f24d9ce139.html

    L’ansa non è che mi dia fiducia, ma questa notizia ha solo del vero: ormai la cosiddetta liquidità sessuale, le droghe, promiscuità varie (basta che respiri e cammini) sono causa di grandi mali. E chi ne fa le spese? I partner, mariti/mogli e così via. Tutto per poter soddisfare un momento le proprie parti basse.

    C’è stato il tempo in cui esplose l’aids e la comunità gay si fece più accorta, più pronta a prevenirsi. E ci credereste che erano ancora i tempi in cui l’omosessualità era considerata malattia? Ora proprio perchè è alla portata di tutti, incoraggiata è diventata una bolgia. Un autentico calderone.

    Tentano di spezzare la famiglia, e cosa trovano? Che pure le coppie dello stesso sesso si sfaldano per l’incidere dell’aids.
    Non è solo colpa della prostituzione sulla strada. Molto si fa proprio in questi locali come il muccassassina, dove coppie all’apparenza normali vogliono sperimentare lo scambismo, il sesso omo o lesbico o bisex.

    Ma la testa a posto quando la metterà questa gente? Non mi stupisco che il pastore James David Manning dica che Starbucks è un “covo” di sodomiti (ha usato proprio quella parola, sì) che portano l’ebola (più propriamente sarà aids). E’ un discorso piuttosto duro, graffiante ma non è da escludere che se è un luogo di abbordaggio gli lgbt che lo frequentano non sono innocenti. Una testa per pensare e per tenere d’occhio i rischi dovrebbero averla.
    Certo non è una grande pubblicità per la catena!

    Cosa possono insegnare delle coppie lgbt a dei bambini? Quali valori? Già alcune hanno dei figli a loro carico. Mi chiedo se i figli cresciuti si siano poi beccati l’aids perchè non hanno avuto dei veri valori morali dai loro genitori.

  7. Eteroinaffitto ha detto

    E Dio s’incazzò!

« nascondi i commenti