Le adozioni gay annullano le rivendicazioni femministe

FemministeDiversi articoli online criticano la puntata di Domenica 27 gennaio della trasmissione “Così è la vita”, condotta da Lorella Cuccarini. Il tema era l’adozione di bambini da parte delle coppie omosessuali e secondo i critici si sarebbe svolta con tesi precostituite e in maniera squilibrata a favore delle tesi gay.

Tra gli ospiti e i filmati c’è stata l’intervista a Francesca Vecchioni (figlia del famoso cantante) e della sua compagna Alessandra. Entrambe si sono recate in Olanda, perché Francesca potesse ricorrere alla fecondazione eterologa, e l’operazione ha avuto successo dando al mondo due gemelline. La conclusione dell’intervista sarebbe stata (circa) questa: “Non esistono il padre e la madre perché ognuno/a di noi ha dentro di sé i ruoli materno e paterno”.

Su internet ho poi trovato un’altra intervista della Vecchioni, realizzata nella trasmissione condotta strafaziosamente da Maria Teresa Ruta. Una puntata da studiare come esempio di giornalismo partigiano, per l’abilità del montaggio della regia, per gli ammiccamenti, le imbeccate e i sorrisi della conduttrice, e per le inquadrature con le espressioni giudicatrici degli ospiti. Ho trascritto la parte del testo in cui la Vecchioni esprime la sua idea del ruolo paterno e materno: “L’aspetto genitoriale prescinde assolutamente dal sesso. La capacità genitoriale, questo noi lo abbiamo appurato, apposta prima di fare il percorso noi volevamo essere sicure che non ci fossero problemi per le nostre bambine, i nostri figli. Sappiamo oggi che l’aspetto che noi spesso confondiamo con paternità e maternità, in realtà è più legato alla capacità normativa e alla capacità affettiva che comunque sono presenti in entrambi i sessi. Ossia esistono figli di genitori single, o di madri o di padri da soli, che coniugano sia l’aspetto normativo che quello affettivo che sono per noi spesso confusi con l’essere maschio o femmina, ma non è a realtà dei fatti. La realtà dei fatti è che si è genitori indipendentemente dal proprio sesso”.

Che dire? Che con queste idee vanno a farsi friggere decenni di contestazioni femministe per rivendicare un ruolo proprio per le donne. I due sessi non hanno niente di specifico che possano rivendicare e condividere. Fine della complementarietà. Il compito materno e paterno secondo la Vecchioni si riduce a quello “normativo e affettivo”: come se i padri non possano baciare, coccolare, abbracciare e le madri non possano indicare, sgridare, guidare i loro figli. Il fatto è che ognuno di questi sessi, oltre ad essere e fare ben altro, vive quegli atteggiamenti ma lo fa da uomo o da donna. Un bacio del padre è diverso da quello della madre, proprio perché il padre è un “sistema olistico” diverso dalla madre.

Accettare quei presupposti ideologici significa sentirsi ininfluenti e non necessari, sia come padri che madri. Chi ha fatto esperienza prima di tutto di figliolanza e poi di genitorialità capisce subito quanto sia banale e superficiale quella tesi appiattente. Mio padre mi ha dato cose che mia madre non mi ha dato. Io sono e dò, come padre, cose diverse da mia moglie. Se penso a mio padre non lo vedo solo come superego e a mia madre come zucchero filato. Ben altro. E comunque se anche i due ruoli fossero riducibili a “normativo” e “affettivo”, il fatto che siano distribuiti in due persone diverse vorrà dire qualcosa? Come si distribuirebbero all’interno della coppia omosessuale? Se ognuno dei due li impersona entrambi allora si creerebbe un cortocircuito (la stessa persona sia normativa che affettiva) che in natura invece sarebbe disgiunta (uomo-donna). È un vantaggio? L’identificazione dei due ruoli nella stessa persona per il bambino può creare un conflitto schizofrenico che fa sembrare favolette, tanto sono semplici, le teorie dell’identificazione mediante fase edipica. Quali contorsioni si devono supporre. Se invece i due ruoli sono impersonati separatamente da ciascuno dei due omogenitori, e ammesso che questo processo sia stabile nel tempo, a parte la conferma che l’omosessualità surroga anche nella dimensione affettiva l’assenza dell’altro sesso, ci si può legittimamente chiedere se questo escamotage funziona, se è la stessa cosa.

Essere padri e madri va ben oltre dall’essere depositari di due ruoli relazionali, essendo questi compresenti nei due sessi ma vissuti in maniera specifica e unica in ciascun genere. Sono sì imitabili e surrogabili, ma un esperto sa riconoscere per es. se una borsa Vuitton è falsa. E un bambino è esperto di figliolanza: sa benissimo chi è e cos’è il padre e la madre e ha bisogno di entrambi, fino a soffrine se questi mancano.

Quanto alla Ruta iperpartigiana forse ha dimenticato la canzone L’altra metà dell’uomo che ha cantato con Nilla Pizzi (mia compaesana) come si legge nel curricolo del suo languido sito ufficiale: www.mariateresaruta.tv. E’ interessante una strofa della canzone “donnista”: “Noi, sempre noi, solo noi, siamo l’altra metà della mela che l’uomo non ha”. Appunto, Ruta, nella prossima intervista ricorda alla Vecchioni e a chi la pensa come lei che voi donne siete la “metà della mela” che “noi non abbiamo”. Entrambi unici, necessari e reciprocamente complementari: sia in amore, che nel concepimento, che nell’educazione. Più che l’arcobaleno, che valorizza le reali e specifiche differenze, a questo mondo piace la tinta unita, l’omotinta.

Massimo Zambelli
www.orarel.com

Condividi su:
  • Aggiungi su Facebook
  • Aggiungi su Twitter
  • Aggiungi su Windows Live
  • Aggiungi su MySpace

114 commenti a Le adozioni gay annullano le rivendicazioni femministe

« nascondi i commenti

  1. Roberto Dara ha detto

    Io credo più semplicemente che ogni individuo ha dentro di se molte componenti, ridurle a semplici meccanismi o-maschile-o-femminile è limitativo. Nell’ambito dell’educazione dei figli ci sono donne che possono supplire al ruolo tradizionalmente maschile riservato ai padri, e uomini che possono fare l’inverso, e tutti noi conosciamo casi in cui questo è avvenuto in varie famiglie. La distinzione dei ruoli sistematica e immutabile è solo frutto di una convenzione sociale, e come tale muta nel tempo e nello spazio.

    • a-theòs=a-éthos ha detto in risposta a Roberto Dara

      Sei già in posizione sulla linea di partenza, onde effettuare la tua solita fulminea fuga e sparire all’orizzonte, appena le obiezioni alle tue ritrite e tristi formulette si facciano serie?

    • a-theòs=a-éthos ha detto in risposta a Roberto Dara

      Appunto, “supplire”: si supplisce quando non si ha la stessa titolarità. La vostra ideologia ha come presupposto la schizofrenia tra psiche e corpo come caratteristica naturale.

      • Roberto Dara ha detto in risposta a a-theòs=a-éthos

        Veramente è la natura umana a prevedere quelle che tu chiami schizofrenie. Esiste una sessualità biologica (avere un seno, produrre sperma, partorire, ecc.) e una sessualità psicologica, sociale, comportamentale ecc. E ogni individuo ha queste componenti modulate in maniera differente.

        • GT ha detto in risposta a Roberto Dara

          Vi riempite la bocca di natura e non sapete niente. Esiste il male, è presente nel mondo. Dobbiamo accettarlo? Questi sono “tarli”, non capisco come non lo capite, pian piano distruggeranno i valori etici più fondamentali: come la libertà…

        • Emanuele ha detto in risposta a Roberto Dara

          …chi lo dice? E soprattutto, chi dice che sia cosa buona e giusta?

          Infatti, esiste una maternità biologica che porta la donna istintivamente a prendersi cura, anche a costo della propria vita, del proprio “cucciolo” ed una maternità psicologica, sociale, comportamentale, etc., che porta certe madri a uccidere i figli, abusarne sessualmente, abbandonarli nei gabinetti…

          Che conclusioni dovremmo trarre dal tuo ragionamento? Dovremmo giustificare la violenza e l’abbandono perché esistono in natura? Oppure, le giustificazione “more naturae” vale solo per gli omosessuali?

          • Roberto Dara ha detto in risposta a Emanuele

            Il mio non è un ragionamento, bensì la semplice rappresentazione della realtà. Negarla, forzando le persone ad essere quello che non sono, è una violenza. Si può discutere se sia giusto che un bambino venga adottato da una coppia omosessuale, ma non si può impedire a quella coppia di essere omosessuale o di imporre alla coppia dei comportamenti diversi da quelli che liberamente essi vogliono avere.

            • Harry Burns ha detto in risposta a Roberto Dara

              la sessualità psicologica comprende anche pedofilia, pederastia, zoofilia, coprofilia, sadismo, masochismo, Apotemnofilia, feticismi vari (tessuti, piedi etc..) e infinite altre “filie”. Perchè sono considerate devianze/perversioni?

              Non diciamo cavolate per favore.
              Certo che un solo genitore può supplire egregiamente anche l’altro ma è, appunto, una supplenza.
              Aboliamo anche gli insegnanti di ruolo?
              Io per esperienza diretta so cosa vuol dire crescere con un solo genitore. Lo so dall’età di 7 anni. Ma so che sono nato da un’amore e da un progetto più che naturale. Non mi sono ritrovato a crescere solo con mia madre perchè mio padre è impazzito o s’è rincoglionito. E’ morto, e anche la morte è parte naturale della vita.
              E’ cosa ben diversa l’accettare questo dall’accettare i tuoi due papà o le tue due mamme che negano ogni evidenza biologica.
              E cmq, nonostante tutto l’affetto e il farsi in 4 di mia madre, una figura maschile di riferimento m’è mancata. Non si viene su per forza dei deviati chiaro, si può crescere bene lo stesso, anzi, a volte si cresce anche meglio (e anche prima!) ma è un’evidenza ontologica (e non una semplice sovrastruttura) che se la dualità umana è composta da maschile e femminile la maniera migliore di crescere è in mezzo a queste due figure che saranno (e non lo dico io)le prime e più importanti figure nella vita di ognuno. rappresenteranno tutte le altre figure con cui poi nella vita avremo a che fare, sia come persone fisiche che come entità (le istituzioni ad esempio).
              Si può supplire certo, ma far diventare lo standard una supplenza è semplicemente da idioti.

            • Emanuele ha detto in risposta a Roberto Dara

              scusa, ma continuo a non capire dove vuoi arrivare… Si parla di adozione per le coppie omosessuali… Chi vorrebbe imporre ad un omosessuale di vivere in modo diverso?

              …non vedo il nesso…

    • Emanuele ha detto in risposta a Roberto Dara

      …mille donne da sole o mille uomini da soli non potrebbero rappresentare in genere umano, invece una singola coppia è più che sufficiente per rappresentare tutta l’umanità

      http://www.google.it/imgres?imgurl=http://www.astronomia.com/wp-content/uploads/2009/09/pplaquelarge.png&imgrefurl=http://www.astronomia.com/2009/09/04/le-sonde-pioneer-10-e-11/&h=2260&w=2960&sz=586&tbnid=xxoFY1ShcLbnbM:&tbnh=90&tbnw=118&prev=/search%3Fq%3Dpiastra%2Bvoyager%26tbm%3Disch%26tbo%3Du&zoom=1&q=piastra+voyager&usg=__qZIQZxEuvfBfp1JFkv5ZaLFb-dk=&docid=wLmMVz9fGC9qnM&sa=X&ei=O_4UUdDTKoyN4gThyIGQDA&ved=0CFAQ9QEwBA&dur=689

      Che i ruoli poi possono poi essere intercambiabili è una teoria interessante, ma non vera…

      Può un uomo partorire? Può una donna emettere sperma e fecondare un’altra donna? Può un uomo allattare al seno? Si possono utilizzare solo gameti maschili o femminili per generare una vita umana?

      La scienza (non la religione) ci insegnano gli enormi vantaggi dell’allattamento al seno… potranno farlo due uomini? E a nulla serva la contestazione che molte donne, pur partorendo, non possono allattare. Infatti, questo è un incidente (e quindi un male) al quale si cerca di rimediare con la carità (donare il latte) o la scienza (latte artificiale). Non si può dunque usare il male per giustificare un’altra azione ingiusta…

      Infatti, volendo utilizzare la contestazione “esistono donne che non possono allattare” per giustificare l’adozione o la fecondazione eterologa di coppie gay, sarebbe come accettare lecito l’omicidio perché le persone muoiono per cause naturali.

    • lorenzo ha detto in risposta a Roberto Dara

      Se il padre biologico mette incinta una delle gemelline della Vecchioni, è incesto oppure no?

      • Roberto Dara ha detto in risposta a lorenzo

        Direi di si, ma se questa è la tua unica preoccupazione direi che possiamo essere tutti più sereni nel giudicare queste situazioni.

        • lorenzo ha detto in risposta a Roberto Dara

          Se allora è incesto, il vero padre è il donatore di seme, e le due gemelline della Vecchioni sono solo delle vittime sacrificali obbligate a crescere senza padre per i pruriti lesbici di una madre egoista.

          • Roberto Dara ha detto in risposta a lorenzo

            E quindi? Toglieresti le bambine alla madre? Manderesti le lesbiche al rogo? Fammi capire dove vorresti arrivare con queste invettive…

            • Leonardo ha detto in risposta a Roberto Dara

              Toglieresti le bambine al padre?

              • Roberto Dara ha detto in risposta a Leonardo

                Nessuno ha tolto le bambine al padre, e se il padre biologico (ammesso che se ne conosca l’identità) avesse voluto crescerle ne avrebbe avuto tutto il diritto. Ma non mi pare che ci siano in quel caso padri che reclamino tale diritto.

    • Penultimo ha detto in risposta a Roberto Dara

      “solo frutto di una convenzione sociale”.

      E dunque perchè non hai un seno?Perchè hai deciso socialmente di non averlo?

      Io non c’è l’ho nè ho deciso io di non averlo,ne lo ha deciso qualcun’altro.Fate una manifestazione contro la natura perchè la natura è “omofoba”

      Ma pur mantenendo le convenzioni sociali,allora le convenzioni sociali,da tempi immani,hanno deciso che l’uomo è l’uomo è ha la sua natura,la donna è la donna e ha la sua natura.Non è afatto vero che sono identici,se non in una idea totalmente disnessa dalla realtà di fatto.

      • Emanuele ha detto in risposta a Penultimo

        Questo è il frutto di una mentalità ben precisa…

        Da tempo sostengo che la “società” vuol annullare le differenze uomo-donna …non sto a citare gli indubbi vantaggi che ne avrebbe il commercio…

        La visione moderna della sessualità e più o meno questa.

        L’individuo è pansessuale (ossia totalmente uomo e donna). La natura ha sì fornito attributi sessuali, ma questi sono solo accidentali e non mutano la sostanza della persona. Sostanzialmente è un caso se si ha un pene o una vagina, così come lo è avere capelli ricci o lisci, occhi verdi o marroni… e come capelli e occhi non alterano la sostanza di una persona, così non la alterano neppure i genitali.

        Dunque è possibile cambiare sia la sessualità biologica che psicologica a piacimento… nel primo caso bastano alcuni interventi chirugici, nell’altro la propria volontà. Ovviamente non importa assolutamente che ci sia coincidenza tra sessualità biologica e psicologica. Anche perché, per i più, tutta la sessualità biologica inizia e finisce con i genitali che, come detto, possono essere “facilmente” sostituiti.

        Ovviamente sia il sesso biologico che quello spicologico sono fluidi (si può cambiare quanto e come si vuole) e non esistono contrapposti ma un passaggio continuo tra maschile e femminile (transessualismo)… ognuno sceglie quanto essere uomo o donna. Infine esiste l’opzione (adesso prevista anche dai social network) “non specificato” per le persone che non si identificano con nessuna sessualità (sostanzialmente un Queer)

        Infine le relazioni affettive devono rispecchiare i diritto di sentirsi quel che si è e sono possibili qualsiasi combinazioni tra persone (indipendentemente dal sesso biologico e psicologico)

        Vi faccio un semplice esempio preso da una trasmissione tv (Wild – life shock, Italia 1)

        Due donne, percependo se stesse come uomini, si operano per diventare uomo e avviano tra loro una relazione sentimentale omosessuale (non si sa più se lesbica o gay). Una delle due, avendo mantenuto l’apparato riproduttivo, decide di mettere al mondo figli tramite donazione di sperma. Ovviamente, le due donne vengono presentate come eroine che hanno sopportato infiniti pregiudizzi… il tutto ritratto con scene commoventi di (all’apparenza) un uomo corpulento e barbuto in travaglio, un altro uomo che allattava il figlio con il biberon, etc. …Si dirà che un caso limite, purtroppo no… sono stati citati diversi casi di trans che hanno partorito. Una dottoressa, poi, spiegava che sia discriminatorio etichettare queste persone come donne… si deve parlare di uomini incinta, uomini che partoriscono, etc.

        …ecco dove siamo arrivati con il pensiero moderno

      • Harry Burns ha detto in risposta a Penultimo

        e ti dirò di più: magari potessi scegliere! sceglierei immediatamente due tette meravigliose e passerei tutto il giorno a toccarmele! 😀 😀 😀
        – ok, modalità idiota OFF –

    • Fabio Moraldi ha detto in risposta a Roberto Dara

      Ti contraddici dunque ogni volta che sostieni le Pussy Riot, a che serve la rivendicazione femminile se poi alla fine “ogni individuo ha dentro di se molte componenti”, come dici tu?

      Sono d’accordo con te, Roberto! Bastano solo gli uomini, che tanto sanno supplire anche alla mancanza di donne perché la distinzione è puramente simbolica.

    • Giulia ha detto in risposta a Roberto Dara

      Concordo appieno. Ci sono moltissime donne caratterialmente forti, decise ed indipendenti e uomini, al contrario, timidi e remissivi – presumo anzi che tutti ne conosciamo qualcuno. Dove sarebbe, dunque, la “naturale” mitezza e sottomissione femminile e l’altrettanto “naturale” forza maschile?

      • Fede_81 ha detto in risposta a Giulia

        E’ vero, io sono uno molto timidone e dunque posso sostituire in pieno una donna! Basta con tutte queste donne in giro, che bisogno c’è? Ci sono già gli uomini timidi e remissivi a sostituirle!!

      • manuzzo ha detto in risposta a Giulia

        cioè una se non è sottomessa sottomessa non è femminile? questo delle 15:50 è evidente che è un commento giocato da una mente carica di pregiudizio. Preciso: il pregiudizio in questione è che ci sarebbe qualcuno (i cattivissimi cristiani!) che vorrebbero la donna sottomessa all’uomo. Ovviamente un pregiudizio falso, ma senza pregiudizi non esisterebbe il razzismo contro i cristiani, e allora ben vengano. Se uno odia un padrone, odia anche i suoi servi. E chiaramente dopo che l’avete crocifisso inventando le accuse, vorreste relegare la Chiesa chissà dove con le varie scuse (tipo l’anello del papa sfamerebbe il mondo: ovviamente è valevole solo per chi non è mai stato da un compro oro e vede che prezzi fa…..). MA::: infuriatevi pure, vi è concesso di dare fastidio, non di farci fuori (non siamo nell’ex URSS, sfortunatamente per voi)

      • Harry Burns ha detto in risposta a Giulia

        hai ragione, un uomo può fare le veci di una donna, basta togliergli razionalità ed affidabilità

        (per chi apprezza la citazione tutta la mia stima ;-))

    • beppina ha detto in risposta a Roberto Dara

      Potrebbe essere una buona base per un manifesto eterosessofobico di prossima pubblicazione.

    • Klaus ha detto in risposta a Roberto Dara

      Certamente la natura umana ha dentro di sé molte componenti. Alcune di esse,da tempo immemorabile, si sono chiamate “tentazioni da combattere” e, secondo il pensiero cristiano (ma, credo, anche ebraico) sono state introdotte nella natura umana dalla sua corruzione discendente dal peccato originale. Ora il male non è tanto nel fatto che a dette componenti non si sia capaci di opporsi (è sempre stato difficile e per questo esiste il sacramento della Riconciliazione), quanto nel fatto che si voglia affermare l’equivalenza tra queste componenti e le altre, quelle conformi alla natura (correttamente intesa). Rendendo, tra l’altro, assai più difficile combattere contro di esse. Mi chiedo (ma non sono un teologo, non so rispondere), se questa affermazione non sia una forma di bestemmia contro lo Spirito Santo, cioè dell’unico peccato che non sarà perdonato.

    • Nemo ha detto in risposta a Roberto Dara

      Dara, come al solito parli di cose che non conosci.

      Io, fino all’età di 7 anni sono stato allevato dai miei nonni materni (i miei genitori, come molti altri a quei tempi, lavoravano in Svizzera). Il carattere forte, sotto qualsiasi punto di vista, anche decisionale, era quella di mia nonna. Eppure, la figura che imitavo, che utilizzavo nel costruire le mie fantasie era la figura di mio nonno.

      “Quando sarò grande avrò un cappello come quello di mio nonno.”

      “Quando sarò grande sarò forte come lui e spaccherò la legna con un sol colpo come il nonno.”

      “Quando sarò grande porterò i pantaloni lunghi come il nonno” Mia nonna mi impose di portare i pantaloni corti anche in inverno perché era dell’idea:
      a) Così sei più bello. b) Ti rinforza la salute. 🙂

      “Quando sarò, anzi, ora, subito, adesso, voglio un portamonete come quello del nonno.”

      Questo capriccio mia nonna cercò di soddisfarlo ma, da buon economa (non mi vergogno di dire che i soldi erano pochi), tornò dal mercato con un piccolo borsellino da donna dove io potevo riporre i miei risparmi (pezzi di carta e tappi). Fu una “tragedia”. (avevo 3/4 anni)

      “Questo non lo voglio è per le femmine, io lo voglio come quello del nonno”

      “No, guarda – rispondeva mia nonna – anche gli uomini utilizzano questo borsellino solo che tuo nonno non c’è l’ha e tu sì.”

      “Non è vero, BUGIARDA, questo non lo voglio è per le femmine, io lo voglio come quello del nonno”

      Due benedetti scapaccioni e quel accessorio “maschile” diventò parte integrante dei miei giochi.

      E, tengo a precisare, non c’è mai stata una imposizione di giochi Maschili o Femminili.

      Volevo fare la calza come mia nonna? Nessun problema. Mi furono dati dei ferri non troppo acuminati, un gomitolo di lana e mi si lasciava giocare in tranquillità.

      Ero io a cercare prevalentemente giochi maschili, perché costruivo la mia personalità sulla figura di mio nonno (ma se al suo posto ci fosse stata un altra donna capisci che la cosa diventava impossibile)

      Al classico quesito, “Vuoi più bene al nonno o alla nonna”, io rispondevo senza esitazione alcuna: “la nonna”. Provavo e provo un affetto totale per quella donna (ne era gelosa anche mia madre).

      Ma, alla domanda, “Cosa vuoi fare da grande”, la risposta era sempre la stessa “Voglio essere come il nonno però (lui era un pensionato) farò l’elettricista (leggi: colui che vende televisori e radio).

      Dara, le figure di maschio e femmina sono FONDAMENTALI per lo sviluppo di un ragazzo/a, non si nasce neutri, il carattere forte di una donna la farà essere una DONNA FORTE ma non un maschio.

      “Rose is a rose is a rose is a rose” Una rosa è una rosa è una rosa è una rosa.
      Gertrude Stein (Scrittrice ed intellettuale “fieramente” lesbica) 🙂

      • Roberto Dara ha detto in risposta a Nemo

        Infatti io non penso che una donna forte sia o sembri un maschio. Sostengo, come molti psicologi esperti del resto, che la sessualità di un individuo è complessa e fatta di vari aspetti. Per crescere un bambino l’ideale è una famiglia serena, in cui tutte le necessità educative siano fornite. Tradizionalmente ci sono alcune necessità fornite dai padri e alcune dalle madri, ma nella realtà poi le situazioni sono variegate, e i bambini crescono bene o male indipendentemente dallo scostamento della famiglia effettiva rispetto a quella tradizionale. Dare dei giudizi (o dei pregiudizi) in modo categorico non è mai corretto ed esaustivo, ogni situazione va analizzata singolarmente. Ovviamente secondo me (e non solo).

        • Nemo ha detto in risposta a Roberto Dara

          “Dare dei giudizi (o dei pregiudizi) in modo categorico non è mai corretto ed esaustivo, ogni situazione va analizzata singolarmente.”

          Potrei risponderti con: “I soliti espedienti di bassa retorica d’avvocato d’ufficio.”
          Ma non lo farò 🙂

          Chi trasforma un dato di FATTO come: “La Terra è sferica”,

          in una OPINIONE: “per me la Terra è un CUBO. È un pregiudizio affermare la sua sfericità”,

          ho è sciroccato ho è un falso.

          L’homo sapiens si riproduce tramite rapporto ETEROSESSUALE = FATTO

          Una coppia gay è intrinsecamente, ontologicamente, naturalmente STERILE = FATTO

          Un bambino necessita di informazioni extragenetiche, per un corretto sviluppo psichico e sessuale, che acquisisce in modo paritario dall’uomo e dalla donna che lo hanno generato = FATTO

          Una coppia gay, per sua natura, possiede solo METÀ delle informazioni extragenetiche necessarie per lo sviluppo psicosessuale di un bambino = FATTO

          Ergo, una coppia gay non ha, per sua natura, i prerequisiti per allevare una prole = FATTO

          Sei convinto del contrario? Hai Gay l’onere della prova (Gli etero i figli li hanno sempre avuti)

          Ma, prove BIOLOGICHE e non di natura psichiatrica.

          La psichiatria rientra nel novero delle scienze non esatte. (c’è chi afferma che il termine esatto sia pseudoscienza)

          Come dimostrato dall’ “Esperimento Rosenhan” (Pubblicato su: Science 19 January 1973: Vol. 179 no. 4070 pp. 250-258) gli psichiatri americani nel 1973 erano INCAPACI DI RICONOSCERE un uomo sano da uno malato. Vedi link:

          http://it.wikipedia.org/wiki/Esperimento_Rosenhan#cite_note-Science-1

          In quello stesso anno (1973), l’American Psychiatric Association (APA) rimosse l’omosessualità dal Diagnostic and Statistical Manual of Mental Disorders, negando così la sua precedente definizione di omosessualità come disordine mentale.

          Quindi Dara, monolitiche prove biologiche, SÌ!
          Vulgata di psichiatri e psicologi new age, NO!

          • Nemo ha detto in risposta a Nemo

            AAAAAAAAAAAAAAAAAH!
            Correttore Grammaticale + auto completamento = MASSACRO
            “ho è sciroccato ho è un falso.” leggi: o è scirocatto o è falso.
            “ Hai Gay l’onere della prova” leggi: Ai Gay l’onere della prova
            Prometto che domattina mi auto flagellerò con il cordone dell’accappatoio.
            Al tardi il pomeriggio ma, adesso no, mi si abbassa la palpebra 🙂
            Così imparo a rileggere 🙂

            • Roberto Dara ha detto in risposta a Nemo

              Non preoccuparti, sono anche io spesso vittima del correttore automatico… Comunque il tema dell’articolo che stiamo commentando non è fortunatamente solo oggetto di esame psichiatrico (o solo biologico), bensì di sociologia, pedagogia, psicologia, ecc, sicuramente materie non esatte anche quelle, perché gli individui sono tutti diversi tra di loro relativamente a queste discipline. Come ribadisco, ogni situazione va analizzata singolarmente.

  2. Qualcuno ha mai visto o ascoltato nell’ultimo ventennio una sola trasmissione televisiva o radiofonica in cui la parte smaccatamente favorita non fosse quella degli omosessualisti?

  3. domenico ha detto

    e perchè mai le due signore invece di ricorrere alla fecondazione non hanno adottato uno di quei poveri bambini abbandonati negli orfanotrofi di cui tanto si parla? In Olanda è consentita infatti l’adozione alle coppie gay straniere…
    Da cosa deriva mai questo desiderio di diventare una mamma biologica?

    • a-theòs=a-éthos ha detto in risposta a domenico

      Ma ovviamente dall’altruismo: lasciano gli orfani a chi è irrimediabilmente sterile… 😉

      • Emanuele ha detto in risposta a a-theòs=a-éthos

        …sei il mio mito!

      • Titti ha detto in risposta a a-theòs=a-éthos

        Ma per qualcuno è meglio l’orfanotrofio che una coppia gay, a parte che anche per una coppia eterosessuale, è difficile adottare, quasi che venga da pensare, che lo stile di vita in un orfanotrofio è il top che possa esistere per crescere un bambino.

        • Fabio Moraldi ha detto in risposta a Titti

          Certamente è meglio l’orfanotrofio, migliaia di persone sono comunque cresciute bene e un tempo erano l’unico luogo sicuro per moltissimi orfani. Lo stesso non si può dire delle coppie gay, decisamente peggiori di un orfanotrofio in quanto mentono spudoratamente al bambino sulle sue origini biologiche, non riescono a simboleggiare una famiglia e confondono il suo senso naturale, tant’è che molto facilmente (come mostrano diversi studi) sarà a sua volta omosessuale.

        • Fabio Moraldi ha detto in risposta a Titti

          Ma come mai all’improvviso tutta questa attenzione per gli orfanelli? Da quanto si parla di adozioni gay tutti che si ricordano di loro.

          In realtà li usate soltanto come argomento-grimaldello per ricattare sulle adozioni gay (“meglio due gay che l’orfanotrofio”). A sentirvi sembra quasi che occorrono le adozioni gay per risolvere il problema degli orfanotrofi…

          Ridicoli e ipocriti!

          • semelets ha detto in risposta a Fabio Moraldi

            Ben ritrovato: volevo solo chiederti se hai letto il post che ti ho indirizzato nell’altro articolo (8 febbraio 2013 alle 12:15) e cosa ne pensi.
            In fondo anche questo articolo sembra avvalorare ciò che sostengo e cioè che in un paradigma relativista è sempre possibile, per ogni atto posto in essere, ipotizzare delle coordinate di riferimento etico che lo contemplino come giusto, da cui l’impossibilità di definire ingiusto un qualsiasi atto, se non arbitrariamente, il che svuoterebbe il termine “ingiusto” di ogni significato.

          • Titti ha detto in risposta a Fabio Moraldi

            Io ho scritto che anche per le coppie eterosessuali, è difficile adottare, si guarda il pelo nell’uovo pur di tenere un bimbo in orfanotrofio. Che siano cresciuti anche gli orfani non affidati, è un dato di fatto, come sono cresciuti, bisognerebbe chiederlo a loro. La teoria di quelli che se, allevati da coppie gay, diverrebbero a loro volta gay, mi sembra tirata per la giacchetta. A me risulta che fin’ora, gli individui omosessuali, sono tali, anche se cresciuti in un contesto eterosessuale.

            • semelets ha detto in risposta a Titti

              La questione non è così semplice, soprattutto se guardata in prospettiva: se si pensa che la relazione omosessuale sia equivalente a quella eterosessuale e debba quindi avere pari dignità, allora anche l’educazione affettiva e sessuale non può essere discriminante.
              E’ chiaro che un’educazione che non sia mera informazione sessuale, non può essere neutrale ed è altrettanto chiaro che l’educazione affettiva in una famiglia è trasmessa soprattutto attraverso il modello dei genitori e non tramite lezioni teoriche. E’ evidente quindi che l’educazione affettiva in una coppia omosessuale sarà per forza di cose orientata in senso omosessuale. Non è dunque così tirata per la giacchetta l’ipotesi che bambini allevati da coppie gay possano con più probabilità diventare gay (anche se personalmente penso che semplicemente svilupperebbero con più probabilità una personalità disturbata).
              Oltre a questo, è anche chiaro che, sempre per il principio di non discriminazione, bisognerebbe garantire delle quote gay per l’adozione: non sarebbe giusto infatti che l’educazione affettiva degli orfani venisse monopolizzata da un orientamento eterosessuale attraverso l’adozione maggioritaria da parte di coppie eterosessuali.
              Essendo impraticabile (ma forse qualcuno potrebbe arrivare ad ipotizzarla) un’adozione multipla (affidare un bambino contemporaneamente a una coppia etero e a una omosex per garantirgli un’educazione affettiva non discriminante), sarebbe giocoforza arrivare a spartirsi questi poveri “figli di nessuno”.

              • Titti ha detto in risposta a semelets

                Quindi tutti coloro che sono omosessuali, lo sono perchè allevate in famiglie formate da coppie omosessuali? E mi riferisco a coloro che sono maggiorenni, quindi nati almeno 18 anni fà.

                • Semelets ha detto in risposta a Titti

                  Ciò che mi attribuisci non l’ho detto e non puoi farlo derivare da ciò che ho detto, perchè ho parlato solo di maggiori probabilità.
                  Ad ogni modo il problema potrebbe configurarsi in questi termini: nel caso si consideri l’orientamento sessuale un fatto culturale, allora l’orientamento di ciascuno dipenderà il larga misura dall’educazione affettiva ricevuta, motivo per cui esisteranno maggiori probabilità che i figli di coppie gay possano sviluppare una tendenza omosessuale.
                  Se invece si considera l’omosessualità un fatto congenito, di natura, ma lo si giudica equivalente all’eterosessualità e non una devianza, allora ne deriva che una coppia eterosessuale non è fondamentalmente idonea ad educare un figlio con tendenza omosessuale e, in casi estremi, potrebbe configurarsi la possibilità di dover revocare la potestà genitoriale della famiglia naturale per affidare un bambino con tendenze omosessuali alle cure di una coppia omosessuale.

                • Semelets ha detto in risposta a Titti

                  Se io dico che tutte le coppie nere generano figli neri, ciò non implica anche l’inverso, che cioè ogni bimbo nero sia figlio di una coppia nera. L’affermazione che mi attribuisci è falsa.

              • manuzzo ha detto in risposta a semelets

                Non penso che da coppie gay cresca (non si può dire “nasca” 😛 ) un figlio gay però…. gli studi hanno solo dimostrato diverse caratteristiche relativamente negative (tra l’altro non del tutto assenti, seppur meno presenti, nei figli di coppie normali). Inoltre: per la mentalità imperante è meglio avere un figlio gay anziché etero, quindi se ci fosse la possibilità di far crescere più persone da sodomiti, stiamo pure tranquillo che lo farebbero!

        • Penultimo ha detto in risposta a Titti

          Lo so che gli orfanotrofi sono un problema,ma sono anche certo che non usi l’argomentazione orfanorofio,pluridegradata a argomentazione pateticamente retorica,sono sicuro che darai tutti i soldi del conto in banca per questi bambini oppure se non lo hai ancora fatto allora non è che retorica ideologica.

          • Titti ha detto in risposta a Penultimo

            A me risulta che qui in Italia, esistano strutture denominate “case famiglia” che costano parecchio, con i soldi che lo Stato, ci mette attraverso le tasse recuperate dai propri cittadini, ed è giusto che sia così. Inoltre, la mia risposta è stata data perchè la coppia nominata nel post, è stata definita “egoista” perchè era ricorsa alla fecondazione assistita, invece di cercare l’adozione. E adesso chi è l’ipocrita?

            • Harry Burns ha detto in risposta a Titti

              le case famiglia sono una cosa decisamente a parte… lasci stare non è così semplice.
              Poi vi scordate tutti una cosuccia da poco:
              chi adotta nel 90% dei casi adotta dei neonati o poco più. per quelli il problema non c’è anzi… sono più le coppie che fanno richiesta che i bambini da adottare (tanto che molte coppie, anche per una facilità burocratica, vanno ad adottare all’estero). Il problema si pone per tutti quei ragazzi che magari hanno 4,5, 10 o finanche 15 anni… loro non li vuole nessuno… quello sarebbe un vero gesto d’amore.
              Per non parlare di tutte quelle situazioni, appunto tipo alcune “case famiglia” in cui ci sono ragazzi con problemi derivanti da situazioni famigliari più diverse (figli di tossici, di prostitute, di alcolizzati di violenti di gente che non ci sta semplicemente tutta con la testa).. questi ragazzi il più delle volte non sono adottabili, e sono anche invisibili alla società (paradossalmente fossero tossici o alcolizzati loro avrebbero più chance) e non c’è una vera rete che si occupa di loro. In alcuni casi però si potrebbe procedere con l’affido… ma quanti sono disposti? l’affido è la forma di carità più grande, comporta dei sacrifici che l’adozione non comporta. quanti sono disposti?

            • domenico ha detto in risposta a Titti

              Titti,
              nelle case famiglie italiane ci sono minori fino ai 18 anni composti nella stragrande maggioranza da adolescenti stranieri non accompagnati (che quindi sappiamo avere da qualche parte dei genitori); da adolescenti e bambini italiani con genitori che per i motivi più vari non possono prendersene cura; minori disabili o ragazzi ‘difficili’.
              I minori in queste strutture dichiarati ‘adottabili’ sono una esigua minoranza.

        • Emanuele ha detto in risposta a Titti

          Ci sono aclune considerazioni da fare…

          1. Gli orfanotrofi “vecchia maniera” non esistono più in occidente da diversi anni. Oggi si ospitano la maggior parte dei minori con affidi (in famiglie), in attesa di una dichiarazione di adottabilità (solo se i genitori sono entrambi morti o proprio non possono accudire il figlio come nel caso di violenze, malattie psichiche, abbandoni volontri, etc.). Situazioni particolarmente difficili sono gestite con case famiglie, piccole strutture che, come dice il nome, cercano di ricreare il clima familiare.

          2. Anche l’adozione da paesi in via di sviluppo e sempre da valutare con cautela. Infatti, solitamente non è opportuno strappare un bambino, soprattutto se grandicello, ad amici, eventuali parenti, ed adulti che si sono presi cura di lui, magari per anni. Ecco perché spesso l’adozione a distanza sarebbe da preferire… il bambino può crescere nel suo paese aiutato da un benefattore (o tutore).

          3. L’adozione deve mirare al bene del bambino che, essendo orfano o abbandonato, ha certamente subito molti traumi. Per questo ben vengano tutti i controlli fatti dagli assistenti sociali prima di affidare un bambino… vi immaginate che ulteriore trauma sarebbe essere tolto dalla nuova famiglia perché incapace di allevare un figlio? Dunque, nell’adozione si deve puntare al meglio, non al meno peggio.

          4. Per essere bravi genitori non basta un generico slancio di amore. Infatti, un figlio richiede anni (tutta la vita) di cure e attenzioni. Adottare non può essere un “colpo di fulmine”, ma una impegno preso in modo maturo e responsabile. Anche perché, ripeto, il bimbo adottato ha già subito e subirà vari traumi a causa della sua condizione. Amare un figlio vuol dire essere pronti a sacrificare tutta la propria vita per il suo bene, soprattutto se è particolarmente fragile.

          Mi pare invece, che certe coppie (come quella citata) vedano il figlio (adottivo o proprio) più come un diritto che come un gesto d’amore… non si può negare una componente egoistica. La maternità e paternità responsabile, come gesto d’amore, richiede anche il non procreare. Infatti, se le condizioni di salute, economiche, sociali, possono mettere a rischio la vita e la felicità di eventuale figlio è bene valutare se sia effettivamente il caso di mettere al mondo una creatura che poi non siamo sicuri di poter accudire nel modo giusto. Illudersi che si possa risolvere tutto con l’amore è sfidare la sorte (o Dio, a seconda dei casi).

          Dunque, mentre gli adulti possono scegliere di frequentare chi vogliono ed avere relazioni omosessuali, i bambini non possono scegliersi i genitori. Non possono evitare di nascere in provetta o di avere una madre lesbica. GLi adulti, invece possono anche scegliere se è il caso o meno di inserire un figlio in una relazione già complessa di suo.

          • Titti ha detto in risposta a Emanuele

            Innanzitutto, sono perfettamente d’accordo con te, per quel che riguarda l’ultima parte della tua risposta. Quante sono le coppie “normali” che generano quando magari, non se la sentono, per un loro senso di appagamento attraverso la prole, per incastrare il/la partner, (mi è capitato di sentire anche questi ragionamenti!), nel caso non l’avessi capito, secondo la dottrina cattolica, bisogna avere rapporti sessuali “aperti alla vita” quindi con lo scopo unico di prolificare, indipendentemente dalle condizioni economiche e sociali, tanto poi ci pensa la “provvidenza”. Sugli orfanotrofi di Dickensiana memoria, probabilmente nei cosiddetti “paesi civili” non ce ne sono, il chè non toglie che esistano strutture, magari più in piccolo atte ad accogliere non solo gli orfani, ma tutti i bambini per cui i servizi sociali decidono l’allontanamento dal contesto famigliare, fosse anche per meri motivi economici. Fosse per me, desidererei per un bambino la migliore condizione possibile: due genitori innamorati, benestanti che possano offrire tutte le possibilità al loro figlio per crescere seguendo e raggiungendo i propri sogni, ma purtroppo, le cose non vanno così, io la soluzione non ce l’ho in tasca…però non vedrei male le adozioni dei singoli, perchè aderenti a situazioni esistenti in natura, dove un bambino può crescere anche con un solo genitore se l’altro è deceduto, se non si vuole aprire alle adozioni da parte delle coppie gay, oppure farei in modo che i requisiti per adottare siano più flessibili per le coppie eterosessuali.

            • Nemo ha detto in risposta a Titti

              Titti, come ho già detto in passato a Dara l’idea che le adozioni gay aiutino a svuotare gli orfanotrofi è bislacca e stupida già da un punto di vista matematico:

              Gli omosessuali sono una minoranza, all’interno della quale troviamo la minoranza di gay che vogliono un rapporto stabile e quindi “sposarsi”. All’interno della minoranza di gay che vogliono sposarsi troviamo un’altra minoranza che vuol aver figli. E all’interno della minoranza dei gay che vogliono aver figli c’è un’ennesima minoranza che tale prole la pretende tramite accesso all’istituto dell’adozione.

              Non ci vuole un premio nobel della matematica per capire che, se realmente hai a cuore lo svuotamento degli orfanotrofi, avrai risultati migliori combattendo le varie “fecondazioni assistite” ed “uteri in affitto” che appoggiando l’adozione per le coppie gay.

              Poi dici:
              “A me risulta che fin’ora, gli individui omosessuali, sono tali, anche se cresciuti in un contesto eterosessuale.”

              Ed hai perfettamente ragione. Ma la causa di tutto ciò è dovuto per l’appunto ad un errore di relazionamento del ragazzo/a nei confronti della figura materna e paterna.(le cause dell’omosessualità comunque, sono molteplici). E tu cosa fai? Dai in adozione un bambino ad una coppia formata da individui dello stesso sesso che hanno connaturata all’ennesimo grado l’errore di cui ho appena parlato?

              Non si nasce neutri, e per completare la formazione psichica e sessuale i bambini necessitano delle giuste figure di riferimento, un uomo ed una donna. Non mi sembrano prerequisiti assurdi.

              Può accadere che un genitore muoia, che scappi, divorzi, ma almeno in principio, tutti i bambini devono avere la possibilità, il diritto naturale, di crescere all’interno di una coppia eterosessuale.

              Totalmente d’accordo con te sulla necessità di semplificare l’iter burocratico per le adozioni (ma ho i miei dubbi per le adozioni aperte ai single).

              • Titti ha detto in risposta a Nemo

                Senza offesa, ma qui si guarda il dito e non il cielo. E’ o non è stato detto che le donne citate nel post, si sono dimostrate egoiste perchè avrebbero potuto benissimo adottare un bambino? Sarebbe stato più chiaro sottolinerare senza tante ipocrisie, che ci sono persono contrarie all’omogenitorialità, qualunque ne sia la fonte, sia biologica che adottiva.

            • Emanuele ha detto in risposta a Titti

              scusa, ma la tua visione del catechismo é ben lontana dalla realtà… Una copia non può, ma DEVE procreare responsabilmente.

              Quello che dici tu non é apertura alla vita, è irresponsabilità. Inoltre, il tuo ricorso alla Provvidenza sarebbe tentare Dio: “se sei buono allora devi aiutarmi”. Questo è un grave peccato…

              Inoltre, per la maggior parte del ciclo mestruale i rapporti sono sterili… Eppure è perfettamente giusto e retto avere rapparti in quei giorni, come é lecito astenersi nei giorni fecondi, se opportuno.

              Infatti, diradare o rimadare la nascita dei figli, rispettendo i ritmi del corpo previsti dal Creatore, non solo è lecito, ma doveroso se non si è in grado di provvedere loro.

            • Leonardo ha detto in risposta a Titti

              “bisogna avere rapporti sessuali “aperti alla vita” quindi con lo scopo unico di prolificare, indipendentemente dalle condizioni economiche e sociali, tanto poi ci pensa la “provvidenza”.”

              Questo è tratto dal libro “Titti ci racconta quello che crede della Chiesa Cattolica – Vaneggiamenti di chi commenta cose mai lette” ?

              sei abbastanza distante dalla realtà dei fatti.

              • Titti ha detto in risposta a Leonardo

                Se si accettano solo i metodi naturali in quanto “aperti alla possibilità di una eventuale gravidanza” di cosa stiamo parlando? O sono io che mi stò inventando tutto?

                • unafides ha detto in risposta a Titti

                  Sei tu che ti stai inventando tutto

                  • Titti ha detto in risposta a unafides

                    Direi proprio di no, vai a leggerti le risposte su questi quesiti date sul sito degli “Amici Domenicani”. Inoltre è prevista, sì, l’opzione di potersi comportare in modo “responsabile” nel caso ci siano GRAVI problemi che suggeriscano ai coniugi di osservare un determinato periodo in cui si astengono dal cercare di procreare, seguendo o il ciclo femminile della fertilità (cosa piuttosto complicata, e non così efficace, basta andare a vedere l’indice Pearl), o l’astinenza sessuale.

                • domenico ha detto in risposta a Titti

                  I metodi naturali hanno dato ottima prova in un paese come l’India con “pregnancy rate approaching zero”
                  http://www.bmj.com/content/307/6906/723

                  Purtroppo i loro ‘difetti’ ovvero la gratuità e la mancanza di complicazioni non sembrano renderli apprezzabili dai promotori della contraccezione chimica.

                  • Emanuele ha detto in risposta a domenico

                    …parole sante!

                    I metodi naturali non solo sono senza effetti collaterali ed efficaci quanto (e forse più) degli altri contraccettivi (chimici e meccanici), spesso usati senza neppure sapere come funziona in ciclo mestruale e la fecondazione.

                    I metodi naturali sono inoltre molto semplici da usare (sono stati proposti in vari paesi in via di sviluppo con ottimi risultati, basta saper contare fino a tre!). Si basano infatti sulla percezione del proprio corpo da parte della donna… cosa che tutte possono fare! (comprese donne con cicli irregolari, in allattamento, in pre-menopausa, etc.)

                    Inoltre, sono GRATUITI! Ed insegnati GRATUITAMENTE! …certo fanno poco gola a industrie farmaceutiche e politici corrotti pronti a fare quattrini speculando sulla salute delle donne… che sia per questo che i giornali, compresi quelli “liberi”, ne parlano così poco?

                    Aggiungo poi quanche studio sui tassi di successo di questi metodi:

                    http://www.woomb.org/bom/trials/index.html

          • domenico ha detto in risposta a Emanuele

            siccome proprio ieri pomeriggio mi è capitato per caso di vedere la trasmissione della D’Urso che affrontava l’argomento con il solito schema di parte che vedeva la signora Rosita Celentano sormontare con l’appoggio del pubblico gli avversari con l’argomento ‘voi siete i cattivi che vogliono tenere i poveri bambini in orfanotrofio’ vorrei dire:

            Italia: da noi gli orfanotrofi non esistono più da anni.
            “Va anche precisato che QUASI TUTTI i 15 mila minori ricoverati in istituti e in comunità nel nostro Paese non sono in stato di adottabilità e quindi non sono adottabili.”
            http://www.anfaa.it/approfondimenti/adozione_una_prima_informazione/adozione_di_minori_italiani_la_situazione_attuale.html

            Per questo le famiglie italiane sposate sono in lista d’attesa e ricorrono all’adozione internazionale.

            2) Estero: nessuno dei paesi poveri in via di sviluppo dove ci sono bambini da adottare permette l’adozione alle coppie gay perchè in quei paesi si applicano le loro leggi e non le nostre. Se anche in Italia fosse permessa l’adozione gay questo non darebbe nessun diritto sui bambini di altri paesi.

            3) Queste persone dovrebbero smettere di nascondere quella che è una guerra culturale dietro il bene dei bambini che se volessero veramente tutelare potrebbero farlo già oggi (affidamento, adozione di disabili, adozioni a distanza).

    • Roberto Dara ha detto in risposta a domenico

      Forse perché in Italia l’adozione alle coppie gay non è consentita e temevano quindi un braccio di ferro con le autorità italiane quando rientravano con il bambino adottato? Dico forse, io se fossi nella loro situazione temerei ciò, poi può darsi che non lo hanno pensato.

      • domenico ha detto in risposta a Roberto Dara

        un single o una single in Italia possono adottare un bambino in particolari situazioni come un disabile.Come mai non hanno pensato a questa possibilità?

        • Emanuele ha detto in risposta a domenico

          …no, quelli li lasciano al Cottolengo, se no come fanno ad accusare la Chiesa di speculare sul dolore altrui…

          • manuzzo ha detto in risposta a Emanuele

            semplice: la Chiesa (come molte altre religioni) con la sua predica “infesta” la loro sfera sessuale ricordando quale sia la natura del sesso. Tutto il resto è una reazione froidiana in difesa dei sogni erotici del sè infantile. Scuse sull’anello del papa sono esempi paradigmatici.

    • Pelide Achille ha detto in risposta a domenico

      Magari sarebbero dovute diventare cittadine olandesi prima di poter fare ciò :/ mentre la visita in una clinica per la mera fecondazione dubito preveda tale prerequisito.

      • domenico ha detto in risposta a Pelide Achille

        come ho scritto: “In Olanda è consentita infatti l’adozione alle coppie gay straniere”.

      • Emanuele ha detto in risposta a Pelide Achille

        …infatti, si sceglie la via più facile e breve, non la più giusta…

        Lo stesso criterio, se ben ci pensa, giustifica tutta una serie di pratiche simili:

        Aborto: pochi minuti contro anni ed anni di fatiche e dedizione.
        Eutanasia: un’inizione contro mesi/anni di cure mediche costose ed impegnative.
        Divorzio: pochi mesi contro “per tutta la vita, nella gioia e nel dolore, nella salute e nella malattia”.
        Fecondazione in vitro: pochi giorni, contro gli anni necessari per ottenere un’adozione

        …e via dicendo…

  4. odoardo ha detto

    Embe che vi frega mica siete femministi no ?

    • Laura ha detto in risposta a odoardo

      No, no. Ci piace soltanto sottolineare le contraddizioni continue di Roberto Dara, degli omosessualisti e delle Femen.

      • odoardo ha detto in risposta a Laura

        e allora? e se anche? e chi siete voi? i guardiani della logica ? nel 2013? ah ah
        a me pare che voi abbiate soltanto e semplicemente un serio problema ad accettare chi non la pensa come voi. leggere questa robaccia,tra articoli e commenti,sembra un compendio della miseria morale e intellettuale.mah.

        • Laura ha detto in risposta a odoardo

          Ma quale differenza c’è tra esprimere la propria opinione e non accettare chi non la pensa come noi? Perché io vedo un articolo in cui si esprime la propria opinione e vedo un esaltato di nome odoardo che non accetta che qualcuno possa esprimere la sua opinione e si mette a sbraitare ed insultare nei commenti. A che gioco stiamo giocando caro il mio odoardo?

          • odoardo ha detto in risposta a Laura

            basta scorrere i vostri articoli per vedere chi ha bisogno di insultare. e spesso insultate persone,non idee. ma a che serve parlare ? siete una ridicola minoranza di intolleranti e di ignoranti. continuate pure a diffondere la”vera” evoluzione…la “vera” scienza…la “vera” morale..
            a tutti gli altri ricordate tanto quel papa tanto infervorato contro il comunismo in polonia quanto amichevole nei confronti dei dittatori sudamericani.
            lo capiscono tutti, “a che gioco state giocando “.

  5. edoardo ha detto

    Ci penseranno gli extracomunitari immigrati dal Terzo Mondo a spazzare via le follie di un Occidente allo sbando ed incapace di trovare la via.
    Diritto di voto agli extracomunitari residenti e lavoratori regolari in Italia da un tot di anni, e cittadinanza ai figli degli immigrati nati su suolo italiano !!!!!
    Bisogna ringiovanire questa nazione di matusa rimasta arretrata al 68 !!
    Diritto di voto agli immigrati regolari lavoratori !
    Già in alcuni centri costituiscono un quarto/un quinto della popolazione residente, e acquistano appartamenti, mentre “noi” pensiamo alle adozioni di quella minima percentuale di quel 2% di popolazione omosex.
    Loro sono famiglie di uomini e donne e lavorano e “mettono là” senza grilli per la testa, e riscattano le case dove abitano o ne acquistano di nuove.
    Eccola l’Italia futura!

    • angelo ha detto in risposta a edoardo

      Effettivamente se la società non lo capisce prima, saranno gli extracomunitari islamici, cinesi e indiani a riportare purtroppo con la forza le cose come stavano prima. La nostra società piena di gay e abortisti si ritroverà tra vent’anni con un’età media triplicata.

  6. StefanoPediatra ha detto

    Certo, ci sono madri che sono costrette a tirare su i figli da sole perchè ragazze madri o separate o vedove. E ci sono anche padri nella stessa situazione. Certo, tutti fanno del loro meglio e certamente in molti casi riescono anche ad ottenere buoni risultati. Ma questa non è comunque la condizione migliore per un bambino.

    Ogni bambino ha bisogno di un padre che faccia il padre e di una madre che faccia la madre. Ha bisogno di un genitore maschio (cioè fatto anatomicamente come i cromosomi XY prevedono che sia fatto ma anche con testa, approccio, sentimenti e ragionamenti da maschio) e di una genitrice femmina (con tutto ciò che i cromosomi sessuali XX prevedono che ci sia in una femmina ma anche con testa, approccio, ragionamenti e sentimenti da femmina). Ho conosciuto diversi figli di vedovi/vedove o di separati e posso assicurarvi che questi bimbi cercano di “rimpiazzare” il genitore mancante identificandolo in uno zio/a, nonno/a a seconda dei casi e quando disponibile. Ma non ho mai conosciuto un orfano cercare una seconda mamma o un secondo papà. Non lo fa perchè ha bisogno di un papà e di una mamma.

    Non capisco come gli stessi che sostengono il diritto di poter sempre scegliere di poter essere ciò che ci pare e piace dimentichino che questo diritto lo hanno anche i bambini: il diritto di scegliere come essere da grandi, se assomigliare al padre o alla madre, se identificarsi nell’uno o nell’altra (il che, se non ci sono disfunzioni nella famiglia, nella stragrande maggioranza dei casi, statisticamente parlando, porta a bimbi che si identificano nel genitore dello stesso sesso e a bimbe che si identifichino nelle genitrici femmine).

    Diamo ad ogni bambino, naturale o adottato che sia, un genitore maschio ed una genitrice femmina che si comportino l’uno da padre e l’altra da madre e non impongano a quel figlio la falsa libertà di scegliere tra due non opzioni: che parametri può avere un bambino per fare una scelta consapevole se ha due madri o due padri, se viene vestito un giorno con la gonna e l’altro coi pantaloni, o con i pantaloni sotto la gonna, se in casa e a scuola sono vietati pronomi e aggettivi “sessualmente connotati” come maschili o femminili?! Non confondiamogli le idee fin da quando è ancora in fasce; lasciamolo libero di scegliere a chi assomigliare. Ma libero davvero, e di scegliere davvero, non per finta: scopriremo che, a prescindere dalla scelta che quel bambino farà, intanto sarà almeno una scelta vera e non un’imposizione di fatto (un plagio) mascherata da scelta. E scusate se è poco.

    Omofobia? no, semplice logica. E adesso… apriti cielo!

  7. Vincenzo ha detto

    A parte la questione psicologica, che è comunque naturalmente della massima importanza, come risulta dai commenti di cui sopra, occorre evidenziare come la fecondazione eterologa (vale anche nel caso delle coppie eterosessuali) porti conseguenze negative nella futura vita da adulto del figlio. Chi potrà mai essere sereno non sapendo chi è il proprio padre biologico? Il figlio viene derubato di parte della sua personalità. E tutto ciò x assecondare il “diritto” (?) ad avere un figlio da parte di una coppia sterile che si rivela formata da due persone fortemente egoiste.

  8. Paolo Viti ha detto

    Ringrazio Massimo Zambelli per questo articolo, un’ottima riflessione!

  9. Gibbì ha detto

    Natura o cultura?
    Il grande, drammatico guaio di una certa modernità occidentale che si autodefinisce “progressista” sta nell’aver eliminato il primo termine a favore del secondo.
    Ognuno di noi è legato indissolubilmente ad un “destino biologico” fatto di nascita, sesso, caratteristiche endocrine, possibilità fisiche, invecchiamento e morte.
    Pensare che tutto questo possa essere annullato dai condizionamenti e dai ricondizionamenti culturali è quel germe di follia che ci sta portando al nichilismo ed all’infelicità collettiva.
    Di cui suicidi, psicosi, consumo di psicofarmaci e di droghe, follie criminali e imbarbarimento sociale non sono altro che il sintomo esteriore.
    Di tutta questa melma possiamo ringraziare quella certa idea di progresso che passa sotto il nome di costruttivismo culturalista.

    • edoardo ha detto in risposta a Gibbì

      Io la vedo un po’ più in là di te.
      Il cancro di queste ultime generazioni è che da quando aprono gli occhi non vedono altro che “civiltà”, stupida gretta civiltà.
      Quartieri di città, strade, traffico, giardinetti pubblici, gli unici animali che conoscono sono il cagnolino, il gattino di casa (animali denaturalizzati per costringerli a vivere in appartamenti dove per vedere il cielo devono uscire sul balcone).
      Una volta in Italia c’erano cafoni, burini, campagnoli con le scarpe infangate, e i bambini giocavano sulle corti davanti casa in mezzo alle galline che razzolavano beccando vermetti e lasciando parte di sé davanti ai gradini di casa.
      Una volta c’era il buon odore dolciastro del letame che fermentava, e crescevi in mezzo agli animali, imparavi ad accettare la vita e la morte come eventi ineluttabili, vedevi le gatte partorire e le galline tirargli il collo, i genitori lavorare e lavorare e lavorare, e imparavi un’enciclopedia di cose, un mondo enorme ed infinito.
      Dicono che quella era ignoranza e questa civiltà.
      Dicono che quelli sono arretrati e gli inurbati sono progrediti.
      Fin da bambino vedevi i galli e le galline, il coniglio e le coniglie, i gattoni e le gatte e così via.
      Crescevi guardandoli, e da adolescente guardavi come si accoppiavano, poi vedevi le pance crescere e, d’improvviso, una mattina settimane dopo, vedevi i gattini, i coniglietti, gli anatroccoli, le paperette, seguire la femmina grande.
      Poi guardavi tua mamma, e capivi la somiglianza.
      Guardavi il babbo che tornava a casa con la camicia annodata all’ombelico tutta sudata, e le mani unte di olio di trattore, e riccioli di segatura attaccati alla lana del maglione.
      E capivi che era grazie a quelle mani unte, a quei trucioli di segatura attaccati alla lana che sei mesi l’anno la mamma aveva roba da mettere nella stufa…..
      Questa crisi è BENEDETTA, perché ci fa tornare ad essere uomini.
      Mi dispiace per chi crede che il benessere degli anni 70-2000 possa continuare all’infinito, perché la realtà per lui sarà come svegliarsi da una sbornia.
      Il “progresso” è finito, il boom economico è morto e seppellito, retaggio di un passato sempre più remoto.
      Se vogliamo sopravvivere e salvarci, torniamo ad essere “incivili”.
      Altro che le cazzate!
      I bambocci saranno costretti dagli eventi ad aprire gli occhi: la “civiltà”, la “cultura” del sei quel che vuoi e fai ciò che vuoi, si sta sbriciolando!
      Aspetta qualche anno e cerca un lavoretto. Cerca, cerca!
      E preghino Dio che saranno ancora aperte le mense Caritas, e gli alloggi Caritas, perché ne avranno bisogno: l’inverno è freddo, e la pancia ha da essere riempita 365 giorni l’anno; non si ferma nemmeno a Ferragosto.

      • Luigi Pavone ha detto in risposta a edoardo

        Edoardo, leggendo il tuo commento non posso non toccarmi … ci siamo capiti. La mia generazione è probabilmente la generazione dei bambocci, ma quella l’ha preceduta — a cui tu appartieni? — è stata quella dei predoni, che oggi sono lieti di tornare a essere uomini, dopo però che si sono costruiti coperte e pantofole, ai danni delle generazioni future. Spero, e magari prego, che le mense della Caritas facciano bancarotta nel giro di qualche anno 🙂

        • edoardo ha detto in risposta a Luigi Pavone

          Predoni di cosa? Ma come cavolo ti permetti queste insinuazioni?
          Generazioni di lavoratori con i calli alle mani era.
          I calli alle mani, unte di morchia e la camicia bagnata di sudore.
          Capisci il significato di quest’ultima frase? Lo capisci?
          Sono venuti i politici schifosi, hanno detto che c’era il boom economico, abbandonaste case e campi, andate in città, che lì avrete tutto, un lavoro VERO, nell’industria.
          Leggi le notizie oggi: l’ISTAT, calo dell’industria dal 2008 ad oggi: -25%.
          Capisci? Il venticinque per cento in meno.
          E per questa cloaca infame milioni di italiani hanno abbandonato le loro case e i loro campi.
          Per questo inferno?
          Ma che venga davvero un accidente che mandi il sistema a panza all’aria.
          Ed è proprio quello che sta succedendo !!!!!!!!!!!!!!

        • edoardo ha detto in risposta a Luigi Pavone

          ..ah, dimenticavo. Le mense ed alloggi Caritas non possono fare bancarotta.
          Non possono che aumentare, dal momento che la povertà è in aumento.
          Se fossero quotate in borsa, sarebbe un investimento assicurato.
          E frequentate da Italiani più che stranieri.

      • edoardo ha detto in risposta a edoardo

        …e intanto gli immigrati ve la fanno sotto il muso.
        In fin dei conti Darwin aveva ragione: le selezione della specie.

  10. Eaglet ha detto

    Io ho vissuto questa schizofrenia di cui si parla nell’articolo.
    Purtroppo i miei genitori non sono stati esattamente il top come genitori. Non si sono “coordinati” molto bene nei loro ruoli. Così che mentre mia madre era quella severa e rigida, che dettava le regole, mio padre era quello più tenerone e giocherellone.
    L’ho molto semplificata, ma il risultato è che ho difficoltà a relazionarmi con le donne, carenza di autostima e tendenza alla depressione.
    Il padre deve essere quello che primariamente dà le regole, che dà una spina dorsale ai figli, sicurezza in se stessi. La madre primariamente deve dare la dolcezza, trasmettere la gioia di vivere.
    Madre rigida e fredda trasmette depressione. Padre tenerone e mollaccione trasmette insicurezza.

    Ogni bambino ha diritto non solo ad avere un padre e una madre, ma anche che questi abbiano gli strumenti necessari per fare i genitori.
    Ma se in una coppia etero la questione dei genitori è tanto delicata, figuriamoci in una coppia omo, dove non c’è proprio possibilità di avere i due ruoli di padre e madre ben distinti!

    • Titti ha detto in risposta a Eaglet

      Non ti viene in mente che ogniuno ha un proprio carattere, che sfugge agli stereotipi comuni? Forse dobbiamo smetterla di attribuire forzosamente ai due sessi caratteristiche prestabilite, e renderci conto che un individuo è un carattere a sè stante, indipendentemente dalle etichette che gli cuciono addosso. Se tua madre aveva un carattere forte, avrebbe dovuto fingere una mollezza che non le si addiceva?

  11. cabellen ha detto

    Caspita, i commenti di oggi presentano un cocktail di naturalismo e luddismo che è roba piuttosto forte.
    Uomini di molta fede, mi sembra un fatto singolare che il vostro monoteismo debba oggi propagandare il ritorno allo stato di natura e alla semplice materialità dell’esistenza, quando per secoli avete stigmatizzato il corpo tentatore e ingannatore e avete predicato il distacco dalle cose terrene di questa illusoria vita di passaggio.
    In realtà l’antropologia cristiana, come tutti i sistemi etici, non è altro che una costruzione culturale con un suo definito percorso storico. Ci sono state culture primordiali in cui la donna era considerata una bestia da soma. Non si vede perché l’idea cristiana di famiglia debba oggi assumere un valore sacro e inviolabile. E’ del tutto improbabile che le identità sessuali e genitoriali vadano incontro a importanti revisioni, ma un concetto di famiglia che si allarghi ad altre forme di convivenza non sembra davvero nuocere ad alcunché.

    Sul discorso dell’omogenitorialità ho anch’io dei dubbi. Per accettare la cosa vorrei avere maggiori garanzie che la psiche del bambino non abbia a soffrire di una situazione anomala rispetto a quella che vivono i suoi compagni.

    P.S. il pezzo forte del post di Zambelli è naturalmente la finissima analisi sociologica contenuta nella canzone di Nilla Pizzi e Maria Giovanna Elmi, praticamente una parola definitiva sulla condizione femminile di oggi e di sempre.

    • Gibbì ha detto in risposta a cabellen

      Stato di natura e natura umana sono due cose completamente diverse che lei, baldanzosamente, spaccia come sinonimi.
      Lo stato di natura non prevede delimitazioni morali necessarie e funzionali alla coesistenza; la condizione umana, che non è quella delle bestie, invece sì.
      Non sarebbe difficile capirlo.
      Di più.
      Nonostante i toni forti, l’utente edoardo ha messo in evidenza qualcosa che a molti dispiace osservare ma che mi trova sostanzialmente d’accordo.
      La caduta verticale del valore dell’autenticità in quel nostro mondo, sempre più plastificato e artificiale, che arriva persino a negare le differenze sessuali per compiacere i teorici dell’antropologia culturalmente costruita.
      Quella che vorrebbe essere l’antidoto all’antropologia cristiana che, secondo queste bislacche e stralunate interpretazioni, sarebbe un costrutto ideologico (una “falsa coscienza” la definì Carletto Marx).
      Ecco, lei si tenga stretto stretto il suo carletto e il suo costruttivismo che io mi tengo strette la mia autenticità e la mia natura.
      Con buona pace di tutti e due.

    • Harry Burns ha detto in risposta a cabellen

      la sua antropologia invece è fuffa.
      lei non ha capito una fava ne dell’antropologia cristiana ne della genitorialità.
      ed evidentemente nemmeno della psiche del bambino.

      • edoardo ha detto in risposta a Harry Burns

        Secondo te quale percentuale di quegli intellettuali ha figli?
        Confrontala con la percentuale di operai, lavoratori e gente comune.
        E in ultimo, con quella degli extracomunitari che sono riusciti ad avere un lavoro.
        Chi avrà maggior peso nel mantenere un domani questa nazione disgraziata, i figli degli intellettuali o quelli di tutti gli altri?

        • Harry Burns ha detto in risposta a edoardo

          dice a me edoardo?

          • edoardo ha detto in risposta a Harry Burns

            Si, Harry, rispondevo a te, perché avevi intavolato il tema della genitorialità, bellissimo tema.
            Corroboravo il tuo intervento, che…ma indovina un po’…condivido in toto.

            (Avevo scritto in pieno, poi ho riscritto in toto, alla latina.
            Va’, poi dice che dalla boccaccia mia escono altro che gnoranzità – la mia moglie me dice così -).

            • Harry Burns ha detto in risposta a edoardo

              ah ok.. non capivo.. m’era sembrato quasi un j’accuse…sorry!

              toto? quelli di Africa? 😀 😀 😀 😀

    • enrico ha detto in risposta a cabellen

      @ cabellen

      “Uomini di molta fede, mi sembra un fatto singolare che il vostro monoteismo debba oggi propagandare il ritorno allo stato di natura e alla semplice materialità dell’esistenza, quando per secoli avete stigmatizzato il corpo tentatore e ingannatore e avete predicato il distacco dalle cose terrene di questa illusoria vita di passaggio.”

      Vede cabellen, le sue affermazioni dimostrano come il cristianesimo, resti un mistero incomprensibile per coloro che vi si approcciano con fare inquisitorio.
      Appare paradossale l’affermazione che il cristianesimo abbia stigmatizzato il corpo tentatore e ingannatore, quando in realtà esso afferma che è il tempio dello Spirito Santo, paradossale dopo aver considerato che si è opposto alla visione di certe eresie, come i catari, che consideravano malvagia la materia ed il corpo una prigione per lo spirito.
      Paradossale che si affermi il distacco dalle cose terrene senza considerare che l’accidia è un peccato capitale 0 l'”ora et labora” di S benedetto da Norcia.
      Semmai insegna ad onorare e rispettare il corpo e a non vedere le cose terrene come il fine ultimo dell’essere umano.

      • Emanuele ha detto in risposta a enrico

        Ha ragione, è incredibile che dopo secoli certe eresie continuino a circolare…

        E pensare che i Greci deridevano i primi cristiani chiamadoli “quelli che amano il corpo”, in antitesi della visione del corpo come prigione dello spirito.

        Il problema è che ci sono ancora certi sedicenti teologi che leggono un passo di Paolo, completamente decontestualizzato, e pensano di aver capito il senso profondo di tutte le Scritture… In realtà, non hanno capito nulla… Ma molti ci abboccano.

    • enrico ha detto in risposta a cabellen

      @ cabellen

      Senza considerare che fra un cristiano ed un ateo materialista chi dovrebbe affermare che la vita è illusoria è ragionevolmente il secondo.

    • Paolo Viti ha detto in risposta a cabellen

      Se c’è qualcuno che ha amato le cose terrene è stato il cristianesimo, tanto che il Dio cristiano si è fatto Lui stesso materia.

      Sul resto del tuo commento non c’è nulla di interessante, retorica, qualche sofismo, nessuna spiegazione, condanne varie. Va beh, alla prossima.

  12. edoardo ha detto

    Leggete questo articolo, tutto, e soffermatevi in particolare in quella sezione intitolata “E il secondo?” :

    http://www.tempi.it/il-vescovo-di-trieste-accusato-di-essere-razzista-e-omofobo-dallarcigay-sono-rimasto-confinato-in-casa#.URVs6qdd7IU

    Attendiamo la notte dei cristalli contro i cattolici e tutti coloro che non si adegueranno al nuovo ordine.
    Secondo me questo non è che l’inizio, e si arriverà alla persecuzione.
    Io prevedo questo.

    • EquesFidus ha detto in risposta a edoardo

      Monsignor Crepaldi ha tutta la mia stima: ecco un arcivescovo che non teme e che risponde in maniera schietta ed efficace, infischiandosene del politicamente corretto, delle ideologie o dei politici. A lui va tutta la mia stima ed il mio supporto.

      • edoardo ha detto in risposta a EquesFidus

        Io non so…però bisognerebbe che noi cattolici ci organizzassimo a creare una rete di supporto per quando veniamo fatti oggetto di linciaggio mediatico come in questo caso.
        Almeno vendiamo cara la pelle.
        Non si può stare lì fermi come degli ignavi.
        Giustamente Dante ha messo gli ignavi fuori dall’inferno.

  13. Una notazione per chi attribuisce la “liquidità” dei generi sessuali moderni alla modernità stessa: niente di nuovo sotto il sole, in realtà si tratta di vero satanismo. Date un’occhiata a qualche video di marylin manson: non troverete omosessuali, ma ANDROGINI. La differenza sessuale è talmente importante nella creazione e dunque per le nostre personalità, che il demonio ha tra le sue migliori espressioni di ribellione contro la creazione, proprio quella di annullare questa differenza. La modernità è in realtà costruita sul sistematico recupero di sapienze ed esoterismi gnostici pre-cristiani (ciò vale anche per la scienza moderna), rinati alla corte medicea di Firenze (Accademia Neoplatonica di Marsilio Ficino) e poi esportati in tutta europa.

    • edoardo ha detto in risposta a a-theòs=a-éthos

      Concordo totalmente per quel che riguarda marilyn manson.
      Avrai senz’altro fatto caso anche al fatto che in un video di quello lì si vedono anche dei bambini fetali uccisi e conservati in boccioni di formalina.

    • Gibbì ha detto in risposta a a-theòs=a-éthos

      Ne parlavo giorni fa con degli amici: – se dovessi immaginare l’inferno non lo descriverei come un luogo di dolore fisico ma di dolore spirituale e perciò lo immaginerei come assoluto disordine e illogicità, dove nulla ha una causa e nulla è un effetto -.
      A pensarci bene uno scenario simile sarebbe tanto estraniante e straziante per l’animo umano da sconfinare nell’aberrazione assoluta.
      I miei amici sono rimasti pensierosi e ci siamo tenuti dentro questa inquietudine.
      Non so se questo possa definirsi satanismo ma da cattolico non praticante sono convinto di una cosa.
      La negazione di un ordine naturale universale, se spinta sino a certi eccessi, è la negazione stessa di Dio.
      E dove Dio viene negato rimane solo il buio dell’anima.

      • Gab ha detto in risposta a Gibbì

        si ma la negazione di Dio significa l’affermazione del diavolo … il “vuoto” viene riempito subito .. da altro

      • edoardo ha detto in risposta a Gibbì

        …e ti rispondo dicendo che impressione danno a me tutte queste libertà terrene che propagandano in modo così assillante le persone che conosciamo bene, nostro malgrado (e mi riferisco a cose terrene, non ultraterrene su cui non mi addentro in quanto che ci penserà una Giustizia incommensurabilmente superiore a quella mia):
        spero che abbiate visto il film fantasy “Conan il Barbaro”, un successo cinematografico di qualche anno fa.
        In una parte del film si vede Conan (Schwarzenegger) e due amici guerrieri che lo accompagnano all’interno del covo del tremendo Thulsa Doom (James Earl Jones) all’interno della montagna.
        Nascosti, assistono ad una scena di orgia in cui i piaceri sfrenati trovano libero sfogo: sesso, violenza, ottundimento indotto da narcotici, si cibano di una brodaglia repellente che in seguito si scoprirà fatta con carne umana e che gli adepti della setta, intontiti ed imbambolati, considerano una prelibatezza, e via discorrendo.
        Nascosti dietro una roccia i tre guerrieri attendono il momento propizio per intervenire, e appena vedono quelle schifezze e l’atmosfera di languore vizioso, si guardano tra di loro inorriditi e uno (non ricordo se Conan o l’altro asiatico) dice:
        MA…E’ QUESTO IL LORO PARADISO ?????

        Ecco, mi fanno la stessa impressione.
        Questo non vuol dire, però, non riconoscere dignità e diritti alle persone di cui non condividiamo le idee.
        Un po’ come chi vuole le droghe libere.
        Se le usi e non ti va di sbatterti e rischiare guai giudiziari ed invischiarti con la malavita, non hai alcun diritto di liberalizzarle e renderle accessibili a qualunque ragazzino per rovinarlo e farlo diventare come te, che hai la logica perversa del “mal comune, mezzo gaudio”, ed ogni nuovo drogato è un loro successo ed un motivo di vanto per loro.
        Il suicidio morale reca inscindibilmente alla distruzione della vita ed a creare un inferno sulla Terra, come se non ce ne fosse già abbastanza di suo!!

  14. Massimo ha detto

    X cabellen
    Vorrà dire qualcosa il fatto che proprio nel multiforme panorama delle culture tradizionali e dei loro sistemi etici e giuridici, che dici costruiti culturalmente, non sia mai presente (a mia conoscenza) il matrimonio gay, e men che meno l’adozione…

    Sul rapporto tra cristianesimo e corpo ha risposto bene Enrico.

    Volevo poi rassicurare che mentre riportavo la frase della canzone di Nilla Pizzi sorridevo molto, anche per la concomitanza che la Nilla è mia stimata (un pò di patriottismo) compaesana. C’è poi il piccolo giallo se sia la Ruta ad avere duettato con la cantante bolognese, come affermato nel suo sito internet e su Wikipedia, oppure, come sembra dall’ascolto del brano, se sia stata Maria Giovanna Elmi, come ho suggerito nell’articolo originale del blog e come cabellen ha scritto. Forse la Ruta ha inciso con la Nilla una versione precedente al disco “Insieme… si canta meglio”, oppure non voleva che a figurare nel proprio curriculum fosse la sola canzone Ambarabà, un vero must del kitsch.

« nascondi i commenti