Ma perché Margherita Hack continua a credere a Babbo Natale?


 
 
di Umberto Fasol*
*preside e docente di scienze naturali in un liceo scientifico

 
 
 

Il tema della ricerca di Dio è sempre più attuale.  Nonostante l’immensa pervasività del mondo economico-finanziario nella vita di tutti i giorni, la domanda di senso affiora e fa capolino ovunque, così come la parietaria cresce tra i fitti sassi del muretto non appena può, cioè appena trova un po’ di terra tenera. La natura dell’uomo, infatti, è rapporto con l’infinito e il valore dello spread di oggi la lascia assolutamente indifferente.

Margherita Hack sembra avere idee chiare su questo tema.  Recentemente, invitata all’Istituto religioso Euromediterraneo, ha ribadito la sua posizione: “L’idea di Dio nasce per spiegare ciò che la scienza non sa spiegare. La scienza dice cosa sono le stelle, come funzionano. Sappiamo ricostruire un album di famiglia dell’universo ma non sappiamo dire perché sia fatto così.  Ed ecco che è stato inventato Dio.  Dio è comodo, troppo comodo. Ma è un’idea infantile, come Babbo Natale”.  A seguire i soliti applausi.  Non si sa perché. Vorrei analizzare la sua tesi, ormai logora,  proponendo prima un paio di questioni e poi una riflessione.

Inizio con la prima domanda: “perché mai gli uomini, vedendo che continuano a scoprire cose nuove, una dopo l’altra, dovrebbero inventarsi un Dio Creatore di tutto, piuttosto che attendere fiduciosi i prossimi successi della Scienza?”. Se, cioè, abbiamo chiarito cosa sono le stelle, se abbiamo descritto la loro reazione termonucleare, se ancora siamo in grado di metterle in fila, dalle nebulose ostetriche alla sequenza principale, dalle giganti rosse alle nane bianche (“l’album di famiglia dell’Universo”) perché mai l’uomo moderno, colto e tecnologico, non dovrebbe sedersi soddisfatto e dire a se stesso: andiamo avanti così, di scoperta in scoperta, senza farci illusioni? Non c’è una contraddizione tra la gratificante sequenza di scoperte e l’intuizione di Dio?

Se dunque gli scienziati (Newton, Copernico, Keplero, Einstein, Mendel, Maxwell, Fermi, Rubbia, Zichichi, Rossi, Canobbio, ecc…) formulano l’ipotesi di Dio, lo fanno in un contesto di conoscenze e non di ignoranze.  Avranno i loro motivi per farlo: perché ritenerli tutti bambini incapaci di parlare e di pensare? La cosa deve far riflettere perché porta a conclusioni opposte a quelle riferite dalla Hack: sono le nostre scoperte che ci avvicinano a Dio e non il nostro bisogno di capire.

Proseguo con un’altra domanda. “E’ un’idea infantile…” dice la Hack, ma, mi chiedo: “Tra le due ipotesi: il Mondo inventato da una Mente Superiore e il Mondo fattosi da solo, qual è la favola più grande?”. Altro che Babbo Natale!  Quello almeno porta i doni ai bambini per stupire e diffondere gioia, ma… un Mondo Ordinato che sorge spontaneamente dal nulla e che si evolve in 13,7 miliardi di anni formando il lago di Garda e le Dolomiti, le barriere coralline e il tramonto sul mare, gli occhi dei bambini e il genio di Mozart, i fiori del campo e le sequoie giganti della California, il ciclo dell’acqua e la fotosintesi clorofilliana…credere che tutto questo si sia fatto da solo non è infinitamente più folle di tutte le nostre fiabe?  Come si fa a pensare che anche solo una delle nostre cellule possa autoassemblarsi a partire da miliardi di molecole possibili con altrettante infinite combinazioni?

Concludo ora con la riflessione. Dio è la spiegazione necessaria di ciò che esiste così come esiste. La complessità irriducibile dei fenomeni materiali che la Scienza descrive trascende a tal punto la natura dei suoi costituenti da richiedere una Finalità ordinatrice e causale, pena la contraddizione. In parole semplici: la retina e il cristallino non vedono, ma l’occhio collegato al cervello sì. Perché mai l’occhio dovrebbe essere fatto così com’è e per di più collegato al cervello, quando le combinazioni possibili dei suoi “pezzi” sono molteplici ed equiprobabili? Da quali proprietà cellulari dovrebbero mai scaturire queste architetture complesse e scelte tra tutte le possibilità? Insomma: le componenti della vista possono darsi da sole ciò che non hanno?

E ovviamente l’esempio dell’occhio è certamente quello più sfruttato nelle letteratura classica ma si tratta solo di un particolare; si pensi ai cicli della biochimica cellulare, si pensi alla relazione tra la respirazione e la fotosintesi, si pensi ad ogni singolo apparato del nostro corpo o alle reti ecologiche, o ancora a tutta la sinergia dell’intera biosfera. La Scienza contemporanea avvicina sempre di più la ragione indagatrice all’ipotesi di una Mente superiore nella misura in cui svela un’organizzazione della materia “fine tuned”, che non può darsi da sola per il semplice fatto, scontato, che i protoni, i neutroni e gli elettroni non sono intelligenti.

Dio è l’intuizione della mente di fronte all’intelligenza della materia che, inizialmente uniforme, infinitamente densa e calda, si è raffreddata lentamente, si è espansa in modo controllato, si è organizzata in galassie e pianeti e, su uno di questi, la Terra, un punto azzurro e caldo immerso nel gelido spazio, è diventata il sorriso e il pianto del neonato, che ci intenerisce e ci fa toccare il Suo Mistero. La materia primordiale, fatta di particelle subatomiche e governata dalle quattro forze fondamentali, si arricchisce progressivamente di qualcosa che non ha, l’ informazione, al punto tale da diventare cosciente.

Trovo che l’idea di Dio sia terribilmente adulta.  Frutto di sguardi, di pensieri, di ragionamenti, di sensazioni, di esperienze di bellezza e di progetto. Negare Dio coscienziosamente e a ragion veduta significa invece, per quanto capisco, precipitare tutta la realtà nel “non senso”. Verrebbe da ribaltare la posizione della Hack, affermando: “E’ troppo comodo rifiutare Dio come la spiegazione di ciò che non si sa”. L’idea di Dio, in effetti, continua ad intrigarmi, sia per ciò che so, che per ciò che non so. Vorrei concludere con le parole di Richard Swinburne, professore di Filosofia ad Oxford: “Io non nego che la scienza spieghi, ma presuppongo Dio per spiegare perché la scienza spiega.”

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105 commenti a Ma perché Margherita Hack continua a credere a Babbo Natale?

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  1. Pino ha detto

    adesso capiamo perchè nonna Margherita non ha superato la visita per rinnovare la patente.

  2. Enrico da Bergamo ha detto

    Già ip vorrei una spiegazione razionale, ovvero una serie di equazioni matematiche e chimiche, di come da un’ammasso di elemanti chimici si è formato il becco di un canarino.

  3. Ugo La Serra ha detto

    “Tra le due ipotesi: il Mondo inventato da una Mente Superiore e il Mondo fattosi da solo, qual è la favola più grande?”

    Direi senza dubbio quella della “Mente Superiore” fattasi da sola…

    • Alèudin ha detto in risposta a Ugo La Serra

      forse ancora non hai realizzato che l’eternità è assenza di tempo, un’istante, come un pounto che non ha dimensione ma due sole coordinate, non ha senso chiesersi quando si e formato, che si è fatto da solo, l’eterno non ha avuto inizio perchè è.

    • Ottavio ha detto in risposta a Ugo La Serra

      Chi ha creato Dio? I laicisti di oggi sono ancora incastrati su queste domande? Ragazzi, un po’ di rinnovamento non vi farebbe male…un consiglio: Tommaso D’Aquino ha già risposto nel 1200 😀

      • Ugo La Serra ha detto in risposta a Ottavio

        Che abbia dato una risposta, non vuol dire che quella risposta ci convince…anche quella in realtà sposta soltanto il problema.

        • Fabio Moraldi ha detto in risposta a Ugo La Serra

          Difficilmente può risultare convincente a gente che chiede il prelevamento del DNA dell’ostia consacrata per dimostrare scientificamente se Dio esiste o meno.

          Tommaso ha risposto in modo convincente ad una domanda sciocca: «Se dunque l’ente da cui una cosa è mossa è a sua volta mosso, è necessario che sia mosso da altro e questo da altro ancora: ma non si può così procedere all’infinito, perché allora non vi sarebbe un primo motore e per conseguenza non vi sarebbe nessun motore, in quanto i motori secondi non muovono se non sono mossi dal primo […]. Perciò è necessario giungere a un primo motore non mosso da altro: in esso tutti riconoscono Dio»

          Se gli ateisti ancora risultano non convincenti quando tentano di resuscitare la scemenza di “chi ha creato Dio?”, è perché non riescono a dimostrare che qualcosa può venire all’esistenza senza una causa o che l’universo esiste da sempre e non ha bisogno di una causa.

          E’ la tua ad essere una scappatoia per evitare l’ovvia conclusione. A meno che continuiate a credere a Babbo Natale…

          • Ugo La Serra ha detto in risposta a Fabio Moraldi

            …oppure che:
            1) il principio causa ed effetto non funziona per queste cose;
            2) la necessità (logica) non necessariamente comporta esistenza.

            in pratica, Tommaso ha solo aritrariamente terminato una catena infinita, in un posto della catena dove non si possono fare verifiche.
            In realtà, il paradosso della catena infinita ci dice soltanto che ragionare in quel modo non porta a nulla.

            • Pino ha detto in risposta a Ugo La Serra

              Per evitare di giungere a riconoscere la necessità di una prima causa non causata da altre, possono essere formulati due ragionamenti sofistici cioè due ragionamenti falsi ma presentati in modo da apparire veri: queste scappatoie sofistiche consistono nella cosiddetta spiegazione circolare e nella serie infinita.
              La spiegazione circolare è questa: per non arrivare alla prima causa, a chi mi domanda dove appoggia il bicchiere, rispondo che appoggia sul piatto e a chi mi domanda dove appoggia il piatto, rispondo che appoggia sul bicchiere.
              In realtà, così facendo, non fornisco alcuna spiegazione degli effetti che vedo perché sia il piatto che il bicchiere sono due enti destinati a rimanere senza appoggio, cioè senza causa.
              La serie infinita consiste nell’aumentare all’infinito il numero delle cose soggette al processo di causalità (aumentando, ad esempio, il numero dei pianeti o degli Universi che hanno bisogno gli uni degli altri) in modo da non arrivare mai alla prima causa.
              In realtà, così facendo, non fornisco alcuna spiegazione degli effetti che vedo perché, un numero anche infinito di pianeti o di – piatti – che hanno bisogno gli uni degli altri è come una catena fatta di tantissimi anelli che non trovano mai un primo appoggio, cioè una prima causa.
              Una serie infinita di cose o di eventi (infinità quantitativa o infinito numerico) tra essi dipendenti è una serie che non basta a se stessa e quindi non trova al suo interno la propria causa. Infatti, se ogni ente di una serie di enti ha autonomia zero, l’autonomia totale della serie è ancora zero dato che la sommatoria di infiniti termini tutti uguali a zero è zero matematicamente.

            • Fabio Moraldi ha detto in risposta a Ugo La Serra

              @La Serra

              1) Devi dimostrare che il principio causa ed effetto non funziona per queste cose. Altrimenti funziona perché tutto porta a dire che funziona anche “in queste cose”.

              2) Non è infatti una dimostrazione dell’esistenza di Dio. Ma ovviamente avendola riconosciuta tu come “necessità logica” ti sei contraddetto su quanto dicevi prima, ovvero che era una “favola”. Molto più logico questo che credere superstiziosamente nel divino caso per ogni cosa che esiste.

              • Ugo La Serra ha detto in risposta a Fabio Moraldi

                1) La logica non dice che tutto ciò che non è vero è falso, o viceversa. Le affermazioni non sono né vere, né false, fin quando non viene provata una delle due cose. E quando ciò non può essere provato, si dice che l’affermazione è indecidibile.
                Se tu assumi (arbitrariamente) che il principio di causa-effetto è applicabile alle realtà “macroscopiche”, allora la dimostrazione regge. Ugualmente, se postuli l’esistenza di un super-ente in grado di spezzare la catena delle dipendenze, come effetto otterrai la dimostrazione della validità del principio causa-effetto. Ma, come avrai notato, ci siamo imbattuti in una dipendenza circolare, che non ci consente di affermare nulla in merito.
                Quindi, se ti fa piacere, postula ciò che vuoi, ma sappi che lo stai facendo arbitrariamente.
                2) la logica è un prodotto della mente umana. La logica può, nei limiti della sua validità, dimostrare la coerenza di un gruppo di affermazioni, ma non la sua verità, nel caso che almeno una affermazione del gruppo coerente sia indecidibile.

                • Pino ha detto in risposta a Ugo La Serra

                  sei tu che sei finito in una dipendenza circolare, non la realtà. Come ho detto sopra sono due i ragionamente sofistici, e quindi logicamente falsi, che quelli come te usano per negare la necessità di una causa prima e cioè la dimostrazione circolare e la serie infinita. Sono entrambi ragionamenti FALSI dal punto di vista logico ma se vuoi insistere fai pure.

                • Fabio Moraldi ha detto in risposta a Ugo La Serra

                  1) Ti ricordo che il principio causa-effetto vale anche per le realtà macroscopiche, altrimenti come faremmo a spiegare tutti i movimenti planetari? Tu sei costretto a dire che non funziona soltanto per la nascita dell’Universo, è ovviamente una forma di difesa. Vale in tutto tranne che lì….è come credere a Babbo Natale.

                  2) La verità non verrà mai dimostrata, tuttavia è dimostrata la razionalità logica del credere in una cosa o meno. Quello in cui credi tu (l’ateo non esiste, c’è solo il diversamente credente) è decisamente molto meno razionale e logico.

        • Alèudin ha detto in risposta a Ugo La Serra

          e certo, pone il problema fondamentale, quello oltre cui non è possibile andare: perchè c’è qualcosa piuttosto che no.

          Ripeto l’essere non ha avuto inizio, non continua e non finisce, è.

          C’è una bellissima pagina di C.S. Lewis ne “Le letter di Berlicche” in cui spiega come l’unica “cosa” che possa avere questa qualità è l’Amore gratuito, che non chiede nulla al futuro e non ha nessun rammarico passato ma è fisso nel presente.

    • Giorgio Masiero ha detto in risposta a Ugo La Serra

      Non so quale concetto Lei abbia di Dio, La Serra.
      Il mio, filosoficamente parlando, coincide con il mistero dell’essere. C’è qualcosa? Sì. Potremmo mai aspettarci di capire un domani “perché” c’è qualcosa piuttosto che niente? No. Ludwig Wittgenstein, il filosofo del linguaggio che misurava ad una ad una le parole, ha scritto: “Che cosa so io di Dio e del fine della vita? Io so che questo mondo è. Che io sto nel mondo, come il mio occhio nel suo campo visivo. Che nel mondo è problematico qualcosa, che chiamiamo il suo senso. Che questo senso non risiede nel mondo. Che la vita è il mondo. Che la mia volontà compenetra il mondo. Che la mia volontà è buona o cattiva. Che, dunque, bene e male ineriscono in qualche modo al senso del mondo. Il senso della vita, cioè il senso del mondo, possiamo chiamarlo Dio”.

      • Ugo La Serra ha detto in risposta a Giorgio Masiero

        “Non so quale concetto Lei abbia di Dio, La Serra.”

        Nessuno.
        O, se preferisce, quello che lei ha delle divinità delle altre religioni.

        • Giorgio Masiero ha detto in risposta a Ugo La Serra

          “Quello delle divinità delle altre religioni”: è questo il punto, La Serra. Non parliamo dello stesso Dio. All’esistenza di un Dio corrispondente al Suo concetto di Dio, non credo nemmeno io. Quindi su ciò non discutiamo, perché siamo d’accordo.
          Le chiedevo, ed insisto se posso permettermi, di darmi una Sua risposta al concetto di Dio espresso da Wittgenstein.
          In ogni caso, se lo dice Wittgenstein, Lei consentirà che a nessuno (né ad Hack né a Lei) dovrebbe essere consentito di dire con superiorità che quel Dio non esiste “senza dubbio”, perché il mistero dell’essere ci soverchia con la sua esistenza e richiesta di senso. O almeno sovverchia molti.

          • Pino ha detto in risposta a Giorgio Masiero

            vede Prof. i personaggi come La Serra sono utilissimi, dimostrano l’illogicità della posizione atea, perchè non riescono a dimostrare, neppure sul piano filosofico (quello sperimentale sarebbe impossibile) quello che affermano. Fanno solo affermazione apodittiche del tipo “è così perchè lo dico io”, quindi assurde.

          • Ugo La Serra ha detto in risposta a Giorgio Masiero

            Per prima cosa ti ringrazio per la domanda, e per il modo garbato di porla.

            Provare sentimenti di fronte a ciò che non si può conoscere, è umano. Ma ogni uomo prova sentimenti differenti. I miei non assomigliano nemmeno lontanamente a quelli di Wittgenstein.

            Cercando di essere semplice, posso dire che Wittgenstein parla di “senso della vita”, che per me è una frase senza significato. Io cerco di fare differenza tra le domande sensate a cui non è facile rispondere, e le domande insensate, alle quali è veramente difficile dare risposte sensate.
            Per me la vita non ha senso, attribuirgli un senso è per me una forzatura, un voler accostare due concetti inconciliabili. Il fatto che la domanda in se sia grammaticalmente corretta, non vuol dire che il significato della domanda sia definito.
            E, domandarsi del senso della vita, alla Wittgenstein, per me è insensato. E diventa insensato il “Dio” di Wittgenstein.
            Dicoamo che Wittgenstein, parlando di queste cose, dimentica di applicare a se stesso la sua teoria migliore, che dice: “Quanto può dirsi, si può dir chiaro; e su ciò, di cui non si può parlare, si deve tacere”.

            Concludendo, il concetto di Dio di Wittgenstein non lo ritengo così dissimile da quello di Zeus per gli antichi greci, o di Visnù per gli indu.

            Riguardo il consentire o non consentire di affermare se qualcosa esista o non esista “senza dubbio”, e/o la sua presunta offensività per chi è di parere contrario, direi che ci sarebbe molto da dire.
            Cercherò di farlo prossimamente.

            • Giorgio Masiero ha detto in risposta a Ugo La Serra

              Secondo me, invece, Wittgenstein è stato coerente col suo famoso principio di parlare soltanto di ciò di cui si può parlare chiaro. Perché, nella frase da me citata, è stato a mio parere chiarissimo.
              Mi sorprende anche che un cristiano pieno di dubbi come me non riesca a scalfire le certezze di un laico come Lei. Cmq grazie.

            • Mariasole ha detto in risposta a Ugo La Serra

              “Per me la vita non ha senso”
              Rispetto la sua visione, ma mi chiedo sinceramente, e senza voler giudicare: come fa a vivere?

              • Pino ha detto in risposta a Mariasole

                c’è da dire che questa è l’unica cosa logica detta da La Serra, in questo è coerente. Per una persona che considera la vita limitata all’esperienza materiale è normale considerarla priva di senso, la vita è solo un trascorrere senza senso del tempo fino alla fine, anch’essa priva di senso.

                • Ugo La Serra ha detto in risposta a Pino

                  Hai detto niente… 🙂

                  • lorenzo ha detto in risposta a Ugo La Serra

                    “Tra le due ipotesi: il Mondo inventato da una Mente Superiore e il Mondo fattosi da solo, qual è la favola più grande?”

                    “Tra le due ipotesi: Ugo la Serra fatto da un atto d’amore dei suoi genitori e Ugo la Serra fattosi da solo, qual è la favola più grande?”

              • alessandro pendesini ha detto in risposta a Mariasole

                Potrei sbagliarmi ma Ugo La Serra intendeva dire che la vita umana non ha una finalità ben precisa oltre quella di riprodursi, alimentarsi, divertirsi, dormire, apprezzare l’arte, la musica ed anche « teneri scambi epidermici » ecc…
                Ritengo che ogni individuo da alla vita il « senso » che lui ritiene necessario, quello che puo’ procurargli il massimo di soddisfazione e/o la minima sofferenza possibile.
                NB Quelli che credono che noi potremmo vivere senza edonismo, sarebbero già scomparsi da molto tempo dalla biosfera se dicessero il vero…..

                • minstrel ha detto in risposta a alessandro pendesini

                  Ma stai parlando con gente che tenta di seguire un “beone e un mangione” Alessandro, donde ti viene questa visione totalmente spirituale dei cristiani?

                  MT 11, 16-19 CEI
                  16A chi posso paragonare questa generazione? È simile a bambini che stanno seduti in piazza e, rivolti ai compagni, gridano:
                  17«Vi abbiamo suonato il flauto e non avete ballato,
                  abbiamo cantato un lamento e non vi siete battuti il petto!».
                  18È venuto Giovanni, che non mangia e non beve, e dicono: «È indemoniato».
                  19È venuto il Figlio dell’uomo, che mangia e beve, e dicono: «Ecco, è un mangione e un beone, un amico di pubblicani e di peccatori». Ma la sapienza è stata riconosciuta giusta per le opere che essa compie».

    • Francesco_ ha detto in risposta a Ugo La Serra

      Se le sonde spaziali su marte scoprissero una quindicina di ciotoli accatastati uno sull’altro a formare una semplicissima piramide, opure disposti sul suolo a disegnare una semplice forma geometrica, il mondo griderebbe alla prova definitiva della presenza aliena sul pianeta rosso (seppur non si sia mai saputo della presenza di alcun essere vivente su marte).
      Invece per spiegare la complessità del creato (così bene elencata nell’articolo) sarebbe più “razionale” pensare al caso?
      E dai, non credo ci voglia un dottorato in filosofia …

      • Ugo La Serra ha detto in risposta a Francesco_

        O.T.

        “seppur non si sia mai saputo della presenza di alcun essere vivente su marte”

        A me risulta invece che abbiano trovato tracce di pregressa presenza di batteri…

        • Francesco_ ha detto in risposta a Ugo La Serra

          Sul piano della mera ipotesi, poichè naturalmente non c’è alcuna prova, solo indizi (il solito link minimale trovato al volo http://it.wikipedia.org/wiki/Vita_su_Marte). Così come sulla base di meri indizi (la complessità del creato menzionata nell’articolo) si postula l’esistenza di Dio (naturalmente in mancanza di fede, perchè il credente è certo della Sua esistenza).
          Quindi, a parità di presupposti (elementi indiziari si direbbe in diritto penale), qualche sassetto messo in fila ci suggerisce (non dimostra) un’intelligenza e il creato invece deve escludere questa possibilità ?

          • Ugo La Serra ha detto in risposta a Francesco_

            Non puoi considerare validi criteri che funzionano nel nostro mondo, in un mondo differente. La meccanica di Newton non funziona per le particelle elementari. E i criteri validi per ipotizzare una “mano” costruttrice di una piramide non sono validi per ipotizzare uma “mano” costruttrice di un universo. Questione di scala.

            • Francesco_ ha detto in risposta a Ugo La Serra

              Non guardare il dito guarda la luna, è chiaro che non stiamo paragonando sassi e atomi per le loro qualità intrinseche. Il termini della questione erano altri: mettere in ordine cose che in ordine non sono. Sic et simpliciter.
              In tutta onestà, è chiaro che non saranno dei post su internet a farti guardare quello che non vuoi vedere. Vedi, in generale chi crede non ti spinge a seguirlo perchè la fede non arriva se uno riesce a convincerti ma arriva per grazia, se solo lasci aperta la finestra del dubbio. Tra i post di questo sito è più facile trovare punti di domanda in quelli inviati da credenti, mentre il commento di chi si deduce essere non credente è spesso un’affermazione, un “è così!”. Questo perché spesso chi è arrivato a credere con consapevolezza prima è dovuto passare dalla palude del dubbio. il vero credente sperimenta sempre il dubbio, come molti qui credo potranno confermati, e ogni tanto riesamina la propria fede con la ragione, e se la conferma a se stesso la rafforza.
              Chi si chiama ateo, invece, il più delle volte ha paura del dubbio, non lo ammette, non rimette mai in discussione i propri dogmi di fede (quelli si infallibili!), si protegge con i santini (Newton), le particelle elementari e le questioni di scala (non pertinenti al discorso che stavamo facendo peraltro), evitando il confronto sul piano della semplice vecchia buona logica.

              • Vincenzo ha detto in risposta a Francesco_

                Ottimo commento. In realtà il credente “consapevole” deve passare spesso attraverso la prova del dubbio, per poi riaffermare la propria fede in modo più forte e convinto. Discorrendo a volte con atei dichiarati mi sono reso conto che sono proprio loro ad avere dei preconcetti indiscutibili a cui attacarsi in modo “fideistico”. Nella discussione reagiscono con fastidio a chi cerca di proporre argomenti che possano anche lontanamente far vacillare tali preconcetti……e poi si autodefiniscono “liberi pensatori” o “spiriti forti”….!!

          • alessandro pendesini ha detto in risposta a Francesco_

            @Francesco
            Dopo aver identificato fino ad oggi più di 80 molecole organiche nello spazio interstellare, -in particolare la formaldeide e acido cianidrico-, i radioastronomi e biologi, hanno dimostrato che la chimica organica -cioè la vita biologica con tutte le probabili varianti- è non solo possibile ma anche universale.

            • Francesco_ ha detto in risposta a alessandro pendesini

              Tutto bello, ma la questione resta la stessa. Il caos è stato messo in ordine da qualcuno o si messo in ordine da solo? Qualsiasi risposta definitiva è un atto di fede.

            • Nadia ha detto in risposta a alessandro pendesini

              Avete capito? Per Pendesini ogni sostanza della chimica organica è una forma di vita! E io che pensavo che la biologia studiasse una cosa è la chimica organica un’altra, tutt’affatto più semplice…

              • Francesco_ ha detto in risposta a Nadia

                Il Prendesini ha semplicemente preso i suoi bei feticci fatti di molecole organiche, spazio interstellare, formaldeide e acido cianidrico, radioastronomi e biologi, e ci si è barricato dentro. Oh, guarda che spostare lo sguardo oltre il cortile fa paura, mica è da tutti.

        • Pino ha detto in risposta a Ugo La Serra

          e allora? Con questo cosa vorresti dimostrare? Appartieni alla setta dei rehaliani?

    • Pino ha detto in risposta a Ugo La Serra

      incredibile, c’è ancora gente come La Serra talmente priva di logica che si pone simili domande, per fortuna che sono “razionalisti”

    • Antonio ha detto in risposta a Ugo La Serra

      Trovi un dono sotto l’albero…l’ha portato Babbo Natale o è apparso dal nulla? Qual’è la favola più grande?

    • Lucio ha detto in risposta a Ugo La Serra

      Il problema e’ che se salta l’ipotesi della Causa Prima salta anche ogni spiegazione ragionevole sul perche’ il mondo sia comprensibile ed ordinato. Evidentemente c’e’ anche chi per salvare le tesi del riduzionismo e’ disposto a fingere di non vedere le sue insormontabili contraddizioni logiche.
      http://www.disf.org/Voci/2.asp
      http://www.disf.org/Voci/94.asp

  4. Giorgio Masiero ha detto

    Grazie, Umberto: un articolo molto bello e dalla logica stringente. Mai come adesso, proprio per merito della scienza, Dio si svela nelle evidenze che l’Universo non è eterno, è precisamente sintonizzato per l’apparizione della vita come si osserva sulla Terra, ed ogni ricorso della ragione al caso, oltre che non essere un esito scientifico ma il risultato di un pre-giudizio filosofico, risulta contraddittorio con la stessa ragione!
    (Alla Redazione: c’è un refuso, occorre correggere Canobbio con Cabibbo, presumo).

  5. Sophie ha detto

    Devo fare assolutamente questo off topic. Oggi sono andata in ospedale a farmi una visita specialistica. Ho visto al suo interno una piccola cappellina e allora ho deciso di dire una piccola preghiera ma mi se n’è passata la voglia perchè mi ha lasciata sconvolta il vedere il calice Sacro posto all’interno di un occhio massonico disegnato sul muro dietro l’altare! Ragà ma è una cosa terribile! O.O

    • Rebecca ha detto in risposta a Sophie

      In quale ospedale?

      • Sophie ha detto in risposta a Rebecca

        Preferisco non dire il nome per diversi motivi, se non ti dispiace. Ma scusate, a qualcuno di voi è mai capitato di vedere una cosa simile? Io il primo sacerdote che beccavo lì facevo un casino, per fortuna non l’ho incrociato. Com’è possibile che una persona distratta come me se n’è accorta immediatamente mentre lì non se n’è accorto nessuno? A me viene da pensare che c’è il dolo perchè non è possibile!

  6. padre Stefano Greco ha detto

    Ti vorrei rassicurare Sophie perchè ciò a cui alludi quasi certamente sarà “l’occhio onniveggente di Dio”, elemento dell’arte sacra cristiana, ben prima di essere stato poi simbolo adottato anche dai Massoni. Un’immagine come quella la trovi in questo articolo:
    http://www.centrosangiorgio.com/occultismo/articoli/discernimento_e_simboli_dell_occulto.htm
    Diversi simboli usati nell’esoterismo sono per forza di cose di provenienza cristiana: un caso è proprio dell’occhio di Dio onniveggente visibile in moltissime Chiese ottocentesche, simbolo però della Provvidenza. Se leggi questo articolo ti rassicurerai 🙂 Dio ti benedica!

  7. Francesco_ ha detto

    Perchè la Hack si è incaponita su questo punto tanto da non ammettere nemmeno il dubbio? Senza alcun intento offensivo, ma è un comportamento infantile, difensivo, che nasconde forse un conflitto irrisolto. Mi ricorda molto da vicino mia figlia che talvolta, quando viene messa di fronte a una verità anche piccola che contraddice un suo convincimento, reagisce chiudendosi al confronto e negando l’evidenza. Mi ci vuole molta pazienza e amore di padre per accompagnarla dolcemente e con rispetto a guardare in volto quella piccola sconfitta (il timore sempre presente nei bambini del giudizio negativo dei grandi) accettarla e imparare da un errore. E poi la vedo più forte, matura e sorridente. Però mia figlia ha sei anni.

  8. Pino ha detto

    a proposito di scienziati nessuno ricorda mai Padre Roberto Busa, gesuita morto l’anno scorso quasi centenario. Senza la sua intuizione di utilizzare il computer per elaborare testi, e non solo numeri come si credeva fino a quel momento, non esisterebbe internet, se si può passare da un sito all’altro cliccando sui link sottolineati di colore blu, lo si deve a lui, se si utilizza il pc per scrivere mail e documenti di testo, lo si deve ai suoi studi.
    Padre Busa aveva le idee ben chiare sulle origini della scienza informatica, (e potremmo dire della scienza in generale): «Una mente che sappia scrivere programmi è certamente intelligente. Ma una mente che sappia scrivere programmi i quali ne scrivano altri si situa a un livello superiore di intelligenza. Il cosmo non è che un gigantesco computer. Il Programmatore ne è anche l’autore e il produttore. Noi Dio lo chiamiamo Mistero perché nei circuiti dell’affaccendarsi quotidiano non riusciamo a incontrarlo. Ma i Vangeli ci assicurano che duemila anni fa scese dal cielo».

    http://www.osservatoreromano.va/portal/dt?JSPTabContainer.setSelected=JSPTabContainer%2FDetail&last=false=&path=/news/cultura/2011/184q11-Lettore-fermati—-morto-padre-Busa.html&title=%20%20%20Lettore%20fermati!%20%C3%88%20morto%20padre%20Busa%20%20%20&locale=it

    questo sacerdote ha scoperto ed inventato strumenti che sono la base dell’economia della società attuale, altro che nonna Margherita che non ha mai scoperto nulla.

  9. Orbitalia ha detto

    perchè una persona razionale dovrebbe non aver fede in un Dio, ma contemporaneamente aver fede nella scienza?
    E’ un discorso di fede dire che ‘la scienza scoprirà tutto’, perchè non è affatto scontato; anzi, più arrivano le risposte, più le domande aumentano: quindi da un lato la nostra conoscenza aumenta; dall’altro lato aumentano i campi d’investigazione.
    Inoltre, la stessa Hack dice giustamente che la scienza non sa rispondere al ‘perché’ della realtà.
    Ebbene? come risolve questo ostacolo noetico un ateo? semplicemente eliminando la domanda!!!

    • Pino ha detto in risposta a Orbitalia

      la conoscenza è infinita mentre l’uomo è un essere finito. Quindi l’uomo non arriverà mai alla fine della conoscenza, non potrà mai sapere tutto.

    • alessandro pendesini ha detto in risposta a Orbitalia

      @Orbitalia
      Capire la vita come la intendiamo noi, puo’ significare capire noi stessi ! E ‘diventato indispensabile per chiunque abbia un po’ di responsabilità nella società, essere informato sugli sviluppi recenti nella scienza della vita. Questa conoscenza è necessaria per affrontarla e per evitare di ripetere sbagli che penalizzano qualsiasi tipo di vita biologica, compresa l’umana.
      La Scienza non ha la pretesa di fornire delle “verità” con una V maiuscola, offre dei modelli che emergono dai confronti con l’osservazione e l’esperienza verificabili da tutti coloro che lo desiderano.

  10. Max ha detto

    Io preferisco vederla cosi’: perche’ le leggi della fisica hanno permesso la formazione ed il meraviglioso sviluppo della vita? di una sterminata quantità di esseri viventi lungo 3 miliardi e mezzo di anni? ciascun essere vivente ha ed ha avuto le proprie complicate caratteristiche, strategie di sopravvivenza, interazione con l’ambiente ed altri esseri viventi? Che si e’ evoluto e differenziato in altri esseri viventi, ciascuno con le proprie particolarità, in un fantasmagorico quadro d’insieme?
    Ma non e’ fantastico? Tutti i biologi con cui ho parlato sono presi dallo stupore per la bellezza della vita.

    Ovviamente si e’ liberi di pensare che tutto cio’ sia solo frutto del caso. Va bene, accetto che esistano intuizioni diverse dalla mia. Ma si lasci almeno la libertà di pensarla differentemente.

    Si potrebbe dire che e’ presuntuoso affermare che le leggi della fisica siano esattamente quelle in grado di creare la vita; e che anche se tali leggi fossero un po’ diverse, la vita esisterebbe comunque. Ma e’ un’idea non condivisa da cosmologi anche non credenti. Lord Rees, per esempio, ha scritto il libro “Just Six Numbers” in cui contesta tale pensiero, mentre M. Tegmark dice che il Multiverso esiste perche’ le caratteristiche di quello in cui siamo sono simili al fatto di essere entrati in una stanza d’albergo il cui numero e’ uguale alla nostra data di nascita.

    Ma se anche il Multiverso fosse provato, varie domande continuerebbero anche da quelle parti…

    http://www.ipod.org.uk/reality/reality_anthropic_principle.asp

    Ed alla fine rimarrebbe la solita domanda sul perche’ qualcosa esiste del tutto, invece di niente. Se uno non crede in Dio va bene, di nuovo, e’ giusto rispettare posizioni diverse dal teismo. Ma si lasci anche pensare che il mondo, che e’ contingente, esiste perche’ c’e’ qualcosa al di fuori di esso, che non e’ contingente.

    • Daniele Borri ha detto in risposta a Max

      Una piccola osservazione…se il Multiverso fosse provato non sarebbe più Multiverso, ma sarebbe sempre parte di questo universo (poiché evidentemente ci sarebbero dei collegamenti).

      • Giorgio P. ha detto in risposta a Daniele Borri

        Infatti giocano sul fatto che non si possa dimostrare, e ciò rende la cosa più vicina alla metafisica che alla fisica. Ma è una metafisica davvero fatta male.

      • Giorgio Masiero ha detto in risposta a Daniele Borri

        Temo che Lei, Daniele, abbia “matematicamente” ragione: per essere “provata” (nel senso approssimativo e provvisorio che compete a tutte le teorie scientifiche, la cui unica certezza è che possono in ogni momento essere falsificate da una nuova evidenza ed assorbite da una teoria successiva), la teoria del multiverso dovrebbe fare predizioni confermate nel nostro Universo e che, contemporaneamente, non sono deducibili da nessun sotto-sistema formale della teoria applicabile al sottospazio del nostro Universo. Nessuno ha la più pallida idea sulla natura di queste predizioni “trascendenti”.

  11. Elijah ha detto

    L’articolo parte da una buona premessa ma purtroppo non centra il bersaglio. La prima domanda porta già un errore di carattere storico: le religioni sono nate quando l’uomo sapeva poco o niente di ciò che gli stava attorno e di conseguenza risulta improprio il paragone con gli scienziati dell’epoca moderna. Costoro Infatti non si sono “inventati” nessun Dio ma hanno proseguito una tradizione storica, sociale e culturale che veniva da lontano. Emblematico è il caso di Einstein: chiunque conosca bene la sua vita sa che l’Einstein giovanile era sicuramente credente, cosa normale per chi nacque nel 1879 e che venne educato allla Scuola Cattolica di Monaco e poi al severo Luitpold Gymnasium. Bisogna però notare che da dichiarazioni a favore dell’idea di Dio passò successivamente ad una visione panteistica (anche se egli rifiutò l’etichetta spinoziana) dove già non era considerata l’idea di un creatore intelligente ed interventista. Negli ultimi anni spese addirittura parole di fuoco contro le religioni (vedi la lettera a Eric Gutkind o le dichiarazioni sull’immortalità e l’esistenza dell’anima). Il caso di Einsten è significativo perchè nel suo caso fu propriamente la miglior conoscenza della natura, quindi le scoperte scientifiche, che lo portarono ad allontanarsi dall’idea di Dio così come viene intesa in questo articolo.
    Anche nella seconda domanda credo che non si colga il senso dell’esternazione della Hack: un minuscolo mondo che si evolve per più di 13 miliardi di anni in una piccola galassia sperduta nella periferia di un immenso universo, appartiene ad un ordine di cose che rende poco plausibile l’idea dell’uomo come l’opera centrale, irrepetibile e voluta di un ente superiore. Questa opinione può essere condivisa oppure no, però non credo si possa confutare portando come esempio lo stupore e le emozioni che ci coinvolgono quando meditiamo sulla bellezza ed il mistero del cosmo.

    • Giorgio Masiero ha detto in risposta a Elijah

      1. Sul giudizio di Einstein nei confronti delle religioni rivelate, possiamo trovare lettere in cui scrive una cosa ed altre in cui scrive la cosa opposta. Una cosa è certa: ed è che Einstein non ha perso la fede nella Torah in seguito “alla migliore conoscenza della natura ” e “alle scoperte scientifiche” – che semmai gli hanno sempre più confermato un senso di stupore simile al sentimento religioso – ma di fronte al dilagare del male, con due guerre mondiali e l’Olocausto.
      2. Se l’Universo avesse 10 miliardi di anni o fosse appena più piccolo noi non ci saremmo e nemmeno il più piccolo batterio. Per dimostrazione scientifica l’uomo può esistere solo in un Universo così grande ed è già un miracolo inspiegato dalla scienza che ci sia vita in un pianeta di un Universo così giovane, tanto che per spiegarlo gli scienziati naturalisti si sono dovuti inventare un multiverso metafisico. Queste cose Einstein non le conosceva, e sarebbe bello conoscere il suo giudizio…

      • Elijah ha detto in risposta a Giorgio Masiero

        1. Citare Einstein per giustificare il teismo è semplicemente fuori luogo.
        2. Se le leggi della natura sono state create da un atto arbitrario, la natura umana potrebbe esistere anche in sistemi differenti.

    • Francesco_ ha detto in risposta a Elijah

      Non si porta come esempio la bellezza ed il mistero del cosmo, bensì l’ordine del creato. La domanda di fondo è: Qualcuno ha messo ordine nel caos o il caos si è messo in ordine da solo?

    • Alèudin ha detto in risposta a Elijah

      “Anche nella seconda domanda credo che non si colga il senso dell’esternazione della Hack: un minuscolo mondo che si evolve per più di 13 miliardi di anni in una piccola galassia sperduta nella periferia di un immenso universo, appartiene ad un ordine di cose che rende poco plausibile l’idea dell’uomo come l’opera centrale, irrepetibile e voluta di un ente superiore. Questa opinione può essere condivisa oppure no, però non credo si possa confutare portando come esempio lo stupore e le emozioni che ci coinvolgono quando meditiamo sulla bellezza ed il mistero del cosmo.”

      a me questa sembra una visione un po’ infantile, la centralità dell’uomo non stà certo in una posizione periferica o centrale nell’universo e nemmeno nel fatto che il pianeta sia minuscolo o enorme, la centralità sta nella coscienza di essere e nel porre domande, come hai accennato, nello stupore esistenziale.

      Il fatto è che la Hack è di-sperata, nel senso che non ha una speranza che vada oltre cio che vede, ed è ovvio quindi che se l’universo non ha un significato ma è solo un ammasso di materia allora ha ragione, è ben poca cosa.

    • Woody85 ha detto in risposta a Elijah

      Aggiungo anche la mia risposta perché questo commento è un concentrato di errori.

      1) Affermare nel 2012 che la scienza allontana da Dio tirando per la giacchetta Einstein mi sembra possiamo lasciarlo fare a Odifreddi che ormai morirà recitando questa parte da idiota. Ma davvero ci credi ancora? Leggi cosa diceva Einstein: https://www.uccronline.it/2012/08/12/citazioni-di-scienziati-credenti-cristiani-e-cattolici/#einstein

      2) L’irriducibilità dell’uomo e il principio antropico, ovvero il progresso della scienza, hanno portato l’uomo al centro dell’universo, padrone di esso. Siamo molto più al centro oggi di quanto credevano i primi uomini e i geocentristi.

    • Elijah ha detto in risposta a Elijah

      Rispoondo a Giorgio Masiero ma anche agli altri che hanno risposto.

      1. Basta leggere in ordine cronologico i testi e gli interventi di Einstein per constatare che non fu così. Non mi sembra comunque una buona idea fare sponda sul panteismo per giustificare il teismo tradizionale, giacchè le due posizioni si trovano quasi in completa antitesi.
      2. Perchè costruire una casa con una quantità infinita di stanze, la maggior parte delle quali non potremo nemmeno visitare, quando non ne necessitiamo più di due o tre per vivere comodamente? Se effettivamente la progettazione della natura fosse dovuta ad un atto arbitrario, una natura meno dispendiosa sarebbe stata più a misura d’uomo e ci consentirebbe finalmente di tornare a sentirci al centro dell’universo. Faccio questa osservazione per far notare come la plausibiltà di una cosa dipenda spesso dal punto di vista dell’osservatore. Credo anche che il voler dimostare a tutti i costi un’autoria precisa a quella che potrebbe essere la causa prima (sempre ammesso che ci sia) può facilmente risultare frutto di un esercizio di fantasia.

      • Giorgio Masiero ha detto in risposta a Elijah

        1. Nessuno, a cominciare dall’articolista, ha fatto sponda sul panteismo (in cui Einstein ha dichiarato di non riconoscersi) per giustificare il teismo, ma solo Lei si è inventato l’idea che siano state le scoperte scientifiche ad allontanare Einstein dall’ebraismo.
        2. Sulla necessità di un Universo così grande per ospitare l’uomo, io ho fatto un’affermazione scientifica (Lei ignora, non essendo evidentemente un fisico, la storia dell’Universo ed in particolare i tempi della nucleosintesi stellare), per confutare la Sua affermazione che sarebbe la scienza a dimostrare nelle dimensioni dell’Universo l’assoluta irrilevanza dell’uomo. La Sua affermazione, invece, è certamente legittima, ma Le deriva da una concezione filosofica per nulla supportata da evidenze scientifiche.

  12. umberto fasol ha detto

    Il passaggio dallo stato singolare iniziale all’uomo osservatore consapevole non e’ predicibile.
    Le particelle non possiedono informazioni sulle forme della materia.
    Ne’ e’ ragionevole pensare che le scopriremo.
    Informazione e’ distinta dalla materia.
    Ed esiste ovunque.
    Da dove proviene?

    • Max ha detto in risposta a umberto fasol

      Mi pare che lei sia un platonista, prof. Fasol. Credo anche io di essere vicino a queste posizioni, per quel poco che vale la mia opinione, e lo sono anche cosmologi non credenti di fama mondiale, come Roger Penrose.
      Credo che sia giusto pero’ ricordare che l’affermazione “l’informazione e’ distinta dalla materia” e’ filosofica, non scientifica. Va bene, ritengo, come intuizione, ma non e’ dimostrabile in una provetta. Ne’ e’ dimostrabile il contrario. Per questa ragione, credo di apprezzare di piu’ i non credenti o gli agnostici quando affermano che l’informazione e’ fisica ed una proprietà della materia, di non credere in Dio o di non sapere se Egli esista non perche’ “glielo ha detto la Scienza”, perche’ capiscono che e’ impossibile, ma per ragionamenti di tipo piu’ filosofico.

  13. Antonio72 ha detto

    Alla prima domanda si dovrebbe rispondere così: perchè l’uomo vuole sapere quale sia il suo ruolo nella sterminata immensità dell’universo, servendosi prima della religione, poi della filosofia ed infine della scienza. A ruota segue l’altra domanda fondamentale: e perchè all’uomo interessa sapere quale sia il proprio posto nell’universo, essendo l’unico ente a non averne uno ben determinato? Per dare un senso alla propria esistenza, perchè è l’unico essere mortale, cioè sa che deve morire, e la morte per l’uomo è razionalmente assurda.
    Ora, c’è da rispondere anche alla seconda domanda che potrebbe suonare così: perchè l’ateo non crede in Dio, essendo un essere umano con le medesime necessità di cui ho già detto nella risposta alla prima domanda? Perchè l’ateo è sicuro (almeno intimamente) che il suo posto nell’universo lo deciderà da sè mediante gli strumenti introdotti dal progresso tecnico-scientifico, che forse un giorno gli consentiranno anche di sconfiggere la morte.
    Vi è quindi un parallelo sottostante tra il credente e l’ateo (e non può essere diversamente appartenendo entrambi alla specie umana). Mentre il primo crede in un Dio creatore, l’ultimo crede che sarà l’uomo un giorno a creare, persino sè stesso. Mentre il primo ripone le sue speranze in una futura vita che trascenda quella terrena, l’ultimo alla sola evoluzione tecnico-scientifica che possa rendere sublime la vita, qui sulla Terra o eventualmente in altri pianeti.
    Tuttavia una differenza sostanziale si ritrova quando si discute di temi etici, in questo senso: per il credente l’etica è universale ed indispensabile per consentire all’uomo di “guadagnarsi” la vita ultraterrena, dunque un sorta di apriori voluto da Dio. Per l’ateo al contrario, spesso l’etica rappresenta un impedimento che si mette di traverso sul sentiero dorato del progresso tecnico-scientifico e quindi deve essere regolata dall’ultimo a posteriori.
    E ciò è del tutto coerente con le rispettive credenze, infatti per il credente, alla vita eterna immobile e immutabile deve corrispondere necessariamente un’etica di pari caratteristiche; viceversa per l’ateo che si affida anima e corpo al divenire tecnico-scientifico, l’etica non può che scaturirne fluidamente.
    Ritengo invece la controversia tra la Mente ordinatrice universale del credente e l’automontaggio dell’universo dell’ateo, una dibattito sterile che vuole coprire le vere ed intime motivazioni.
    E’ sterile in quanto è evidente per entrambi che l’universo sia dotato di un certo ordine, ed ancora per entrambi che l’ordine rappresenta solo un punto di partenza, per raggiungere il trascendente secondo il credente, per la progressiva espansione dell’intelligenza umana nella materia inerte secondo l’ateo.

    • Giorgio Masiero ha detto in risposta a Antonio72

      Giusto. Però, secondo me, l’ateo ha un problema di coerenza logica, anche.
      Se l’uomo ha la stessa struttura materialistica e biologica degli animali e delle cose, non esiste un senso profondo della vita. Fuori dalla retorica del partito, il comunista Brecht nella sua celebre poesia “Contro la seduzione” sembra dire a Rosa Luxemburg e agli altri martiri del comunismo: perché non vi siete goduti la vita? non marcite forse ora né più né meno come le bestie?
      Ma che sole dell’avvenire è quello affidato ieri al partito oggi ad una tecnica futuribile, se è incapace di restituire la giustizia ai milioni di vittime del passato, mentre chiede agli uomini del presente di lavorare per consegnare un’eredità già pronta a chi non ha fatto nulla per meritarla? La visione naturalistica non è solo filosoficamente insoddisfacente, per me è anche falsa sul piano scientifico della storia del mondo. Io infatti so, perché è una legge della fisica , che esiste un’irreversibilità del divenire che esclude la circolarità del nonsenso nietzschiano e dà una direzione alla freccia del tempo, introducendo così la storia nell’evoluzione cosmica. Scrive Einstein nel suo libro “Religione e scienza”:
      “Nelle leggi della Natura si rivela una ragione così superiore che tutta la razionalità del pensiero e degli ordinamenti umani è al confronto un riflesso assolutamente insignificante. Qual è il senso della nostra esistenza, qual è il significato dell’esistenza di tutti gli esseri viventi in generale? Il saper rispondere a una siffatta domanda significa avere sentimenti religiosi. Voi direte: ma ha dunque un senso porre questa domanda? Io vi rispondo: chiunque crede che la sua propria vita e quella dei suoi simili sia priva di significato è non soltanto infelice, ma appena capace di vivere.”
      L’umanità non esiste, è un concetto: solo le singole persone esistono, nel loro tempo. Cosicché l’assenza di senso, ben espressa da La Serra nei suoi post a questo articolo, non porta l’ateo a nessuna speranza nel futuro, nemmeno della tecnica. Ma solo ad una tomba.

      • Antonio72 ha detto in risposta a Giorgio Masiero

        Prof. Masiero,

        sono in parte d’accordo, ma non proprio del tutto. E’ evidente che la circolarità del tempo filosofica non è quella scientifica, sono due piani completamente differenti e inconciliabili. Nietzsche non intendeva affermare una teoria scientifica del tempo circolare, bensì un approccio filosofico dell’uomo sulla propria esistenza in cui la volontà di potenza (espressa oggi sostanzialmente dal potere tecnologico-scientifico) potesse inglobare anche il passato, secondo una sorta di legge di “non volere altro di ciò che ho voluto”. Dunque un uomo perfetto senza alcun rimpianto, ovvero un superuomo.
        In realtà lo sviluppo storico, filosofico ed anche religioso del mondo occidentale è tutto fondato sul nichilismo, ovvero sulla credenza nel nulla e dunque nella necessità dell’uomo di esorcizzare l’angoscia conseguente. Si spiega allora come il dominio tecnologico abbia soppiantato il timore di Dio. Per quanto riguarda il senso religioso della vita, esso è incompatibile con la società tecnologica perchè la vita umana non apparterrà più alle leggi di natura, in un certo senso sarà sempre più innaturale, e quindi si sottrae sempre più alle necessità naturali. La tecnologia ha senso come soluzione del problema esistenziale solo quando l’uomo sarà completamente sottratto alle leggi di natura biologiche, solo allora l’uomo potrà infatti dominare autonomamente la propria esistenza. Tutto ciò è ovviamente metafisica, pressapoco come credere nella trascendenza. In conclusione, da una parte l’uomo si limita a “lasciarsi vivere” aspettando l’alba radiosa di una futura civiltà tecnologica, dall’altra non può tornare indietro a recuperare le sue credenze passate se non solo superficialmente (oggi i cattolici che credono veramente all’inferno non sono tanti, quelli che regolano la propria esistenza per l’angoscia di bruciare all’inferno sono pochissimi). E’ anche questo una sorta di processo irreversibile che potrà risolversi solo con il fallimento delle aspirazioni umane nella civiltà ipertecnologizzata, come in una sorta di seconda caduta.

    • Elijah ha detto in risposta a Antonio72

      @Antonio72
      Condivido in toto quanto dici tranne che una cosa: non ho nessun interesse nello sconfiggere la morte e penso che l’età bilogica che mi ha fornito la natura sia più che sufficiente per le mie aspettative. Penso infatti che questa vita ci offre già abbastanza oppurtunità come per pretenderne una eterna.

  14. umberto fasol ha detto

    Rispondo a Max:
    “L’informazione è distinta dalla materia”: questa affermazione è riconosciuta da chiunque, a partire da chi comunica, dagli informatici, dai sistemisti, dagli ingegneri, dagli architetti, dai meccanici…. prima ancora che dai biologi.
    La stessa informazione può essere veicolata da materiali diversi. Quindi è distinta.
    E’ sperimentale.
    La genesi dell’informazione da una parte e la genesi della materia dall’altra, rimangono due domande senza risposta per chi cerca risposte solo nella materia.
    Nè vale dire che potrebbero esistere da sempre, primo perchè la teoria del big bang prevede un inizio e secondo perchè avrebbero ormai raggiunto lo zero termico.

    • Max ha detto in risposta a umberto fasol

      Ribadisco innanzi tutto che sono d’accordo sull’idea che l’informazione sia distinta dalla materia. Temo pero’ che non sia vero che siamo tutti d’accordo. Mi sembra che la critica delle idee di Platone risalga gia’ al suo allievo Aristotele. E, venendo in tempi piu’ recenti, Rolf Landauer, famoso fisico, scrisse una serie di articoli sull’argomento; in uno di questi ebbe a dire:

      “Information is inevitably tied to a physical representation. It can be engraved on stone tablets, denoted by a spin up or down, a charge present or absent, a hole punched in a card, or many other alternative physical phenomena. It is not just an abstract entity; ** it does not exist except through a physical embodiment. ** It is, therefore, tied to the laws of physics and the parts available to us in our real physical universe.”

      Ed il motto del fisicalista sara’ “all information is phyiscal”

      http://en.wikipedia.org/wiki/Physicalism

      Ma il credere una cosa del genere, intendevo dire sopra, e’ filosofia non scienza.

      • Giorgio Masiero ha detto in risposta a Max

        Io la metterei così.
        Se con materia intendiamo un aggregato dei 92 tipi di atomi e con informazione una stringa binaria, è indubbio che si tratta di cose diverse, scientificamente direi.
        Mi pare anche un’affermazione scientifica quella di Landauer, su cui tutti concordialmo, che in questo mondo ogni informazione è codificata e trasmessa attraverso supporti materiali o campi energetici, quindi “fisicamente”. Il fatto però, evidenziato sia da Fasol che da Landauer, che la stessa informazione può essere veicolata da materiali diversi, da una tavola di pietra o dal verso di un dipolo magnetico, mostra ancora una volta che l’informazione è una cosa distinta dalla materia-energia.
        Quando Landauer, infine, dice che l’origine dell’informazione sta nelle leggi della fisica e riguarda il nostro universo fisico reale, si ferma: giustamente dal punto di vista scientifico, ma a mio parere difettosamente se intendesse farlo anche dal punto di vista filosofico. Fasol, Max, io ed altri c’interroghiamo infatti: 1) donde derivano le leggi della fisica? 2) che cosa “ha dato loro il fuoco” (Hawking) per creare questo Universo con creature come noi ad interrogarsene?

  15. minstrel ha detto

    Consiglio uno splendido corso online del Professor Enrico Berti che intavola tutte le problematiche filosofico-storiche che interessano le cosidette “prove dell’esistenza di Dio”.
    Qui la presentazione: Il corso si propone di illustrare le principali prove dell’esistenza di Dio elaborate da alcuni filosofi che si possono considerare classici, ossia Aristotele, Anselmo d’Aosta e Tommaso d’Aquino. A proposito di ciascuna di esse saranno illustrate e discusse anche le riprese o le critiche sviluppate da alcuni filosofi moderni (Descartes, Leibniz, Kant, Hegel) e da alcuni filosofi contemporanei che si richiamano alla “metafisica classica” (S. Vanni Rovighi, G. Bontadini, M. Gentile).

    http://www.cattedrarosmini.org/site/view/view.php?cmd=view&id=47&menu1=m3&menu2=m9&menu3=m74

  16. umberto fasol ha detto

    “it does not exist except through a physical embodiment.”:anche se lo dice Landauer, ne siamo proprio sicuri?
    Il pensiero che contiene informazioni non sembra essere ingabbiato in alcuna struttura fisica.
    Comunque concordo assolutamente con Masiero:
    “1) donde derivano le leggi della fisica? 2) che cosa “ha dato loro il fuoco” (Hawking) per creare questo Universo con creature come noi ad interrogarsene?”
    Queste sono le nostre domande, che non trovano alcun risposta nei libri di fisica o di chimica o di biologia. E’ solo una questione di tempo? Mah…

    • Giorgio Masiero ha detto in risposta a umberto fasol

      Hai ragione, Umberto, l’asserzione di Landauer che l’informazione “esiste soltanto in una materializzazione fisica” non è scientifica, perché non è falsificabile. Per smentirla un esperimento fisico dovrebbe evidenziare l’esistenza d’informazione in un ente non fisico, ciò che gli è per definizione precluso.

      • Max ha detto in risposta a Giorgio Masiero

        Siamo d’accordo, mi pare, sul fatto che le affermazioni secondo cui l’informazione e’ piu’ o meno fisica appartengono alla filosofia, non alla scienza. Sono anche d’accordo sui richiami su questioni importanti: dove vengono le leggi della fisica e su cosa “ha spirato il fuoco” in esse.

  17. Matyt ha detto

    Penso che la cosa più onesta, dal punto di vista intellettuale, in questi casi, sia dover affermare che i problemi che si stanno analizzando (ovvero, il perchè delle leggi fisiche, o cosa sia la causa prima dell’universo) siano, in quanto problemi non fisici, ma metafisici,dunque del tutto privi di risposta univoca.

    Entrambi i punti di vista sono sostenibili, ed entrambi i punti di vista sono non falsificabili, ergo, popperianamente parlando, non posso esprimermi sul contenuto di verità di una qualunque delle due visioni del mondo.

    Quindi, da osservatore esterno, mi sembrano molto ridicoli entrambi i tentativi: sia quello ateo che impone di affermare senza ombra di dubbio la non esistenza di un Essere superiore, sia quello delle religioni rivelate intese in senso “tradizionale” che tentano di provare in modo logico l’esistenza di Dio.

    • Giorgio Masiero ha detto in risposta a Matyt

      “Entrambi i punti di vista sono non falsificabili, ergo, popperianamente parlando, non posso esprimermi sul contenuto di verità di una qualunque delle due visioni del mondo”: Lei dimentica però, Matyt, di aggiungere un paio di avverbi: “sperimentalmente” e “scientificamente”. I due punti di vista, essendo non falsificabili “sperimentalmente”, non esprimono “scientificamente” un contenuto di verità, sono d’accordo con Lei. Però io, Lei, chiunque altro POSSIAMO esprimere un giudizio sul contenuto di verità dell’una o dell’altra visione del mondo in termini filosofici. E Lei stesso, Matyt, ogni volta che interviene con post filosofici come quello di oggi, mostra di credere alla verità che vi afferma.

      • Matyt ha detto in risposta a Giorgio Masiero

        Penso che, data l’estrema “ampiezza” della definizione che Popper da di Scienza (Ovvero, proposizioni universali, espresse al grado indicativo), lo “scientificamente” che propone di aggiungere è facilmente generalizzabile a ogni modello della realtà che si intende fare, matematico o non matematico che sia.

        Sul fatto che sia lecito esprimere un giudizio sul contenuto di verità di una delle due visioni del mondo sono d’accordo con lei. Tutto è lecito.

        Quello che invece non è lecito farlo è pensare che il proprio giudizio sia vero in senso assoluto (in quanto, indimostrabile per via sperimentale, l’unica dimostrazione che effettivamente consente “contatto” con la realtà)

        • Giorgio Masiero ha detto in risposta a Matyt

          Se fosse vero quello che Lei dice, Matyt, ma su questo abbiamo già discusso in passato, non dovremmo assegnare valore di verità alle proposizioni matematiche in quanto non sperimentalmente dimostrabili. Ma allora, perderemmo ogni “contatto con la realtà” e rinunceremmo anche a credere alle proposizioni scientifiche, perché senza aritmetica assoluta non possiamo né vivere né fare scienza.
          Io penso, invece, che Lei (come tutti noi) non creda solo a ciò che è sperimentabile, ma abbia anche (come tutti noi) una concezione del mondo che considera persino più vera delle affermazioni scientifiche (le quali, Lei lo sa bene perché è popperiano, traballano ed ogni tanto vengono rovesciate!). Su questa Weltanschauung, credenti ed agnostici, arrivano a sacrificare la vita. Non è strano questo?

          • alessandro pendesini ha detto in risposta a Giorgio Masiero

            …..credenti e agnostici arrivano a sacrificare la vita….
            @Giorgio Masiero
            Ma Lei è proprio convinto che il sacrificio umano sia possibile ?
            Credere che il « sacrificio », inteso come atto interamente gratuito sia possibile (escludendo eventuali casi patologici) è pura UTOPIA o assurdità ! L’uomo scieglie sempre cio’ che lui considera più gratificante per sè ! Purtroppo molti sono persuasi della loro devozione, del loro « altruismo », malgrado abbiano agito (quasi) esclusivamente per la propria soddisfazione….
            Aggiungo che il martire è colui che strumentalizza l’altro per programmare la sua autodistruzione ! La « pietà » permette a chi la risente di trovarsi in situazione di dominanza soggettiva, e di mettere chi ne è l’oggetto, in posizione di dipendenza….
            Sarei tentato dire che « l’EGOISMO RAGIONEVOLE », -che consiste nel fare il prorio interesse senza nuocere a quello degli altri, anzi contribuendo-, è il MASSIMO che possiamo fare !
            Il resto -a me sembra- solo « spostamento d’aria »….Bien à vous

            • Lucio ha detto in risposta a alessandro pendesini

              Mi dispiace dirlo ma qui di assurdo c’e’ solo il suo pensiero. Nonostante tutta la sua cultura lei ha perso il contatto con la realta’ della vita. e’ davvero triste….. gli intellettuali come lei andrebbero curati.

            • Leon ha detto in risposta a alessandro pendesini

              Purtroppo molti sono persuasi della loro devozione, del loro « altruismo », malgrado abbiano agito (quasi) esclusivamente per la propria soddisfazione….

              E questo è impossibile da dimostrare.Ovvero è un giudizio su un pensiero altruista,di una persona che non conosci.E prevede che tu entrando nel pensiero di quello persona sappia cosa pensa,il che è impossibile,dunque non sussiste.

              Aggiungo che il martire è colui che strumentalizza l’altro per programmare la sua autodistruzione ! La « pietà » permette a chi la risente di trovarsi in situazione di dominanza soggettiva, e di mettere chi ne è l’oggetto, in posizione di dipendenza….

              Anche questa è una congettura.

              Sarei tentato dire che « l’EGOISMO RAGIONEVOLE », -che consiste nel fare il prorio interesse senza nuocere a quello degli altri, anzi contribuendo-, è il MASSIMO che possiamo fare !

              E come no.L’attributo Ragionevole attacato al concetto egoismo.L’egoismo è ragionevole?

              Vediamo cosa succede a questa opinione nella realtà,non nella fantasia.A giusto,la più grande crisi economica di tutti i tempi.Per la quale milioni di famiglie sono sul lastrico.

              • Leon ha detto in risposta a Leon

                L’egoismo porta fare il proprio interesse sempre e comunque.
                Dunque arriverà sempre,è solo una quesione di tempo,alla distruzione degli altri.Infatti l’egoismo sfocia in un’altro concetto la sacra avidità umana.

                Per esmpio le speculazioni sui mercati simboleggiano l’avidità umana dunque l’egoismo stesso.

                Per cui andrà a ledere ineludiblmente la libertà “dell’altro.”

                Dunque non è ragionevole,poniamo che tutti diventino egoisti,l’umanità si sterminerebbe senza nemmeno aver bisogno di un qualche giudizio universale.

              • alessandro pendesini ha detto in risposta a Leon

                @Leon
                L’egoismo è una caratteristica innata (istintiva) che puo’ nel migliore dei casi essere modulata verso quello che ritengo (e ripeto) un egoismo ragionevole o razionale. Chiedersi se questa caratteristica animale -umano compreso- e buona o cattiva non ha nessun senso !
                Vorrei solo chiederle, con pregiera, qualche esempi d’altruismo umano, cioè un atto altruista interamente disinteressato, uno solo sarebbe sufficiente. Questa domanda è valida anche per Giorgio Masiero e qualsiasi altro che desidera rispondere ! ASPETTO LE VOSTRE RISPOSTE !
                Anticipatamente ringrazio

                • Leon ha detto in risposta a alessandro pendesini

                  Giovanni Falcone, Paolo Borsellino.

                  • Leon ha detto in risposta a Leon

                    Nel campo religioso:San Padre Kolbe.

                    Che Auschwitz nel momento in cui i nazisti stavano per selezionare le persone da condannare a morte per fame disse,una volta selezionati i prigionieri:

                    “Prendete me io sono libero non o legami costui è un padre di famiglia”

                    Ecco più compiutamente il martirio,non per Dio,ma Dio visto nel padre di famiglia ebreo.

                    Morirono di fame,l’ultimo a sopravivere nella stanza,fu lui,lo trovarono pregando,e visto che ancora non moriva,lo uccisero con una puntura di acido fenico.

                    Detto il martire di Auschwitz,scelse di morire un padre di Famiglia,che mai aveva conosciuto in vita sua.

                • Leon ha detto in risposta a alessandro pendesini

                  E questo più propiamente seignifica

                  “L’egoismo è una caratteristica innata (istintiva) che puo’ nel migliore dei casi essere modulata verso quello che ritengo (e ripeto) un egoismo ragionevole o razionale. ”

                  Non è razionale:razionale è l’altruismo per rendere irrazionale l’egoismo.Anzi è necessario l’altruismo,per abattere l’egoismo.

                  Se l’egoismo è un bene necessario e perchè afferma che bisogna modularlo?

                  E una palese contraddizione logica.

            • alessandro pendesini ha detto in risposta a alessandro pendesini

              @Giorgio Masiero
              Aspetto una sua risposta in merito!
              Grazie

  18. Alberto ha detto

    Risposta a Ugo La Serra.
    Se lei critica l’idea di Dio in quanto “causa di se stesso” e per questo opta per l’ateismo, ritengo sia fuori strada. Tutti dobbiamo ammettere il concetto di Causa Sui, cioè qualcosa che è causa di se stesso: per i teisti è Dio, per gli atei la materia o l’energia.

    La riflessione va semmai declinata cercando di capire cosa sia più logico e sensato: l’Intelligenza causa di se stessa, oppura la Materia causa di se stessa?

  19. Leon ha detto

    “L’idea di Dio nasce per spiegare ciò che la scienza non sa spiegare.”

    E che non riuscirà mai a spiegare.Universo infinito?Allora è inspiegabile in quanto ogni cosa scoperta non è che un punto per il quale domandarsi che cosa è,non potrà spiegare tutti i cosa proprio poichè è infinito.

    Universo finito?Allora c’è uno 0 tale che, ovviament,e ci si domanderà come è sucesso,che dal nulla ci sia qualche cosa.

    Affermare che l’universo è finito o infinito,non è che un’ipossibilità di un’antinomia.

    Potrebbe essere talmente grande tale che ci appare infinito,senza esserlo.
    Potrebbe essere infinito,in tal caso nssuno lo spiegherà mai,proprio perchè qualsiasi nozione va ripetuta infinite volte.

    La scienza dice cosa sono le stelle, come funzionano. Sappiamo ricostruire un album di famiglia dell’universo ma non sappiamo dire perché sia fatto così.

    Se mi dice quanti metri misura l’universo li credo,visto che un album è imparagonabile all’universo.Cosichè l’uomo non è la misura di tutte le cose come invece affermava Protagora.

    Ed ecco che è stato inventato Dio. Dio è comodo, troppo comodo. Ma è un’idea infantile, come Babbo Natale”.

    Infatti,E’ scomodo se esiste. Un pò strano che sia stato inventato Dio da una domanda più che razionale.Perchè esiste l’universo?Anzi traduciamo perchè esiste l’essere?.E babbo natale non è il risultato di una domanda razionale e logica ,ma di una tradizione.Ovviamente è fede questo ed è fede che la scienza spiegherà mai l’esistenza dell’universo,quando ogni ragione sull’infinito (si badi al termine)mostra che è impossibile spiegarlo.

    Certo, con le congetture nè vere nè false,come dice Popper si potrebbe.

    “l’universo è in espansione e dilatazione” pare un dogma (affermazione perentoria)

    Verso cosa si espande?0 risposte.

    • Leon ha detto in risposta a Leon

      Nè lo 0 nè l’infinito sono in realtà legati alla realtà.

      1 (Es punto:quanti punti a un punto=infinito)
      0 (Es quanti punti a uno 0?Nulla nhil)

      Dall’idea di 0 nasce l’assenza=Nulla ovvero non è
      Dall’idea di 1 nasce l’infinito=L’essere ovvero è

      Perchè l’essere piuttosto che il nulla?Perchè l’è piuttosto che il non è?perchè l’1 piuttosto che lo 0?,la matematica ha due concetti chiave di carattere metafisico,tali che si ripercuotono a catena sulla fisica.

      E proprio inutile dire che la metafsca è morta.Vive nella matematica.

  20. Tezla ha detto

    la mente superiore? o le menti superiori? a quel punto ogni ipotesi regge.
    Anche del Babbo natale creatore, ma vale ugualmente se fosse un superbatterio.
    l’universo non è affatto ordine, ma caos!
    enormi forze si scontrano costantemente, distruggendo interi sistemi, distruggendo stelle e pianeti.
    secondo l’affermazione:
    “nulla si crea e nulla si distrugge, tutto muta ”

    l’egoismo?
    la nostra specie è un animale sociale, se fosse dotato di egoismo innato, (oltretutto dovrebbe trovarsi nel dna), non avrebbe potuto evolversi socialmente.
    I comportamenti non sono innati, ma dettati dalle condizioni materiali.
    oggi in occidente una madre che uccide un figlio, suscita orrore, ma nelle tribù primitive nomadi in alcuni casi era necessario.
    per la sopravvivenza di altri.
    l’istinto di sopravvivenza è un carattere (quasi) innato, ma anche è legato all’interesse del clan o gruppo o tribù.
    quindi è essenzialmente un comportamento altruista.
    La nostra specie, sostanzialmente è opportunista, coglie (tende) le occasioni per migliorare le proprie condizioni, di specie.
    best regard.

  21. umberto fasol ha detto

    Grazie a tutti voi.
    Tutti i nostri sforzi per capire e ragionare sono una prova formidabile della nostra liberta’.
    E la liberta’ del nostro giudizio non rimanda ai neuroni ma alla nostra persona.
    E la persona e’ piu’ delle sue parti.
    Un altro stimolo a non accontentarsi della materia.
    Alla prossima.
    Umberto fasol
    A proposito. Su youtube dialogo con la Hack a Verona.
    Per chi non fosse ormai saturo…

  22. Carlo ha detto

    In effetti la Hack è stata troppo “sbrigativa”. La credenza in Dio non nasce solo perchè ci sono alcune cose che l’uomo non sa spiegare, ma soprattutto per dare una (non) risposta al problema della malattia, della morte e della sofferenza.

    L’uomo insomma, si è costruito una auto illusione!!!

    • Leon ha detto in risposta a Carlo

      Certo anche pensare che esistano solo malatia,morte e sofferenza.è un’illusione ancora più grave.Non so che direbbero gli psicologi,su un’uomo è una donna,che pensano solo alla malattia,la morte e la sofferenza,hanno problemi o meno.

      • Leon ha detto in risposta a Leon

        Anzi, delle volte,l’ateismo,pare peggio del pessimismo religioso,”Tutto è male,tutti sofrono,la vita è una malattia,tutto è dolore.”
        “Convertitevi al non Dio”X))

        Perchè invece io vivo,posso affermare che la maggior parte della mia vita non è afflita dal dolore,delle volte si,la maggioranza delle volte no.Sempre quel “tutto” li in mezzo non permette le analisi razionali.

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