Niccolò Stenone, il sacerdote cattolico fondatore della paleontologia

L’11 gennaio scorso si è festeggiato l’anniversario di nascita di Niccolò Stenone, una dedica è stata fatta anche da Google dedicando a lui il suo logo. Stenone fu un importantissimo uomo di scienza e un sacerdote cattolico.

Francesco Abbona, preside della Facoltà di Scienze Matematiche Fisiche e Naturali presso l’Università di Torino lo ha ricordato su “Il Sussidiario”, raccontando come sia divenuto il padre della geologia, della paleontologia, della stratigrafia e infine vescovo cattolico. Pose le basi scientifiche delle ghiandole, dei muscoli, del cuore e del cervello. Dimostrò che i fossili sono resti di organismi vissuti nel passato, propose il primo modello di ricostruzione tettonica, introdusse il concetto di evoluzione fisica e temporale della crosta terrestre. Frequentò Spinoza in Olanda e Leibniz in Germania.

Dopo la conversione cattolica venne ordinato sacerdote nel 1675, nel 1677 è consacrato vescovo e inviato come vicario apostolico nella Germania del Nord, dove vivrà in spirito evangelico di povertà e carità. Morì nel 1686 in Germania, non essendoci un prete cattolico per confessarlo durante l’agonia, si confessò in pubblico, elencando a viva voce i suoi peccati. Nell’1988 Giovanni Paolo II lo ha proclamato beato. Abbona riporta le parole usate dal Pontefice durante la beatificazione: «Tutta la vita di Niels Stensen è stata un instancabile pellegrinare alla ricerca della verità, di quella scientifica e di quella religiosa. Osservatore acuto delle caratteristiche delle pietre preziose e altresì delle meraviglie del mondo vegetale e animale. Stensen ci sfida come europeo, come credente, come cristiano, come convertito, come pastore di anime e missionario».

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105 commenti a Niccolò Stenone, il sacerdote cattolico fondatore della paleontologia

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  1. Ercole ha detto

    Quasi ogni disciplina scientifica è stata fondata da un religioso, o comunque vi è stato da essi un contributo eccezionale (da Mendel a Lemaître…)

    • GiuliaM ha detto in risposta a Ercole

      Lo stesso Copernico era un prete, e anche Galileo fu un devoto alla Chiesa Cattolica; poi ci sono Eulero, Bernoulli, Lagrange, Volta e tanti altri!
      Ho trovato questo sito molto interessante: http://dallaragioneallafede.blogspot.com/2009/11/scienziati-credenti.html

      Guarda caso, molti sono matematici o fisici…

      • GiuliaM ha detto in risposta a GiuliaM

        P.S. con buona pace di Antonio72 😉

        • Boomers ha detto in risposta a GiuliaM

          xè Antonio72 cosa dice?

        • Antonio72 ha detto in risposta a GiuliaM

          GiuliaM, tu fraintendi di certo, io l’ho anche scritto che la scienza, a partire da Galilei, deve molto alla Chiesa, anzi ho proprio scritto che la scienza è figlia della Chiesa.
          Ma sai com’è: le ha voluto dare un dito e si è presa il braccio, ed oggi non le basta nemmeno il braccio; vi è stato quindi una sorta di passaggio di testimone come nella staffetta.
          Inizialmente la verità era religiosa/filosofica, poi venne una sorta di binario parallelo in cui correvano la verità scientifica e quella religiosa, come nei casi citati dall’articolo, oggi invece la verità corre su monorotaia.
          Cmq il mio ragionamento è un po’ più ampio e te lo anche accennato nell’ultimo post, anche se non credo, viste le tue repliche, che hai molto compreso.

          • Giorgio Masiero ha detto in risposta a Antonio72

            L’ho letto anch’io l’ultimo tuo post, Antonio, penso di averlo capito e non lo condivido affatto.

            • Antonio72 ha detto in risposta a Giorgio Masiero

              Secondo me la filosofia sbaglia a considerarsi inferiore alla scienza galileiana, secondo me la Chiesa sbaglia a rincorrere la razionalità scientifica. La Chiesa deve saper dire qualcosa di nuovo pur rimanendo ben salda nella verità cristiana, di razionalmente diverso rispetto alla scienza, pur, è giusto, continuando il dialogo, ma allo stesso mantenendo le distanze. (Per es. giudico sbagliata l’impostazione dell’ultima discussione sul libero arbitrio, presuntamente confutato dalle neuroscienze – E’ come ha detto Lei professore: se il libero arbitrio è una tematica esclusa dalle competenze scientifiche, perchè ce lo dobbiamo tirare dentro per i capelli proprio noi, credenti?)
              La Chiesa deve appunto riappropriarsi del suo ruolo originario ma anche sapersi ammodernare aprendosi al mondo, soprattutto quello femminile (questa secondo me è la vera nota dolente).
              Mi dispiace ma la Chiesa oggi tentenna e, come la filosofia, soffre di una debolezza inaccettabile, di cui approfittano da più parti. Proprio oggi, con l’anticlericalismo che è tornato di moda, è ora di rialzare la testa e serrare le fila, è ora che i cristiani dimostrino carattere e forza. Non pretendiamo di convertire il mondo a buon mercato: meglio pochi ma buoni…

              • Giorgio Masiero ha detto in risposta a Antonio72

                “Secondo me la filosofia sbaglia a considerarsi inferiore alla scienza galileiana”: a quali filosofi ti riferisci? Con l’eccezione della “naturalismo moderno” (Sellars, Dennett, McGinn, Quine, ecc.), che sono la caricatura del circolo di Vienna e riducono la filosofia a grammatica della scienza, nessun filosofo di nessuna corrente condividerebbe il tuo giudizio. Gli scienziati che filosofeggiano facendo gli scientisti sono in campo accademico irrisi sia dai filosofi che studiano sia dagli scienziati che lavorano.
                “La Chiesa sbaglia a rincorrere la razionalità scientifica”. Non mi risulta: la Chiesa è in questo momento l’istituzione che più di tutte tiene alto il valore delle scienze naturali, ma contemperandolo con le scienze umane e con l’etica, in un’alta concezione di interdisciplinarietà.
                “Giudico sbagliata l’impostazione dell’ultima discussione sul libero arbitrio, presuntamente confutato dalle neuroscienze”: non mi pare che questa sia la conclusione dell’ultimo articolo di Forastiere (né degli altri precedenti apparsi sul sito sullo stesso argomento), che tra l’altro ci ha annunciato una seconda puntata. A me è parso che sia l’articolo, che la somma degli interventi mostrino come tutti gli studi neuroscientifici siano ben lontani dal confutare il libero arbitrio. E che dobbiamo temere?
                Il problema, caro Antonio, è che tu confondi scienza e tecnica, scienza e capitalismo, scienza e finanza, scienza e società e attribuisci tutti i mali della cattiva tecnica, della cattiva economia e della cattiva società alla scienza, anzi alla tua idea di scienza che non ha nulla da spartire col mondo reale della scienza. In tutte le cose ci vuole equilibrio, anche nelle denunce e nelle provocazioni stimolanti, perché quando si generalizza senza separare il bene dal male si finisce per fare solo il gioco del nichilismo.

                • Antonio72 ha detto in risposta a Giorgio Masiero

                  Sì certo, la mia critica è radicale e riguarda tutto il modello occidentale basato sulla razionalità e quindi sulla forza e sul dominio, a cui anche la Chiesa in certe epoche non si è sottratta, ed in parte talvolta non resiste alla tentazione nemmeno oggi. I destini del capitalismo e del progresso scientifico-tecnologico sono intrecciati ed inseparabili. E’ sbagliato credere che le due cose possano prendere strade divergenti: il treno corre sullo stesso binario, altrimenti deraglia. E’ la società consumistica ed iperproduttiva che smuove i capitali necessari a finanziare il progresso tecnico-scientifico, il quale è di fatto monopolio dei paesi ricchi occidentali a discapito del solito Terzo mondo, che ne è escluso. Quindi per me non esiste un discrimine tra cattiva società e buona società o cattivo progresso tecnico-scientifico e buon progresso tecnico-scientifico: esiste questa società e questo progresso tecnico-scientifico, entrambi votati irrimediabilmente, sempre che non si abbia un cambio di paradigma, al declino umano e sociale, alla disperazione dell’ateismo individualista.

                  • Kosmo ha detto in risposta a Antonio72

                    “la mia critica è radicale e riguarda tutto il modello occidentale basato sulla razionalità ”

                    E quindi, fammi capire… Dovremmo basarci sull’IRRAZIONALITA’?
                    Questa è bella!

                    Sei solo un po’ paranoico, antimodernista di maniera.
                    E ipocrita, perchè non fai seguire alla tua (seppure legittima) critica, la sua logica conseguenza.

                  • Giorgio Masiero ha detto in risposta a Antonio72

                    La scienza è di per sé buona, come la filosofia, come i sensi, come il linguaggio, come la ragione in generale: tutte queste cose sono buone perché danno CONOSCENZA. La tecnica, invece, coinvolgendo l’USO della conoscenza, ha implicazioni morali e può essere perciò buona (Tac), cattiva (armi di distruzioni di massa), neutra (iPod). La vedi la distinzione, Antonio, tra conoscenza ed uso?
                    Certo tutto è correlato, soprattutto ai nostri giorni; ma se non vedi la distinzione, tu non sei contro la scienza, ma contro la ragione (= ratio da reor, soppeso, distinguo) ed abbracci una visione anti-cristiana, quella che parte dal buon selvaggio di Rousseau ed arriva a Nietzsche e agli ecologisti fondamentalisti di oggi che vedono nell’uomo il cancro della natura.
                    Quanto all’Occidente che sfrutta il terzo mondo, al sistema tecno-scientifico occidentale, ecc., queste sono rappresentazioni politiche un po’ passate, Antonio, che non funzionano più da parecchi decenni. In che mondo vivi? Il paradigma scientifico è diventato mondiale, la competizione tecnico-economica si è fatta globale (con ancora l’eccezione dell’Africa, ma non per molti anni ancora) e l’Occidente in questo periodo sta perdendo parecchi colpi, in tutti i campi.

                    • Kosmo ha detto in risposta a Giorgio Masiero

                      “Quanto all’Occidente che sfrutta il terzo mondo, al sistema tecno-scientifico occidentale, ecc., queste sono rappresentazioni politiche un po’ passate, Antonio, che non funzionano più da parecchi decenni. In che mondo vivi? Il paradigma scientifico è diventato mondiale, la competizione tecnico-economica si è fatta globale (con ancora l’eccezione dell’Africa, ma non per molti anni ancora) e l’Occidente in questo periodo sta perdendo parecchi colpi, in tutti i campi.”

                      Ecco, glielo spieghi lei, professore, che a lei forse la sente…
                      Non se ne può più di queste assurde paranoie ossessive…

                    • Antonio72 ha detto in risposta a Giorgio Masiero

                      Vivo in un mondo dove il sud (del mondo) preme sul nord del (mondo), in quanto il calcagno di quest’ultimo sulla testa del primo si sta facendo troppo pesante.
                      E se si riferisce alla Cina o all’India, le ricordo che solo una minima parte della popolazione (enorme) gode del benessere tecnico-scientifico, e se questo dovesse allargarsi solo ai 1,3 miliardi di cinesi, tutto il sistema economico-tecnico-scientifico salterebbe per aria. Già oggi l’impatto dell’avanzata cinese è travolgente: la Cina in dieci anni ha raddoppiato il consumo energetico e cresce annualmente di circa 5-6 volte l’Europa e non ha intenzione di rallentare.
                      L’Africa è esclusa per definizione e lo sarà sempre. Il rapporto tra il consumo procapite di un americano e di un africano è di circa di 50 a 1, quando va bene (5 a 1 rispetto ad un cinese) e buona parte della popolazione africana è alle prese con l’abc della sopravvivenza che dipende, guarda un po’, proprio dal “generoso” Occidente, altro che benessere tecnico! Se va bene si costruiscono gigantesche dighe che servono solo alla speculazione occidentale, visto che l’invaso spesso distrugge interi villaggi ed ecosistemi.
                      La stessa Cina sta diventando, come lo fu in passato l’Occidente, un paese colonialista, e si sta appropriando di vasti terreni africani e delle sue risorse.
                      In quanto alla distinzione tra le applicazioni tecniche rispetto al progresso scientifico, è un sofisma che non corrisponde alla realtà, in quanto tutte le tecnologie possibili, nel bene e nel male, trovano la loro applicazione pratica: il joystick viene usato sia nell’ultimo sofisticato videogame, sia per comandare un drone che bombarda villaggi di popolazione inerme in medioriente. La differenza sta solo nel diverso scenario: virtuale e formato da pixel da una parte, reale e costituito da carne ed ossa dall’altra.
                      Questa distinzione sarebbe giusta se la tecnologia discriminasse il bene ed il male, ma ciò non corrisponde alla realtà dei fatti. Questa scelta è solo sulla carta e non c’è modo di uscirne perchè la tentazione di dominio tecnologico non risparmia nessuno, e se capita per un Paese, questo si vede costretto a rincorrere la competizione globale per non esserne emarginato o escluso (vedasi caso Iran).
                      Per non parlare della grave e profonda crisi globale che sta attanagliando i paesi capitalisti, i quali di fatto fondano le proprie economie sui debiti (vedasi caso fallimento Grecia). Rischiamo realmente l’effetto domino e quindi la destabilizzazione mondiale….e la storia in questi casi non ci ha mai raccontato nulla di buono.

                    • GiuliaM ha detto in risposta a Giorgio Masiero

                      Io invece concordo con quanto detto da Giorgio: la scienza è buona in sè, perchè porta alla conoscenza. Bisogna vedere cosa farne di questa conoscenza.
                      L’uomo, se non ci fosse la tecnologia, si scannerebbe anche con clave e sassi; o credi davvero allo stupido mito del buon selvaggio? Credi che quando non avevano inventato spade ed archi si volessero tutti bene?
                      Ti consiglio di non guardare le cose in modo radicale: questo è tipico delle persone che si trovano fuori da un determinato ambiente e non lo capiscono, ma, per paura o convenienza, pretendono di giudicarlo e denigrarlo.

                    • credino ha detto in risposta a Giorgio Masiero

                      @Antonio71: E’ la società consumistica ed iperproduttiva che smuove i capitali necessari a finanziare il progresso tecnico-scientifico, il quale è di fatto monopolio dei paesi ricchi occidentali a discapito del solito Terzo mondo, che ne è escluso.
                      Sul fatto che il benessere dell’occidente vada a discapito del Terzo Mondo, sono d’accordo. Ma è una questione comlessa, geopolica e macroeconomica; non ne farei un processo al concetto di scienza.

                  • Luigi Pavone ha detto in risposta a Antonio72

                    Dai un’occhiata ai libri di Martin Heidegger.

                    • Giorgio Masiero ha detto in risposta a Luigi Pavone

                      Certo, è la posizione esistenzialistica anti-scientifica, secondo la quale la scienza non dà conoscenza, ma solo potere, e coincide con la tecnica. Però, Luigi, questa non è la posizione cristiana ed io mi sono rivolto ad Antonio come da cristiano a cristiano.

                    • Vronskij ha detto in risposta a Luigi Pavone

                      La critica costante di Antonio contro la tecnica, è centrale nella filosofia di Heidegger (inizia con i fratelli Junger). Da lui hanno preso i patriarchi dell’università di Venezia Severino e Galimberti, un po meno Cacciari e robe varie. Adesso è una moda stabile, lo trovi dappertutto, anche nei articoli mediocri di riviste lette aspettando dal barbiere, colorato con un po di soluzioni deboli di neomarxismo e di neonazismo, e di ecologia radicale. Antonio c’i mette anche il cristianesimo primitivo.

                      E’ un sbaglio madornale di mettere insieme, per principio, la scienza con la tecnica. La scienza usa intelletto, mentre la tecnica l’ispirazione, la creatività. Secondo Heidegger (la conferenza “La questione della tecnica”) l’origine dell’arte e della tecnica, è la medesima. Lui parte dal senso originario della parola techne, per riscoprire la sua affinità con poiesis (poesia) in greco antico il poeta è “colui che agisce”), termine che secondo Platone vuol dire l’atto che fa passare le cose dal non essere all’essere. Il suo significato della parola latina ars (arte) andava da “produzione” fino a “capacità” e “maestria” (termine artigianato, espressione “fatta ad arte”, arte culinaria, arte marziale, arte militare ecc). Cosi cominciano i libri di Severino che hanno come argomento la tecnica.

                    • Luigi Pavone ha detto in risposta a Luigi Pavone

                      E’ un grande sbaglio, a mio modesto modo di vedere, assimilare Severino ad Heidegger. Indubbiamente esistono alcune tematiche apparentemente simili (tecnica, differenza ontologica, etc.), ma Severino non è un esistenzialista. Severino è metodologicamente un neoscolastico. Non solo perché fu allievo di Bontadini, ma perché ne ereditò i problemi.

                    • Luigi Pavone ha detto in risposta a Luigi Pavone

                      … e non poche tesi.

                    • Vronskij ha detto in risposta a Luigi Pavone

                      @Luigi
                      Si lo so, ma nel mio commento non ho parlato di assimilazioni, ho detto “prendono”. Per chiarire meglio, Severino & com. prendono da Heidegger il carattere problematico della tecnica. Poi da Severino prendono i annoiati che aspettano dal barbiere.

                    • Antonio72 ha detto in risposta a Luigi Pavone

                      Prof. Masiero,
                      Le rispondo da cristiano, che questo mondo non può dirsi affatto cristiano.
                      In quanto ad Heidegger, Severino e filosofi affini, conosco abbastanza le loro filosofie, ma non mi interessano, perchè mi sta molto più a cuore la realtà del mondo in cui vivo, in cui viviamo tutti!
                      Il problema è forse anche più tecnico che filosofico: basta solo citare la questione dell’esaurimento delle risorse energetiche (tuttora irrisolto) e della devastazione ambientale irreversibile(vedasi rapporto FAO Livestock’s long shadow). Non parlo ovviamente degli sconvolgimenti climatici perchè non sono provati, tuttavia l’esaurimento dei combustibili fossili comporta problematiche economiche e politiche ancora peggiori. E la panacea delle energie rinnovabili è una barzelletta, per chi sa qualcosa di tecnologie fotovoltaica ed eolica. Allora come se ne esce? Aspettandoci forse qualche miracolo tecnico-scientifico? Mi pare che stiamo giocando a dadi con il destino dell’umanità.
                      Quindi, dal punto di vista filosofico, potrei anche ammettere la distinzione tra scienza e tecnologia, ma nella realtà pratica questa è solo un’illusione (e come sa, le astrattezze, che siano filosofiche o matematiche, le digerisco poco).
                      Ed anche se fosse una verità filosofica scritta a fuoco sul granito, non la rende di certo più reale. Si deve considerare l’uomo per quello che è, non per quello che vorremmo che fosse (anche qui la cieca fiducia nell’uomo, la considero un’altra astrattezza).

                    • Vronskij ha detto in risposta a Luigi Pavone

                      Antonio. Se vedi soltanto “la realtà” si sa che è tutta nera, è la realtà del peccato originale. Ma sopra la realtà sono anche le stelle. Per esempio in un’orchestra sinfonica probabilmente al dirigente le moglie li fa le corna, il violinista prende antidepressivi, il pianista ha un cancro è non più di 6 mesi di vita … ecc, eppure quel che loro eseguono, se non da speranza per una “realtà “bianca”, almeno serve, a loro e anche ai spettatori, come un consolazione. Un spettatore non fa bella figura di alzarsi in piedi e dire com’è “la realtà”.

                    • Antonio72 ha detto in risposta a Luigi Pavone

                      “Vi era là un numeroso branco di porci che pascolavano sul monte. Lo pregarono che concedesse loro di entrare nei porci; ed egli lo permise. I demoni uscirono dall’uomo ed entrarono nei porci e quel branco corse a gettarsi a precipizio dalla rupe nel lago e annegò.” (Lc 8,32-33).

                      L’uomo moderno è preda di un potente demone che lo spinge a buttarsi nell’abisso, ed avendo perfettamente coscienza dell’abisso che gli si prospetta, chiude gli occhi sperando che svanisca nel nulla. Questa è follia pura, altro che razionalità!

                    • Giorgio Masiero ha detto in risposta a Luigi Pavone

                      @ Antonio
                      Ti ripeto, fai un’irrazionale “con-fusione” (= fondere tutto insieme) tra scienza (che è una forma di conoscenza, e in quanto tale santa) e tutti i mali del mondo. La tua è un’ossessione. E perché la radice di tutti i mali del mondo non è la superbia? o l’avarizia? o la lussuria? ecc. Offendi in primo luogo la tua ragione e poi tutti coloro che si guadagnano il pane quotidiano lavorando nella scienza (e che dalle tue parole sono tanti piccoli eichmann di un ingranaggio diabolico), ai cui frutti – mi pare – tu attingi abbondantemente sia in termini teorici sia in (onesti) termini applicativi. Ti ho già fatto una domanda in passato, cui non mi hai risposto: tu come ti guadagni da vivere?

                    • Kosmo ha detto in risposta a Luigi Pavone

                      …continuando ipocritamente ad usufruire in tutto e per tutto di tutta la scienza e la tecnologia che tanto condanni e bistratti.
                      Quando ti vedrò in una caverna nudo mangiare quello che ti cade in bocca allora ti darò credito.

                    • GiuliaM ha detto in risposta a Luigi Pavone

                      Antonio72 è un carpentiere, mi ha risposto in un post di un altro articolo.

                    • Kosmo ha detto in risposta a Luigi Pavone

                      @GiuliaM, sì ma dai scherzava…

              • Kosmo ha detto in risposta a Antonio72

                alla fin fine hai studiato filosofia?

      • Raffa ha detto in risposta a GiuliaM

        Sempre su questo sito c’è un elenco più fornito: https://www.uccronline.it/2010/12/08/scienziati-credenti-cristiani-e-cattolici/

      • Hugo ha detto in risposta a GiuliaM

        Questo perché i matematici e i fisici sono meno “topi da laboratorio”, sanno ampliare lo sguardo dei loro obiettivi e solitamente sono preparati su un ampia vastità di territori, cosa che ad esempio non è usuale nei biologi.

      • Alcor vega ha detto in risposta a GiuliaM

        il sito è di Aguado sè non erro che è uno dei fondatori del UCCR non finirò mai di ringraziarlo!!!

      • Andrea ha detto in risposta a GiuliaM

        Sarebbe interessante capire se la religiosità abbia questi livelli di penetrazione anche tra gli scienziati delle nuove generazioni

  2. Ugo ha detto

    direi anche precursore dell’anatomia moderna

    • Mimmo ha detto in risposta a Ugo

      E chi lo conosce questo Stenone? Andiamo

      • Sesbassar ha detto in risposta a Mimmo

        Grazie Mimmo di regalarci sempre qualche risata 🙂 Le tue trollate sono sempre fatte con stile 😉 Se un giorno ti conosco ti offro da bere per le risate che mi regali 🙂

        Keep on trollin’!!! 😀

      • Alessandra ha detto in risposta a Mimmo

        Prova a controllare sulla Treccani…Nutri la tua mente!

      • Antonio ha detto in risposta a Mimmo

        Infatti Mimmo, IMPARA!…Anzi non farlo, altrimenti rischi di diventare credente.

      • sto'co'frati e zappo l'orto ha detto in risposta a Mimmo

        Mimmo sei indispensabile per questo sito!
        Spero che capisca l’umorismo “acido” dei Toscani.In caso contrario ti chiedo scusa.E in Danese:MANGE TAK TIL AT EKSISTERE.ps.mi riferisco a miei precedenti interventi(e prossimi).

      • Riccardo ha detto in risposta a Mimmo

        Almeno per una volta potresti evitare di mostrare tutta la tua ignoranza? http://www.treccani.it/enciclopedia/stenone-nicola-beato/

        • Alessandra ha detto in risposta a Riccardo

          Troppo divertente! Se ripenso a quello che mi disse uno di quei geni che bazzicano il blog di Tornielli. “ma non lo sai che la Treccani è controllata dal Papa?” Ancora mi sbellico dalle risa…

          E poi sarei io, in quanto cattolica credente, ad aver abiurato la mia razionalità vero?

      • Francesco B. ha detto in risposta a Mimmo

        Come direbbe Fabri Fibra: Tutti quanti…..TRANNE TE!!!!

      • sto'co'frati e zappo l'orto ha detto in risposta a Mimmo

        per Mimmo “il sentenziere”.
        Puoi anche cercare alla voce Cosimo III De’Medici,in qualsiasi buona enciclopedia.
        Ma se ti rechi nella mia Firenze,potresti visitare la Basilica di S.Lorenzo e…….

      • edoardo ha detto in risposta a Mimmo

        Mimmo, tu i minerali non sai neanche cosa sono, per esordire con queste caz*ate.
        Prima legge della cristallografia detta anche di costanza dell’angolo diedro detta anche legge di STENONE:
        gli angoli diedri di cristalli dello stesso tipo sono indipendenti dalle dimensioni assolute dei cristalli stessi.
        In sostanza tu puoi avere un quarzo di 3 centimetri o uno di 20, gli angoli dei cristalli sono i medesimi.
        Se tenti l’esame di Mineralogia a Scienze della Terra e ti sfugge la legge di Stenone, il prof ti prende per un’oreccchia e ti butta fuori dalla finestra.
        Confermi che i minerali non sai neanche cosa sono…giusto “quei sassi lì”.

        • Mimmo ha detto in risposta a edoardo

          Io non ho mai studiato, ma non mi faccio ingannare dal vaticano come voi!

          • Mimmo ha detto in risposta a Mimmo

            La storia non cambia, perciò ho ragione io!

          • Riccardo ha detto in risposta a Mimmo

            Dai commenti che fai l’avevamo già capito.

          • sto'co'frati e zappo l'orto ha detto in risposta a Mimmo

            Sentenziere.E’ eccitante seguire le tue massime,per noi ignoranti seguirti è un’autentico piacere.Ma mi viene il sospetto che tu sia “leggermente”un bravissimo “recitatore”.Sei sempre così lontano dai temi trattati.I tuoi piccoli “insulti” sono in realtà dei lievi buffetti(escluso per chi è permaloso).Stai attento!A forza di leggere queste pagine “cristiane”……

          • lorenzo ha detto in risposta a Mimmo

            Mimmo, non ci credo… dimmi che lo fai apposta!!!

  3. Pino ha detto

    “Dopo la conversione cattolica venne ordinato sacerdote nel 1675, nel 1677 è consacrato vescovo e inviato come vicario apostolico nella Germania del Nord, dove vivrà in spirito evangelico di povertà e carità. Morì nel 1628 in Germania” correggere le date per favore

  4. Castigamatti ha detto

    Un altro esempio di come fede e ragione possano perfettamente andare d’accordo…

    • Raffa ha detto in risposta a Castigamatti

      Credo che ci vorranno esempi piuttosto sul come NON possano andare d’accordo…dimostrare l’ovvietà diverte poco…

    • Giorgio Masiero ha detto in risposta a Castigamatti

      Di recente mi è capitato di sentire un teologo che, di fronte ad uno scienziato agnostico che tirava in ballo l’incompatibilità tra fede e ragione, gli replicava col detto di Tertulliano “Credo quia absurdum”! Ecco, finché ci saranno scienziati e teologi ignoranti come questi due, credo, Raffa, che sull’argomento non sia nemmeno concesso scherzare!
      Tertulliano era forse un giurista erudito, ma non certo un logico raffinato; ed i pii religiosi che, di fronte alle obiezioni dei positivisti, richiamano quel detto, scelgono una via di fuga dal confronto dialettico per difetto della propria cultura scientifica, filosofica e teologica.
      Come ha spiegato Tommaso d’Aquino nella sua lotta contro Sigieri di Brabante, non ci può essere contrasto tra fede e ragione, perché Dio è la ragione! È vero che la ragione umana è limitata e non può spiegare tutto, ma diversa cosa è ciò che è contro la ragione umana: ciò sarebbe anche contro quella divina. In questo caso occorre stare dalla parte della ragione e chiedersi se non sia sbagliata piuttosto la nostra “interpretazione” della Bibbia. Di qui è nata l’esegesi biblica, cioè la scienza che interpreta la Bibbia alla luce della ragione, contestualizzandola nei diversi momenti storici in cui è stata scritta e separandone l’insegnamento religioso dai giudizi politici, sociali, storici, ecc.

      • Luigi Pavone ha detto in risposta a Giorgio Masiero

        Tuttavia, almeno dagli anni ’70, Emanuele Severino pone la seguente domanda: la teoria dell’armonia di fede e ragione è un articolo di fede, o è una verità di ragione?

        • Renato Valsecchi ha detto in risposta a Luigi Pavone

          La domanda è stupida. Oltre il fatto che posta così la risposta sarebbe la seconda, Severino pone questa domanda senza sapere cosa sia la fede e cosa sia la ragione.
          La fede non è altro che uno degli strumenti della ragione per conoscere la realtà. E’ lo strumento più utilizzato e più sicuro, tant’è che viene usato costantemente da tutti e su di esso si pone la certezza delle nostre più alte convinzioni. Separare la fede dalla ragione è come superare la scienza dalla ragione, sia la fede che la scienza sono strumenti di conoscenza. Non mi aspetto però che Severino arrivi fino a qui.

          • Luigi Pavone ha detto in risposta a Renato Valsecchi

            Come dovrebbe essere posta affinché la risposta corretta sia la prima?

            • Renato Valsecchi ha detto in risposta a Luigi Pavone

              La domanda non dovrebbe semplicemente essere posta, perché se viene posta significa non capire cosa sia la fede e cosa sia la ragione, come ho già scritto.

              Per fare un paragone, è come chiedere se ci sia armonia tra lo scorrere del tempo e l’orologio. Fare questa domanda significa non sapere cosa si intenda per “tempo” e per “orologio”. L’orologio è uno strumento per “prendere coscienza” dello scorrere del tempo, così come la fede è uno strumento per “conoscere” la realtà.

              Io ad esempio ho usato la fede nei tuoi confronti accettando che Severino abbia posto davvero questo dilemma. Ho quindi conosciuto meglio la realtà. Certo, l’applicazione di questo strumento potrebbe essere sbagliato perché c’è il rischio che tu stia mentendo (o non abbia capito cosa dice Severino), ma quello dell’applicabilità errata è un rischio che si corre con tutti gli strumenti in forza alla ragione umana.

              • Luigi Pavone ha detto in risposta a Renato Valsecchi

                Per Tommaso d’Aquino, per esempio, l’esistenza di Dio è una verità di ragione, ma egli non esclude che sia anche contenuto dell’atto di fede, o esclusivamente contenuto di fede. Tuttavia, quando si parla di armonia di fede e ragione si fa astrazione da queste contingenze, e per verità di ragione si intende tutto ciò che può essere stabilito per ragione. In quest’ottica, se vuoi astratta, l’esistenza di Dio, benché possa essere ritenuta anche per fede, è benché sia uno dei tanti contenuti della fede, è però mantenuta come verità di ragione. Le verità di fede, invece, sono quelle verità rivelate che non possono essere raggiunte per via razionale.

                • Renato Valsecchi ha detto in risposta a Luigi Pavone

                  Ma tu ora hai cambiato discorso. Sei passato all’esistenza di Dio mentre noi eravamo sull’armonia tra fede e ragione, ovvero se la fede possa dirsi “razionale”. Rispetto all’esistenza di Dio ha pienamente ragione Tommaso, ovviamente. L’esistenza di Dio è conoscibile per pura ragione, la “conoscenza” di Dio invece implica necessariamente l’atto di fede generato dalla conversione cristiana. La fede in questo caso (siamo sulla “conoscenza” di Dio e non sulla sua pura “esistenza”) permette di arrivare laddove la sola ragione non arriva.

      • Luigi Pavone ha detto in risposta a Giorgio Masiero

        Non è che io sia severiniano, ma la domanda a me pare intelligente, e quindi la rivolgo a te.

        • Giorgio Masiero ha detto in risposta a Luigi Pavone

          Se l’esistenza di un’Agenzia trascendente intelligente (“che tutti chiamano Dio”, Tommaso) è una verità di ragione – come è per me, come ho avuto già modo di spiegarti -, ne deriva che l’armonia di fede e ragione è una verità di ragione.
          Detto altrimenti, io assumo come Popper, come punto di partenza indimostrabile la mia fede nella ragione. Come Popper, questa mia fiducia nella ragione non la posso dimostrare all’inizio, ma tutto nella vita mi diventa coerente pre-assumendola. Da qui, con la ragione derivo che Dio esiste ed è ragione. Tra fede e ragione, quindi, non c’è tanto armonia, c’è IDENTITA’.
          A chi, invece, ritiene che l’uomo sia il risultato casuale di un’evoluzione da una scimmia che… discende da un microbo che… è frutto del caso; a chi ritiene insomma che l’uomo sia una costituzione casuale di atomi, chiedo io, come si chiese Darwin negli ultimi giorni della sua vita: che cos’è la ragione? che fiducia vi posso porre?!

          • Luigi Pavone ha detto in risposta a Giorgio Masiero

            Non ho capito francamente. Quando si parla di fede (non come atto, ovviamente, ma come contenuto, direi proposizionale, dell’atto di fede) e di ragione, e di armonia di fede e ragione, non si sta parlando di un particolare contenuto proposizionale (quello espresso dal proferimento “Dio è”, “Dio esiste”), di esso chiedendoci se sia oggetto di fede o di ragione. Tommaso d’Aquino parla piuttosto di una armonia di fondo tale che nessuna proposizione razionalmente giustificata si trova in contraddizione con i contenuti rivelati. Ora, questo convincimento che ogni proposizione razionalmente fondata (parliamo di “ragione naturale”) è in sintonia con i contenuti della fede rivelata, questo convincimento è razionalmente fondato? Oppure si tratta di un contenuto rivelato (esplicitamente o dedotto, in qualche modo, dai contenuti della rivelazione)?

            • Giorgio Masiero ha detto in risposta a Luigi Pavone

              Se la rivelazione è la parola di Dio che è ragione, non ne consegue per definizione che ogni articolo di fede rivelata è in armonia con la ragione?

              • Luigi Pavone ha detto in risposta a Giorgio Masiero

                Ammesso (e non concesso) che la ragione umana sia in grado di giustificare l’esistenza di Dio, ti chiedo: è anche in grado di comprendere che la rivelazione è parola di Dio?

                • Luigi Pavone ha detto in risposta a Luigi Pavone

                  Non ti posso concedere quella proposizione perché per me è un problema e la tua via assiomatica, come ti ho detto, proprio perché è assiomatica, non mi convince. Però ammettiamola pure.

                • Luigi Pavone ha detto in risposta a Luigi Pavone

                  E’ chiaro che se la ragione è in grado di riconoscere non solo l’esistenza di Dio, ma anche che la Rivelazione è parola di Dio, segue senz’altro che la teoria dell’armonia di fede e ragione è una verità di ragione.

                • Giorgio Masiero ha detto in risposta a Luigi Pavone

                  Se capisco bene, Luigi, tu mi stai adesso chiedendo se il passaggio dalla minimale credenza (per me) razionalmente necessaria in un’Agenzia trascendente creatrice dell’Universo alla completezza della fede cristiana (con i suoi testi rivelati) sia soltanto una successione di passi logici.
                  No. Non sarebbe “fede”, se soltanto di questo potesse trattarsi. C’è anche una Weltanschauung, un senso trovato dopo una ricerca a 360 gradi, una coerenza complessiva del tutto.
                  Poiché amo la matematica, mi sono divertito in passato a chiedermi qual è il sistema minimo di “assiomi” coerenti da cui io possa dedurre per via logica tutto il mio credo cristiano, compreso quello che è il suo scandalo aberrante per le altre due religioni monoteiste rivelate, ovvero l’immanenza dell’Incarnazione di Dio in un uomo nella figura storica di Cristo. Ebbene, ma guarda che è solo un gioco e non puoi chiedermi di più in una chat, questi assiomi di base, indimostrabili, sono appena 3: la fiducia nella ragione, la fiducia nella vita e la fiducia in una morale naturale di 4 comandamenti (non ammazzare, non rubare, non mentire, rispetta la distinzione sessuale).

                  • Luigi Pavone ha detto in risposta a Giorgio Masiero

                    Il punto è questo. A quanto pare è possibile assumere la teoria dell’armonia di fede e ragione come verità di ragione soltanto a patto di dimostrare razionalmente non solo l’esistenza di Dio, ma anche che Egli si rivela in certi testi (e non in altri). Ma questo secondo congiunto, come dici bene, non è dimostrabile senza rinunciare alla fede stessa. Allora l’armonia di fede è ragione resta stabilita soltanto come un contenuto di fede, che non si può pretendere da chi non ha fede, o non ha quella particolare professione di fede; per cui è perfettamente legittimo e razionare non escludere il contrasto.

                    • Luigi Pavone ha detto in risposta a Luigi Pavone

                      errata: per cui è perfettamente
                      corrige: per lui [per il non credente] è perfettamente legittimo e razionale non escludere il contrasto [tra fede e ragione]. Buona notte.

                    • Giorgio Masiero ha detto in risposta a Luigi Pavone

                      Non so se condividiamo lo stesso significato di “ragione”. C’è la possibilità di affermare una, una sola, verità che si appoggi solo su basi logiche e prescinda da alcuni postulati? Una fede è in fondo questo, il sistema di postulati con cui ogni uomo dà senso alla sua vita. E il sistema razionale di ogni uomo è la somma di queste assunzioni (che possono essere diverse per un uomo e per un altro) e logica (che è comune a tutti gli uomini). L’ha dimostrato il razionalista Popper: non esiste un punto archimedeo su cui si possa appoggiare una ragione “pura”. Senza postulati hai una pura logica formale (anzi più logiche) senza significato. Per questo condivido il giudizio demolitorio di Valsecchi su Severino: la sua domanda è senza senso. E ciò è dimostrato infine dalla deriva dell’epistemè severiniana che, persino nelle parole e nei riti, è decaduta ad una caricatura del cristianesimo assorbito in gioventù.
                      In generale, qual è l’alternativa, Luigi, alla fede in un Creatore buono che ama le sue creature? Un’umanità ed un Universo frutti del caso. Ma in che cosa questa opzione, incapace per definizione di fondare la razionalità della ragione, è più razionale della mia?

                    • Luigi Pavone ha detto in risposta a Luigi Pavone

                      Se le ragioni per le quali si rigetta la domanda di Severino come insensata sono quelle che hai esposte – e cioè una distinzione flaccida, so to speak, di fede e ragione, versus una distinzione rigida, so to speak -, dovremmo anche rifiutare la teoria tomistica stessa dell’armonia di fede e ragione come insensata, dal momento che questa è sorretta dalla seconda.

                      Neanche la logica formale gira senza postulati! 🙂

                  • Giorgio Masiero ha detto in risposta a Giorgio Masiero

                    Non in logica formale, ma nelle logiche formali i postulati non hanno un contenuto di verità ontologica, ma di “verità” formale (coerenza): le logiche formali non ti dànno verità nel senso forte dell’essere tomistico, sono solo esercizi di logica. Di questa distinzione abbiamo già parlato a proposito della differenza tra le cosiddette geometrie euclidee e la geometria di Euclide.
                    In Tommaso, invece, la verità sta innanzitutto nelle cose, in quanto sono venute dal non essere all’essere su comando di Dio (adaequatio rei ad intellectus Dei) e questo ci permette di conoscerle (adaequatio intellectus hominis ad rem). Se Tommaso così fonda lo stesso principio di non contraddizione sull’essere, in quanto creato, dove sta l’insensatezza?

                • Giorgio Masiero ha detto in risposta a Luigi Pavone

                  Scusami, adesso devo chiudere, ma se hai ancora qualcosa da dire, ti risponderò domani. Buona notte.

      • Alcor vega ha detto in risposta a Giorgio Masiero

        Direi anche Giorgio che l’esegesi nasce già nella Bibbia stessa ,si guardi ad esempio la cabala ,e ancora Gesù stesso nel vangelo…

  5. Vronskij ha detto

    @Giorgio
    Mi sembra un po troppo rumorosa questa frase:

    “Tra fede e ragione, quindi, non c’è tanto armonia, c’è IDENTITA”.

    Atto di fede è un processo sopratutto di volontà, ragione sta in un altro campo, quello dell’intelletto. Mettere insieme campi originariamente autonomi si fa un bel brodo primordiale. Tommaso d’Aquino non è san Francesco.

    • Luigi Pavone ha detto in risposta a Vronskij

      Non parliamo di fede come atto di volontà ma di fede come contenuto proposizionale dell’atto di fede. Così ne parla Tommaso d’Aquino e in quest’ottica la teoria è ripresa nella Enciclica Fides et ratio.

    • Giorgio Masiero ha detto in risposta a Vronskij

      Intendevo esattamente quello che ti ha spiegato Luigi. Devi giudicare le frasi, Vronskij, nel contesto!

  6. GiuliaM ha detto

    @Antonio72
    Io penso di aver compreso benissimo le tue repliche, che mi hanno anche un poco offesa: tu hai detto, senza conoscermi affatto, che per me la vera conoscenza la dà solo la “scienza galileiana”, e io ti ho risposto che la conoscenza non è soltanto misurazioni e verifiche, ma è anche arte e sensibilità. Guarda caso, un quadro si dipinge con “tecniche” pittoriche, una sinfonia si suona con strumenti inventati dall’uomo; tu stesso puoi ascoltare facilmente la Toccata e Fuga in Re Minore grazie ai prodigi dell’elettronica. E’ quindi tutto ciò che è inventato dall’uomo il Male? Ti arrampichi in sofismi sempre più vuoti pur di aver ragione.
    Che il mondo non sia punto cristiano ti do ragione, ma questo non è certo dovuto a (tutto) ciò che l’uomo inventa o scopre, bensì a come lo usa. Non è certo nuova la sete di potere e denaro; ma l’uomo malvagio e potente, se non avesse avuto la tecnologia bensì i mostri marini, avrebbe ugualmente scannato il suo prossimo sottomettendo il più feroce e grande di questi mostri.
    Ripeto, se tu fossi coerente, avresti smesso da un pezzo di scrivere in questo blog, dato che è formato nient’altro che da righe di un codice inventato dall’uomo e quindi, secondo te, malvagio.

    • Vronskij ha detto in risposta a GiuliaM

      E’ naif di chiedere al Junger di buttar via l’orologio di mano che ha risposto in un intervista: «L’invenzione di nuovi orologi meccanici che hanno soppiantato tutte le misure naturali del tempo. Questi orologi estendono il loro potere e diventano sempre più temibili […] Non misurano il tempo; lo fabbricano. Non consentono all’uomo di dominare il tempo; lo asservono al loro automatismo». In un’altro posto scrive ironicamente che “nessuno ha più tempo”. Informo che Junger possedeva la più grande raccolta privata di orologi di tutti i tempi e geografie.

      Le cose sono un po più complicate da quanto sembrano. La tecnica non è mai neutra: o l’uomo la domina, o ne è dominato; questa è la posta in gioco.

      Ricordo agli interessati che esiste anche una critica di Bergson (soltanto per opportunismo non convertito al cattolicesimo) riguardo al concezione del tempo che aveva Einstein. Se è possibile, sono curioso di sentire il parere di Giorgio Masiero, visto le sue competenze indiscutibili in fisica e la sua ammirazione espressa per Einstein.

      • Giorgio Masiero ha detto in risposta a Vronskij

        Tommaso d’Aquino distingue 3 tipi di durata temporale. Il primo, il tempus, è il tempo misurato dal cambiamento delle relazioni (per es., le posizioni) tra i corpi reali sulla Terra o tra gli astri. Questo è anche il tempo di Einstein, in teoria della relatività si chiama “tempo proprio” ed è proporzionale al cambiamento fisico misurato con gli orologi atomici.
        Negli esseri senzienti incorporei come gli angeli e nelle menti umane, c’è poi per Tommaso una durata che non è controllata dalla materia, ma piuttosto dal cambiamento degli stati mentali: questo secondo tipo di durata è chiamata da Tommaso aevum. Questa è anche la durée di Bergson, che non ha inventato nulla rispetto a Tommaso. Oggi, in fisica, questo si chiama “tempo soggettivo” ed è proporzionale alla velocità del pensiero: esso è l’intervallo di tempo necessario ad un essere intelligente per elaborare un bit d’informazione ed è la più importante misura del tempo dal punto di vista della vita. Una persona che abbia pensato o sperimentato dieci volte più della media, in un senso fondamentale ha vissuto dieci volte più della media, anche se quella persona caratterizzata da un’alta velocità di pensiero ha un’età inferiore alla media.
        Infine, per Tommaso, c’è un terzo tipo di durata temporale ed è l’aeternitas: la durata nella vita di Dio. Essa è l’esperienza di tutti gli eventi passati, presenti e futuri di tempus e di aevum dell’Universo, tutti in una volta; è il possesso completo e perfetto di una vita illimitata in un solo istante. “Davanti al Signore un solo giorno è come mille anni e mille anni come un solo giorno” (S. Pietro, II, 3,8).

        • Vronskij ha detto in risposta a Giorgio Masiero

          Giogio, grazie per la risposta. Ammiro molto il tuo stile, perché dal stile prendo informazione sulla persona, che mi interessa più della verità.

          I discorsi chi ha fatto per primo una scoperta mi ricordano il caso del l’America scoperta dai vichinghi prima del Colombo.

          Dalla tua risposta devo dedurre che c’è un malinteso da parte di Bergson che ha scambiato due livelli diversi di realtà? O la posta si gioca sui livelli di realtà, e il malinteso è di tutti i due? Succede di frequente dovunque, anche in questo forum.

  7. Antonio72 ha detto

    @Prof. Masiero,
    ripeto che potrebbe starmi anche bene la distinzione filosofica tra scienza e tecnica, ma è con la realtà che si deve fare i conti, con i crudi dati statistici.
    Ed i dati ci raccontano che presto a livello tecnologico il mondo subirà il tracollo, e per rispondere a questa domanda non sono sufficienti le sole risposte filosofiche. Ora, se volete posto tutti i dati per dimostrare razionalmente, diciamo anche con la logica aritmetica, che non è ammissibile far finta che tutto vada bene e che si possa continuare con lo stesso passo di oggi.
    Mi domando, ma il Creato che Dio ci ha affidato non abbiamo forse il dovere di tutelarlo, di prenderne cura?
    E se GiuliaM ci dice, giustamente, che questo non può dirsi un mondo cristiano, non abbiamo forse il dovere, come cristiani, di cercare di raddrizzare il timone di una nave, che va sempre più alla deriva e che presto si incaglierà come la Concordia ipertecnologica?
    Ho già detto che si deve prendere l’uomo per quello che è, o forse crediamo che sia solo Adamo ad aver mangiato la mela? L’uomo la mela se la pappa tutti i giorni e se ne avesse la possibilità, si mangerebbe l’intero albero, tanta è la sua ingordigia e cupidigia.
    Ho già espresso la mia opinione che la diffusione della tecnica muta l’uomo, che quindi non ne è immune. Credere che la tecnica-oggetto sia in libero potere dell’uomo-soggetto, è una pura illusione. Non esiste questa interdipendenza tra uomo e tecnica.
    Ma scusate, allora perchè dovremmo fare le battaglie contro la diffusione per es. della pillola RSU486 che dopo tutto è solo una innovazione tecnologica? E perchè facemmo la giusta battaglia contro la FIVET, che di per sè, è solo una tecnica consentita dalla ricerca medico-scientifica? Ed anche la battaglia contro la ricerca delle cellule staminali embrionali?
    Rispondo io il perchè: perchè queste tecniche abortive e di procreazione assistita cambiano la donna! La donna crede di decidere indipendentemente dalla diffusione e legalizzazione di queste tecniche, ma in realtà le cose non stanno affatto così, in quanto la donna prima dell’introduzione di queste tecniche e quella dopo, non può dirsi più la stessa. E queste tecniche, come tutte le altre, sono inevitabili con il progresso tecnico-scientifico, in quanto possibili.
    Mi si obietta la mia dubbia coerenza visto che sfrutto i mezzi che mi mette a disposizione la tecnologia per predicarle contro.
    Ma anche io ne sono schiavo, come tutti. Per anni ho potuto fare a meno del computer, del cellulare e di altre diavolerie, ma oggi non posso più farne a meno. Io stesso non posso più dirmi quello di prima, come tutti. E se domani inventassero un chip da impiantare nella nuca per connettermi ad internet, non ne potrei fare a meno, come tutti, perchè non sarebbe più ammesso l’uomo senza chip, ma solo l’uomo-chip. Mi si obietta anche che la tecnologia è utile, anzi indispensabile per ridurre la sofferenza ed il dolore che opprime l’uomo. Ma allora che ci insegna la sofferenza di Cristo in croce se noi stessi non possiamo ammettere un semplice mal di denti? Crediamo forse di meritare qualcosa di più di Cristo stesso, di essere più meritevoli, in rapporto a Cristo innocente perchè senza peccato, degli stessi malfattori crocifissi ai lati della Croce?
    Ma è normale che stando così le cose, la scristianizzazione del mondo sarà inevitabile, almeno fintanto che l’uomo non scoprirà sulla sua pelle, che quella sofferenza, non solo non scompare, ma si moltiplica. Forse sarebbe il caso di pensarci prima, non credete?

    • Kosmo ha detto in risposta a Antonio72

      sei solo OSSESSIONATO da un antimodernismo di maniera, oltre che esserne consapevolmente IMMERSO e ipocritamente sfruttarne tutti i vantaggi.
      Come avevo scritto in un altro post, a cui tu non hai risposto, sembri un generatore casuale di articoli (pesudo)scientifici, come quello che qualcuno aveva postato tempo fa.
      Non hai nessuna idea di cosa sia la scienza, nè tantomeno la tecnica, e i vantaggi che essa porta per il benessere di molti (ok non di tutti, ma teoricamente sì).
      Chiuditi dentro, che qualcuno può inventare la bomba all’antimateria!
      Che paura!! Brrrrrrr!

    • Panthom ha detto in risposta a Antonio72

      Mi piace la determinazione di Antonio72 (meno l’aggressività di Kosmo) nel portare avanti le sue idee. Io credo che tu, Antonio, stia semplicemente confondendo lo strumento (la scienza) con chi lo utilizza (lo scienziato o il politico).

      • Kosmo ha detto in risposta a Panthom

        e perchè “aggressività”, scusa?
        Questo qui sono due settimane che dice che la tecnologia ci porterà alla distruzione, che la scienza è sterco del diavolo, però quando gli fa male il dentino ci va dal dentista, se ha qualche problema ci va dal dottore e poi a fare la radiografia, se ne sta al calduccio con il suo impianto di riscaldamento seduto su una poltrona sintetica davanti al suo computerino, mangiando qualcosa che è stato trebbiato con le macchine o allevato con “scienza”, con le sue ASSURDE tesi che l’AIDS l’ha inventato qualche laboratorio occidentale per sterminare il Terzo Mondo, che i vaccini non servono a niente, e via di seguito?
        Che ne diresti tu se uno ti dicesse:
        “Non si deve …munch..munch…mangiare! Il cibo è lo sterco del demonio…chomp..chomp… Evitate assolutamente di…(‘mazza quant’è bbona s’ta torta!)…mangiare…munch..chomp…specialm…gulp…ente i dolci”
        Ma quale determinazione… Sono solo paranoie le sue…

    • Vronskij ha detto in risposta a Antonio72

      Antonio, e perche dobbiamo pensarci prima e preoccuparci di fare Eschaton? Cacciari, nel posizione del malfattore nella sinistra del croce, ha criticato la Chiesa perché fa Eschaton, quelli che stano nella posizione del malfattore di destra lo stanno mandando il mondo alla malora al più presto possibile, accorciando cosi il tempo dell’arrivo del Fine dei Tempi. Povero Gesù, sempre in crocce è rimasto, circondato da ladri.

      Io, diversamente da Giorgio e GiuliaM che vogliono sapere che lavoro fai, sono curioso di sapere: per chi voti nella politica, per i razionalisti di sinistra o per i razionalisti di destra?

    • Giorgio Masiero ha detto in risposta a Antonio72

      Finalmente, Antonio, separi la scienza che è (una forma di) conoscenza, dalla tecnica che è uno strumento con cui l’uomo assoggetta la natura, nel bene e nel male. Su questo metto un punto fermo, sul quale spero non torneremo più (anche se, ti confesso, non mi illudo più di tanto).
      Mi sarebbe anche piaciuto che tu avessi riconosciuto, secondo la tradizione cristiana, nel peccato originale (ed in particolare nei sette vizi capitali – tra i quali non c’è la scienza galileiana –), la radice dei diversi usi negativi che da Caino in poi l’uomo ha fatto della tecnica, piuttosto che nella scienza galileiana. Spero che questa tua ammissione venga in futuro.
      Intanto ti chiedo: Che cosa dovrebbe fare un cristiano, qui e adesso, di fronte ai pericoli di tutta una serie di tecnologie pericolose per l’uomo e per le future generazioni? Non studiare le scienze naturali ed organizzare una lotta di retroguardia contro di esse, destinata a sicuro fallimento? O piuttosto, continuare ad apprezzare le scienze naturali, nella loro potenza e nei loro limiti intrinseci, e però contemporaneamente volgere la sua vigile attenzione alle tecniche pericolose per denunciarle e rallentarne la diffusione con tutti gli strumenti in suo umano possesso?
      Non ho dubbi sulla tua risposta, tanto più che credi nel libero arbitrio (e quindi sull’autonomia finale di un essere umano anche dal più forte condizionamento tecnico), tanto più che dimostri di tenerti informato piuttosto che no sugli sviluppi scientifici e tanto più che sai che solo la scienza e la buona tecnica possono, in questa società avanzata, globale e complessa, salvare l’uomo fornendogli il cibo, l’energia e le condizioni di salute necessari alla vita. Una battaglia contro la scienza sarebbe, prima che destinata al fallimento, contraria alla stessa sopravvivenza dell’umanità, oggi.

      • Antonio72 ha detto in risposta a Giorgio Masiero

        Prof. Masiero,
        visto che parliamo di scienza mi attengo al secondo principio, fondamentale e piuttosto saldo, della termodinamica, al quale come saprà, non c’è scampo né via d’uscita.
        Esso si fonda sul concetto di entropia, che il progresso tecnico-sientifico non fa altro che accelerare a dismisura; e mi riferisco a dati oggettivi e non ad una opinione personale. Tanto più che la crescita mondiale è asimmetrica, diseguale, iniqua, visto che a fronte di coloro che beneficano della tecnologia e delle sue, chiamamole se vuole, superfluità, c’è una vasta fetta della popolazione mondiale che lotta di fatto per attingere ai beni primari. E’ questa realtà è totalmente anticristiana. O forse crede che se Cristo tornasse sulla Terra, come nella leggenda del Grande Inquisitore dostoevskijana, si recherebbe a far visita al CERN di Ginevra?
        Inoltre sappiamo che il progresso tecnico-scientifico (che ribadisco, non è separabile se non solo concettualmente, ma io come avrà notato, sono un tipo che bada molto al sodo ed agli aspetti pratici delle questioni) non fa altro che moltiplicare gli oggetti tecnologici superflui (nel senso che non sono primari) i quali per definizione sono freddi (ovvero non danno calore, ed intendo calore umano). E’ evidente che stando così le cose, il processo di disumanizzazione è inevitabile, inteso come accentuazione del benessere individuale a discapito di quello relazionale e quindi del bene comune; ed è un processo già in corso, oggi.
        E mi dispiace sono totalmente in disaccordo quando asserisce che la scienza e la buona tecnica debbano salvare l’uomo. Anzi, è proprio per questa convinzione, come ho già ampiamente discusso, che nel mondo si sta diffondendo l’ateismo e lo spirito religioso viene sempre più relegato ai margini. Mi domando infatti se ciò fosse vero a cosa servirebbe la salvezza cristiana, o religiosa in generale…

        • Giorgio Masiero ha detto in risposta a Antonio72

          Te lo chiedo un’altra volta: che proponi?

          • Antonio72 ha detto in risposta a Giorgio Masiero

            Che dire..è una domanda un po’ impegnativa, non crede? A dire il vero a me basterebbe che ci si intenda sulle problematiche di partenza, ma so già che così non è.
            Innanzi tutto “Rimettiamo i debiti ai nostri debitori”, altrimenti salta la coesione sociale (vedasi Grecia ed affini) con il conseguente pericolo di instabilità mondiale, che potrebbe minare la stessa pace. La parola d’ordine dovrebbe essere redistribuzione e non crescita, ridefinendo lo stesso concetto di PIL con un PEL (Prodotto esterno lordo), chi più dà a chi è bisognoso, più riceve in cambio. L’inutile ed il superfluo vanno buttati al macero, e le materie prime recuperate per quanto possibile, sfruttando la tecnologia esistente. Ovviamente nessuno Stato deve imporre alcunchè a nessun’altro, si devono trovare le soluzioni con il dialogo tra TUTTI, nessuno escluso, avendo come unico fine il benessere dell’umanità intera e non i particolarismi delle singole nazioni. Insomma un grandioso compromesso globale, anche a costo di estenuanti ed infinite discussioni, senza il quale non si dovrebbe fare proprio un bel nulla. Potrebbe apparire impossibile, ma il segreto sta tutto nella gradualità del programma che prevede un singolo passetto dopo l’altro, senza alcun balzo traumatico, ovvero esattamente il contrario dell’evoluzione biologica.
            E’ ovvio che vale lo stesso anche per il dialogo interreligioso, anzi soprattutto per questo.
            Per quanto riguarda l’energia non esistono soluzioni alternative al risparmio energetico, che non si ottiene con l’introduzione di nuove tecnologie, le quali consumano di più di quanto fanno risparmiare, ma proprio riducendo i consumi adottando uno stile di vita più sobrio e più consono al sistema natura. Come già detto la cosa dovrebbe essere progressiva e non traumatica, non so per dire, un punto percentuale in meno all’anno (come per es. nella questione delle emissioni di CO2, oggi).
            Andrebbe rivista completamente l’urbanistica, visto che l’uomo vive per il 90% nelle grandi metropoli, ed occupa solo un’infima parte delle terre emerse. Quindi, redistribuzione anche dell’umanità per diminuire la densità di popolazione compatibilmente con la salvaguardia dell’ambiente e quindi sfruttando materie prime a zero impatto ambientale (niente cemento e niente catrame). Il legname potrà essere fornito da un grandioso programma di rimboschimento: addio ai grattacieli mostruosi ed addio alle grandi metropoli di cemento. L’ideale sarebbe l’istituzione di infinite piccole comunità o villaggi autosufficienti, in cui è molto più facile un sistema di convivenza umanamente (e cristianamente) accettabile, in quanto solidale, in cui la tutela del bene comune viene agevolata. Le stesse concezioni di città prima, di metropoli dopo, fino allo Stato nazionale andrebbero via via a scomparire, molto, molto gradualmente.
            Il mio, come vede, potrebbe apparire un programma utopico ed irrealizzabile, perchè prevede una concertazione orizzontale e non verticale (nessun autoritarismo da parte di nessuno, ma solo dialogo tra tutti ed alla pari), e perchè la costanza della gradualità appare inconcepibile (in effetti potrebbe dilungarsi anche per secoli).
            L’alternativa è continuare così fino a raggiungere, prima o dopo, ma cmq in un futuro non di certo remoto in rapporto all’umanità passata (centomila anni, circa), l’inevitabile default mondiale, ed intendo inevitabile tecnicamente.

            • Giorgio Masiero ha detto in risposta a Antonio72

              Non avevo inteso che mi tracciassi un programma politico, ma più modestamente come noi cristiani potremmo, secondo te, distruggere o almeno debilitare il sistema scientifico-tecnologico globale.

              • GiuliaM ha detto in risposta a Giorgio Masiero

                Per quanto riguarda l’energia non esistono soluzioni alternative al risparmio energetico, che non si ottiene con l’introduzione di nuove tecnologie, le quali consumano di più di quanto fanno risparmiare
                Purtroppo è vero che le energie alternative sono poco utilizzabili, ma anche perchè sono discontinue in fatto di produzione di energia: ecco spiegato il costo che supera i guadagni. Forse investendo in tecniche combinate si potrebbe realmente ottenere qualche vantaggio; ma non sono un’esperta del settore, anche se c’è un ramo dell’informatica che si occupa del risparmio di energia nei componenti, e si stanno facendo grandi progressi nella produzione di transistori che abbattono la dissipazione di calore e quindi l’energia sprecata.
                Anche le auto elettriche per essere alimentate vanno attaccate alla rete elettrica della città (a Pisa hanno già messo i primi agganci); ma questa energia in più dove la andremo a prendere?

                Sul fatto della riduzione del consumo, sei troppo ottimista: anche perchè ci sono in gioco fattori economici mondiali (il monopolio arabo del petrolio ad esempio), non è soltanto una questione di “quanto consumiamo”.
                E’ anche una questione molto “italiana”, se vogliamo, perchè il consumo di petrolio è molto più forte nel nostro paese che nel resto d’Europa. In generale in Italia siamo molto restii ad introdurre innovazioni di qualsiasi genere (vedi la banda larga), o per il fatto che “finchè tutto va bene ce lo teniamo”, o perchè le cose sono fatte un po’ alla “carlona”.
                Mi hanno raccontato che a Berlino le automobili in giro sono molto poche, ma c’è un ottimo servizio di trasporto pubblico, e quasi tutti usano quello. Se qualcuno potesse confermare…

                PS: ma insomma, Antonio, che lavoro fai? Siamo curiosi 😉

                • GiuliaM ha detto in risposta a GiuliaM

                  Scusate, in realtà sarebbe riduzione energia sprecata -> meno dissipazione di calore -> aumento del tempo di vita dei componenti…

              • GiuliaM ha detto in risposta a Giorgio Masiero

                Andrebbe rivista completamente l’urbanistica, visto che l’uomo vive per il 90% nelle grandi metropoli, ed occupa solo un’infima parte delle terre emerse.
                Ma perchè parecchie terre emerse sono completamente inospitali… tu ci andresti a vivere nel Sahara? O in Siberia? O nella foresta amazzonica? Già, ci vorrebbe anche un po’ di tecnologia per rendere queste terre abitabili… ops!

  8. nicola ha detto

    Sembra fuori luogo, ma sono interessato a conoscere qualcuno fra i frequentatori del sito studente, laureato o appassionato di matematica.

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