Il chimico Fringuelli: «la Chiesa sostiene la ragione e la scienza sostiene la fede»

Lo scienziato Francesco Fringuelli, ordinario di Chimica organica dal 1975, già Direttore del Dipartimento di Chimica di Perugia e dal 2003 al 2009 Preside della Facoltà di Scienze matematiche, fisiche e naturali dell’Università di Perugia, ha scritto un interessante articolo sul rapporto tra scienza e fede. Riprendiamo ampie parti.

Ha introdotto specificando che tratterà la relazione tra ricerca scientifica di tipo galileiano e la fede nel Dio rivelato da Gesù Cristo e dal magistero della Chiesa. Questo dibattito «non può essere solo culturale, perché al centro c’è l’uomo come singolo e come comunità di individui con i suoi dubbi, i suoi interrogativi, i suoi problemi personali ed esistenziali, le sue scelte e le sue paure»,. Continua: «Lo scienziato galileiano ha verso la natura un atteggiamento di grande umiltà, “sa di non sapere”, non è quindi uno scientista perché non pretende che la scienza sia arrivata o arrivi a capire tutto. La scienza galileiana ha quattrocento anni ma ancora non è entrata a far parte del patrimonio culturale dell’uomo. Lo dimostra la confusione che c’è nell’opinione pubblica fra scienza e tecnologia scientifica. La mancanza di cultura scientifica, unitamente alla confusione tra scienza e tecnologia scientifica, sono tra le cause principali del convincimento che scienza e fede cristiana siano in antitesi».

La scienza nasce dal cristianesimo. Il chimico ha poi continuato: «La scienza è il motore del progresso sociale e civile, studia la logica della natura, e se questa è opera di un Dio creatore, è un mezzo privilegiato per avvicinarsi a Lui. Gestendo in modo eticamente cristiano le applicazioni tecnologiche della scienza, si ottiene pace, progresso, democrazia, uguaglianza. Il principale obiettivo dello scienziato è capire la logica che è alla base della costituzione della natura. La Fisica oggi insegna che tutto ciò che esiste si basa su tre forze fondamentali. Il cammino per arrivare a queste conclusioni è stato lungo ed è frutto della ragione». Anche lui arriva alla conclusione a cui sono arrivati grandi scienziati e storici della scienza: «La Chiesa cattolica ha da sempre insegnato che la ragione è il dono più grande che Dio abbia fatto agli uomini, ed è in virtù di questo insegnamento che la scienza si è sviluppata nell’Occidente cristiano e non dove erano operanti altre filosofie e altre teologie» (per un particolare approfondimento su questa tematica, si veda L’origine della scienza è nel cristianesimo).

L’ateismo non ha base scientifica, la scienza sembra aiutare la fede. Ampliando il discorso al cosiddetto “ateismo scientifico” promosso dall’ateocomunismo sovietico e dal razionalismo moderno, ha specificato: «Usando come strumento della ragione il rigore della logica matematica, che è alla base della ricerca scientifica, non è possibile dimostrare l’esistenza di Dio, ma non è possibile neppure negarla. L’ateismo non ha un fondamento scientifico, è semplicemente un atto di fede in qualcosa non ben definibile e non dimostrabile. Sia il credente che l’ateo e l’agnostico non possono dire di usare la logica matematica come base del loro convincimento in merito al trascendente, e quindi nessuno di loro può dire di essere più logico dell’altro». Lo scienziato non si è però fermato qui, ma: «La scienza non può portare a perdere la fede perché nessuna scoperta scientifica può mettere in dubbio o negare l’esistenza di Dio. È vero invece il contrario: molti sono gli scienziati atei che si sono convertiti, ma a mia conoscenza non esiste un esempio contrario».

Scienza e fede cristiana si basano sulla ragione. Fringuelli torna sulla relazione tra scienza e fede: «Se, dunque, scienza e fede hanno in comune l’uso della ragione, come è possibile che siano tra loro in antitesi? Come è possibile che la Chiesa cattolica, paladina della ragione, contrasti o abbia paura della scienza? Scienza e fede in un Dio creatore-amore non possono essere in contrasto sul piano della ragione, a meno che la scienza non degeneri in scientismo e la fede diventi fideismo. La Chiesa non può opporsi alla ricerca scientifica perché nella Bibbia (Gn 2,15) è scritto: “Il Signore Dio prese l’uomo e lo pose nel giardino di Eden perché lo coltivasse e lo custodisse”. Dio che ha creato l’immanente secondo una logica, lo ha quindi affidato all’uomo perché con la ragione indagasse questa logica e si avvicinasse alla conoscenza del trascendente». Cita poi un discorso che Giovanni Paolo II rivolse agli scienziati della World Federation of Scientists: «Scienza e fede sono entrambi dono di Dio […] L’uomo può perire per effetto della tecnica che egli stesso sviluppa, non per effetto della verità che egli scopre mediante la ricerca scientifica, perché la scienza ha radici nell’immanente, ma porta l’uomo verso il trascendente».

La Chiesa considera la scienza una via per arrivare alla conoscenza di Dio. Galilei diceva che “la Bibbia è la parola di Dio e la natura la sua scrittura”, e ancora: “La Bibbia ci dice come andare in cielo, non come è fatto il cielo”. La Bibbia non è un testo scientifico, ci ricorda Fringuelli: «la Chiesa non si oppone e non ha paura della scienza, ma si oppone al determinismo, al materialismo, al positivismo, al relativismo, a ogni forma di pensiero e filosofia assoluta e ad ogni azione che danneggia l’uomo nel suo essere, nella sua dignità o la sua stessa vita. Per la Chiesa cattolica l’uomo è la più alta espressione dell’amore di Dio, che lo ha dotato di ragione per studiare quel “briciolo” di materia chiamato Terra sulla quale l’uomo vive un istante di tempo. La scienza in quanto ricerca della verità non è guidata dall’etica. Le scoperte scientifiche non sono mai in contrasto con la morale cattolica.

Conclude ponendo delle domande scomode: «Organismi come la World Federation of Scientists e la Pontificia accademia delle scienze, che annoverano insigni scienziati a livello mondiale, alcuni anche non credenti, sono voluti e supportati dalla Chiesa cattolica. Perché la Chiesa farebbe questo se credesse che fede e scienza siano tra loro in contrasto o che la scienza possa “oscurare” la fede cristiana? Scienza e fede cristiana non sono, quindi, in antitesi e questo tipo di fede non contrasta lo sviluppo della scienza. Scienza e fede cristiana hanno in comune gli stessi valori per affrontare i grandi problemi di oggi e delle generazioni future, quali la libertà, la democrazia, la pace, lo sviluppo demografico, l’ambiente, il bisogno di acqua e di cibo».

19 commenti a Il chimico Fringuelli: «la Chiesa sostiene la ragione e la scienza sostiene la fede»

  • Larry SFX ha detto:

    io, studente cattolico, mi sono avvicinato alla scienza perché curioso di capire l’opera di Dio.

  • GattoPanceri ha detto:

    Grazie per questo sito! Bisogna combattere le leggende razionaliste!!

  • fabrizio p ha detto:

    a me la scienza piace perchè permette di aumentare la Fede in Dio.

  • Matteo ha detto:

    Uno dei migliori articoli di sempre, complimenti.
    Anch’io mi sono avvicinato alla scienza, in particolare alla tecnologia scientifica, per capire le opere di Dio e sfruttarle al meglio per servire il creato.

    • Zarathustra ha detto:

      Trovo interessante che da credente (molto convinto tra l’altro) vedevo nella scienza un’ottima evidenza dell’esistenza del dio cristiano, mentre dopo essermi “convertito” (per ragioni totalmente diverse dalla scienza) vedo un’ottima ragione per non crederci. Forse sarebbe ora che credenti e non credenti smettessero di scomodare la scienza per parlare di qualcosa di cui non può dire assolutamente nulla,

      • Roberto Arrati ha detto:

        Sono d’accordo. Esistono grandi scienziati cattolici e grandi scienziati atei. Questo dimostra che Dio non è un fattore scientifico, anche perché altrimenti non esisterebbe né l’ateismo né il cristianesimo (libero arbitrio). Ma probabilmente solo l’Islam. Qui si colloca il pensiero di Gould e tanti come lui. Trovo però una piccola contraddizione: vedi un’ottima ragione nella scienza per non credere in Dio e poi dici che la scienza non può dire nulla in proposito. Forse dovresti approfondire. Non sono poi d’accordo proprio su quest’ultima frase. Dalla funzionalità fisica del mondo si possono trarre conclusioni molto importanti a livello esistenziale. Ad esempio sappiamo che non solo Dio ha voluto lasciare liberi gli uomini, ma anche i meccanismi dell’evoluzione. Il ragionamento sulla cosiddetta “regolazione fine” permette di dedurre molte altre cose. Personalmente, da giovane ricercatore, mi stupisco sempre attraverso il mio lavoro della discrezionalità di Dio. Non si è voluto imporre ma, come ha detto un grande teologo, “ha lasciato abbastanza luce per chi vuole credere e abbastanza luce per chi non vuole credere”. A mio parere -e direi che sono in buona compagnia- il campo scientifico offre innumerevoli indizi (e non prove!!!!!) sulla Sua presenza. Non c’è certo alcuna dimostrazione e nemmeno evidentemente credo in Lui perché parto dalla scienza, questo sarebbe addirittura blasfemo.

        • Roberto Arrati ha detto:

          Scusate, ho sbagliato la citazione: “abbastanza luce per chi vuole credere e abbastanza buio per chi non vuole credere”.

        • Zarathustra ha detto:

          La piccola contraddizione ci sta tutta: con i ragionamenti scientifici si arriva soltanto a confermare quello che si crede già in partenza, e questo “dimostra” (uso le virgolette dato che non è una dimostrazione in senso stretto) che l’uso di argomenti scientifici è un errore. Però è così semplice e allettante piegare la scienza per confermare le proprie posizioni (Dio esiste perché la scienza bla bla bla…dio non esiste perché la scienza bla bla bla…), e a volte (spesso temo) cado in questo errore.
          Non mi è chiaro il riferimento all’Islam: in passato il mondo islamico era notevolmente più evoluto rispetto all’Europa in ambito scientifico e filosofico (pensiamo al sistema posizionale, allo zero, alle funzioni trigonometriche, alla scienza greca che tornò in Europa grazie alle traduzioni arabe)

          • Aldo Basile ha detto:

            leggendo quel che ha da dire questo importante chimico mi sembra che non la pensi affatto come te. E credo, così a pelle, che ne sappia di più…

            • Zarathustra ha detto:

              Sul fatto che non abbia la mia opinione non ci piove, sul fatto che ne sappia di più di me anche e in ogni caso non ho detto che ne so più di lui e non l’ho nemmeno pensato. Era una discussione pacata prima di questo attacco totalmente gratuito.

              • Aldo Basile ha detto:

                Guarda, volevo solo dire che bisognerebbe prendere atto che uomini di un certo calibro dicano certe cose. Il commento selvaggio non mi è mai piaciuto. Non so chi tu sia, ma ci rende tutti dei sapientoni perché ci lascia nell’anonimato, così un bambino di dodici anni può pensare di commentare e sminuire quello che dice un uomo di una certa cultura. Se capita nella realtà vera verrebbe subito detto: “ne devi mangiare di polenta caro mio!”. Ora, commentiamo liberamente, ma teniamo in conto che lui ne sa senz’altro più di noi e se dice certe cose è perché probabilmente sono vere nonostante non la pensiamo esattamente allo stesso modo. Quindi dire cose completamente opposte basate esclusivamente sul fatto che dovremmo dare credito a te rispetto che a lui, senza sapere chi tu sia, mi sembra un pò una forte pretesa. Era solo un promemoria, poi senz’altro tu ne sai più di me perché sono un letterato e un uomo di scienza.

                • Zarathustra ha detto:

                  Basta prendere un libro di storia della matematica e leggere la parte reletiva al periodo arabo, e fare lo stesso per un libro di storia dell’astronomia, non serve essere un pozzo di scienza.

                  “teniamo in conto che lui ne sa senz’altro più di noi e se dice certe cose è perché probabilmente sono vere nonostante non la pensiamo esattamente allo stesso modo” se dicesse cose vere non ci sarebbero scienziati suoi pari che dicono l’opposto.
                  A questo punto come detto in precedenza temo che la scienza sia soltanto un pretesto per confermare i propri pregiudizi (da parte dell’una e dell’altra opinione)

                  • Aldo Basile ha detto:

                    Non ho capito il tuo accenno sul libro di matematica in arabo…

                    se dicesse cose vere non ci sarebbero scienziati suoi pari che dicono l’opposto.
                    Perfetto, ti volevo proprio qui. A questo punto allora bisogna andare a vedere cosa dicono gli scienziati suoi pari, cioè quali argomentazioni portano. Lui lo ha fatto e si argomenta, se si vuole farlo, citando ciò che dicono i suoi pare su questo argomento. Allora entra in gioco il compito del blogger anonimo che confrontando esprime un giudizio per sé. Altrimenti è il solito giochino da adolescenti, non credi? Io lascerei stare la tua opinione perché anch’essa è smentita dai grandi uomini di scienza, da Galieli in giù. Ritorniamo al discorso di prima.

          • Phantom ha detto:

            Ma stai scherzando vero? Dimmi almeno 10 scienziati islamici a memoria? E’ un piccolissimo test che fa capire che un islamico non può essere uno scienziato senza essere blasfemo. Qui lo vedo spiegato abbastanza bene: https://www.uccronline.it/2010/11/23/lorigine-della-scienza-e-nel-cristianesimo/#La%20scienza%20non%20nasce%20nell%27islam

            • Zarathustra ha detto:

              I dieci nomi non te li so dire, ma posso dirti dei dati di fatto: se ora utilizziamo il sistema posizionale con le cifre 0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 invece dello scomodo sistema a valori fissi romano lo dobbiamo aglia arabi che hanno preso e migliorato questa invenzione indiana (e infatti si chiamano cifre arabo indiane), idem per lo zero. Se ora abbiamo gli Elementi di Euclide, l’Almagesto di Tolomeo e moltissime altre opere greche di matematica, astronomia, geografia lo dobbiamo in larghissima parte agli arabi che le hanno tradotte e conservate fino a quando gli europei non sono stati in grado di apprezzarle. Ancora oggi inoltre i nomi di moltissime stelle sono nomi arabi e le stesse parole azimuth, zenith, nadir sono arabe. Attualmente non conosco la situazione della scienza nel mondo islamico più evoluto ma l’importanza in passato è stata evidente e ancora oggi ne rimangono i segni.

              • Phantom ha detto:

                Non è un caso se ci pensi che non ci sia nessun grande scienziato conosciuto nell’islam. Questo perché essi erano competenti solo in alcuni campi specifici mantenendo l’impostazione greca, che nulla ha a che fare col metodo scientifico. Evidentemente non è minimamente paragonabile a quel che è avvenuto nell’eruopa medioevale cristiana. Dato che i 100 nomi che ci ricordiamo dei più grandi scienziati della storia sono tutti legati intensamente al cristianesimo, a partire dal fondatore del metodo scientifico. E non può certo essere un caso.

                • Zarathustra ha detto:

                  I nomi non me li ricordo perchè contano più le scoperte che gli uomini che le hanno compiute.
                  Trovato su wikipedia alla voce “Storia della matematica” e confermato leggendo dal libro di Carl Boyer “Storia della matematica”

                  Muhammad ibn Musa al-Khwarizmi (780-850 Ca) la parola “algoritmo” deriva dal suo nome e “Algebra” dal titolo della sua opera più importante.

                  Abu Bakr al-Karaji (953-1029) studiò la trigonometria ottenendo le formule di addizione e sottrazione per il seno.

                  Alhazen studiò invece l’ottica.

                  Omar Khayyam (1048-1131)
                  Scrisse le Discussioni sulle difficoltà in Euclide nel quale tentava di dimostrare il quinto postulato di Euclide riguardante le rette parallele (data una retta e un punto fuori di essa esiste solo una parallela alla retta data passante per quel punto) partendo dagli altri quattro; impresa che sarebbe poi diventata un “chiodo fisso” per i matematici. Diede una soluzione geometrica all’equazione di terzo grado ma non riuscì a risolverla per radicali.

                  Nasir al-Din Tusi sviluppò invece nel XIII secolo la trigonometria sferica e scoprì la legge dei seni per il triangolo sferico.[

                  Nel XIV secolo, Ghiyath al-Kashi calcolò il valore di π con 16 decimali.

                  Al-Kashi trovò anche la regola di Ruffini per scoprire la radice ennesima di un’equazione.
                  Inoltre nella sua opera si torva il primo esempio conosciuto di dimostrazione per induzione tramite la quale viene dimostrato il teorema binomiale.(Scoperto da Newton secoli più tardi)

                  Sono d’accordo che non possono essere considerati scienziati in un accezione stretta, ciò non toglie che sono stati determinanti per lo sviluppo successivo. Riguardo ai cento nomi, temo che la maggior parte sia cristiana ma protestante, e trovo interessante la disinvoltura con cui a volte su questo sito si passi da “cattolico” quando il soggetto è cattolico a “cristiano” quando non lo è

                  • Phantom ha detto:

                    Le differenze tra cattolici e cristiane non sono così decisive come vorresti intenderle tu. Sappiamo bene che le divisioni ci sono state per motivi politici e non certo sul contenuto della fede, come è per gli ebrei. Inoltre confermi che il loro contributo lo hanno dato per le scienze matematiche dove non occorre una base teorica. Hanno coltivato il sapere greco ma spentosi questo non hanno più saputo sviluppare il concetto di metodo scientifico.

    • Zarathustra ha detto:

      Avviso che per sbaglio ho inserito il mio commento come replica al commento precedente.