Veneto: medici e specialisti contro le mamme-nonne

La Regione Veneto ha concesso la fecondazione assistita a carico del sistema sanitario nazionale alle signore fino a 50 anni. La decisione è stata approvata all’unanimità dalla giunta del governatore Luca Zaia, la quale ha alzato d’imperio il limite di 43 anni proposto dal gruppo tecnico (medici specialisti).

Luca Coletto, assessore alla Sanità -dopo aver confermato che la scelta è stata condivisa anche da Zaia (probabilmente, a questo punto, futuro candidato leader del Partito Radicale )- ha subito tranquillizzato sul fatto che «non c’è niente di male». La «magnanimità» della Regione, rivela Il Corriere della Sera, ha però scatenato le proteste dei medici e degli esperti del comitato tecnico, i quali hanno anche anteposto il diritto dei figli a non crescere con vecchi e anziani rispetto a quello degli aspiranti nonni-genitori di soddisfare il loro desiderio-diritto a crescere i figli in età avanzata.

Gianni Nardelli, primario dell’Azienda ospedaliera di Padova, ha ad esempio dichiarato: «Non è condivisibile un limite d’età così avanzato anche perchè aumentano i rischi di parto prematuro, di morte del feto e di eventi avversi per la gestante, che può incorrere in problemi cardiopolmonari, renali, di ipertensione e coagulazione. Gianna Nannini? Una rondine non fa primavera. Certo, aumenta l’età delle donne che si rivolgono ai centri di procreazione assistita, ma gli insuccessi crescono proporzionalmente all’avanzare degli anni. Noi nel pubblico scoraggiamo le donne sopra i 43 anni. Ma ci chiediamo cosa è meglio per il bambino? Una donna di 50 anni ha l’energia per stare sveglia notti intere, per esempio?». La ginecologa Federica Nenzi ha detto: «In Italia non si registrano parti di donne sopra i 43 anni sottoposte a procreazione assistita. Ricorrere a tale tecnica per una cinquantenne significa ingolfare le liste d’attesa e sprecare soldi, che vengono sottratti a pazienti trentenni con tutte le carte in regola per diventare mamme. Perchè la Regione chiede il parere degli specialisti se poi non li ascolta?». Elenora Porcu, responsabile del Centro di infertilità e Procreazione Medicalmente Assistita del Policlinico S. Orsola-Malpughi di Bologna riflette sul fatto che «E’ praticamente impossibile che ci siano probabilità di ottenere una gravidanza con la fecondazione assistita per una donna di 50 anni. E, qualora, si ottenesse un successo bisogna considerate che gli ovociti hanno la stessa età della donne, quindi hanno alterazioni dei geni che non consentirebbero lo sviluppo a termine della gestazione». Allibito anche Roberto Sposetti, presidente veneto della Società italiana ginecologi e ostetrici: «Alimentare le speranze di signore mature è una presa in giro e uno spreco di denaro pubblico. E comunque non è un bene per un bimbo avere una mamma-nonna».

Nessuno dei medici si è però espresso sulla bontà o meno della fecondazione assistita e quindi su quando inizino questi diritti del neo-concepito. Al momento della nascita? Qualche ora prima? Il giorno 13 del sesto mese? O fin dal momento del concepimento, cioè quando un nuovo ed unico essere umano appare? In merito consigliamo di leggere la posizione della Congregazione per la Dottrina della Fede.

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9 commenti a Veneto: medici e specialisti contro le mamme-nonne

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  1. stefan@ ha detto

    Stamattina Coletto era presente ad un dibattito a Radio24, invito a recuperare l’intervista. Il criterio per valutare l’opportunità della fecondazione si basa sempre e comunque sulla valutazione medica dello stato fisico della paziente, e della sua idoneità a portare a termine la gravidanza. Il limite di 43 anni avrebbe quindi potuto creare delle esclusioni non giustificate dal punto di vista medico. Così come è possibile che non vi siano le condizioni sotto i 43. A mio parere è una posizione ragionevole.

    • Carlo ha detto in risposta a stefan@

      E’ una posizione ragionevole se, come al solito, non si tengono in conto i diritti dei figli a non crescere con intorno capelli bianchi e dentiere. Ma ovviamente a voi poco vi importa.

      • stefan@ ha detto in risposta a Carlo

        Quindi per difendere il diritto dei figli non bisogna dagli la vita. Bel ragionamento.

        PS: mia cognata ha partorito (parto naturale) a 46 anni.

        PPS: voi chi?

        • Carlo ha detto in risposta a stefan@

          Voi intesa “cultura laicista”, avete tutti gli stessi dogmi quindi parlo al plurale. Non giocare a fare l’anti abortista qui dentro….i figli non vanno soppressi e bisogna assicurare a loro un contesto educativo adeguato. Dopo i 40 è difficile essere al “passo “con i figli e si costringe questi (in linea generale) a doversi prendere cura dei genitori a 15 anni. E’ ancora una volta un atto egoista secondo me.

          • Laura ha detto in risposta a Carlo

            Sono d’accordo. Si può fare figli solo per soddisfare un proprio desiderio senza guardare al bene della loro vita.

  2. Imoteph ha detto

    Non so, sono diventato papa’ prima a 33 poi a 35 anni, mia moglie con un anno di piu’.
    Abbiamo capito che l’eta’ migliore per avere figli e’ sui 25 anni.
    Dopo si comincia ad essere un po’ “fiacchi”.
    Non vorrei diventare papa’ a + di 40 anni.
    So che a qualcuno e’ capitato il secondo figlio piu’ avanti negli anni (intorno ai 50), fanno curare il bebe’ alla figlia piu’ grande (di 22 anni).
    Se li vedi al parco scabi lei per la mamma.

    • Panthom ha detto in risposta a Imoteph

      Appunto, per non parlare dell’umiliazione del figlio. Io non sono contro al desiderio di diventare genitori, anzi!! Ma non si può pensare sempre a sé stessi!

  3. Flavio ha detto

    Mi sembra che Zaia abbia più volte dichiarato di voler dare i diritti ai non nati. In questo modo li rifiuta ancora una volta.

  4. Roberto Manni ha detto

    Mi piace questa posizione aperta politicamente di uccr….proprio come me! Nessuno schema politico o ideologico, ma solo l’appoggio a chi decide di seguire la dottrina sociale della chiesa, indipendentemente da sinistra o destra. Bravi!

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