Robot, coscienza ed etica: l’impossibilità di eguagliare l’essere umano

robot«Lo sviluppo di una intelligenza artificiale potrebbe significare la fine della razza umana», ha avvertito Stephen Hawking l’anno scorso. Non sappiamo se tale annuncio sia dettato dal riduzionismo filosofico del noto fisico, per cui ritiene l’essere umano un nient’altro che facilmente sostituibile da un robot, oppure è un lancio pubblicitario, come il suo “universo dal nulla”, mero slogan di marketing (come ha ammesso Lawrence Krauss).

Certamente, il tema dell’intelligenza artificiale è ormai all’ordine del giorno, ma gli allarmismi non sembrano giustificati. Junji Tsuda, presidente della società di robotica giapponese Yaskawa Electric, ha affermato: «Ci sono diversi robot intelligenti in via di sviluppo ma, rispetto all’uomo, non sanno fare nulla». C’è, ad esempio, l’intelligentissimo robot che vince a scacchi ma, quando lo si mette a piegare gli asciugamani (costato 400mila dollari), impiega un’ora e quaranta minuti per sistemare cinque panni, come mostra questo esilarante video. Mansione che ad una casalinga porta via meno di trenta secondi.

Certo, nel tempo li si renderà sempre più efficienti, ma la questione è se davvero noi umani pensiamo di poter subire concorrenza da un ammasso di ferraglia guidato da un algoritmo. Ci sono Robot che possono vedere di notte come i gufi o i pipistrelli, ma non sanno che cosa vedono. Giustamente Illah R. Nourbakhsh, docente di Robotica presso il Robotics Institute della Carnegie Mellon University, chiede di prendere atto di una distanza, tra cervello (e mente, sopratutto) umano e robotico, pressoché irriducibile. Non è solo un gap enorme -forse incolmabile- di prestazioni (il cervello umano possiede una rete di sinapsi in cui ognuno dei cento miliardi di neuroni può interagire con altri diecimila), ma è sopratutto la dimensione affettivo-emotivo a non poter essere “trasferita” in una non-vita e, in generale, tutto l’aspetto che riguarda la coscienza.

Non è una questione di tempo e progresso ma di impossibilità. Uno studio di ricercatori della Cornell University, ripreso su The New Scientist due anni fa, ha dimostrato che in base ad una teoria algoritmica, per loro natura i computer non sono – né saranno in futuro – capaci di elaborare quei processi che ci permettono di mettere insieme le informazioni e di dargli un significato. «Non possiamo decomporre la loro coscienza in elementi indipendenti», ha riconosciuto Phil Maguire, docente di Informatica alla National University of Ireland.

Pochi giorni fa, Patrick Lin, direttore di Eticactor of Emerging Sciences Group alla California Polytechnic State University, ha spiegato che sarà semplicemente impossibile ridurre il processo decisionale etico umano in valori numerici comprensibili per un robot: come possibile, infatti, codificare la compassione, la pietà, la consapevolezza di sé, il dolore, l’altruismo, la moralità? Basterebbe semplicemente riflettere sul fatto che la mera capacità di scelta, per un robot, non dipenderà mai dal libero arbitrio, ma sarà sempre la capacità di confrontare la situazione con i dati installati nella sua memoria artificiale. È, quindi, sempre una questione di programmazione. L’essere umano, al contrario, è una creatura eidetica e creativa, capace di preferire una alternativa che, di volta in volta, reputa la più giusta e opportuna in base ad una legge morale interna, anche in assenza di informazioni già presenti nel suo cervello.

I ricercatori del Georgia Institute of Technology stanno cercando di sviluppare macchine che garantiscano il rispetto del diritto internazionale, ha spiegato Karl Stephan, docente di Ingegneria elettrica alla Texas State University. Eppure, ha proseguito, «molti dei ricercatori che lavorano sugli aspetti morali dei robot, manifestano frustrazione per il fatto che la moralità umana non è, e non potrà mai essere, riducibile al tipo di algoritmi che i computer possono leggere ed eseguire». Questo perché «vi è una differenza fondamentale in natura tra umani e robot. Per evitare di entrare in profonde acque filosofiche profonde, mi limito a dire che è una questione di autorità. Mentre i robot e i computer potrebbe essere eccellenti consulenti morali per l’uomo, quest’ultimo avrà sempre l’autorità morale e prenderà decisioni morali». In caso di incidente in una casa di riposo, ad esempio, dove gli infermieri sono aiutati dai robot, la polizia non porterà mai i computer con le gambe in prigione. La responsabilità morale sarà sempre dei programmatori e dei proprietari del robot. «Possiamo abdicare la responsabilità morale alle macchine, ma questo non ci rende meno responsabili», ha spiegato il prof. Stephan. Robot e computer sono solo strumenti, non agenti morali.

Riflettere sull’etica dei robot, ha concluso l’ingegnere americano, è in realtà «solo uno sforzo nel tentare di riflettere i nostri atteggiamenti etici nello specchio della robotica. Il sogno di alleviare noi stessi di responsabilità etica consegnando le difficili decisioni etiche ai robot è proprio questo. Un sogno».

La redazione
(articolo inserito nell’archivio tematico dedicato al riduzionismo filosofico)

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52 commenti a Robot, coscienza ed etica: l’impossibilità di eguagliare l’essere umano

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  1. Li ha detto

    Bisogna stare attenti a non passare troppo in là con la tecnologia: vediamo nei film che seppure avanzi in maniera minore rispetto al gender, il transumanesimo procede.

  2. davide ha detto

    Interessante articolo..anche se,parlando di libero arbitrio, molti neuroscienziati affermano che non esiste, speriamo si sbaglino..

  3. beppino ha detto

    Una macchina ad altissimo livello progettata ed eseguita per simulare l’essere umano potrà essere efficiente, veloce, funzionale, scevra da errori, ecc… ma gli mancherà sempre la “consapevolezza” e la “capacità di sbagliare in buona fede”; ambedue caratteristiche non deterministiche ne simulabili in modo deterministico.

  4. sara ha detto

    Tralasciando tutta la questione della sfera emozionale..

    LE POTENZIALITA’ DELLA MENTE UMANA NON SONO MINIMAMENTE CONFRONTABILI CON UN semplice microchip.

    Non ce la faranno mai.

    L’ unica Cosa Che sanno fare e’ manipolare cio’ che gia’ esiste( la Vita) nella sua complessita’ ma non Creare Tale complessita’ dal nulla.

    Non Hanno ancora ben chiaro Cosa sia l ‘uomo e vogliono creare qualcosa Che gli somigli?..

    Poveracci…

    • sara ha detto in risposta a sara

      Ps:…

      Perche’ non iniziano dal riprodurre un seme?..

      Vediamo se ci cresce su un albero..

  5. giallo ha detto

    Non sono d’accordo totalmente. Tralasciando l’anima, il cervello è anche un complessissimo meccanismo. Non mi sento di essere così assolutista nel ritenere che il progresso tecnico, i computer quantici e chissà cosa verrà realizzato in futuro non possano avvicinarsi sempre di più ad una emulazione sempre più perfetta.
    Ribadisco, l’anima viene da Dio… però un ragionamento simil umano non lo escluderei del tutto.
    Suggerisco la lettura del classico “Gödel, Escher, Bach: un’eterna ghirlanda brillante”

    • minstrel ha detto in risposta a giallo

      Classico che ho letto ed è intriso di una metafisica riduzionista e da una teoria della conoscenza che a mio umile avviso non ha la solidità di altre meno quotate “politicamente”, ma molto più rigorose (leggasi tomismo analitico).

      • Max ha detto in risposta a minstrel

        Forse (se non ho capito male), giallo intendeva dire che in linea di principio potremmo creare fisicamente un altro “cervello”, replicando quello che succede nel cervello vero fino al livello piu’ basso, e questo sarebbe difficile da distinguere l’originale dalla copia

        • Giallo ha detto in risposta a Max

          Esatto, Max.
          Fermo restando alcuni limiti concettuali tutti da dimostrare, forse, ribadisco forse, la difficoltà di realizzare un simil cervello con rudimenti di ragionamenti e forse emozioni è in gran parte tecnica. E moltissime impossibilità tecniche sono state sgretolate dal tempo. In questo caso l’unicità umana non sarà in “cosa è capace di fare” ma in cosa è. Un uomo resta uomo anche se nasce acefalo.

    • pendesini alessandro ha detto in risposta a giallo

      ….Ribadisco, l’anima viene da Dio….
      @Giallo : Nessun dispositivo di imaging cerebrale potrà visualizzare gli scarichi di neuroni che contiene il cervello umano quando accede alla coscienza, e anche se lo potesse, continueremmo a non capire nulla ! -Solo una teoria matematica può spiegare come il mentale si riduce al neuronale. Non vi è alcun “me” che contempla il teatro della coscienza: è il teatro lui stesso, che constituisce il meccanismo del “me”.

      • Andrea VCR ha detto in risposta a pendesini alessandro

        Le consiglio la lettura di “Mystery of the Mind” di Wilder Penfield. Tenga inoltre conto che Penfield inizia il suo lavoro di mappatura del cervello per dimostrare l’inesistenza di Dio, arrivando a ricredersi.
        Aggiungo anche:

        Tratto da http://www.neuroscienze.net/?p=4462

        Viva Cristo Re

        • Andrea VCR ha detto in risposta a Andrea VCR

          Chiedo scusa, è saltata la citazione da neuroscienze.net

          Sta di fatto che i problemi della mente e del cervello sono considerati così incredibilmente complessi e inaccessibili che per definirli vengono usate le parole mistero ed enigma. Neuroscienziati, come Eccles, Penfield, Sperry, si sono inchinati- precisa Vizioli- di fronte al mistero della mente, di come cioè una struttura materiale- il cervello- possa produrre un’attività immateriale- la mente-.

          Il venire alla luce di ogni individualità unica- rileva Eccles- si trova “al di là dell’indagine scientifica…è il risultato di una creazione soprannaturale di ciò che in senso religioso è chiamata anima”

  6. pendesini alessandro ha detto

    «Lo sviluppo di una intelligenza artificiale potrebbe significare la fine della razza umana», ha avvertitoStephen Hawking…Dice l’articolo. Al quale rispondo che « la razza umana NON esiste ! Dispiaccia a Hawking….

    …..il cervello umano possiede una rete di sinapsi in cui ognuno dei cento miliardi di neuroni….Dice l’articolo, al quale rispondo che il cervello non ha cento miliardi di neuroni ma circa 86 ! La neuroscienza evolve, bisogna aggiornarsi….

    ….Non è una questione di tempo e progresso ma di impossibilità. Uno studio di ricercatori della Cornell University, ripreso su The New Scientist due anni fa, ha dimostrato che in base ad una teoria algoritmica, per loro natura i computer non sono – né saranno in futuro – capaci di elaborare quei processi che ci permettono di mettere insieme le informazioni e di dargli un significato….Dice l’articolo ! Sarei pero’ molto prudente nell’affermare che mai saranno capaci in futuro di elaborare processi simili di qelli del nostro encefalo. La domanda consiste non nel chiedersi « se è possibile », ma quando.

    …. La responsabilità morale sarà sempre dei programmatori e dei proprietari del robot….Dice l’articolo….Esatto ! Questo possiamo benissimo estrapolarlo a l’uomo programmato da dio alla sua immagine (dicono certi)….
    P.S. Responsabili, indiscutibilmente SI ! Colpevoli, ovviamente, NO !

    • Mandi ha detto in risposta a pendesini alessandro

      1) Il cervello umano è fatto da circa 100 miliardi di neuroni.
      2) Lo studio citato afferma proprio l’impossibilità indipendentemente dal tempo. Se fossi in te sarei molto prudente a credere che il dio futuro possa prima o poi spiegare i miracoli, la sindone, la coscienza, la morale, tradurre in numeri le qualità umane ecc. Sei ateo non fideista, ricordatelo.
      3) Chi è responsabile è sempre colpevole, non c’è nulla che possiamo “estrapolare” dall’uomo perché l’uomo non è un insieme di pezzi ma funziona in modo olistico e il suo tutto è qualitativamente e quantitativamente superiore alla somma delle singole parti.

      • pendesini alessandro ha detto in risposta a Mandi

        …Chi è responsabile è sempre colpevole…..Mandi DIXIT !

        @ Mandi :Non abbiamo accesso alla mente degli altri, se non in modo ipotetico (e questo lo sappiamo, anche intuitivamente) ; ma il bello (o meglio, forse per qualcuno, il dramma) è che non abbiamo accesso neanche alla nostra mente, se non solo in modo ipotetico. Praticamente, attraverso l’introspezione, non ci conosciamo affatto. Che conseguenze ha tutto questo per la responsabilità ? Non puo’ forse voler dire che possiamo crederci responsabili e non esserlo, o esserlo e non sentirci tali ? Crediamo intuitivamente di sapere che un’azione sia « colpa » nostra, ma magari non è cosi. Eppure anche stabilire dall’esterno se qualcuno è colpevole o meno non è cosi elementare.
        NB-Affinché si sia effettivamente liberi, la scelta deve aver luogo indipendentemente dagli eventi causali del cervello, come risultato dell’esercizio di un agente puro libero da qualsiasi antecedente causale fisico. Ovvero, che sarebbe ingiusto e immorale giudicare qualcuno responsabile di qualcosa se le sue decisioni sono causate da fattori antecedenti. Se la scelta non è il prodotto dell’elaborazione del mio cervello, cioè un cervello sotto controllo, non è una scelta mia.

    • Gianfranco ha detto in risposta a pendesini alessandro

      “…rispondo che la razza umana non esiste!…”
      “I materialisti pur di negare l’anima arrivano a negare l’uomo” (G.K. Chesterton)

      • pendesini alessandro ha detto in risposta a Gianfranco

        Gianfranco:
        Forse avrà capito che non nego l’esistenza umana il che sarebbe assurdo, ma dico solamente che LA RAZZA UMANA NON ESISTE, per contro esiste -in linguaggio accademico antropologico- la SPECIE UMANA !

    • Andrea VCR ha detto in risposta a pendesini alessandro

      Prima di chiedersi quando bisognerebbe dimostrare (non postulare, postulando non si fa scienza e, tanto meno, tecnologia) l’intelleggibilità dell’intelligenza… tanti auguri!
      Viva Cristo Re

  7. Bellario ha detto

    Vi invito a riflettere che gli esseri artificiali non sono fatti di plastica, ma di carne ed ossa ovvero cloni o replicanti per dirla alla BledeRunner.
    E’ solo il cervello ad essere artificiale, oppure solamente …. “esteso” da uno organico.

    “Non è solo un gap enorme -forse incolmabile- di prestazioni (il cervello umano possiede una rete di sinapsi in cui ognuno dei cento miliardi di neuroni può interagire con altri diecimila), ma è sopratutto la dimensione affettivo-emotivo a non poter essere “trasferita” in una non-vita e, in generale, tutto l’aspetto che riguarda la coscienza.”

    Che errore madornale!! Non esiste una definizione di coscienza ne sappiamo cosa sia nei dettagli.
    Un solo processore quantico puo superare enormenete le capacità del cervello… figuriamoci migliaia di processori quantici collegati in RETE!!

    E’ assolutamente infinita la potenza che può acquisire.

    Non è una questione di tempo e progresso ma di impossibilità. […] per loro natura i computer non sono – né saranno in futuro – capaci di elaborare quei processi che ci permettono di mettere insieme le informazioni e di dargli un significato. «Non possiamo decomporre la loro coscienza in elementi indipendenti»

    La “loro” di chi?

    “ha spiegato che sarà semplicemente impossibile ridurre il processo decisionale etico umano in valori numerici comprensibili per un robot[…]È, quindi, sempre una questione di programmazione.”

    Questo è l’errore di fondo che viene spacciato come slogan alle masse:

    in realtà non serve alcuna programmazione, perchè lo scopo dell’intelligenza artificiale è proprio quella di ricreare l’intelligenza la quale… non si programma!

    Gli esseri artificiali del futuro avranno una sufficiente complessita in termini di interconnessioni che matureranno spontaneamente la chiave che accede alla coscienza covvero l’esperienza.

    Tramite la propria esperienza gli esseri artificiali si programmeranno da soli, e alla fine non si parlerà piu di artificialità, ma solamente di esistenza e non esisterà piu alcuna discriminaizone (cosi come tra bianchi e neri oppure tra etero ed omosessuali).

    Perchè l’etica e la morale derivano solo dall’esperienza.

    Si dovrà definire una nuova etica, dopo quella per il rispetto dei diritti degli animali, anche quella per i diritti dei replicanti.

    E la singolarità teconologica ci aprirà le porte ad un futuro assolutamente non prevedibile, cosi comei primi microorganismi hanno dato origine a corpi complessi come quello animale in grado di modificare la realtà.

    • sara ha detto in risposta a Bellario

      Hahahahahahahaha….

      Ti prego lasciamela passare.

      • alfio ha detto in risposta a sara

        no, non ridere, sarà così…. bisogna solo sviluppare le complessità. Il nostro cervello è la nostra mente, la nostra coscienza. Ed infatti quando per traumi o malattie le connessioni nervose non funzionano più scompare anche il nostro io, la nostra coscienza.

        • sara ha detto in risposta a alfio

          Certo…
          Vi aspetto al varco..

          Ci sono potenzialita’ della mente umana Che non dipendono solo da meri meccanismi neuronali…quello e’ solo l’imput..

          E quando ti parlo di potenza e’ il nesso tra corpo- mente -anima.

          Queste tre dimensioni in correlazione tra loro potrebbero arrivare a fare qualsiasi Cosa..il confine lo stabiliamo noi.

    • Fefaz ha detto in risposta a Bellario

      Nello stesso commento sei riuscito ad ammettere che non esiste una definizione di coscienza ma al contempo che “gli esseri artificiali del futuro” accederanno spontaneamente ad essa senza alcuna programmazione tramite un’esperienza che deriva da una capacità di esperire che è invece del tutto programmata.

      C’è davvero chi può biasimare sara per aver riso?

    • Andrea VCR ha detto in risposta a Bellario

      “Vi invito a riflettere che gli esseri artificiali non sono fatti di plastica, ma di carne ed ossa ovvero cloni o replicanti per dirla alla BledeRunner.
      E’ solo il cervello ad essere artificiale, oppure solamente …. “esteso” da uno organico.”

      Wow! Abbiamo il vincitore del premio Mengele!

      ” Un solo processore quantico puo superare enormenete le capacità del cervello… figuriamoci migliaia di processori quantici collegati in RETE!!”

      Anche in questo caso bisognerebbe dimostrare (non postulare, postulando non si fa scienza e, tanto meno, tecnologia) l’intelleggibilità dell’intelligenza… tanti auguri!

      “Gli esseri artificiali del futuro avranno una sufficiente complessita in termini di interconnessioni che matureranno spontaneamente la chiave che accede alla coscienza covvero l’esperienza.”

      Affermazione basata sulla pura fede (a meno che lei non dimostri di avere capacità profetiche o precognitive)

      “Tramite la propria esperienza gli esseri artificiali si programmeranno da soli”

      Consiglio un ripassino in psicologia cognitiva, Noam Chomsky ad esempio.

      “e non esisterà piu alcuna discriminaizone”

      Sì, certo, dopo che i ricchi avranno diviso in parti uguali il loro partimoni con i poveri.

      Viva Cristo Re

  8. Alfio ha detto

    Il cervello umano è molto complicato, la natura ha impiegato milioni di anni per realizzarlo, ma nuovi computer, anche con caratteristiche quantistiche, saranno realizzati nei prossimi anni e si vedrà cosa succederà….
    In ogni caso il nostro cervello, seppur complicatissimo, è un organo che “lavora” su basi assolutamente fisiche e chimiche, non è necessaria alcuna anima per spiegarne il funzionamento e, pertanto, in linea generale, potrebbe essere riproducibile.

    • Giallo ha detto in risposta a Alfio

      Caro Alfio,

      D’accordo con la prima parte del tuo messaggio ma non con la seconda. È giusto vedere plausibile la possibilità però nessuno è ancora riuscito a dimostrare che la mente e il cervello coincidano.

      • pendesini alessandro ha detto in risposta a Giallo

        …..nessuno è ancora riuscito a dimostrare che la mente e il cervello coincidano…..
        @Mandi :
        -Le relazioni causali esistono solo entro descrizioni in termini di mente (pensiero o spirito!), od in termini di corpo, e di certo non tra corpo e mente, ne in un senso ne nell’altro, perché ancora una volta mente e corpo sono una sola e stessa cosa descritta in modi diversi.

        • pendesini alessandro ha detto in risposta a pendesini alessandro

          ….Ovviamente mi riferivo a Giallo ! Mille scuse

        • Andrea VCR ha detto in risposta a pendesini alessandro

          Consiglio vivamente di rivedere l’opera di Wilder Penfield (che è partito con tale idea, ma ha dovuto ricredersi) e John Eccles.
          Viva Cristo Re

          • pendesini alessandro ha detto in risposta a Andrea VCR

            @Andrea VCR :
            A mio turno di suggerirle prendere qualche lezione di neurologia da Stanislas Dehaene, ma non solamente!, oppure informarsi sul resoconto dei suoi studi interamente filtrati e conformi alla razionalità scientifica.

            • davide ha detto in risposta a pendesini alessandro

              pendesini:
              io credo che obiettivamente bisognerebbe partire da un presupposto: conosciamo ancora poco del nostro cervello e di come elabora le informazione,ancora meno sappiamo sulla coscienza della quale non c’è neanche una vera e propria definizione. anche se passi da gigante sono stati fatti soprattutto nell’ultimo decennio ce ne vuole ancora di strada…Dehaene è un ottimo neuroscienziato, autore del libro cervello e coscienza, ma ce ne sono altrettanto bravi che propongono studi filtrati e conformi alla razionalità scientifica che non hanno la sua stessa visione le stesse idee. ad esempio, lo sa meglio di me quante scuole di pensiero ci sono sulla mente/coscienza….

              • pendesini alessandro ha detto in risposta a davide

                Davide : lei conferma che “Dehaene è un ottimo neuroscienziato” OK ! A me basta solo quello, il resto è solo polemica o…spostamento d’aria ! Da notare inoltre che nessun neuroscienziato, degno di essere definito tale, allude a forze o influenze divine nell’approfondimento degli studi che potrebbero, ad esempio, giustificare l’esistenza dell’anima, o la dualità cerebrale ! Pur ammettendo, come lei dice ovviamente, che certi scienziati/ricercatori fondamentalmente razionali possono avere delle opinioni o orientamenti metodologici diversi ma che devono imperativamente -per essere validati- dimostrati o confutati !

                • davide ha detto in risposta a pendesini alessandro

                  Pendesini: lei ammette che scienziati/ricercatori razionali possono avere opinioni diverse…a me basta questo!..ps:dire che certe opinioni o considerazioni sono aria fritta solo perche contrarie alle sue convinzioni non e’ carino! Alla faccia dell’onesta’ intellettuale! Saluti

    • andrea g ha detto in risposta a Alfio

      E’ necessario capire perchè esiste-

    • Andrea VCR ha detto in risposta a Alfio

      Consiglio vivamente di rivedere l’opera di Wilder Penfield (che è partito con tale idea, ma ha dovuto ricredersi) e John Eccles.
      Viva Cristo Re

  9. Corrado Luciani ha detto

    Purtroppo le nostre convinzioni modificano le nostre attitudini. Lo psicologo Jonathan Schooler ha dimostrato che la convinzione che non esiste il libero arbitrio ci induce a comportarci in maniera più scorretta e non mi sorprenderebbe affatto che il crederci solo delle sofisticate macchine ci inducesse a perdere le nostre caratteristiche di maggiore spicco, ovvero intuito, empatia, emozioni, consapevolezza di esistere, capacità che potranno essere più o meno imitate dalle macchine ma mai eguagliate. In fondo il libero arbitrio è anche questo: negare di avere delle capacità particolari a tal punto da perderle effettivamente.

  10. Alessandro ha detto

    Invito l’autore del articolo a leggere La mente nuova dell Imperatore di Roger Penrose.
    Un mattone in certe parti ma assolutamente affascinante per le tesi che porta. In particolar modo sugli esperimenti mentali se i teorici della IA forte avessero ragione: gli indiani che diventerebbero un cervello, il libro del algoritmo della nostra mente, il paradosso del teletrasporto, etc.
    Prima di leggere quel libro pensavo seriamente che l’IA potesse arrivare a eguagliare un essere umano (probabilmente ho letto tropo Asimov !), ma dopo mi sono completamente ricreduto.

    • Giuseppe ha detto in risposta a Alessandro

      Tesi ormai superate…

      • sara ha detto in risposta a Giuseppe

        Non e’ superato proprio nulla.

        Esistono cose Che si possono fare ma di Cui in realta’ non siamo ancora consapevoli.

        Esistono piu’ dimensioni spazio-temporali Che sono in continua relazione col nostro sistema di ricezione mentale e spirituale. Delle Volte capita Che vi sono forme fi telepatie, intuizioni, pensieri, sentori e previsioni di Cui non conosciamo l’origine.

        Lo stesso mondo dei sogni e’ ancora tutto da studiare…ma non voglio entrare troppo nel merito.

        L’essere scettici e increduli e’ la prima Causa di impotenza mentale e spirituale.

      • Alessandro ha detto in risposta a Giuseppe

        Superate dai chi e perche’ ?
        Hanno trovato l’algoritmo del cervello umano ? Oppure sono riusciti forse a provarne almeno la teorica esistenza ?
        Un commento misero privo di contenuto.
        Non basta voler le cose in campo scentifico. Magari bisogna dimostrarle

    • Giuseppe ha detto in risposta a Alessandro

      Tesi ormai superate…

      • Fefaz ha detto in risposta a Giuseppe

        E questo riassume il dibattito secondo i transumanisti e i loro deliri.

        Non mi hai fatto niente, faccia di serpente,

        Non mi hai fatto male, faccia di maiale,

        Specchio riflesso (chi lo guarda è un fesso).

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