Stati africani contro i gay, ma per il laicismo è vietato giudicare

La Chiesa tra le prime istituzioni a condannare la legislazione africana contro le persone omosessuali. Ma chi aderisce alla “morale laica”, cioè al relativismo etico, come può fondare razionalmente l’idea che un’altra società stia sbagliando? Se è sbagliato giudicare, con quale autorità giudicare gli africani?

 
 
 

Il Vaticano, attraverso il card. Peter Turkson, presidente del Consiglio per la Giustizia e la Pace, ha subito condannato, giustamente, le leggi anti-gay varate in Uganda, facendo appello alla comunità internazionale affinché intervenga.

Molti altri lo hanno fatto ma su quale base razionale fondare l’idea di leggi sbagliate in assoluto a prescindere dal contesto culturale in cui vengono varate?

 

La morale laica ed il relativismo etico vanno in tilt.

La situazione si presta bene a riflettere sulla consistenza razionale della cosiddetta “morale laica”, incentrata necessariamente sul relativismo etico.

Se è sbagliato giudicare, se la morale è il costume del proprio paese, se non esiste alcun comportamento giusto o sbagliato, allora con quale autorità morale gli attivisti occidentali pretendono far pressione sul continente africano perché cambi la sua morale di cui pare soddisfatto, e si converta alla morale attualmente in voga (da poco tempo, oltretutto) in Europa e America?

Forse allora esiste un bene precedente all’uomo verso il quale è giusto (e doveroso) orientarsi?

Notizie come queste mandano costantemente in tilt il laicismo relativista, mentre la Chiesa, avvalendosi concetto di bene e di male assoluti, precedenti all’uomo (legge naturale) e non relativi, può fondare razionalmente la propria posizione contraria alle leggi che discriminano.

 

“Non c’è Dio, quindi niente valori assoluti”.

Michel de Montagne ha a lungo scritto sull’assenza di una verità assoluta, di un bene superiore, spiegando che i principi e i modelli in cui si deve identificare una civiltà, e lo stesso giudizio su di essi, dipendono dall’angolo visuale da cui li si guarda. In parole più semplici, la morale (la differenza tra bene e male) è semplicemente il costume del proprio paese e l’attuale sensazione dei propri coetanei: gli uomini aderiscono a norme o leggi “culturali” che si fabbricano con la loro cultura (i costumi).

Joel Marks, professore emerito di filosofia presso l’University of New Haven ha spiegato: «Anche se parole come “peccato” e “male” vengono usate abitualmente nel descrivere per esempio le molestie su bambini, esse però non dicono nulla in realtà. Non ci sono “peccati” letterali nel mondo perché letteralmente non c’è Dio e, quindi, tutta la sovrastruttura religiosa che dovrebbe includere categorie come peccato e il male. Niente è letteralmente giusto o sbagliato perché non c’è nessuna moralità».

Il filosofo laico Peter Singer ha commentato a proposito della pedofilia: «Se a te piacciono le conseguenze allora è etico, se a te non piacciono le conseguenze allora è immorale. Così, se ti piace la pornografia infantile e fare sesso con i bambini, allora è etico, se non ti piace la pornografia infantile e fare sesso con i bambini, allora è immorale». I due celebri studiosi stanno applicando la morale laica in modo assolutamente coerente.

In un paradigma privo di Dio, Marks e Singer hanno ragione: come si fa a sostenere razionalmente che la pedofilia è e sarà sempre un male assoluto? Affermarlo significherebbe implicare un male e un bene predeterminati, superiori e precedenti all’uomo stesso, una posizione assai pericolosa per chi non crede a Dio. Per questo tutto è relativo, il giudizio è bandito e odiato perché implica la conoscenza della verità (Verità o “verità in tasca”, come si usa dire).

«Tutti dovremmo rispettare le decisioni altrui, non giudicare, poiché non esiste il comportamento giusto in senso assoluto. Più procedo nella vita e nella professione, più comprendo l’importanza della sospensione del giudizio sulle scelte fatte dal nostro prossimo», si legge su www.psiconline.it (articolo cancellato).

 

Come fa un relativista a giudicare le leggi africane?

Se le cose stanno così, se non può esistere un bene e un male assoluto, se è sbagliato giudicare, se non esiste un comportamento ultimamente giusto o sbagliato, se tutte le decisioni altrui vanno rispettate allora questi giudizi morali (che pretendono di descrivere un comportamento giusto e dunque si auto-contraddicono) varranno ancora di più se a decidere di comportarsi in un certo modo -ad esempio per proteggere e salvaguardare le proprie tradizioni, i propri valori, la propria cultura, i propri costumi- non è una singola persona ma un intero Stato, anzi un intero Continente.

E’ il triste e drammatico caso dell’Africa, dove 38 Stati su 54 (soprattutto a maggioranza animista-islamica) hanno promulgato una legislazione per perseguitare le persone omosessuali (vietati gli incontri in gruppo di due o più, criminalizzati i club e gli eventi gay ecc.).

Recentemente è toccato alla Nigeria e Reuben Abati, il portavoce presidenziale, ha affermato che «questa è una legge che è in linea con l’inclinazione culturale e religiosa della gente. Quindi è una legge che riflette le convinzioni e l’orientamento del popolo nigeriano».

Ora, la questione è chiaramente tragica e non a caso la Chiesa cattolica è una delle poche voci presenti sul territorio ad opporsi drasticamente.

 

La conclusione ci pare una soltanto: se Dio esiste allora è un bene assoluto rispettare gli omosessuali (in quanto nostri fratelli), se Dio non esiste rispettare gli omosessuali è una scelta come un’altra e va rispettato chi la pensa diversamente e, a maggior ragione, se a pensarla diversamente è un Continente intero. Ovvero quasi 1 miliardo di persone con una morale diversa dalla nostra.

La redazione

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38 commenti a Stati africani contro i gay, ma per il laicismo è vietato giudicare

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  1. Alèudin ha detto

    è una questione che pochi sedicenti atei con cui ho a che fare capiscono, se il comportamento ed il giudizio si basa esclusivamente su cultura, storia, abitudini e costumi allora tutto vale e niente vale, uccidere o non uccidere è lo stesso.

    Se non esiste una direzione che vale per tutti non può esistere nessun progresso, visto che esisteranno infinite direzioni valide pur contraddicendosi le une con le altre.

    Ma vaglielo a spiegare, ti rispondono “La mia libertà finisce dove comincia la tua” o cavolate del genere non capendo che se per una cultura è lecito il sopruso violento allora è lecito, giusto e moralmente valido, e chi non la pensa così ha semplicemente una altra cultura, non esiste un meglio o un peggio, fine della storia.

    • LawFirstpope ha detto in risposta a Alèudin

      Eppure (come lessi su queste pagine, correggetemi se sbaglio) coerentemente l’ateismo non puo che portare per necessità logica al relativismo etico.
      Citando Dostoevskij: “Senza Dio, tutto è permesso.”
      Bisognerebbe far riflettere su da dove vengano allora sdegno, scandalo, rabbia, dolore (sentimenti provati da tutti, soprattutto in relazione a una potenziale minaccia per i nostri cari), che in questa visione del mondo risultano assolutamente inspiegabili…

      • andrea g ha detto in risposta a LawFirstpope

        Proprio così, “senza DIO tutto è permesso”, cioè:
        senza DIO si capisce nulla.
        Sovente chi si proclama ateo “crede” agli oroscopi,
        alle vannemarchi di turno, ecc.
        Tutto logico: “Senza di ME fate niente”, ci ricorda
        il Signore.

    • Roberto Dara ha detto in risposta a Alèudin

      Bentrovati a tutti.
      Forse dimenticate che esiste una laicissima “dichiarazione dei diritti dell’uomo” che impegna ogni stato aderente all’Onu a rispettarla. La discriminazione verso gli omosessuali è una delle tante violazioni a quella dichiarazione, che quindi obbliga gli altri stati a chiederne il rispetto nei confronti di chi viola. E’ lo stesso principio che vi fa alzare la voce (giustamente) quando venite a conoscenza di discriminazioni verso i cristiani che avvengono in vari paesi del mondo.

      • Paolo Viti ha detto in risposta a Roberto Dara

        Ciao Roberto. Non hai capito il senso dell’articolo: la questione è la razionalità su cui si fondano i motivi per essere contrari alla discriminazione di omosessuali o cristiani. Una morale laica non può avere alcun fondamento razionale e non volendo imporre la sua visione (morale) ad un altro continente (1 miliardo di persone che scelgono liberamente di comportarsi in un certo modo) deve accettare la discriminazione come comportamento morale di altre persone.

        Al contrario, una morale cristiana si basa su un Bene precedente all’uomo e dunque non soggetto alla popolarità o al consenso. Discriminare un omosessuale per un cristiano sarà sempre un male assoluto, anche se rimarrebbe l’unico uomo sulla terra a pensarla così. Perché la morale (il bene o il male) la decide Dio, non gli uomini.

        • Michele ha detto in risposta a Paolo Viti

          Nessuna morale ha un fondamento strettamente razionale, nemmeno quella cristiana. Ciascun uomo costruisce la propria morale sulla base di vari fattori, primo fra tutti il tipo di educazione ricevuta, che tenderanno ad orientarlo verso un determinato insieme di valori piuttosto che un altro. Ci sono persone che basano la propria morale sulla Bibbia, altre che la basano sulla dichiarazione dei diritti dell’uomo. Entrambi i testi non sono nient’altro che pezzi di carta. Non vedo perché il primo dovrebbe rappresentare qualcosa di “assoluto”, mentre il secondo essere relegato al rango di “relativo”.

          • Paolo Viti ha detto in risposta a Michele

            Non sono d’accordo con quel che dici, la morale non viene costruita ma viene riconosciuta, l’uomo se la trova dentro di sé e può solo riconoscerla. Proprio studi recentissimi hanno mostrato che nei bambini esiste già una morale innata, una valutazione del bene e del male: http://www.scienzaevita.org/rassegne/11bb085a4acfd8b8e0e375799a53a224.PDF

            Esiste una legge morale identica per ogni uomo, dentro di noi, pre-esiste a noi stessi. La Bibbia non c’entra nulla, semmai è il cristianesimo ad aver indicato agli uomini di usare la propria coscienza onestamente come criterio di giudizio. La dichiarazione dei diritti dell’uomo è una serie di principi che possono essere fondati in modo razionale soltanto se condivisi da uomini che fanno riferimento alla legge naturale, altrimenti sono imposizioni morali di alcuni su altri che non condividono quella visione.

      • Li ha detto in risposta a Roberto Dara

        E tu non sai che la laicissima dichiarazione dei diritti dell’uomo non punisce i pedofili che si fanno i bambini palestinesi che pur di avere un dollaro per sfamare la loro famiglia o un bicchiere di latte, sono disposti anche a subire.

  2. Andrea ha detto

    Il cardinal Turkson avrà pure espresso la sua contrarietà alla legge anti-gay in Uganda, ma non tutta la Chiesa la pensa così (soprattutto se guardiamo alle gerarchie locali): http://africanvoices.wordpress.com/2014/02/28/uganda-il-doppio-volto-della-chiesa-cattolica-sulla-legge-anti-gay/.
    Sorvolo sul resto dell’articolo che si basa su assunti logici alquanto improbabili.

  3. athèos=a-éthos ha detto

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    INIZIO DEL ROMANZO FANTASY IN CUI UN PERSONAGGIO, APPUNTO DI PURA FANTASIA, SI ESPRIME COME SEGUE
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    L’articolo assume una nozione politicamente corretta di “rispetto per gli omosessuali”, perché si dimentica di prendere in considerazione il caso contrario: anche gli omosessuali devono avere rispetto degli altri e della verità soprattutto. E questo, ad essere coerenti, comporta dei limiti alla libertà di espressione e in senso asimmetrico per giunta, perché l’omosessualità è un male. Se l’omosessualità è un male (concernente problemi nella corretta maturazione dellA propria identità sessuale) e, di conseguenza, è un male morale quando venga praticata, la logica conseguenza sarebbe che non se ne possa fare propaganda pubblica.
    *************************
    FINE DEL ROMANZO FANTASY
    *************************

    • Li ha detto in risposta a athèos=a-éthos

      Il rispetto, e la tolleranza non deve venire solo dagli etero e cristiani, ma deve avere risposta dai gay, dagli lgbt. Se una cosa è ad una sola direzione, senza tolleranza vicendevole non ha valore.

      Comunque l’avevo detto: gay comunisti, volete liberarvi del cristianesimo? Quella è la fine che purtroppo vi attende (e di musulmani e induisti in Italia ne abbiamo), fatevi i vostri calcoli.

      http://newsone.com/2962015/nigeria-homosexuality/

      Giudicati dai boko haram a questi è andata decisamente bene: fate la conta di quanti cristiani sono stati falciati perchè questi fondamentalisti potessero conquistare la Nigeria. E non credo abbiano finito.

      Poi è vero, ci sono anche gli antibalaka. Qui si tratta di tribù, è loro se ne strafregano del politicamente corretto. E’ un pezzo che non sento di bambini albini uccisi perchè giudicati portatori di sventura per tutta la famiglia (o la tribù).

      Non giudicherò questi, ma giudicherò chi avrebbe dovuto fare qualcosa e non l’ha fatto. Giudicherò l’Onu, la Nato, Amnesty international, Save the Children, e tutte le altre cosiddette non governative ma assolutamente politiche. Questi sono nomi di coloro che non hanno mosso un dito. Ci parlano poi ogni tanto della Siria, ma continuano anche lì a morire. Guai a mettere Israele in cattiva luce poi.
      Ok, non divagherò.

      Non ho visto muoversi i tg, coadiuvati dai giornali e dalle associazioni anche non cristiane per aiutare i poveri superstiti della Nigeria. I gay ci sono finiti in mezzo, ma non è con loro che ce l’hanno: sono ancora vivi. Niente bombe, per loro. Si faranno 1 anno di prigione. Mentre Asia Bibi ne sta scontando un bel po’, solo per essersi detta cristiana.

      Il fatto è semplice: i gay sono strumentalizzati contro il cristianesimo. E loro spesso non se ne rendono conto, seguendo a pappagallo quanto gli viene inculcato.

  4. Daniele ha detto

    I quotidiani progressisti-laicisti, come ad esempio “Repubblica”, sono esperti nel “confondere le acque”, nel distorcere la percezione delle cose, nel riscrivere la storia a proprio uso e consumo e nel seminare zizzania, soprattutto quando devono parlare della Chiesa Casttolica:

    ad esempio, fanno passare l’ormai celeberrima frase di Papa Francesco “Se uno è omosessuale ma fa un sincero cammino di ricerca verso Dio, chi sono io per giudicarlo?” e la frase del Card. Turckson “Gli omosessuali non sono criminali” come un’apertura della Chiesa verso l’omosessualità.

    Le cose, però, non stanno esattamente come dice “Repubblica”: innanzitutto la Chiesa è sempre stata – cioè anche ai tempi di Benedetto XVI (lo specifico perché su certa stampa “va di moda” contrapporre, sulla base di prove ridicole ed inconsistenti, le parole e le opere del Papa Regnante a quelle dell’Emerito) – aperta e disponibile ad accogliere ogni essere umano, omo- o eterosessuale che sia, giusto o peccatore, ricco o povero (anzi, la Chiesa esiste proprio per accogliere, sostenere, guidare, educare ed alimentare noi poveri peccatori durante il pellegrinaggio terreno, in quanto “c’è più gioia in Cielo – e nella Chiesa – per un solo peccatore che si converte, rispetto a 99 giusti che non hanno bisogno di conversione”: se fossimo già tutti santi, che bisogno ci sarebbe della Chiesa e di Gesù, medico delle anime e dei corpi?), cioè la Chiesa non è mai stata chiusa nei confronti delle persone omosessuali e la Chiesa “accogliente” non è di certo un’invenzione di Papa Francesco.
    Ma la Chiesa, oltre al dovere di accogliere, ha anche il dovere di indicare ai suoi fedeli quali sono agli occhi di Dio gli atteggiamenti buoni e quelli cattivi. Perciò, se la Chiesa ha, da una parte, il dovere di accogliere gli omosessuali e di dire ai Governi che le persone non devono essere incarcerate, torturate od uccise per il solo fatto di essere omosessuali (a questo proposito vorrei precisare una cosa: se la Chiesa Cattolica non si è espressa in merito alle leggi russe sugli omosessuali è perché in Russia, contrariamente agli Stati africani, non si finisce in galera per il solo fatto di essere omosessuali, ma soltanto se si fa propaganda LGBT in presenza di minori. E’ vero che il carcere per chi fa propaganda LGBT verso i minori è, probabilmente, una misura troppo severa… però è anche vero che lo Stato ha il compito di tutelare i bambini e di evitare che le loro giovani menti vengano condizionate dall’ideologia del gender, per cui è doveroso prendere qualche provvedimento disciplinare verso chi si ostina a fare certa propaganda in presenza di minori), dall’altra ha il dovere di dire che il praticare l’omosessualità (cioè avere rapporti sessuali di natura omosessuale) è una cosa “oggettivamente disordinata” (ho usato le parole del Catechismo).
    Perciò la Chiesa difende con fermezza gli omosessuali dalla “vera” omofobia (cioè dagli insulti, dalle violenze, dalle persecusioni, dal carcere, dalle torture e dalla pena di morte), in quanto agli occhi della Chiesa la persona omosessuale è, innazitutto, una persona e, quindi, va trattata col rispetto che si deve ad ogni persona, ma si oppone, con altrettanta fermezza, ai tentativi di introdurre nelle legislazioni dei vari Paesi leggi “anti-omofobia” la cui funzione è soltanto quella di imbavagliare chi dice che i bambini hanno bisogno di un padre e di una madre, leggi sui matrimoni omosessuali, leggi sulle adozioni per coppie omossessuali, ecc…, in quanto tali leggi metterebbero in crisi il pilastro sul quale si regge la società, cioè la famiglia fondata sul matrimonio tra un uomo ed una donna ed aperta alla generazione ed all’educazione dei figli.

    Secondo me la redazione di “Repubblica” sa benissmo che quella che ho espresso è la posizione della Chiesa sugli omosessuali, però fa di tutto per far passare l’idea che con Papa Francesco la Chiesa “aprirà” ai matrimoni ed alle adozioni omosessuali.

  5. Luca ha detto

    Dire come fa l’articolo che la morale laica é fondata sul relativismo può forse (non necessariamente) avere un senso se si parla della persona ma é del tutto aberrante se si parla di leggi civili o di ordinamenti statali. Bisognerebbe come minimo avere il coraggio di esplicitare l’alternativa. Uno stato teocratico ? Uno “stato etico” ? Come minimo uno stato al di fuori della storia e antidemocratico. Voglio dirlo con dolore, da cristiano cattolico, ed essendo nella sostanza in accordo con molte cose che vngono qui scritte. Il dolore discende dall’osservare come questa contraddizione affiori su queste pagine con una regolarità preoccupante e sui temi più diversi.

    • Piero ha detto in risposta a Luca

      Quindi nel meravigliosissimo (va’ da se’) multietnico e multuculturale e naturalmente democraticissimo (ri-va’ da se’) stato auspicato e bramato da Luca & C. ci saranno i vari ghetti dove da una parte i musulmani potranno impunemente sposare bambine di 9 anni e tagliare la gola agli “infedeli” che osassero passare da quelle parti, da un’altra i cannibali potranno disporre di abbondanti libagioni, gli atei “infanticidiare” a go’-go’, i pedofili altrettanto…
      che bella societa’…
      Spero che prima dell’avvento dello stato auspicato da Luca un meteorite ferroso distrugga tutto…

    • a-theòs=a-éthos ha detto in risposta a Luca

      Ho promesso alla redazione maggiore autocontrollo e quindi ti ringrazio delle tue parole illuminanti. Peccato che manchino totalmente di una qualsiasi logica e coerenza. Non puoi ritenere vi siano verità assolute e poi esprimerti con tale ignoranza. Soprattutto perché è davanti alla storia lambita dai nostri tristi giorni la fine che fa la “democrazia” non basata su valori assoluti: o forse quando mi metteranno in galera perché “esprimerò la mia opinione” sul fatto che l’omosessualità è un male (in quanto contro la natura umana), si manifesterà un atto supremo di “democrazia” (nel senso assurdo che intendi tu)?

    • LawFirstpope ha detto in risposta a Luca

      Se per morale laica si intende “morale in assenza di Dio” (alla Veronesi, per intenderci), allora invece segue proprio NECESSARIAMENTE il relativismo etico: cosa dovrebbero essere infatti “bene” e “male”? Chi il garante e custode di essi? La morale può solo che nascere assieme al pensiero umano (non è quindi ad esso preesistente, non è quindi assoluta, ma solo relativa).
      Cosa dovrebbe essere il diritto positivo (leggi civili, ordinamenti statali) se non la tutela di questi principi morali naturali (con tutti i limiti e gli errori umani, si intende)?
      Se le leggi positive vengono in questi ultimi tempi modellate secondo la “morale laica” (dunque relativa, dunque mutevole), non sono anche esse espressione del relativismo?
      Cosa ci sarebbe dunque di “aberrante” in quel che l’articolo dice?

      PS: credo che qui nessuno inneggi alla teocrazia, ma c’è un invito a non confondere la laicità dello stato con l’abbracciare la morale laica tout court.

    • Paolo Viti ha detto in risposta a Luca

      Caro Alèudin…capisci perché non ha senso parlare di atei? Ad essere completamente nella nebbia sono i sedicenti cattolici in primis, come il nostro amico Luca. E’ a loro che dobbiamo rivolgerci, gli atei non contano poi molto poveretti…di catto-comunisti-relativisti-vendoliani è pieno il mondo ed è colpa loro se il mondo è in queste ridicole condizioni.

      • a-theòs=a-éthos ha detto in risposta a Paolo Viti

        In ultima analisi la colpa è dell’ideologia liberale, la cui essenza si esprime, in estrema sintesi, nel principio che inverte i termini del corretto rapporto dell’uomo alla realtà: “veritas liberabit vos” (Giov. 8, 32), la verità vi farà liberi o vi libererà e non la libertà vi renderà veri. In essenza è veramente tutto qua. Nostro Singore esprime qui una verità filosofica fondamentale, che la modernità ha per essenza pervertito nel suo contrario, poiché tale inversione corrisponde esattamente alla ribellione demoniaca, che scimmiotta sempre al contrario la creazione, per distruggerla.

    • Katy ha detto in risposta a Luca

      Qualcuno spieghi a Luca che le leggi civili o gli ordinamenti statali sono decise e votate a maggioranza dagli uomini (in base al costume del proprio tempo), non arrivano dal Cielo. Poveri noi…e questo è pure cattolico??

    • EquesFidus ha detto in risposta a Luca

      Anzitutto, ben ritrovati!
      Secondo, questo ragionamento si basa su un assunto errato, ovverosia che la democrazia sia automaticamente buona e giusta. Eppure, anche storicamente, abbiamo la prova che alcune delle peggiori dittature (quale il nazismo) sono ascese grazie ad essa ed al supporto popolare; inoltre, l’assunto che la popolazione scelga nel modo migliore possibile è intrinsecamente errato, dal momento che è manipolabile e disposta a seguire i diktat di coloro che occupano posizioni di potere. Ora, dal momento che la massa non ragiona (o ragiona poco), è facile comprendere come la democrazia sia solo illusoriamente un sistema libero e pluralista, anzi nel caso delle democrazie liberali (come quelle occidentali) l’assenza di paletti legislativi, etici e giuridici definitivi ed immutabili tende a sviluppare (è il caso di dirlo, basta vedere quello che è successo negli ultimi quarant’anni in Italia) delle vere e proprie dittature del popolo (ovviamente istigate e controllate dalle alte sfere, ultimamente la UE in primis). Pertanto, la democrazia in sé (ed in special modo la democrazia liberale) non è l’unico metodo di governo accettabile per un cattolico, anzi forse è il peggiore; uno stato etico (o meglio, una democrazia etica, con alcuni punti fissi immutabili e fondata non sul lavoro, come la Repubblica italiana, ma sul Cristo e sulla persona) sarebbe certamente assai migliore e credo la forma di governo socialmente e moralmente più giusta in assoluto. Attenzione: lo stato etico e la teocrazia non coincidono, anzi per evitare cesaropapismi (come avvenuti in Inghilterra e nei Paesi del Nord Europa) è bene che al governo siedano laici (cioè non chierici, non soltanto atei)..
      Purtroppo, viviamo in tempi in cui mettere in discussione il dogma laicista della “democrazia ad ogni costo” (sempre e solo quella liberale, ovviamente) vuol dire attirarsi critiche ed offese (quali quella di essere un fascista/comunista, essere a favore delle dittature, voler discriminare questa o quella categoria di persone ecc…); eppure, già lo stesso Giovanni Paolo II disse che la democrazia non è un sistema di governo automaticamente buono e giusto, anzi che diventa iniquo e maligno quando si allontana dalla legge morale naturale e dalla dottrina sociale della Chiesa; purtroppo, però, in molti fanno finta di non sapere (o non vogliono sapere) ciò.

      • LawFirstpope ha detto in risposta a EquesFidus

        Ciao Eques,
        Più che sul sistema democrazia in sé (che comunque ha i suoi umani limiti, come giustamente affermi), credo che qui si critichi l’interpretazione che alcuni ne danno:
        “Io penso che A sia giusto, ma voto B perché ci sono persone che non la pensano come me e B offre maggiore libertà (tesi con cui ho sentito alcuni ‘cattolici’ legittimare l’aborto)”.
        Questo è errato per più ragioni:
        1) Confonde la Libertà col “faccio ciò che mi pare”.
        2) Non consente ad alcuni (come me) di vedere espressa la loro visione di bene, con i problemi che ne conseguono ad esempio nell’educazione dei futuri figli (“perché papà dice che questo è sbagliato e lo stato lo permette”?) ma non solo.
        3) Non adotta la ragionevolezza come criterio con cui esprimere il proprio contributo (pur piccolo) democratico ma piuttosto le mode dei tempi.
        4) Usando il criterio di massima libertà (come viene intesa oggi, vedi punto 1, libertà fittizia perché non supportata dalla verità) coerentemente dovrebbe portare all’anarchia (perché ogni legge statale in fondo è una restrizione) e dunque all’estinzione della democrazia stessa, mostrando in quest’assurdo logico tutte le contraddizioni di questa interpretazione.

        • EquesFidus ha detto in risposta a LawFirstpope

          Che questa forma mentis, in realtà discendente da un malposto senso di inferiorità dei cattolici nei confronti dello Stato laico (che viene ormai propagandato come Stato agnostico, quando non è così), sia all’origine di molte delle disgrazie e degli orrori legislativi che stanno ammorbando l’Italia credo sia incontestabile. Si veda per esempio la legge sulla fecondazione assistita, per esempio, supportata da Avvenire e da molti esponenti (anche importanti) della Chiesa pur di evitare una legge meno restrittiva (cioè che permettesse anche l’eterologa) e poi, di fatto, demolita a colpi di sentenze in sede giudiziaria, a dimostrazione che col mondo non si tratta.
          Tuttavia, è anche intrinseco della democrazia liberale occidentale un certo modo di condurre la res publica in modo non conforme alla dottrina cristiana, dal momento che si basa sui capricci del popolo e non sulla Verità e sulla legge morale naturale; nonostante ci sia illusi (Democristiani in primis, che in realtà cristiani spesso eran poco ma questo è un altro discorso) di poterci scendere a patti e di poter in qualche modo controllarla e guidarla, ora che le forze più laiciste ed anticristiane sono ascese al potere ci si rende sempre più conto dell’amaro errore commesso. L’unica alternativa,umanamente e cristianamente parlando, è la democrazia etica fondata sulla persona e su Nostro Signore; le altre vie portano inevitabilmente a degenerazioni etiche e morali.

      • a-theòs=a-éthos ha detto in risposta a EquesFidus

        LawFirstpope, EquesFidus in glossa ai vostri ottimi interventi non posso che ripetere quanto sopra detto intorno al principio “Veritas liberabit vos”, aggiungendo che parlare di “stato etico” significa utilizzare un’espressione ambigua (anche se gli ignoranti come in nostro Luca nemmeno lo spspettano), poiché tale concezione dello stato è quella hegeliana (che aveva visto un proprio precursore nella concezione politica di Hobbes, uno dei padri della modernità), da non confondersi con quella cattolica che indica la necessità di limiti assoluti individuabili nei principi della legge naturale. “Stato etico” indica in realtà l’esatto opposto della forma politica di cui parla la dottrina sociale della Chiesa, poiché è sinonimo di uno stato le cui “azioni” sono l’etica stessa che il cittadino deve rispettare in quanto “incarnazione” degli sviluppi evolutivi dello “Spirito” stesso. Si tratta dunque esattamente della concezione “totalitaria” dello stato che fu adottata dai socialismi (di destra e di sinistra) del ‘900.

        Ora, coloro che come Luca parlano a vanvera di “stato etico” in riferimento ad una concezione dello stesso che individui limiti assoluti per lo stesso nei principi della legge naturale, non si rendono conto che l’unico modo di evitare lo stato totalitario è proprio quello di porre limiti assoluti alla “fabbricazione” arbitraria (= a maggioranza slegata da limiti etici pre-esistenti) di leggi positive, limiti il cui criterio non può essere che la VERITÀ. Se non esitesse infatti la verità o non fosse conoscibile, tutto sarebbe vano (poiché lo stesso arbitrio assoluto è essenzialmente privo di senso, prima che ingiusto). Dunque la questione primaria è sempre quella della verità.

        La controprova di tutto ciò è proprio quello che stiamo vivendo: in base al relativismo etico, secondo cui vige il principio della libertà come “diritto di fare ciò che si vuole”, si giustificano forme coercitive e crimini (come l’aborto) del tutto arbitrarie (ossia intrinsecamente non giustificabili dal punto di vista razionale), il cui unico criterio è quello derivante dall’essere stati “convinti” mediante tecniche raffinate di pura “propaganda” stile goebbelsiano.

        • EquesFidsu ha detto in risposta a a-theòs=a-éthos

          Certamente, tuttavia io intendevo non lo Stato etico hegeliano ma (chiaramente) lo Stato basato su un’etica, una morale ed una sociologia cristiana, quindi assolutamente non relativista né tantomeno ateo o agnostico.

          • a-theòs=a-éthos ha detto in risposta a EquesFidsu

            Il mio bersaglio era Luca (che nel frattempo si è volatilizzato, come spesso accade…). Comunque basterebbe il rispetto della legge naturale, che di fatto trova espressione, come insegnato da San Tommaso d’Aquino, nei 10 comandamenti.

  6. Li ha detto

    La democrazia non è altro che una forma di imbroglio: il popolo pensa che i governanti attuino le leggi secondo i loro desideri e poi si scopre che non è così. La democrazia preclude la libertà di espressione, di religione. Ne abbiamo un chiaro esempio oggi, che finalmente vediamo cos’è la democrazia in Italia.
    Per tanti anni è stato così, ma l’ideologia comunista accecava. E ancora acceca, direi.

    Qui invece si sta diventando sempre più eterofobi: una vera caccia all’etero.

    http://www.tempi.it/piacenza-invita-gli-studenti-alla-delazione-ecco-il-questionario-per-individuare-gli-omofobi-a-scuola

    • a-theòs=a-éthos ha detto in risposta a Li

      Una sola domanda: tu parli di “libertà di espressione” e di libertà “di religione”, mi spiegheresti come ciò praticamente è componibile con il principio di verità?

      • Li ha detto in risposta a a-theòs=a-éthos

        Ti rispondo: innanzitutto quando parlo di libertà di espressione ne parlo affermando che bisognerebbe far collimare che quando si va troppo in là, si è decisamente estremi. Un po’ come quando vedi una rana crocifissa. Quello è ledere la religione altrui, inoltre non è libertà di espressione, ma solo moda, dato che vilipendere la religione cristiana sembra essere all’ordine del giorno.

        Ma guai a dire ad uno straniero “fai schifo a giocare”, magari intendendo come calciatore, e non come razza.
        Però irrompere in una chiesa il giorno di Natale, in toppless, per gridare elogi all’aborto io lo considero ledere la libertà di religione. Per cosa, una libertà di espressione? Lo sappiamo bene che le Femen sono solo donne che si mettono in mostra perchè ideologizate, e lo stesso fanno quelli del gaypride.

        Ma vai a pestare i calli af un musulmano, un indù o ad un animista e vediamo se torni a casa vivo o perlomeno intero.

        Spero di essermi chiarita.

        • a-theòs=a-éthos ha detto in risposta a Li

          La tua risposta riguarda però solo atti di evidente provocazione e/o offesa, che vanno sempre evitati, esattamente come è giusto intendere il “rispetto per gli omosessuali” nel senso che è sempre profondamente ingiusto e immorale, pur vivendo loro in una condizione di male oggettivo e di male morale oggettivo (ove praticanti), insultarli, sfotterli o, peggio ancora, fare loro violenza.

          Ma il problema vero si presenta rispetto a chi semplicemente, senza intenti di provocazione volgare, afferma o pretende realizzare cose profondamente false, dando rilievo pubblico a tali atti, per “propagandarli” come verità e, dunque, come diritti suoi e di coloro che la “pensano” allo stesso modo.

          Facciamo l’esempio della “libertà di religione”. In base a quali criteri stabilirò quali siano le religioni “libere” di praticare pubblicamente, i propri principi e le proprie tradizioni?

  7. Li ha detto

    E per intenderci, proprio non seguendo le ideologie, o imparando cose nuove non politicamente corrette ho scoperto verità. Proprio come i famosi numeri arabi che in realtà sono indiani.

    La religione mi basta come verità, e non pretendo certo di catechizzare il mondo, solo di ricordare alla gente che esistono limiti di espressione che possono sfociare nella religione. E spessi quante volte un gay ha sconfinato senza ritegno.

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