La Germania investe nella natalità. E l’Italia?

famigliaMentre un team internazionale di scienziati ha sviluppato modelli di raccolta per una maggiore produzione di cibo, utile a far fronte al fabbisogno di una popolazione in crescita (raggiungeremo i 9 miliardi entro la metà del secolo), la cancelliera tedesca Angela Merkel ha attuato politiche sociali in favore della famiglia.

Il governo tedesco infatti ha stanziato 7.500 milioni di euro per assegni familiari per chi ha bambini e 20.000 milioni di euro di aiuti a coloro che scelgono di diventare madri. La Germania ha infatti subito una forte riduzione del numero di abitanti e un netto invecchiamento della popolazione: uno su cinque ha 65 anni o più.

In Lituania, invece, l’emergenza demografica ha indotto il governo a varare un disegno di legge contro l’aborto, limitandolo ai soli casi di gravidanza risultante da stupro o da incesto, e quando la salute della donna incinta è a rischio.

In Inghilterra un eminente economista come Stephen D King, responsabile economico dell’HSBC, uno dei più grandi gruppi bancari del mondo, nel suo nuovo libro ha affermato che l’assunzione che l’economia mondiale potrà sempre riprendersi è sbagliata, il fattore decisivo sono i dati demografici: abbiamo bisogno di più bambini per sostenere le nostre economie. «Da 50 anni a questa parte,», si legge sul “Guardian”, «nella cultura europea si è sviluppata l’idea che il problema sia la troppa gente. In termini culturali, la celebrazione della contraccezione, dell’omosessualità e dell’eutanasia rappresenta questo trend. In economia, l’idea di spendere piuttosto che risparmiare fa la stessa cosa. Così fanno i Verdi, che vedono le produzioni del genere umano come il nemico della terra, e attaccano la crescita economica senza rendersi conto di sostenere in tal modo l’impoverimento». La bufala della bomba demografica l’abbiamo fatta esplodere con questo dossier.

E in Italia? Nel 2012 l’Istat ha registrato un record negativo storico rispetto all’andamento demografico. Gian Carlo Blangiardo, demografo dell’Università Bicocca di Milano, ha spiegato che «anche chi si illudeva che bastasse il contributo delle famiglie immigrate per uscire dall’inverno demografico si è dovuto ricredere». E ancora: «Se dunque i dati ufficiali mettono chiaramente in luce come si sia davanti a un vero e proprio “record negativo” sul fronte della vitalità del Paese – mai a partire dall’Unità nazionale si è registrato un saldo naturale così basso – è ragionevole e realistico pretendere che l’emergenza demografica venga inclusa nell’agenda della politica tra i grandi temi da affrontare per il rilancio italiano».

Eppure per ora i nostri politici sembrano unicamente interessati alle unioni civili per gli omosessuali e a partecipare ai Gay Pride, oltre a garantire l’inviolabilità della legge 194. Ma di politiche a favore della famiglia naturale, così come la chiama la nostra Costituzione, non se ne parla (nota positiva per il il comune di Pavia e negativa per il Trentino Alto Agide). Nulla è stato fatto con il governo Prodi, nulla è stato fatto con il governo Berlusconi, nulla con Monti e ancora niente con il governo Letta.

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38 commenti a La Germania investe nella natalità. E l’Italia?

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  1. Kosmo ha detto

    la cancelliera tedesca Angela Merkel ha attuato politiche sociali in favore della famiglia.

    Avete dimenticato di aggiungere: …con i soldi NOSTRI!

    🙁

    • Kosmo ha detto in risposta a Kosmo

      sul serio, prendere a modello le politiche della Merkel (e della Germania in generale) sulla famiglia, dopo che hanno ridotto sul lastrico quelle dei paesi mediterranei (guarda caso quelli cattolici) mi sa di controproducente.

      • Pino ha detto in risposta a Kosmo

        l’unica cosa che i nostri politici dovrebbero dire, perchè è la verità, è semplicemente che l’euro ha fallito. Ha distrutto le economie del sud Europa per favorire quella tedesca e degli altri Paesi nordici. Ci credo che la Merkel ha i soldi, sono quelli rubati a Italia, Spagna, Portogalli, Grecia ecc.

    • edoardo ha detto in risposta a Kosmo

      Ti dimentichi che mentre in Germania si rimboccavano le maniche e lavoravano “come Tedeschi”, con serietà e determinazione, ed i loro governi hanno governato con un livello di onestà e serietà incomparabile col nostro circo equestre, loro hanno potuto investire sul futuro, mentre da noi il futuro ce l’hanno rubato (i nostri malgovernanti italiani, non i Tedeschi).
      I soldi degli Italiani ce li hanno rubato altri Italiani, per mantenere un apparato statale estremamente costoso quanto inefficiente, al punto da diventare la barzelletta d’Europa.
      L’Italia sarà una delle ultime nazioni a trovare la strada per uscire da questa profonda irreversibile crisi post-industriale. A causa nostra e della nostra paralisi governativa, che per uno di buona volontà ce ne sono cinque che remano contro. E’ chiaro che non avremo scampo in queste condizioni. Gli Italiani, se vogliono sopravvivere, devono tornare ad essere un popolo “fai-da-te”, dove l’influenza istituzionale è ridotta al minimissimo possibile.
      Adesso, per andare sul particolare, la figlia più grande è andata a lavorare in UK 4-5 anni fa, e il suo fidanzato l’ha seguita. Mia figlia ci è nata, ma mai il suo fidanzato aveva messo piede in Inghilterra prima di andarci con lei.
      Adesso nessuno dei due vuole più tornare in Italia, perché lì lavora ed ha messo su casa, ed un eventuale infausto ritorno in Italia, per entrambi sarebbe un salto nel buio, a fortissimo rischio disoccupazione e lavoro sottopagato.
      E noi stiamo ancora a gingillarci che saremmo ricchi e felici se non ci fosse la CEE e l’euro? Diciamolo papale-papale: nei nostri governi, i delinquenti hanno fatto il bello ed il cattivo tempo, ed ora sono arrivati i conti da pagare.
      Una delle pochissime istituzioni serie che ancora abbiamo, è la Chiesa. Sempre che Bergoglio riesca a portare avanti la sua opera mettendo alle corde coloro che la stavano distruggendo dall’interno per i loro vizi o la loro sete di potere.
      Sono fiducioso su Bergoglio, molto moderatamente sull’Europa, e altrettanto sfiduciato sull’Italia col suo circo equestre parlamentare e senatoriale….e, quel che è peggio, non vedo alternative!

      • edoardo ha detto in risposta a edoardo

        Concludo con una considerazione: mia moglie ha fatto il primo parto in Inghilterra, nell’83. I successivi tre in Italia, uno in un ospedale del nord, e due nel centro.
        Sarebbe istruttivo che descrivessi le facilitazioni che ha avuto non appena ha ufficializzato la gravidanza alla sicurezza sociale inglese, e le paragonassi col vuoto dei successivi tre parti, tolto il periodo di ricovero in maternità, chiaramente. Parlo di facilitazioni, indennità, bonus vari elargiti dal National Health estranei ai circuiti ospitalieri e sanitari.
        Ed era l’83, anni di crisi là, e di smantellamento di attività industriali.
        Nonostante tutto, i loro servizi sociali non potevano nemmeno essere paragonati con quelli nostri.
        Io sono arci-convinto, che i nostri guai sono colpa nostra, e la nostra povertà “generazionale” ce la siamo creata da noi. Bene, adesso siamo una nazione povera, c’è solo da rimboccarsi le maniche e sudare per la nostra sopravvivenza, senza cercare capri espiatori.

        • Kosmo ha detto in risposta a edoardo

          Prima con la lira facevamo letteralmente “il culo” alla Germania, altro che lavativi e incapaci.
          Il Quarto Reich (l’Europa teutonica) non è molto diverso al Terzo.

          • Pino ha detto in risposta a Kosmo

            ho conosciuto i tedeschi per averci lavorato assieme. Presi uno alla volta sono simpatici, allegroni, comunicativi MA hanno dei difetti che alla lunga possono risultare pericolosi. Esempio: hanno il culto dell’autorità, quello che comanda il superiore lo eseguono senza discutere, non si pongono il problema se sia utile o meno, giusto o sbagliato, loro fanno. E ben sappiamo dove ha portato tale modo di comportarsi in passato. Adesso che hanno superato le batoste della seconda guerra mondiale riemerge il loro senso di superiorità, non più negli eventi bellici, ma in economia. Infatti gli inglesi, che li conoscono benissimo, si sono ben guardati da entrare nell’euro per poi finire al servizio di un personaggio come la Merkel. Nell’ultimo secolo la Germania ha fatto default tre volte, l’ultima delle quali nel 1990, ma nessuno lo ricorda mai. Il trattato di pace stabiliva che gli interessi sul debito di guerra non dovessero essere corrisposti fino al momento di una futura riunificazione tedesca, cosa che avvenne nel 1990. Hanno pagato? NO. Ma ora fanno i maestrini con gli altri Paesi della zona euro, moneta che li ha invece aiutati a spalmare su tutta Europa il costo della loro riunificazione. Un mio caro amico ebreo, quando ancora la Germania era divisa in due, mi disse “i tedeschi hanno quello che si meritano, la divisione ed il comunismo” aveva ragione.

            • Matteo ha detto in risposta a Pino

              “hanno il culto dell’autorità”

              d’altronde l’inno tedesco inizia così: Deutschland, Deutschland über alles,
              über alles in der Welt…. che vuol dire Germania, Germania, al di sopra di tutto, al di sopra di tutto nel mondo.
              Come si suol dire, il lupo cambia il pelo ma non il vizio.

              • Pino ha detto in risposta a Matteo

                infatti, ora riemergono gli antichi vizi, al di là dell’inno nazionale. Racconto una mia esperienza: per tutta la mia vita lavorativa ho lavorato in un ambiente internazionale con gente di tutte le nazionalità: americani, inglesi, francesi, tedeschi, spagnoli, svedesi, finlandesi, portoghesi, turchi, israeliani, greci, pakistani ecc. ecc. All’inizio rimasi colpito dal modo, non dico sprezzante, ma certamente non amichevole, quantomeno distaccato, con il quale gli inglesi trattavano i tedeschi, pur essendo colleghi nella stessa società. Mi parve strano e non lo trovavo corretto. Bene, ho dovuto ricredermi, l’approccio inglese è l’unico adatto ai tedeschi, altrimenti questi ultimi si allargano e pretendono di imporre agli altri la loro visione delle cose. Non per nulla, come ho detto, gli inglesi non solo non sono entrati nell’euro, ma addirittura stanno meditando di uscire dalla UE.

                • a-theòs=a-éthos ha detto in risposta a Pino

                  Per quanto non molto, ho lavorato quasi un anno in Germania tra il 1999 e il 2000. L’ueber Alles c’è e si sente, anche se si incontrano tanti tedeschi molto gentili. Io però lo interpreto come una tendenza culturalmente radicata verso un estremo individualismo (probabilmente di matrice protestante, infatti è più forte nel nord della Germania, anche se in Baviera sono un po’ rozzamente contadinotti): appoggiarsi e rimettersi sempre all’autorità superiore è egoismo, proprio perché deresponsabilizza. Basta assolvere perfettamente ai propri compiti, senza mai permettersi di andare oltre, gli altri faranno lo stesso e automaticamente ognuno si ritroverà perfettamente garantito nel proprio “spazio di movimento”.

                  Sul piano sociale: si è molto ligi nel seguire le regole, perché così si è estremamente garantiti nel potersi muovere senza alcuno ostacolo o imprevisto nel “proprio spazio”. Il lato negativo di tutto ciò è che si è, appunto, tendenzialmente molto egoisti, perdendo l’abitudine di preoccuparsi di ciò che esce dagli schemi previsti, perché tanto ci sarà sicuramente chi ha come proprio compito di occuparsi di quella che dal mio punto di vista è un’anomalia. Ma così si finisce per non essere sensibili alle particolarità non incasellabili a priori, che costituiscono però l’essenza del concreto. E se ne vede bene il riflesso sulla qualità delle relazioni umane, effettivamente più fredde, superficiali e distaccate rispetto ai popoli latini o a quelli slavi o assimilabili (gli ungheresi, ad esempio, che non sono slavi né anglosassoni, sono sul piano umano estremamente calorosi).

                • andrea g ha detto in risposta a Pino

                  Grazie Pino; hai detto cose che poco si conoscono,
                  ma che corrispondono al vero.
                  Solo in Germania, in pieno XX secolo, poteva
                  consumarsi il più colossale crimine demoniaco
                  contro l’umanità di tutti i tempi.

      • Matteo ha detto in risposta a edoardo

        la cosa paradossale è che non c’è uno che difenda la famiglia più del cattolico, eppure il paese dei cattolici fa meno di tutti gli altri. non c’è uno che difenda i diritti dei disabili più del cattolico, eppure l’europa ci sta per fare una multa pesante per aver infranto le norme sul lavoro dei disabili. In effetti è colpa anche nostra…con i nostri politici cattolici da “sola fide” che fanno più danni che altro, anche all’immagine stessa della religione che si vantano di praticare.

        • Pino ha detto in risposta a Matteo

          in politica il cattolicesimo, più che da cattolici è rappresentato da cattocomunisti, personaggi da operetta come Prodi o Rosy Bindi. Questi personaggi hanno una concezione della dottrina sociale della Chiesa completamente sbagliata, basata sull’intervento pubblico, costoso ed inefficace, sull’oppressiva presenza dello Stato in ogni attività, sulla fiscalità opprimente presentata come etica perchè ridistributiva, sull’appartenenza al sindacato che ormai è diventato una casta peggiore di quella politica. L’opera nefasta di personaggi come Donat Cattin la stiamo ancora scontando ora.

      • EquesFidus ha detto in risposta a edoardo

        Un piccolo appunto per questo ragionamento: se la crisi post-industriale è irrevrsebile, ne consegue che non se ne può uscire.

        Detto questo, io credo che abbiate entrambi ragione: i politici italiani hanno creato una situazione economica e di malcostume (una vera e propria crisi morale da cui procede quella finanziaria) tale per cui i tedeschi (e non solo) ne hanno potuto approfittare. Furba la dirigenza tedesca, fessi noi italiani (ma furbi i nostri politici, che hanno potuto bellamente ingrassare con il pane sottratto al popolo).

    • Daniele ha detto in risposta a Kosmo

      Noi italiani, volendo, i soldi per investire sulla famiglia ce li avremmo: sono quelli recuperati con la lotta all’evasione fiscale.
      Il problema è che su un totale di 800 milioni di € evasi, il Governo ne ha recuperati solo 69, cioè un misero 8,6 % (vuol dire che il 91,4 % è stato perso).
      Se si aumentasse l’efficacia della lotta all’evasione fiscale, si potrebbero aiutare ben più famiglie!

      • Pino ha detto in risposta a Daniele

        ecco un altro che crede ancora alla barzelletta della lotta all’evasione fiscale, barzelletta che sento almeno da quarant’anni. Ma tu credi veramente ai numeri del lotto che ti raccontano i giornali? L’evasione è figlia della pressione fiscale che da noi è la più alta del mondo, paghiamo tasse da Paese scandinavo per avere i servizi pubblici del Burundi. Le imprese chiudono, falliscono perchè lo Stato non paga decine di miliardi di debiti (chi dice 40 chi dice 80 chi dice addirittura 120) con l’esilarante risultato, come ho già detto in altro post, che da noi se un privato non paga i debiti fallisce mentre se non li paga lo Stato chi fallisce è il creditore. Ma come puoi pretendere che uno Stato bancarottiere, che è il primo a non rispettare le regole, possa essere poi preso seriamente dal cittadino al quale invece viene richiesto il puntuale rispetto delle stesse.

        • a-theòs=a-éthos ha detto in risposta a Pino

          Hai perfettamente ragione. Il problema è che da un coacervo così inestricabile di problemi sociali, culturali ed economici (che ormai ci travolgono totalmente) non si può uscire per vie normali…, e, temo, nemmeno umane. L’unica speranza rimane un “salvataggio” provvidenziale come quello avvenuto con la “caduta pacifica” del muro di Berlino…, altrimenti questa casta di parassiti come ce la togliamo di dosso? Ma l’aiuto dall’alto bisogna meritarserlo (e parlo in prima persona di me stesso).

      • Kosmo ha detto in risposta a Daniele

        BALLE!
        Ancora con questa immensa BALLA dell’evasione fiscale??
        Per la cronaca la Germania ha circa 180 miliardi di euro di evasione dell’IVA.
        Devi ringraziare il nero se l’Italia ancora sta a galla, altrimenti saremmo andati a fondo da un pezzo.

  2. Pino ha detto

    l’Italia non può più investire in nulla fino a quando non licenzierà un milione di pubblici dipendenti inutili e dannosi, fino a quando non abrogherà una legislazione del lavoro ottocentesca e figlia della lotta di classe, fino a quando non abbatterà drasticamente una pressione fiscale che per le imprese è arrivata al 60%. Scusate ma chi è quell’imbecille che investe in Italia per poi dare il 60% di quanto guadagnato ad uno Stato che è il primo a violare le regole non pagando le imprese che hanno realizzato lavori per lui e che sono costrette a chiudere? Un privato che non paga i debiti viene dichiarato fallito, lo Stato invece non paga e fa fallire i creditori. E poi ci si lamenta che ci sia evasione fiscale? Una spesa pubblica di 800 miliardi che non produce nulla se non inefficienza e parassitismo. Ora abbiamo un ministro dell’economia, un pacioso burocrate che non riesce a tagliare 8 miliardi su 800 di spesa, cioè l’1%. Un simile personaggio, se fosse un dirigente di una impresa privata verrebbe cacciato nel giro di cinque minuti se non fosse ingrado, non dico di tagliare la spesa dell’1%, ma almeno del 10%. Ma dove vogliamo che simili personaggi trovino i miliardi per incentivare la crescita della natalità, ma per favore….

  3. Daniele ha detto

    Voi come la vedete la recente disposizione governativa per la quale “non esisteranno più figli di serie A e di serie B”, cioè che la legge non tratterà più differentemente i figli nati nel matrimonio da quelli nati al di fuori di esso?

    Io penso che, in teoria, è una buona cosa, in quanto una persona che viene al mondo non merita di essere etichettata come una persona di “serie A” o di “serie B” (uso le parole di Letta) soltanto in base alle circostanze nelle quali tale persona è nata, cioè penso che i figli non devono in alcun modo pagare gli “errori” dei genitori (allo stesso modo io proprio non capisco come si possa far ricadere sui figli gli eventuali debiti contratti dai genitori… è ingiusto far pagare chi non ha colpe!).

    Anche nel Vangelo Gesù lascia intendere chiaramente che ai fini della salvezza non conta la propria storia familiare, cioè che le colpe (cioè i peccati) dei padri non ricadono sui figli (altrimenti, se uno nascesse in una famiglia di criminali impenitenti, costui sarebbe perduto anche se nella sua vita fosse un buon cristiano che si affida alla Misericordia di Dio…).

    Però un mio amico mi ha fatto riflettere (e come dargli torto?) che l’equiparazione dei figli illegittimi ai figli legittimi potrebbe essere un altro passo verso la disgregazione della famiglia, in quanto, se d’ora in poi varrà l’equazione “figlio legittimo = figlio illegittimo”, le coppie saranno meno incentivate a sposarsi (e quindi: meno matrimoni = meno famiglie stabili = società più precaria).

    Voi che ne pensate? Secondo voi qual è la soluzione migliore che tuteli, al contempo, i figli e l’istituto matrimoniale?

    Un altro argomento è quello dello “ius soli”? Tempo fa ho, forse ingenuamente, firmato a favore, però ora mi chiedo: se si fa una legge che recita semplicemente “chi nasce in Italia è italiano”, vorrebbe dire che anche chi viene partorito da genitori stranieri che si trovino temporaneamente in Italia otterrebbe la cittadinanza italiana: non penso sia questa la giusta direzione.
    Penso piuttosto che serva uno “ius soli temperato”, cioè una concessione del diritto di cittadinanza solo se i minori nati in Italia da genitori stranieri hanno trascorso almeno i primi N (con N = 5 o 8 o 10… bisogna stabilirlo) anni della propria vita nel nostro Paese.
    L’idea di uno “ius soli temperato” è venuta per primo al Presidente del Senato, Grasso, il quale ha detto, in risposta “polemica” alla Boldrini (la quale è a favore di uno “ius soli non temperato”), che uno “ius soli non temperato” avrebbe conseguenze pericolose.
    Anche il Ministro Kienge, che tempo fa era genericamente favorevole allo “ius soli”, oggi parla piuttosto di “ius soli temperato”.
    Io penso che la proposta di Grasso vada nella direzione giusta…

    • Pino ha detto in risposta a Daniele

      quanto alla equiparazione dei figli non credo che la famiglia venga messa in difficoltà da questo, altri sono i motivi. Quanto allo “ius soli” è la solita sola della sinistra ideologica. Infatti da chi arriva questa trovata? Dalla Boldrini, altro ridicolo personaggio che non ha mai lavorato in vita sua ma ha sempre percepito lautissimi stipendi pubblici, dalla Kyenge, che non è di origini italiane e da tutto il milieu buonista e terzomondista che vorrebbe aprire le frontiere senza controllo. Non mi pare che tale norma esista in nessun Paese europeo e questo per il semplice fatto che altrimenti ci sarebbero carovane di partorienti provenienti dai Paesi africani.

    • Kosmo ha detto in risposta a Daniele

      Non ci vuole un genio per capire (è arrivato Grasso adesso) che lo “ius soli” è un problema per l’italia.
      Le rivolte nelle banlieues francesi e nelle periferie dei paesi nordici (accadute anche poco tempo fa) dovrebbero aprirti gli occhi.

    • EquesFidus ha detto in risposta a Daniele

      La cosa migliore per tutelare i figli è abolire il divorzio (funesto latore di instabilità sociale, morale ed economica), istituire consultori familiari per le famiglie in crisi (consigliando su come risolvere le divergenze senza sfociare nella separazione, che deve essere una extrema ratio solo per i casi più gravi), rivalutare il matrimonio come unione di uomo e donna non strettamente imparentati fra loro finalizzato al benessere dei figli ed alla procreazione, ed infine concedere sgravi fiscali e bonus consistenti (non quelle burlette di 50 euro di contributi mensili attuali per figlio, parlo di reali bonus) per ciascun figlio al disotto dei 18 anni.

      • Giulia ha detto in risposta a EquesFidus

        Non è che imponendo a chi non si sopporta più ed ormai si odia di stare assieme per legge si ottenga qualche cosa….

        • a-theòs=a-éthos ha detto in risposta a Giulia

          Questo è il solito sofisma scellerato e totalmente sciocco. Se non comprendi veramente il perché, provo a spiegartelo…

          • Giulia ha detto in risposta a a-theòs=a-éthos

            Ok, spiegarmi perché imporre a due che si odiano, che si maltrattano – ebbene si, esistono mogli maltrattate ed ammazzate, come peraltro la cronaca ci ricorda a cadenza quasi quotidiana – di vivere insieme una vita di rancore, frustrazione, dolore (quando va bene) maltrattamenti reciproci e botte (quando va male) sotto gli occhi dei figli, che assorbiranno idee tremende sulla violenza domestica, sull’ipocrisia del “basta che sto con te e bon” e del “i panni sporci si lavano in famiglia”… Perché tutto questo è cosa buona e giusta.
            Sono curiosa di saperlo, visto che – qualora a qualcheduno interessase – per lavoro ne ho viste di mogli maltrattate che dicono con un fil di voce e l’occhio nero “ma se lo lascio ha detto che mi ammazza, ho paura”..l

            • EquesFidus ha detto in risposta a Giulia

              Questi casi limite sono l’assoluta minoranza, ci vuole piuttosto una maggiore consapevolezza del ruolo insostituibile del matrimonio (inteso come unione di due personedi sesso diverso e non strettamente imparentate fra loro finalizzato alla procreazione ed all’accudimento dei figli) come fondamento della società, il sostegno sociale e psichiatrico alle coppie in crisi ed una rivalutazione serie ed oggettiva con politiche di supporto economico (sgravi fiscali e bonus netti seri) a quelle con figli. Tutto il resto non può che produrre devastanti conseguenze sociali, economiche e morali.

            • a-theòs=a-éthos ha detto in risposta a Giulia

              Il tuo discorso è equivalente logicamente a quello applicato all’aborto: “se non ci fosse l’aborto che ingiustizia si commetterebbe rispetto alle bambine violentate!!!” (dicono i satanici radicali).

              1) Per prima cosa un bene (per di più del tutto ipotetico) non può in nessun caso ottenersi tramite un male certo, dunque un omicidio o un divorzio rappresentano il classico mezzo non giustificato dal fine. Se ci sono gravissimi problemi di coppia c’è la separazione, concessa anche secondo tradizione cattolica.

              2) Quando invece il numero di aborti o di divorzi supera in maniera evidentemente astronomica il numero dei casi costituenti l’eccezione estrema, se ne deduce che si abortisce e si divorzia per motivi diversi; COMPRESI GLI EFFETTI DELL’ABITUDINE STESSA, ENTRATA NEL COSTUME, AD ABORTIRE E A DIVORZIARE.

              Scusa ma tu se vuoi educare i tuoi figli a mangiare compostamente a tavola cosa fai, li lasci liberi di fare quello che vogliono, oppure li correggi ogni volta che vedi che impugnano rozzamente la forchetta o che mangiano con le mani?

              Mutatis mutandis ciò vale, ovviamente, per ogni comportamento che debba essere tenuto sotto controllo ed evitato. Mi sembra che siamo abbastanza nel “post-moderno” per avere superato le stupidissime teorie post-sessantottine contro il “proibizionismo”. Non capire queste cose, significa non capire l’uomo per come è concretamente fatto…

            • Daniele ha detto in risposta a Giulia

              Su 100 coppie che si separano o che divorziano, quelle che lo fanno perché lui/lei maltratta lei/lui o perché lui/lei tradisce lei/lui sono meno di 3, cioè un’esigua minoranza (parola di psicologi, sessuologi ed avvocati divorzisti).
              Vuol dire che le restanti 97 coppie si separano o divorziano per altri motivi, motivi riconducibili al fatto che, mentre una volta l’amore non faceva rima soltanto con batticuore ma anche con sacrificio e gratitudine (cioè il marito si faceva letteralmente in 4 per la moglie e la moglie si faceva letteralmente in 4 per il marito: e questo clima improntato al “darsi da fare per l’uno per l’altro” aumentava l’intesa di coppia e la gratitudine reciproca e, quindi, stabilizzava i rapporti coniugali), oggi l’amore è stato declassato a “emozione e batticuore del momento” (che prima o poi finisce) e quindi la dimensione dell’impegno è stata totalmente dimenticata. Oggi la tendenza generale è che si vive insieme solo fino a che “ci si piace”, ma per il resto il marito pensa a se stesso e la moglie pensa a se stessa: le crisi coniugali sono iniziate quando le persone, ammaliate dal contesto socio-culturale in cui viviamo, contesto improntato al soddisfacimento immediato di ogni pulsione e piacere, hanno iniziato a mettere al centro se stesse e sono diventate incapaci di mettere al centro l’altro e la coppia.

              • Daniele ha detto in risposta a Daniele

                Del resto il matrimonio cattolico parla chiaro: l’uomo e la donna che si uniscono in matrimonio non sono più due, ma UNA CARNE SOLA.

        • EquesFidus ha detto in risposta a Giulia

          Nessuno vuole imporre nulla a nessuno, solo che la stragrande maggioranza di divorzi e separazioni non sono dovuti a motivi seri bensì futili; e dato che in situazioni normali un motivo futile non verrebbe neppure preso in considerazione, non vedo perché invece tutti s’inchinino quando è riguardo al disfacimento di un matrimonio. Questo tralasciando i costi economici e sociali mostruosi di queste operazioni (nonché anche delle convivenze, eh!).
          Invece del “divorzio lampo” e simili abomini si cerchi piuttosto di dare supporto economico e psichiatrico alle famiglie bisognose e a rischio, altroché!

          • a-theòs=a-éthos ha detto in risposta a EquesFidus

            L’abitudine, divenuta costume, al divorzio, OVVIAMENTE, rende banale il matrimonio e deresponsabilizza chi si sta per sposare: “Proviamo!” e ci si sposa alla “valà che vai bene”…

          • Giulia ha detto in risposta a EquesFidus

            E secondo te, scusa, una moglie maltrattata, vittima di violenze eccetera cosa dovrebbe fare? Sopportare? Ah già, le donne non è vero che subiscono violenza nel matrimonio e se per caso avviene è colpa loro…

            • EquesFidus ha detto in risposta a Giulia

              Si separa e può chiedere l’annullamento del matrimonio per gravi motivi (che dovranno essere sottoposti ad accertamenti, ovviamente). Insisto, solo il 3% circa dei divorzi è soggetto a queste condizioni (che, peraltro, possono talvolta valere anche per l’annullamento canonico), il restante 97 % è dovuto a motivi futili. E quando intendo futili intendo davvero futili, come “non facciamo più sesso tutti i giorni” o simili. E questo è per colpa sia della politica familiare (per cui le coppie sposate e con figli in Italia vengono punite in tutti i modi, con aumenti di tasse vertiginose in cambio di bonus e detrazioni risabili) sia della morale pubblica e della concezione stessa di matrimonio imperante, per cui il matrimonio non è più finalizzato alla procreazione ed alla cura della prole bensì allo “star bene”, sessualmente ed economicamente, degli sposi. E’ chiaro però che da questa visione, egoista ed infantile (e di questo è colpa anche la mancanza di educazione e di senso di responsabilità di molti adulti, per cui c’è gente di 40 anni che ha la mentalità di un diciottenne) e che non tiene conto die figli (che diventano una proprietà ed un “diritto” degli sposi, non più delle persone da tutelare), non può nascere niente di buono.

    • a-theòs=a-éthos ha detto in risposta a Daniele

      Lo “ius soli” è una “sola” assoluta, se prescinde da una vera integrazione culturale. Infatti è presente nei paesi giovani senza storia (Canada, Stati Uniti, australia, paesi sudamericani), oppure nei paesi europei (però con limitazioni) di più grande tradizione colonialista e che hanno subito più fortemente l’ideologia liberale (Inghilterra e Francia). Ma c’è bisogno, per contrastarlo, di un apparato culturale che oggi inevitabilmente passa come quanto di più opposto all’ideologia globalista e universalistica (in senso spurio, perché il “cattolicesimo” è tutt’altro) di matrice massonica.

  4. Li ha detto

    La toccante Germania che prima ti svuota il portafogli, legalizza la prostituzione e poi ti parla di famiglia come se gli fregasse davvero qualcosa! Che ipocrisia!

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