Lo psicologo Cummings e le terapie riparative

Nicholas CummingsIl tema sulle terapie riparative rivolte agli omosessuali che ne fanno richiesta e che provano attrazioni omosessuali indesiderate si è riaperto con l’annuncio della chiusura dell’ente di cristiani protestanti Exodus, da anni impegnato in questa attività, anche se in un’intervista il direttore Alan Chambers ha spiegato di avere in progetto un altro istituto per fornire identici servizi.

L’efficacia di queste terapie è molto controversa, la maggior parte delle associazioni scientifiche -come l’American Psychological Association (APA)– hanno assunto una posizione scettica affermando che non vi sono prove a supporto. Tuttavia l’APA ha comunque riconosciuto pubblicamente che 11 donne hanno intrapreso e mantenuto per oltre 30 anni relazioni normali con uomini, dopo essere state omosessuali per oltre 10 anni. Nel 2011 sul “Journal of Sex and Marital Therapy” uno studio peer-review ha stabilito che la terapia di cambiamento è possibile, funzionante e non pericolosa. Nel 2010 sul “Journal of Human Sexuality” una seconda indagine ha affermato che «sono possibili cambiamenti significativi, che diventano poi cambiamenti reali a lungo termine». Esistono inoltre organizzazioni serie gestite da validi scienziati e psicologi, come NARTH, che portano avanti queste terapie in ambito clinico. Diversi studi, al contrario, hanno rilevato la non efficacia delle cosiddette terapie riparative.

La questione è dunque complessa e poco chiara, tuttavia per mostrare che la sessualità non sia immutabile non servono gli studi scientifici, che comunque ci sono in abbondanza (sopratutto realizzati su gemelli omozigoti), basta la biografia di tanti omosessuali che prima di esserlo o sentirsi tali amavano una donna. Un esempio è Alessandro Cecchi Paone che è diventato omosessuale ad una certa età e lui stesso spiega che «la sessualità è dinamica e nel corso della vita può cambiare». D’altra parte uno dei suoi partner è diventato/tornato eterosessuale.

Alcuni sostengono di sapere che esiste un “gene gay” è che dunque “omosessuali si nasce”, altri vorrebbero invece far credere che si può diventare omosessuali, ma non eterosessuali. Ovviamente non sono persone da prendere sul serio, la discriminazione verso gli ex gay è una vera forma di fobia come giustamente viene spiegato su questo sito web: «Oggi, la museruola imposta dal potere vuole che questi casi non esistano, perché vanno contro un’idea intoccabile». «Sono più discriminato oggi di quando ero omosessuale», ha spiegato l’ex-gay Greg Quinlan, Fortunatamente in America, per ovviare a questo silenzio imposto, da quest’anno il mese di Luglio sarà dedicato all’Ex-Gay Pride Month, il primo Pride per gli ex omosessuali, ma non sarà una fiera dell’infanzia come quelle che conosciamo. «Essere gay non è mettersi in mostra per divenire ridicoli e pagliacci», ha affermato Sandro Mangano, neo presidente nazionale di GayLib, criticando i Gay Pride.

Da prendere sul serio è invece Nicholas Cummings, tra i maggiori psicologi americani ed ex presidente dell’American Psychological Association (APA). In una recente dichiarazione giurata presso la Corte Superiore del New Jersey ha osservato che «solo una piccola minoranza di pazienti» vogliono cambiare il loro orientamento sessuale. Si tratta di una «terapia difficile», e il cambiamento non «non è facilmente realizzabile», ma è possibile. In realtà, ha affermato, il tasso di successo è elevato «se i pazienti sono altamente motivati» prima dell’inizio della terapia. Questo fattore, confermato dagli studi, spiega perché molti omosessuali scelgono di uscire dalla loro condizione in seguito o grazie ad una conversione religiosa ovvero dopo aver fatto propria una forte motivazione morale per cambiare il destino della loro vita. Un esempio recente è l’ex gay James Parker o anche la storia di Sheldon Bruck, oggi lui stesso attivista nell’aiuto degli ex-gay.

Come psicologo principale del “Kaiser Permanente health system” dal 1959 al 1979, Cummings ha spiegato: «ho visitato personalmente più di 2.000 pazienti con attrazione per lo stesso sesso, e il mio staff ne ha visti altri 16.000» notando che le persone che si identificano come omosessuali «cadono lungo un ampio spettro di personalità e sostenere che l’attrazione per lo stesso sesso è una condizione immutabile è una distorsione della realtà». In un’intervista successiva ha spiegato che l’American Psychological Association (APA) non ha mai dichiarato che «la terapia riparativa dovrebbe essere illegale». In ogni caso, ha spiegato l’ex vicepresidente, l’organizzazione scientifica «è stata totalmente dirottata» dalla lobby omosessuale. «E’ incredibile».

Il suo intervento è inteso a difendere un’organizzazione che pratica terapie di aiuto agli omosessuali che ne fanno richiesta, spiegando che «il tentativo di caratterizzare tutta la terapia di riorientamento sessuale come “immorale” viola la scelta del paziente. Tale tattica serve solo a stigmatizzare il professionista e la vergogna del paziente. Un programma politico non dovrebbe vietare ai gay e alle lesbiche che desiderano intraprendere sforzi di cambiamento di orientamento sessuale di esercitare il loro diritto all’autodeterminazione».

Informiamo infine l’uscita dell’ultimo libro di Giancarlo Ricci, psicologo e psicoterapeuta, membro Analista dell’Associazione Lacaniana Italiana di psicoanalisi, tra i più esperti in Italia della terapia di riorientamento omosessuale, intitolato “Il padre dov’era” (Sugarco 2013).

La redazione

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104 commenti a Lo psicologo Cummings e le terapie riparative

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  1. Norberto ha detto

    Ricci non è quello che ha distrutto il virile Franco Grillini a Porta a Porta? http://www.youtube.com/watch?v=5Cf4I3tS9VQ

    • Ed ha detto in risposta a Norberto

      Bha,rispetto a Ricci,Grillini mi sembra un rude camionista.
      Inoltre l’esimio Ricci,a fine filmato,dichiara anche d’essere disposto a “curare” gli etero che vorrebbero fare il salto della quaglia (spero per lui con risultati migliori :D).

      • Fabio Moraldi ha detto in risposta a Ed

        Non so cosa ti riferisci per “risultati migliori”, certamente sono più alti delle terapie che aiutano a smettere di fumare.

        Ricci ha ragione, a patto che esistano eterosessuali a disagio per essere attratti da una persona dell’altro sesso. Sappiamo bene entrambi che non esistano, ti chiedo perciò di placare l’ipocrisia che qui sotto addossi ad altri.

        • Ed ha detto in risposta a Fabio Moraldi

          Rispondo anche a Fabio e ad Azaria:

          Il disagio non nasce dall’essere omosessuale (nella antica Grecia ne erano tutti così contenti),nasce dal modo in cui la società vive l’omosessualità.
          L’ipocrisia consiste nel far credere che il disaggio non sia “indotto” ma “fisiologico”.
          Riguardo la “moltiplicazione”,ormai si la può fare senza alcun tipo di rapporti,addirittura è stato scoperto un metodo con cui le donne possono procreare senza alcun tipo di materiale maschile.
          Senza contare che siamo già 7 miliardi e che,se gli omosessuali sono davvero solo l’1-2% (in realtà mi sa che sono un po’ di più) la nostra splendida specie non corre rischio alcuno di estinzione.

          • Azaria ha detto in risposta a Ed

            Facciamo finta di credere che quello che dici é vero e cioé che il disaggio sia ESCLUSIVAMENTE indotto (ammetto che in vari contesti puó essere sicuramente aumentato).
            Si potrebbe anche giustificare quasi tutti i problemi (droghe, suicidi…) che ho citato prima in cui gli omosessuali hanno percentuali nettamente maggiori, ma mi spieghi come un disagio indotto possa portare ad una percentuale piú alta di malattie veneree? Perché giá questa causa da sola potrebbe far scattre la molla ad un omosessuale e fargli venire la voglia di diventare etero.

            Sull’Antica Grecia, sicuro che gli omosessuali fossero proprio contenti? Non mi risulta che ci siano dati sui tassi di suicidi o di abusi di alcol/droghe (alcol e droghe esistevano anche allora).
            Sinceramente dubito anche io che il rapporto fra i vari disturbi citati e l’omosessualitá sia un legame diretto. L’idea che mi sono fatto io anche se il legame é solo indiretto, ma resta comunque l’omosessualitá (e non l’eventuale intolleranza) la causa che aumenta le probabilitá che si verifichino tali disturbi.

            Per quanto riguarda la donna che si puó auto-riprodurre, mi puoi citare la fonte?

            Grazie!

            • Ed ha detto in risposta a Azaria

              Be,il fatto che mi dici “si potrebbe anche giustificare quasi tutti i problemi” direi che è già un enorme passo avanti (sicuramente sei più avanti di Ricci…certo non ci vuole moltissimo,ma va bene).
              Io direi che cambiare orientamento per avere meno possibilità di contrarre malattie sarebbe come tagliarsi i piedi per evitare i calli (ci sono strategie sicuramente più semplici).
              Riguardo l’autofecondazione,avevo conservato dello splendido materiale in cui si parlava di mammiferi femmina (forse addirittura primati,non ricordo benissimo) fatti nascere con questo sistema,si diceva che il team medico era certo che la procedura era fattibile per tutti i mammiferi (dunque anche la donna) ma si diceva pessimista riguardo l’iter burocratico ed i permessi che non arrivano per la sperimentazione umana:non riesco più trovarlo,chissà dove lo avrò messo…comunque se fai qualche ricerchina trovi qualcosa anche su internet,io ho trovato su 2 piedi questo.

            • Azaria ha detto in risposta a Azaria

              Ed non ti é chiaro forse che quel condizionale che ho messo sta lí ad indicare che é tutto ipotizzato in forma teorica. La maggior percentuale di malattie veneree non puó essere minimamente indotta e sicuramente indica che c’é un “qualcosa” che nell’omosessualitá va storto e che sicuramente NON viene indotto. D’altra parte la mia introduzione era chiara:
              facciamo finta… che il disaggio sia ESCLUSIVAMENTE indotto
              In altre parole un ragionamento per assurdo.
              Fra l’altro i suicidi a S. Francisco (dove la presunta omofobia é inesistente e quindi il disagio non potrebbe essere indotto) dovrebbero dirla lunga.

              Per il link che mi hai inviato (ed altri che ho trovato su google) emergono solo articoli di giornali di ventisettesima categoria (mamma oggi, il paese dei balocchi, ecc.).
              Non vorrei che (ipotesi) qualche cretino l’abbia letto e tratto conclusioni sbagliate e sia partito il tam tam (giusto fra giornalettini da 4 soldi) fra le varie testate su internet. D’altra parte quando si scrivono due fesserie su un sito citando un nome (ma non il link al testo reale) e tutti abboccano.

          • Alèudin ha detto in risposta a Ed

            @Ed

            ma siamo ancora alla fantasia secondo cui nella Grecia classica erano tutti gay contenti?

            Per favore informati:

            http://www.uccronline.it/2012/11/23/il-matrimonio-omosessuale-condannato-nella-grecia-classica/

            • Ed ha detto in risposta a Alèudin

              Ma si parla di matrimonio,il resto sono opinioni e giudizi vari ricamati sopra.

              Ma siamo ancora alla fantasia che Platone fosse un precursore del cristianesimo?…per favore non informatevi,sono tutti omo/laicisti. 😀

              • Alèudin ha detto in risposta a Ed

                @Ed

                della serie: Tanto peggio per i fatti (“se non si accordano con la teoria”)

                preferisci non vedere la realtà? liberissimo, è una tua scelta.

              • Norberto ha detto in risposta a Ed

                Ma perché questa risposta? Davanti alla “prova” che la tua affermazioni sulla Grecia antica come terra gay friendly tu cosa fa? Ironizzi sul Platone precursore del cristianesimo, come se poi c’entrasse qualcosa.

                Che differenza c’è tra il tuo comportamento e quello di Grillini nel video? Assolutamente nessuno, purtroppo.

                • Ed ha detto in risposta a Norberto

                  Lasciando stare la battuta su Platone…io ho scritto “opinioni” e tu giustamente virgoletti “prova”…guarda che se rifletti a mente fredda,ti accorgi che diciamo cose meno distanti di quanto pensi.

                  • Norberto ha detto in risposta a Ed

                    Ti sei accorto che l’articolo linkato riporta le frasi contro l’omosessualità dei principali filosofi greci?
                    Addirittura paragonata alla pedofilia, perché così si pensava allora. ““II piacere di uomini con uomini e donne con donne è contro natura e tale atto temerario nasce dall’incapacità di dominare il piacere” (Platone, Leggi 636, c).

                    Addirittura Eschine, famoso politico ed oratore ateniese del IV secolo avanti Cristo, scrive che nell’Antica Grecia era vietato agli adulti essere apertamente omosessuali praticanti.

                    Esistono epiteti usati allora comunemente per definire gli omosessuali, oltre che pederasti: lakkoproktos, katapygon, euryproktos, quest’ultimo significa pressapoco: “culaperto”. Davvero nella antica Grecia ne erano tutti così contenti, come dici tu?

          • Fabio Moraldi ha detto in risposta a Ed

            Ed, non mi hai risposto purtroppo.

            Innanzitutto non so su quali basi affermi che il disagio omosessuale è indotto, anche perché gli studi realizzati in Olanda, Belgio o San Francisco (il paradiso dei gay) mostrano gli stessi livelli di disagio di Paesi meno gay friendly e più family friendly.

            Non capisco cosa c’entra la moltiplicazione, forse era un modo divertente per non rispondermi?

            Non sono preoccupato del fatto che l’omosessualità porti all’estinzione ma rispondevo alla tua equiparazione tra eterosessualità e omosessualità. La seconda è più una eccezione che conferma la regola, l’uomo è un essere-animale eterosessuale (anche la distinzione tra etero e omo è una invenzione moderna!) come mostra il suo corpo e la sua natura umana.

          • beppina ha detto in risposta a Ed

            …nella antica Grecia ne erano tutti così contenti…

            E scommetto che lei fornirà fonti molto attendibili a sostegno di questa affermazione, o sbaglio?

            Riguardo la “moltiplicazione”, ormai si la può fare senza alcun tipo di rapporti,addirittura è stato scoperto un metodo con cui le donne possono procreare senza alcun tipo di materiale maschile.

            E sicuramente lei avrà valutato tutti gli aspetti psicologici, sociali, etici, morali, economici, ecc… di questa eventualità, vero? E probabilmente prima ancora che inizi l’eventuale sperimentazione…

            Per la Redazione,

            la frase “…che 11 donne omosessuali da oltre 10 anni hanno intrapreso relazioni normali con un uomo e le hanno mantenute per oltre 30 anni…” mi sembra tradotta dall’originale in modo non corretto. Chiedo venia se sbaglio…

            • Redazione UCCR ha detto in risposta a beppina

              Gentile Beppina,
              abbiamo rivisto la frase, effettivamente poco chiara in italiano. Grazie.

            • Ed ha detto in risposta a beppina

              Economici è facile:solo delle ricchissime lesbiche potranno usufruirne.
              Il resto non credo porti grandi problemi,ma di sicuro nessuno può saperlo (questo però vale per tutto ciò che è “nuovo”).

              • Laura ha detto in risposta a Ed

                Sai che dieci anni fa dicevano di aver trovato il gene gay? Perché parlare di una cosa che oggi è pura fantasia?

              • beppina ha detto in risposta a Ed

                Economici è facile:solo delle ricchissime lesbiche potranno usufruirne. Al resto non credo porti grandi problemi,ma di sicuro nessuno può saperlo (questo però vale per tutto ciò che è “nuovo”).

                Appunto… nessuno può saperlo e quindi prima di fare certe affermazioni bisognerebbe essere un po’ meno veloci nello scrivere e prendersi qualche attimo per pensare o approfondire. Data la sua giovane età ciò del resto era già da metterlo in previsione… compreso il pensare che modificare quel minimo di etica che regge i sistemi di procreazione attuali siano da valutare alla stregua della prova su strada di un’auto: si fa e poi si vedrà. Che poi qualche essere vivente possa o non possa subirne le (eventuali) conseguenze ha poco interesse. Del resto che ci si può aspettare da chi pesa il contesto in cui vive solo alla luce della sua vita, del suo destino e delle sue illimitate certezze?

                • Ed ha detto in risposta a beppina

                  Scusi,non ho capito…chi è ad avere una giovane età ed illimitate certezze?

                  • beppina ha detto in risposta a Ed

                    Lei.

                    • Ed ha detto in risposta a beppina

                      Non ci è andata molto vicino,con nessuna delle 2 affermazioni. 🙂

                    • beppina ha detto in risposta a beppina

                      Ciò che é importante é che lo affermi lei. Tanto sono solo “opinioni”… o no?

                    • Ed ha detto in risposta a beppina

                      La matematica non è una opinione,il resto si…non tutti qui sono d’accordo,ma pazienza.

                    • beppina ha detto in risposta a beppina

                      Per Ed,

                      La matematica non è una opinione,il resto si…non tutti qui sono d’accordo,ma pazienza.

                      Che la matematica non sia una opinione non ci piove; piove molto invece sul suo far passare opinioni per fatti e fatti per opinioni a seconda della convenienza. Sullo specifico rimanderei alla lettura dei suoi interventi.

          • Mariasole ha detto in risposta a Ed

            Allora..”Perché il disagio degli omosessuali aumenta anche nelle società gay-friendly?”
            http://www.uccronline.it/2011/11/24/perche-il-disagio-degli-omosessuali-aumenta-anche-nelle-societa-gay-friendly/

            • Ed ha detto in risposta a Mariasole

              Però prima vi dovete mettere d’accordo:i sondaggi affidabili o no?
              Alcuni si ed altri no scommetto,scommetto anche di sapere quali si e quali no.
              Comunque i sondaggi indicano una situazione,nulla dicono delle cause:si parla di città “gay friendly”,ma tali luoghi ameni non si trovano sulla luna,il disaggio risente,come tutto,delle globalizzazione.
              Tv,internet,giornali,sono gli stessi nel mondo,non è che se in una città ti offendono di meno,allora sei sereno e felice.

              • Azaria ha detto in risposta a Ed

                Scusami Ed, stai dicendo forse che gli omosessuali che vivono in tali cittá risentirebero della presunta discriminazione che altri omosessuali subirebbero altrove?
                Se è così mi deludi profondamente perchè fino ad ora avevo trovato i tuoi commenti intelligenti (tranne le tue risposte a Stefano).

    • Nofex ha detto in risposta a Norberto

      Grazie Norberto, mi mancava. Avete visto la checca isterica Grillini come si è infervorato appena è stato demolito dalla verità? Oltretutto dopo che è stato letto il documento dell’OMS sul disturbo omosessuale egodistonico, Grillini cosa dice? “E’ un’ opinione”.

      Ah ah ah ah 😀

      • Giulia ha detto in risposta a Nofex

        Termini come “checca isterica” non mi sembrano proprio il massimo…se posso dirlo…

        • Mandi ha detto in risposta a Giulia

          Nemmeno termini come “sporchi omofobi”, eppure non mi sembra che tu abbia invitato Grillini (e altri) a moderare il linguaggio, o sbaglio?

          • Giulia ha detto in risposta a Mandi

            Io non ho usato insulto alcuno qui…. E comunque, ripeto, credo che dare della “checca isterica” sia poco urbano…

            • Mandi ha detto in risposta a Giulia

              Infatti non ti ho detto che tu insulti, ma che tu non hai mai richiamato qualcuno mentre dava dello “sporco omofobo” a chi rifiuta le nozze gay. Se è falso mi saprai certamente dimostrare il contrario con un link al tuo commento di richiamo ad un militante omosessualista.

              Due pesi e due misure Giulia, giusto?

  2. Li ha detto

    Articolo interessante, soprattutto la testimonianza di James Parker.

    Qualcuno mi sa spiegare perchè le lobby gay sono tanto ipocrite? Mi spiego: per loro è possibile che un etero diventi gay ma non il contrario? E dove sta scritto?

    Leggendo i commenti sull’articolo di James Parker qualcuno criticava il titolo

    “Ero gay, incontrando Cristo mi sono riscoperto uomo”

    Scrivendo:

    “James Parker, che non conoscevo, mi sembra una persona interessante e con una esperienza di vita davvero ricca: sarebbe bello poterlo incontrare il prossimo agosto al Meeting… La storia delle sue inclinazioni sessuali appartiene però al suo privato e non mi è sembrato bello vederla enfatizzata nel titolo: avrei preferito scoprirla leggendola nelle sue risposte alle domande che, molto correttamente, non sono mai state “invasive” della sua intimità.”

    Mi chiedo se quelle persone che criticano le parole che uno sceglie liberamente di dire, stridenti per il politically correct (ce ne fossero di più!), criticano anche le terapie riparative mentre non dicono niente del mercato della carne in un baraccone del gay pride.

    Come detto sopra la terapia riparativa non è assoluta, cioè può riuscire o non riuscire. Del resto quando si va da uno psicologo perchè una cura funzioni ci si deve affidare, bisogna essere motivati per una buona riuscita.
    Motivazioni maggiori le può dare la Fede, che però cozza con il sesso libero (allora gli esponenti di questo vogliono tacciare subito di bigotteria siano essi omo o etero), ma è pari ad una sequela di salvagenti nel mare in burrasca che è la vita.

    A volte mi chiedevo se la questione gay dipendesse da un gene, ora, vista l’incessante lotta che la fede e l’individuo per affermarsi dalla massa deve compiere, ora penso proprio che non c’entri.

    Tanto di cappello a coloro che hanno scelto di sottoporsi alle terapie: è un loro diritto, e come la società non ha nulla da dire contro etero che hanno relazioni gay, così questi dovrebbero lasciare vivere la gente.Se no è un’incessante propaganza totalitarista che ci vorrebbe tutti con idee da automa, personalità fotocopia.
    E tanto di cappello a quei dottori che si prendono cura di quei gay che soffrono di profondo disagio interiore e di cui la politica mondiale non si cura.

    • Ed ha detto in risposta a Li

      Penso anch’io che,finchè non nuoce agli altri,chiunque possa fare tutte le terapie che vuole.
      Trovo pero’ molto ipocrita che chi le propone debba fingersi interessato al paziente e non alla ideologia che c’è dietro il suo operato.

      “Curate anche gli etero che vogliona cambiare?”

      “Ehmmm…eee…sssi”.

      Ma andiamo,un po’ di onestà intellettuale,anche poca poca.

      • Fabio Moraldi ha detto in risposta a Ed

        Innanzitutto parlare di “cura” è fuori luogo, si parla di terapia per chi ha attrazioni omosessuali indesiderate. Se un maschio eterosessuale si trovasse mai a provare disagio per essere attratto dalle donne (o viceversa) allora nascerebbero anche gli psicologi per un aiuto terapeutico. Ma non ne esistono, dunque il problema non si pone.

        Dal tuo commento si evince anche un’equiparazione indebita tra omosessualità ed eterosessualità. Eppure il nostro corpo parla chiaro, non c’è alcuna equiparazione: un omosessuale avrà sempre un corpo che “funziona” da eterosessuale (leggasi apparato riproduttivo e incapacità di spiegare le differenze complementari tra uomo e donna), sarà omosessuale soltanto nella mente.

        Inoltre l’omosessualità riguarda l’1-2% della popolazione, dal mio punto di vista è la classica eccezione che conferma la regola.

      • Azaria ha detto in risposta a Ed

        Ed! Conosci casi di eterosessuali che vogliano diventare omosessuali? In tal caso si potrebbe anche tentare una terapia.
        Se poi consideri che tale terapia sarebbe del tutto nuova (per tornare eterosessuali ormai c’é un po’ di documentazione e di esperienza da parte degli psicologi) bisognerebbe comunque iniziare da zero.
        Inoltre visto che gli omosessuali hanno maggior probabilitá di suicidio, depressione, dipendenza da stupefacenti, da alcol, maggior tasso di malattie veneree mi viene in mente qualche motivo per cui un omosessuale potrebbe voler diventare etero, vieceversa sinceramente i motivi non li vedo proprio.

      • manuzzo ha detto in risposta a Ed

        il punto è: sono felici questi, chiamamoli così, “ex-gay” di aver intrapreso le terapie ad oggetto? Che poi ci siano delle lobby meno felici di perdere adepti, beh… pazienza. C’è la libertà, e vale anche per chi vuole uscire dal mondo LGBT o dalle chiese atee, non facciamo sempre due pesi e due misure, visto che qui ci si appella finanche all’onestà intellettuale (che Ed non ha, perchè non la posso vedere nè toccare, dunque non ha, è “scientifico” 😉 )

      • StefanoPediatra ha detto in risposta a Ed

        La domanda (o meglio la provocazione) mi sembra oziosa e la risposta ovvia: l’omosessuale che desideri tornare etero per sentirsi in pace con se stesso così come l’eterosessuale che ugualmente ricorra allo psicanalista perchè si rende conto di non essere in pace con se stesso in quanto attratto da persone dello stesso sesso (e dunque come minimo un bi-sessuale, non certo un eterosessuale) rappresentano di fatto due aspetti dello stesso problema e, ad entrambi, uno psicanalista serio, onesto e competente può fornire aiuto.

        Ergo, la provocazione di Grillini (ripresa da Ed) è semplicemente una sciocchezza e per di più anche autolesionistica.

        L’imbarazzo del prof Ricci poi è evidentemente legato alla maleducazione e all’aggressività del suo interlocutore, non certo a mancanza di competenze o di onestà.

        Il fatto è che a discutere con certe persone, aggressive, incompetenti e ideologizzate occorrerebbe mandare persone competenti ma altrettanto antipatiche (anche se in buona fede). Mandare un agnello in mezzo ai lupi serve solo a farlo sbranare. Un po’ di quella scaltrezza, furbizia, suggerita anche da nostro Signore, non farebbe male, ogni tanto.

        • Ed ha detto in risposta a StefanoPediatra

          ” Mandare un agnello in mezzo ai lupi serve solo a farlo sbranare. Un po’ di quella scaltrezza, furbizia, suggerita anche da nostro Signore, non farebbe male, ogni tanto.”

          Pensare che nelle scritture nemmeno una sillaba gli viene attribuita a proposito dell’omosessualità…strano,un argomento così importante,se ne occupa anche Vespa…

          • Azaria ha detto in risposta a Ed

            Cercherei di non uscire cosí tanto dal tracciato. In questo caso ti rispondo, ma non gradisco uscire cosí tanto dal discorso.

            Gesú era stato abbastanza chiaro: non sono venuto ad abolire la Legge, ma a darne compimento.
            Ora quindi tutti quei tratti della Legge (Antico Testamento) che non furono abbrogati da Gesú (essendo Dio era l’unico che poteva abbrogarli) restano validi, compresa la condanna contro l’omosessualitá (ma non contro l’omosessuale).

            Ovviamente questa é una questione puramente teologica e legata solo alla fede cattolica, quindi non dovrebbe riguardare chiunque non sia cattolico.

            Per i non cattolici valgono comunque le altre osservazioni (liberta di potersi sottoporre alle terapie, libertá di non essere discriminati ne minacciati, libertá di avere voce in capitolo) indipendentemente se si é omo, etero o ex omo (o qualunqua altra… “cosa”?)

            • Giulia ha detto in risposta a Azaria

              Quindi resta valido anche il precetto di lapidare la donna che venga stuprata, o di darla in sposa al suo stupratore? E pure quello di mettere a morte la sposa che non giunga vergine alle nozze?

              • Azaria ha detto in risposta a Giulia

                Caspita! Sempre piú ignoranti sulle Scritture… che poi finché uno non le cita ed ammette la sua ignoranza mi va anche bene. Il problema é che piú si é ignoranti piú si vuole insegnare…. assurdo.

                Mi dici dove sarebbe indicato che una donna VIOLENTATA sarebbe dovuta essere lapidata?
                L’unica cosa che viene realmente detta nella Legge Antica é la messa a morte della donna che non arrivasse vergine al matrimonio, ma come detto prima é stata annullata da Gesú (chi é senza peccato scagli la prima pietra).

                • Giulia ha detto in risposta a Azaria

                  Alludevo al versetto 24 del Deuteronomio che prescrive di mettere a morte la donna, già promessa ad un uomo, che venga, entro le mura della città, “presa” da altro uomo, reputandosi ch’ella non abbia opposto resistenza…

                  Anche i versetti 28-29 che impongono le “nozze riparatrici” (termine moderno mio) tra la donna non promessa in sposa ed il violentatore mi sembrano se posso dirlo, un pochino ehm, forti, ma del resto pure in Italia rimase in vigore il “matrimonio riparatore” (sic!!!) fino al 1981…

                  • Azaria ha detto in risposta a Giulia

                    Vedo che si continua ad andare OT.

                    Il versetto 24 (del capitolo 22) del Deuteronomio si riferisce appunto al caso di donna che venga presa (traduzione: ci si fa sesso) da un altro e si presume che l’atto sia consenziente per un semplice motivo: in cittá la donna che veniva fisicamente sopraffatta dall’uomo poteva comunque gridare e chi ascoltava doveva andare a soccorrerla. Stessa cosa nei versetti 28-29, si tratta di matrimonio riparatore di donne non abusate ma consensienti (avvenuto in cittá).

                    I verseti sono abbastanza espliciti: il caso di stupro solo l’uomo é punito (e con la lapidazione) mentre alla donna non verrá data nessuna pena (com’é giusto che sia).

                    In altre parole la distinzione fra “nelle mura della cittá” e “per campi” non sta nella semplice discriminazione di DOVE é successo il fatto, ma semplicemente si basa sul fatto che la possibilitá di stupro al tempo fosse abbastanza inverosimile in una cittá.

          • Alèudin ha detto in risposta a Ed

            @Ed

            non mi ricordo chi ha pronunciato questa frase mi aiuti per favore?

            “Ed egli rispose: “Non avete letto che il Creatore da principio li creò maschio e femmina e disse: Per questo l’uomo lascerà suo padre e sua madre e si unirà a sua moglie e i due saranno una carne sola?”

            Ora capisci cosa sia l’eresia, cioè scegliere solo quello che ti fa comodo e far finta di non vedere quello che ti costringe a cambiare idea (convertirsi).

            • Panthom ha detto in risposta a Alèudin

              Il Creatore li creò maschio e femmina?? E ora chi lo dice al cattolico Nichi Vendola che anche Gesù, come me, era un omofobo da curare?

          • StefanoPediatra ha detto in risposta a Ed

            Ed, scusi, ma che razza di risposta è la sua? Praticamente non ha alcun senso, esattamente come la provocazione precedente, d’altra parte. E comunque la sua assunzione é anche sbagliata.

            Non che la cosa mi stupisca: quando si è a corto di argomenti classicamente si svia la discussione dal tema oppure si comincia ad essere aggressivi e finanche offensivi nei confronti degli altri interlocutori (questi due ultimi stadi non li sto attribuendo a lei). Esattamente come Grillini nel dibattito col Prof Ricci.

            • Ed ha detto in risposta a StefanoPediatra

              Resta il mistero di come una cosa senza senso possa anche essere sbagliata…io di argomenti ne ho utilizzati tanti,capisco che possano non piacerle,in più ho anche detto che chiunque ha diritto di “terapizzarsi” finchè vuole.
              Più di così.

              • Norberto ha detto in risposta a Ed

                Concordo però con Stefano, non mi pare affatto che tu abbia utilizzato tanti argomenti e sopratutto poco validi a cui ti hanno risposto subito in molti, a quanto vedo.
                Apprezzabile invece la tua apertura agli omosessuali che vogliono chiedere aiuto per tornare etero, ti assicuro che in pochi la pensano come te.

                • Ed ha detto in risposta a Norberto

                  Con il proprio tempo e con i propri soldi,ci mancherebbe che non si possa fare ciò che si vuole.
                  Il fatto è che il passaggio tra un orientamento all’altro avviene in modo spontaneo,una “terapia” non ha molto senso e dubito che qualcuno opterebbe per essa se non si sentisse in qualche modo discriminato…detto questo,ciascuno è liberò di “cercare£” di diventare cio’ che vuole.

                  • Fabio Moraldi ha detto in risposta a Ed

                    Queste tue affermazioni su cosa si basano? Sono tue opinioni? Ma quale validità hanno? Hai modo di dimostrare che il “passaggio” avviene in modo spontaneo e che vuole “passare” solo chi si sente discriminato?

                    • Ed ha detto in risposta a Fabio Moraldi

                      Be,fino ad oggi almeno,non ci sono scuole o corsi per omosessuali,qualcuno semplicemente lo è diventato…mi sembra una prova già questa. 😉

                    • Fabio Moraldi ha detto in risposta a Fabio Moraldi

                      Certo, e tanti altri sono tornati etero senza aiuto psicologico (come il famoso Luca Di Tolve). Questo non toglie che alcuni necessitino di un aiuto psicologico come supporto alle loro intenzioni.

                    • beppina ha detto in risposta a Fabio Moraldi

                      Per Ed,

                      Be,fino ad oggi almeno,non ci sono scuole o corsi per omosessuali,…

                      Affermazione con qualche margine di “contestabilità” … 🙂

              • StefanoPediatra ha detto in risposta a Ed

                Perr chiarire: non ha senso rispondere “mele” quando si sta parlando di “pere”. Ció premesso, se lei poi parla di “meloni” intendendo “mele grosse” fa anche un errore.

                Nel caso della sua risposta qui sopra, quando riprende la mia affermazione “mandare un agnello in mezzo ai lupi…” dicendo che nelle Scritture Gesù non pronuncia una sola sillaba sull’omosessualità dá una risposta fuori tema (io cito qualcosa relativo a come secondo me dovrebbero essere affrontati certi dibattiti pubblici) e sbaglia perchè, come le viene fatto notare subito dopo, non è vero che Gesú non affronta il tema omosessualiá.
                Peraltro non mi pare nemmeno che lei si sia espresso in maniera cosí liberale come ora vuol farci credere, visto che a proposito del prof Ricci e della terapia che propone lei parla di ideologia e disonestâ intellettuale.

                • Ed ha detto in risposta a StefanoPediatra

                  Per essere liberale bisogna parlare bene di tutti?
                  Io esprimo ciò che penso in modo educato…o il liberalismo ammette solo l’ideologia “omosessualista” e “laicista”?

                  • a-theòs=a-éthos ha detto in risposta a Ed

                    Il problema del liberalismo è che è tale proprio a causa di una relazione di assenza o di totale opportunismo rispetto alla verità.

                    Noi non siamo ontologicamente liberi in assoluto. Siamo semmai liberi di andare contro le nostre stesse inclinazioni naturali (per “natura” si intenda l’uomo in toto, non solo la parte animale-materiale). Ma, proprio perché in questo caso esercitiamo una libertà che “sovrascrive” ciò che siamo per natura (che tenta di farlo, non riuscendoci però mai completamente), non si tratta di un “buon” esercizio di libertà, né dal punto di vista della salute (intesa in senso globale, cioè anche come salute psico-spirituale), né dal punto di vista morale.

                    Da che cosa si deduce l’orientamento non neutro del nostro essere? Dal semplce aprire gli occhi senza pregiudizi ideologici sulla realtà, che è molto più coerente e ordinata di come ci farebbe spesso piacere pensare. E poiché è fatto assolutamente indubitabile che noi si sia bio-fisioligicamente sessuati, come maschi o come femmine, non ha senso, a meno di introdurre la contraddizione e la schizofrenia come elemento “normale”, supporre che possa darsi “naturalmente” una divergenza tra la bio-fisiologia e la psicologia. Si è infatti maschi e femmine integralmente, cioè anche rispetto alle passioni e alla psiche. E, ovviamente (per i non obnubilati), qualora si dia opposizione tra biologia e psiche, è ovvio e corretto dedurne una situazione di anomalia, che, nuovamente ovviamente, non si risolve acuendo la devianza…

                  • StefanoPediatra ha detto in risposta a Ed

                    Ed, Ed… Vedo che le piace continuare col giochino di dare uno schiaffo (fuori luogo) e poi negare di averlo dato, facendo finta di non capire quello che le si dice.

                    Non ha forse detto che lei è buono e caro poichè dice che “chiunque ha il diritto di terapizzarsi (termine chiaramente ridicolizzante)” per difendersi dalla mia accusa di aver parlato in termini dispregiativi della terapia e di chi la somministra? A lei questa sembra onestà intellettuale?
                    Io mi domando: perchè chi non ha nulla di intelligente da dire si sente in dovere di intervenire comunque e far perdere tempo a chi vorrebbe invece discutere seriamente?

                    • Ed ha detto in risposta a StefanoPediatra

                      “Io mi domando: perchè chi non ha nulla di intelligente da dire si sente in dovere di intervenire comunque e far perdere tempo a chi vorrebbe invece discutere seriamente?”

                      Non ci crederà,ma mi sono posto la stessa domanda.
                      Vediamo,se riesco a farle capire il concetto:considero sciocca ed inutile la terapia,ma credo che ciascuno di noi abbia il diritto di far ciò che vuole.

                    • a-theòs=a-éthos ha detto in risposta a StefanoPediatra

                      @Ed
                      Appunto, ti sbagli gravemente su entrambi i punti: la terapia riparativa è l’unica cosa che abbia senso di fronte all’anormalità rappresentata dall’omosessualità e ciò, come da mio commento precedente, proprio perché l’assunto teorico del liberalismo è totalmente falso.

    • Paolo ha detto in risposta a Li

      Forse sig. li le sfugge un fattore essenziale: le persone che da etero passano a omosessuali sono persone che provano attrazione per il proprio stesso sesso.
      Nello specifico o sono omosessuali che a causa dell’omofobia ancora fortemente presente sia nella società sia in molte persone assopiscono la propria natura esprimendola tardivamente oppure si tratta di bisessuali.
      I cossidetti “ex gay” invece non provano attrazione per l’altro sesso ma, spinti dalla sempre presente ideologia di stampo confessionale, vivono con disagio ciò che invece è normale e naturale ossia l’omosessualità. Molti alla fine ( per fortuna per loro) accettano la verità e la loro natura: da qui il grande tasso di insuccessi delle “terapie riparative” dovuta alla mancanza di qualsivoglia base scientifica.
      Alcuni, pochi pochi, invece continuano sollazzano semplicemente l’errata e infondatra ideologia religiosa che li spinge.

      • a-theòs=a-éthos ha detto in risposta a Paolo

        Ma per favore…, non se ne può veramente più di ‘ste boiate.

      • beppina ha detto in risposta a Paolo

        …da qui il grande tasso di insuccessi delle “terapie riparative” dovuta alla mancanza di qualsivoglia base scientifica…

        Quale sarebbero le basi scientifiche? Le decisioni per alzata di mano dell’APA forse?

        Alcuni, pochi pochi, invece continuano sollazzano semplicemente l’errata e infondatra ideologia religiosa che li spinge.

        Come pseudo attivista arcigay potrebbe tirar fuori qualche opinione più interessante (sempre opinione resta comunque…).

  3. Daniele ha detto

    “Il matrimonio, già dalla sua etimologia, è l’unione di due parole latine, mater, madre, genitrice e munus, compito, dovere. Gli omosessuali non possono generare, è ovvio. Né si può cambiare l’ordine naturale delle cose.”

    Queste parole non son state dette soltanto da esponenti clericali, ma sono parole che appartengono a tutti gli “omosessuali ma non omosessualisti” (che poi sono la maggioranza degli omosessuali, anche se i mass-media vogliono farci intendere che ogni omosessuale vorrebbe vedere legalizzato il matrimonio tra persone dello stesso sesso).

  4. Daniele ha detto

    “Un programma politico non dovrebbe vietare ai gay e alle lesbiche che desiderano intraprendere sforzi di cambiamento di orientamento sessuale di esercitare il loro diritto all’autodeterminazione”.

    Giusto.

    Ma bisogna sempre considerare che gli autodefinitisi “paladini dei diritti civili” (Radicali, SEL, ecc…) non stanno dalla parte della concessione di ogni diritto, ma si limitano a far battaglie per la concessione di quei diritti tesi eclusivamente a soddisfare soltanto “la cultura della morte, il disprezzo di se stessi, il barbaro soddisfacimento di ogni istintività, lo sfascio delle famiglie e il deterioramento della società”, per cui ad una ragazza incinta non viene prospettato altro diritto se non quello di abortire, al tossicodipendente non viene prospettato altro che non sia la legalizzazione degli stupefacenti e le stanze del buco, ai ragazzini non viene insegnato altro se non a fare sesso con tutti, al malato terminale non viene prospettato altro se non l’eutanasia, alla coppia in crisi non viene prospettato altro se non il divorzio. Quindi non mi stupisce che l’unica risposta di costoro ai problemi dei gay sia quella di invocare la legalizzazione del matrimonio omosessuale: l’opzione di “aiutare tali persone ad affrontare un percorso di uscita dall’omosessualità” non la prendono nemmeno in considerazione, poiché una cosa del genere non solo non porta al “deterioramento della società”, ma vi si oppone pure.

    Quindi possiamo conlcudere che questi “paladini dei diritti civili” perseguono il piano diabolico di distruggere l’ordine naturale delle cose, ordine creato da Dio.

  5. Li ha detto

    Paolo, non sei molto informato su come stanno le cose, vero?
    Non ti è mai passato per la mente che l’insuccesso di una terapia (di qualunque tipo, anche di una depressione) può essere dovuto o al fatto che il paziente non vuole davvero affidarsi al terapista e quindi c’è una certa resistenza nonostante creda di essersi affidato o che il terapista non riesce a trovare un buon metodo (perchè siamo diversi e occorreranno modi diversi)?

    Quanta paura hanno i gay del cristianesimo per dare addosso in continuazione. Guai a chi toglie un compagno dal letto della tribù arcobaleno!

    A voi progay che vorreste una legge contro l’omofobia ricordate di includere anche i gay tra gli omofobici: è risaputo che i bisex sono i meno considerati perchè posano il piede in 2 staffe (ma al gaypride sono i benvenuti! Certo, bisogna pure far numero!).

    Quando i gay smetteranno di discriminare gli asex (alcuni di loro sono lgbt)e trattarli come fossero malati di mente ricordandosi che l’omosessualità stava sul DSM), allora i gay torneranno ad avere la mia stima, se no saranno ipocriti figli dell’orrida moda politicamente corretta.

    Nove sono i tipi di asex.

    http://www.discorsivo.it/magazine/2013/04/01/asessuali-niente-sesso-solo-torte-una-minaccia-al-genere-umano/

  6. Alida Vismara ha detto

    Omosessualità e cambiamento: informazioni per adolescenti e famiglie http://alidavismara1.blogspot.ch/2013/07/informazioni-per-adolescenti-e-famiglie.html?spref=fb

  7. Vale ha detto

    Invito caldamente coloro che parlano dell’antica Grecia e dei suoi costumi ad andare a leggere un po’ di opere del tempo, possibilmente in lingua originale, prima di disquisire.
    Innanzi tutto dire che nell’antica Grecia l’omosessualità era accettata non è esatto: Platone nelle Leggi sostiene che l’omosessualità sia contro natura e Aristofane nelle sue commedie si riferisce agli omosessuali con epiteti tutt’altro che gentili. Nelle classi altolocate esistevano relazioni omosessuali ma prima di tutto nessuno si era mai sognato di paragonarle al matrimonio e in secondo luogo in alcuni casi si trattava di relazioni che erano più vicine alla pedofilia che all’omosessualità. Seguace di questa linea di vita è stato l’imperatore romano Adriano che ha intrattenuto una relazione con un ragazzino greco.

  8. Sandro Di Marco ha detto

    E’ una ossessione..ogni settimana o quasi pubblicate un articolo del genere. Quello che continua a stupirmi su questi articoli sulle “terape riparative” e’ che non scrivete MAI questo…Che persino i signori del NARTH ammettono che le loro terapie funzionano su meno di 1/3 dei loro pazienti. E gli altri ? Cosa fanno ? Che danni subiscono da una terapia che dovrebbe essere “riparativa” e che gli inculca che essere quello che sono e’ sbagliato, che devono cambiare, e poi non riesce a cambiare un bel niente. Cosa si fa ? Si da una bella pacca sulle spalle a questa gente e gli si dice “tu sei fatto sbagliato, mi dispiace per te, non ti si puo’ “riparare” ? E questo sarebbe aiutare le persone ??????????????????

    • a-theòs=a-éthos ha detto in risposta a Sandro Di Marco

      Dai, fai uno sforzo intellettuale supremo!

      Cosa dovrebbero dire i medici a chi non riescono a curare: “Visto che non riesco a curarti, vuol dire che non sei malato”?

      Mai sentito parlare del principio secondo cui una guarigione dipende in modo determinante dal grado di avanzamento della malattia cui si oppone? Secondo te è la stessa cosa iniziare a curare un tumore nella fase precocissima del proprio sviluppo, piuttosto che in fase avanzata? Avrai le stesse aspettative percentuali di guarigione?

      Mutatis mutandis ciò vale anche sul piano psico-emotivo in relazione alle devianze dallo sviluppo normale della propria identità sessuale.

    • Azaria ha detto in risposta a Sandro Di Marco

      Caro Di Marco, le tue opposizioni sono un tantino deboli.
      La percentuale di successo di terapie che puntano a far smettere di fumare o che liberano dalla depressione anche sono relativamente basse, che si fa? Si lascia che tali persone restino senza terapia?
      Inoltre, anche considerando i danni che la terapia riparativa imprime al paziente in alcuni casi di insuccesso (non tutti i casi di insuccesso sono accompagnati da problemi) se li si paragona con i problemi vari che un omosessule continua ad avere continuando a vivere da gay/lesbica (maggior probabilitá di suicidi, malattie veneree, dipendenze…) magari facendo un buon bilancio ti renderai conto che i danni che la teoria riparativa imprime sono trascurabili data la loro scarsa incidenza rispetto ai danni che provoca una vita vissuta nell’omosessualitá.

      • Simone Emili ha detto in risposta a Azaria

        Concordo. Tra l’altro, tutti i pedofili che si sottopongono a terapia smettono di provare impulsi verso i bambini? Ho letto che spesso anche la pedofilia è talmente radicata da essere difficilmente curabile. Eppure nessuno si sogna di dire che il pedofilo non è un malato e non si debba curare.

    • StefanoPediatra ha detto in risposta a Sandro Di Marco

      Faccio il medico e tutti i giorni vengono da me bambini malati e, quindi, sofferenti. A loro (soprattutto ai loro genitori, quando i bimbi sono molto piccoli) prospetto la miglior terapia possibile (quando esiste) e li informo sui possibili effetti collaterali (se ci sono) del trattamento, sui possibili, auspicati benefici ma anche sulla probabilità di riuscita del trattamento in oggetto.

      A volte i bimbi guariscono dalla loro malattia senza effetti collaterali e stanno bene perchè il loro problema è stato risolto. A volte i bimbi guariscono dal problema principale ma malauguratamente possono presentarsi alcuni effetti collaterali che meritano un trattamento secondario. Altre volte ancora, purtroppo, i bambini non guariscono. Infine, l’ipotesi peggiore, i bimbi possono non guarire ma presentare effetti collaterali dovuti al trattamento instaurato.

      Questa è la vita. Questa è la medicina. Questa è la realtà dei fatti.

      Così come io non somministrerei mai ad alcun bambino un trattamento sicuramente inefficace e dannoso, nessuno potrà mai dirmi che se in scienza e coscienza penso che un altro trattamento possa essere invece utile anche se gravato da potenziali effetti collaterali e anche dal rischio di fallimento io non possa/debba proporlo a chi da quel trattamento potrebbe trarre beneficio.

      Aiutare le persone significa mettersi e mettere a loro disposizione le proprie competenze e gli strumenti in nostro possesso per farle sentire meglio rispetto al disagio o alla sofferenza, organica o psicologica non cambia, che provano e che li fa stare male e a disagio con se stessi.

      Il fatto che una terapia non riesca nell’intento che chi l’ha somministrata si proponeva di raggiungere, non significa che la persona che a quella terapia ha deciso di sottoporsi (liberamente) non stesse/stia effettivamente male. Nè che il medico, o lo psicoanalista, nel caso di cui stiamo discutendo, abbia fatto male a proporla e a tentarla.

      Se tutte le volte che un medico non è certo al 100% che una certa terapia faccia bene si astenesse dal proporla staremmo freschi: infatti non esiste alcuna terapia o trattamento, a mia conoscenza, che abbia una percentuale di successo che sia possibile prevedere del 100%.

      • Li ha detto in risposta a StefanoPediatra

        Anch’io ho un medico nella mia famiglia, e spesso racconta dicome proponga ai mutuati le cure, ma poi alcuni tentennano (chi non vuole fare i raggi per tutto quello che si dice delle radiazioni, chi ascolta ma poi non applica la cura e gira altri medici perchè vuole un altro parere, chi smette di prendere le medicine perchè funzionano e ritiene di essere a posto e ricomincia a star male, chi pensa di non avere un buon medico e si cancella dall’elenco per andare da un altro che gli da gli stessi pareri e altri casi).

        Non è certo tutta colpa dei medici se le terapie non funzionano, Come ho detto molto dipende anche dal paziente.
        E non dimentichiamo l’umore: prenderla “con filosofia” accettando alti e bassi porta ad una situazione più positiva.

        Mi chiedo perchè i gay che si sentono a posto nel loro…essere gay non lasciano in pace quelli a disagio, anzi perchè non li aiutano loro? Perchè Franco Grillini non mette insieme una squadra di psicologi, consultorii per ascoltare queste persone, le loto problematiche familiari ed il loro sentirsi inadeguati nel loro essere gay?

        Non so se l’ho scritto ma è noto che alcuni bambini che subiscono violenza da grandi finiscono per prostituirsi e diventano gay.
        Chissà perchè le testimonianze di ex gay non sono mai “una mattina mi sveglio e mi va di tornare etero”. Hanno alle spalle problemi familiari, abusi e altro.

      • borg ha detto in risposta a StefanoPediatra

        caro collega, cio’ non toglie che noi siamo autorizzati a intraprendere SOLO terapie che abbiano solide basi scientifiche. altrimenti non siamo autorizzati. cioe’ nel nostro campo non esistono i pionieri. parliamo quindi di assistenza e non di terapia. cioe’ assistenza per chi soffre la propria condizione omo o etero che sia.

        • Laura ha detto in risposta a borg

          Parli di “solide basi scientifiche” per una disciplina come la psicologia, che ha tutto tranne che solidità scientifica. Anzi, a dir la verità non è nemmeno scienza: http://www.latimes.com/news/opinion/opinion-la/la-ol-blowback-pscyhology-science-20120713,0,1641705.story

          • beppina ha detto in risposta a Laura

            Per non parlare delle “ingerenze” più o meno a valenza economica od ideologica che hanno infarcito le varie decisioni in campo psichiatrico e psicologico negli ultimi decenni (vedere, ad es., i cambiamenti al DSM nelle ultime 2 edizioni). Ma, come é noto, la “scienza” é mettere insieme qualche specialista e decidere per alzata di mano…

          • Pino ha detto in risposta a Laura

            infatti, la psicologia e la psichiatria tutto sono meno che “scienze” tanto è vero che psichiatri e psicologi sono divisi in “scuole” e dovrebbero dichiarare la loro appartenenza prima di iniziare qualsiasi terapia.

        • StefanoPediatra ha detto in risposta a borg

          @ Borg.
          Caro collega, non so in cosa tu sia specializzato né se lavori in ospedale o all’esterno ma immagino che, nel corso dei tuoi studi tu abbia avuto contatti diretti con la ricerca, di base e clinica. Io me ne sono occupato per anni (e ancora me ne occupo), direttamente ed indirettamente, così come per anni ho somministrato ai miei pazienti sia trattamenti ampiamente sperimentati (e la cui indicazione dunque poggiava su solide basi scientifiche) sia farmaci in fase ancora sperimentale (e dunque non ancora poggianti su valide basi scientifiche) o farmaci approvati per certe indicazioni (per le quali dunque avevano solide basi scientifiche) ma off label (cioè fuori dall’indicazione) per altre patologie prive di trattamento alternativo e che si suppone (ripeto si suppone o si può prevedere in base a ragionamenti fisiopatologici ma non ad evidenze sperimentali definitive) possano beneficiare di quel trattamento. Per non parlare del cosiddetto “uso compassionevole” (vecchia dizione) di un “farmaco ancora sottoposto a sperimentazione clinica” e non ancora approvato per una determinata terapia. In questi ultimi casi (off label e uso compassionevole), esattamente come per le sperimentazioni), come sai bene, il medico si assume la responsabilità, in solido con il Comitato Etico della propria struttura cui deve chiedere l’autorizzazione al trattamento, di somministrare ad un paziente un trattamento che NON poggia su basi scientifiche solide. Per tale motivo il paziente deve essere informato in maniera precisa e scegliere liberamente se sottoporsi ad una determinata terapia. Dunque, non è proprio del tutto vero che noi medici possiamo somministrare SOLO terapie/trattamenti che poggino su solide basi scientifiche.

          D’altra parte la farmacologia di per se stessa, paradossalmente, sembra (e ripeto, sembra) partire da basi che meno solide scientificamente (e razionalmente) si potrebbero trovare; addirittura parte da una apparente contraddizione. Infatti pretende di curare le malattie con dei “veleni” (questo il significato etimologico di “farmaco”). Al di là del significato etimologico della parola farmaco, oggi, solo per fare un esempio, sono in sperimentazione farmaci che sfruttano veleni ben conosciuti, come ad esempio l’Arsenico, per combattere i tumori. Ma gli stessi vaccini, usati per prevenire alcune gravi patologie somministrando, in alcuni casi, l’agente patologico stesso (ancorché a virulenza attenuata o inattivata e a dosi controllate) non appaiono forse un paradosso (ed in effetti per qualcuno che si ferma alla superficialità delle cose è così, purtroppo) poggiante su tutto (interessi economici delle case farmaceutiche, complotti dei medici che così poi, dopo avere rovinato le persone, possono fare soldi a palate per curarle, …) tranne che su solide basi scientifiche?

          Cosa attribuisce basi scientificamente solide ad un approccio terapeutico, ivi inclusi quelli ipotizzati su basi apparentemente paradossali? La sperimentazione condotta seriamente e la verifica dei dati sperimentali da parte di esperti del settore e di autorità regolatorie garanti. Frédéric Kerlinger definisce il metodo scientifico “lo studio sistematico, controllato, empirico e critico di ipotesi formulate sulle relazioni supposte tra vari fenomeni”.

          Ora, per un farmaco, una terapia genica, un trattamento a base di cellule staminali, le solide basi scientifiche si realizzano verificando certe ipotesi dapprima su modelli in vitro o in silico, quindi su modelli cellulari ex vivo, quindi sull’animale (che, con buona pace di chi vorrebbe vietare la sperimentazione animale, dà informazioni importantissime ed insostituibili informazioni di farmacodinamica, farmacocinetica e tossicologia) e infine sull’essere umano che viene sottoposto a 4 livelli di sperimentazione clinica (dalla fase I, first in man, alla fase IV degli studi post registrativi).

          Va da sé che le cose siano un po’ diverse quanto parliamo di trattamenti/terapie in ambito psicologico/psicoanalitico.
          Il suo metodo della psicoanalisi, secondo Meltzer, consiste nello stabilire una relazione tra due persone in una situazione (setting) molto controllata e nello studiare i fatti che vengono alla luce quando l’analista, una persona addestrata ad avere una particolare sensibilità alle altre persone e che possiede un profondo contatto con il proprio inconscio, limita la propria attività alla interpretazione del transfert. “Nel metodo psicoanalitico la base di formazione delle ipotesi è inconscia; l’ipotesi provvisoria, che viene formulata, si manifesta sotto forma di interpretazione: mentre l’analista osserva il transfert del paziente e il proprio contro-transfert, “va offrendo di quando in quando al proprio paziente, talvolta anche di frequente, una ipotesi di prova relativa alla natura della relazione oggettuale che si va svolgendo in quel momento nello studio. Questa è la sua attività fondamentale, il suo specifico tipo terapeutico di intervento” (Meltzer). Queste interpretazioni sono dunque delle ipotesi; l’analista ne verifica la validità mediante strumenti di previsione: attraverso l’interpretazione, infatti, “egli spera di [a] condurre una situazione fluida di sentimento e di fantasia fino ad una struttura più definita accessibile al giudizio intellettuale. [b] Oppure potrebbe non produrre nulla. [c] Oppure potrebbe aumentare il caos. Ma produrrà una di queste tre situazioni, e la osservazione successiva dirà quale delle tre. Quando un simile stato di maggiore ordine è stato realizzato da una particolare formulazione ripetuta, per mesi ed anni, allora si può dire che la sua validità è confermata. Si sviluppa la convinzione, sia nel paziente sia nell’analista, che essa è valida come ipotesi di lavoro che produce un aumento di ordine nei processi mentali del paziente.” (vedi, se ti interessa, HAUTMANN G. Fantasmi, interpretazione e setting. Rivista di psicoanalisi, gennaio-dicembre 1974).

          In conclusione, questa è la psicoanalisi: o la accettiamo, criticamente, come tale (qui un articolo interessante per chi volesse approfondire: http://sipreonline.it/static/upl/20/200401-01DEROBERTIS.pdf) sapendo che non potrà mai produrre solide basi scientifiche nel modo in cui siamo abituati a pretendere che vengano prodotte per altri tipi di trattamenti, farmacologici e non, e aspettando che ne venga perfezionato, in senso di “oggettività” scientifica l’approccio, oppure ne vietiamo l’esercizio (in toto) in quanto approccio “non scientifico” e incapace di generare “solide basi scientifiche”.

          Ciò detto, a volte avere qualcuno che non sia ideologizzato o politicamente corretto, che sappia ascoltarti in silenzio, consigliarti in maniera onesta, fare un pezzo di strada insieme a te, sostenerti nelle cadute, aiutarti a ritrovare il tuo equilibrio, può essere di grande aiuto per recuperare serenità. Se la psicologia e la psicoanalisi sono in grado di fare questo, ben vengano.

    • Pino ha detto in risposta a Sandro Di Marco

      ecco una osservazione che dimostra solo l’ignoranza dello scrivente. Mai nessuno ha dichiarato che tali terapie sono efficaci nel 100% dei casi, anzi, è stato sempre dichiarato che hanno esattamente la stessa efficacia di una normale psicoterapia che, guarda caso, è perfettamente in linea con le percentuali che hai citato.

  9. Danieleb ha detto

    Gentile redazione, l’articolo da voi pubblicato è molto interessate ma vorrei un chiarimento su un punto, perchè non mi è sufficentemente chiaro. All’inizio dell’articolo infatti, si afferma che Alan Chambers avrebbe affermato che dopo la chiusura di excodus avrebbe intenzione di aprire un istituto con le stesse finalità del precedente. Navigando su internet e leggendo anche il link dell’intervista, mi sembra che ci siano delle discordanze. Da quanto ho capito l’istituto che il signor Chambers andrebbe ad aprire avrebbe in realtà lo scopo di mettere in dialogo persone anche all’interno della chiesa e non sul tema dell’omosessalità che hanno anche opinioni diverse tra loro. Questo per favorire una maggiore comprensione tra le parti.

    “We don’t have to build bridges with people outside the church with different opinions, there are plenty of people inside the church with different opinions. We have different political affiliations, we have different beliefs about social issues and all sorts of things, and I think it’s time for us to lay down the weapons, to end the war, and to promote peace at all costs, and to be people who are willing, more than anything, to sit down with their neighbor and have a conversation. We want to host conversations like that. We want to write extensively about that. We want to help churches be places that people who agree with their theology or their scriptural beliefs feel welcome to come, but we also want people who don’t agree with them to feel welcome to come as well. And I believe that that’s possible. I believe that’s the role of the church.”
    Questo almeno è quello che io ho capito traducendo il testo ma può essere anche vero che ho capito male, quindi gradirei che poteste darmi un chiarimento sulla questione.
    Saluti

      • danieleb ha detto in risposta a beppina

        grazie per il link beppina..quindi è come pensavo io…non si tratta di un istituto come era exodus…ma un istituto con finaltà diverse: lo scopo è il dialogo tra le parti.

        • beppina ha detto in risposta a danieleb

          Ma il tema principale rimane principale.

          • danieleb ha detto in risposta a beppina

            Ma il tema principale quale sarebbe però? Sia dall’intervista a Chambers che dal sito di reducefear, sembra che emerga che il tema principale non sia più quello portato avanti da exodus ma il dialogo tra le parti.Correggimi se sbaglio.

            • beppina ha detto in risposta a danieleb

              Ha letto la mission del sito linkato?

              • danieleb ha detto in risposta a beppina

                si…è da lì infatti che io leggo:

                “We serve in our pluralistic culture by hosting safe conversations about gender and sexuality, and partnering with others to reduce fear, inspire hope, and cultivate human flourishing”.

                Così io traduco:

                “Noi serviamo nella nostra cultura pluralistica, ospitando
                conversazioni sicure sul genere e la sessualità, e la collaborazione con gli altri per ridurre la paura, infondere speranza, e coltivare la prosperità umana”

                quindi non una finalità riparativa dell’orientamento sessuale…ma la conversazione e il dialogo tra le parti.

                • beppina ha detto in risposta a danieleb

                  Prova ad interloquire direttamente (ad es. attraverso FB, é più veloce) così potrai constatare direttamente che idee hanno. Circa il loro “ritorno in campo” andrebbe da subito evidenziato come Exodus, essendo formata e gestita solamente da ex gay, é stata per anni IL parafulmine di TUTTI gli strali delle varie lobby SGA-friendly di mezzo mondo… ciò avrà pur avuto una certa influenza sul tipo di “esperienza” che si sono fatti; penso sia limitativo focalizzarsi esclusivamente sul “problema” di applicazione o meno di “teorie riparative”… (che per inciso non vuol dire “riparare” le persone omosessuali, ma questo é un altro discorso).

        • danieleb ha detto in risposta a danieleb

          se è così, credo che l’articolo in quella parte andrebbe corretto

  10. lorenzo ha detto

    In natura esiste il maschio e la femmina.
    In natura esistono coloro che si lasciano abbindolare dall’ideologia di genere ed altre similari amenità.

    • Ed ha detto in risposta a lorenzo

      In natura esiste la talpa ed il falco.
      In natura esistono coloro che si fanno abbindolare dall’ideologia degli occhiali ed altre similari amenità.

      • Francesco__ ha detto in risposta a Ed

        Pessimo esemopio: gli occhiali coreggono ma non eliminano l’anomalia cosi’ come l’aereo non ti fa volare (al massimo ti trasporta)e l’ideologia gender non ti fa cambiare natura: qeulla (miope o bipede implume o uomo/donna) non cambia.

      • lorenzo ha detto in risposta a Ed

        La prima volta che ho letto dell’ideologia di genere non credevo esistessero molte persone, dotate di un pur minimo barlume di razionalità, che avrebbero dato retta a simili fandonie: mi sbagliavo di grosso.

      • Alèudin ha detto in risposta a Ed

        @Ed uno che usa pinne e boccaglio non è “contro natura” finché non pretende di essere considerato ufficialmente un pesce.

        Vuoi utilizzare i genitali per mero godimento con chi ti pare o con cosa ti pare? Liberissimo ma non pretendere che sia considerato “matrimonio”.

        • Li ha detto in risposta a Alèudin

          E non si pretenda di chiamare omofobi coloro che non sono in prima linea con la bandiera in favore dei gay in mano, mentre ci sono persone che soffrono.

          Il mondo non è tutto rosa o tutto giallo, le sfumature ci sono e si chiamano modi di pensare. Il problema non è che siano differenti perchè è così dall’alba dei tempi, è che ci sia rispetto e non si etichetti subito una persona come omofoba solo perchè preferisce un rosario e non approva il matrimonio gay.

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