Matrimoni gay: diritto degli adulti o dei figli?

Famiglia Com’è noto, in questo periodo negli USA la Corte Suprema si deve pronunciare sull’opportunità costituzionale dei matrimoni e delle adozioni omosessuali. Un parere già inviato alla Corte da una giurista famigliare, la cattolica Helen Avaré, in quanto amicus curiae (“amica della corte”, persona estranea al procedimento che intende fornire un contributo costruttivo), merita alcune considerazioni.

La diatriba viene così sintetizzata:
– riconoscendo e incoraggiando le coppie eterosessuali, come nella situazione vigente, lo stato vuole incentivare relazioni intime e sessuali fedeli, durature, capaci di procreare e allevare figli;
– la proposta di riconoscere le coppie omosessuali, che (per forza di cose) scindono il legame tra matrimonio e procreazione, va ricondotta a emozioni di adulti o a una “riparazione” per lo stigma sociale mostrato in passato verso gli omosessuali.

La Avaré evidenzia anche che, in pronunciamenti passati, la Corte ha identificato alcuni benefici del matrimonio per le persone e la società, che verrebbero messi in discussione dall’approvazione di matrimoni e adozioni gay:
– legame stabile tra adulti;
– procreazione e crescita dei figli;
– formazione di una società democratica.

Negli USA, negli ultimi 50 anni, è andato indebolendosi il legame tra matrimonio e procreazione, col matrimonio inteso più come una questione da adulti che non come una necessità e una salvaguardia dei figli. E questo ha comportato un minor numero di matrimoni, un maggior numero di divorzi, una minore stabilità famigliare e un maggior numero di nascite extraconiugali. Con una conseguente sofferenza sia per adulti che per figli.

I proponenti del matrimonio omosessuale chiedono di riconoscere il legame come limitato a una relazione emotiva e romantica, senza attenzione alla nascita e alla crescita dei figli. Ma lo Stato ha interesse nel salvaguardare entrambi gli aspetti, emotivi e procreativi. Come è evidenziato anche da numerosi pronunciamenti passati della Corte, che cita inscindibilmente “matrimonio e procreazione”.

La giurista riconosce che la tendenza a separare matrimonio e procreazione si è progressivamente affermata negli ultimi decenni, sia nella cultura popolare sia con legislazioni favorevoli al divorzio e alla procreazione in provetta. Ma il matrimonio stabile e fecondo, che non sia confinato in momentanee ed individualistiche espressioni emotive, rimane l’obiettivo stabile di molte persone, di ogni strato sociale. Queste le considerazioni dell’ “amica della corte” Avaré.

In sintesi: chi propone il matrimonio gay si concentra sulle emozioni e sui diritti degli adulti, e tralascia invece il benessere e i diritti dei figli, acquisiti o adottati (attenzione adultocentrica vs. bambinocentrica)

Roberto Reggi

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