Libro del Papa: le fallaci critiche di Vito Mancuso

L'infanzia di Gesù 
 
di Stefano Biavaschi*
*teologo

 

Che un uomo, ordinatosi sacerdote, possa gettare la tonaca alle ortiche solo un anno dopo, sono fatti suoi (per modo di dire, perché ogni fatto è di tutti, specie se sei un uomo di chiesa). Ma che poi lo stesso uomo pretenda di dare lezioni al Papa, appare un po’ eccessivo. Eppure è quello che Vito Mancuso fa tutti i giorni con i suoi scritti.

E, si sa, appena qualche teologo eterodosso attacca il Papa o il Magistero, c’è sempre qualcuno pronto a fargli fare carriera, come fa (naturalmente) il quotidiano La Repubblica che dal 2009 gli concede una rubrica fissa (cosa che non avverrebbe mai per un teologo in linea con l’insegnamento della Chiesa). E quando Mancuso scrive, subito la grancassa mediatica fa riecheggiare i suoi articoli un po’ dappertutto.

Qua e là sta ancora comparendo, per esempio, il suo articolo del 21 novembre 2012 in cui contesta le affermazioni del Papa sul Natale, che nel suo ultimo libro L’Infanzia di Gesù aveva dimostrato la storicità dei racconti riguardanti la Natività. Ed ecco la replica sconclusionata di Vito Mancuso in quell’articolo: «Prima della nascita di Gesù, Maria e Giuseppe o risiedevano a Nazareth (Luca) o risiedevano a Betlemme (Matteo); il loro viaggio da Nazareth a Betlemme o ci fu (Lc) o non ci fu (Mt); Gesù nacque o in casa dei genitori (Mt) o in una mangiatoia (Lc); la strage dei bambini di Betlemme o accadde (Mt) o non accadde (Lc); i genitori o fuggirono in Egitto per salvare il bambino dai soldati di Erode (Mt) o andarono al tempio di Gerusalemme per la circoncisione senza che i soldati di Erode si curassero del bambino (Lc); la famiglia da Betlemme o tornò subito a casa a Nazareth di Galilea (Lc), oppure si recò a Nazaret solo dopo essere stata in Egitto e per la prima volta (Mt)… I dati stanno o come li presenta Matteo, o come li presenta Luca, oppure né in un modo né nell’altro, in ogni caso non sono armonizzabili. Quindi se fosse vero, come scrive Ratzinger, che Matteo e Luca “volevano scrivere storia, storia reale, avvenuta” (p. 26), ci troveremmo davvero in un bel guaio, perché uno dei due evangelisti sicuramente sarebbe in errore».

In sostanza, scrive Mancuso, gli evangelisti sono in errore, il Papa è in errore, mentre lui non sbaglia mai. Eppure prendendo in mano i passi citati, non si trova alcuna contraddizione tra i due evangelisti, come scrive Mancuso, né sono confermate le sue affermazioni azzardate. Vediamo perché:
1) Prima della nascita di Gesù, Maria e Giuseppe risiedevano a Nazareth, e non c’è nessun passo in Matteo che sostenga il contrario.
2) Il viaggio da Nazareth a Betlemme raccontato da Luca non è affatto negato da Matteo: semplicemente non viene da lui narrato.
3) Matteo non scrive affatto che Gesù nasce “in casa dei genitori”, come scrive Mancuso, anzi in Mt 2,1 l’evangelista dice chiaramente che “Gesù nacque in Betlemme di Giudea”, ove certamente non vivevano i genitori, che erano dimorati a Nazareth.
4) La strage dei bambini di Betlemme non è affatto negata da Luca: semplicemente non viene da lui riportata. Mancuso insiste con il pensare che se una notizia non è riportata da tutti allora non è autentica. Come se un fatto di oggi possa non essere veritiero se solo qualcuno non lo racconta. Anzi, potrebbe essere vero il contrario: che dei fatti non vengano raccontati in quanto già raccontati da altri.
5) Secondo Mancuso la circoncisione di Gesù al tempio, narrata da Luca, escluderebbe la fuga in Egitto narrata da Matteo. E perché mai? Sappiamo bene che la circoncisione narrata in Luca avvenne nell’ottavo giorno dalla nascita, ma Matteo, invece, non riporta affatto la data esatta in cui si sarebbe manifestato il pericolo dei soldati di Erode, che poteva benissimo essersi
manifestato dopo la circoncisione stessa.
6) Lo stesso ragionamento vale per l’apparente contrasto tra la fuga in Egitto ed il ritorno a Nazaret: di entrambi i fatti gli evangelisti non riportano le date, per cui i due fatti possono benissimo essere letti in successione. Del resto, al termine della fuga in Egitto, Matteo scrive che Giuseppe, preso con sé il bambino e la madre, “andò ad abitare in una città chiamata Nazareth” (Mt 2,23), ricongiungendosi col racconto di Luca che scrive “fecero ritorno in Galilea, alla loro città di Nazareth” (Lc 2,39).

In conclusione non è affatto vero che i racconti dei due evangelisti non siano armonizzabili tra loro, come scrive Mancuso; e del resto un teologo dovrebbe sapere che il compito degli evangelisti, pur raccontando fatti veri, non era quello di tracciare biografie nella concezione moderna del termine. Ci rimane dunque l’amara impressione che si voglia generare confusione tra i credenti. Anche perché questo non è l’unico caso, né l’unico autore, in cui ci s’imbatte nella tesi delle finte contraddizioni. Tesi che però inganna molti, perché poi sono pochi quelli che vanno a verificare davvero le fonti.

La lettura dei Vangeli non è certo facile, e spesso occorre una valida esegesi, fondata sulla testimonianza dei Padri e sulla Tradizione, illuminata all’insegnamento del Magistero; ma ci sembra che l’andare a costruirsi delle difficoltà inesistenti (magari solo per fare notizia) faccia il gioco di quei demolitori della verità sempre pronti a dare spazio a chi suona la loro stessa musica.

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53 commenti a Libro del Papa: le fallaci critiche di Vito Mancuso

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  1. Alèudin ha detto

    Mancuso è eretico non perchè và contro la Chiesa Cattolica ma perchè dalle Scritture sceglie ciò che gli fà comodo per arrivare alle conclusioni sue preconcette.

    Infatti eresia etimologicamente significa scegliere.

    “Opera della ragione ortodossa e cattolica, è raccogliere tutti i frammenti, la loro totalità, mentre opera dell’intelletto eretico e settario è scegliere i frammenti che piacciono”
    Pavel A. Florenskij

    • angelo ha detto in risposta a Alèudin

      Per la precisione è gnostico, così lo ha definito l’arcivescovo di firenze Betori, che è un fine biblista e ha studiato bene le amenità di Tito Mancuso.

  2. Ma Mancuso ci è o ci fa?

  3. Nemo ha detto

    Ennesima dimostrazione dello spessore culturale da carta velina di Mancuso.
    Avesse almeno, non dico l’onestà, ma il pudore intellettuale di non definirsi cattolico (Roberta De Monticelli potrà anche non piacere ma almeno un minimo di coerenza l’ha dimostrata).

    Ma questo non accadrà mai perché Mancuso sa benissimo che in caso di una sua “abiura” dal cattolicesimo “Repubblica” lo degraderebbe da “opinionista di tendenza” a “spazzolone per uso igenico nei bagni”. Le letture, teologiche e non, del Vito nazionale sono poche e cattive ma in compenso ha una profonda conoscenza, e ne fa tesoro, dell’intera saga di Fantozzi 🙂

  4. Xadren ha detto

    Le pretese incoerenze affermate da Mancuso, secondo quanto riporta l’articolo, sono ai livelli di quelle dei pagani di III secolo che dicevano che i Cristiani sacrificassero bambini e mangiassero esseri umani, stesso tenore, stessa profondità d’analisi!

  5. Panthom ha detto

    Concordo con Biavaschi. L’unico scopo di Mancuso è allontanare i credenti tiepidi dalla fede, riempiendoli di balle.

  6. angelo ha detto

    Mi fa ridere pensare che Mancuso pensi che la sua popolarità derivi dalle cose che dice, quando in realtà è soltanto per la sua militanza anti-cattolica. Ancora è un povero ingenuotto che pensa di aver fatto il colpo grosso per la sua intelligenza, in realtà è manovrato come un burattino dal sapiente miliardario massone De Benedetti. Quando lo capirà, sarà troppo tardi per lui.

  7. beppina ha detto

    I Vangeli andrebbero affrontati con il cuore e con la concentrazione tipica della persona semplice ed aperta. Un approccio deterministico e logico, con l’obiettivo di trovare la “virgola” fuori luogo, in genere non ha senso in quanto sarebbe caratterizzato da connotati utilitaristici (della speculazione umana) e comunque completamente avulsi rispetto alla Rivelazione e al “tramite” più importante per assorbirne l’intima essenza (la fede).

  8. Salvatore ha detto

    Ogni volta che Mancuso apre bocca Carlo Maria Martini si rivolta nella tomba. Voi ditemi con che coraggio Mancuso pensa di esserne il discepolo preferito e il suo successore….roba da matti! Firmerei volentieri una petizione per buttarlo fuori dall’università san raffaele, se non fosse stato per il prete-manager Verzé non avrebbe mai insegnato! Avete notato che Mancuso ha sempre evitato di parlarne, in bene o in male?

    • unafides ha detto in risposta a Salvatore

      Sinceramente non mi stupisce più di tanto che al Cardinal Martini spetti la paternità spirituale di personaggi del livello di mancuso. Le sue posizioni sono state spesso al limite dell’ortodossia, soprattutto da quando era diventato Arcivescovo emerito.

      • luciano ha detto in risposta a unafides

        Le tue considerazioni riguardo al Cardinal Martini sono personali e per fortuna. Infatti la chiesa cattolica, e lo stesso Papa Ratzinger(tanto per fare un esempio è stata affidata al Cardinal Martini la presentazione a parigi del libro Gesù di Nazareth di Ratzinger), l’hanno ritenuto una delle figure fondamentali nella chiesa di oggi, e soprattuto hanno portato sempre grande rispetto nei confronti di ciò che diceva.

        • unafides ha detto in risposta a luciano

          Sono considerazioni assolutamente personali le mie, mentre sono assolute alcune prese di posizione al limite della Comunione con la Santa Romana Chiesa. Difatti è stato il primo porporato ad accettare unioni diverse da quelle della famiglia tradizionale, in più di un’occasione si è detto dubbioso sulla condizione del celibato sacerdotale e ad un ripensamento det ruolo della donna all’governo della Chiesa. Ha poi criticato pubblicamente il Santo Padre (!) a proposito della promulgazione del “Motu proprio Summorum pontificum”. Penso che sia più che sufficiente per criticare alcune posizioni da Lui assunte, senza voler entrare nel merito della sua continua ricerca dell’ecumenismo ad ogni costo, tant’è che oggi Milano si può considerare la capitale italiana del relativismo. Questo risultato non possiamo imputarlo a Lui, ma il suo episcopato e quello del suo successore sono sicuramente degni di critica, dato che nel rispetto della loro carica e della loro persona, anche i Cardinali possono essere criticati.

          • luciano ha detto in risposta a unafides

            Non capisco… dal tuo commento intravedo che sia impossibile muovere alcuna critica al papa. Per fortuna, e torno a ripeterlo, parliamo di tue considerazioni personali che il popolo cattolico che conosco non condivide.

            • unafides ha detto in risposta a luciano

              Il Santo Padre è passibile di critica quando non parla ex cathedra e Benedetto XVI nella sua umiltà accetta le critiche, nello specifico del libro sull’infanzia di Gesù ammette che la sua opera non si può considerare esente da critiche. Se quindi, ogni cattolico può criticare il Santo Padre, figuriamoci se non si può muovere critica ad un Cardinale, fermo restando il rispetto per la sua persona e ciò che rappresenta, difatti mi sono sempre espresso con rispetto verso il Cardinale Carlo Maria Martini, che peraltro ha guidato la mia Diocesi per oltre vent’anni. Ciò non toglie, che proprio in base alla mia esperienza e alla conoscenza della Diocesi, possa sentirmi in grado di muovere critiche al suo episcopato e a quello del Cardinale Dionigi Tettamanzi.

  9. Francesco Franco ha detto

    Strano teologo Mancuso, egli cade nell’errore (ma sarà poi errore!) di una lettura fondamentalista della Sacra Scrittura, una lettura come le varie sette che circolano, nella parola dell’uomo necessita evidenziare ciò che in essa è contenuta, coè, la Parola di Dio.

    Strano Teologo Mancuso, se tutti i vangeli (canonici) dovessero raccontare il medesimo avvenimento allora sarebbero solo che “Fotocopie”, in quel caso ne bastava uno, la diversità dei racconti pur mantenendo le fondamenta eguali, arricchiscono l’avvenimento facendolo osservare da varie angolazioni.

    Mancuso probabilmente ama essere ammirato, non rendendosi conto che fa un cattivo servizio al “Discorrere su Dio”, poiché questo significa la Teologia.

    Francesco franco

  10. Federico ha detto

    Non discuto personalmente le capacità di Mancuso al quale bisogna riconoscere una notevole preparazione intellettuale. D’altra parte il Papa è in un certo senso “disceso” dal suo ruolo di vicario di Cristo per accettare l’arena del confronto intellettuale per sua libera scelta. Ecco che l’atteggiamento del Papa è in tal senso di “rottura” potente dagli schemi e di grande apertura quasi volesse in tal modo abbandonare la corazza del ruolo sottoponendosi in tal modo al rischio delle critiche. Un atto di grande coraggio. Bisogna apprendere che non tutti gli intellettuali riescano sempre a capire il senso della sfida costruttiva messa in modo da un Papa così straordinario come Papa Ratzinger, forse Vito Mancuso dovrebbe affrontare con se stesso questo tema al fine di formulare delle critiche se ce ne sono, o dei suggerimenti, più sostanziali.

  11. MarcoF ha detto

    Non ne prende una… lasciamolo perdere…… quando non avrà più “pubblico” smetterà di dire sciocchezze!!!! 😉

    • edoardo ha detto in risposta a MarcoF

      Temo che di “pubblico” continuerà ad averne, perché non consideri l’effetto dell’esposizione mediatica e del fattore luogo comune.
      Secondo me, lasciar perdere è un suicidio, ma bisogna rispondere punto su punto ad ogni dichiarazione, sollevare dubbi ed obiezioni, e questo possono farlo solo persone che hanno una preparazione specifica nel ramo e possono controbatterlo nel suo stesso campo.
      Il successo di quella gente lì, Odifreddi in primis, consiste nel partecipare a discussioni preparate in cui tutto è predisposto strategicamente o nell’avere un contradditorio impreparato o nel non averlo affatto.
      Quando c’è un contradditorio in grado di dare filo da torcere, quelli crollano come peri marci, o non si presentano vigliaccamente.
      In sostanza il loro successo si fonda non su dati oggettivi, ma sull’incapacità strategica dei loro nemici, cioè di noi, comprese le gerarchie ecclesiastiche dilaniate tra chi vorrebbe andare a braccetto con loro, e chi li vuole combattere: la loro forza è la nostra debolezza.
      Oggettivamente le loro tesi sono poco più che follie, prese da sole hanno scarso valore.

    • Gennaro ha detto in risposta a MarcoF

      Probabilmente di teologia ne sa più Odifreddi di lui, e questo dice tutto.

  12. luciano ha detto

    Ad ogni modo l’articolo di Mancuso è ben più lungo del piccolo stralcio presentato.
    Parla anche della bontà del libro di Ratzinger dal punto di vista spirituale, sottolinea solo il fatto che esistono controversie storiografiche al riguardo, dal momento che Matteo e Luca non offrono informazioni cronologiche sufficientemente precise e concordanti.(a questo proposito: The Historical Jesus: A Comprehensive Guide).

    Io non sono un teologo però in merito al punto 3 l’evangelista Luca dice che Gesù nasce in una mangiatoia, invece Matteo riporta, nel vangelo dell’epifania, in merito ai Magi “Ed essendo entrati nella casa videro il bambino con Maria sua madre”, da qui credo il collegamento.

    Riporto un altro pezzo che fa capire meglio a mio avviso il punto di Mancuso.
    “L’obiettivo del Papa è che i vangeli dell’infanzia possano tornare a essere letti come storicamente fondati.

    Il suo avversario di conseguenza non può che essere l’esegesi che, privilegiando la filologia e la storiografia, evidenzia la problematica storicità di molte narrazioni evangeliche. Con questo gli esegeti non intendono dire che i Vangeli sono falsi, ma solo che sulla loro base non si può ricostruire con certezza la storia di Gesù, tanto meno quella della sua nascita, e che occorre leggerli sapendo che la finalità è teologico- spirituale e non storiografica. Nei Vangeli vi sono dati storicamente certi accanto a elaborazioni simboliche storicamente inattendibili e il compito dell’esegesi storico-critica consiste nel distinguere le due dimensioni.”

    • Michele Silvi ha detto in risposta a luciano

      Se tu e Mancuso aveste letto (o ve lo ricordaste) la premessa di Ratzinger ai suoi libri su Gesù di Nazaret, vi accorgereste della futilità di certe osservazioni, e soprattutto dell’ostentare una “guerra” all’esegesi storico-critica.
      L’obiettivo del Papa non si può sintetizzare in quella frase, e non c’è nessun “avversario”: Ratzinger offre la sua visione, chiarendo fin dal principio che non considera il metodo storico-critico sufficiente alla lettura dei Vangeli.

      I toni (e non solo) della recensione di Mancuso sono quanto di più patetico abbia mai letto su argomenti simili, il sedicente teologo dimostra solo di non essere in grado di leggere un testo spogliandosi della sua aurea di superiorità da intellettuale radical-chic. Paradossalmente il Papa Regnante, Vicario di Cristo si è dimostrato più umile di lui, offrendosi a qualsiasi forma di critica legittima e presentando l’opera come frutto dei suoi studi personali e non come documento ufficiale.
      La recensione di Mancuso è totalmente inutile per chi conosce l’argomento (e per chi ha letto il libro di Ratzinger) e nei suoi toni è diffamante (poiché afferma il falso, facendo congetture sul nulla) e pericoloso nei confronti di chi è ignorante in materia. La pochezza intellettuale del giornalista si palesa in tutta la sua gravità di fronte ad un teologo vero.

      • luciano ha detto in risposta a Michele Silvi

        Sinceramente non capisco questo tono. In primis questo termine “sedicente” usato un modo dispregiativo non trova alcuna collocazione nell’ambito di una valutazione razionale e oggettiva, visto che Mancuso e’ un teologo, poi che tu condivida o meno i suoi punti di vista questa e’ un’altra storia.
        Non trovo per nulla diffamante l’articolo apre solo una discussione che ahime’ noto che in questi giorni non viene piu’ tenuta in considerazione come una umile apertura a chi la pensa diversamente.

        • Emanuele ha detto in risposta a luciano

          …Caro Luciano, non è che sei Mancuso sotto mentite spoglie. Sai, già ci siamo sorbiti il mellifluo trollaggio di lucia verdini alias Odifreddi…

          • luciano ha detto in risposta a Emanuele

            No Emanuele, te lo garantisco non sono Mancuso, sono solo uno dei tanti cristiani con tanti difetti tanti sbagli fatti in passato e che sicuramente fara’ in futuro ma a cui piace confrontarsi per scoprire e avvicinarsi sempre di piu’ alla meravigliosa figura di Gesu’ Cristo. Discutendo anche a caldo, e soprattutto quando ne ho il tempo ma sempre, almeno tentandoci, nel rispetto delle idee altrui.

        • Emanuele ha detto in risposta a luciano

          Vendendo al tema,

          Mancuso dimostra di non aver letto (se non superficialmente) i Vangeli, infatti sbaglia pure le citazioni come mostrato sopra…

          Ma il fatto grave è che il suo fine è mettere il Papa alla berlina per sminuirne l’autorità morale (che lui stesso non riconosce), non ragionare sui contenuti…

          Sedicente mi pare un termine appropriato. Infatti, Mancuso si definisce teologo, ma io non lo riconosco tale (vista la banalità delle osservazioni), per cui se-dicente mi pare il termine appropriato (e non offensivo).

          Quindi se fosse vero, come scrive Ratzinger, che Matteo e Luca “volevano scrivere storia, storia reale, avvenuta” (p. 26), ci troveremmo davvero in un bel guaio, perché uno dei due evangelisti sicuramente sarebbe in errore

          Questo è si offensivo. Infatti, mette in bocca al Papa una cosa mai sostenuta (che gli evangelisti scrivano una biografia in senso moderno). Secondo, fa passare il Papa per superficiale… della serie, non si è accorto delle palesi contraddizioni.

          • Michele Silvi ha detto in risposta a Emanuele

            Dopotutto è la prassi del giornalismo di Repubblica, fatto di omissioni e distorsioni, avrà preso da loro…

          • luciano ha detto in risposta a Emanuele

            Emanuele il problema che non e’ se tu lo riconosci teologo o meno, ma il fatto e’ che lo e’ per definizione. Quindi di qui il tuo ragionamento mi sembra fallace.
            Per il discorso offesa, sara’ ma io non ce la vedo….

            • Emanuele ha detto in risposta a luciano

              Caro Luciano,

              utilizzando la logica di Mancuso, arriviamo alla seguente conclusione:

              O Mancuso è effettivamente un fine teologo (come risulterebbe dal curriculum) ed allora è in mala fede e mente sapendo di mentire. Infatti, citando a piacimento e con errori il Vangelo riporta cose che nessuno sostiene e vede contraddizioni dove non ci sono (puoi vedere anche un mio commento sotto sul tema). Inolotre, i suoi precedenti certo non gli permettono una posizione distaccata e non di parte sull’argomento.

              Oppure Mancuso è un millantatore che si è costruito una figura di grande teologo, pur non essendolo in sostanza. Non sto a sottolineare come in Italia sia piuttosto facile ottenere un titolo accademico pur non avendone le qualità, soprattutto quando si hanno i giusti “sponsor”. Non sottolilineo neppure come sia facile, criticando la Chiesa e le gerarchie, avere un grande seguito (e credito) sia presso l’opinione pubblica sia anche all’interno della stessa Chiesa.

              tertium non datur

        • Michele Silvi ha detto in risposta a luciano

          Non si può aprire nessuna discussione se l’argomento è: “il metodo storico-critico è da usare assolutamente e da esso discende tutta la verità e il resto è merda”, perché questo era l’articolo di Mancuso, come anche le interviste rilasciate dopo la pubblicazione degli altri due libri, rigorosamente aperta, la “discussione” di Mancuso, senza personalità contrarie valide per far sorgere una dialettica.
          Se il punto di vista di Mancuso è “Ratzinger non adotta e/o non adotta esclusivamente il metodo critico quindi è in errore” non c’è nulla di cui discutere, si passi al prossimo.

        • Michele Silvi ha detto in risposta a luciano

          “Sedicente” lo uso per tutti coloro che si fanno chiamare “filosofo”, “teologo”, “letterato”, “artista” senza che lo status sia decretato da gruppi eterogenei e competenti. È come se io mi facessi chiamare letterato o filosofo con ciò che ho attualmente a carico, o anche dopo che avessi finito di scrivere i miei libri (più per la prima che per la seconda, dubito che scriverò mai di filosofia).

          Se poi vogliamo concedere certi status a chiunque li reclami facciamolo pure, per carità, ma l’eloquio spocchioso di Mancuso non mi pare quello di un teologo. Poi chissà, magari avrà scritto testi magnifici (che non ho letto) in cui viene fuori una dimensione che normalmente tiene nascosta e segregata…

          • luciano ha detto in risposta a Michele Silvi

            Non diciamo fesserie, rilleggiti la definizione di teologo, Mancuso rientra in quella categoria, se poi quello che dice non rappresenta il tuo pensiero questo e’ diverso. Sedicente e’ solo un modo usato troppe volte in modo dispregiativo.

    • Michele Silvi ha detto in risposta a luciano

      Poi c’è da dire che il metodo di Mancuso ha una grossa falla, che apre questa domanda: perché mai non dovremmo fidarci degli evangelisti? Perché dobbiamo postulare che chi ha scritto (esempio) che Cristo è nato a Betlemme mentiva coscientemente o si inventava cose?

      Se Mancuso vuole sostenere un “Cristianesimo senza Fede” (che in definitiva Cristianesimo non può chiamarsi, ma soprattutto non può dirsi cattolicesimo) faccia pure, ma non si lamenti con il Papa perché non pone la limitata e ovviamente sempre incompleta conoscenza storica al di sopra di Cristo stesso.

    • Kosmo ha detto in risposta a luciano

      “Io non sono un teologo però in merito al punto 3 l’evangelista Luca dice che Gesù nasce in una mangiatoia, invece Matteo riporta, nel vangelo dell’epifania, in merito ai Magi “Ed essendo entrati nella casa videro il bambino con Maria sua madre”, da qui credo il collegamento.”

      se dici queste cose non sai di cosa parli.

      • Emanuele ha detto in risposta a Kosmo

        Infatti…

        basterebbe che leggessero il Vangelo, qualche riga dopo:

        Erode, accortosi che i Magi si erano presi gioco di lui, s’infuriò e mandò ad uccidere tutti i bambini di Betlemme e del suo territorio dai due anni in giù, corrispondenti al tempo su cui era stato informato dai Magi.” (Mt 2, 16)

        Ossia, secondo i calcoli dei magi, il bambino era nato nei due anni precedenti. Dunque, probabilmente alla visita dei magi Gesù poteva avere già qualche mese.

        Ciò non è in constrasto con gli altri racconti. Infatti, quando i magi arrivano a Gerusalemme affermano che il re dei Giudei è già nato. Anche se fossero passati pochi giorni dalla nascita (il tempo di arrivare da Gerusalemme a Betlemme) è ovvio che Giuseppe e Maria avranno trovato una casa… non potevano vivere in una stalla per tanti giorni né intraprendere un viaggio fino a Nazareth con un bimbo di pochi giorni.

        Non contrasta con gli altri racconti neppure il fatto che Giuseppe, Maria e Gesù si fermarono a Betlemme per qualche mese. Infatti, Betlemme è molto vicina a Gerusalemme e poteva essere più pratico rimanere li, tenendo anche conto che Giuseppe probabilmente aveva parenti che potevano aiutarlo.

        Dopo la fuga in Egitto, invece, è normale che siano tornati a Nazareth… certo gli abitanti di Betlemme non avranno preso bene la notizia che erano stati uccisi dei bambini per causa loro.

  13. Michele Silvi ha detto

    Mio commento a caldo dopo aver finito di leggere il libro di Ratzinger (e ricordando la recensione di Mancuso letta qualche giorno prima, dopo ovviamente averla ripresa):

    “La “recensione” di Mancuso al libro di Ratzinger dimostra una cosa sola: il suddetto è incapace di leggere un testo senza i paraocchi ideologici del radical-chic isterico, incapace di comprendere la finalità di un testo, incapace di porsi quale ascoltatore piuttosto che maestro.
    Simpatiche poi le considerazioni sull’esegesi storico-critica di Ratzinger quando lo stesso ha dichiarato la sua posizione sull’argomento nel 2007: per il teologo non basta, non è corretto leggere il vangelo senza ascoltare ciò che l’evangelista vuole dire o senza chiedersi cosa il Signore chiede a noi attraverso quel passo.
    Alcuni vedono in Mancuso l’espressione di una “Chiesa nuova”, io posso vederla nelle parole di Martini, di certo non in quelle di uno pseudo-teologo che combatte le letture diverse dalla sua con la manipolazione delle intenzioni e con l’invocazione di una “guerra all’esegesi storico-critica”.
    Al caro Mancuso vorrei dire che è chiaro ed evidente che se tale teologo ha scritto un libro su Gesù di Nazaret (della fede e storico al contempo), non lo ha fatto certo per fornire una posizione a “Nazaret dopo il deserto” o “deserto dopo Nazaret”, anche un bambino riuscirebbe a capire che i testi non sono stati intesi come libri da salotto, ma da evangelizzazione.”

  14. luca ha detto

    La replica di Mancuso non mi sembra per nulla sconclusionata. Anzi molto convincente.
    L’autore dell’articolo piuttosto mi sembra un pochino confuso. Forse è un neofita.

    • Alberto ha detto in risposta a luca

      “L’autore è un pochino confuso”. Ti posso chiedere perchè o ti accontenti di insultare?

    • angelo ha detto in risposta a luca

      Chissà perché gli atei si sentono così chiamati a difendere Mancuso, forse che quest’ultimo è per loro una grande risorsa per combattere i cattolici? Mancuso si faccia delle domande…

  15. luca ha detto

    Io non sono cattolico (sono sbattezzato) come Mancuso (che fino a prova contraria non è stato scomunicato e quindi resta un vostro fratello della fede).

    Da ateo, l’impressione è che di Mancuso non vi faccia arrabbiare la sua presunta “isteria da radical chic” (sic) e nemmeno eventuali errori nella sua esegesi.

    L’impressione è che vi infuriate quando qualcuno critichi, anche solo indirettamente e alla lontana, il vostro sommo pontefice

    • Michele Silvi ha detto in risposta a luca

      Se non hai mai avuto a che fare con i mancusiani non puoi capire. (e spero per te che non ti succeda, sono state discussioni allucinanti)

    • Emanuele ha detto in risposta a luca

      …No, io mi arrabbio perché utilizza il Vangelo per fini strumentali. Ne distorce il senso, ne altera (in modo sottile e poco percettibile) le parole, in modo da condurre gli altri all’errore.

      Anche perché Ratzinger sa difendersi benissimo da solo, certo non gli serve il nostro aiuto… sarei proprio curioso di vedere un confronto TV all’americana tra Ratzinger ed i vari Mancuso, Odifreddi, etc.

      • EquesFidus ha detto in risposta a Emanuele

        Però, ecco, posso chiederti di chiamare il Papa col suo nome papale, ovverosia Benedetto XVI? Chiamarlo col cognome è usato fin troppo spesso, con il solo scopo di presentarlo come un uomo come tanti altri (attenzione, non uomo come gli altri, bensì semplicemente un tale che ha le sue opinioni e non come il Vicario di Cristo). Inoltre, ci tengo sempre a precisare che nella Chiesa c’è (o ci dovrebbe essere) una sola gerarchia, non duemila. Che ci possano essere problemi nella piramide gerarchica a vari livelli è un conto, ma dato che anche gerarchie fa parte del gergo anticlericale per discutere delle Chiesa cattolica con disprezzo (come se il 99% delle istituzioni, dei partiti e dei pubblici esercizi non fosse organizzato gerarchicamente) sarebbe meglio evitare. Non prendere ciò come delle facili critiche ai tuoi discorsi (che condivido), ma solo a queste due espressioni che, secondo me, andrebbero evitate in ambito cattolico proprio per non dare, involontariamente, ragione a chi la pensa così. Come diceva nanni Moretti, “le parole sono importanti!”. 🙂

  16. Andrea ha detto

    Teologo?!? Uno che non sappia (o peggio non voglia sapere!) come Si Leggono le Scritture sarebbe un Teologo?!? Ma queste cose le dicono i ragazzini “alternacivv” a 13 anni…

    Comunque qui è tempo di darsi una sveglia, se il livello del nemico è questo dovremmo poterne approfittare largamente.

  17. DSaeba ha detto

    Sigh.

    Vedo che gli insegnamenti del Jesus Seminar (dovrebbero vergognarsi) cominciano a mietere vittime anche in Italia.

    Questo modo di fare esegesi alla “Zeitgeist” speravo fosse morto e sepolto.

  18. Emanuele ha detto

    Secondo me il racconto dell’infanzia di Gesù non è assolutamente contraddittorio, provo a riassumerlo in termini brevi…

    Maria, già incinta, e Giuseppe si devono recare a Betlemme per il “censimento”. Mentre sono a Betlemme, Maria deve partorire.

    Il parto rendeva impura la donna e la casa, per cui Maria e Giuseppe sono costretti a trovare un ricovero di fortuna (la stalla/grotta). Poco conta se Maria e Giuseppe fossero ospiti da qualche parente o alloggiati in un accampamento per pellegrini, l’impurità restava.

    Dopo la nascita, certamente Giuseppe avrà trovato una sistemazione più decente (Non era pensabile affrontare un viaggio fino a Nazareth con una puerpera ed un bimbo di pochi giorni, né lasciarlo in una stalla). Essendo “originario” del posto, poteva essere aiutato da qualche eventuale parente.

    La permanenza a Betlemme facilita anche il viaggio a Gerusalemme, molto vicina. Non sappiamo quanto si siano trattenuti a Betlemme.

    I Magi arrivano dopo diversi giorni, forse mesi, dalla nascita, infatti quando arrivano a Gerusalemme affermano che il Re dei Giudei è già nato; in più va sommato il tempo perso con Erode ed il viaggio, se pur breve, a Betlemme (impensabile che il bimbo fosse ancora nella stalla!). Inoltre, secondo i calcoli dei Magi risulta che Gesù doveva avere meno di due anni, ma non dicono che era neonato (Erode fa uccidere tutti i bambini di età inferiore ai due anni, proprio su “indicazione” dei Magi).

    La famiglia scappa in Egitto, Gesù già di qualche mese poteva affrontare il viaggio e Maria si era ristabilita dal parto. Al ritorno, prima dei 12 anni di Gesù, non tornano a Betlemme, ma puntano a Nazareth… certo l’uccisione dei bambini non avrà reso simpatica la Sacra Famiglia in Betlemme.

    …Mi pare che tutto fili, senza grosse contraddizioni. Certo se si pensa di interpretare il Vangelo senza nessuna nozione storica, geografica, culturale della Palestina di 2000 anni fa è facile fare confusione e vedere incongruenze dove non ci sono. Inoltre, il fatto che alcuni passi delo Vangelo siano conseguenti non implica che siano né esattamente avvenuti nell’ordine narrato né che tra un avvenimento ed un altro siano passati pochi giorni. Infatti, i tempi di viaggio, per avere notizie, etc. devono essere valutati tenendo conto che non c’erano automobili, postini, telefoni, etc…

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