Ecco cosa pensano i veri teologi di Vito Mancuso

Vito MancusoIl teologo del politicamente corretto, Vito Mancuso, ha recentemente offerto ai lettori di “Repubblica” un’altra perla new age pescata dal suo repertorio.

Il noto teologo mediatico -temendo di parlare di Dio, di Gesù Cristo e del suo messaggio evangelico-, ha infatti spiegato che l’uomo dovrebbe scegliere il bene al posto del male, anche se quest’ultimo talora risulta più conveniente, semplicemente in nome dell’etica (laica), cioè «la logica della relazione armoniosa che abita l’organismo a livello fisico e che lo fa essere in salute, l’armonia tra le componenti subatomiche che compongono gli atomi, tra gli atomi che compongono le molecole, e così sempre più su, passando per cellule, tessuti, organi, sistemi, fino all’insieme dell’organismo», secondo la sua definizione.

E qualunque cosa ciò voglia dire, la conseguenza è che «il segreto della vita in tutte le sue dimensioni è l’equilibrio, e l’etica non è altro che l’equilibrio esercitato tra persone responsabili». Basta rispettate delle regole sociali per essere felici e trovare il segreto della vita, altro che i comandamenti di quel Messia mediorientale! In un altro suo scritto recente spiegava con un ennesimo abuso teo-panteista che il senso della vita, la meta è «fare di noi stessi un giardino». Sarà contento il WWF!

La domanda sorge spontanea: se l’autorità e la reputazione di un intellettuale la si valuta anche nella stima che i diretti colleghi provano nei suoi confronti, cosa ne pensano i teologi, quelli veri e autorevoli, di Vito Mancuso? Ecco qui una bella carrellata di opinioni:

 

Mons. Piero Coda, presidente dell’Associazione Teologica Italiana, docente di teologia dogmatica alla Pontificia Università Lateranense, membro del Consiglio Scientifico dell’Enciclopedia Italiana nonché professore e primo relatore della tesi di Vito Mancuso, ha preso le distanze dal suo ex allievo nel libro “Dio crede in te” (Rizzoli 2009): «Mancuso tende a sottovalutare la portata universale dell’evento di Gesù. Dice di rifarsi alla tradizione metafisica dell’evento cristologico e parla di una teologia universale: ma l’universalità, dal punto di vista della fede, è radicata nella singolarità dell’evento di Gesù Cristo. In sostanza, il progetto di Mancuso di una rifondazione metafisica della fede consentanea alla ragione contro le timidezze e i formalismi della teologia postconciliare è più un’intenzione che un risultato». Rispetto alla coesistenza del male e di Dio, di cui parla in alcuni libri, «Mancuso non riesce a cogliere la logica, senz’altro profonda e persino misteriosa», che lega i due assunti. «D’altra parte, ciò che gli manca è guardare al focus che li illumina: Gesù Crocifisso e Risorto».

 

Il teologo Bruno Forte, anche lui professore di Mancuso presso la Facoltà Teologica “San Tommaso d’Aquino”, ha scritto un articolo su “L’Osservatore Romano” nel febbraio 2008 dopo aver letto un suo libro, dicendo: «ha suscitato in me un senso di profondo disagio e alcune forti obiezioni, che avanzo nello spirito di quel servizio alla Verità, cui tutti siamo chiamati». Il suo pensiero è «una “gnosi” di ritorno, presentata nella forma di un linguaggio rassicurante e consolatorio, da cui molti oggi si sentono attratti».

 

Il teologo e filosofo Antonio Livi, docente di Filosofia della conscenza all’università Gregoriana e professore emerito della Pontificia Università Lateranense, nonché allievo del filosofo Étienne Gilson, ha questa opinione di Vito Mancuso: «Premetto una cosa: rispetto Giuliano Ferrara, che è un “ateo devoto”, Marcello Pera che è ateo ma rispetta il cristianesimo. Rispetto Paolo Flores D’Arcais, che è un anticattolico viscerale, e anche l’antireligioso Piergiorgio Odifreddi. Ma se uno si presenta come teologo cattolico deve stare a certe regole, logiche ed epistemolgiche». Mancuso «è considerato un teologo, ma il contenuto e l’impianto del suo testo contraddicono la natura della teologia. Tratta con scandalosa superficialità temi che meriterebbero ben altro rispetto, commettendo diversi notevoli svarioni», ha scritto. Nell’articolo “Mancuso, il falso teologo”, del novembre 2011, ha scritto inoltre: «Mancuso parla e scrive di teologia, e i suoi libri hanno avuto in Italia una vasta e chiaramente interessata eco nei mass media di orientamento laicistico: evidentemente, alla cultura anti-cattolica non può che far piacere che un autore che si proclama cattolico e teologo demolisca uno per uno tutti i dogmi della fede cattolica (era già successo anni or sono con i libri di Hans Küng) […]. E’ questo modo di affrontare gli argomenti della fede cristiana che non consente di considerare Mancuso un teologo», non accorgendosi che «la sua teoria ripropone, senza sostanziali novità speculative, la vecchia eresia pelagiana […]. Quello di Mancuso è genuino panteismo (anche se teoreticamente inconsistente)». E in conclusione: «Insomma, la pseudo-teologia di Mancuso piace ai miscredenti perché porta acqua al mulino della polemica contro la Chiesa e ripropone (proprio come aveva fatto in precedenza Hans Küng con la sua Welthetik) il progetto massonico di una religione universale “laica” senza gerarchia e senza dogmi, quella religione che alla fine del Settecento era stata teorizzata dal massone Gotthold Ephraim Lessing con Nathan der Weise».

 

Un altro suo collega, Angelo Busetto teologo presso la Facoltà teologica dell’Italia settentrionale, nell’aprile 2013 ha spiegato che Mancuso è «un autore che si definisce e si fa definire ‘teologo’ […]. Qualche tempo fa avevo letto con una certa simpatia qualche suo intervento, nel tentativo di riconoscergli lo sforzo di avvicinare la teologia ai problemi dell’uomo d’oggi. Ormai però mi sembra di vederlo imbarcato con l’equipaggio di chi si fa servo dei luoghi comuni ampiamente propagandati sui mass-media».

 

Padre Gian Paolo Salvini, gesuita e direttore della prestigiosa “La Civiltà Cattolica”, ha esposto brevemente il suo pensiero su Mancuso nel gennaio 2008: «stiamo preparando un articolo sul libro di Mancuso. Un articolo per la verità molto critico, credo che su molti punti quanto egli scrive non sia compatibile con la fede cattolica. Ma il libro e il linguaggio sono seducenti anche perché parlano di cose che interessano alla gente. Lui poi è molto amabile e cortese, anche personalmente. Il suo linguaggio è molto evanescente e immaginifico, per cui spesso non si capisce che cosa voglia dire».

 

Un altro suo collega, il famoso teologo Enzo Bianchi, amareggiato nel vedersi citato a sproposito nel libro scritto con Corrado Augias, ha commentato: «le risoluzioni che propone Mancuso si collocano nello spazio della gnosi in cui la storia è di per sé storia di salvezza e in cui non c’è da parte di Dio né rivelazione né grazia».

 

Padre Giovanni Cavalcoli, docente emerito della Facoltà Teologica di Bologna, ha spiegato nel marzo 2013 che «Mancuso rappresenta l’ala secolarista tendenzialmente atea del modernismo, di carattere popolare e sovversivo, che, come sappiamo, si affianca all’altra ala più intellettuale e legata agli ambienti della cultura e della gerarchia cattolica, la quale affetta una forma di spiritualismo raffinato che in fondo non è che riesumazione della tradizione gnostico-idealistica tedesca». Nel 2010 ha invece smontato punto per punto il libro di Mancuso intitolato “L’origine e l’immortalità dell’anima”.

 

Il suo vecchio amico e collega, l’affermato teologo Gianni Baget Bozzo, gli ha domandato nel 2008: «Caro Vito, che senso ha chiamarsi ancora teologo, se non per pura commercializzazione del prodotto, quando si ha una così bassa concezione della teologia?».

 

Il teologo gesuita Giovanni Cucci, docente di Filosofia e Psicologia all’Istituto “Aloisianum” di Padova e presso la Pontificia Università Gregoriana di Roma, ha scritto di Mancuso nel 2010 stroncando il libro “La vita autentica”: «Mettendo a confronto le varie parti del libro, il meno che si possa dire è che la conduzione del discorso risulta molto ambigua ed equivoca, per non dire contraddittoria. In fin dei conti, per Mancuso, Dio è necessario o no ai fini del discorso sull’autenticità? Le risposte che giungono dal libro non consentono di stabilirlo, poiché si afferma in una pagina quanto viene negato alla pagina successiva. La prospettiva di un orizzonte impersonale non risulta soltanto insostenibile in sede filosofica. Resterebbe da chiedersi come Mancuso, escludendo dal suo discorso la possibilità di Dio, possa ancora presentarsi come un teologo cristiano, e su che cosa verta a questo punto l’indagine della sua disciplina, ammesso che le parole conservino ancora un senso».

 

Pietro De Marco, sociologo della religione presso l’Istituto Superiore di scienze Religiose e di Storia della Chiesa presso la Facoltà di Lettere di Firenze, nel febbraio 2010 ha scritto: «il linguaggio di Mancuso è disarmante, non lo accetterei nella tesina di uno studente». Il suo «monismo energetico, disperante nella sua dogmaticità, può certamente apparire frutto di un tardo, sfilacciato New Age». «Da anni, leggendo Mancuso», ha continuato De Petro, «sono diviso tra lo stupore per una cultura, filosofica e teologica, approssimativa ed esibita, e la riflessione sul suo successo. Che Augias abbia catturato Mancuso in un libro a due, che si vende molto, e che se lo porti dietro in un inesausto calendario di incontri, ha una sua logica. Mancuso produce, infatti, più danni nella religiosità comune e cattolica che la cultura ottocentesca del giornalista de “la Repubblica”. Dopo Adriano Prosperi, e altri, la coppia Mancuso-Augias garantisce una solida continuità di polemica anticattolica».

 

Don Agostino Clerici, sacerdote, giornalista ed editorialista del “Corriere di Como”, ha sottolineato nel maggio 2012 che nei libri di Mancuso, nel «modo di procedere che vorrebbe essere logico e quasi sistematico si insinuano frequentemente degli scivoloni clamorosi, quasi del lapsus che sembrano dettati solo da un’acredine, da una polemica, non di rado astiosa, nei confronti della struttura ecclesiastica». Dopo aver segnalato alcuni di questi errori, ha concluso: «il successo dei libri di Mancuso si basa sull’attacco alla Chiesa autoritaria e dogmatica suffragato da incursioni nell’attualità. Troppo poco. Io continuo a nutrire simpatia nelle forza emotiva che lo spinge a scrivere, ma mi attendo che il nuovo linguaggio serva a dire le verità della fede cristiana, non a smantellarle».

 

Il teologo Stefano Biavaschi, docente e collaboratore con la Cattedra di Teologia dell’Università Cattolica, nel gennaio 2013 ha commentato: «Che un uomo, ordinatosi sacerdote, possa gettare la tonaca alle ortiche solo un anno dopo, sono fatti suoi (per modo di dire, perché ogni fatto è di tutti, specie se sei un uomo di chiesa). Ma che poi lo stesso uomo pretenda di dare lezioni al Papa, appare un po’ eccessivo. Eppure è quello che Vito Mancuso fa tutti i giorni con i suoi scritti». E, dopo aver sottolineato numerosi errori nei libri di Mancuso, ha affermato: «rimane dunque l’amara impressione che si voglia generare confusione tra i credenti. Tesi che ingannano molti, perché poi sono pochi quelli che vanno a verificare davvero le fonti».

 

Il gesuita Corrado Marucci, professore di esegesi biblica al Pontificio Istituto Orientale, ha scritto su “La Civiltà Cattolica”: «Mancuso dice di voler essere un pensatore cattolico, un figlio della Chiesa. È perciò assai strano che egli non faccia alcun riferimento alla metodologia dell’esegesi biblica e a quella propria della teologia cattolica. L’assenza quasi totale di una teologia biblica e della recente letteratura teologica non italiana, oltre all’assunzione più o meno esplicita di numerose premesse filosoficamente erronee o perlomeno fantasiose, conduce Mancuso a negare o perlomeno svuotare di significato circa una dozzina di dogmi della Chiesa cattolica. A fronte di una relativa povertà di dati autenticamente teologici, la tecnica di accumulare citazioni da tutto lo scibile umano, oltre al rischio di distorcerne il senso reale ai propri fini poiché esse fanno parte di assetti logici a volte del tutto diversi, non corrisponde affatto alla metodologia teologica tradizionale. Non è facile elencare tutte le matrici che Mancuso alterna e assomma nel corso dell’esposizione (platonismo, razionalismo gnostico, scientismo, eclettismo e così via): quello che comunque domina è il razionalismo convinto che di realtà di cui non si ha alcuna percezione sensibile o decisamente soprannaturali si possa discettare in analogia con le scienze fisico-biologiche. Nel contesto di notevolissima confusione sulla religione e la Chiesa tipica della cultura mediatica contemporanea, ci sembra che contribuisca ad aumentare tale confusione. L’Autore dichiara la sua disponibilità ad essere corretto: ma ciò, dato lo stile non sistematico e velleitario delle sue affermazioni, non è facile, poiché si può confutare soltanto ciò che è organicamente formulato al di dentro di un preciso assetto epistemologico».

 

Segnaliamo infine altre stroncature del pensiero mancusiano arrivate da intellettuali, scrittori e filosofi come  Costanzo PreveAlfonso Berardinelli, Marcello Veneziani, Fabio Luppino, Francesco Lamendola, Antonio Socci, Francesco Agnoli ecc.

La redazione

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90 commenti a Ecco cosa pensano i veri teologi di Vito Mancuso

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  1. Ugo La Serra ha detto

    Escludendo il principio dell’autorità, secondo il quale ha ragione il teologo più qualificato, come si fa a stabilire quale teologo ha ragione e quale torto?
    Con le scienze esiste il metodo scientifico per verificare la verità o la falsità di un enunciato, ma in teologia esiste un metodo simile?

    • Fabio Moraldi ha detto in risposta a Ugo La Serra

      Caro Ugo, il commento è abbastanza OT ma rispondo ugualmente.
      Conoscendo i tuoi interventi immagino che tu voglia portare il dibattito sulla superiorità della scienza rispetto alle altre forme di conoscenza, come la teologia ma anche la filosofia (anche per essa vale la tua accusa, giusto?).

      Da anni ormai è stata abbandonata questa pretesa superiorità delle materie scientifiche su quelle umanitarie, sopratutto dopo Popper. E’ un’illusione, infatti, pensare che la scoperta scientifica sia caratterizzata dalla verità in quanto per essere vera deve sempre essere falsificabile. Oltretutto la matematica stessa, il linguaggio della scienza, è piena di cose che non si possono dimostrare come vere o come false!

      Le scoperte scientifiche non sono mai vere ma in continua correzione, anche grazie all’ampio dibattito tra gli scienziati. Riesci a dirmi un solo campo in cui ci sia l’unanimità di opinioni? Eppure tutti partono dai fatti, ma li interpretano a modo loro, legittimamente.

      La tua domanda dunque è errata perché contiene un assunto fallace, ovvero considerare la scienza come impermeabile al dibattito e sempre contraddistinta dalla “verità”.

    • a-theòs=a-éthos ha detto in risposta a Ugo La Serra

      Certo che esiste: filosofia vera (ossia ragionamenti veri e corretti) + riferimenti veritieri e corretti alla Tradizione e alle Sacre Scritture.

      • Ugo La Serra ha detto in risposta a a-theòs=a-éthos

        Per me sono ugualmente “teologi” sia Mancuso, sia tutti gli altri.

        • a-theòs=a-éthos ha detto in risposta a Ugo La Serra

          A causa della tua totale ignoranza in materia, evidentemente.

          • Ugo La Serra ha detto in risposta a a-theòs=a-éthos

            Confermo. Da un occhio esterno sembrano tutte fantasie, diverse ma ugualmente campate in aria. Più assimilabili alla critica letteraria che alla scienza.

            • a-theòs=a-éthos ha detto in risposta a Ugo La Serra

              E quindi è del tutto inutile proseguire il discorso con te, perché sarebbe come iniziare una discussione di fisica nucleare non sapendone assolutamente nulla e, ciò nonostante, pretendendo di dare un giudizio globale dotato di un qualche senso.

              In effetti quello che stupisce sempre è come chiunque si senta in grado di entrare in discussioni filosofiche e persino teologiche, quando non si permetterebbe mai, invece, da perfetto profano di criticare un ingegnere per come ha costruito un ponte dal punto di vista tecnico.

              Spero non baserai decisioni importanti riguardanti il tuo ethos su giudizi così temerari e superficiali…

              • Emanuele ha detto in risposta a a-theòs=a-éthos

                …caro amico, hai ragione, ma purtroppo oggi bistrattano anche noi poveri ingegneri…

                • a-theòs=a-éthos ha detto in risposta a Emanuele

                  Ma almeno avete un lavoro e un stipendio adeguato, noi filosofi finiamo “discriminati” e ostracizzati, se non siamo dei Mancuso, che seguono la corrente della cultura più in voga… 🙁

                  • Emanuele ha detto in risposta a a-theòs=a-éthos

                    …stendiamo un velo pietoso sul mio “stipendio”, che è meglio…

                  • beppina ha detto in risposta a a-theòs=a-éthos

                    Ma almeno avete un lavoro e un stipendio adeguato…

                    Di quali ingegneri sta parlando?

                    … noi filosofi finiamo “discriminati” e ostracizzati, se non siamo dei Mancuso, che seguono la corrente della cultura più in voga…

                    Beh, ci vorrebbe altro che i (veri) filosofi o i (veri) teologi pensassero di speculare solo se adeguatamente “indirizzati” da valutazioni meramente economiche…

                  • Penultimo ha detto in risposta a a-theòs=a-éthos

                    E’ la tua condanna in quanto Filosofo piuttosto che sofista,non vendevano anche questi le loro prestazioni?”Venditori di immagini”.La menzogna forse fa più economia della verità,ma è un prezzo che non pagherei volentieri,non è nemmeno per un qualche motivo di alta morale,ma perchè penso che l’essere umano valga più del suo peso in oro.
                    E la dittatura dell’ignoranza di una frase venduta,e la disonestà della frase è ignoranza,di questa dittatura è meglio il giogo che esserne a capo,non c’è poi così tanto di vanto, in tale potere.

                    • a-theòs=a-éthos ha detto in risposta a Penultimo

                      Certo, infatti io ci sto rimettendo la carriera, per amore della verità sopra ogni cosa, però non è da considerarsi una condizione “normale”, bensì estremamente patologica.

                      I sofisti poi furono i primi veri “professionisti” della filosofia, ma perché furono i primi a uscire dallo schema: nobile o benestante = filosofo.

                    • Penultimo ha detto in risposta a Penultimo

                      Ma,non sò fintantochè sia anormale,dopotutto “l’onestà in economia” è al bando,in tal senso è comunque patologica.Secondo me i sofisti non sono nemmeno filosofi,salvo che al filosofo competano gli inganni linguistici,piuttosto che la ricerca anche delle virtù.Diciamo si professionisti nell’ingannare?

              • Ugo La Serra ha detto in risposta a a-theòs=a-éthos

                Riguardo l’ingengere, è il ponte a parlare per lui. Se regge, l’ingegnere è stato bravo. Se crolla no.
                Ma riguardo un teologo e/o una teologia e/o una religione come si fa?
                Il metodo ci sarebbe: ci si ammazza (non necessariamente per mano e/o volontà propria), si va all’altro mondo, e si vede come stanno effettivamente le cose. Ma è un metodo praticabile?

                • a-theòs=a-éthos ha detto in risposta a Ugo La Serra

                  Appunto, non conosci la filosofia e fai affermazioni filosofiche…

                  Come fai a negare le possibilità conoscitive di ciò che ignori? In altre parole come credi di avere il diritto di negare la possibilità che la filosofia sia una scienza, certo non identificabile con le scienze empiriche, e tuttavia valida?

                  La tua stessa etica è basata su ragioni filosofiche (buone o cattive), dunque il tuo stesso modo di vivere sconfessa il tuo pregiudiziale ostracismo…

                • Paolo Viti ha detto in risposta a Ugo La Serra

                  Eppure l’uomo approda a delle certezze morali, sulle quali basa la sua vita, senza alcuna dimostrazione scientifica. Mi sembrano davvero discorsi dell’800!

                  Le fede porta a certezze morali ben più solide di quelle scientifiche, tu sei seduto su una sedia perché hai piena fiducia che ti regga eppure non gli hai fatto alcun esame scientifico.

                  La fede è il metodo di conoscenza più affidabile che l’uomo ha, potrebbe benissimo vivere senza scienza ma non senza l’atto di fede. Infatti per fidarsi della verità della scienza occorre la fede.

                • manuzzo ha detto in risposta a Ugo La Serra

                  Guarda, in maniera molto semplicistica, ti posso dire che uno che si dichiara cristiano, ma poi dice tutto il contrario (soprattutto in campo etico) di quanto dice colui in cui il cristiano crede (altrimenti non può dirsi cristiano), ti posso dire che è meglio che fa il filosofo che l’ingegnere (non per denigrare i filosofi): vendendo l’incoerenza che tanto piace alla gente fa danni alle loro anime (danni che pagheranno nell’altro mondo però!), se Mancuso dovesse costruire dei ponti così come filosofeggia, li auto dovrebbero volare per evitare danni (e questo perché è così contraddittorio che negherebbe finanche la gravità terrestre!)

            • Fabio Moraldi ha detto in risposta a Ugo La Serra

              Ma perché deve essere assimilabile alla scienza per non essere una fantasia?

              Quante volte sei entrato in un laboratorio? Quante volte hai consultato la scienza prima di prendere una decisione sulla tua vita? Le tue stesse riflessioni in questi commenti sono filosofiche e non scientifiche, te ne sei reso conto?

              Quello che noto nei tuoi commenti, come sopra, è questa pretesa di superiorità delle materie scientifiche molto simile allo scientismo, ovvero la religione di chi ha come dogma la verità scientifica.

              Magari non è il tuo caso però è noto come ancora sia presente nelle società, nonostante il fallimentare periodo illuminista.

              • Ugo La Serra ha detto in risposta a Fabio Moraldi

                Quello che mi sorprende è la logica dogma/fuffa.

              • andrea g ha detto in risposta a Fabio Moraldi

                Hai ragione, è incredibile che le scienze si
                arroghino lo status di superiorità quando, in
                realtà, non fanno altro che spiegare una causa
                seconda con un’altra.
                Ma che cosa le cose “siano”: silenzio assordante.

            • enrico ha detto in risposta a Ugo La Serra

              @ Ugo La Serra

              Il soggetto della teologia è la Chiesa.
              Se invece il soggetto diventa la propria personale interpretazione, rifiutando o confutando dogmi e tradizione non si è più teologi ma liberi pensatori.

        • Ottavio ha detto in risposta a Ugo La Serra

          Per essere teologo, come per essere filosofo o scienziato, occorre seguire una certa impostazione epistemologica.

          La domanda vorrei ribaltarla: come fai a distinguere uno scienziato vero da uno falso?

        • andrea g ha detto in risposta a Ugo La Serra

          E allora?

          • andrea g ha detto in risposta a andrea g

            La Serra, x capire qualcosa (non solo di teologia)
            occorre approfondire le Parole di CRISTO:
            “se rimarrete nelle Mie Parole conoscerete la
            Verità, ed Essa vi renderà liberi”.
            Senza Cristo non si capisce nulla, ma proprio
            nulla: “IO sono la Luce del mondo; chi è con
            ME non cammina nelle tenebre”.

    • Emanuele ha detto in risposta a Ugo La Serra

      …Io ho una tecnica “tutta mia”: leggo quello che dicono i teologi poi apro la Bibbia e il catechismo… se torna tutto sono bravi, altrimenti ciarlatani.

      Ad esempio prendo Mancuso:

      «il segreto della vita in tutte le sue dimensioni è l’equilibrio, e l’etica non è altro che l’equilibrio esercitato tra persone responsabili»

      poi apro il Vangelo e leggo:

      Chi dunque mi riconoscerà davanti agli uomini, anch’io lo riconoscerò davanti al Padre mio che è nei cieli;

      chi invece mi rinnegherà davanti agli uomini, anch’io lo rinnegherò davanti al Padre mio che è nei cieli.

      Non crediate che io sia venuto a portare pace sulla terra; non sono venuto a portare pace, ma una spada.

      Sono venuto infatti a separare
      il figlio dal padre, la figlia dalla madre,
      la nuora dalla suocera:

      e i nemici dell’uomo saranno quelli della sua casa.
      Rinnegarsi per seguire Gesù

      ama il padre o la madre più di me non è degno di me; chi ama il figlio o la figlia più di me non è degno di me;

      chi non prende la sua croce e non mi segue, non è degno di me.

      Chi avrà trovato la sua vita, la perderà: e chi avrà perduto la sua vita per causa mia, la troverà.” (Mt 10, 32-39)

      …non leggo di equilibrismi, anzi… Conclusione: Mancuso ha sbagliato.

      Come vedi è molto semplice…

      • a-theòs=a-éthos ha detto in risposta a Emanuele

        Sì, ma non dimenticarti il Catechismo, altrimenti proponi un metodo perfettamente protestante: sola Scriptura.

        • Emanuele ha detto in risposta a a-theòs=a-éthos

          …no, no, Dio mi scampi!… l’ho detto fin dall’inizio del commento…

          …e che conosco abbastanza bene la Scrittura, per questo ho citato un passo del Vangelo. Ho ceduto alla pigrizia mentale di cercare anche l’articolo giusto del Catechismo… mea culpa…

      • Ugo La Serra ha detto in risposta a Emanuele

        Così è pura critica letteraria, cioè rispondenza a testi scritti da altri.

        • Emanuele ha detto in risposta a Ugo La Serra

          …Scritti da altri, ispirati da Dio… ho riportato le parole di Cristo.

          Se non c’è corrispondenza con gli insegnamenti di Cristo si discute sul nulla. Ti ricordo che noi siamo Cristiani e basiamo TUTTA la nostra fede sulle Scritture e sulla tradizione…

          …peraltro non ho fatto nessuna critica letteraria, ho solo citato un passo biblico.

        • Paolo Viti ha detto in risposta a Ugo La Serra

          Emanuele ti sta dando risposte molto corrette! La teologia ha senso se Dio esiste, se Cristo esiste…devi cercare di entrare in questo ordine di idee, anche se non credi in Dio prova a fare finta di crederci e capirai le risposte alle tue domande.

  2. Michele Silvi ha detto

    Pure Enzo Bianchi… 😀

  3. Livio ha detto

    Mancuso è un filosofo, non tratta di teologia, le poche volte che l’ho sentito parlare oppure letto qualcosa, si lascia andare solo a disquisizioni filosofiche.

  4. Andrea. ha detto

    Concordo al 100% con tutti i pareri esposti. Oggettivamente, Mancuso può definirsi un pensatore liberal con qualche sfumatura Cristianeggiante, ma la sua non è certo Teologia…

    Tra l’altro finora pensavo che fosse vicino più al libertinismo latamente marxiano del ’68, ma letti certi passi riportati nei links ho capito che le accuse di gnosticismo e panteismo che gli sono state mosse dai Teologi Cattolici sono fondatissime.

  5. Ottavio ha detto

    Anch’io concordo con tutti, mons. Livi mi ha tolto le parole di bocca:

    Uno può dire quello che vuole, “Ma se uno si presenta come teologo cattolico deve stare a certe regole, logiche ed epistemolgiche”.

  6. Gigi57 ha detto

    La teologia cattolica (specifichiamolo, dato che è questo che si contesta a Mancuso) non “ricerca” la verità ma “indaga” su di essa, data per certa e acquisita e fondata sull’evento Gesù Cristo morto e risorto.

  7. Vito Mancuso ha il merito di dire quello che tanti cristiani cattolici pensano da sempre su vari aspetti della Chiesa e del rapporto tra fede e ragione. Non va messo al rogo come ai tempi della Santa Inquisizione, ma le sue valutazioni devono servire da stimolo per miglirore e migliorarci. Il confronto di idee diverse è solo positivo.

    • Paolo Viti ha detto in risposta a giuseppe corraducci

      Non credo sia un merito obiettare al Magistero della Chiesa, anzi facendolo ci si esclude da soli dal cattolicesimo (indipendentemente da quello che ci si sente essere).

      Il cristiano non ha il compito di modificare o migliorare il Magistero della Chiesa, ma quello di seguirlo, di farlo proprio e di applicarlo. Se si pensa di essere troppo sapienti e adulti per stare ad ascoltare il Papa, allora la porta è sempre stata aperta…a patto che non ci si faccia chiamare teologi cattolici.

    • Kosmo ha detto in risposta a giuseppe corraducci

      immagino che tu abbia fatto un sondaggio abbastanza approfondito sui milioni di cristiani cattolici e che essi ti abbiano eletto a loro portavoce per avere una tale sicumera.

    • domenicotis ha detto in risposta a giuseppe corraducci

      “…..quello che tanti cristiani cattolici pensano da sempre…”

      Io non lo penso, ora posso criticare Mancuso o è lesa maestà?

    • Azaria ha detto in risposta a giuseppe corraducci

      Non va messo al rogo come ai tempi della Santa Inquisizione
      Vado un po’ OT, ma prima di parlare di inquisizione mi leggerei qualcosa sulla leggenda nera a riguardo. Le inquisizioni che mandavano al rogo chi non la pensava come gli inquisitori NON erano quelle cattoliche, ma principalmente i tribunali laici (e qualche volta qualche inquisizione protestante).

  8. EquesFidus ha detto

    Mancuso è soltanto un eresiarca, l’ultimo della lunga schiera di gnostici e pseudo-cattolici che ammorbano la cristianità dal II secolo ad oggi. Non ha né la provocatorietà di Kung né la benché minima voglia di staccarsi dalla Chiesa come fecero i suoi predecessori del II-V secolo d.C. Anzi, il Nostro è ben felice di sguazzare nell’anticlericalume fumoso e tipicamente italiano, basato sulla strategia di dichiararsi cattolico ma poi, nei fatti, di combattere tutto ciò che è cattolico (dogmi, Traditio, gerarchia ecc…) e diventare così un portabandiera del progressismo più becero e politicizzato. Le sue tesi, imperfette e gnostiche, le ha già smontate un grande teologo (per davvero, altro che Kung, Lutero e discepoli) nel III secolo, ovverosia Sant’Ireneo da Lione. Ma si sa, la ruota gira sempre (basti vedere come pressoché tutto il protestantesimo contemporaneo abbia, direttamente o indirettamente, elementi gnostici). Inoltre, faccio notare che Mancuso è un ex prete, pertanto è ovvio che combatta l’istituzione che odia. Datemi retta, se volete dei veri Teologi (con la T maiuscola) ci sono San Tommaso, Sant’Ireneo e mille altri; gli gnostici gli lascio al IV secolo ed alla loro eresia fallimentare.

    • EquesFidus ha detto in risposta a EquesFidus

      Tra parentesi, citare l’autoeletto priore della Comunità ecumenica (non cattolcia, ecumenica, qualsiasi cosa voglia dire) di Bose Enzo Bianchi come oppositore di Mancuso sottolinea l’ironia della vita, dato che si tratta anche lui di un personaggio quantomeno controverso e più vicino al sincretismo che all’ecumenismo.

      • Alberto ha detto in risposta a EquesFidus

        Cmq tra Enzo Bianchi e Mancuso, meglio il primo.
        Ma a parte questo, perché dobbiamo occuparci sempre di Mancuso? Lasciamolo perdere, confutare le sue tesi è come sparare sulla croce rossa.

        • EquesFidus ha detto in risposta a Alberto

          Perché purtroppo la gente prende il Bianchi e Mancuso come modelli di vita cristiana, quando non è così: il primo scade spesso nell’arianesimo e nel sincretismo, il secondo è uno gnostico.

          • Emanuele ha detto in risposta a EquesFidus

            …bravo, non sono pericoli da sottovalutare… a furia di prendere sotto gamba tutti questi personaggi (ai quali aggiungo Don Gallo & Co.) la Chiesa sta cadendo a pezzi…

    • Woody85 ha detto in risposta a EquesFidus

      La cosa che più mi stupisce è che nella storia, se ci pensiamo, i più grandi nemici della Chiesa sono stati ex preti o ex seminaristi. Chi butta via la vocazione rimane dannato per sempre, ovvero infelice.

  9. Phi ha detto

    Quando un dogma diventa motivo di separazione tra cristiani, allora è bene prendere quel dogma e farlo a pezzi.

    • Paolo Viti ha detto in risposta a Phi

      E se sono i cristiani, ormai troppo immaturi nella ragione e troppo conformati alla mentalità del mondo, a sbagliare? Gesù ha creato separazione tra gli ebrei, è giusto che sia stato “fatto a pezzi”?

      Se il dogma divide vuol dire che alcuni non credono più all’autorità della tradizione apostolica, dunque si autoescludono dalla Chiesa. Chi rifiuta il dogma è perché pensa di essere lui il Pastore della Chiesa, è bene che attraversi quella porta che è sempre stata aperta.

    • Kosmo ha detto in risposta a Phi

      Scusa la domanda, ma sei protestante (giusto per sapere)?
      E cosa proponi tu? Una melassa indistinta di precetti più o meno religiosi, talmente blandi che non diano fastidio a nessuno e che facilitino l’unico dogma che a certi interessa, l’ “ecumenismo” all’ennesima potenza?
      Proponi la Teosofia, alla fine?

    • EquesFidus ha detto in risposta a Phi

      Peccato che il dogma esista proprio per mettere fine ad una discussione teologica, altro che per seminare discordia. Discordia la seminano coloro che, come te, queste cose non le sanno ed optano per discorsi indistinti e vuoti, esattamente come Mancuso. Casomai, è bene capire cosa signficano i dogmi e la ratio dietro di essi, cosa che ben pochi (soprattutto al difuori della Chiesa) si prendono la briga di fare.

  10. Phi ha detto

    Paolo, scegli tu, se vuoi entrare o restare nella tua Chiesa o se vuoi entrare nel Regno di Dio.

    • Kosmo ha detto in risposta a Phi

      Preferiamo la Chiesa di Cristo ad una qualunque chiesa fai-da-te.

      • Phi ha detto in risposta a Kosmo

        Chiesa di Cristo: http://it.wikipedia.org/wiki/Chiesa_di_Cristo ? A ognuno le proprie scelte.

        • EquesFidus ha detto in risposta a Phi

          E cos’è questa benedetta Chiesa di Cristo se non quella da lui stesso fondata? Soprattutto, a quale cristianesimo primitivo vi rifate: quello di Efeso? Quello di Rodi? Quello di Roma? Questi archeologismi lasciano il tempo che trovano, tralasciando inoltre il fatto che ogni eresia dal II secolo ad oggi si vanta di incarnare questa fantomatica “Chiesa delle origini”, eliminando però Magisterium e Traditio ed entrando in cortocircuiti ermeneutici devastanti e totali; questo senza contare la totale diversità di vedute nel microcosmo protestante, prova chiara ed evindete che il Sola Scriptura è viziato alla radice dato che la Bibbia, come ogni testo, non è in sé e per sé autoevidente.Inoltre quel che abbiamo del cristianesimo del I-II secolo cozza allegramente con buona parte della dottrina evangelico-protestante, che soffre di pesanti influenze gnostiche.
          Ti ringrazio, io la mia scelta l’ho già fatta, ed è quella della Chiesa cattolica ed apostolica.

    • EquesFidus ha detto in risposta a Phi

      Esatto, infatti non sta forse scritto:
      “Rispose Simon Pietro: «Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente». 17 E Gesù: «Beato te, Simone figlio di Giona, perché né la carne né il sangue te l’hanno rivelato, ma il Padre mio che sta nei cieli. 18 E io ti dico: Tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia chiesa e le porte degli inferi non prevarranno contro di essa. 19 A te darò le chiavi del regno dei cieli, e tutto ciò che legherai sulla terra sarà legato nei cieli, e tutto ciò che scioglierai sulla terra sarà sciolto nei cieli».” (vangelo secondo San Matteo 16, 16-19)
      Io voglio entrare nel Regno di Dio restando nella Chiesa, in cui il successore di Pietro conferma nella fede gli altri cristiani. Di questi ragionamenti tesi a convertire i cattolici all’eresia ne faccio volentieri a meno.

    • Paolo Viti ha detto in risposta a Phi

      Perché scindi la Chiesa cattolica dal Regno di Dio?

      Probabilmente non sei cattolico. Ma allora non capisco come possa disturbarti un dogma cattolico, cioè non capisco questa “invasione di campo” (scusami il termine).

      • Phi ha detto in risposta a Paolo Viti

        E’ Gesù che parla di Regno di Dio o Regno dei cieli. Io non l’ho mai sentito parlare di Chiesa cattolica e nemmeno di altre chiese, ma solo di chiesa. La Chiesa è Una, Santa, Cattolica e Apostolica. Capisci? Te lo ripeto: LA CHIESA E’ UNA. Non ci possono essere due chiese.

        Ti ripeto la domanda: Tu preferisci entrare o restare nella tua Chiesa oppure preferisci entrare o restare nel Regno di Dio ???

        • Emanuele ha detto in risposta a Phi

          Tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia chiesa

          Secondo te a cosa si riferiva? A San Pietro a Roma o al Regno? Quindi chiedere ad uno se preferisce restare nella Chiesa o nel Regno non ha senso poiché sono la stessa cosa…

          La Chiesa è certamente Una, Cattolica ed Apostolica… non esistono due Chiese. Ma, seguendo il tuo ragionamento i Testimoni di Geova o qualunque altra setta pseudo-cristiana fa parte della Chiesa, giusto.

          Per essere cristiana non basta dirsi tali (ti sbagli con pastafarianesimo) ma si deve fare quello che ha detto Gesù:

          Non chiunque mi dice: Signore, Signore, entrerà nel regno dei cieli, ma colui che fa la volontà del Padre mio che è nei cieli.
          Molti mi diranno in quel giorno: Signore, Signore, non abbiamo noi profetato nel tuo nome e cacciato demòni nel tuo nome e compiuto molti miracoli nel tuo nome?
          Io però dichiarerò loro: Non vi ho mai conosciuti; allontanatevi da me, voi operatori di iniquità.
          ” (Mt 7, 21-23)

          …mi pare abbastanza chiaro.

        • domenicotis ha detto in risposta a Phi

          Tu credi nella Chiesa fondata da Gesù ma non negli insegnamenti della Chiesa fondata da Gesù. Non fa una piega. Sì sì è protestante 🙂

        • Paolo Viti ha detto in risposta a Phi

          La Chiesa è certamente Una, le altre chiese (come quelle protestanti) sono nate successivamente per emancipazione dall’unica che c’era, non a caso oggi tantissimi anglicani dicono di stare “ritornando a casa”, lo stesso di molti protestanti.

          Non esiste una chiesa protestante perché Lutero voleva soltanto migliorare l’unica Chiesa cristiana, quella cattolica. I suoi seguaci lo hanno male interpretato.

          Il regno di Dio coincide con la Chiesa guidata ancora oggi dal successore di Pietro, papa Francesco. Questa è l’unica che esiste, fondata da Gesù Cristo, come dici giustamente tu. Non c’è alcuna scelta da fare.

          E tu? Qual è la tua scelta? Con la Chiesa e il Regno di Dio o fuori dalla Chiesa e quindi fuori dal regno di Dio?

  11. Phi ha detto

    Kosmo, sono cristiano, il di più viene dal maligno.

    • domenicotis ha detto in risposta a Phi

      Ok, è protestante 🙂

      • Kosmo ha detto in risposta a domenicotis

        questo spiega anche molto dei suoi precedenti commenti.

      • Phi ha detto in risposta a domenicotis

        La parola “protestante” non mi è mai piaciuta. Io sono cristiano, perché credo in Gesù.

        • Paolo Viti ha detto in risposta a Phi

          Se credi in Gesù devi anche credere a quando Gesù ha espressamente fondato la sua Chiesa: “E io ti dico: Tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia chiesa e le porte degli inferi non prevarranno contro di essa”.

          Perché tagliare questa parte del Vangelo? Forse crediamo solo a ciò che ci fa comodo e togliamo il resto?

  12. Uomo qualunque ha detto

    Mancuso, e molti teologi più o meno allineati che scrivono libri da classifica, lo fanno per sbarcare il lunario. Un lavoro come un altro, in fondo. Pastura per chi ci crede, e per chi si allinea alle diverse fronde della teologia che spazia dall’allineato completo e al fuori del tutto da sempre. De Mello insegna.

    • Andrea. ha detto in risposta a Uomo qualunque

      Il problema è che la gente abbocca facilmente a quanto scriva e poi magari si sente pure autorizzata ad essere di fatto “Cristiana-ma-atea” (Cristiana di credenza, ma atea quanto ad Etica).

  13. Luigi Pavone ha detto

    Povero Mancuso, mi sento di spezzare una lancia a suo favore… fatto.

    ps. Ugo la serra dice cose piuttosto sensate e il suo commento mi sembra in.

    • Fabio Moraldi ha detto in risposta a Luigi Pavone

      🙂

      Ugo la serra è rock!

    • a-theòs=a-éthos ha detto in risposta a Luigi Pavone

      E te pareva…

      • Luigi Pavone ha detto in risposta a a-theòs=a-éthos

        Mi pare che la questione del metodo sia centrale.

        • a-theòs=a-éthos ha detto in risposta a Luigi Pavone

          Mancuso avrebbe un metodo degno di stima?

          • Luigi Pavone ha detto in risposta a a-theòs=a-éthos

            Ho letto sopra i tuoi commenti. La questione non è soltanto quella di precisare un metodo. Una volta precisato il metodo della teologia cattolica, le teologie non-cattoliche sono quelle che hanno metodi alternativi. Qui invece si dice che Mancuso è un FALSO teologo, mentre quegli altri sono VERI teologi. Per scomodare il “vero” e il “falso” occorrerebbe un supplemento di riflessioni intorno al metodo. Dubito fortemente che un tale supplemento di riflessioni possa cancellare la violenza nell’uso di quelle categorie, almeno nella misura in cui esse sono utilizzate con valore universale.

            • a-theòs=a-éthos ha detto in risposta a Luigi Pavone

              Distinguere il vero dal falso corrisponde a “violenza” moralmente condannabile secondo te?

              • Luigi Pavone ha detto in risposta a a-theòs=a-éthos

                Chiamare “vero” ciò che non siamo universalmente giustificati a chiamare così, questa è violenza, condannabile anche — perché no? — in sede morale.

                • a-theòs=a-éthos ha detto in risposta a Luigi Pavone

                  Se intendi dire che sia impossibile dichiarare “universalmente vera” una qualsiasi teologia (intesa come “doctrina sacra”), in primo luogo facevi prima a dirlo subito e in secondo luogo vorrei che spiegassi per quale motivo. Mi pare tu abbia già detto di non essere ateo.

  14. Alcor Vega ha detto

    Caro Ugo anche Io a suo tempo mi ponevo le tue domande ,le risposte me le hanno date i vari padri della chiesa in effetti se dai uno sguardo ai vari padri della chiesa tipo Agostino ,Tommaso l’aquinate ,Anselmo d aosta ecc troverai un ragionamento logico disarmante specie in Anselmo troverai anche una prova ontologica Dell esistenza di Dio formidabile, i ragionamenti che fanno sono chiari concisi e sopratutto llogici, in Mancuso invece si denota un no senso logico anzi un piegare quasi le scritture a favore di certe teorie molte delle quali senza nemmeno evidenze scientifiche

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