Il ginecologo Semprini: «gravidanza in tarda età? Rischi anche per il bimbo»

Un altro medico ha preso recentemente posizione contro la gravidanza in tarda età. Si tratta di Augusto Enrico Semprini, ginecologo e immunologo riproduttivo, il quale intervistato da Il Corriere della Sera -dopo aver spiegato cosa sia la crioconservazione e l’ovodonazione, ha dichiarato: «Con la scienza oggi le donne possono sfidare i limiti biologici imposti dalla Natura […]. Con il trasferimento di due embrioni la probabilità di restare incinta può arrivare al 60%, con un embrione solo al 30-40% […]. Certamente per le donne sarebbe meglio avere una gravidanza prima dei quarant’anni, per non dire prima dei trenta».

Non è detto che tutto quello che le tecniche scientifiche permettono di fare si debba fare, commenta saggiamente l’articolista Simona Ravizza. Anche perché il parto al crescere dell’età diventa più pericoloso sia per la salute della donna sia per quella del figlio: «I rischi ci sono. Il problema sono soprattutto le gravidanze gemellari con cui si concludono spesso le cure anti-sterilità. Per le madri aumenta di dieci volte il pericolo di ammalarsi di diabete e ipertensione; per i bimbi la mortalità perinatale cresce esponenzialmente, lo stesso il rischio di nascere prematuri».

Queste sono le possibili conseguenze dirette. O forse è meglio chiamarlo capriccio, perché altro non si può chiamare la dittatura-desiderio di voler diventare genitori a 50 anni, ignorando totalmente i diritti del figlio a non rimanere orfano in tenera età e ad avere due genitori sani e forti durante la sua crescita. In Ultimissima 22/9/11 citavamo il racconto di un figlio che ha avuto la disgrazia -lo descrive lui stesso- di essere cresciuto con due genitori-nonni. Donare la vita è sempre una cosa bellissima (se lo si fa secondo metodi naturali), ma occorre capire se si è veramente nella condizione di fare un regalo adeguato.

Il giurista Alberto Gambino, intervistato da Avvenire, lo dice chiaramente difendendo la legge italiana: «Nel nostro ordinamento si tutela il diritto inalienabile del nascituro di avere una famiglia biologicamente armonica, proprio perché la funzione dei genitori cambia a seconda dell’età. Diventa una lesione del diritto del bambino, dell’adolescente, avere in modo preordinato dei genitori che non hanno un’età biologica conforme al loro ruolo all’interno della famiglia».

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18 commenti a Il ginecologo Semprini: «gravidanza in tarda età? Rischi anche per il bimbo»

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  1. Hugo ha detto

    La cosa che più innervosisce è che i promotori dell’autodeterminazione del desiderio-dittatura come si dice spostano tutto sul sentimento e sulle eccezioni: “ma che male c’è ad amare un bambino quando si è anziani” oppure “ci sono anziani molto più in gamba di giovani” ecc…

  2. Leonardo Paolo Minniti ha detto

    Ma il presunto diritto delle donne ad avere un figlio quando pare a loro non è forse una battaglia laicista? E perché il Corrierone si schiera contro?

    • Laura ha detto in risposta a Leonardo Paolo Minniti

      No dai, il Corriere è politicamente gay-friendly, anche perché è obbligato a farlo, ma non è laicista. Fra gli editorialisti ha Messori e Cazzullo, due grandi cattolici, per esempio. E’ solitamente molto equilibrato nei giudizi (oltre che sull’argomento omosessualità). I quotidiani laicisti sono ben altri!

  3. Maffo ha detto

    Mi piace che l’opposizione verta sul “diritto” (in questo caso dei figli), parolina magica oggi strumentalizzata a destra e manca.

  4. Chiamata ha detto

    Penso che questi argomenti non andrebbero neanche spiegati. Ritengo che i rischi per i bambini nelle gravidanze in tarda età siano abbastanza evidenti anche senza approfondimenti scientifici. Quando il figlio avrà 10 anni e vorrà correre e giocare con la madre e questa non potrà perchè troppo vecchia, quando il figlio vedrà sua madre morire di vecchiaia prima di finire l’università, con tutto quello che ne consegue. ecc ecc ecc…questi per me sono i rischi per i bambini.

    • Viola ha detto in risposta a Chiamata

      Già, oltre ovviamente ai rischi per la nascita. Purtroppo desiderare una cosa oggi significa ottenerla a qualsiasi costo. La nota “dittatura del desiderio”..

  5. Gennaro ha detto

    Ma perché solo la Chiesa difende i diritti dei bambini?

    • Alessandra ha detto in risposta a Gennaro

      per il semplice fatto che i bambini non votano. O semplicemente non hanno niente da dare in cambio oltre che loro stessi (ma per molti non è un guadagno)

      • GiuliaM ha detto in risposta a Alessandra

        Si può guadagnare anche sui bambini, basta vedere quanta pubblicità di cose costose e spesso inutili mandano in televisione. E poi i bambini saranno dei futuri consumatori autonomi economicamente, quindi vengono anche loro indottrinati a soddisfare i propri capricci senza pensare alle conseguenze.
        Secondo me il centro della questione è soddisfare l’egoismo dei genitori, se poi il bambino nasce tanto meglio, è un consumatore/votante in più nel futuro.

    • stefan@ ha detto in risposta a Gennaro

      Ah, quindi dire che un bambino in determinate condizioni è meglio che non nasca significa difendere i suoi diritti…

      • Jack ha detto in risposta a stefan@

        Significa semplicemente che se due genitori non sono adeguati per avere un figlio è meglio che non lo concepiscano nemmeno. Altrimenti diventa un incubo la vita e non un dono.

  6. Ercole ha detto

    Gambino ha spiegato, sempre ottimamente, perché la nostra Costituzione ci salva dall’Europa: http://www.scienzaevita.org/rassegne/d31801c9266d6a67fc319752bc52c67b.pdf

  7. a-ateo ha detto

    Anche su questa questione esiste un soggetto debole (il bambino che nasce) e soggetti forti (in genere anziani che si vogliono togliere lo sfizio di un bimbo che gli allieti il tratto discendente della propria vita.).
    Il cristiano si schiera d’istinto a favore di non ha neanche voce, mentre l’ignobile, enfatizzando il concetto di diritto individuale, si schiererà, piedi nella melma e occhi puntati sulla stella della libertà, a favore del soggetto più forte.
    I diritti di ognuno terminano dove iniziano i diritti degli altri e hanno come contrappeso i doveri inerenti.
    Mai sui blog atei ho visto l’analisi del confine dei diritti di cui si parla, ancor meno ho letto mai la parola “dovere”…
    Il diritto di avere un figlio si accompagna al dovere di accudirlo, educarlo e crescerlo: bisogna avere le energie necessarie, quindi.
    Il diritto ad avere un bambino da crescere si accompagna al diritto del bambino ad avere genitori con una età tale da portarlo serenamente a una età adulta.

  8. StefanoPed ha detto

    Alcuni spunti, scientifici, di riflessione (mi dispiace che alcuni dei link che vi riporterò di seguito vi rimandino soltanto ad abstract in inglese di lavori scientifici ma, come spiegato anche in altre occasioni, per motivi di copyright non posso linkarvi agli articoli in estenso) sulle problematiche cui vanno incontro madri e figli in occasione di gravidanze e parti in età materna avanzata.

    Interessanti anche tre lavori (questi in estenso; avrei potuto indicarvene anche altri ma non voglio tediarvi con la lettura di lavori scientifici in Inglese) sulla relazione esistente tra età avanzata paterna (e materna) e rischio di autismo nei figli.

    Tralascio link ad articoli che mettono chiaramente in relazione un aumento del rischio di malattie genetiche (solo per fare un esempio la trisomia 21 o Sindrome di Down) e sindromi malformative con l’aumentare dell’età genitoriale (e soprattutto materna) al momento della fecondazione e della gravidanza. Non ve li riporto solo perché credo siano fatti noti a tutti; così come è noto a tutti che è proprio alla inconfutabilità di questa correlazione che si deve la messa a punto di indagini diagnostiche in gravidanza per la predizione del rischio nelle donne oltre una certa età.

    Sui rischi per madre e neonato di una prima gravidanza tardiva si può fare riferimento ad esempio ai seguenti lavori:

    http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/21912003, dove si conclude che “The elderly primigravidae are at increased risk of preterm, macrosomic, and caesarean deliveries compared to their younger primigravid counterparts.”

    Un altro lavoro interessante che potete trovare qui, http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/11327090, mette in evidenza come “Nulliparous women age 40 or over have a higher risk of operative delivery than do younger nulliparous women. This increase occurs in spite of lower birth weight and gestational age and may be explained by the increase incidence of obstetric complications.”

    O ancora, in questo lavoro, http://www.em-consulte.com/showarticlefile/115144/index.pdf, le conclusioni cui arrivano gli autori sono che “Pregnancy at age 40 and over is associated with high rates of obstetrical complications, cesarean sections and operative vaginal deliveries, emphasizing the importance of rigorous antenatal care.”

    Si veda anche http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/19822268 dove lo studio di primipare oltre i 44 anni di età ha dimostrato “a significant increased incidence of cesarean section, pregnancy-induced hypertension, gestational diabetes, and perinatal mortality. There also appears to be different rates of maternal complications depending on mode of conception with assisted reproductive technology conferring a higher risk in this population.”

    Tre interessanti lavori sul rischio aumentato di autismo nei figli di genitori maschi e femmine anziani sono i seguenti:

    1. http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/21116277, dove una metanalisi di diversi studi “demonstrated advancing paternal age association with increased risk of autism across studies. These findings provide the strongest evidence to date that advanced paternal age is a risk factor for autism in the offspring. Possible biological mechanisms include de novo aberration and mutations or epigenetic alterations associated with aging.”;

    2. http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC3040743/pdf/pone.0016715.pdf che segnala l’associazione tra età paterna avanzata, mutazioni genetiche e aumento del rischio di autismo nella discendenza;

    3. http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC2638544/pdf/kwn250.pdf che mette in relazione con l’avanzata età materna oltre che paterna l’aumento del rischio di avere un figlio con autismo.

    Ma qualcuno li avrà fatti presenti questi rischi a questi genitori?

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