Padre a 76 anni: «un atto d’amore». Ma non verso quel bimbo.

“Non è mai troppo tardi”. No, a 80 anni è tardi. Siamo certi che l’emozione della genitorialità sarà indimenticabile, ma con che diritto negare ai figli l’assistenza necessaria, fisica e mentale, che delle persone anziane non possono naturalmente garantire? «Ho dovuto costruirmi un futuro con genitori ormai anziani», ha raccontato ad esempio un figlio dei cosiddetti “genitori-nonni”. «Non è stato piacevole barcamenandosi tra pannoloni, medicine e colloqui di lavoro».

Il caso è quello dell’annuncio della nascita, il 16 agosto scorso, del figlio dell’antropologo Massimo Canevacci, padre all’età di 76 anni. «Mi sono commosso. Vedi questo esserino delicato, che dorme… Mi ha dato un senso del sacro, della vita che va difesa in ogni momento: un’esperienza di quello che dovrebbe essere l’umanesimo». Non lo mettiamo in dubbio, sono esperienze uniche. Ma nell’intervista non appare mai una riflessione sul futuro di questo bambino. Se non una frase raggelante: «Un bambino ha bisogno di due figure genitoriali che lo accompagnino e io vorrei essergli accanto a lungo, vivere con lui tutte le avventure. So che non sarà possibile, ma la riflessione che mi ha spinto ad accettare è che Sheila (45 anni) potrà mantenere un rapporto con lui non solo attraverso il mio ricordo, ma attraverso l’ esperienza fondamentale di un rapporto d’ amore costruito giorno per giorno».

C’è dunque la consapevolezza di aver messo al mondo, tramite tecniche d’induzione della gravidanza, un bambino quasi orfano. Tanto poi, si dice, ci penserà la madre. «E’ stato un grande atto d’amore verso la donna che amo», ha affermato Canevacci. Beh, non proprio. E tanto meno è amore quello verso questo bambino, che quando nel pieno della sua infanzia vorrà correre, essere rincorso, giocare e saltare si troverà un padre di 90 anni. La medicina deve rispettare la biologia. Sono molti gli esperti contrari alle mamme-nonne, sia per gli alti rischi che per la difficoltà nel gestire un neonato ad una certa età (notti insonni ecc.), ma lo stesso discorso vale anche per il padre, figura non meno indispensabile.

«Avete presente cosa significhi essere adolescenti con genitori ultrasessantenni, incapaci di capire i loro figli?», ha domandato ancora Paolo B., figlio di genitori non più giovanissimi, di 51 e 42 anni. «A 45 anni sono ancora vincolato all’assistenza di genitori-nonni ormai di 96 e 87 anni, con la prospettiva di dover rinunciare a farmi una famiglia per non diventare a mia volta un genitore-nonno. Sarebbe ora che la si smettesse di considerare i figli come un diritto assoluto dei genitori, ignorando il loro diritto ad avere una famiglia “normale”, e che si imparasse a rispettare i limiti dettati da Madre Natura, che evidentemente non esistono per caso».

La redazione

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12 commenti a Padre a 76 anni: «un atto d’amore». Ma non verso quel bimbo.

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  1. giuliano ha detto

    Quando non c’é controllo del proprio egoismo c’é solo amore fine a se stesso, probabilmente non produttivo anche in contoterzi. Auguri di buona prosecuzione alla coppia comunque, e ogni cosa buona nel futuro del bambino.

    • extra ha detto in risposta a giuliano

      Nel frattempo frittata e fata, e sono sempre innocenti che pagano.

      Va ben, in fin dei conti è la sofferenza dei innocenti che ha valore nei occhi di Dio che è la Suprema Innocenza. La sofferenza delle cache egoiste non vale nulla, se non per giustificare le loro porcherie.

  2. alessandro pendesini ha detto

    «E’ stato un grande atto d’amore verso la donna che amo», ha affermato Canevacci…..Dice l’articolo

    L’amore è una parola che mente continuamente tutto il giorno. Paradossalmente questa menzogna viene accettata, con la lacrima negli occhi, senza discussione, da tutte le persone, o quasi….

    Detto questo a Cavenacci rispondo senza nessuna esitazione –e senza escludere la donna « amata »- che il suo atto da lui preteso « d’amore » non è altro che egocentrismo !
    Mettere al mondo dei figli in condizione simili, non è una prova « d’amore » verso i figli, bensi di egoismo triviale, ma a volte anche una forma sofisticata e subdola di mascherare il proprio egoismo !

    Una domanda tanto per sapere :
    Cavenacci e compagna sono atei o cristiani eventualmente cattolici ?

    • Klaud ha detto in risposta a alessandro pendesini

      **… Una domanda tanto per sapere :
      Cavenacci e compagna sono atei o cristiani eventualmente cattolici ?
      …**

      È la stessa domanda che mi sono posto anch’io.

      Altra domanda: tutto quanto esposto nell’articolo come si concilia con la direttiva della chiesa sul mantenere in vita i nascituri che si sanno certamente destinati a una ‘vita’ insostenibile? Per l’esclusivo bene del bambino?

      Peraltro sono d’accordo in linea di principio, ma non essendo questi casi così numerosi, mi è parso di cattivo gusto indicare una specifica persona.
      In definitiva si dice di non fare figli dai 35 anni perché genitori cinquantacinquenni sono degli alieni per dei ventenni… ma questo è sempre successo.
      Al giovinotto che recrimina per i pannoloni che deve cambiare a suo panonno, si deve ricordare di quando lo cambiava e lo manteneva lui. È la roulette della vita…

      • Gennaro ha detto in risposta a Klaud

        Dove sarebbe tale direttiva della Chiesa ne l mantenere in vita i neonati dalla vita insostenibile??

        Dici che “questo è sempre successo”. In realtà no, solo da pochi anni la tecnica permette agli 80enni di diventare padri. E non c’è solo un problema di alienazione rispetto alle differenti generazioni ma anche di impossibilità a garantire l’attenzione necessaria e, oltretutto, l’alto rischio di far nascere degli orfani entro pochi anni (lunga vita all’antropologo in questione, ovviamente!).

        Che differenza fa la posizione religiosa di Canevacci?

        • Klaud ha detto in risposta a Gennaro

          La chiesa ammette l’aborto dei feti malformati?
          Non faccio differenze tra tipi di fecondazione in coppie attempate, essendo sostanzialmente contrario.
          Canevacci non è il primo, quindi perché proprio lui?

      • alessandro pendesini ha detto in risposta a Klaud

        Klaud
        Ritengo che avere un figlio all’età di 76 anni non mi sembra tanto giudizioso per l’inevitabile futuro del bambino.
        Tra 4 anni il padre avra 80 anni (e spero che campi anche oltre, pur sapendo che -statisticamente- le probabilità non sono alte….) e il bambino 4 !
        Quindi mi chiedo come potrebbe occuparsene adeguatamente -premesso che la salute del padre non abbia acciacchi- e rispondere alle sue esigenze ad esempio giocando al pallone, andare a spasso, in bicicletta o nuoto ecc…?
        E quando il figlio avrà 14 anni e il padre 90, cosa potremmo sperare di concreto sia pure anche con la migliore volontà del mondo ?

  3. Tiziana ha detto

    Aver forzato la gravidanza costituisce l’atto egoistico del figlio a tutti i costi. Personalmente ritengo per esperienza personale che nulla è impossibile a Dio, mi sono sposata a quasi 39 anni io e quasi 47 mio marito..un mese prima di compiere 40 anni ho partorito la prima figlia e 7 giorni prima di compierne 42 il secondo figlio. Perciò non condivido la testimonianza della seconda parte dell’articolo perché è un’accusa oggettiva, mentre la crescita in autonomia è meramente una questione soggettiva

    • Gennaro ha detto in risposta a Tiziana

      Credo che un giudizio critico sia riguardo a gravidanze dopo i 55-60 anni (si parla infatti di genitori-nonni), anche considerando che lo Stato non aiuta certo le giovani mamme e i giovani papà.

    • Pier ha detto in risposta a Tiziana

      Condivido pienamente: una mamma di 42 anni non e’ certamente una mamma nonna cosi’ come un padre di 51 anni. I due possono avere un bambino in maniera assolutamente naturale. Se il “ragazzo” di 45 si lamenta che deve accudire i genitori anziani e’ solo uno st**zo (scusate il termine ma non ne trovo uno piu’appropriato) non mi pare un bell’esempio da mettere in un articolo e non aggiunge niente alla tesi iniziale.

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