Il filosofo Hadjadj: «se si toglie Cristo, tutto il resto è noia»
Proponiamo un altro brillante intervento del filosofo francese Fabrice Hadjadj, scrittore e docente all’Università di Tolone ex ateo e convertitosi al cattolicesimo nel 1998 (cfr Ultimissima 3/3/11). Nel 2009 il matematico Laurent Lafforgue (medaglia Fields 2002) ha detto di lui: «Fabrice Hadjadj scrive e insegna molto, ma non ho mai letto o sentito una frase da lui che mi abbia dato la sensazione di essere stato scritta o parlata nel vuoto. Le sue pagine spesso mi stupiscono, mi prendono in contropiede e nonostante questo, nel leggerli, ne riconosco l’esattezza e la verità. Nessuno scrittore contemporaneo di lingua francese mi interessa più di lui» (cfr. Que peut une politique de la langue?).
PERDERE LA FEDE E’ PERDERE LA CULTURA. Il filosofo ha commentato in un’intervista per Avvenire le parole che Benedetto XVI ha pronunciato durante l’ultimo Cortile dei gentili svoltosi in Francia e a cui ha partecipato lui stesso (cfr. Ultimissima 2/4/11). Nell’intervista si è soffermato particolarmente sulla situazione dell’uomo europeo rispetto alla fede cristiana: «Abbiamo l’abitudine di smembrare. Se noi europei non vogliamo più conoscere la fede in Gesù Cristo, questo è perché siamo annoiati dalla nostra propria storia e cultura. La perdita della fede cristiana non è la semplice perdita di un culto, ma anche di una cultura. Non solo lo smarrimento dell’Eterno, ma pure la dimenticanza della storia. Questo significa che abbiamo svuotato della loro profondità le nostre ricchezze artistiche: Giotto, Rubens, il gregoriano, Mozart. E abbiamo svilito le nostre idee etiche: la dignità della persona, il rispetto della libertà o la bontà della carne».
IL TENTATIVO LAICISTA. La cultura laica ha tentato (e sta ancora tentando) di costruire un mondo emancipato da Cristo, attingendo però inevitabilmente dalla radice cristiana della sua morale: «La modernità ha trasformato alcuni aspetti della fede cristiana in «valori» e ha messo questi «valori», separati da Cristo, come in un vaso, proprio come dei fiori recisi. Grazie a questo isolamento, tali fiori possono sembrare, per un attimo, più belli, poi iniziano a morire. Così, il materialismo storico e il progressismo hanno suscitato, all’inizio, un certo entusiasmo. Ma ben presto sono collassati nell’esperienza totalitaria e in un senso ristretto, tipicamente postmoderno, della finitezza dell’uomo. Nel suo umanismo più rivoluzionario l’Europa ha diffuso una speranza mondana, sostituto della speranza cristiana. Ora che tale speranza è morta, il nostro Continente non conosce altro che la disperazione, che cerca di fuggire gettandosi a peso morto nel divertimento dello spettacolo e nei sogni della tecnologia».
LA FEDE NON E’ UN’AFFARE PRIVATO. L’uomo precipita così nell’incredulità, nel dubbio e nello scetticismo quando vive la fede come «un campo separato dell’esistenza, qualcosa che avrebbe a che fare con la «spiritualità», la «trascendenza », la «mistica». Ora, la fede non è un qualcosa «a fianco » della vita quotidiana, un’attività della domenica, un’interiorità vaga di cui ci si prende cura ogni tanto in cappella. Essa è ciò che ci mette in contatto con la sorgente di tutto ciò che esiste. In fondo, è in gioco l’unità dell’uomo. La fatica e la noia d’oggi provengono dalla separazione di queste realtà inseparabili».
Monumentale intervista! Veramente significativa. Giuro che non conoscevo Hadjadj prima che ne parlaste voi. In particolare mi colpisce quando parla del tentativo del materialismo di impossessarsi di pezzi del cristianesimo (la carità, il rispetto ecc…) per sviluppare un nuovo pensiero. Inutilmente, ovviamente. Perché senza Cristo la carità diventa puro e stancante volontariato, il rispetto si trasforma in buonismo e demagogia.
L’attacco non è diretto solo al laicismo, come sottolinei giustamente tu. Ma anche a tutti noi che pensiamo che la fede sia una cosa che viene fuori la domenica mattina e poi durante la settimana ragioniamo come se Cristo non fosse risorto e non avesse vinto il mondo e la morte!
Tipico dei cattolici adulti come molti politici. Domenica a Messa e in settimana invece la fede non deve influire sul criterio con cui si vive. E’ il protestantesimo ma anche certo catto-comunismo, ad esempio.
la Domenica a Messa e il resto della settimana con la Massa!
bellissimo sito..!! sono dei vostri!
Benvenuto!
La Fede è un affare privato? La devozione lo è? “Predicate il Vangelo in tutto il mondo ad ogni creatura” è un affare privato? Bah…
A me colpisce, da incallito videogiocatore e amante degli effetti speciali, quando dice che “Il nostro Continente non conosce altro che la disperazione, che cerca di fuggire gettandosi a peso morto nel divertimento dello spettacolo e nei sogni della tecnologia». Penso che colga perfettamente la condizione di molti miei coetanei (ho 19 anni): la tecnologia sta facendo passi da gigante, ormai l’idea di una realtà virtuale alternativa non è più così lontana, e devo dire la verità, la cosa mi spaventa e mi attira anche allo stesso tempo. Ci stiamo muovendo sempre di più vero un’evasione dal mondo reale che però rischia di portarci verso un’altra, ben peggiore prigione, quella di chi si chiude in se stesso e nelle sue fantasie. Da quanto ho letto su vari articoli, in certi paesi (Giappone, Cina) la dipendenza da videogiochi è una vera e propria piaga sociale fra giovani e adolescenti.
Credo che il rifugio nel mondo virtuale sia una sorta di fuga dalla realtà. Uno scappa da qualcosa che non capisce, che non ha senso, che non apprezza e che non da soddisfazione. E’ inevitabile riconoscere che l’emancipazione dalla Verità porta a cercare un significato in altri tipi di realtà.
Ammiro e sottoscrivo con il filosofo Hadjadj, che “se si toglie Cristo tutto il resto è noia” e non-senso, aggiungo umilmente io. 😀
E’incredibile come la ragione incontri la fede e l’orgoglio la semplicità:le parole del filosofo francese rispecchiano questo incontro.
parole sante un piccolo neo bisogna puntualizzare cattolico gli altri cristo sono surrogati w maria santissima
Infatti, se non si fà esperienza di Cristo e non si mette in relazione la testimonianza da Lui lasciata attraverso il Vangelo con la realtà della propria vita, quella che sperimentiamo ogni giorno, non si capisce la portata di quella testimonianza, la veridicità e la corrispondenza all’umano. Solo dalle Sue parole abbiamo potuto scorgere il metro di confronto con le domande della nostra esistenza e con il mistero del nostro limite, nonostante la domanda di infinito che abbiamo.Senza questa consapevolezza ci si può dire cattolici, ma difficilmente possiamo definirci veri cristiani e riconoscerci come gocce di una storia che continua, quella che la noia e l’inconsapevolezza dei nuovi profeti vorrebbero cambiare arbitrariamente…