L’ateismo interessante di Giulio Giorello

Giulio Giorello esprime un ateismo ormai in estinzione, minato costantemente dall’idiozia razionalistica di sette fondamentaliste e folkloristiche. Un ateismo teorico, drammatico, che non strumentalizza la scienza e con cui è piacevolissimo confrontarsi (molto più che con fondamentalisti religiosi). E’ docente di Filosofia della scienza all’Università di Milano e ha appena pubblicato “Senza Dio. Del buon uso dell’ateismo”. Si definisce non credente, ma ama leggere e rileggere la Bibbia (e assicura: «mi spiace non sapere l’ebraico»). Al positivismo di Auguste Comte preferisce la mistica di Giovanni della Croce. Ha scritto opere come “Di nessuna chiesa” e “Lo scimmione intelligente“, ma non sopporta gli anticlericali e da ragazzo non ha voluto essere esonerato dall’ora di religione. Tracce.it riporta che l’intento di Giorello nel suo libro non è dimostrare che Dio non esiste, ma che l’uomo può farne a meno. È un ateismo pratico e non dogmatico. È il rifiuto di qualsiasi autorità sopra di sé perché il dramma della dipendenza è oggetto della battaglia del “nuovo Illuminismo”.

Intervistato dalla rivista citata, risponde fra l’altro: «Io non ho nessuna intenzione di inginocchiarmi di fronte a Dio. E nemmeno di fronte al progresso, alla lotta di classe, alla scienza, a un capo di partito… Questa è l’idea di autonomia e indipendenza che permea tutto il libro. Mi riconosco pienamente nella componente anti-idolatrica del cristianesimo. La ritrovo molto nei Vangeli, in alcuni passi di san Paolo e nel Vecchio Testamento. Per questo, non vorrei essere confuso con gli atei che pensano che ci si possa liberare di questa grande tradizione nata con Abramo: il loro è l’ateismo di Stato alla sovietica, una delle peggiori caricature che si possano fare della religione».

E ancora specifica: «Il mio ateismo è il rifiuto di mettermi in ginocchio. Ho passione per la fisica, la matematica e la biologia. Non mi sognerei mai, però, di dire che sono tre dèi di una religione della scienza». L’intervistatore gli pone però un quesito ineludibile: se si vuole dimostrare che l’uomo può fare a meno di Dio, perché, allora, ogni uomo, in qualunque epoca, nasce con questo bisogno di Dio (addirittura il celebre antropologo Coppens ha dichiarato che «l’uomo religioso coincide con il primo uomo» (vedi Ultimissima 22/9/10). Lui risponde: «Bella domanda. In effetti, è l’obiezione più seria a quel che ho scritto. Io ho preferito non addentrarmi nell’argomento».

Giorello rivela anche di essere stato allievo al liceo di don Luigi Giussani (fondatore di Comunione e Liberazione): «Con don Giussani facevamo delle litigate epiche. Lì per lì mi arrabbiavo, veniva fuori una contrapposizione. Oggi, coi capelli quasi bianchi, posso dire che ne ho nostalgia. Perché la cosa più bella è discutere con gente certa, appassionata. E, in questo, Giussani era un vero maestro».

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