Autogol degli abortisti: l’Europa riconosce l’obiezione di coscienza

Obiezione di coscienza in Europa. Volevano limitare il diritto d’obiezione ed invece il Consiglio d’Europa lo ha tutelato, un autogol.

 

Clamoroso autogol degli abortisti al Consiglio d’Europa: una risoluzione che era entrata nell’emiciclo del Palazzo d’Europa per restringere l’obiezione di coscienza, diviene un documento che la tutela fin nel titolo.

Hanno provato a limitare il diritto alla libertà di coscienza dei medici, obbligandoli a praticare gli aborti, ma in Assemblea parlamentare sono andati in minoranza. Così il documento che avrebbe dovuto sancire il “diritto della donna ad abortiresi è trasformato in quello che certifica la sacrosanta libertà dei medici a non partecipare ad aborti. Per la prima volta una istituzione europea ha affermato la negatività dell’aborto, il diritto-dovere di mettere al primo posto la persona, affermando uno di quei principi non-negoziabili che Benedetto XVI invoca continuamente, non in nome di una etica cattolica, ma sulla base di un amore semplice alla verità del nostro essere uomini. I giornaloni italiani (al contrario di quelli esteri) hanno snobbato la notizia, che eppure dimostra di essere di portata storica.

Renato Farina, uno dei protagonisti, la racconta su Il Sussidiario. Dichiara: «Questa è una storia bellissima e impossibile. Ha una forza simbolica eccezionale. Oppure può essere un punto di partenza». Il 7 ottobre 2010 il Consiglio d’Europa, in cui risiede un’assemblea parlamentare che raccoglie la volontà popolare di 47 Paesi d’Europa e da cui dipende la Corte europea dei diritti umani, ha discusso sull’obiezione di coscienza di medici e operatori sanitari in tema di aborto. Presenti per l’Italia un gruppo Pdl: Farina, Bergamini, Tofani, Nessa. Uno dell’Api di Rutelli, Giacinto Russo. Oltre a Volontè dell’Udc, il capogruppo Ppe (il quale su un altro articolo di Avvenire dice: «Tutte le agenzie e istituzioni abortiste europee erano pronte a basare le loro decisioni future sulla risoluzione»). Nessuno dei democratici cattolici del Pd».

Il documento che è stato adottato in sede parlamentare dopo la discussione e il voto in aula titola: «Il diritto all’obiezione di coscienza nelle cure mediche legali». Si ribadisce così il rispetto dei medici «per le loro convinzioni di coscienza» e si garantisce loro di «non essere discriminati sulla base delle loro idee».

Un sondaggio recente ha stabilito che in Italia, l’80% dei medici è obiettore di coscienza (vedi Ultimissima 2/9/10). Cioè, l’80% dei medici riconosce di non trovarsi di fronte ad un ammasso di cellule, ma ad un essere umano. Una piccola creatura, indesiderata e indifesa, tanto che qualcuno si permette di scegliere se deve vivere o morire. Vincenzo Saraceni, presidente nazionale dell’Amci (Associazione medici cattolici italiani) ha infatti dichiarato ad Avvenire: «Come medici cattolici vogliamo esprimere la nostra soddisfazione per un provvedimento che conferma e tutela un diritto inalienabile, quello all’obiezione di coscienza, di fronte a eventi come aborto o eutanasia che riteniamo profondamente ingiusti. La cultura europea, con questa decisione, assume questo valore al proprio interno, mostrando come quel fattore di grande civilizzazione che è stato il cristianesimo, continua a rappresentare un baluardo contro il relativismo etico e la disumanizzazione».

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