Prof. Bonvegna: «i diritti dell’uomo derivano dal Cristianesimo»

Il docente di teorie della giustizia, Giuseppe Bonvegna, ha sostenuto, in un articolo su Il Sussidiario, che: «le libertà personali e sociali, politiche ed economiche sulla base di una dottrina del diritto naturale risalgono a Cicerone, ma è ancor più innegabile che i vertici di tale riflessione vennero raggiunti durante il periodo medievale. Fu infatti dal II al VII d.C. che la dottrina dei pensatori latini precristiani venne integrata, nella riflessione dei Padri della Chiesa e dei pontefici romani».

Anche lui quindi arriva a sostenere il fondamentale contributo del cristianesimo nello sviluppo sociale europeo: «con il cristianesimo, quindi, alla divinizzazione della persona degli imperatori romani subentra una dottrina dell’autorità politica cui viene sì riconosciuta un’origine divina, ma solo in vista di garantire quell’equità e quella giustizia di cui Dio stesso è la fonte, e di cui il diritto, che ne derivava, costituiva un tentativo sempre imperfetto di attuazione».

C’è anche spazio per una difesa della Chiesa rispetto alla colonizzazione spagnola: «Nel XVI secolo, il domenicano spagnolo Francisco De Vitoria (1492-1546), professore all’Università di Salamanca, riprese la dottrina tomista del diritto naturale. Fu grazie a questa che egli poté affermare i diritti degli indios americani e di tutti gli uomini, consegnandoci – quattrocento anni prima della Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo – quella che è stata definita la prima “carta dei diritti umani».

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