Camille Paglia, la blasfemia nell’arte e l’importanza della religione

Camille PagliaL’antropologa e sociologa Camille Paglia, docente presso l’Università delle arti di Philadelphia ha pubblicato recentemente un articolo molto interessante ripreso dal quotidiano Repubblica.

La femminista americana ha analizzato la storia dell’arte e della cultura e il rapporto con loro avuto dai due classici schieramenti politici-filosofici americani: progressisti e conservatori. Ha spiegato che purtroppo «il protestantesimo ha una storia di iconoclastia: durante la Riforma nel nord Europa, le statue delle chiese e le vetrate colorate furono  sistematicamente distrutte in quanto idolatriche. Rispetto al cattolicesimo romano, così ricco d’arte, il protestantesimo americano tradizionale è visivamente impoverito. Le sue immagini di Gesù come buon pastore sono spesso artisticamente così deboli da rasentare il kitsch».

Se da una parte, però «i conservatori cristiani non permetterebbero mai di esibire nelle scuole pubbliche gli eroici nudi dell’arte occidentale», dall’altra l’antropologa americana ha osservato che «una quantità enorme della migliore arte occidentale è stata intensamente religiosa e i progressisti, i quali hanno voluto che si togliessero i presepi dalle piazze, obietterebbero sull’istruzione dottrinale necessaria per presentare l’iconografia cristiana nella scuola pubblica. Per  questo l’educazione artistica viene ostacolata negli Stati Uniti, vittima del fuoco incrociato della politica».

«Benché io sia atea», ha concluso, «rispetto tutte le religioni e le prendo seriamente, come vasti sistemi di simboli che contengono una verità profonda sull’esistenza umana. Anche se nel suo nome si è fatto del male, la religione è stata una forza enorme di civilizzazione nella storia del mondo». Apprezziamo il riconoscimento, la verità di questa affermazione viene mostrata ancora una volta nella recente decisione della Segreteria Generale del “Sistema dell’Integrazione Centroamericana” (S.I.C.A.) di accogliere la Santa Sede come osservatore Extra-Regionale a motivo del contributo che la Chiesa Cattolica offre allo sviluppo dei settori sociali, culturali ed educativi, nonché dei diritti umani e della sicurezza democratica. Rispetto al male che si sarebbe fatto in nome della religione, per quanto riguarda il cristianesimo -come ha spiegato il card. Ratzinger- «tutti i peccati dei cristiani nella storia non derivano dalla loro fede nel Cielo, ma dal fatto che non credono abbastanza nel Cielo», ovvero l’utilizzo abusivo della fede cristiana è in evidente contrasto con la sua vera natura e con il messaggio di Gesù, il cristiano che commette violenza in nome della sua fede è anticristiano.

Condannando probabilmente l'”opera” del laicista Andres Serrano, il crocifisso immerso nel suo piscio, oppure la rana crocifissa di Martin Kippenberger o l’autoerotismo con il crocifisso nel film di Ulrich Seidl, l’antropologa ha affermato: «schernire la religione è una cosa puerile, sintomatica di un’immaginazione rachitica. Eppure, questa posizione cinica è diventata di rigore nel mondo artistico, un ulteriore motivo della banale superficialità di tanta arte contemporanea a cui non è rimasta nessuna grande idea».

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20 commenti a Camille Paglia, la blasfemia nell’arte e l’importanza della religione

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  1. Nemo ha detto

    Articolo che sottoscrivo in pieno.

    E parlando di Andres Serrano vorrei far notare quanto segue:

    “Ha una passione per il Medio Evo e per i simboli della Chiesa che colleziona insieme a sculture, quadri e arredi sempre ecclesiastici risalenti al SEDICESIMO e DICIASSETTESIMO secolo di cui ha riempito il suo loft di New York.”

    fonte VOGUE italia di seguito il link all’articolo originale:

    http://www.vogue.it/vogue-starscelebsmodels/vogue-masters/2011/11/andres-serrano

    Cioè lui spaccia per arte abomini come “Piss Christ” et similia ma casa sua la riempe di opere d’arte del 1600 e del 1700.

    Serrano è oggettivamente, senza dubbio alcuno, un non artista, la mediocrità fattasi carne.

    Ma gli va riconosciuta un’intelligenza infinitamente superiore all’articolista di VOGUE.

    • Nemo ha detto in risposta a Nemo

      …opere d’arte del 1500 e del 1600.

      chiedo venia per la svista 🙂

    • Giulio Quaresima ha detto in risposta a Nemo

      L’arte contemporanea, non avendo evidentemente nulla da dire, vive soltanto di provocazioni. Mi ricordo di aver visto una volta un tizio che si faceva clisteri di vernice e poi li defecava sulla tela. E la sua “arte” vendeva, eccome se vendeva…

      • Piero ha detto in risposta a Giulio Quaresima

        Questo perche’ ci sono i TONTI che per darsi un tono si fanno prendere in giro. Vedere l’ultimo spot di Aldo, Giovanni e Giacomo per esempio. 😀
        Quanto valgono, anche per queste situazioni, gli ottimi versi del grande Trilussa:
        NUMMERI
        di Trilussa

        – Conterò poco, è vero:
        – diceva l’Uno ar Zero –
        ma tu che vali? Gnente: propio gnente.
        Sia ne l’azzione come ner pensiero
        rimani un coso voto e inconcrudente.
        lo, invece, se me metto a capofila
        de cinque zeri tale e quale a te,
        lo sai quanto divento? Centomila.
        È questione de nummeri. A un dipresso
        è quello che succede ar dittatore
        che cresce de potenza e de valore
        più so’ li zeri che je vanno appresso.

        • Nemo ha detto in risposta a Piero

          Sia tu che Quaresima avete perfettamente ragione.
          Ciò che mi fa più rabbia è che la “tontagine” di certa gente e la furbizia dei “non artisti” gode e campa dei finanziamenti dello stato. E, secondo me, questa è una truffa bella e buona.

          Il mio non vuol essere un ragionamento “qualunquista” da borghesuccio che non capisce la modernità. Anzi, ho la spudoratezza di asserire che la mia affermazione nasce, per-l’appunto, dalla mia conoscenza ed accettazione dei canoni dell’arte moderna.

          Faccio un esempio.
          Le “Bruciature” o “Combustioni” di Burri sono un classico esempio di arte CONCETTUALE anni 50/60 del secolo scorso.

          Prendete un sacchetto per le immondizie (quelli classici, neri, vanno benissimo) bruciatelo in alcuni punti ed il risultato finale di cotanto sforzo inglobatelo all’interno di una tradizionale cornice (ma se volete apparire anche minimalisti questo ultimo passo saltatelo). Se all’anagrafe risultate essere Burri Alberto classe 1915 allora avete appena creato un’opera d’arte dal valore commerciale inestimabile ma, se portate un cognome diverso, bene, siete i felici possessori di un inutile pezzo di plastica semi bruciato. Ciò che ho appena descritto è riportato nei libri di storia dell’arte e nelle monografie dedicate all’autore ma, trova riscontro, anche in vetusti documentari RAI che ci mostrano come il “Maestro” realizzasse le sue opere.

          Ora, un sempliciotto come il sottoscritto potrebbe obbiettare che le “bruciature” hanno un “valore intrinseco” praticamente pari a zero. Non solo per l’assoluta povertà della materia prima utilizzata ma anche, per l’estrema facilità ed economicità del processo produttivo del oggetto e, non ultimo, la sua non unicità (Basta andare in una discarica e pezzi di plastica o di sacchi bruciati “alla Burri” se ne trovano a bizzeffe).

          Arrivati a questo punto ecco subentrare la figura del “Critico D’Arte” che con fare paternalistico mi spiegherà:
          “Figliolo, nell’arte concettuale ciò che conta, che da valore all’opera, non è il manufatto ma il CONCETTO, l’idea che esprime, la sintesi teorico speculativa che riesce a trasmettere all’osservatore accorto.”
          E mi porta come esempio “estremo” l’opera di Piero Manzoni “Merde D’Artiste” cioè le feci dell’autore messe in novanta scatole di conserva ed esposte, con grande successo di critica e di pubblico, in prestigiosi musei come il Guggenheim di New York o Tate Modern di Londra.
          Per approfondire:
          http://it.wikipedia.org/wiki/Merda_d'artista

          Ma se è l’idea che conta e non l’oggetto, il più delle volte banale e comune, perché spendere milioni di euro per custodirli nei musei o per acquisirli (i privati facciano come credono ma, un museo statale che spende migliaia di euro per un barattolo del Manzoni ti fa venir voglia di ripristinare la ghigliottina).

          Come può una tela tagliata (un semplice pezzo di tela con uno o più tagli) di Fontana avere più valore di una tessuto tagliata dal sottoscritto? Se il valore aggiunto, se ciò che fa diventare un oggetto comune un opera d’arte è il “concetto” che c’è dietro allora, se prendo un pezzo di plastica bruciacchiata e vi applico l’etichetta “opera di Alberto Burri” se ne consegue che io ho un Burri ORIGINALE.

          La “Pietà” di Michelangelo (così come le opere di centinaia di altri artisti anche moderni) ha valore non perché fatta dal Buonarroti (o per lo meno non solo per questo) ma per caratteristiche intrinseche, proprie dell’opera stessa. Per Burri, Fontana, Manzoni e tutti i vari artisti concettuali il valore dell’opera, invece, è decretato esclusivamente dalla firma in calce (che poi, secondo me, è il significato de:“Merde d’Artiste” visto in precedenza).
          Ripeto, non do giudizi estetici, amo l’arte contemporanea quella vera, ma in tempi di crisi mi chiedo se sia il caso spendere milioni di euro per musei come il MAXXI di Roma invece di investirli nella salvaguardia di siti unici al mondo come Pompei ed Ercolano o nel restauro di opere lignee, sacre e non, che si stanno letteralmente polverizzando in tutta Italia.

  2. Controinformato ha detto

    Questa è uba grande!!!

  3. Andrea ha detto

    Si vede che fine ha fatto l'”arte” contemporanea a drogarsi di nichilismo e torri d’avorio in cui s’arroccano pseudo-“artisti” che non vogliono parlare col pubblico (e fare solo tanti soldi facili)…

  4. Penultimo ha detto

    Ma di arte contemporanea non ci capisco nulla.Per esempio mi colpisce Michelangelo,Raffaello,o meglio mi colpiscono le loro opere al di là del nome,perchè rappresentano “qualche cosa”.Ma dell’arte moderna,non ci capisco nulla.

    http://3.bp.blogspot.com/_M06bQ3YM41k/S_xfMr36jWI/AAAAAAAAABs/qtIx6aMSlzg/s320/18750908rr7.jpg

    Ora senza offendere nessuno,non lo dico nemmeno perchè sono cristiano,ma,al di là della mia somma ignoranza.Certo qualcuno mi dirà “ma non lo vedi l’allegoria del simbolo,il colore intenso”,al che rispondo “si,si”,ma è falso perchè in realtà stò pensando “epur mi sembrano scarabocchi”.Se mi sente uno Sgarbi magari mi lincia.

  5. edoardo ha detto

    Inizio OT
    Scusate, lo so che non c’entra un cavolindus, ma ho appena ricevuto comunicazione che un mio lavoro di ricerca è stato accettato dalla commissione esaminatrice di una organizzazione e lo presenterò ad un convegno internazionale il prossimo luglio, nella Repubblica Ceka.
    Dico..come precario di istituto tecnico, villico agricolo, ex boscaiolo, ex metalmeccanico, ex perito industriale, ex di tutto, comunque, non male.
    Questo è il quarto convegno all’estero in cui presento lavori, tutti in un modo o nell’altro di ambiente minerario, di una nazione ex mineraria come l’Italia. Anche lì ex. E non ho mai fatto il minatore, però se ci fosse ancora la vecchia Mineraria Montecatini, si sarebbero innamorati di me.
    Scusate, non sono riuscito a trattenermi, perché, per dirla con Verdone, questa notizia è “Troppo Forte”.
    Vi lascio all’allegra discussione sul senso dell’arte secondo Serrano.
    Fine OT

    • Nemo ha detto in risposta a edoardo

      Inizio OT:

      Complimenti, ti auguro sinceramente che tutto vada nel migliore dei modi.

      Permettimi però di precisarti che la natura di questa discussione non è:

      “…sul SENSO dell’arte secondo Serrano.”

      Ma…:

      “L’arte di Serrano fa SENSO!” 🙂

      Più o meno le stesse parole ma il SENSO della frase cambia radicalmente 🙂

      Di nuovo Auguri.

      Fine OT

    • Giorgio P. ha detto in risposta a edoardo

      Complimenti Edoardo!
      Ti assicuro un quintale di preghiere da parte mia.
      Per un fratello in Cristo è il minimo.

    • beppina ha detto in risposta a edoardo

      Continuare ad approfondire e dare contributi al tema che piace ed appassiona, questo é importante.
      E se il contesto diretto non gratifica e/o non contribuisce al proprio bene quello che conta é il concretizzarsi di altre occasioni di confronto sul proprio lavoro culturale e fare le cose con amore/passione. Con l’andar del tempo ti accorgerai che il pensiero delle “occasioni perse” o “non concretizzatesi” sarà abbondantemente controbilanciato dalla sicurezza di aver contribuito ad aumentare la conoscenza e quindi il bene comune perché non c’é passaggio di livello per il bene comune se non c’é conoscenza tecnico-scientifica degli strumenti per attuarlo… penso anche in campo minerario.

    • Alessandro Giuliani ha detto in risposta a edoardo

      Grande EDO !!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
      Complimentoni e grazie per farci sognare tutti con la tua dimostrazione di luce tratta dal buio delle miniere, sono supercontento per te

  6. Chris ha detto

    Come ha scritto qualcuno qui sopra, l’arte di oggi è solamente provocazione,vuole solo farsi conoscere in modo spinto e farsi pagare profumatamente,secondo me l’arte deve essere provocatoria ma non deve essere solo questo,l’arte è indagare ciò che è nella persona(artista) e nell’uomo è lo specchio di ciò che l’artista prova nel suo profondo,ora come ora basta farsi una peretta di vernice,uccidere animali e vivisezionarli come fossero giocattoli da rompere o le “opere” di Dottor Morte che lavora con cadaveri umani,ora fare l’artista non significa più prendere pennello e scalpello,non è più modulare una forma da cui trarre la rappresentazione fedele o personale dell’artista e studiare ciò che ci circonda,è anche vero che l’arte è per tutti ma è anche vero che tutti non possono essere artisti,è come dire che tutti possono imparare a ballare ma come si sà ci sono quelli impediti che possono trascorrere pure 10 in una sala di danza a provare/imparare ma non ricaveranno MAI un ragno dal buco!

    • pastor nubium ha detto in risposta a Chris

      Per come la vedo io l’arte è la capacità di far le cose fatte bene, a ‘regola d’arte’, belle e funzionali, talmente fatte bene che chiunque ci può vedere un senso. Gli artisti di una volta rispettavano per lo più un gusto condiviso, anche quando lo sfidavano cercavano di far sì che le proprie creature piacessero, fossero apprezzate e comprensibili, la propria opera doveva comunicare un qualche messaggio o una qualche emozione (non mero fastidio o disgusto) che fosse chiaro non solo ai committenti o a pochi edotti. Molti cosiddetti artisti moderni, invece, sono persone egocentriche, narcisiste, presuntuose, sociopatiche, malate di mente e/o di spirito, se ne sbattono altamente delle regole dell’arte e del gusto della plebe convinti che un genio compreso non sia un genio, che essere compresi da tutti equivalga a essere banali, che basti far le cose fatte strane per essere originali; con la complicità di pessimi critici e divulgatori d’arte spacciano per arte un qualche sgorbio o pastrocchio o sputacchio o ghirigoro privo di senso (che non sia l’offendere il buon senso)

      • Chris ha detto in risposta a pastor nubium

        Mi trovo d’accordo con te e a proposito dei critici e degli artisti che hai introdotto,voglio farvi partecipe di una storia raccontata da un mio ex-professore.
        Quando era studente aveva un professore che per un’importante evento artistico a Napoli ospitò a casa sua il più grande esponente della Pop Art Andy Warhol,durante
        la sua breve permanenza a casa di questo professore realizzò per l’evento un’opera,questo professore e altri critici cercavano nell’opera il suo senso e chiesero,avendo l’opportunità di avere l’artista stesso in carne e ossa se essa rappresentasse una denuncia verso la società consumistica ecc.
        Andy allora rispose <> questa cosa personalmente mi colpì molto e rafforzò ancora di più il mio disprezzo verso l’arte moderna,che, ripeto è interamente vuoto e senza senso,che rispecchia pienamente questi “artisti” che sono vuoti e privi di genio!

        • Piero ha detto in risposta a Chris

          Andy allora rispose

          E’ proprio il genere di risposta che ci si aspetterebbe da Warhol!! 😀
          A parte gli scherzi, non postate cose in mezzo a “maggiore” e “minore”, ma usate sempre le virgolette, altrimenti vengono considerati tag html e processati (e quindi gettati via).

          Basta considerare la figura mondiale che hanno fatto ceeti “esperti” in merito al presunto ritrovamento delle teste di Modigliani, rivelatosi poi una “burla” ad opera di 4 studenti con il Black & Decker (e questo la dice pure lunga sulle opere moderne “originali”, provate ad imitare la Gioconda o la Pieta’ e poi ne riparliamo!)

        • GT ha detto in risposta a Chris

          Andy Warhol era cattolico.

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