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Il mistero dell’equilibrio delle forze in natura: considerazioni di un matematico

scontro stelle    di Paolo Di Sia* *docente di Matematica presso l'Università di Verona

 

La fisica non affronta direttamente problemi come la lotta tra il bene e il male, ma spiega l'antagonismo nella natura tra forze diverse che si contrappongono. Consideriamo ad esempio la dinamica di una stella; la gravità propria, dovuta al fatto che la stella ha una massa, tende a schiacciarla, mentre la pressione termica e la radiazione elettromagnetica cercano di farla esplodere. C'è quindi una sorta di “lotta”, di “antagonismo” tra forze diverse che cercano di prevalere una sull'altra.

In generale nell'universo si riscontra questa lotta, questo antagonismo; se non ci fosse pertanto un equilibrio “quasi perfetto”, tutti i sistemi sarebbero in breve tempo sopraffatti da una delle forze in gioco. Si parla di “equilibrio quasi perfetto” e non “perfetto”, poiché di fatto in tempi lunghi una delle forze prevale. Ecco

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La cosmologa Wickman: «vi spiego perché la scienza moderna è God-friendly»

God e big bangSe qualcuno è interessato ad un bel libro in lingua inglese consigliamo l'ultimo lavoro della prof.ssa Leslie Wickman, astrofisico della NASA e direttore del Center for Research in Science presso la Azusa Pacific University. Il libro si intitola God of the Big Bang: How Modern Science Affirms the Creator (Worthy Publishing, 2015).

Dopo un decennio di scatenate pubblicazioni antiteiste, il mondo scientifico è tornato a riflettere seriamente delle implicazioni filosofiche e teologiche delle scoperte scientifiche. Il libro di Wickman è proprio un approfondimento sul fascino verso il creato offerto dalla scienza negli occhi di uno scienziato credente, che parte da questa affermazione: «Dal momento che Dio si rivela sia nei testi sacri che nella natura, essi non possono logicamente essere in contraddizione tra loro. Quindi la chiave per una più pi

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Perché esiste qualcosa e non il nulla: considerazioni di un matematico

Terra spazio    di Paolo Di Sia* *docente di Matematica presso l'Università di Verona

 

Le argomentazioni relative al “perché esiste qualcosa e non il nulla” sono, assieme al concetto di “infinito”, al “senso” della vita e della realtà, al “destino” del futuro, all’”essenza ultima” dello spazio e del tempo e altre ad esse correlate, tematiche che hanno coinvolto, nel corso della storia dell’uomo, pensatori, uomini di scienza, filosofi, teologi, religiosi. La questione su perché esiste qualcosa e non il nulla viene spesso considerata come la “madre di tutte le questioni” (P. Di Sia, Looking at the Dimension of Time among Science, Psychology and Everyday Reality, International Letters of Social and Humanistic Sciences (ILSHS), 1(2), 146-153, 2015).

Alla luce delle attuali conoscenze scientifiche, l’universo accessibile alle osservazioni dell’uomo sembra essere il risultato di una concat

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Con la sola ragione si arriva all’esistenza di Dio

Esistenza DioPapa Giovanni Paolo II nel 1985 ha spiegato anche con il solo uso della ragione l'uomo può giungere alla conoscenza di Dio, il quale «non avrebbe potuto rivelarsi all'uomo, se questi non fosse già stato naturalmente capace di conoscere qualcosa di vero a Suo riguardo».

In questa direzione vanno le famose cinque argomentazioni di Tommaso d'Aquino, ancora oggi valide come abbiamo spiegato recentemente. Il confronto con chi non condivide la fede in Dio, dunque, è possibile e tra i più attivi a livello internazionale è senz'altro il filosofo analitico William Lane Craig, cristiano evan

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Un credente di fronte all’evoluzione

Forastiere MicheleLa pausa estiva crea talvolta occasioni d'incontro e di discussione che gli impegni di lavoro quotidiani rendono di norma difficili, se non impossibili. Grazie all'impegno di un gruppo di giovani volenterosi e all'ospitalità di un parroco curioso di cose di scienza, quest'estate Michele Forastiere ha avuto modo di parlare in pubblico della teoria dell'evoluzione, inquadrandola correttamente nel contesto di un dialogo rispettoso tra scienza, filosofia e fede. Qui di seguito riportiamo una sintesi del suo intervento.

    di Michele Forastiere* *professore di matematica e fisica  

Il mio libro è il frutto di diversi anni di riflessione personale su quelle domande fondamentali che ognuno di noi si pone almeno una volta nella vita: c

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Da fisico, un inno alla Bellezza

bellezza  di Giorgio Masiero* *fisico

 

Ho dedicato alcuni articoli ad argomentare l’esistenza di Dio dagli indizi che ci fornisce la scienza moderna: dall’impossibilità d’un infinito tempo passato, mostrata per via logico-matematica dal veto di Hilbert e per via cosmologica dal teorema di Borde, Guth e Vilenkin (BGV), alla non chiusura dell’Universo rivelata dal fine tuning antropico delle costanti fisiche.

In particolare, il teorema BGV, le cui assunzioni sono valide per il nostro Universo e per tutti i modelli inflazionari di multiverso (ammesso che una t

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Ci vuole troppa fede per credere che tutto arrivi dal nulla

Peter Kreeft 

di Peter Kreeft* *docente di filosofia al Boston College

 

da "www.catholiceducation.org"

 

È razionale credere in Dio? Molte persone pensano che fede e ragione sono opposti, che la fede in Dio e il tenace ragionamento logico sono come olio e acqua. Si sbagliano: la fede in Dio è molto più razionale dell'ateismo.

La logica può dimostrare che esiste un Dio, se si guarda l'universo con il buon senso e la mente aperta ci si accorge che è pieno di impronte digitali di Dio. Un buon punto di partenza è l'argomento di Tommaso d'Aquino, il grande filosofo e teologo del 13° secolo. Esso inizia con l'osservazione non molto sorprendente che le cose si muovono. Ma nulla si muove senza motivo. Qualcosa deve provocare quel movimento e questo porta a ritenere che il movimento deve esse

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Gli ideologi della casualità (Chiara Lalli, Piero Bianucci….)

Abbazia Mont Saint Michel    di Giorgio Masiero* *fisico

 

Per tutta la vita Tycho Brahe (1546-1601) osservò le posizioni dei pianeti, del Sole e delle stelle. Da quelle misure di angoli e tempi il suo assistente Giovanni Keplero ricavò 3 “leggi” che descrivono la geometria delle orbite, le velocità di rivoluzione e le relazioni cinematiche tra i pianeti. Ma perché i corpi celesti seguono proprio quelle leggi? La risposta arrivò nel 1687 da una piccola equazione contenuta nei “Philosophiae Naturalis Principia Mathematica” di Isaac Newton:

f = Gm1m2/r2,

donde, per sovrappiù, si ricavavano le traiettorie balistiche in Terra e… le maree di Mont Saint-Michel. Se Newton avesse proposto di spiegare le ellissi dei pianeti col caso

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Meditazioni metafisiche di un tolemaico contemporaneo

Rivoluzione Copernicana    di Giorgio Masiero* *fisico

 

Da quando sollevò gli occhi al cielo e prese a studiare il moto degli astri, si trovò al centro del Cosmo, culmine e metro di tutte le cose. Unica creatura in possesso della ragione, si era progressivamente dotato di strumenti come il fuoco, l’aratro e la vela per catturare i tesori sepolti della Natura, procurarsene i frutti e controllarne gli elementi marini e aerei. Con la tecnica si era liberato della gabbia senza tempo in cui è imprigionata la vita vegetativa e istintiva di piante ed animali. Con la scoperta del linguaggio, della scrittura e dei numeri, s’inventò la storia, l’arte e la filosofia. Congetturò allora che la sua casa, la Terra, fosse circondata da 8 sfere concentriche, ruotanti con moto circolare uniforme sotto la spinta di divini motori. In queste sfere erano incastonati la Luna, i 5 pianeti (a lui vis

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Dalle coincidenze dell’universo la confutazione del naturalismo

Nucleosintesi  di Giorgio Masiero* *fisico

 

Si sente dire spesso che l’immensità dell’Universo prova l’esistenza d’innumerevoli altre forme di vita nelle galassie, cui filosofeggiando si fa seguire come corollario l’irrilevanza cosmica dell’esistenza umana. È un fatto scientifico, invece, che una vita fondata sulla chimica del carbonio (com’è la nostra) o su qualsiasi altro supporto fisico, non potrebbe esistere in un mondo più piccolo. E che, nonostante tutte le risorse profuse in un secolo nelle rispettive ricerche, non abbiamo il minimo indizio di vita aliena, né la minima idea di come si sia originata quella nostrana.

È del 1929 la scoperta da parte di Edwin Hubble dell’espansione dell’Universo, rivelata dallo spostamento verso il rosso dello spettro luminoso delle galassie lontane. Da essa si poté desum

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