Recensione del libro “Evoluzionismo e cosmologia”

Con questo articolo diamo avvia alla collaborazione con Michele Forastiere, docente di matematica e fisica con appassionata propensione per gli studi biologici ed evoluzionisti. In questo primo articolo presenterà il suo libro “Evoluzionismo e cosmologia. Ovvero: Cosa c’entra Darwin con la vita, l’Universo e tutto quanto?” (Edizioni Cantagalli, Siena 2011, Pagine 160 – Prezzo 12,00 €). L’autore si è reso anche disponibile a rispondere a domande, dubbi ed eventuali critiche che potranno essere postate nei commenti sotto l’articolo.

 

di Michele Forastiere*
*insegnante di matematica e fisica in un liceo scientifico.

 

È innegabile: come gli scienziati immaginari della notissima serie fanta-comica di Douglas Adams, “La Guida Galattica per gli Autostoppisti”, anche gli abitanti della Terra hanno tentato, fin dalla più remota antichità, di trovare la fatidica Risposta alla domanda fondamentale sulla vita, l’Universo e tutto quanto. È del resto altrettanto innegabile che molti ritengono che la scienza abbia già trovato la Risposta, e l’hanno individuata nel darwinismo: ovvero nell’idea che l’esistenza dell’Uomo si possa – in ultima analisi – ritenere solo il punto terminale di una lunga, involontaria successione di processi di variazione casuale (mutazioni genetiche) seguiti dalla cernita dell’inesorabile selezione naturale (sopravvivenza del più adatto). In altri termini, la Risposta starebbe nel connubio del caso cieco con la necessità materialista (guidata cioè dalle sole leggi della fisica e della chimica).

Sebbene questa convinzione venga oggi raramente messa in dubbio, ho provato lo stesso a chiedermi se per caso la verità non stia altrove. “Evoluzionismo e cosmologia” è il risultato delle riflessioni che in un paio d’anni di ricerche sono riuscito a mettere insieme, sempre basandomi su lavori scientifici di studiosi onesti. Per inciso, e per non creare equivoci: le mie critiche al darwinismo non si ispirano al creazionismo. Sono fermamente convinto che l’evoluzione della vita sulla Terra si sia effettivamente verificata, e che le prove scientifiche di ciò siano schiaccianti (penso che dubitarne, in fin dei conti, equivarrebbe a mantenere delle riserve sui fondamenti stessi della scienza). Secondo me, però, questo non significa che siano definitivamente chiari tutti i meccanismi mediante i quali l’evoluzione biologica è avvenuta, né che il darwinismo sia in grado di spiegarla compiutamente. Ho dato avvio alle mie riflessioni concentrandomi in particolare sul primo termine del binomio ritenuto il motore dell’evoluzione, la mutazione genetica casuale. Come è noto, secondo il darwinismo moderno (il cosiddetto neo-darwinismo) questa è l’unica fonte possibile di nuova informazione, quella che – in altre parole – ha permesso la comparsa continua di nuovi organi, di nuove funzioni, di nuove specie nella storia della vita.

 

Ebbene, nella prima parte del libro mostro che si può senz’altro affermare che la mutazione casuale potrebbe teoricamente essere stata la fonte di ogni nuova informazione emersa nella biosfera terrestre; ma con un valore di probabilità assolutamente trascurabile. In altri termini: se fosse possibile fare scorrere daccapo tutte le scene della storia della Terra, da quattro miliardi di anni fa a oggi, ci sarebbe bisogno di innumerevoli miliardi di ripetizioni perché compaia per caso qualche forma di vita moderatamente complessa.

Eppure, come è noto, i sostenitori del neo-darwinismo si aggrappano a quel “teoricamente” per continuare a difendere tale concezione. È chiaro però che, affinché questo tipo di difesa abbia un minimo di credibilità scientifica, si deve poter dare per certa almeno una delle seguenti condizioni: 1) la probabilità della catena di eventi casuali che possono condurre alla comparsa dell’Uomo non è poi così bassa; 2) la storia della Terra si è effettivamente ripetuta un numero strabiliante di volte. Ora, siccome la prima possibilità appare proprio difficile da sostenere, non rimane che la seconda. Inutile dire che, se dimostrata, essa risolverebbe definitivamente la questione: in un Universo che si rinnova innumerevoli volte – o che esiste in innumerevoli copie – il verificarsi di ogni evento, per quanto improbabile, diventa una certezza.

In realtà, l’idea di un Universo eterno e infinito è vecchia come il cucco, e si è ripresentata ciclicamente più volte nella storia del pensiero umano fin dai tempi di Democrito ed Epicuro. Attualmente essa è rinata nella nuova veste cosmologica del multiverso, un concetto apparso nell’ultima parte del XX secolo e ispirato da alcune osservazioni astrofisiche.

 

Nella seconda parte del libro ho esaminato in dettaglio quest’ultimo baluardo del paradigma darwinista e – sempre sulla base di studi documentati – ho cercato di metterne a nudo le più evidenti pecche di ordine scientifico e logico. Sono arrivato così a questa conclusione: se proprio si vuole credere che il darwinismo (o per meglio dire, il binomio caso-necessità) sia effettivamente la Risposta alla domanda sull’origine della vita e di tutto quanto, si è liberissimi di farlo; convincendosi però che per l’appunto di una credenza si tratta: e di una credenza cieca e irrazionale, che non trova alcun sostegno nella scienza e nella retta ragione.

La vera Risposta, dunque, andrebbe cercata da qualche altra parte. Sì, ma dove? Nell’ultima sezione del libro ho provato a indicare quelle che penso siano le uniche strade percorribili a chi creda davvero nella scienza, così come la intendeva Galileo.

La prima è quella di rimanere convinti del fatto che l’Universo sottenda effettivamente un ordine razionale, conoscibile per via scientifica, e che la sua piena comprensione un giorno sarà raggiunta. Ciò – naturalmente – a patto di compiere ogni onesto sforzo per arrivarci, senza rinchiudersi pregiudizialmente in alcun paradigma anti-empirico.

La seconda strada non è molto lontana dalla prima. Chi la segue crede pienamente nella scienza e nella sua capacità di spiegare il funzionamento del mondo materiale, e tuttavia prova stupore per come esso sia perfettamente accordato in tutti i dettagli, perfino nelle contingenze più impensabili, e accetta di aprirsi al mistero di una Verità che lo trascende. Insomma (come hanno effettivamente fatto moltissimi scienziati, da Galileo a oggi) comincia a credere in Dio.

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67 commenti a Recensione del libro “Evoluzionismo e cosmologia”

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  1. Friviar ha detto

    Sinceramente non ho capito la prima parte del libro. Cosa vuol dire che la storia della Terra si è ripetuta molte volte?

    • Koala ha detto in risposta a Friviar

      Posso iniziare a rispondere io…è il concetto del Multiverso, mi pare. Migliaia di altri pianeti Terra, in migliaia di altri Universi, che hanno seguito il percorso accaduto al nostro pianeta.

      • Friviar ha detto in risposta a Koala

        Ti ringrazio molto. Suggestiva questa idea di Multiverso.

      • Friviar ha detto in risposta a Koala

        Attendo comunque una risposta anche dal dott. Forastiere.

        • Michele Forastiere ha detto in risposta a Friviar

          L’idea sarebbe questa: l’accoppiata materialista “Caso-Necessità”, che è alla base del neo-darwinismo, non appare in grado di spiegare efficacemente la comparsa di vere novità biologiche. Insomma, sempre più studiosi sembrano aver capito che non basta dire “mescola mescola le molecole organiche, qualcosa di buono prima o poi verrà fuori”: sostanzialmente perché non basterebbe tutto il tempo trascorso dal Big Bang e tutto il materiale organico potenzialmente disponbile nell’Universo. Per uscire dall’impasse, continuando a sostenere il paradigma “Caso-Necessità”, è necessario evidentemente allargare la base di calcolo: quindi allungare all’infinito il tempo di mescolamento e/o aumentare all’infinito il materiale organico da mescolare. Ed ecco venir fuori l’idea del multiverso infinito, che (se ci fate caso) è molto sponsorizzata negli ultimi anni da Dawkins, Hawking, Dennett e compagnia bella. Tra parentesi, anche un biologo darwinista “tosto” come Koonin si è votato alla causa del multiverso per spiegare la comparsa della vita sulla Terra (lo cito nel libro). Se ce la farò, mi piacerebbe approfondire in un prossimo articolo. Ah, per inciso: io non ci credo tanto al multiverso…

  2. Laura ha detto

    Io faccio solo i complimenti! Grazie a Forastiere per questa iniziativa…sicuramente una voce evoluzionista in più può aiutare il dogma scientifico più resistente della storia a crollare definitivamente!

    • Michele Forastiere ha detto in risposta a Laura

      Grazie a te! Però figurati, non credo gli si faccia nemmeno il solletico… 🙂

  3. Nofex ha detto

    Io volevo un parere dell’autore sul recente libro degli evoluzionisti Piattelli-Palmarini e Fodor, intitolato “Gli errori di Darwin”.

    • Michele Forastiere ha detto in risposta a Nofex

      Sicuramente ha rotto molto le scatole ai darwinisti… e dire che gli autori si dichiarano atei per evitare fin dall’inizio di essere presi per creazionisti (mi è capitato di leggere una recensione sulla rivista dell’UAAR – non che la legga normalmente, mi è capitata sotto gli occhi in una biblioteca pubblica – ed era veramente feroce)! Io l’ho trovato, sinceramente, molto interessante ma di non facile lettura. Penso che sia poco adatto alla divulgazione, e temo che difficilmente possa fare breccia nella cittadella fortificata dell’egemonia darwinista. Oltretutto, quanti del grande pubblico ne avranno sentito parlare, se non tramite i vari articoli demolitori apparsi alla sua pubblicazione?

      • Norberto ha detto in risposta a Michele Forastiere

        Ricordo che Il Foglio fece una campagna promozionale quasi quotidiana per circa 15 giorni….Piattelli-Palmarini sostiene che il darwinismo scomparirà come ipotesi scientifica tra una decina di anni.

  4. Mattia P. ha detto

    Michele, parli di “evidenti pecche di ordine scientifico e logico” del darwinismo. Prima però dici che “l’evoluzione della vita sulla Terra si sia effettivamente verificata”. Deduco che per te evoluzione e darwinismo non sia sinonimi. E su questo posso essere d’accordo. Esistono dunque altri meccanismi evolutivi?

    • Michele Forastiere ha detto in risposta a Mattia P.

      Certo, penso che non siano sinonimi. Per quanto riguarda il “vero” meccanismo dell’evoluzione… sinceramente non oso dare una risposta: da quello che ho potuto capire, però, l’evoluzione dell’Uomo mi appare sempre di più come il frutto di una meravigliosa e lunghissima Storia, non come il risultato di un susseguirsi inevitabile di eventi che dipendono da un qualche meccanismo determinista (ancora sconosciuto, sebbene sicuramente non coincidente con il neo-darwinismo). Insomma (lo dico con S.J.Gould) le cose sarebbero potute andare molto diversamente sulla Terra, non una ma tantissime volte, eppure sono andate sempre straordinariamente bene in vista della comparsa di vita intelligente…

    • Michele Forastiere ha detto in risposta a Mattia P.

      Ah, dimenticavo: chiarisco che le “pecche di ordine scientifico e logico” della seconda parte del libro si riferiscono in particolare al multiverso. Che è a ben guardare nient’altro che la (vecchia, tignosa e dura a morire) filosofia dell’Universo infinito di Democrito ed Epicuro.

  5. Panthom ha detto

    Non aggiungo la mia domanda, aspettando l’intervento di Forastieri (che probabilmente sarà ancora a scuola). Mi limito a fargli i complimenti e a comunicare che ho già ordinato il libro.

  6. Aleister Crowley ha detto

    Non so, ho qualche libro scritto prendendo delle tesi contro il darwinismo di 20 scienziati americani.
    In effetti il meccanismo dell’evoluzione e’ all’oggi completamente oscuro.
    Perche’ non vediamo crearsi nuove specie?.
    L’evoluzionismo rimanda sempre il problema, ti dice: e’ ancora presto, bisogna aspettare ancora, non e’ il momento giusto …….
    Oggi e’ una specie di fede religiosa.

  7. Max ha detto

    Un altro sostenitore dell’Intelligent Design? Speriamo di no…

    • Aleister Crowley ha detto in risposta a Max

      Il problema e’ che il mistero e’ molto fitto e non riducibile.

    • Michele Forastiere ha detto in risposta a Max

      No no no, perbacco…! Certamente l’ID è un’idea in cui, bene o male, si finisce per imbattersi se si fanno ricerche sulle critiche al darwinismo. Onestamente, però, trovo che molti sostenitori dell’ID siano alquanto fondamentalisti, sebbene normalmente seri e onesti nel trattare i dati scientifici (le conclusioni a cui giungono sono tutt’altra cosa). Giustifico magari un po’ il loro “irrigidimento” come risposta alla durezza altrettanto adamantina dei darwinisti … Tra l’altro ho avuto a che fare con l’ID proprio all’inizio delle mie ricerche, quando ho avuto un breve scambio epistolare con il direttore del Discovery Institute di allora, Bruce Gordon. Chiedevo dei chiarimenti su questioni controverse e lui gentilmente mi rispondeva… fino a quando è venuto fuori che io non la pensavo esattamente come loro riguardo alla famosa (e un po’ fraintesa) posizione di Giovanni Paolo II sull’evoluzione.

    • Flavio ha detto in risposta a Max

      Max non c’è bisogno di essere dell’Intelligent Design ufficialmente. Tutti noi siamo dell’intelligent design, però con il minuscolo.

    • Max ha detto in risposta a Max

      Ma non c’e’ bisogno di arrivare al Multiverso: basta ammettere, e non e’ irrazionale, che nell’Universo esistano una quantita’ enorme di pianeti. Solo nella Via Lattea, la nostra Galassia, vi sono circa 200 miliardi di stelle. Vi sono oltre 100 miliardi di galassie nell’Universo. Facciamoci un po’ di conti di quanti pianeti potrebbero esistere (non e’ cosi’ strano, anzi, da 15 anni ormai andiamo scoprendo pianeti intorno altre stelle). Poi l’Universo ha oltre 13 miliardi di anni, per cui anche le cose piu’ improbabili, con le leggi fisiche che conosciamo, possono accadere, da qualche parte in qualche tempo.
      Per quanto riguarda l’Intelligent Design, conosco solo quello con le maiuscole (forse e’ solo un mio limite). Mi sa tanto di “Dio tappabuchi” (God of the gaps) che e’ uno dei disonori piu’ grandi che si puo’ fare nei confronti di Dio. Non e’ un caso che molti scienziati cattolici, come Ayala, Miller, George Coyne, ne prendono le distanze. Se nel suo libro il professor Forestiere se ne tiene lontano, e’ positivo.

      • Nofex ha detto in risposta a Max

        Sono d’accordo. Ma 13 miliardi di anni sono pochissimi per l’emergere della vita. Non è un caso che i grandi della scienza, tipo Hubble, siano così scettici sull’origine casuale. Ricordi il famoso esempio del Boeing che si costruisce da solo con un pò di vento, o la Divina Commedia scritta casualmente da una scimmia disponendo delle lettere sparse in uno stadio?

        • Michele Forastiere ha detto in risposta a Nofex

          Max, il fatto è che il livello di probabilità è VERAMENTE infinitesimo: non basta la materia contenuta nella cosiddetta “regione osservabile” del nostro Universo. Di questo è ben consapevole il biologo evoluzionista Koonin che, in un articolo di cui parlo nel libro, per la prima volta prova a “tirar dentro” il concetto di multiverso a favore del darwinismo. Contavo di approfondire (indicando qualche numero in più) in un futuro articolo, sempre che il sito UCCR avrà ancora la gentilezza di ospitarmi!

        • Max ha detto in risposta a Nofex

          13 miliardi di anni non sono poi pochissimi, dai 🙂
          L’esempio del Boeing fu fatto da un genio (Hoyle) ma e’ stato da tempo trovato l’errore nel suo ragionamento: gli elementi e poi le sostanze chimiche non si combinano a casaccio, ma seguono delle leggi razionali ben precise. Questo diminuisce enormemente il numero di combinazioni/reazioni possibili. Se guardi un po’ in giro su internet, trovi spiegazioni piu’ dettagliate a riguardo.

          Se posso dare un consiglio, Nofex, penso che non dobbiamo fare dei favori ai vari “scientisti”, cercando di suggerire l’esistenza di Dio in base a “fenomeni estremamente improbabili”. Anche perche’ se poi si dimostra che quei fenomeni tanto improbabili non erano, almeno tenendo conto dell’enormita’ dello spazio e del tempo, ci verra’ puntato il dito contro dicendo “abbiamo dimostrato che Dio non e’ necessario!” e tanti ci cadranno.

          E’ meglio, a mio modesto parere, ricordare che l’Universo non contiene in se’ la spiegazione di se stesso, come ci avevano insegnato Aristotele e San Tommaso, far notare la razionalita’ di cui il Cosmo e’ intriso, che non e’ una cosa scontata, e fare riferimento a leggi etiche e morali ed al cuore dell’uomo.

          • Michele Forastiere ha detto in risposta a Max

            Certo, Max. Credo sia proprio quello l’errore fondamentale dell’ID. Quanto a me… io sono partito dall'”estremamente improbabile” non per dimostrare l’inconsistente “Dio tappabuchi” che tu giustamente stigmatizzi, ma per indicare quanto tutto risulti dipendere dalla Contingenza (e da una Contingenza provvidente, secondo me), più che dal Caso e dalla Necessità. Il che, penso, punta a Dio più direttamente di un’ipotesi di Progetto. Non la prendere per “pubblicità occulta” (!), per favore: se credi, leggi il libro e poi ne potremo riparlare su basi sicuramente più chiare. E comunque: GRAZIE per le osservazioni e i commenti, cortesi e pertinenti.

        • Max ha detto in risposta a Nofex

          http://www.talkorigins.org/faqs/abioprob/abioprob.html

          Questo lavoro – uno dei tanti – indica l’assurdita’ del parallelismo tra nascita della vita da materiali inorganici e il Boeing che si assembla da un tornado.

          Non facciamo cortesie a certi nemici della religione, per favore.

          • Michele Forastiere ha detto in risposta a Max

            Ho visto l’articolo indicato. L’articolo di Koonin del 2007, citato nel mio libro, è disponibile su internet qui:
            http://www.biology-direct.com/content/2/1/15
            Koonin, che è dichiaratamente un darwinista integrale, lontanissimo dall’ID, fa un calcolo di probabilità che è devastante, pur tenendo conto implicitamente di tutte le osservazioni di Musgrave. Non penso che Koonin avrebbe rischiato di rovinarsi la carriera accademica se non fosse stato abbastanza convinto 🙂

        • Guido ha detto in risposta a Nofex

          Aggiungo un altro motivo per cui l’esempio del Boeing è fallace: non si può richiedere ad un’azione come possono essere i giri del vento un risultato così concreto come assemblare un manufatto umano, tra l’altro già deciso in partenza, cioè un Boeing. Poi, semplicemete, sappiamo che il vento non può avvitare delle viti, ne ridipingere una carlinga, ricostiture la plastica, il vetro, i tessuti…

  8. Fabrizio ha detto

    Secondo il darwinismo quindi le nuove informazioni arrivano da mutazioni casuali.
    Secondo te no, ma allora da dove arrivano, se escludi l’intervento “sovrannaturale” invocato da creazionismo e ID?
    (non voglio essere polemico, ma sono proprio curioso, non riesco bene a capire)

    • Michele Forastiere ha detto in risposta a Fabrizio

      Si può avere la domanda di riserva…? Scherzi a parte, io non mi azzardo a proporre una risposta conclusiva su come sia apparsa, nel corso del tempo, l’informazione necessaria all’evoluzione biologica di vita complessa e intelligente. Mi limito ad affermare che il darwinismo NON è sufficiente; e metto in evidenza il fatto che la scienza non è in contraddizione con l’idea di un Creatore. Lo scienziato può quindi tranquillamente essere credente, senza avere sentimenti di inferiorità verso chicchessia, rimanendo convinto che Dio abbia le Sue vie per guidare la nostra storia; oppure continuare a cercare, onestamente, una Teoria del Tutto che dia conto dell’ordine razionale del cosmo, compresi magari i meccanismi dell’evoluzione dell’Uomo. In quest’ultimo gruppo, mi pare, possiamo trovare scienziati rispettabili come R. Penrose. Personalmente io mi metto nel primo gruppo (anche se non sono uno scienziato rispettabile), ma non ci provo nemmeno a formulare ipotesi su come il Creatore possa agire nella storia! Si rischia di finire per credere al “Dio tappabuchi”, disastro giustamente citato più su da Max.

      • Guido ha detto in risposta a Michele Forastiere

        Dipende da dove si collochi il Creatore, perchè quanto più distante dalla nostra originalità in quanto esseri umani o dalle sorti e dai cambiamenti naturali, tanto più lo avviciniamo a un’idea panteista, quindi lontano dalla centralità dell’uomo nell’Universo ed estraneo a tante definizioni precise e singolari date dalle principali religioni.

  9. Stefano ha detto

    Ecco ciò che intendo dire da mesi: l’evoluzione così come ci viene propinata non esiste né è mai esistita. E che fanno questi ‘scienziati’? S’inventano il multiverso, dilatano lo spazio, il tempo… Siamo alle comiche finali, a quanto pare! Cioè, visto che questa TEORIA non si può adattare ed insirire nel contesto universale, ribaltiamo il tutto e ipotizziamo un multiverso. Però da Michele Forastiere mi interesserebbe sapere cosa intenda quando dice (cito): “Sono fermamente convinto che l’evoluzione della vita sulla Terra si sia effettivamente verificata, e che le prove scientifiche di ciò siano schiaccianti.” Avere ‘prove’ dell’evoluzione è proprio lo scoglio degli evoluzionisti: non ce ne sono. Ma visto che ho (abbiamo…) il privilegio di poter parlare direttamente con l’Autore, chiedo come sia avvenuta questa evoluzione e quali siano le prove schiaccianti. Ringrazio e buona serata!

    • Michele Forastiere ha detto in risposta a Stefano

      Quando parlo di “evoluzione effettivamente avvenuta” dico semplicemente che tante specie diverse si sono avvicendate nel corso della storia della Terra, e che secondo me questa storia è stata effettivamente lunghissima (esattamente quanto affermano le varie scienze, dalla paleontologia alla fisica nucleare). La mia affermazione serve solo, in pratica, a sottolineare il fatto che non penso che Dio abbia creato il mondo realmente in 168 ore d’orologio, distribuendo poi un mucchio di falsi fossili negli strati pseudo-geologici per ingannare gli scienziati…

      • Stefano ha detto in risposta a Michele Forastiere

        D’accordo, ma i fossili che noi troviamo in nessunissima maniera testimoniano una qualsivoglia evoluzione avvenuta. Che si siano avvicendate specie, ne convengo, ma, appunto, specie fissate, non intermedie o incomplete.

        • Guido ha detto in risposta a Stefano

          Forme di transizione ce ne sono parecchie. Che gli uccelli discendano dai rettili non vi è dubbio alcuno: https://secure.wikimedia.org/wikipedia/en/wiki/Confuciusornis
          https://secure.wikimedia.org/wikipedia/it/wiki/Archaeopteryx
          Anche riguardo i primati si sono trovate delle forme di transizione:
          http://www.ilsole24ore.com/art/SoleOnLine4/Mondo/2009/05/ida-fossile-primate.shtml
          Devi considerare che i fossili sono molto pochi in rapporto alle specie evolute, è come se si volesse montare un gigantesco puzzle di un milione di tesserine con solo poche decine.

          • Dario ha detto in risposta a Guido

            Veramente l’esistenza delle specie linkate non prova assolutamente niente come l’ornitorinco non prova un collegamento evolutivo tra uccelli e mammiferi. Ci vuole ben più di una semplice somiglianza tra due specie a decretare che una sia l’evoluzione dell’altra

          • Dario ha detto in risposta a Guido

            Tanto per non lasciare la mia frase precedente campata per aria porterò un esempio (ma ce ne sono molti altri): sia formichiere che pangolino hanno moltissime caratteristiche che li rendono simili eppure la scienza ha decretato che non siano imparentati (o se vuoi leggilo come “che non discendano dallo stesso ramo evolutivo”). La stessa scienza che, quando invece le fa comodo, decreta che un animale sia evoluzione di un altro ma non si sa bene secondo quali canoni =)

          • Stefano ha detto in risposta a Guido

            Guido, un suggerimento: informati meglio. Archaeopteryx: era un uccello a tutti gli effetti ed il fatto che avesse denti o artigli non significa niente. Ad oggi ci sono specie di uccelli con artigli per aggrapparsi ai rami e rettili senza denti; oppure uccelli coi denti. E’ ormai ritenuto un uccello appartenente alla categoria ‘uccelli coi denti’. Infatti era atto al volo, aveva sangue caldo, i denti erano diversi dai presunti progenitori (dinosauri). Confuciusornis: è anch’esso un uccello, senza denti ma becco, ali e struttura scheletrica sono del tutto simili ai volatili moderni. Sia l’uno che l’altro, ormai, sono da ritenersi uccelli con diverse caratteristiche ma ‘non possono essere considerati forme transizionali’ (S.J. Gould – N. Eldredge Università di Harvard). Ida: il fatto che sia ritenuta una nostra propropro zia (divertente)è una ipotesi e basta. ‘Il tallone che testimonia etc’ siamo seri, suvvia. Infatti non è che sia ritenuta, questa Ida, una pietra miliare dell’evoluzione, visto che non se la fila nessuno. Era una semplicissima scimmietta. Guido, io chiedo se si possono avere certezze riguardanti l’evoluzione; e non ve ne sono, a tutt’oggi. Non ce ne sono sull’origine della vita (abiogenesi, extraterrestri, caso-fatalità-necessità…), non ce ne sono sulla sua trasformazione intesa come macro-evoluzione, nulla, solo ipotesi, alcune delle quali, campate in aria.

            • Guido ha detto in risposta a Stefano

              Di “campato in aria” c’è ben poco. Le mutuazioni genetiche esistono, la selezione naturale è un fatto, un virus può subire decine di variazioni nell’arco di un solo anno, i geni sono spesso compatibili tra una specie e l’altra…

              Se non diponiamo di tutti i tasselli che ricostruiscano ogni minimo passo evolutivo, non significa che questo non sia avvenuto, gli indizi però sono evidenti.

              Anche nell’uomo rimangono tracce vestigiali di tali cambiamenti: i denti del giudizio, l’osso della coda (il coccige), vi sono casi, sebbene rari, di bambini che nascono ancora con la “coda”.

              Forse avrai meno difficolta a considerare come possibile forma transizionale l’Ichthyostega:
              http://it.wikipedia.org/wiki/Ichthyostega
              se però mi chiedi la variazione immediatamente anteriore ed immediatamente posteriore all’Ichthyostega, ti devo dire che questo non è possibile, perchè la paleontologia purtoppo non è così generosa con noi…

              • Stefano ha detto in risposta a Guido

                ma non puoi seriamente dirmi che le mutazioni sono alla base di una evoluzione! I virus, batteri che mutano resteranno sempre e per sempre virus/batteri o quel che si vuole. Non c’è un cambiamento strutturale della specie; nel senso che un batterio non si trasformerà in uno scoiattolo (per esempio)o in qualcosa d’altro. Quello che io domando è questo: è proprio così impossibile che ci sia un Dio che abbia creato? Persino la Chiesa Cattolica lo sostiene (e ci mancherebbe altro!); Dio creò ogni cosa, compreso e soprattutto l’uomo. Bada, non sono un cieco creazionista (un cattolico non può esserlo); mi interesso a tutte le nuove teorie o ipotesi ma nessuna di queste è inconfutabile. Io sono mesi che chiedo, proprio in questo blog, alcune prove, anzi, anche una sola di questa evoluzione ma non capisco la ritrosia nel fornirmele. L’unica cosa che penso è che queste non esistano! Guarda, sto solo aspettando che qualcuno mi posti la teoria della filogenesi di Haeckel, per porre la parola ‘Fine’ sull’evoluzione. A me pare che questa ‘evoluzione’ sia diventata un dogma a cui si è obbligati a credere, pena l’essere appellati come ‘bigotti creazionisti’. Tutti noi sappiamo che l’evoluzione (macroevoluzione) non è mai accaduta, mai esistita ma sappiamo anche che se questa teoria venisse apertamente sbugiardata, si sarebbe logicamente spinti a credere in un Dio creatore: è questo che si teme, cioè la certezza palese di un Dio oltre la Fede?

                • Guido ha detto in risposta a Stefano

                  Ma l’evoluzione non è nessun dogma, al pari di ogni altra teoria scientifica è passibile di essere corretta, riveduta ed anche ribaltata. Io non pretendo che il virus dell’influenza diventi uno scoiattolo dall’oggi al domani, dico solo che la materia organica è cambiante, le specie si avvicendano, alcune si estinguono ed altre compaiono, non è quindi privo di senso pensare che non nascano di punto in bianco ma che possano essere frutto di un processo di trasformazione da organismi più semplici e che si sviluppano perchè a partire di un certo momento trovano le condizioni idonee per farlo. Non capisco perchè non trovi questo possibile ne verosimile. Nessuno è in grado di dire che se i dinosuari non si fossero estinti, l’uomo non avrebbe preso l’avvento. Ma è ancora più difficile pensare a un’affermazione globale dell’uomo in un mondo presidiato da simili bestioni.
                  Non capisco infine una cosa e ti chiedo, se possibile, un chiarimento: dici che se la macroevoluzione venisse sbugiardata, si sarebbe logicamente spinti a credere in un Dio creatore. Ma allora significa che se la macroevoluzione venisse definitivamente dimostrata, si sarebbe logicamente spinti ad escludere la possibilità di un Dio creatore?

                  • Michele Forastiere ha detto in risposta a Guido

                    Mi permetto di intervenire, scusate. Penso che in effetti sia bene cercare di evitare proprio questo tipo di trappola logica (che a ben vedere dipende dalla falsa contrapposizione tra fede e scienza) in cui tante volte scientisti come Dawkins cercano di farci cadere.

                  • Stefano ha detto in risposta a Guido

                    non lo trovo possibile perché è…impossibile. La vita organica è in evoluzione (intesa, qui, come microevoluzione, quella, in poche parole, che ha dato origine alle razze) ma non in trasformazione. Nuove appendici corporee è matematicamente provato che sono non improbabili ma, anche qui, impossibili che crescano. E l’essere umano (ci sono ritrovamenti fossili, in Texas) era coevo dei dinosauri. Chiarisco il mio concetto: la mia era una domanda, infatti, una forzatura ironica. Io non credo in Dio perché sono convinto che abbia creato l’universo e i suoi abitanti; io credo in Dio a prescindere perché ho fede, perché non è la creazione in sé che mi fa credere ma il messaggio evangelico. E se un domani l’evoluzione venisse dimostrata oltre ogni ragionevole dubbio, non verrebbe meno la mia fede. Ed è qui la differenza: io non uso la mia fede per far accettare la creazione, né uso la creazione per dimostrare la Sua esistenza. Gli evoluzionisti, invece, usano una mera ipotesi per screditare Dio e cancellarlo dalle nostre esistenze. E’ un po’ come il discorso di GPII riguardo alla Sindone: disse che per noi è vera, è il sudario che avvolse Nostro Signore ma se non lo fosse, non cambierebbe nulla, perché noi crediamo in Dio, non nella Sindone.

                    • Max ha detto in risposta a Stefano

                      L’uomo coevo dei dinosauri?? Ed e’ matematicamente provato che le appendici non possono apparire? Stefano, per favore…

                      La seconda parte di quello che dici mi sembra giusta e condivisibile, ma le prime affermazioni che fai non stanno ne’ in Cielo ne’ in Terra.

                    • Franz ha detto in risposta a Stefano

                      Stefano..i tuoi dubbi sono legittimi. Fai fatica a ritenere la macroevoluzione (nuove specie) diretta estrapolazione della microevoluzione (novità all’interno della specie). Non sei l’unico a non voler fare questo salto. Ma sei assolutamente all’interno del campo evoluzionistico comunque. Non puoi venire fuori parlando di dinosauri e uomo perché altrimenti perde di credibilità tutto quello che dici.

      • Dario ha detto in risposta a Michele Forastiere

        Innanzitutto trovo ammirevole che ci sia gente che lavora per rimuovere un po’ di bigottismo da quella parte di scienza che pretende di essere oggettiva e figlia della mera ragione mentre, a ben guardare, impone più dogmi della religione.
        Detto questo però sono rimasto un po’ interdetto anche io dalla frase “prove scientifiche di ciò siano schiaccianti”. Ora, questo è forse il dogma su cui è fondato l’intero concetto di evoluzione: ci sono le prove, io non te le mostro ma credimi ci sono e sono lampanti. Il resto del suo filo logico non fa una piega ma si sa bene che la deduzione di un’asserzione logica da un’affermazione falsa porta sempre ad una tautologia (ma una tautologia assolutamente inutile perché non porta informazioni). Premetto che non sono un fanatico del creazionismo però mi piacerebbe che prima o poi qualcuno di quelli che danno l’evoluzione come certa e dimostrabile dessero anche ragione di quanto affermano.
        Lei afferma poi “tante specie diverse si sono avvicendate nel corso della storia della Terra” ma questo non è neanche lontanamente accostabile all’affermazione di cui sopra. Il fatto che ci siano state innumerevoli specie che si siano estinte prova soltanto l’esistenza dell’estinzione, non quella dell’evoluzione.
        Detto questo vorrei aggiungere un’ultima nota: a mio avviso il concetto di evoluzione ha senso solamente se uno vuole bandire a priori il concetto dell’esistenza di un Dio perché nel momento stesso in cui si introduce la possibilità della Sua esistenza (e ragionando seriamente e rigorosamente non si può non introdurla come il suo lavoro dimostra) che senso ha chiedersi come siano avvenute determinate cose visto che le possibilità, avendo a che fare con un’entità onnipotente, sono infinite?

        • Guido ha detto in risposta a Dario

          Se gli animali si estinguessero solamente, bisognerebbe dimostrare perchè l’uomo, ma anche il resto dei mammiferi ed altri animali ancora, non esistevano ad esempio nel periodo Cambriano.

        • Michele Forastiere ha detto in risposta a Dario

          Come ripeto, io molto ingenuamente intendo la parola “evoluzione” nel senso storico di cambiamento. Quanto alle prove, devo dire che io cerco di attenermi solo ai risultati della ricerca scientifica attuale; e ritengo che oggettivamente essi siano schiaccianti nel senso che attualmente sono confermati da tante discipline. E’ vero che pochi citano questi risultati per esteso nella divulgazione scientifica, però penso che la letteratura accademica al proposito sia davvero ponderosa.
          Del resto bisogna sottolineare il fatto che “schiacciante”, in ambito scientifico, non va mai considerato sinonimo di “incontrovertibile”. In effetti c’è qualcuno che, da posizioni sicuramente minoritarie ma con grande coraggio, prova a mettere scientificamente in dubbio per esempio la cronologia degli strati geologici:
          http://www.sedimentology.fr/
          Personalmente penso che la scienza sia un grande dono di Dio, e se essa si sforza di perseguire la Verità (che ci riesca o meno, purché lo faccia onestamente) non entrerà mai in conflitto con la fede. A parziale sostegno di ciò, mi piace ogni tanto andare a scorrere questo elenco:
          https://www.uccronline.it/2010/12/08/scienziati-credenti-cristiani-e-cattolici/
          Grazie anche a lei per le sue osservazioni!

  10. sto'co'frati e zappo l'orto ha detto

    Autori del Sito siete troppo intelligenti.Grazie,Grazie,Grazie.Egregio Professore ha tempo e pazienza a disposione per circa 1000 domande? Da moltissimo mi occupo di Paletnologia,la piu’ Bella delle scienze insieme alla Fisica e solo da pochi anni sono trascinato dal vortice dell’evoluzione.Professore tutti quelli che “dubitano”dell’evoluzione possono essere tacciati di creazionismo?Cosa e’ per lei il creazionismo?

  11. aleudin ha detto

    Michele, se io ti dico: “Penso che l’uomo sia quel livello della natura in grado di rispondere al richiamo del creatore tramite la relazione.”

    cosa mi rispondi?

    grazie.

    • Michele Forastiere ha detto in risposta a aleudin

      Bello. Personalmente credo che quella relazione sia molto diretta (di natura filiale) e che quel livello della natura sia stato voluto dal creatore proprio nel modo in cui è. Però qui parlo proprio a titolo personale!

  12. Guido ha detto

    Io credo che la domanda che tutti ci facciamo prima ancora di parlare di evoluzione è sul come si sia generata la vita organica (e quindi la successiva vita umana). Teorie e modelli non mancano: dall’albiogenesi (generazione spontanea nel brodo primordiale) alla panspermia (la vita si è generata in una o più parti dell’Universo e poi è arrivata “inseminando” la Terra), ora si cerca più nei primordi della chimica (origine delle molecole e del rna). Solo due anni fa sono state osservate ai bordi della Via lattea delle nuvole interstellari composte da Glicolaldeide, uno zucchero che costituirebbe uno dei primi mattoni della biologia. Il Glicolaldeide fa parte di quelle molecole capaci di assemblarsi attraverso reazioni chimiche sempre più complesse fino a raggiungere lo stadio che è considerato il traguardo della vita: il Dna e l’Rna. Sono loro le due molecole che consentono la divisione degli organismi, aprendo la strada a uno dei requisiti fondamentali degli esseri viventi: la riproduzione.
    A questa scoperta se ne aggiungeranno altre, che ci spiegheranno ulteriori cose. Anche il fatto che si stia cercando vita organica in pianeti così vicini a noi, come nel caso di Marte, indica che si crede abbastanza plausibile che la vita organica sia molto più diffusa di quanto si credesse fino ad ora.

  13. sto'co'frati e zappo l'orto ha detto

    Colgo l’occasione per ringraziare,se e’ concesso.E’ un’onore discendere da una Famiglia Senese dopo aver conosciuto un’editore intelligente e coraggiosissimo come l’Ed.Cantagalli.Sempre Cosi’.

    • Michele Forastiere ha detto in risposta a sto'co'frati e zappo l'orto

      Cantagalli effettivamente è un grande. E permettetemi di ringraziare anche voi tutti per l’interesse che state mostrando per il mio modesto lavoro.
      Riguardo alla domanda sul creazionismo: con questo termine di solito ci si riferisce alla dottrina fondamentalista, a-scientifica, di stampo essenzialmente protestante, che afferma la creazione in 7 giorni. In questa materia io però cerco di mantenere un punto di vista strettamente scientifico, e in relazione al rapporto con la fede mi attengo alla dottrina di Benedetto XVI (che mi pare molto ferrato…)

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