Don Cattaneo benedice il Pride tra abbagli biblici e medici

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Il prete arcobaleno don Armando Cattaneo benedice il Pride milanese giustificandosi con la negazione del binarismo sessuale. E’ giusto mostrare la vicinanza della Chiesa, ma mai separare la verità dalla carità.


 

Don Armando Cattaneo si faceva spesso fotografare con i paramenti arcobaleno durante la Messa.

Oggi è un sacerdote anziano della chiesa di San Carlo al Lazzaretto, a Milano. Ogni anno fa trova comunque modo di far parlare di sé per la sua partecipazione e benedizione al Pride.

Quest’anno si è inventato un cartello rosa a scritte gialle: «Felici perché Dio Padre ci ha fatti tutti bellissimi!». La “o” di Dio è sostituita da un cuoricino.

Mentre è seduto sul deambulatore, i partecipanti al Pride milanese gli sfilano davanti. Tra Famiglie Arcobaleno, vip e politici locali c’è n’è per tutti i gusti. Chi nudi, chi con bambini, chi con la museruola sadomaso, chi con il bavaglio fetish, chi portato al guinzaglio dal padrone.

Lui guarda, sorride e benedice con il pollice alzato.

 

Don Armando Cattaneo, vicinanza ma ambiguità

Leggendo la sua intervista a “Il Corriere” non si esprime su matrimoni, adozioni e non rinnega apertamente la dottrina cattolica. Almeno in questo caso.

Se da un lato è apprezzabile lo spirito cristiano di vicinanza verso tutti, senza scandalo, dall’altra, oltre all’ambiguità irrisolta tra vicinanza e complicità, spicca la sua evidente allergia per la Tradizione ecclesiale.

Ha lamentato infatti che «la Chiesa cammina lentamente, si trascina dietro duemila anni di storia», mentre l’anno scorso chiedeva addirittura scusa «per la Chiesa ancorata alla tradizione». Se per il mondo cattolico è un valore, per lui è una sconfitta.

 

Strafalcioni teologici e scientifici sul binarismo sessuale

Proprio un anno fa don Cattaneo ha pronunciato frasi di profonda ignoranza teologica e medico-scientifica.

Dopo aver domandato «come possiamo pensare che il Padreterno ci abbia fatto solo maschi o femmine e aver ricevuto una puntuale risposta da un’ostetrica, il prete brianzolo è caduto in una tremenda gaffe.

«Il concetto di maschio e femmina», ha risposto don Armando Cattaneo, «ha dovuto fare i conti, negli ultimi decenni, con l’emergere di conoscenze scientifiche che ci costringono a distinguere il sesso fenotipico (assegnato alla nascita in base a una sommaria valutazione degli organi genitali) dal sesso genetico (che, invece, viene determinato sulla base delle varie combinazioni dei due “gonosomi” che lo determinano)».

Rifugiandosi così nelle fantomatiche «statistiche disponibili» sulle condizioni intersessuali che riportano «un’incidenza superiore all’1,5% per cento della popolazione. Dobbiamo arrivare alla conclusione che si tratta di persone “sbagliate”?».

Oltre a ignorare che l’antropologia cristiano-cattolica si basa sul binarismo sessuale ben espresso nella Genesi, don Cattaneo usa la tipica retorica argomentativa degli attivisti gender (chissà dove l’ha imparata) basata su concetti come “l’assegnazione” arbitraria e sommaria del sesso al momento della nascita.

L’osservazione dei genitali è infatti un elemento sufficiente (e per nulla “sommario”) nella quasi totalità dei casi a identificare correttamente il sesso biologico. Le rarissime eccezioni sono, per l’appunto, anomalie genetiche (sindrome di Turner o di Klinefelter), condizioni patologiche o disordini dello sviluppo sessuale che non generano nuovi sessi.

Il prete arcobaleno sta quindi usando un’eccezione per tentare di invalidare la norma.

Precisiamo anche che le cifre da lui riferite sono false, secondo la scienza le variazioni intersessuali si riscontrano nello 0,018% della popolazione e le anomalie dei genitali si verificano 1 volta su 4500 nascite (lo 0.0222% dei casi).

Ha comunque ragione don Armando, neanche loro sono persone “sbagliate”. Il punto però è che soffrono di anomalie genetiche che, in quanto tali, non smentiscono il binarismo maschile-femminile.

 

Mai separare la carità dalla verità

Al di là degli abbagli teologici e scientifici di don Armando Cattaneo, resta la sua più grande mancanza in quanto sacerdote: saper unire alla carità anche la verità.

Annunciare un Vangelo senza croce, una misericordia senza conversione, una benedizione senza discernimento non è un atto di accoglienza, ma una complice omissione pastorale.

Chi abdica alla verità per piacere al mondo riceve gli applausi dei Pride e dei giornali, ma tradisce il mandato ricevuto nel giorno dell’ordinazione sacerdotale.

Autore

La Redazione

1 commenti a Don Cattaneo benedice il Pride tra abbagli biblici e medici

  • Paolo ha detto:

    Come dice il prof De Mattei, alla visione cristiana del mondo, fondata sul sacrificio della Croce, se ne è contrapposta un’altra, oggi dominante, fondata sul piacere sregolato: essa ha le sue radici nel neo-paganesimo rinascimentale, nella dissoluzione illuministica della morale, nel materialismo storico e dialettico degli ultimi due secoli, secondo un processo rivoluzionario che ha avuto nel ventesimo secolo una fase culminante nella Rivoluzione comunista di Ottobre.
    Gli omosessuali sono persone umane come noi, figli di Dio come noi, e in quanto figli di Dio nostri fratelli, con i nostri stessi diritti. Anch’essi come noi hanno il diritto al matrimonio e alla famiglia. Noi difendiamo questi nostri e loro diritti. Ma non riconosciamo il diritto all’omosessualità semplicemente perché questo diritto non esiste. Il diritto all’omosessualità non esiste e non può esistere perché l’omosessualità è un atto intrinsecamente disordinato che non può pretendere, in quanto tale, alcuna tutela giuridica. Come può del resto invocare diritti chi nega l’esistenza di una legge naturale assoluta e valida per tutti gli uomini, chi fa sua la filosofia dell’edonismo e del relativismo assoluto? Se il bene e il male non esistono, se il relativismo è assoluto, non esistono i diritti, ma vige la legge del più forte.

    I manifestanti del Gay Pride proclamano il relativismo e il nichilismo assoluto e vogliono imporci non con la ragione, ma con la forza, con la forza dei gruppi finanziari e mediatici che li sostengono, la loro visione della vita. Tutti i principali giornali italiani, con qualche rara eccezione, presentano gli omosessuali come una categoria discriminata ed emarginata dalla società. Io domando (continua Roberto de Mattei): chi è oggi discriminato ed emarginato dalla società? Per chi sono oggi le luci della ribalta? Guardate le prime pagine dei giornali di oggi, aprite le radio e le televisioni, ascoltate le parole degli uomini politici e degli intellettuali italiani e stranieri. Qual è la visione della morale che oggi permea progressivamente la società grazie all’aiuto di tutti i moderni strumenti culturali come radio, televisione, cinema, libri, giornali? Festival cinematografici, giornate di studio, incontri e manifestazioni di ogni genere vengono dedicate ad esaltare l’unione contro natura sempre presentata come atto di “liberazione” e “realizzazione” umana superiore all’unione matrimoniale e naturale. Stilisti, top model, cantanti esaltano la condizione “gay” come segno di appartenenza ad un’élite. Noi, non loro, siamo gli aggrediti. Noi, non loro, siamo gli emarginati e i discriminati. Noi reagiamo perché ci sentiamo aggrediti. Quando si viene ingiustamente aggrediti la difesa è legittima e necessaria.

    Signore, tutti Tu vuoi salvare, e tutti si salveranno, se si pentono. Ma io soffro nel vedere questi fratelli che vanno verso la perdizione, e piango per loro. Signore, riconduci il tuo popolo a Te, perchè Tu solo sei il vero Pastore, alleluia!

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