Boezio, lo stoico che trovò in Dio risposta all’inquietudine
- Ultimissime
- 28 Giu 2025
Riscoprire il pensiero di Boezio. Il filosofo romano che coniugò lo stoicismo al cristianesimo, individuando in Dio la risposta all’inquieta ricerca di Infinito che abita il cuore umano.
E’ tempo di riscoprire il pensiero di Boezio.
Negli ultimi anni, lo stoicismo sta vivendo una nuova primavera culturale, proposto come antidoto alla fragilità interiore che affligge molti, soprattutto i giovani.
È in questo contesto che emerge “After Stoicism: Last Words of the Last Roman Philosopher” (Word on Fire Academic 2024) di Thomas M. Ward, filosofo della Baylor University.
Chi era Boezio e la “Consolatio Philosophiae”
Un saggio appassionato dedicato a Severino Boezio, l’ultimo filosofo dell’Antica Roma e il primo Scolastico medievale.
Senatore, filosofo ed uomo di successo, Boezio si ritrovò ingiustamente arrestato, rinchiuso e condannato a morte nel VI secolo. È da questa torrida prova di ingiustizia, isolamento e pena che nasce la Consolatio Philosophiae, il suo dialogo con un personaggio di nome “Filosofia”. È una lettura di grande profondità, in bilico tra stoicismo e fede.
Sia Zenone, padre dello stoicismo, che lo stesso Boezio ritenevano che la felicità autentica non dipendesse da beni esterni – ricchezza, potere, fama –, soggetti a mutazione e sparizione. Se permettessimo al nostro cuore di dipendere da tali beni, dicevano, saremmo destinati al dolore.
Dallo stoicismo al cristianesimo: il viaggio di Boezio
Boezio condivise, ma andò oltre agli insegnamenti stoici e li integrò in una visione cristiana. Qualche mese fa mostravamo, tuttavia, le profonde differenze tra cristianesimo e stoicismo.
Ward osserva infatti che nel dialogo con “Filosofia”, il pensiero di Boezio cambiò e si introdusse un bene supremo: Dio.
Ecco la svolta: il vero oggetto del desiderio non può essere passeggero, precario, soggetto al tempo o all’ingiustizia – bensì eterno. Lo spirito si libera non negando i beni del mondo, come pensavano gli stoici, ma dando loro il giusto posto e orientandoli verso un orizzonte ultimo.
Boezio in qualche modo si allontanò dai suoi predecessori stoici e, invece di limitarsi a promuovere il distacco dai beni materiali ne riconobbe il valore se sono strumenti, pur imperfetti, per raggiungere beni superiori.
E cos’è questo bene superiore?
È qui che Boezio contraddisse gli stoici: riconosce che Dio è la fonte di tutti quei beni e che è Dio l’Infinito che compie il cuore umano, la cui mancanza genera l’inquietudine.
Lo stoicismo può aiutare l’uomo a intraprendere il viaggio lontano dal tentativo (e dal fallimento) di trovare il massimo conforto nelle cose del mondo, ma la sua prospettiva sulla felicità e sul compimento umano è troppo ristretta. L’uomo non ha bisogno solo della virtù, ma di un Senso ultimo che dia valore eterno all’effemericità dell’esistenza.
L’inquietudine di Boezio e quella di Sant’Agostino
In questo, Boezio fu anticipato di qualche anno da Sant’Agostino, quando si spogliò dei suoi beni non per una sterile negazione ma perché riconobbe che «ci hai fatti per Te, Signore, e inquieto è il nostro cuore finché in Te non riposa»1Agostino, Confessioni, I,1,1.
Il cuore umano desidera costantemente un Infinito e resta perennemente insoddisfatto («il non poter essere soddisfatto da alcuna cosa terrena, né, per dir così, della terra intera»2G. Leopardi, Pensieri, LXVIII, scriverà Giacomo Leopardi oltre mille anni dopo).
Perché riscoprire Boezio, quindi? Perché gli uomini hanno di fronte 3 possibilità:
1) O nemmeno percepisce l’inquietudine umana e perciò nessuna risposta potrà essere data a una domanda che neanche si pone;
2) O percepisce l’inquietudine umana ma la allontana come un’ingenuità o tenta di annegarla nella mondanità perché convinto sia impossibile rispervi, per stanchezza e fragilità;
3) O intuisce ciò che capì Boezio (e Agostino), che “il Verbo si è fatto carne e venne ad abitare in mezzo a noi” (Gv 1,14)
Inutile dire che la gran parte delle volte i nostri contemporanei optano e si fermano all’opzione 1 e 2.
In un mondo che continua a cercare fragili rimedi per ansia, solitudine e crisi identitaria, si potrebbe cogliere l’invito di Thomas M. Ward e concedere spazio e tempo a riscoprire Boezio.
E alla sua intima percezione che l’inquietudine umana può riposare solo su una Presenza.
0 commenti a Boezio, lo stoico che trovò in Dio risposta all’inquietudine