Il potere del Rosario sorprende i ricercatori

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Una ricerca scopre che la recita del Rosario ha effetti sulla salute mentale, sulla relazione con se stessi e soprattutto con gli altri. Una spallata ai pregiudizi.


 

Il Journal of Religion and Health ha pubblicato uno studio originale ma significativo.

Pregare il Rosario porta benefici concreti alla salute mentale, alla resilienza emotiva e persino alla relazione con se stessi e gli altri.

I ricercatori parlano espressamente di «una considerevole quantità di prove empiriche» che rivelano «l’influenza positiva» del rosario sulle persone che lo recitano.

 

La Polonia più devota di Italia e Spagna

L’indagine è stata condotta in Italia, Polonia e Spagna su 361 cattolici, in gran parte, si legge, dotati di laurea o di un titolo di studio accademico superiore.

Il primo responso è la variazione culturale nei tre Paesi: la Polonia ha registrato un tasso di partecipazione più elevato alla pratica del rosario rispetto all’Italia e alla Spagna.

Un dato in linea con la reputazione della Polonia come una delle nazioni più osservanti d’Europa, dove le tradizioni cattoliche rimangono profondamente radicate nel tessuto sociale nonostante decenni di repressione comunista.

Lo conferma un recente dato: nel 2025 saranno ordinati 208 nuovi sacerdoti, più di qualunque altro Paese europeo.

 

Il potere del Rosario sulla salute mentale

Lo studio è nato dopo aver osservato la sorprendente disparità nella letteratura accademica: mentre si contano circa 30mila voci riguardanti le tecniche di meditazione “laiche” e buddhiste (definite “mindfulness“), ne esistono soltanto 13 riguardanti il rosario.

Una differenza che riflette ampi pregiudizi culturali che spesso liquidano le devozioni occidentali come troppo legate al passato.

«Da un punto di vista puramente fenomenologico culturale, la mindfulness è glamour, alla moda mentre il rosario è considerato obsoleto, noioso e poco interessante», hanno osservato i ricercatori. Eppure i loro dati suggeriscono che questa percezione riguarda più la moda culturale che la realtà empirica.

Uno degli aspetti che riteniamo più interessanti analizzando le conclusioni è che la recita del Rosario non risultava associata all’isolamento sociale o alla ristrettezza mentale, come suggeriscono gli stereotipi.

Al contrario, livelli più elevati di preghiera erano correlati a una maggiore empatia, suggerendo quindi un miglioramento della connessione sociale, non una diminuzione.

Una vita devozionale quindi non è in antitesi con la consapevolezza e l’impegno nella vita sociale.

Gli stessi ricercatori osservano infatti che «è tempo di superare questo modello binario tra coloro che pregano e coloro che interpretano la propria fede cristiana in termini di empatia».

A maggior ragione questo si verifica nei gruppi di Rosario, spesso ristretti, dove emerge sensibilmente un senso comunitario profondo.

 

I limiti di questi studi e l’equivoco di fondo

Naturalmente l’indagine non promuove alcuna conversione religiosa, né suggerisce che la recita del rosario sia superiore alle pratiche meditative. Piuttosto, sostiene la necessità di rivedere i pregiudizi sulla religiosità cattolica.

Il grande limite di questo tipo di studi lo abbiamo già indicato nel nostro dossier dedicato al rapporto tra fede e psicologia.

C’è una grande differenza tra chi si accosta al Rosario e chi alle tecniche di meditazione: i cattolici nella recita del Rosario cercano quel che Benedetto XVI definì il «vincolo spirituale con Maria per rimanere uniti a Gesù, per conformarsi a Lui, assimilarne i sentimenti e comportarsi come Lui si è comportato».

Aggiungendo: «Il Rosario è “arma” spirituale nella lotta contro il male, contro ogni violenza, per la pace nei cuori, nelle famiglie, nella società e nel mondo».

Al contrario, chi si approccia a tecniche meditative è esclusivamente interessato al risvolto psico-fisico.

Non si deve quindi ridurre la religiosità profonda ad un meccanismo di cui si vede e si cerca solo un automatico riscontro sulla salute, né all’effetto placebo.

Resta comunque interessante riscontrare come, al di là dei motivi profondi e spirituali per accostarsi alla preghiera e al Rosario, la ricerca riscontri gli stessi benefici psico-fisici che gli uomini contemporanei ricercano con fatica nei costosi corsi di terapia o meditazione orientale.

Autore

La Redazione

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