Pregare in chiesa o a casa? Che differenza c’è?

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Che differenza c’è tra pregare in chiesa o a casa propria? E’ meglio pregare in chiesa? Pregare a casa da soli ha lo stesso valore? Queste sono le domande a cui rispondiamo per la rubrica domenicale Risposte cattoliche.


 

E’ meglio pregare in chiesa o a casa? E che differenza fa?

Questa è la domanda di oggi per la rubrica domenicale Risposte cattoliche.

Riportiamo qui sotto la risposta di padre Angelo Bellon, domenicano e docente di Teologia morale presso la Facoltà teologica dell’Italia settentrionale.

 


di padre Angelo Bellon*
*domenicano e teologo

da Amici Domenicani

 

E’ meglio pregare in chiesa o a casa propria?

Bisogna fare l’una e l’altra cosa.

Certo pregare in Chiesa offre molti vantaggi.

Innanzitutto il sacrificio di uscire di casa per compiere un piccolo pellegrinaggio. Già questo è meritorio.

Entrando in Chiesa, poi, si intinge nell’acqua benedetta e ci si segna con il segno della croce facendo memoria del nostro battesimo. Il segno di croce fatto con devozione e con l’acqua benedetta cancella i peccati veniali.

Successivamente si va a prendere posto, in genere su una panca, e lì ci si mette in ginocchio.

In Chiesa si gode della presenza di Gesù nel sacramento. È una presenza che non ha uguali.

Se poi si prega con il Santo Rosario o con la lettura di qualche preghiera o pensiero spirituale ci si accorge che dopo un po’ di tempo il cuore comincia ad ardere. Se la preghiera è devota e in chiesa c’è silenzio, si viene favoriti nel raccoglimento.

In casa invece non è mai così perché ci sono i rumori fatti degli altri nel compimento del loro dovere.

Ci può essere il sottofondo del televisore acceso, il disturbo del telefono, di chi squilla alla porta o dell’intervento degli altri componenti della famiglia che chiamano perché hanno bisogno di un’informazione o di una mano.

Non c’è niente che possa paragonarsi alla quiete che si sperimenta in Chiesa tanto che alcune persone usano dire: sto bene solo quando sono in Chiesa.

La preghiera in Chiesa in ogni caso non sostituisce quella fatta in casa sia individualmente che comunitariamente.

È necessario che ognuno abbia degli spazi per la propria preghiera personale, per la meditazione, per il raccoglimento.

E non solo perché non si può avere ad ogni momento una Chiesa a portata di mano, ma soprattutto per il proprio ristoro personale.

Ad esempio, la preghiera fatta al mattino è particolarmente efficace. Ugualmente è un autentico ristoro la preghiera fatta al rientro dal lavoro o prima di cena. Si pensi ad esempio alla meditazione o alla lettura spirituale.

Succede così che poi si mette a tavola caricati interiormente senza alcuna voglia di andare dietro al vuoto e all’effimero propalato da vari strumenti di comunicazione sociale.

Come del resto è di grande preziosità la preghiera fatta comunitariamente, soprattutto quella del Santo Rosario.

Ed è proprio per questo che la Chiesa la favorisce concedendo l’indulgenza plenaria a chi recita il Santo Rosario in famiglia.

Con l’augurio di essere sempri uniti mediante la preghiera, vi benedico e vi ricordo davanti al Signore.

 


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Autore

Padre Angelo Bellon

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