Francesco e la telefonata con Mario Palmaro, suo critico

francesco mario palmaro

La commovente telefonata tra Papa Francesco e Mario Palmaro, uno dei suoi primi critici. A pochi mesi dalla morte, Palmaro ricevette a sorpresa una chiamata di Papa Bergoglio carica di attenzione per il male che lo affliggeva. I retroscena dell’episodio raccontati da Andrea Tornielli.


 

di Andrea Tornielli*
*direttore editoriale del Dicastero per la comunicazione della Santa Sede

da Francesco. Il Papa della misericordia (Piemme 2025)

 

Com’è noto, una delle novità del pontificato di Jorge Mario Bergoglio sono state le frequentissime telefonate per farsi vicino a chi soffre.

La maggior parte di queste chiamate sono destinate a rimanere custodite nel ricordo dei destinatari, ma più di qualcuna diviene pubblica e arriva a giornali e siti web, per volontà dei protagonisti.

Di uno però vorrei parlare e lo faccio perché la notizia di questa telefonata è pubblica per volontà di colui che l’ha ricevuta.

 

Mario Palmaro: le critiche a Francesco e la malattia

È quella che riguarda Mario Palmaro, scrittore, giornalista, docente di bioetica, che insieme al collega giornalista Alessandro Gnocchi ha mosso fin da subito delle critiche al pontificato di Francesco con una serie di articoli sul quotidiano Il Foglio (poi raccolti nel marzo 2014 nel libro “Questo Papa piace troppo”).

Ammalatosi di cancro, stava vivendo gli ultimi mesi della sua esistenza.

Un amico mi telefona per informarmi dell’esito delle ultime analisi, che mostra l’avanzata inesorabile del male insieme all’impossibilità di tentare delle cure. E aggiunge: «Chiedi al Papa di pregare per lui».

Queste parole mi colpiscono e decido di scrivere a Francesco parlandogli di Mario. Gli spiego chi è e quale sia al momento la sua condizione. Gli chiedo di pregare.

Venerdì 31 ottobre 2013, nel primo pomeriggio, il Papa mi telefona: «Scusa se ti disturbo, ho bisogno di un consiglio: Mario Palmaro si arrabbia se lo chiamo? Pensi che lo possa disturbare, viste le sue condizioni?». Gli rispondo: «Non penso che lo disturbi, ma mi informo». «Allora fammi sapere», mi dice. «Chiama qui a Santa Marta e lascia il messaggio, che io ti richiamo».

Verifico con il mio amico, che è in contatto con la moglie di Mario. Nel tardo pomeriggio richiamo a Santa Marta. Alle 20:48 il Papa mi ritelefona. Gli dico che può chiamare Palmaro. «Non si arrabbierà?» mi chiede. «No, Padre, no…», gli assicuro. «Allora lo chiamerò, forse domani pomeriggio».

 

Mario Palmaro e la telefonata di Francesco: “Un regalo enorme”

Il giorno dopo, 1° novembre, a metà pomeriggio, Francesco mi telefona, appena tornato dalla messa celebrata al cimitero del Verano.

«Ti volevo dire», dice, «che ho chiamato Mario Palmaro. Ha risposto la moglie, mi ha riconosciuto subito e mi ha passato lui. Faceva fatica a respirare. Gli ho detto che gli sono vicino, lui mi ha parlato degli articoli, mi ha detto che erano critiche fatte con amore e che mi vuole bene. Io gli ho detto che quello che conta è la fede comune e che ogni critica va fatta con amore…».

Mi commuovo quando, prima di concludere la conversazione, il Papa mi ringrazia per averlo aiutato a fare un’opera buona. Passano pochi minuti e ricevo l’sms di Mario: «Ha chiamato alle 17:50, è stato molto buono e abbiamo parlato anche dei nostri articoli. Mi ha fatto un regalo enorme. Grazie anche a te. Mario».

La notizia della telefonata rimane per alcuni giorni riservata. Solo allora anche Mario esce dal suo riserbo e racconta: «Se fosse dipeso da me e da Alessandro, non sarebbe mai trapelato nulla. Anche perché evidentemente il Pontefice non aveva alcuna intenzione che il suo gesto fosse reso pubblico, così come contenuti della nostra conversazione».

«Papa Francesco», spiega ancora Palmaro, «mi ha detto di essermi molto vicino, essendo venuto a conoscenza delle mie condizioni di salute, della mia grave malattia, e io ho percepito con chiarezza questa sua empatia profonda, l’attenzione verso una persona in quanto tale, al di là di idee e opinioni, mentre vivo un periodo di prova e di sofferenza… Per me, cattolico, quella che stavo vivendo era una delle esperienze più belle della vita. Ma ho sentito il dovere di ricordare al Papa che io, insieme a Gnocchi, avevo espresso delle critiche precise al suo operato, mentre rinnovavo la mia totale fedeltà in quanto figlio della Chiesa. Il Papa quasi non mi ha lasciato finire la frase, dicendo che aveva compreso che quelle critiche erano state fatte con amore e come fosse importante, per lui, riceverle».

Palmaro muore nella sua abitazione di Monza il 9 marzo 2014. Informo subito Francesco, che prega per lui.

 

Papa Francesco e la memoria di Mario Palmaro

Più volte, negli anni successivi, il Papa lo ricorda.

Nella primavera del 2017, prima della visita a Milano, durante una telefonata mi dice: «Mi piacerebbe tanto poter andare a pregare sulla tomba di Mario Palmaro». Poi aggiunge che gli piacerebbe almeno poter incontrare sua moglie e i suoi figli, magari a margine della messa prevista proprio al parco di Monza.

Francesco mi riparlerà di Mario ancora nel marzo 2018, in risposta a un mio appunto dove parlavo della professione giornalistica.

Cito solo un passaggio dell’email che avevo ricevuto in quell’occasione:

«Ci si può domandare se il comunicatore sia libero. Tante volte deve scrivere quello che gli viene detto di scrivere… e se non lo fa, rischia il lavoro. Davvero, il vostro lavoro, tanto nobile, diventa tanto rischioso; e per questo vi voglio tanto bene. Ricordo la coerenza e l’onestà di Mario Palmaro: non posso dimenticare le sue lacrime nell’ultima chiamata».

Autore

Andrea Tornielli

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