Il Papa non riscrive il Padre nostro, la modifica risale al 2008

«Il “Padre nostro” non è quello di Papa Benedetto XVI. Dio non ci induce in tentazione!! Benedetto XV si è fatto ingannare dal diavolo». Così si leggeva nel novembre 2007 sui siti web tradizionalisti, quando Jorge Mario Bergoglio era un “semplice” arcivescovo argentino.

Ma, allora, tali personaggi erano una voce sparuta, priva -al contrario di oggi- del supporto mediatico della destra religiosa (anzi, “divina”, come la chiama Camillo Langone). La quale, sta incolpando Francesco di voler cambiare il Pater noster ignorando che la forma “non abbandonarci alla tentazione” venne introdotta nel 2008.

E’ compito dei teologi, non tocca a noi la questione della opportunità o meno di una migliore traduzione della preghiera insegnata da Gesù, nei Vangeli. Semplicemente mostriamo come i sedicenti ratzingeriani che hanno come missione esistenziale la guerra all’attuale Pontefice -su qualunque argomento-, si trovano a combattere lo stesso Benedetto XVI. «Il Padre nostro sarà modificato e zuccherato», ha denunciato recentemente, ad esempio, il giornalista Marco Tosatti, leader della “resistenza anti-bergogliana”. «Con quale improntitudine si osa manomettere un testo vecchio di duemila anni? In Germania, contro la nuova traduzione, sostenuta da Bergoglio, hanno obiettato pure gli atei». Ma non il Papa emerito, sotto il quale è nata ed è stata approvata.

In queste critiche -condivise da molti altri e non esclusive dell’amico Tosatti-, emerge una grave impreparazione giornalistica e una poca familiarità con la lettura dei Vangeli. Infatti, è dalla traduzione della Conferenza Episcopale Italiana pubblicata nel 2008 dalla Libreria Editrice Vaticana, con il placet di Benedetto XVI, che venne autorizzata la tanto discussa modifica della Scrittura : «La scelta del Consiglio permanente è stata quella di intervenire solo dove fosse assolutamente necessario per la correttezza della traduzione», spiegò mons. Giuseppe Betori, l’allora segretario della Cei. «Nel caso del Padre nostro si è affermata l’idea che fosse ormai urgente correggere il “non indurre” inteso ormai comunemente in italiano come “non costringere”. L’inducere latino (o l’eisfèrein greco) infatti non indica “costringere”, ma “guidare verso”, “guidare in”, “introdurre dentro” e non ha quella connotazione di obbligatorietà e di costrizione che invece ha assunto nel parlare italiano il verbo “indurre”, proiettandolo all’interno dell’attuale formulazione del Padre nostro e dando a Dio una responsabilità – nel “costringerci” alla tentazione – che non è teologicamente fondata. Ecco allora che si è scelta la traduzione “non abbandonarci alla” che ha una doppia valenza: “non lasciare che noi entriamo dentro la tentazione” ma anche “non lasciarci soli quando siamo dentro la tentazione”».

Eravamo nel maggio 2008. Dieci anni dopo, l’attuale Pontefice introduce la stessa modifica anche nella liturgia. Pochi giorni fa, Francesco ha infatti ripreso il concetto: «Nella preghiera del Padre Nostro (cfr Mt 6,13) c’è una richiesta: “Non ci indurre in tentazione”. Questa traduzione italiana recentemente è stata aggiustata alla precisa traduzione del testo originale, perché poteva suonare equivoca. Può Dio Padre “indurci” in tentazione? Può ingannare i suoi figli? Certo che no. E per questo, la vera traduzione è: “Non abbandonarci alla tentazione”.

Apriti cielo, le sedicenti “bussole” cattoliche, silenti quando avvenne la modifica ai tempi di Ratzinger, hanno trovato il nuovo appiglio per condannare nuovamente il Papa all’eresia: Bergoglio osa cambiare la parola di Gesù. Sorpresa invece sul Secolo d’Italia: «Il Papa e il Padre Nostro: ma le correzioni le aveva già fatte la Cei al tempo di Ratzinger».

La redazione

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70 commenti a Il Papa non riscrive il Padre nostro, la modifica risale al 2008

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  1. extra ha detto

    Ha completamente ragione papa Ratzinger, Bergolio e qualunque alto che pensa come loro, non ha senso ed è contraddittorio che un dio d’amore può indurci in tentazione.

    E non è questione soltanto di Pater Nostro, è questione di un concetto sbagliato di Dio sterminatore, di eserciti, che ha creato inferno per punire i colpevoli. Questo è il Dio di Vecchio Testamento, e la rivoluzione di Gesù sta proprio in questo punto. E proprio qui sta anche il grande malinteso cristiano, Dio si è rivelato per la prima volta a Gesù. Quel che si chiama Dio nel Vecchio Testamento – per esempio il dio rivelato a Mosè – non è Dio, ma suoi messaggeri, scambiati erroneamente per Dio. Dio è purezza assoluta, non può rivelarsi a chi ha ancora il peccato originale.

    Inferno è opera dell’uomo caduto, e non di Dio, non era previsto nel piano originale della creazione. Un Dio di amore non può essere un Dio di sofferenze infernale fatali. Si soffre, si accetta la sofferenza, trovato in mezzo ai problemi infernali si resiste al male e alla sofferenza per andare oltre nella felicità, si trascorre inferno e non si va a casa per mangiare le frittelle di Nana Pina. La sofferenza non è il nostro destino, è la felicita il nostro destino. Dunque è un stato d’animo sbagliato, non si va a cercare la sofferenza, perché è lei che cerca te, non scappare, essere pronti per attraversare anche l’inferno per arrivare alla felicita. Questa è la giusta attitudine di un vero genitore e di un vero figlio/a.

    • Catacumbulus ha detto in risposta a extra

      Con queste tue insulsaggini esprimi esattamente il significato del tuo nick-name: “extra” sicuramente indica “extra Ecclesiam”, ossia cose dette da uno che non ha nemmeno la minima idea di quella che è la corretta dottrina cattolica. Infatti le tue affermazioni consistono in un misto tra una versione dell’eresia marcionita e tipiche affermazioni gnostiche.

      • extra ha detto in risposta a Catacumbulus

        Lo sapiamo già che tu hai imparato Dio studiando all’Università Pontificie, cosa che non ha potuto fare neanche Maria neanche il falegname Gesù. Tu sei più grande di Gesù, Maria ed extra, che non hanno la minima idea di quella che è la corretta dottrina cattolica. Cosa puoi aspettare da ignoranti che non sano neanche dove si trova il campanile del villaggio di Catacombulus?

        • Catacumbulus ha detto in risposta a extra

          Guarda che non ci sarebbe nemmeno bisogno di indicare l’ovvio, ossia il fatto che le tue affermazioni sono assurde. Tuttavia preferisco farlo notare esplicitamente, in modo che nessuno possa venirne influenzato. Non si tratta di polemica personale, dunque sarebbe saggio evitarla anche da parte tua. Ovvio, ad esempio, che se rifiuti l’esistenza dell’inferno, tu non abbia nemmeno aperto una volta, non l’Antico Testamento, ma nemmeno il Vangelo.

          • extra ha detto in risposta a Catacumbulus

            E’ ovvio da questo caso, ed molti altri simili, che spesso i veri ignoranti sono dottori, che se sentono un altra musica che non hanno mai sentito corrono al loro magazzino di neuroni di trovare un nome in latino o greco antico, oppure parole grosse: marcionita, sete gnostiche, sete ariane, e cosi via sette virgola per cento. Non esistono più ignoranti di quelli che non vogliono sentire.

            Dove hai sentito la musica deduttiva che se io dico che inferno non l’ha creato Dio, non era previsto nel Suo piano originale (un Dio di amore non pianifica inferni, ma paradisi), ma inferno è creazione dell’uomo dopo la sua Caduta, tu senti con tuo orecchio universitario pontificato che inferno non esiste? Esiste e come, e questa discussione senza capo e senza coda ognuno pontificando in greco latino ebraico aramaico è la prova che inferno esiste. E noi siamo già in inferno nella zona linguistica semiotica, il problema è come uscirne. Al contrario cosa si dice nelle Università Pontificie esiste inferno nella terra ed inferno nell’altro modo, tutte due l’opera del uomo, e del contributo considerevole dei dottori in greco latino ebraico aramaico.

            • andrea g ha detto in risposta a extra

              Premesso che non sono per nulla sicuro di aver compreso
              cosa lei intenda dire, le cito comunque queste parole
              del Cristo:
              ” Allora egli dirà ancora a coloro che saranno a sinistra:
              “Andate via da me, maledetti, nel fuoco eterno che è stato preparato
              per il diavolo e per i suoi angeli». Mt 25,41

              • andrea g ha detto in risposta a andrea g

                E il capitolo termina così:
                «Questi se ne andranno a punizione eterna; ma i giusti a vita eterna»

                • extra ha detto in risposta a andrea g

                  Se leggi la Bibbia come un robot per forza non sei per nulla sicuro, perché nella Bibbia si può trovare tutto e di tutto.
                  Non per caso nella storia i robot religiosi sono fatti a pezzi citando frasi contraddittorie trovati nella Bibbia. I robot sono fatti a pezzi anche dentro lo stesso loro esercito. Ultima è la questione appena discussa del Pater Nostro che non si capisce un cavolo, non ce nulla di sicuro cosa ha detto Gesù, in che lingua ha parlato, in che contesto, cosa hanno capito i robot che circondavano Gesù, il solito problema della traduzione, il doppio e triplo senso di parole ecc.

                  Cosi come robot tu funzioni bene, continuar a essere insicuro in mezzo alla sicurezza assoluta robotica.

                  • Catacumbulus ha detto in risposta a extra

                    Ecco, giusto, non si capisce proprio nulla, ma lei invece, “mi pare di capire”, pretende di avere capito… La smetta di venirci a prendere in giro.

                    Un Dio di amore non può essere un Dio di sofferenze infernale fatali. Si soffre, si accetta la sofferenza, trovato in mezzo ai problemi infernali si resiste al male e alla sofferenza per andare oltre nella felicità, si trascorre inferno e non si va a casa per mangiare le frittelle di Nana Pina. La sofferenza non è il nostro destino, è la felicita il nostro destino. Dunque è un stato d’animo sbagliato, non si va a cercare la sofferenza, perché è lei che cerca te, non scappare, essere pronti per attraversare anche l’inferno per arrivare alla felicita

                    Ora, non che valga la pena di perdere tempo a fare l’esegesi del suo modo psicopatico di scrivere, ma dallo stralcio citato io dedurrei che il suo concetto di inferno è quello di una condizione passeggera (tipo purgatorio), che non può perdurare per sempre.

                    E se non è così, impari a scrivere in modo da risultare comprensibile. De hoc satis…

                    • extra ha detto in risposta a Catacumbulus

                      Cosi parlava il falegname anche ai dottori dell’università del Gerusalemme,e loro non capivano nulla.

                      Se fai l’assioma che Dio è un Dio di amore va da se che inferno è creazione umana ed è eterno, e va da se che per una creatura infernale che è uomo, e specialmente quelli che hanno imparato Dio all’università, deve accusare Dio come creatore di inferno. Visto che la logica, anche la logica assiomatica, si basa sui sentimenti di bontà, di felicita, paradiso ecc, per forza un dottore di sentimenti infernali farà teorie caotiche ilogiche infernali che Inferno è creato da Dio ed Inferno è eterno.

  2. lorenzo ha detto

    Vorrà dire che quando gli altri diranno: “e non abbandonarci alla tentazione” io dirò: “et ne nos indùcas in tentatiònem”.

    Pregare Dio di non abbandonarmi in tentazione mi sembrerebbe di rivolgermi ad un dio del bene gnostico al quale il dio del male è riuscito a farla sotto il maso ed è riuscito a farmi cadere in tentazione: se Dio non volesse permettere che io cada in tentazione, potrebbe forse satana farmi ugualmente farmi cadere in tentazione contro il volere di Dio?

  3. Enigma ha detto

    Le tentazioni o prove che siano Dio le permette, poche balle.

    Non perche’ sadico, ma per fortificare l’anima, e rafforzare in virtu’.

    Senno’ al Diavolo la salvezza..da cosa?…se non esiste la prova non esiste nemmeno il peccato e quindi nemmeno abbisognerei di un Dio.

    Un padre non puo’ non permettere ad un figlio di crescere, quel che puo’ e correggere sempre…

    E proprio in chi nella prova e negli scandali del mondo ci vede un Dio violento, sadico e cattivo il cristiano conosce il mistero di un amore libero,anche dagli schemi umani.

    Beato chi ama cosi’.

    LA STRANA LOGICA DELLE FORMULE INVERSE.

    Per questo esistono le parabole…e tutto il resto, si chiama Sapienza e discernimento.

    • Enigma ha detto in risposta a Enigma

      Per una parola cambiata si sono divise le chiese protestanti, se l’esorcismo si recitasse in francese non avrebbe effetto….

      Poi per carita’….nulla contro ma io recito come ho imparato, nulla di scandaloso per me…

      L’uomo e’ di se stesso che deve scandalizzarsi non di Dio, anche se fossi stato Dio avrei tolto il libero arbitrio cosi’ saremmo stati tutti felici a giocare in Paradiso….ma liberi di esserlo in coscienza piena?

    • Catacumbulus ha detto in risposta a Enigma

      Infatti, come da articolo che ho linkato sotto, la traduzione non letterale più corretta sarebbe: “fà sì che non entriamo nella tentazione”, ossia “impedisci attivamente che la nostra debolezza ci porti ad entrare nelle trappole (tentazioni) preparate dal demonio”, poiché, come la catechesi ha sempre insegnato, le tentazioni vanno fugate immediatamente, perché se ti metti a scherzare con il fuoco… Quindi Dio, come a proposito di qualsiasi altro tipo di male, puramente “permette” che il demonio ci tenti, per un nostro maggior bene, legato direttamente all’esercizio del libero arbitrio. E San Tommaso aggiunge che, certamente Dio potrebbe impedire, ma SOLO MIRACOLOSAMENTE, che l’uomo possa cedere alle tentazioni; però, allora, ciò significherebbe che non avrebbe senso averci dotati di una natura caratterizzata da libero arbitrio, poiché in pratica non la useremmo mai.

      • Aldo ha detto in risposta a Catacumbulus

        Non necessariamente. La Beata Vergine Maria era, oltre che essere libera dal peccato originale, talmente “piena di Grazia” che mai ha peccato, nè gravemente nè minimamente. Personalmente se Dio mi proponesse di mettermi in quella condizione io firmerei subito. Al libero arbitrio che mi da la possibilità di dannarmi rinuncerei senza indugio in favore della vera libertà, se solo potessi.

        • Catacumbulus ha detto in risposta a Aldo

          1) Le stesse parole che usi mettono in difficoltà la tua argomentazione: dici, appunto, che la Santa Vergine

          era […] “talmente piena di Grazia”

          … La sua condizione era, credo, un unicum assoluto, anche rispetto ad Adamo ed Eva prima del peccato (infatti hanno peccato). Mi pare molto difficile, dunque, far valere quanto proprio della storia unica di Nostra Signora come principio che possa estendersi in generale per l’uomo.

          2) Inoltre ho parlato di “uomo” in generale, per riferirmi all’uomo in quanto tale, ossia alla sua essenza o natura; si tratta cioè di una questione prettamente ontologico-metafisica, poiché solo un ente che sia Infinito in Atto o l’Ipsum Esse Subsistens (Dio) è di diritto infallibile e dunque impossibilitato a peccare (impossibilità che, naturalmente, non corrisponde ad un limite o difetto, ma, tutto al contrario, alla massima perfezione).

          • Aldo ha detto in risposta a Catacumbulus

            “La sua condizione era, credo, un unicum assoluto, anche rispetto ad Adamo ed Eva prima del peccato (infatti hanno peccato). Mi pare molto difficile, dunque, far valere quanto proprio della storia unica di Nostra Signora come principio che possa estendersi in generale per l’uomo.“

            Se Dio lo avesse voluto, avrebbe potuto essere possibile. Dio può tutto ciò che non è intrinsecamente impossibile, e creare tutti gli uomini privi del peccato, come Maria, e dare loro tutte le Grazie date a Maria, potenzialmente sarebbe stato possibile. Che poi ció non rientrasse nel piano di Dio e quindi, di fatto, non sia accaduto, è un’altra storia.

            Il punto 2 è verissimo. Infatti anche Maria teoricamente avrebbe potuto peccare, nel senso che per lei peccare non era intrinsecamente impossibile come lo è per Dio, però appunto essendo la “piena di Grazia” la Sua volontà era sempre sostenuta da Grazie talmente potenti che ha sempre voluto rimanere nel Bene.

          • Aldo ha detto in risposta a Catacumbulus

            Certo che era un unicum, poiché Maria era sostenuta da Grazie sconosciute perfino ai progenitori nello stato di innocenza. Però Dio potenzialmente avrebbe potuto estendere la condizione di Maria a tutti gli uomini, creandoli senza peccato e dando loro le Grazie di cui ha goduto la Beata Vergine. Che poi Dio non abbia voluto farlo perché i Suoi progetti erano diversi è un altro paio di maniche.

          • Catacumbulus ha detto in risposta a Catacumbulus

            Aldo, la tua non è un’obiezione a quanto dicevo, poiché considerare ciò che è accaduto, ossia ciò che Dio ha permesso accadesse, non è “un altro paio di maniche”, bensì costituisce il dato di fatto da spiegare (ove possibile). E San Tommaso lo spiega come ho detto: Dio permette il male, intrinsecamente possibile alla natura umana (e ulteriormente aumentato come probabilità post-peccatum), poiché non avrebbe avuto senso creare la natura umana, che non poteva essere creata come intrinsecamente non soggetta alla possibilità di sbagliare, e poi, mediante una continua e regolare serie di atti esterni a tale natura (ossia atti soprannaturali rispetto, appunto, alla natura umana) rendere l’umanità in quanto tale incapace di peccare. Il che non significa assolutamente che in certi particolari casi, e il caso della Santa Vergine costituisce la super-particolarità tra i casi particolari, Dio non possa (sensatamente) rendere praticamente impossibile il peccato, pur non privando la creatura in questione della propria libertà. Ma, appunto, si tratta dell’eccezione e dell’uso di grazie abbondanti e particolari. La regola generale rimane quella che, potendo intrinsecamente peccare, molti peccheranno; salvo il fatto che il Signore saprà trarre del bene anche dai peccati dei singoli.

            • Aldo ha detto in risposta a Catacumbulus

              Ma infatti è esattamente così.

              Quello che intendevo è che Dio avrebbe potuto, volendo, far sì che questa eccezione non fosse tale ma fosse invece la regola. Tutto lì.

            • Aldo ha detto in risposta a Catacumbulus

              Riguardo a questo

              E San Tommaso lo spiega come ho detto: Dio permette il male, intrinsecamente possibile alla natura umana (e ulteriormente aumentato come probabilità post-peccatum), poiché non avrebbe avuto senso creare la natura umana, che non poteva essere creata come intrinsecamente non soggetta alla possibilità di sbagliare, e poi, mediante una continua e regolare serie di atti esterni a tale natura (ossia atti soprannaturali rispetto, appunto, alla natura umana) rendere l’umanità in quanto tale incapace di peccare

              Non credo che non sarebbe stato possibile. Come dicevo il fatto che un essere umano possa teoricamente peccare non implica che debba fattualmente peccare. Infatti Dio non ha reso nemmeno Maria impossibilitata a peccare in senso assoluto, semplicemente le Grazie potentissime di cui è stata ricoperta hanno fatto si che Ella, liberamente, non volesse peccare.

              Per essere ancora più chiari: l’uomo pecca perché identifica il peccato, il male, sub specie boni, cioè perché identifica ciò che è male come bene. L’uomo sa che peccare è sbagliato, però la sua natura essendo ferita dal peccato trova una discrasia tra ciò che gli viene insegnato intellettualmente e ciò che poi di fatto lo attrae. Questa discrasia era presente persino nei progenitori, che pure non avevano una natura ferita dal peccato, nel senso che anche loro riuscirono ad essere sedotti dal male, e anche loro lo vivere sub specie boni, cedendo quindi alla tentazione.

              Ora, per farla semplice, il peccato non ha mai avuto la minima presa, il minimo fascino, su Maria, proprio grazie alle Grazie (scusa il gioco di parole) con cui Dio l’ha sempre ricoperta.

              Per fare una analogia, è come se noi normalmente avessimo davanti una buonissima torta al cioccolato con panna (la volontà di Dio) e un escremento animale (il peccato) e dovessimo decidere di quale cibarci.

              Noi purtroppo normalmente tendiamo a vedere l’escremento come desiderabile (si noti che parlare di escremento non è tanto diverso dal linguaggio della Scrittura, in una lettera del nuovo testamento -adesso non ricordo quale- si esorta il Cristiano a non tornare a rotolarsi nel suo vomito, cioè il peccato da cui è uscito) e gustoso, e la torta, il nostro vero bene, come pesante da digerire e non invitante. E il dramma è che perfino al gusto l’escremento ci sembra piacevole mentre la torta al cioccolato con panna continua ad avere un saporaccio.

              Invece Maria ha sempre visto il peccato per ciò che era, il peccato non è mai riuscito a presentarsi alla sua volontà sub specie boni. Tutto questo grazie agli aiuti speciali di Dio che sempre l’hanno sorretta in maniera specialissima *. In altre parole, Maria avrebbe potuto potenzialmente cibarsi di quel cibo putrido, non era intrinsecamente impossibilitata a farlo. Ma appunto le Grazie che la sostenevano hanno fatto si che lei liberalmente volesse mangiare il cibo buono e desiderasse naturalmente il cibo buono.

              *a tal proposito vedere qui https://www.amicidomenicani.it/leggi_sacerdote.php?id=1676

              • Catacumbulus ha detto in risposta a Aldo

                Dio avrebbe potuto, volendo, far sì che questa eccezione non fosse tale ma fosse invece la regola

                In senso assoluto, cioè guardando alla sua potenza assoluta, avrebbe certamente potuto, sarebbe bastato crearci direttamente in paradiso. Dubito molto, insieme a San Tommaso, che ciò avrebbe avuto senso e poiché Dio non agisce in modo insensato, ciò corrisponde ad un’impossibilità pratica. La Madre di Dio è un conto, un caso del tutto sui generis (proprio perché finalizzato a dare al resto dell’umanità il Salvatore), il resto dell’umanità è un’altra questione.

  4. Catacumbulus ha detto

    1) Invece dovreste partire dalla sostanza del fatto in questione: se si vuole effettuare una traduzione non letterale (modificando quella latina che lo era), si entra nell’ambito di una parafrasi non letterale, che deve però esprimere il vero significato letterale.

    2) Se il punto precedente è vero (e sotto indico un buon articolo al proposito), significa solo che l’attuale papa sta continuando su una strada per lo meno non opportuna e, dunque, se la critica è corretta, non è giustificato chi si appoggia ad un errore altrui. Rimane in conclusione che, proprio ciò che voi avete evitato di fare, entrare nel merito, è ciò che invece dirimerebbe alla radice la polemica.

    Capisco, in ultimo, che il sito da cui traggo l’articolo in cui sinteticamente, ma dottamente, si spiega l’essenza della questione, sia a voi particolarmente antipatico, ma non tutti quelli che hanno criticato la traduzione in questione, lo hanno fatto in “tempi sospetti”, visto che l’articolo a cui mi riferisco si limita a riportane un altro scritto nel 2010 (3 anni prima dell’elezione di papa Francesco). Eccolo: https://chiesaepostconcilio.blogsport.com/2017/12/non-abbandonarli-alla-tentazione-di.html

    • extra ha detto in risposta a Catacumbulus

      “Non abbandonarli alla tentazione di cambiare il Padre nostro”

      non suona meglio?:

      “Non indurci alla tentazione di cambiare il Padre nostro”

    • lorenzo ha detto in risposta a Catacumbulus

      καὶ {e} μὴ {non} εἰσενέγκῃς {indurre} ἡμᾶς {noi} εἰς {in} πειρασμόν {tentazione}

      εἰσφέρω (eisferô): verbo composto da
      – εἰς (eis): preposizione che significa in, a, verso, per, fra;
      e da
      φέρω (ferô): verbo primario che significa portare, essere mosso interiormente, incitato, sostenere, impedire di cadere, sopportare pazientemente la condotta di qualcuno, risparmiarlo astenersi dal punirlo o distruggerlo, muovere a, condurre, guidare.
      Come si può constare, “abbandonare” non ha nulla a che spartire col significato del verbo greco εἰσφέρω.

      Si sarebbe però potuto rimanere fedeli al testo originale intervenendo, invece che su εἰσενέγκῃς {indurre}, sulla traduzione di “πειρασμόν” {tentazione}:
      πειρασμός (peirasmos): un sostantivo che significa si tentazione, ma nel senso di prova e verifica della fedeltà, integrità, virtù e costanza di una persona nei confronti di un’altra.

      Non ci indurre nella prova (per saggiare la nostra fedeltà nei tuoi confronti).

  5. Michele ha detto

    ma comunque sbaglio o dire ” non abbandonarci alla tentazione” non equivale a dire quello che il testo latino diceva?

    • extra ha detto in risposta a Michele

      Che importanza ha cosa dice il testo in latino? E che se ne frega cosa dice il testo ammuffito in una lingua morta e sepolta? Il testo in latino può dire anche “pater nostro spingetevi in criminalità e in sesso libero”, e le persone devono cantare hosanna in latino ogni domenica?

      • Mari ha detto in risposta a extra

        Questa risposta non ti fa sembrare minimamente un analfabeta funzionale, tranquillo.
        la domanda comunque voleva essere seria, e se non con la tradizione latina posso fare il paragone anche coi testi originali del padre nostro

        • extra ha detto in risposta a Mari

          Che testo originale? I dottori dicono loro stessi che sono analfabeti funzionali, perché ancora non si sa che lingua ha parlato Gesù: aramaico oppure ebraico. Il testo originale si chiama per cosi dire, perché è sicuro che Gesù non ha parlato in inglese, vuol dire in greco antico, e ancor meno in latino.

          Se hai la minima sapienza e esperienza in traduzione come analfabeta funzionale, sai come è giocoso il senso le parole, e quanto cambia con tempo. Per esempio nessuno contemporaneo può leggere Shakespeare in originale, sembra una lingua completamente straniera. E anche un bene che sia cosi, anche se l’italiano espone soltanto il lato in ombra della faccenda: “traduttore traditore”

          • lorenzo ha detto in risposta a extra

            Il testo Ebraico, tradotto alla lettera, recita: “e non indurci nella mano del nemico”.
            Il testo Aramaico, tradotto alla lettera, recita: “e non portarci in tentazione”.

  6. Gian Piero ha detto

    Io continuiero’ a dire “ non indurci in tentazione” Una preghiera pregata per scoli da tante persone e’ piu’ spirituale e ha piu’ valore dei nuovi e intelligentoni gesuiti
    Che decidono di cambiarla. Le novita’ a capoccia dei sedicenti i “ esperti” Sono sempre dei peggioramenti invec che miglioramenti.

  7. Sophie ha detto

    Niente accade senza il permesso di Dio. La tentazione saggia le virtù morali, santifica l’uomo, pertanto in un certo senso il Signore ci mette alla prova con le tentazione. Continuerò a dire il Padre nostro come ho sempre fatto e come piace al cielo da secoli.

    • extra ha detto in risposta a Sophie

      Dal tuo commento risulta che non hai figli o sei soltanto una ragazza birichina. Sa avessi un figlio vedrai che non si fanno prove con tentazioni per vedere quanto sonno bravi e virtuosi i figli.

      • PetrusLXXVII ha detto in risposta a extra

        Ha letto mai il libro di Giobbe? Il Vangelo al passo Mt 4,11? Capirà che concepire il “non indurci in tentazione” che scandalizza molti, non ha alcuna connotazione negativa.. significa semplicemente “esporre alla prova”.
        A proposito.. legga anche Gesù di Nazaret di Benedetto XVI, troverà che Ratzinger, li dove parla del Padre Nostro, non la pensa affatto come i teologi della CEI.. alla cui traduzione ha solo concesso l’imprimatur.. magari per venire incontro a chi ha difficoltà a comprendere il concetto, potendo recepire solo la spiegazione semplicistica, ma scorretta del “non abbandonarci”! Infatti, è una formula che Benedetto XVI non ha nemmeno lontanamente pensato di adottare in ambito liturgico, dove vale la corretta traduzione, linguistica e semantica, del “e non indurci in tentazione”!
        Buona lettura

        • extra ha detto in risposta a PetrusLXXVII

          E tu hai letto i commenti di extra che dice che il dio di Vecchio Testamento, vuol dire il dio di Libro di Giobbe, è un messaggero del vero dio del Nuovo Testamento?

          https://www.uccronline.it/2018/08/15/il-papa-riscrive-il-padre-nostro-no-la-modifica-sulla-tentazione-risale-al-2008/#comment-195455

          Io non leggo mai i Papi perché non ho studiato all Università Pontefici come ha studiato il dottore Catacombalus dell’USL, sono un semplice falegname come Gesù, e non so aramaico, ma neanche italiano non so bene. Ho bisogno di Maestre di italiano.

          • PetrusLXXVII ha detto in risposta a extra

            Non c’è bisogno di essere dotti. Quei passi biblici – uno dell’Antico Testamento (Giobbe), l’altro del Nuovo (Matteo) – illustrano semplicemente che Dio permette la tentazione per provare lo spirito dell’uomo. E il libro di Benedetto XVI ha carattere divulgativo, non è concepito esclusivamente per gli specialisti. Provi a leggere, senza spirito di polemica, potrebbe tornarle utile per cogliere la correttezza della traduzione “e non ci indurre in tentazione”!

            • extra ha detto in risposta a PetrusLXXVII

              Allora se è cosi come dici tu e i papi che dio mette in tentazione i suoi figli, allora dio è Satana in persona, e i atei hanno più che ragione. Io preferisco meglio ignoranza atea, che un dio crudele che si diverte tentando i suoi figli.

              Ma si sa bene la storia vecchia come il mondo, i nemici più grandi di Dio sono stati i pseudoreligiosi che fanno un Dio criminale tentatore al loro immagine.

              • PetrusLXXVII ha detto in risposta a extra

                Che Dio permetta al Diavolo di tentare l’uomo, è la Bibbia che lo dice, che Dio si diverta nel consentire ciò, lo sta dicendo soltanto lei, nella Bibbia non c’é traccia di questa sua ridicola deduzione. Se leggesse quanto le ho indicato, piuttosto, si darebbe delle risposte più sensate, invece di dare la caccia alle streghe! In fondo le sto solo suggerendo di leggere dei passi biblici.

                • extra ha detto in risposta a PetrusLXXVII

                  Nei commenti di extra non c’è traccia di questo suo ridicolo detto che Dio si diverta nel consentire Diavolo di tentare l’uomo. E’ una tua diavoleria e stregoneria, io non posso dire mai l’opposto di quello che credo. Anzi ho detto l’opposto di quel che dici tu e anche di più, che un Dio di amore non può indurre in tentazione il suo figlio, e non si può divertire nel consentire diavolo di tentare l’uomo. Altrimenti non sarebbe un Dio di amore, sarebbe peggio di Satana che almeno è sincero nell’odio, non propaga amore con ipocrisia.

                  Dio permetta al Diavolo di tentare l’uomo con afflizione, perché è costretto a fare questo per causa del principio di libero arbitro e principio di responsabilità. Se Dio interviene nei nostri guai e problemi, allora noi restiamo in eterno mammoni e papponi con biberon in bocca e pannolini nel culo. Vuol dire rimaniamo in eterno cristiani che credono “Dio fa tutto”, fa surf al lago di Galilea, moltiplicare il fiasco di Chianti e le frittelle di nana Pina.

                  • andrea g ha detto in risposta a extra

                    Forse le può essere d’aiuto riflettere sulle tentazioni che subisce il Cristo
                    nel deserto; tentazioni del corpo (la fame), tentazioni di potenza magica
                    (“se sei il Cristo buttati giù, e gli angeli ti solleveranno”), tentazioni
                    di successo assoluto (“se mi adorerai, tutto questo sarà tuo”).

                    • andrea g ha detto in risposta a andrea g

                      Sempre che non sia un troll ateista “finto semi analfabeta”
                      per seminare zizzania-

                    • andrea g ha detto in risposta a andrea g

                      Il che è mi pare molto probabile: Gesù “che fa il surf in Galilea”,
                      o che “moltiplica il fiasco di chianti”.
                      La rabbia ateistica non può esimersi dall’irridere/deridere.
                      L’astio ateista è una brutta bestia-

                  • PetrusLXXVII ha detto in risposta a extra

                    Ah, capisco.. lei è semplicemente un discreto burlone! Buon divertimento allora 😉

              • Gloria ha detto in risposta a extra

                Nessuno, quand’è tentato, dica: Io son tentato da Dio; perché Dio non può esser tentato dal male, né Egli stesso tenta alcuno;
                EPISTOLA DI S. GIACOMO 1:13
                Anche Gesù è stato tentato nel deserto da Satana, perché questo mondo per ora è sotto la sua influenza, e con questo ha dimostrato di non essere sotto la sua influenza, preferendo la gloria di Dio alla gloria degli uomini.
                La prova e la tentazione sono diverse. Dio mette alla prova la fede:”Fratelli miei, considerate come argomento di completa allegrezza le prove svariate in cui venite a trovarvi, sapendo che la prova della vostra fede produce costanza.”
                EPISTOLA DI S. Giacomo
                Allora Gesù fu condotto dallo Spirito su nel deserto, per esser tentato dal diavolo.
                EVANGELO SECONDO S. MATTEO 4:1
                Dio permette la tentazione, a volte come ha fatto con Gesù tramite lo Spirito, ci porta davanti alla tentazione. Quindi indurre non è tentare, ma portarci davanti alla realtà di ciò che noi siamo.
                Un giorno dissi a Dio: “io non cadrò mai in questo peccato… mettimi alla prova e vedrai”…. lo ha fatto e sono caduta miseramente! Quindi ben venga dire umilmente: ” so che sono debole, non permettere che sia tentato in questo”.

                • Catacumbulus ha detto in risposta a Gloria

                  In termini sintetici, vale quello che vale in generale per ogni tipo di male: Dio PERMETTE il male e, invece, non lo provoca né lo vuole attivamente in alcun modo. Analogamente permette che noi si subisca le tentazioni (che sono già una forma di male), che sono messe in atto, come trappole, da satana; ma, appunto, Dio può ricavare bene anche dal male (fatto da altri).

    • andrea g ha detto in risposta a Sophie

      Assolutamente corrette le sue parole, Sophie.
      Il patetico ateista extra si qualifica con la sua risposta.

  8. Claudio ha detto

    Signori miei, c’è poco da spiegare a chi non vuol capire: vorrebbero cancellare il Vecchio Testamento per poter ritrarre un Dio a loro immagine e somiglianza, e non viceversa. Ma Iddio è sempre lo stesso! E guai! a chi ne ritrarrà uno proprio, traviando i Suoi piccoli! Il Pater, poi, sempre quello della buona Vulgata Sisto-Clementina.

    • andrea g ha detto in risposta a Claudio

      C’è da capire qualcosa riguardo alla rabbia ateistica,
      che imperversa sui blog cattolici, camuffandosi ora
      in un modo ora in altro; simpatica quella del finto
      cristiano analfabeta che la sa più lunga dei dottori…
      ma è la mancanza di umiltà, a svelare il giochetto.
      Patetici-

      • andrea g ha detto in risposta a andrea g

        La rabbia/superbia ateistica è quella del demonio:
        “io non devo sottomettermi a nessuno!”.
        E’ il “preferisco regnare nel mio inferno
        che servire (gioire) in Paradiso”.
        E’ il vero incubo in cui può finire l’essere umano-

  9. lorenzo ha detto

    “Se non diventerete come bambini non entrerete nel regno dei cieli!”
    Qual è la caratteristica del bambino? Quella di fidarsi ciecamente dei propri genitori, di ritenerli onnipotenti ed invincibili, di avere FEDE e di CREDERE in loro.

    Se, “come un bimbo svezzato in braccio a sua madre”, io La prego di “non farmi cadere…”, non intendo affatto affermare che è Sua la colpa delle mie cadute, ma intendo semplicemente appellarmi al Suo Amore affinché mi tenga stretto tra le sue braccia;
    se invece io La prego di “non abbandonarmi se cado…”, significa che mi considero già in grado di procedere da solo e Le chiedo, per sicurezza, di non allontanarsi troppo.

    • andrea g ha detto in risposta a lorenzo

      Bellissimo post, Lorenzo.
      Credo che ci possiamo impegnare nella preghiera
      affinché personaggi alla “extra” (l’ultimo della serie,
      ma potrebbe essere sempre lo stesso) acquisiscano
      il dono delle lacrime, dono che libera dalle
      catene della superbia diabolica.
      L’unico vero dramma umano è l’incapacità dell’umiltà-

      • extra ha detto in risposta a andrea g

        Per questa ragione dico in continuazione che devi vedere il contesto di frasi dette nella Bibbia. Quando Gesù dice diventerete bambini vol dire nel senso della purezza di cuore, e non tenete un biberon in bocca, il pannolini nel sedere e guardate cartoni animati come i genitori fanno le cose per voi. Ma sempre attento di prendere la pensione di vecchiaia.

        • andrea g ha detto in risposta a extra

          Caspita, lezioni di italiano extra-veloci!
          Complimenti.

          • lorenzo ha detto in risposta a andrea g

            Io sono sempre più convinto che extra alterni momenti nei quali fa ragionamenti condivisibili scritti in modo comprensibile a momenti di ragionamenti sconfusionati scritti in modo incomprensibile: se per cause interne od esterne credo lo sappia solo lui…

            • extra ha detto in risposta a lorenzo

              Non preoccuparmi a me, a parte i errori in italiano e i giochi di parole intenzionati, io sono completamente cristallino come logica, e quel che e importante le mie motivazioni sono buone, e non cattive come a ragione vengono interpretate da voi credenti in certi dogmi che oramai hanno perso la loro funzione.

              Io sono completamente cosciente cosa succede con voi quando sentite le mie diatribe. Per esempio tu le ammiri quando non sono in evidente contraddizione con le tesi ufficiali, e perdi il filo quando sono contro quel che tu credi (infatti credi che credi). E più sono cristalline le mie logiche, più sei perso tu. Si può accecare anche da troppa luce. E’ normale poi per un credente di accusare altro di confuso, tenebroso, pagato dai atei del altro blog nemico, troll e che ne so io che altre paranoie che sono i luoghi comuni del mondo virtuale. Non è successo mai che qualcuno si converte nel mondo virtuale. Non ho illusioni.

    • Aldo ha detto in risposta a lorenzo

      Se, “come un bimbo svezzato in braccio a sua madre”, io La prego di “non farmi cadere…”, non intendo affatto affermare che è Sua la colpa delle mie cadute, ma intendo semplicemente appellarmi al Suo Amore affinché mi tenga stretto tra le sue braccia;
      se invece io La prego di “non abbandonarmi se cado…”, significa che mi considero già in grado di procedere da solo e Le chiedo, per sicurezza, di non allontanarsi troppo.

      Grande post questo, Lorenzo. In effetti cos’è la preghiera se non la richiesta di un intervento, quello divino, che non ci lasci soli col nostro libero arbitrio ma che intervenga a sanare e guidare la nostra libertà, verso il bene?

  10. giorgio baldrati ha detto

    Paolo così scrive nella sua lettera ai Corinzi :
    1 Cor. 10:[13] Nessuna tentazione vi ha finora sorpresi se non umana; infatti Dio è fedele e non permetterà che siate tentati oltre le vostre forze, ma con la tentazione vi darà anche la via d’uscita e la forza per sopportarla.

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