Il matematico Odifreddi toppa tutti i calcoli su Leone XIV
- Ultimissime
- 14 Mag 2025
Piergiorgio Odifreddi profetizza il nuovo Papa e sbaglia: Leone XIV non rientra nel profilo atteso. Il matematico ateo insinuava dinamiche banali, orientate sull’età avanzata del candidato e sull’incapacità di scegliere un profilo sorprendente.
Piergiorgio Odifreddi, noto per la sua critica pungente e spesso pregiudiziale nei confronti della religione, è tornato a parlare pochi giorni prima dell’elezione di Leone XIV.
Anche lui si è concesso a giudizi improvvisati e previsioni strampalate che sono state puntualmente smentite con la nomina di Robert Francis Prevost.
Papa Leone XIV, le profezie di Odifreddi
Innanzitutto ha dichiarato che «non ci sono molti elementi razionali dietro al Conclave», prevedendo una scelta banale a causa dei meccanismi antiquati e al fatto che i cardinali elettori «non si conoscono tra loro».
Calcoli del matematico puntualmente smentiti: la scelta di Leone XIV si è rivelata tutt’altro che banale.
Si tratta di una scelta sorprendente, intelligente, geopoliticamente attuale ed innovativa e simbolicamente potente. Marco Politi l’ha subito giustamente definita «una capacità di scelta all’altezza della situazione geopolitica».
Un cardinale della Chiesa statunitense (un unicum nella storia del papato, esclusa categoricamente da chiunque nell’attuale contesto storico) che però incarna anche lo spirito del Sud del mondo, con forti legami con l’America Latina e la tradizione missionaria.
Una decisione che dice molto sulla puntuale capacità della Chiesa di leggere il tempo con uno sguardo inedito, alternativo e ben più ampio rispetto a quello offerto dai media o dai giochi di potere politico.
Questo lo testimoniano i vari articoli pubblicati nei giorni scorsi di letterale ammirazione, in ambito laico, del processo di nomina del Pontefice cattolico.
Su “Domani”, ad esempio, Marco Marzano parla di «quei laici che invidiano il conclave» e dell’«ammirazione e l’incanto estasiato mostrato da tanti laici, anche di sinistra, di fronte a questo evento» che «non mi paiono solo estetici, ma anche e forse soprattutto politici (i credenti sanno essere, in genere, più lucidi e critici)».
Gli ha fatto eco Antonio Florida su “Il Manifesto”, confermando che «una delle reazioni che, in una parte del pubblico laico e democratico, ha accompagnato il rituale solenne del Conclave è un sentimento di invidia e ammirazione».
“La Chiesa ha paura di un cardinale giovane”
Odifreddi sbagliava anche quando insinuava che la Chiesa «ha paura del cardinale giovane» perché «se è giovane, non te lo togli più».
Anche qui la realtà lo ha contraddetto. Il cardinale Prevost non rientra negli standard vaticani: un papa giovane, energico e in grado di parlare tanto al mondo moderno quanto alla tradizione viva della Chiesa. Altro che paura: è stata fatta proprio una scelta coraggiosa e di lungo respiro.
A dispetto delle banali dicerie secondo le quali si prendano decisioni “per esclusione” o “per anzianità”, la realtà ha mostrato, come sempre, un processo molto più profondo e articolato, animato da una riflessione spirituale seria.
La “storia tremenda” del cattolicesimo e dell’ateismo
Quanto alla “storia tremenda del cattolicesimo” citata da Odifreddi — tra Borgia, inquisizione e crociate — siamo ai soliti cliché. È un copione trito e ritrito, utile solo a chi non ha molto altro da dire.
Non una parola sulla storia, ben più tremenda, dell’ateismo militante: dai gulag sovietici ai massacri cambogiani, dalla Corea del Nord alla dittatura atea albanese. Un silenzio eloquente che rivela un doppio standard inaccettabile per chi si professa razionale.
Odifreddi e l’ingenua visione del progresso
Quanto al suo sarcasmo sullo Spirito Santo – “nessuno ci crede più” – Odifreddi parla per sé. Ed è stato per l’ennesima volta puntualmente smentito: miliardi di credenti nel mondo hanno visto proprio in questi giorni l’opera misteriosa dello Spirito nella scelta di Leone XIV.
Dire “chi ci crede più” è un’espressione arrogante, ma soprattutto ingenua: confonde il progresso tecnologico con un preteso progresso morale e veritativo.
La visione di Odifreddi e dei tanti laici che instancabilmente trascorrono la vita occupandosi delle faccende riguardanti la Chiesa, è fondata su una fiducia cieca ed ingenua nel “progresso” come automatico miglioramento rispetto al passato. Dove l’oggi e il domani saranno certamente meglio di ieri e ciò che si pensa oggi e si penserà domani sarà naturalmente più giusto di quello che si è pensato ieri.
Eppure, se c’è una cosa che la storia ci insegna, è che la verità non è soggetta a sondaggi né a calendari. Non è democratica. È, semplicemente, vera.
La Chiesa lo sa da secoli. E ancora una volta lo ha dimostrato, sorprendendo il mondo e scegliendo un Papa che Odifreddi non ha previsto e che non avrebbe mai potuto prevedere, toppando clamorosamente qualunque calcolo.
E qual è il colmo per un matematico? Contare su se stesso… e sbagliarsi comunque.
1 commenti a Il matematico Odifreddi toppa tutti i calcoli su Leone XIV
Caso curioso quello di Odifreddi. Forse rende di più fare l’ateo militante e anticattolico che il matematico