La musulmana nella scuola dell’Opus Dei: «Qui sono accolta»

musulmana scuola cattolica

Una musulmana in una scuola cattolica. Maryam ha scelto una scuola dell’Opus Dei, partecipa all’ora di religione e si sente accolta. Un esempio di evangelizzazione per attrazione.


 

Una storia semplice ma significativa, che abbatte miti e pregiudizi purtroppo radicati.

Maryam ha 14 anni, è musulmana e frequenta una scuola cattolica. Il liceo classico Faes di Milano, vicino all’Opus Dei.

La vicenda è finita su Il Giorno e sembra che l’accoglienza sia una “notizia”. In realtà, per chi vive nel mondo cattolico, non ha nulla di cui stupirsi.

 

Una giovane musulmana sceglie la scuola cattolica

La scelta di una scuola cattolica è voluta dai genitori, entrambi musulmani (padre egiziano e madre italiana): «Sono contenta della scelta fatta per i miei figli», dice la madre.

Si tratta di una scuola paritaria, «che mette il cristianesimo alla base di tutto quello che fa, e di come lo fa», spiegano i dirigenti.

E’ proprio il fatto di avere un’identità cristiana che garantisce il rispetto assoluto dell’individuo. La scuola accoglie anche un’altra giovane musulmana e un ragazzo di fede buddista.

 

L’ora di religione? “Fa crescere i nostri figli”

C’è l’ora di religione, è facoltativa ma non è prevista l’attività alternativa.

Ma non serve nemmeno, gli stessi genitori vogliono che partecipi: «Per noi è importante che Maryam segua quell’ora: fa crescere e i nostri figli devono crescere», racconta la madre.

Maryam infatti ha un fratello gemello e anche lui frequenta una scuola cattolica, le Preziosine. Anche lì nessun problema.

Durante l’ora di religione i musulmani «possono partecipare e sentire, ma non pregare e nessuno obbliga a farlo».

 

Il proselitismo non seve, accogliere è già evangelizzare

L’umanità di questa accoglienza significa già di per sé evangelizzazione, anche senza nominare esplicitamente il nome di Gesù.

In un bellissimo articolo di Lucio Brunelli su l’Osservatore Romano, che andrebbe riletto tra le 4 e le 5 volte al giorno, si parla delle “chiese vuote” e della dialettica nel cattolicesimo fra “conservatori” e “moderni” «priva di vera rilevanza fuori dagli ambienti ristretti dei militanti o dai mondi fittizi del web».

Si accenna al disinteresse totale dei giovani verso la ripetizione formale del cristianesimo:

«Cristo, morto e risorto, salvezza dell’uomo. Puoi gridargli questa verità in faccia, ma quel ragazzo ti guarderà forse con la stessa indifferenza. Non cattiva, nemmeno ostile, semplicemente qualcosa di non comprensibile e non riscontrabile nella sua vita».

 

La Chiesa si diffonde per attrazione e per umanità

Perché la Chiesa si diffonde per attrazione, come ci hanno insegnato gli ultimi due Pontefici.

«La Chiesa non fa proselitismo», diceva Benedetto XVI nel 2007. «Essa si sviluppa piuttosto per “attrazione”: come Cristo “attira tutti a sé” con la forza del suo amore».

L’accoglienza genuina di Maryam, del suo velo e della sua religione musulmana in una scuola cattolica dell’Opus Dei, prelatura da sempre vittima delle più oscure fantasie anticlericali, è un piccolo esempio di quei luoghi «così umani da essere umanamente inspiegabili».

Senza bisogno di rinunciare ai propri valori e alla propria fede e senza necessità di rimarcare che questa accoglienza non avviene a parti inverse, tanto meno nelle scuole rigidamente laiche dove c’è paura e intolleranza verso qualunque espressione religiosa in nome della tolleranza (!) e del politicamente corretto.

Sono le esperienze di accoglienza dell’altro così com’è (diverso dalla mera tolleranza!) che fanno sorgere una domanda, un interesse spontaneo sia nel cuore di chi viene accolto, sia di chi osserva ed è magari lontano dalla Chiesa.

E’ quanto di più simile avvenne nel cristianesimo primitivo, tra le donne cristiane che si sposavano con i pagani e che, come ci ha insegnato il sociologo Rodney Stark, permise l’esplosione del cristianesimo da 12 apostoli a 32 milioni di persone in 300 anni.

Autore

La Redazione

4 commenti a La musulmana nella scuola dell’Opus Dei: «Qui sono accolta»

  • Cwro ha detto:

    E cosa c’è di così straordinario tenuto conto che in Italia le discriminazioni religiose sarebbero anche abbastanza vietate 😀

    • Cook ha detto:

      Le discriminazioni religiose in Italia sarebbero abbastanza vietate, peccato sia abbastanza frequente oggi che un ragazzo cristiano venga preso in giro per il suo credo da persone il più delle volte ignoranti o bersagliato da professori che scambiano la laicità della scuola pubblica con il peggio ateismo militante (quello delle balle stile UAAR). Invece a quanto pare in una scuola cattolica determinate cose non succedono, stando alla testimonianza di questa ragazza musulmana.

      A te non pare che le università cattoliche organizzino convegni su temi sociali o bioetici? A te pare male, evidentemente pur cambiando il nickname il risultato non cambia. Peccato perché discutere civilmente senza ironie facili ma inutili sarebbe costruttivo per tutti.

  • Gigi Pantiane ha detto:

    C’è di strano che se provi ad organizzare un gruppo di preghiera cristiano, o una conferenza su temi bioetici, in qualche università italiana, ti verrà impedito con ogni mezzo, anche violento. Provare per credere.

    • Cwro ha detto:

      Stupenderrimo a me non risulta che le università cattoliche permettano gruppi di preghiera musulmana o conferenze sull’aborto ma non vedo cosa c’entri col fatto che è del tutto normale che su 50000 studenti delle scuole cattoliche ce ne sia qualcuno musulmano 😀

      Sarebbe strano il contrario visto che sono obbligati ad accettarli 😀