Canada: Trudeau se ne va, l’anticattolicesimo resta

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Il primo ministro Justin Trudeau abbandona ma in Canada il suo anticattolicesimo ha segnato il Paese. E’ responsabile della diffusione della cultura della morte e della distruzione di oltre 120 chiese per odio anticattolico.


 

Il primo ministro canadese Justin Trudeau ha annunciato il suo ritiro anticipato il 6 gennaio 2025, mettendo fine a nove anni di governo.

Sebbene Trudeau sia nominalmente cattolico, le sue politiche sono state tra le più lontane dai principi in cui dovrebbe professare.

E, come vedremo, è oltretutto parzialmente responsabile della distruzione di 120 chiese cattoliche.

Ha dovuto dimettersi perché i sondaggi di fine anno hanno mostrato un crollo della popolarità di Trudeau al 22%, con solo un 16% di canadesi a sostegno del suo partito.

Il peggior risultato del Partito Liberale nei suoi 157 anni di storia, una vera catastrofe in vista delle prossime elezioni ad ottobre.

 

Trudeau, leader della cultura della morte

In quasi dieci anni ha trasformato il Canada in uno dei paesi più progressisti al mondo nella “cultura della morte”.

Cosa si intende con questo termine? Il sostegno convinto alle politiche su aborto, eutanasia e droga libera che producono tutte la stessa conseguenza: la morte.

Nel 2016, un anno dopo il suo insediamento, Trudeau ha legalizzato il suicidio assistito e nel 2021 ha esteso l’uccisione dei pazienti anche senza una diagnosi terminale.

Recentemente ha sostenuto l’ulteriore espansione dell’eutanasia ai “minori maturi” (16 e 17 anni) e ha solo leggermente ritardato l’apertura ai pazienti affetti da disturbi mentali.

Secondo molti la situazione è totalmente oggi fuori controllo.

Nel 2018 il primo ministro canadese ha tagliato i fondi a qualsiasi gruppo o individuo che professasse convinzioni pro-life.

Nello stesso anno, Trudeau ha legalizzato la cannabis e nel 2021 ha concesso al governo della Columbia Britannica di eseguire un test di liberalizzazione delle droghe pesanti (fentanyl, eroina, crack, cocaina in polvere, metanfetamina e MDMA).

Trudeau ha investito miliardi di dollari dei contribuenti nel finanziamento dell’aborto e delle cause LGBTQ+, in patria e all’estero, ha approvato il cambio di sesso per i minori ed è stato una presenza fissa al Gay Pride.

 

Trudeau, responsabile della fake news sulle fosse comuni

Un altro aspetto controverso del suo mandato è stato il sostegno immediato alla più grande bufala anticattolica della storia canadese, quella relativa alle fosse comuni dei bambini indigeni ritrovate nel giardino nei collegi cattolici.

Appena uscita la notizia sui media locali, Justin Trudeau si è fatto subito fotografare con un orsacchiotto di peluche inginocchiato davanti una tomba vicino all’ex scuola residenziale Marieval (Saskatchewan). Peccato che, come abbiamo già detto, si trattava di un cimitero comunitario dove bambini, adulti, indigeni e coloni sono stati sepolti per generazioni.

Non contento, ha ordinato di issare le bandiere a mezz’asta su tutto il territorio nazionale e ha sollecitato Papa Francesco a visitare il Canada per chiedere scusa.

Le azioni di Trudeau hanno fatto il giro del mondo, espandendo la fake news ovunque.

Dopo anni non è mai stata trovata una sola fossa comune, tanto meno sono stati effettuati degli scavi e fortunatamente solo nell’ultimo periodo anche i grandi media canadesi stanno riconoscendo l’errore.

 

120 chiese cattoliche vandalizzate e bruciate

La diffusione di questa bufala, anche grazie a Trudeau, ha scatenato una reazione pubblica feroce contro la Chiesa cattolica, culminata con l’aumento del 260% dei crimini d’odio anti-cattolici in Canada.

Nel corso della controversia, oltre 120 chiese cattoliche sono state vandalizzate, incendiate o distrutte.

A farne le spese anche le stesse comunità indigene canadesi che hanno visto abbattere alcune chiese della riserva indiana.

Sebbene Trudeau abbia definito questi atti “inaccettabili”, ha anche dichiarato che erano “del tutto comprensibili” alla luce delle accuse sollevate.

 

Un’eredità quella di Trudeau che lascia il Canada diviso, ferito nei suoi valori fondamentali e segnato da politiche anticattoliche che hanno profondamente mutato il panorama sociale e culturale del paese.

Autore

La Redazione

3 commenti a Canada: Trudeau se ne va, l’anticattolicesimo resta

  • Alex ha detto:

    Bergoglio che dice?

    • Cook ha detto:

      A parte che non si capisce cosa c’entra il Papa in questo caso, ma… le è stato già spiegato altrove che per quanto lei possa essere d’accordo o meno con il Papa come uomo, per quanto possa apprezzarlo o meno, se non lo riconosce come Papa si pone fuori dalla comunione della Chiesa. Non diversamente da Lutero, per dirne una. Se poi vuole fare il sedevacantista ha sbagliato testata, provi con la NBQ: su UCCR si discute in modo civile, non si mette in dubbio l’autorità della Chiesa.

    • Laura ha detto:

      Alex credo che il Papa si sia espresso fin troppe volte contro le idee di Trudeau (e non solo le sue). Se poi chiedi perché sia andato in Canada a chiedere scusa non so rispondere, secondo me è stato informato male, ricordo ad esempio che qui su Uccr si criticava anche Avvenire e Vatican News per aver creduto alla bufala delle fosse comuni. A quel tempo sembrava una verità assodata e probabilmente anche i collaboratori del Papa ci hanno creduto.

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