I giovani cristiani hanno più probabilità di essere laureati
- Ultimissime
- 12 Dic 2024
Cristiani laureati. La studiosa ebrea Ilana M. Horwitz ha analizzato il rapporto tra fede cristiana e successo scolastico, concludendo che il coinvolgimento degli adolescenti nella vita della chiesa aumenta la probabilità di laurearsi ed è antidoto alla disperazione.
Qualche tempo fa sul New York Times si è parlato del libro di Ilana M. Horwitz.
Si tratta di una studiosa ebrea (liberal), docente di Sociologia dell’educazione e della religione all’Università di Tulane.
Il suo libro è intitolato: God, Grades, and Graduation: Religion’s Surprising Impact on Academic Success (Oxford University Press 2022).
Come si evince già dal titolo, Horowitz ha analizzato a lungo il rapporto tra fede cristiana e successo scolastico.
Cristiani laureati e successo scolastico.
La studiosa si è occupata di dati su 3.290 adolescenti provenienti dal National Study of Youth and Religion e relativi agli anni tra il 2003 al 2012, collegandoli a quelli pubblicati dal National Student Clearinghouse nel 2016.
Ha concluso che gli adolescenti provenienti da famiglie della classe operaia (meno abbienti) che erano intensamente religiosi e partecipavano regolarmente alla vita della chiesa, completavano più anni di istruzione rispetto agli adolescenti meno religiosi.
Gli adolescenti più abbienti e intensamente religiosi, invece, soprattutto per le ragazze, completavano gli stessi anni di istruzione degli adolescenti ricchi ma meno religiosi, ma sembravano frequentare college meno selettivi.
Quest’ultimo dato viene spiegato secondo la studiosa dal fatto che «preferiscono dare priorità ad altri obiettivi, come la genitorialità, l’altruismo ed il servizio a Dio piuttosto che una carriera prestigiosa».
In poche parole, un’educazione intensamente cristiana aiuta i ragazzi a completare più anni di istruzione, con i giovani di estrazione meno abbiente che ottengono più successo rispetto ai non religiosi.
Una buona notizia in generale considerando che l’abbandono scolastico negli USA sfiora lo stato di allarme (meno di 1 su 5 completa il college) e si parla di una generazione persa, distaccata e priva di modelli.
L’unica eccezione a questo, per l’appunto, sono i giovani cristiani laureati «provenienti da famiglie della classe operaia che crescono religiosi», scrive Horwitz. Il loro vantaggio accademico sugli altri «inizia alle scuole medie e superiori».
Coinvolgimento con chiesa è antidoto alla disperazione
Questo si traduce nel fatto che le persone religiose sono più intelligenti?
Ovviamente no. E’ un argomento stupido, esattamente come dire l’opposto.
Secondo Horwitz, i cristiani hanno un maggior successo scolastico perché «la fede ed il coinvolgimento religioso possono essere un antidoto alla disperazione», che coinvolge sempre più americani, soprattutto della classe operaia.
Il motivo di questo vantaggio accademico è che «la religione non solo aiuta i ragazzi delle famiglie della classe operaia durante l’adolescenza, ma impedisce loro anche di cadere nella disperazione nell’età adulta».
«La disperazione non muore», scrive la sociologa, «si trasmette ai figli», per questo troviamo troppi adolescenti disperati fisicamente, cognitivamente ed emotivamente.
«Ho scoperto che la maggior parte dei ragazzi della classe operaia aveva abbandonato il sistema educativo intorno ai 20 anni e sembrava sulla buona strada per ripetere il ciclo della disperazione», da padre in figlio.
Solo coloro che frequentano attivamente la parrocchia non entrano in questo ciclo, «osservando come si comportano i suoi genitori e gli altri membri della comunità religiosa, imparano a conoscere Dio» come una presenza incontrabile.
Forse la cosa più interessante scoperta dalla studiosa ebrea è questa:
«Non basta crescere in una famiglia cristiana per sperimentare questi vantaggi, gli adolescenti devono credere ed appartenere per essere tamponati contro la disperazione emotiva, cognitiva o comportamentale. Ho scoperto anche che la religione offre qualcosa che altre attività extrascolastiche, come lo sport, non possono offrire: spinge gli adolescenti a comportarsi in modi estremamente coscienziosi e cooperativi, sentendosi incoraggiati da Dio».
Inoltre, conclude Horwitz, «le comunità cristiane mantengono le famiglie radicate in un luogo ed aiutano i bambini a sviluppare relazioni di fiducia. Collettivamente, questi adulti incoraggiano gli adolescenti a seguire le regole ed evitare comportamenti antisociali».
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