‘Il ritorno di Dio’ tra gli intellettuali: ondata di «atei rispettosi» rinuncia all’aggressività

Qualcuno lo chiama ‘Il ritorno di Dio’, ma non si tratta né di una profezia, né di una nuova setta religiosa ma bensì di un trend che sta prendendo sempre più piede tra gli intellettuali atei e agnostici. Ad evidenziarlo è un articolo di Nicholas Kristof, recentemente apparso sul ‘The New York Times’.

L’atteggiamento imperante, fino a poco tempo fa, poteva essere compendiato nel sottotitolo del famoso pamphlet dell’ateo militante Christopher Hitchens, «la religione avvelena ogni cosa». Tuttavia, qualcosa è evidentemente cambiato; una «riluttante ammirazione per la religione come forza etica e di coesione» si sta facendo posto nei salottini degli intellettuali atei e una frangia sempre più ampia di non credenti sotterra l’ascia di guerra e abbandona l’ateismo aggressivo del binomio Dawkins-Hitchens. Linea di pensiero che viene espressa in numerose pubblicazioni recenti; a partire da quella dell’ateo Alain de Botton, Religion for Atheists, dove con atteggiamento nei confronti della religione quasi «reverenziale» a detta di Kristof, sostiene che «gli atei hanno molto da imparare» da questa. De Botton, d’altra parte, si è già dimostrato lontano dall’ateismo ‘incattivito’ di Dawkins, facendosi portavoce di una quantomeno originale iniziativa che prevede l’erezione di un “tempio per gli atei” (cfr. Ultimissima 1/2/12).

Sulla stessa linea si muove “The Social Conquest of Earth, l’ultimissima fatica del celebre biologo di Harvard, Edward O. Wilson. Il quale, seppur criticando la religione come «invalidante e divisoria», ne riconosce il fondamentale ruolo sociale e come fonte «della gran parte delle migliori opere nelle arti creative». E della fede come collante sociale tratta anche The Righteous Mind di Jonathan Haidt, ateo sin dall’adolescenza e professore di Psicologia alla University of Virginia. Haidt, che nel suo blog dichiara che la religione è «una parte cruciale della nostra evoluzione biologica e culturale per la moralità», nel libro sostiene che «gli scienziati spesso fraintendono la religione» perché si focalizzano sugli individui, «piuttosto che su come la fede possa unire una società». Numerose sono inoltre, le ricerche e pubblicazioni che il professore cita nel suo libro a sostegno del fatto che una società con Dio può equivalere a una società più etica e armoniosa.

Con questa recente ondata di «atei rispettosi», auspica in conclusione Kristof, potrebbe prendere posto definitivo un atteggiamento che alla fine faccia «da fondamento per una tregua alle nostre ‘guerre’ religiose. […] Preghiamo…».

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68 commenti a ‘Il ritorno di Dio’ tra gli intellettuali: ondata di «atei rispettosi» rinuncia all’aggressività

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  1. Gab ha detto

    Con tutta onestà sono piuttosto scettico con questa apparente “tolleranza” verso le religioni da parte di certi intellettuali.

    Se è vero che cala l’aggressività esplicita (che comunque di per sé è positivo) è anche vero però che questa può essere anche una modalità paradossalmente pericolosa. Se infatti l’ateismo viene pubblicizzato come “tollerante”, “buono”, “rispettoso” si fa di esso una immagine attraente per chiamare nuovi “adepti” e dare un messaggio positivo dell’ateismo. Tutto questa critica “dolce” insomma tende a nascondare i veri intenti: dare il messaggio che una vita senza Dio è più bella.

    Ancora una volta poi viene indicata la religione come “collante sociale”, “parte cruciale della evoluzione” .. ecc. Cioè si sta dicendo che la religione è comunque alla fine un prodotto meramente umano e che quindi non c’è nessuna Rivelazione alla base.

    Nessuno auspica la guerra ma obiettivamente ci sono modi e modi per fare la guerra e i credenti dovrebbero sempre stare in guardia dai nuovi trucchetti del demonio.

    • Diener ha detto in risposta a Gab

      Sinceramente mi sembri solo un po’ fissato. Si tratta di un commento positivo nei confronti della religione, punto. Perchè ci devi vedere a tutti i costi “il demonio”?

      • Gab ha detto in risposta a Diener

        Il commento è solo apparentemente “positivo” poiché si tratta di un forte compromesso al ribasso della tematica “religione”. E’ più che altro una auto celebrazione dell’uomo. Dio, come al solito, per questi signori non c’entra nulla.

        E dove non c’è Dio non è vero che si ha il “nulla” ma si insinua il “Principe di questo mondo”. L’umanesimo è il prodotto della superbia.

        Il credente deve essere molto prudente in questi casi e non lasciarsi ingannare.

        • Enrico ha detto in risposta a Gab

          Ma dove hai sentito che l’umanesimo è il prodotto della superbia ? forse in Norveggia.

        • Diener ha detto in risposta a Gab

          Appunto, dici che “il commento è solo apparentemente positivo”. Leggendo il tuo commento sembra che l’ateo è malvagio punto e basta.
          Se un ateo insulta è cattivo. Se un ateo è moderato è tutta apparenza. La prossima quale sarà? Se salva la vita a qualcuno è per non fargli il funerale cattolico?

    • Enrico ha detto in risposta a Gab

      Mi sembri un lupo solitario che per tenersi in allenamento le guerre se deve inventare. Ma da bambino ci giocavi con i soldatini ?

  2. Christianity. ha detto

    Questo “tempio per gli atei” mi pare un po’ un ossimoro…
    Questo tipo di ateismo potrebbe essere un’arma a doppio taglio

    • Bichara ha detto in risposta a Christianity.

      Nel mio piccolo penso , invece ,che l’idea di costruire un tempio per gli atei sia un passo avanti..perché è una ammissione del fatto che l’ateismo è un credo

      • Sophie ha detto in risposta a Bichara

        In Italia ce n’è già uno.

        • Bichara ha detto in risposta a Sophie

          Non lo sapevo.Dove?
          Sophie ho letto in un tuo commento la conversione che hai avuto 2 anni fa:mi piacerebbe sentire la tua testimonianza quando ti va e se ti va.

          • Sophie ha detto in risposta a Bichara

            Quando vuoi. Ne hanno costruito uno a Genova e ne stanno progettando un altro in Inghilterra, forse a Londra. Tutto pagato con le tasse dei cittadini. Ovviamente i difensori della laicità dello Stato “a convenienza” non hanno detto nulla.

      • michele ha detto in risposta a Bichara

        Possiamo anche creare un Tempio dove ci sono tutte le religione compreso l’ateismo; Così mettiamo l’anima in pace. Viva la tolleranza e il relativismo. Ma non c’è nulla di più anticristiano di questo.. .

        • Bichara ha detto in risposta a michele

          Tutti gli uomini hanno (avrebbero) egual diritti e tutti sono liberi d’avanti alla propria coscienza.Io come cristiano sono risposabile per me e poco piu.quindi ,Michele , non parlerei di tolleranza ma di diritti ,fermo restando la destinzione tra la persona e le sue credenze e azioni.
          Costruire una chiesa in certi paesi è considerato blasfemo , non vorrei che gli atei siano i “cristiani” da noi:Gesù volle bene a tutti (anche i scribi e i peccatori)ma non per questo aprovava tutto (ricordiamoci la cacciata dei mercanti dal tempio)
          Dare contro testimognanzia è si anticristiano.Non la prendere per una predica è solo scambio di idee.Cosa ne dici?

  3. alessandro giuliani ha detto

    Il punto a mio vedere è un altro, va benissimo se la gente non si scanna verbalmente e non cerca di demonizzarsi, ci mancherebbe altro. La questione è che agli atei non-stupidi piace guardare ai credenti come a delle simpatiche bestiole esotiche ‘ma che cariniii quei riti con le candele della veglia pasquale..’ ‘..a me interessano allo stesso modo tutte le religioni che rispetto come una grande eredità umana…’. Ora tutto ciò fa bene al cuore degli atei, li fa sentire superiori e tolleranti, il che è di nuovo un bene, ma fa abbastanza male a molti creenti che entrano nel ruolo dei ‘pupazzi del presepio’ scordandosi che noi siamo il sale della terra, scandalo di questo mondo e che soprattutto la Chiesa è solo secondariamente ‘un grande patrimonio umano’ ma è la nave di Pietro pellegrina sulla terra….

    • Andrea ha detto in risposta a alessandro giuliani

      Ciao Alessandro,

      ” Ora tutto ciò fa bene al cuore degli atei, li fa sentire superiori e tolleranti, il che è di nuovo un bene, ma fa abbastanza male a molti creenti che entrano nel ruolo dei ‘pupazzi del presepio’ scordandosi che noi siamo il sale della terra,”

      Qui hai colto un concetto interessante, quello che ti chiedo è questo:

      non ritieni che gli atei debbano sentirsi a loro volta in uno stato simile quando un credente dimostra di sentirsi a sua volta superiore? Ora tu essendo credente sarai in qualche modo convinto di esserlo (dove per superiorità intendo, non necessariamente una sfumatura negativa, ma anche solo la convinzione legittima di conoscere la verità). Non ritieni che un non credente sia allo stesso modo titolato a sentirsi infastidito da questa sorta di complesso di superiorità?

      A mio avviso non è il concetto che deve infastidire ma le manifestazioni del concetto se mai.
      Non si può per definizione tra due tesi contrapposte stabilire che uno dei due sostenitori ha diritto a sentirsi legittimamente superiore e l’altro no.

      Grazie.

      • Bichara ha detto in risposta a Andrea

        Non sta a noi (cristiani)giudicare le persone per le loro scelte , possiamo invece discutere queste scelte eccome…poi “sentirsi superiore” non è da cristiani..lasciamo il sentirsi superiori a quelli che hanno bisogno di tappare qualche buco di autostima (consapevole o meno)…purtroppo concordo che tanti cadono nella superbia anche tra i credenti

      • alessandro giuliani ha detto in risposta a Andrea

        Hai ragione in pieno Andrea, e quando noi credenti diamo questo senso di superiorità abbiamo toppato del tutto, ma qui si parla di sale e il sale non è superiore alla minestra e nessuno (a meno di non essere una capra) si nutre di sale puro. La questione è un’altra ed è che il Cristianesimo non è a rigor di termini una Religione ma una Fede e specificatamente la Fede in una persona, Gesù Cristo il quale ci ha dato un compito ben preciso che è quello di ‘provocare’ il mondo perchè altri si sentano sollecitati ed inquieti, se questa missione si annacqua guai a noi, non guai agli atei, guai ai credenti…

  4. Andrea ha detto

    Interessante il processo mentale:
    Se uno è ateo viene inizialmente assimilato ad un aggressivo (per inferenza partendo dagli atei che hanno tempo da perdere dimostrandosi tali) fino a prova contraria. Quando tale prova arriva si seguono questi approcci alternativi:
    1) se ne critica l’ateismo (come fa ad essere un vero ateo? l’ateo deve per forza essere aggressivo, a completamento del quadro che lo dipinge come essere senz’arte ne parte, amore, scopo etc etc)
    2) se ne critica la sincerità (è ateo ma ha capito che l’aggressività non paga quindi si finge non aggressivo per ingannarci).
    3) Si ridefinisce il concetto di aggressività: Non credi in Dio ma se non rispetti l’importanza che io do al concetto di Dio (affermando ad esempio che Dio non esiste), sei un aggressivo –> un vero ateo non aggressivo sta a casa dicendo a se stesso che secondo lui Dio non esiste ma non lo dice in giro, altrimenti è aggressivo e irrispettoso nei confronti di chi ci crede.

    non è possibile che un non creda in Dio e basta… Come per Dio, l’esistenza dell’ateo virtuoso è quindi indimostrabile…

    • Piero ha detto in risposta a Andrea

      Interessante anche il tuo processo mentale:
      Dio non esiste :- I miracoli non esistono :- se i miracoli non esistono, allora si puo’ dire che la Chiesa Cattolica truffa i fedeli.
      Peccato che le stupidaggini che pubblichi sul tuo blog non corrispondano alla realtà. Per esempio l’ultima…
      “Smaschera un presunto miracolo, la Chiesa cattolica indiana lo denuncia per blasfemia”
      di’ piuttosto per diffamazione.

      • Andrea ha detto in risposta a Piero

        Piero tu mi batti, applicando questo ragionamento:

        “un Andrea posta un commento che non mi piace”
        “Leggo un blog che non mi piace scritto da un Andrea”

        –> “il primo e il secondo devono per forza coincidere”

        Il prox step sarà dimostrare che tutti gli Andrea sono Atei?

        Mi spieghi per quale diavolo di motivo dovrei negare di avere un blog, visto che la diffusione del proprio pensiero è proprio lo scopo di averlo, un blog?

        • Piero ha detto in risposta a Andrea

          eh??? O.O

          • Andrea ha detto in risposta a Piero

            Provo con parole più semplici:

            – non esiste un mio blog su cui siano state postate le stupidaggini che mi attribuisci –

            • Piero ha detto in risposta a Andrea

              Ah, quindi tu ti metti metti come “sito web” un sito a caso preso tra centinaia di milioni e non quello tuo, oppure anche uno degno per te “di fede”?
              bel comportamento… dura da tanto la tua terapia?

              • Andrea ha detto in risposta a Piero

                No scusa, tu hai citato frasi da un mio supposto blog.. o ho capito male? Se non ho capito la tua frase dimmelo, così evitiamo di prolungare inutilmente questa discussione.

                Se vuoi controbattere alla mia affermazione non ha senso tirare in ballo quello che leggi su un blog che non è mio, io non sostengo che tu sia responsabile di affermazioni che non siano quelle che scrivi qui, non vedo perchè la cosa non possa valere anche per te.

                Se tuttavia vuoi darmi l’url del tuo blog io sarò felice di leggermelo e fornirti i miei commenti se ti fa piacere, ma non ho intenzione di cercare un blog che abbia un qualunque “Piero” per autore, per poi venire qui a rinfacciartene il contenuto.

              • Andrea ha detto in risposta a Piero

                interessante perchè l’url che vedo quando posto è questo:

                http://deleted (che è un url senza senso che avevo settato per distinguermi dall’altro andrea)

                Tuttavia quello che vedo cliccando sul mio nome è quello che indichi tu.. che tuttavia non ho settato io….

                • Andrea ha detto in risposta a Andrea

                  Non so come spiegarmi questo evento se non ipotizzando che un webmaster bontempone, faccia un replace a codice della stringa suddetta con l’url in questione, a questo punto esigo spiegazioni, perchè spero veramente di essermi sbagliato!!!!

                • Piero ha detto in risposta a Andrea

                  Ah quindi non ce l’hai messo tu?
                  Allora ti chiedo scusa per le mie considerazioni precedenti.
                  boh? Prova a cambiare il nome aggiungendo una lettera o un numero, e non mettere niente nel campo “sito web” e vediamo se fa lo stesso.

                  • Andrea ha detto in risposta a Piero

                    Ciao Piero, non scusa tu, ti assicuro che vedendo un altro URL mentre postavo l’ultima cosa che sospettavo è che ne venisse visualizzato uno differente.

                    Ho iniziato a sospettarlo quando nel corso della discussione iniziavamo a sembrare entrambi dei bipolari dissociati… 😉

                • Redazione UCCR ha detto in risposta a Andrea

                  Andrea, nessun webmaster ha tempo da perdere per questi scherzi inutili. Come ci ha scritto per e-mail, è qualcosa che accadeva anche qualche mese fa.

                  Provi a lasciare il campo “url” completamente vuoto, inserendo soltanto nome e indirizzo e-mail. Nel caso si verifichi ancora questo incomprensibile inconveniente ci contatti nuovamente.

                  • Andrea ha detto in risposta a Redazione UCCR

                    Ne ero certo, ma non sapevo cosa altro sospettare.

                    Pur ipotizzando che io in passato possa aver erroneamente inserito un url copiato e incollato durante il mio vagabondaggio in internet, il fatto che ve lo siate salvato per poi riproporlo anche ove io ne inserisca di differenti è sicuramente un baco che deve essere indirizzato.

                    Grazie.

                  • Andrea ha detto in risposta a Redazione UCCR

                    Aggiungo, ora i post qui sopra in cui avevo settato gli URL (“deleted”, “pippo”) per prova, li riportano correttamente (verificate voi stessi) mentre ieri da qualche parte avveniva il “replace” e cliccando sul mio nome, in quegli stessi post, si andava sul blog menzionato da Piero.

                    Mistero.

                    • Piero ha detto in risposta a Andrea

                      Ricordo anche io che c’e’ stata un’altra volta in cui un commentatore avesse come blog “uticense”, pero’ non ricordo se si chiamasse anche quello Andrea. Infatti ricordo di essere arrivato a quel blog attraverso quel collegamento. E, vedendolo di nuovo, credevo che l’autore fossi tu.
                      Ti confesso che mi sembrava che tu facessi finta di non capire, e che mi stessi prendendo per i fondelli.
                      Certo che e’ un bug ben strano. Magari era rimasta qualcosa in qualche cache. Il colmo sarebbe se tu avessi scelto una e-mail uguale a quell’altro! Potresti scaccare lo SHA-512 in un batter d’occhio!
                      Beh… adesso abbimo toccato con mano come sia facile far scoppiare una guerra! 😀
                      Ti chiedo scusa di nuovo, ma capirai… qui passa un sacco di provocatori…

                    • Piero ha detto in risposta a Andrea

                      *scaccare=craccare

                    • Andrea ha detto in risposta a Andrea

                      Tranquillo Piero, ho capito perfettamente.
                      Ne possiamo trarre una lezione interessante:
                      “Esistono delle particolari condizioni esterne in virtù delle quali due soggetti possono a ragione ritenersi matti l’un l’altro avendo entrambi ragione…”

                      La potenza di questo fenomeno è inaudita.. Chissà quanti odi e faide decennali sono nati con meccanismi così stupidi…

                    • Piero ha detto in risposta a Andrea

                      Ma adesso, per pura curiosita’ informatica mi piacerebbe sapere dalla redazione se ha scoperto quale era questo bug.
                      Perche’ io avrei una teoria: ma tu Andrea, te lo ricordi che ALMENO UNA VOLTA hai messo questo blog nell’url?
                      Perche’ dopo un paio di volte che posti, se non fai l’idiota, si viene messi in una lista di postatori “affidabili” e quindi i commenti vengono pubblicati subito, senza passare per la moderazione prima. Magari tu nella lista ci sei finito con quell’url, e poi, per cancellazioni e riordinamenti vari nella lista, il tuo record e’ finito in cima alla lista stessa. magari la funzione che controlla se sei proprio quello controlla solamente se il campo url e’ vuoto e poi ricopia quello della lista (E QUI STA IL BUG).
                      Potrebbe essere?

                    • Andrea ha detto in risposta a Andrea

                      Piero,
                      credo che la tua analisi sia perfetta.

  5. Sophie ha detto

    “Quelli che oggi difendono in modo esplicito i veri valori della vita umana, anche in mezzo ad una opinione pubblica e politica arrogante e derisoria, sono i veri benefattori della società e delle future generazioni, sono gli eroi del nostro tempo. I loro nomi saranno iscritti un giorno non soltanto nella storia della civiltà umana, ma nel libro della vita davanti agli occhi di Dio.” (S. Emin. Mons. Atanasius Schneider)

    • Enrico ha detto in risposta a Sophie

      Se stavi a scuola avresti ricevuto un voto molto basso per essere uscita fuori tema.

      • Sophie ha detto in risposta a Enrico

        Anche tu lo avresti ricevuto visto che non sai neanche che esiste il congiuntivo.

        • Bichara ha detto in risposta a Sophie

          ottimo Sophi..quando ho letto la frase di Enrico “sentivo” che c’era un vizio di forma…correggimi per il mio italiano..doveva dire:((se stessi a scuola avresti ricevuto…)) hahaha un effetto collaterale positivo di questa discussione è rafforzare il mio italiano..

  6. Vincenzo ha detto

    Non è il caso di alimentare una contrapposizione netta tra atei e credenti, a parte controbattere giustamente prese di posizione preconcette e spesso basate su dati di fatto errati o falsificati come avviene x l’uaar. Atei e credenti siamo tutti immersi nel dramma della vita; c’è chi dà risposte di un tipo, c’è chi dà soluzioni diverse al problema del senso dell’esistere. Io sono credente, ma conosco atei con cui vado più d’accordo che con alcune persone “di chiesa.” Conosco atei che irridono la fede, ma vi sono anche agnostici o non credenti che sinceramente vorrebbero avere la mia fede (ne ho avuto la prova in occasione di alcuni tragici eventi della mia vita). A volte il discrimine tra credere e non credere è molto incerto.

    • Andrea ha detto in risposta a Vincenzo

      Ciao Vincenzo,
      se ti interessa il parere di un non credente, io stesso sicuramente invidio l’immediatezza e la semplicità (prendete il buono in questa parola) con cui il credente approccia la vita (più che la fede in sè, che non posso invidiare in quanto non riesco a darle un valore). Posto che la fede sia compatibile con la ragione (lo do come assunto per non sviare, anche se è chiaro che se, in cuor mio, la pensassi così sarei credente io stesso) E’ molto difficile essere altrettanto positivi, in modo ragionato, non credendo. Se invece si crede di sicuro è più spontaneo farsi una ragione di molti aspetti che non controlliamo direttamente. Diciamo che il non credente sposta la questione del farsi una ragione di alcuni accadimenti sul piano della conoscenza piuttosto che della necessità, il che lo porta ad accettare una rappresentazione incompleta dello svolgersi degli accadimenti della propria vita e di quelle degli altri.

      • Sophie ha detto in risposta a Andrea

        “se ti interessa il parere di un non credente, io stesso sicuramente invidio l’immediatezza e la semplicità (prendete il buono in questa parola) con cui il credente approccia la vita” Immediatezza, semplicità e fede non c’è bisogno d’invidiarle. Sono alla portata di chiunque e a disposizione di chiunque voglia prenderle e farsele proprie.

        • Andrea ha detto in risposta a Sophie

          Si forse invidio non è la parola giusta, diciamo che riconosco che ci sono e ammetto che da non credente non è possible averle in modo altrettanto immediato. Ovviamente se scelgo di non credere, o meglio se non scelgo di credere, (e questa è solo una mia personale visione) è perchè per me l’intero background è incompatibile col mio framework di pensiero e quindi un’adesione non potrebbe mai essere spontanea, questo non significa che il mio approccio alla vita non sia immediato o felice, ma semplicemente che tali aspetti non si fondano sul ruolo che riconosco all’uomo nell’universo. aspetto risolto il quale il credente può scegliere di non porsi più domande (solo se lo desidera, nulla gli vieta di farlo, il che è testimoniato dai contributi a questo forum), il non credente invece no, o meglio può farlo solo accettando un livvelo d’inconoscibilità intrinseca (da parte di qualunque soggetto) della natura degli eventi che lo circondano (che non può certo attribuire a Dio)

          • Alessandro M. ha detto in risposta a Andrea

            C’è un riconoscimento di un accontentarsi nelle tue parole. Sono d’accordo con te se è così.

            Di fatto c’è qualcosa di più tra l’ateo e il credente. Il primo dovrà operare un giudizio in contrasto con se stesso, ovvero con l’impulso inestirpabile della nostra umanità a tendere all’infinito (si legga Cesare Pavese), ad “altro da quel che c’è”. L’ateo dovrà per forza dichiarare questa tensione oggettiva come illusoria, ma essa non smetterà di farsi viva (a seconda della drammaticità della vita di ognuno). L’ateo sarà costretto a questo continuo gioco di respingimento, il credente invece prende sul serio questo impulso -precedente all’uomo-, riconoscendo l’esigenza insopprimibile di dover afferrare questo misterioso quid che tanto attende, nonostante “nessuno gli abbia promesso mai nulla”.

            • Andrea ha detto in risposta a Alessandro M.

              Beh Alessandro,
              non lo definirei un accontentarmi, vedi io l’impulso a tendere all’infinito proprio non ce l’ho, o meglio probabilmente ce l’ho ma come a molti altri impulsi, non gli do una connotazione intrinsecamente virtuosa o positiva.

              Nella mia interpretazione la tensione di cui parli è un sottoprodotto del nostro modo di rappresentare il mondo. O meglio della nostro imbarazzo nel non riuscire a rappresentarlo correttamente.

              Potrò anche sbagliarmi, ma in questa visione, per non accontentarmi dovrei mentire a me stesso, cosa che non posso accettare.

              • Alessandro M. ha detto in risposta a Andrea

                L’impulso all’infinito ce l’hai eccome, ogni volta che ti soffermi a riflettere sul senso della vita e delle cose che fai. Il senso ultimo intendo, il “cosa vale la pena”. Ovviamente, come dicevo, tu devi relegarlo all’illusione personale oppure come suggerisci tu dandogli una connotazione negativa, riducendolo ad un sottoprodotto. Tuttavia continuerà a venire fuori, come un tarlo che scava. Non potrai mai accontentarti perché tu, come tutti noi, cerchi sempre “qualcosa di più”. I soldi non bastano mai, la donna non basta mai, il successo non basta mai e così via.

                Puoi benissimo definirlo e ridurlo quanto vuoi, ma dovrai farci i conti. L’unica alternativa è l’effetto discoteca, cioè alzare la musica per non sentire e per “alzare la musica” intendo distrarti continuamente da esso. Sono tutte azioni inconsapevoli ovviamente, non ti sto accusando di nulla. Soltanto di non prendere sul serio la tua umanità.

          • Sophie ha detto in risposta a Andrea

            Aspetta questo a mio avviso non è un pensiero ma solo un pregiudizio e onestamente che tu pensi questo dei credenti mi dispiace non poco. Non hai ancora compreso cos’è la fede. Chi ti ha detto che il credente non si pone domande? Già solo per farti una confessione decente dal prete te ne fai a centinaia solo su te stesso, figuriamoci sul resto.

            • Andrea ha detto in risposta a Sophie

              Sophie,
              credo di aver scritto che non sei costretta a portele, non che non te le poni o che tu non debba portele. Questo implica che tu possa portele se vuoi e infatti lo fai, ed è un pregio, a mio avviso.

  7. Vincenzo ha detto

    X Andrea. é positivo confrontarsi garbatamente su argomenti così “sensibili”tra persone che hanno diverse concezioni della vita. Per quanto mi riguarda, sono in grado di capire le ragioni dei “non credenti” perchè lo sono stato anche io fino 36 anni. Poi ho intrapreso un percorso psicologico che mi ha portato ad abbracciare il cattolicesimo. Mi vedo in difficoltà ad esprimere compiutamente la situazione esistenziale nuova in cui vivo dal momento della conversione. con molta approssimazione, posso affermare che è una situazione di maggior “pienezza” dell’esistenza.

    • Roberto Dara ha detto in risposta a Vincenzo

      Ciao, interessante questo tuo intervento. In che modo un percorso psicologico può portare alla conversione?

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