Kenya, la Chiesa tutela la laicità meglio dello Stato

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La Chiesa in Kenya rifiuta una generosa donazione da parte del presidente William Ruto per preservare la propria indipendenza e autonomia. Al di fuori dell’Occidente, la Chiesa cattolica è l’unica istituzione a tutelare la laicità.


 

La Chiesa cattolica in Kenya conta su 18 milioni di cattolici battezzati, pari al 40% della popolazione nazionale.

In una fase di crescenti tensioni politiche, la Chiesa in Kenya guidata della Conferenza Episcopale locale (KCCB) si sta sforzando da anni per mantenere il paese unito, «fornendo una voce diversa da quella dei politici», ha sottolineato mons. Philip Anyolo, vescovo di Homabay e presidente della Conferenza Episcopale kenyota.

I media occidentali non hanno raccontato che recentemente i vescovi hanno rifiutato una generosa donazione di 40mila dollari da parte del presidente del Kenya, William Ruto.

 

La Chiesa restituisce donazione del presidente del Kenya

La donazione è stata fatta dal presidente kenyota il 17 novembre scorso, durante una messa domenicale in una parrocchia situata in un quartiere di Nairobi.

Il presidente Ruto ha offerto alla Chiesa 20mila dollari in contanti, promettendo di inviare successivamente il saldo con l’aggiunta di un autobus parrocchiale.

La somma era destinata in parte alla costruzione della canonica della parrocchia e in parte come contributo al coro della chiesa ed al consiglio missionario.

Tuttavia, il giorno successivo, il 18 novembre, l’arcivescovo di Nairobi, Philip Subira Anyolo, ha annunciato che il denaro sarebbe stato restituito, in quanto la donazione infrangeva le linee guida della Chiesa e le normative locali relative alla raccolta di fondi, che richiedono un’autorizzazione formale.

«I fondi saranno restituiti ai rispettivi donatori. Inoltre, i 3 milioni di scellini kenioti (circa 23.000 $) promessi per la costruzione della casa dei padri, così come la donazione dell’autobus parrocchiale, sono stati rifiutati», ha dichiarato l’arcivescovo Anyolo in una nota ufficiale.

 

La tutela della laicità e dell’indipendenza dallo Stato

L’episodio solleva interrogativi sulla differenza di approccio tra la Chiesa e i governi non occidentali nella tutela della laicità e dell’indipendenza delle istituzioni.

Mentre lo Stato appare spesso vulnerabile a influenze politiche, la Chiesa cattolica è forse l’unica istituzione al fuori dell’Occidente a mantenere una posizione netta nel difendere la propria autonomia da qualsiasi tipo di ingerenza, siano esse politiche o economiche.

L’arcivescovo Philip Subira Anyolo ha infatti sottolineato la posizione dei vescovi contro le donazioni provenienti dalla politica, motivata dalla necessità di preservare l’integrità morale della Chiesa e di evitare che venga strumentalizzata a fini politici.

Ha anche manifestato la contrarietà all’uso degli eventi religiosi come occasioni di raccolta fondi o come piattaforme per la promozione politica individuale.

Ecco la dichiarazione di mons. Anyolo, arcivescovo di Nairobi, sull’autonomia tra Stato e Chiesa:

«La Chiesa è chiamata a preservare la propria integrità, rifiutando contributi che potrebbero, anche involontariamente, minare la sua indipendenza o favorire un arricchimento immotivato»

Un principio che, paradossalmente, sembra più difeso dalla Chiesa stessa che dalle autorità statali.

Autore

La Redazione

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