Aborti in Spagna: nel 2017 si è speso 10 volte più per uccidere che per prevenire

quanti aborti in spagnaAborto in Spagna. Pubblicato il rapporto 2017 del ministero della Salute: il numero di interruzioni di gravidanza si è stabilizzato a 94mila. Pochissimi aiuti alle donne incinte, solo 3,6 milioni mentre l’aborto è finanziato con denaro pubblico: 34 milioni di euro.

 

Il ministero della Salute spagnolo ha diffuso il numero di interruzioni di gravidanza relative al 2017. La Spagna è uno dei tanti paesi occidentali in cui si verificano ormai da diversi anni più morti che nascite, ed il numero degli aborti indotti si è stabilizzato dal 2014 attorno ai 94mila.

Nel 2017, si legge nel nuovo rapporto, l’81% delle interruzioni di gravidanza è stata effettuata in aziende private finanziate con denaro pubblico e si è speso 10 volte tanto per sovvenzionare gli aborti che per sostenere le donne in gravidanza.

Come recita la Legge 194 italiana, anche la legge spagnola di depenalizzazione dell’aborto entrata in vigore nel 1985, si pone come obiettivo quello della «prevenzione» e nel welfare delle donne, così da «evitare» i problemi che inducono a ricorrere all’interruzione della gravidanza. Sostenere economicamente le donne incinte in difficoltà, informare a dovere coloro che sono intenzionate ad abortire, proporre loro l’alternativa dell’adozione immediata e in totale anonimato.

 

Denaro pubblico per abortire: 10 volte tanto quello per aiutare.

Eppure, come dicevamo, dopo 33 anni dall’introduzione della legge spagnola, nonostante la Spagna abbia fatto notevoli progressi nella tecnologia medica, nel 2017 ha dedicato 34 milioni di euro per finanziare l’aborto e solo 3,6 milioni per aiutare le donne incinte in difficoltà.

Un caso da manuale è il Principato delle Asturie, una comunità autonoma a nord della Spagna. Con 1 milione di abitanti, ha perso 100mila abitanti in 27 anni, ha il più alto tasso di mortalità di Spagna (12 per mille) ed il tasso di natalità più basso (6 per mille). Ogni anno 8.000 asturiane rimangono incinte: 6.000 bambini nascono, 2.000 vengono abortiti. Nessun denaro pubblico viene investito nell’aiuto delle donne incinte asturiane.

 

 

Cliniche per l’aborto moltiplicano, un business.

Al contrario di quanto avviene negli USA, dove è fortissima la cultura pro-life, in Spagna i centri per l’aborto si moltiplicano perché, di fatto, è un grande business (oltre agli aborti illegali, che comunque continuano ad esistere grazie alla non fatturazione e al pagamento in nero). Tra il 2011 e il 2017, le cliniche in cui viene terminata la vita dei bambini non nati sono infatti passate da 176 a 212. Dal 2010, la legge consente l’aborto senza alcuna motivazione, solamente per semplice decisione della donna incinta: nel 2017 questo tipo di aborto si è verificato 9 su 10, per la precisione l’89,75% delle volte.

 

La legge ha diminuito gli aborti?

Alcuni dicono che 94.000 aborti all’anno sono un miglioramento rispetto agli oltre 100.000 avvenuti negli anni precedenti. Ci si dimentica però alcuni dati: innanzitutto, sono sempre meno le donne che rimangono incinte (1,33 figli per donna, grazie al contributo degli immigrati) e, in secondo luogo, vengono dimenticati gli aborti non conteggiati, cioè quelli chimici tramite Ru486 e pillola del giorno dopo, liberamente venduta dal 2009.

 

L’associazione più attiva a sostegno delle donne in gravidanza è la fondazione Red Madre, guidata da Amaya Azcona. «Secondo la nostra esperienza», ha spiegato, «9 donne incinte su 10 donne che chiedono aiuto e supporto di fronte alle difficoltà, poi proseguono la gravidanza». Questa e altre associazioni, negli ultimi 10 anni hanno aiutato oltre 80.000 donne. «Sono sorpresa, proprio in questo momento storico in cui i diritti delle donne sono difesi e sostenuti dalla società, sono discriminate ed escluse quelle donne che vogliono essere madri, offrendo loro l’aborto come l’unica soluzione per le difficoltà derivanti dalla sua gravidanza», ha denunciato Azcona.

La redazione

Condividi su:
  • Aggiungi su Facebook
  • Aggiungi su Twitter
  • Aggiungi su Windows Live
  • Aggiungi su MySpace

7 commenti a Aborti in Spagna: nel 2017 si è speso 10 volte più per uccidere che per prevenire

« nascondi i commenti

  1. Andrea2 ha detto

    Nemmeno un commento!
    Dove sono quelli che a proposito di “New York, uccide donna incinta ma con la nuova legge il bambino non esiste” ci spiegavano che la legge è coerente con i propri assunti. Il perché è così l’ho spiegato mesi fa,quando continuamente sottolineavo la differenza ontologica tra embrione e persona, é la stessa che ci passa tra aspettare un bambino e avere un bambino (Psicoterapeuta) o pubblicavano ben 13 commenti (su 41) dando informazioni false (con l’entrata in vigore del RHA, verrà punito non più per unlawful abortion bensì per first degree assault, fattispecie che prevede una pena più grave rispetto a quella prevista precedentemente) e accusando gli altri di aver detto frasi mai dette (le sembra corretto spargere la falsa notizia che con l’entrata in vigore del RHA chiunque potrà andare in giro a infilzare addomi con un coltello) (tal Pierfrancesco De Cataldo)?

    • Psicoterapeuta ha detto in risposta a Andrea2

      Semplicemente è un delirio per le democrazie moderne:che facciamo mettiamo in carcere le donne che abortiscono e dove previsto dalla legge le condanniamo a morte?Perchè secondo un manipolo di fanatici trattasi di omicidio.

      Ecco “l’impero dei nazisti”,come alcuni lo hanno definito si è esteso su tutto l’occidente.

      Proverei a capire perchè “quell’illegale senza eccezioni” non è contemplato non da Psicoterapeuta,ma dalla quasi totalità del mondo intero.

      • Andrea2 ha detto in risposta a Psicoterapeuta

        L’articolo non parla né di aborto sì o aborto no, nédi cosa fare con chi abortisce ma dice che, come recita la Legge 194 italiana, anche la legge spagnola di depenalizzazione dell’aborto entrata in vigore nel 1985, si pone come obiettivo quello della «prevenzione» e nel welfare delle donne, così da «evitare» i problemi che inducono a ricorrere all’interruzione della gravidanza.
        Accade però che in Spagna come anche in Italia per aiutare le donne incinte che non vogliono abortire si spenda pochissimo e si cerchi invece di convincerle ad abortire.
        Come mai?
        Forse lei potrebbe spiegarcelo?

        • Psicoterapeuta ha detto in risposta a Andrea2

          10 volte per uccidere piuttosto che per prevenire.

          Secondo te hanno ucciso persone?!

          Banalmente hai scomunicato 100.000 persone ma non hai mai scomunicato un pedofilo.Nella vostra etica demenziale che per fortuna non è quella della maggior parte del mondo. Interrompere la gravidanza di un embrione che non è una persona,è addirittura più grave che essere pedofili e violentare e abusare di centinaia di bambini!

    • Pierfrancesco De Cataldo ha detto in risposta a Andrea2

      Nemmeno un commento!

      Egregio,
      l’articolo è una panzana talmente grossa che non abbisogna di commenti.
      Mi si dimostri che il welfare spagnolo – che non è quello della Sierra Leone – destini l’irrisoria somma di 3 milioni di euro l’anno per il sostegno alla genitorialità. Possibilmente, non rinviando con un link a un sito pro-vita.

      • Mastro Titta ha detto in risposta a Pierfrancesco De Cataldo

        Prima di farei conti altrui, pensate, piuttosto, voi altri atei, ad essere per davvero a favore della natalità senza se e senza ma, e non sempre solo dopo aver ribadito un presunto diritto all’aborto che è fin troppo garantito.

« nascondi i commenti