Papa Bergoglio contro il gender: tutti i pronunciamenti

Davvero Papa Bergoglio non parla del gender? E non interviene sui temi scomodi? Che dire della posizione di Bergoglio sull’ideologia di genere e sull’attacco alla famiglia naturale? In questo dossier abbiamo raccolto tutti i suoi interventi su questo tema

[pagina aggiornata a novembre 2024].


 

Secondo la “teoria di genere” -frequentemente negata come “teoria” vera e propria dai suoi stessi propositori-, esisterebbe una pluralità di generi sessuali, scissi dalla sessualità delle persone e di un numero indefinito.

Anche Benedetto XVI parlò dell’ideologia gender, in termini molto chiari ma Papa Francesco ne ha fatto un vero argomento sistematico, definendola una colonizzazione ideologica e paragonandola alle dittature naziste e fasciste (ad es. 19/01/15).

In altri dossier abbiamo raccolto tutti gli interventi di Papa Francesco su molte altre tematiche etiche, come: eutanasia, aborto ed omosessualità.

In questo dossier (costantemente aggiornato), invece, abbiamo raccolto in ordine cronologico tutti i pronunciamenti di Papa Bergoglio sul gender (inclusi alcuni interventi di suoi stretti collaboratori).


 

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PAPA BERGOGLIO SU IDEOLOGIA GENDER, TUTTI I SUOI INTERVENTI

 

Il 25 marzo 2024 tramite la Dichiarazione “Dignitas infinita” circa la dignità umana, il Dicastero per la dottrina della fede è intervenuto su vari temi.

Innanzitutto ha condannato la maternità surrogata:

«La Chiesa prende posizione contro la pratica della maternità surrogata, attraverso la quale il bambino, immensamente degno, diventa un mero oggetto […]. La pratica della maternità surrogata viola, innanzitutto, la dignità del bambino. Ogni bambino, infatti, dal momento del concepimento, della nascita e poi nella crescita come ragazzo o ragazza, diventando adulto, possiede infatti una dignità intangibile che si esprime chiaramente, benché in modo singolare e differenziato, in ogni fase della sua vita. Il bambino ha perciò il diritto, in virtù della sua inalienabile dignità, di avere un’origine pienamente umana e non artificialmente indotta, e di ricevere il dono di una vita che manifesti, nello stesso tempo, la dignità di chi dona e di chi riceve. In questa direzione, il legittimo desiderio di avere un figlio non può essere trasformato in un “diritto al figlio” che non rispetta la dignità del figlio stesso come destinatario del dono gratuito della vita. La pratica della maternità surrogata viola, nel medesimo tempo, la dignità della donna stessa che ad essa è costretta o decide liberamente di assoggettarvisi. Con tale pratica, la donna si distacca del figlio che cresce in lei e diventa un semplice mezzo asservito al guadagno o al desiderio arbitrario di altri. Questo contrasta in ogni modo con la dignità fondamentale di ogni essere umano e il suo diritto di venire sempre riconosciuto per se stesso e mai come strumento per altro».

Il Dicastero per la dottrina della fede si è poi soffermato sulla teoria di gender:

«La Chiesa evidenzia le decise criticità presenti nella teoria del gender […]. In merito alla teoria del gender, sulla cui consistenza scientifica molte sono le discussioni nella comunità degli esperti, la Chiesa ricorda che la vita umana, in tutte le sue componenti, fisiche e spirituali, è un dono di Dio, che va accolto con gratitudine e posto a servizio del bene. Voler disporre di sé, così come prescrive la teoria del gender, indipendentemente da questa verità basilare della vita umana come dono, non significa altro che cedere all’antichissima tentazione dell’essere umano che si fa Dio ed entrare in concorrenza con il vero Dio dell’amore rivelatoci dal Vangelo. Un secondo rilievo a riguardo della teoria del gender è che essa vuole negare la più grande possibile tra le differenze esistenti tra gli esseri viventi: quella sessuale. Questa differenza fondante è non solo la più grande immaginabile, ma è anche la più bella e la più potente: essa raggiunge, nella coppia uomo-donna, la più ammirevole delle reciprocità ed è così la fonte di quel miracolo che mai smette di sorprenderci che è l’arrivo di nuovi esseri al mondo. In questo senso, il rispetto del proprio corpo e di quello degli altri è essenziale davanti al proliferare ed alle pretese di nuovi diritti avanzate dalla teoria del gender. Ogni persona umana, soltanto quando può riconoscere ed accettare questa differenza nella reciprocità, diventa capace di scoprire pienamente se stessa, la propria dignità e la propria identità».

Tra le altre tematiche, il Dicastero per la dottrina della fede si è pronunciato anche sul cambio di sesso:

«La dignità del corpo non può essere considerata inferiore a quella della persona in quanto tale […]. Una tale verità merita di essere ricordata soprattutto quando si tratta del cambio di sesso. L’essere umano è, infatti, composto inscindibilmente di corpo e anima e il corpo è il luogo vivente in cui l’interiorità dell’anima si dispiega e si manifesta, anche attraverso la rete delle relazioni umane. Costituendo l’essere della persona, anima e corpo partecipano dunque di quella dignità che connota ogni essere umano […]. Qualsiasi intervento di cambio di sesso, di norma, rischia di minacciare la dignità unica che la persona ha ricevuto fin dal momento del concepimento .Questo non significa escludere la possibilità che una persona affetta da anomalie dei genitali già evidenti alla nascita o che si sviluppino successivamente, possa scegliere di ricevere assistenza medica allo scopo di risolvere tali anomalie. In questo caso, l’intervento non configurerebbe un cambio di sesso nel senso qui inteso».

 

Il 01 marzo 2024 ricevendo i partecipanti al convegno “Uomo-donna immagine di Dio”, Papa Francesco ha sostenuto:

«Oggi il pericolo più brutto è l’ideologia del gender, che annulla le differenze. Ho chiesto di fare studi a proposito di questa brutta ideologia del nostro tempo, che cancella le differenze e rende tutto uguale; cancellare la differenza è cancellare l’umanità. Uomo e donna, invece, stanno in una feconda “tensione”. Io ricordo di aver letto un romanzo dell’inizio del Novecento, scritto dal figlio dell’Arcivescovo di Canterbury: The Lord of the World. Il romanzo parla del futuribile ed è profetico, perché fa vedere questa tendenza di cancellare tutte le differenze. È interessante leggerlo, se avete tempo leggetelo, perché lì ci sono questi problemi di oggi. È stato un profeta quell’uomo».

 

L’8 gennaio 2024 durante il tradizionale incontro di inizio anno con il Corpo Diplomatico, Papa Francesco ha dichiarato:

«Ritengo deprecabile la pratica della cosiddetta maternità surrogata, che lede gravemente la dignità della donna e del figlio» e «auspico, pertanto, un impegno della Comunità internazionale per proibire a livello universale tale pratica […]. Essa è fondata sullo sfruttamento di una situazione di necessità materiale della madre. Un bambino è sempre un dono e mai l’oggetto di un contratto […]. Purtroppo i tentativi compiuti negli ultimi decenni di introdurre nuovi diritti, non pienamente consistenti rispetto a quelli originalmente definiti e non sempre accettabili, hanno dato adito a colonizzazioni ideologiche, tra le quali ha un ruolo centrale la teoria del gender, che è pericolosissima perché cancella le differenze nella pretesa di rendere tutti uguali. Tali colonizzazioni ideologiche provocano ferite e divisioni tra gli Stati, anziché favorire l’edificazione della pace».

 

Il 28 aprile 2023 durante il viaggio apostolico in Ungheria, Papa Francesco ha dichiarato:

«Penso dunque a un’Europa che non sia ostaggio delle parti, diventando preda di populismi autoreferenziali, ma che nemmeno si trasformi in una realtà fluida, se non gassosa, in una sorta di sovranazionalismo astratto, dimentico della vita dei popoli. È questa la via nefasta delle “colonizzazioni ideologiche”, che eliminano le differenze, come nel caso della cosiddetta cultura gender»

 

Il 17 marzo 2022 il giornalista Renato Farina ha sostenuto che soltanto da «circa un anno» Papa Francesco avrebbe «cambiato registro», predicando «contro il gender». Come dimostra questo dossier, è almeno dall’aprile 2014 che Bergoglio tratta e contrasta tematiche simili.

 

Il 12 gennaio 2022 in un editoriale de Il Foglio ci si lamenta della «narrazione melensa e rintronata che da otto anni ritrae Francesco come un liberatore della Chiesa dai lacci dell’insostenibile passato. Un gioco che risulta facile se si omette di ricordare ogni bordata papale -ed è solo un esempio- contro il gender considerato “uno sbaglio della mente umana che fa tanta confusione”, una “bomba atomica”, “l’espressione di una frustrazione che cancella le differenze”».

 

Il 21 settembre 2021 rispondendo ad una domanda di un suo confratello durante il viaggio apostolico a Budapest e in Slovacchia, Papa Bergoglio sul gender ha affermato:

«L’ideologia del gender è pericolosa, perché è astratta rispetto alla vita concreta di una persona, come se una persona potesse decidere astrattamente a piacimento se e quando essere uomo o donna».

 

L’11 febbraio 2020 viene pubblicato il libro San Giovanni Paolo Magno (Edizioni San Paolo), che raccoglie colloqui fra Papa Francesco e don Luigi Maria Epicoco. Ecco cosa scrive Papa Francesco riguardo al gender:

«Voglio però subito precisare che dicendo questo non mi sto riferendo a coloro che hanno un orientamento omosessuale. Il Catechismo della Chiesa Cattolica ci invita anzi ad accompagnare e a prenderci cura pastorale di questi fratelli e di queste sorelle. Il mio riferimento è più ampio e riguarda una pericolosa radice culturale. Essa si propone implicitamente di voler distruggere alla radice quel progetto creaturale che Dio ha voluto per ciascuno di noi: la diversità, la distinzione. Far diventare tutto omogeneo, neutrale. È l’attacco alla differenza, alla creatività di Dio, all’uomo e la donna. Se io dico in maniera chiara questa cosa, non è per discriminare qualcuno, ma semplicemente per mettere in guardia tutti dalla tentazione di cadere in quello che è stato il progetto folle degli abitanti di Babele: annullare le diversità per cercare in questo annullamento un’unica lingua, un’unica forma, un unico popolo. Questa apparente uniformità li ha portati all’autodistruzione perché è un progetto ideologico che non tiene conto della realtà, della vera diversità delle persone, dell’unicità di ognuno, della differenza di ognuno […]. Non è l’annullamento della differenza che ci renderà più vicini, ma è l’accoglienza dell’altro nella sua differenza, nella scoperta della ricchezza nella differenza. È la fecondità presente nella differenza che fa di noi degli esseri umani a immagine e somiglianza di Dio, ma soprattutto capaci di accogliere l’altro per ciò che è e non per ciò in cui lo vogliamo trasformare. Il cristianesimo ha sempre dato priorità al fatto più che alle idee. Nel Gender si vede come un’idea vuole imporsi sulla realtà e questo in maniera subdola. Vuole minare alle basi l’umanità in tutti gli ambiti e in tutte le declinazioni educative possibili, e sta diventando un’imposizione culturale che più che nascere dal basso è imposta dall’alto da alcuni Stati stessi come unica strada culturale possibile a cui adeguarsi».

 

Il 29 gennaio 2019 durante la conferenza stampa nel volo di ritorno da Panama, Francesco ha detto:

«Credo che nelle scuole bisogna dare l’educazione sessuale. Il sesso è un dono di Dio non è un mostro. Bisogna offrire un’educazione sessuale oggettiva, senza colonizzazioni ideologiche. Perché se nelle scuole si dà un’educazione sessuale imbevuta di colonizzazioni ideologiche, distruggi la persona. Il sesso come dono di Dio deve essere educato, non con rigidezza. Educato, da “educere”, per far emergere il meglio della persona e accompagnarla nel cammino. Il problema è nei responsabili dell’educazione, sia a livello nazionale che locale come pure di ciascuna unità scolastica: che maestri si trovano per questo, che libri di testo… Io ne ho visti di ogni tipo, ci sono cose che fanno maturare e altre che fanno danno. Dico questo senza entrare nei problemi politici di Panama: bisogna avere l’educazione sessuale per i bambini. L’ideale è che comincino a casa, con i genitori. Non sempre è possibile per tante situazioni della famiglia o perché non sanno come farlo. La scuola supplisce a questo, e deve farlo, sennò resta un vuoto che viene riempito da qualsiasi ideologia».

 

Il 12 agosto 2018 è stata pubblicato uno scritto del card. Robert Sarah, prefetto della Congregazione per il culto divino e la disciplina dei sacramenti, sul gender. Il cardinale ha sottolineato come più volte Papa Francesco «non ha esitato a denunciare con vigore il gender come una “colonizzazione ideologica contro la famiglia” che cerca di distruggerla introducendosi e diffondendosi nelle società e nelle culture dei paesi in via di sviluppo. In Amoris Laetitia critica fortemente l’ideologia mortifera del gender che nega la differenza e la reciprocità naturale tra uomo e donna».

 

Il 06 maggio 2018 Papa Francesco ha firmato la prefazione al libro che raccoglie gli scritti di Benedetto XVI su fede e politica: Liberare la libertà. Fede e politica nel terzo millennio (Editrice Cantagalli). Il Papa ha scritto:

«L’ideologia marxista pretende collocare il cielo sulla terra, la redenzione dell’uomo nell’aldiquà, per mezzo della liberazione da ogni dipendenza». «Oggi, più che mai, si ripropone la medesima tentazione del rifiuto di ogni dipendenza dall’amore che non sia l’amore dell’uomo per il proprio ego, per “l’io e le sue voglie”; e, di conseguenza, il pericolo della “colonizzazione” delle coscienze da parte di una ideologia che nega la certezza di fondo per cui l’uomo esiste come maschio e femmina ai quali è assegnato il compito della trasmissione della vita; quell’ideologia che arriva alla produzione pianificata e razionale di esseri umani e che – magari per qualche fine considerato “buono” – arriva a ritenere logico e lecito eliminare quello che non si considera più creato, donato, concepito e generato ma fatto da noi stessi. Questi apparenti “diritti” umani che sono tutti orientati all’autodistruzione dell’uomo hanno un unico comune denominatore che consiste in un’unica, grande negazione: la negazione della dipendenza dall’amore, la negazione che l’uomo è creatura di Dio, fatto amorevolmente da Lui a Sua immagine e a cui l’uomo anela come la cerva ai corsi d’acqua (Sal 41). Quando si nega questa dipendenza tra creatura e creatore, questa relazione d’amore, si rinuncia in fondo alla vera grandezza dell’uomo, al baluardo della sua libertà e dignità. Così la difesa dell’uomo e dell’umano contro le riduzioni ideologiche del potere passa oggi ancora una volta dal fissare l’obbedienza dell’uomo a Dio quale limite dell’obbedienza allo Stato. Raccogliere questa sfida, nel vero e proprio cambio d’epoca in cui oggi viviamo, significa difendere la famiglia. D’altronde già San Giovanni Paolo II aveva ben compreso la portata decisiva della questione: a ragione chiamato anche il “Papa della famiglia”, non a caso sottolineava che “l’avvenire dell’umanità passa attraverso la famiglia” (Familiaris consortio, 86). E su questa linea anche io ho ribadito che “il bene della famiglia è decisivo per il futuro del mondo e della Chiesa” (Amoris laetitia, 31)».

 

Il 29 gennaio 2017 l’arcivescovo di Bologna, mons. Matteo Zuppi (definito “bergogliano” sui media) è intervenuto contro lo spettacolo teatrale Lgbt Fà-afafine.

 

Il 25 febbraio 2018 il vaticanista Sandro Magister, tra i più accaniti fustigatori del Papa, ha riportato alcune opinioni di Francesco contro il Sessantotto e i “nuovi diritti”: «Oppure alle sue bordate contro “la cosiddetta teoria del ‘gender'” che “mira a cancellare la differenza sessuale perché non sa più confrontarsi con essa”, e quindi non è che il misero sottoprodotto “di una frustrazione e di una rassegnazione”, e nonostante ciò è anch’essa imposta dai Paesi ricchi ai Paesi poveri. È questo il Sessantotto secondo papa Bergoglio».

 

Il 02 ottobre 2016 nel volo di ritorno dal viaggio apostolico in Georgia e Azerbaijan, Francesco ha detto:

«Quando si parla del matrimonio come unione dell’uomo e della donna, come li ha fatti Dio, come immagine di Dio, è uomo e donna. L’immagine di Dio non è l’uomo [maschio]: è l’uomo con la donna. Insieme. Che sono una sola carne quando si uniscono in matrimonio. Questa è la verità. […]. Dobbiamo essere attenti a non lasciare entrare in noi queste idee. Ma prima di tutto: il matrimonio è immagine di Dio, uomo e donna in una sola carne. Quando si distrugge questo, si “sporca” o si sfigura l’immagine di Dio. […]. Prima di tutto, io ho accompagnato nella mia vita di sacerdote, di vescovo – anche di Papa – ho accompagnato persone con tendenza e con pratiche omosessuali. Le ho accompagnate, le ho avvicinate al Signore, alcuni non possono, ma le ho accompagnate e mai ho abbandonato qualcuno. Questo è ciò che va fatto. Le persone si devono accompagnare come le accompagna Gesù. Quando una persona che ha questa condizione arriva davanti a Gesù, Gesù non gli dirà sicuramente: “Vattene via perché sei omosessuale!”, no. Quello che io ho detto riguarda quella cattiveria che oggi si fa con l’indottrinamento della teoria del gender. Mi raccontava un papà francese che a tavola parlavano con i figli – cattolico lui, cattolica la moglie, i figli cattolici, all’acqua di rose, ma cattolici – e ha domandato al ragazzo di dieci anni: “E tu che cosa voi fare quando diventi grande?” – “La ragazza”. E il papà si è accorto che nei libri di scuola si insegnava la teoria del gender. E questo è contro le cose naturali. Una cosa è che una persona abbia questa tendenza, questa opzione, e c’è anche chi cambia il sesso. E un’altra cosa è fare l’insegnamento nelle scuole su questa linea, per cambiare la mentalità. Queste io le chiamo “colonizzazioni ideologiche”. L’anno scorso ho ricevuto una lettera di uno spagnolo che mi raccontava la sua storia da bambino e da ragazzo. Era una bambina, una ragazza, e ha sofferto tanto, perché si sentiva ragazzo ma era fisicamente una ragazza. L’ha raccontato alla mamma, quando era già ventenne, 22 anni, e le ha detto che avrebbe voluto fare l’intervento chirurgico e tutte queste cose. E la mamma gli ha chiesto di non farlo finché lei era viva. Era anziana, ed è morta presto. Ha fatto l’intervento. E’ un impiegato di un ministero di una città della Spagna. È andato dal vescovo. Il vescovo lo ha accompagnato tanto, un bravo vescovo: “perdeva” tempo per accompagnare quest’uomo. Poi si è sposato. Ha cambiato la sua identità civile, si è sposato e mi ha scritto la lettera che per lui sarebbe stata una consolazione venire con la sua sposa: lui, che era lei, ma è lui. E li ho ricevuti. Erano contenti. E nel quartiere dove lui abitava c’era un vecchio sacerdote, ottantenne, il vecchio parroco, che aveva lasciato la parrocchia e aiutava le suore, lì, nella parrocchia… E c’era il nuovo [parroco]. Quando il nuovo lo vedeva, lo sgridava dal marciapiede: “Andrai all’inferno!”. Quando trovava il vecchio, questo gli diceva: “Da quanto non ti confessi? Vieni, vieni, andiamo che ti confesso e così potrai fare la Comunione”. Hai capito? La vita è la vita, e le cose si devono prendere come vengono. Il peccato è il peccato. Le tendenze o gli squilibri ormonali danno tanti problemi e dobbiamo essere attenti a non dire: “E’ tutto lo stesso, facciamo festa”. No, questo no. Ma ogni caso accoglierlo, accompagnarlo, studiarlo, discernere e integrarlo. Questo è quello che farebbe Gesù oggi. Per favore, non dite: “Il Papa santificherà i trans!”. Per favore! Perché io vedo già i titoli dei giornali… No, no. C’è qualche dubbio su quello che ho detto? Voglio essere chiaro. È un problema di morale. E’ un problema. E’ un problema umano».

 

Il 01 ottobre 2016 durante il viaggio in Georgia e Azerbaijan, nell’incontro con sacerdoti, Papa Bergoglio sul gender ha affermato:

«un grande nemico del matrimonio, oggi: la teoria del gender. Oggi c’è una guerra mondiale per distruggere il matrimonio. Oggi ci sono colonizzazioni ideologiche che distruggono, ma non si distrugge con le armi, si distrugge con le idee. Pertanto, bisogna difendersi dalle colonizzazioni ideologiche».

 

Il 19 marzo 2016 nell’esortazione post-sinodale Amoris Laetitia, Papa Francesco ha scritto:

«Un’altra sfida emerge da varie forme di un’ideologia, genericamente chiamata gender, che nega la differenza e la reciprocità naturale di uomo e donna. Essa prospetta una società senza differenze di sesso, e svuota la base antropologica della famiglia. Questa ideologia induce progetti educativi e orientamenti legislativi che promuovono un’identità personale e un’intimità affettiva radicalmente svincolate dalla diversità biologica fra maschio e femmina. L’identità umana viene consegnata ad un’opzione individualistica, anche mutevole nel tempo. E’ inquietante che alcune ideologie di questo tipo, che pretendono di rispondere a certe aspirazioni a volte comprensibili, cerchino di imporsi come un pensiero unico che determini anche l’educazione dei bambini. Non si deve ignorare che sesso biologico (sex) e ruolo sociale-culturale del sesso (gender), si possono distinguere, ma non separare. D’altra parte, la rivoluzione biotecnologica nel campo della procreazione umana ha introdotto la possibilità di manipolare l’atto generativo, rendendolo indipendente dalla relazione sessuale tra uomo e donna. In questo modo, la vita umana e la genitorialità sono divenute realtà componibili e scomponibili, soggette prevalentemente ai desideri di singoli o di coppie. Una cosa è comprendere la fragilità umana o la complessità della vita, altra cosa è accettare ideologie che pretendono di dividere in due gli aspetti inseparabili della realtà. Non cadiamo nel peccato di pretendere di sostituirci al Creatore. Siamo creature, non siamo onnipotenti. Il creato ci precede e dev’essere ricevuto come dono. Al tempo stesso, siamo chiamati a custodire la nostra umanità, e ciò significa anzitutto accettarla e rispettarla come è stata creata».

 

L’20 maggio 2015 durante l’Udienza generale Francesco ha detto:

«si sono moltiplicati i cosiddetti “esperti”, che hanno occupato il ruolo dei genitori anche negli aspetti più intimi dell’educazione. Sulla vita affettiva, sulla personalità e lo sviluppo, sui diritti e sui doveri, gli “esperti” sanno tutto: obiettivi, motivazioni, tecniche. E i genitori devono solo ascoltare, imparare e adeguarsi. Privati del loro ruolo, essi diventano spesso eccessivamente apprensivi e possessivi nei confronti dei loro figli, fino a non correggerli mai: “Tu non puoi correggere il figlio”. Tendono ad affidarli sempre più agli “esperti”, anche per gli aspetti più delicati e personali della loro vita, mettendosi nell’angolo da soli; e così i genitori oggi corrono il rischio di autoescludersi dalla vita dei loro figli. E questo è gravissimo! Oggi ci sono casi di questo tipo».

 

Il 28 agosto 2015, Francesca Pardi, proprietaria della casa editrice “Lo Stampatello”, che diffonde i libri gender nelle scuole, ha ricevuto una risposta da Papa Francesco, tramite mons. Peter Brian Wells, a una sua lettera precedente in cui lo invitava a leggere i libri che diffonde. Nella lettera di risposta dal Vaticano, mons Wells risponde che il Santo Padre ringrazia per il gesto delicato e per i sentimenti che lo hanno suggerito, augura che l’attività sia sempre più proficua al servizio dei giovani, sperando che questo avvenga nel rispetto dei valori umani e cristiani. La Pardi ha usato questa risposta come un avvallo del Papa alla sua attività. Tuttavia il portavoce di Francesco, padre Lombardi, ha voluto precisare che “in nessun modo la lettera della Segreteria di Stato intende avallare comportamenti e insegnamenti non consoni al Vangelo. È del tutto fuori luogo una strumentalizzazione del contenuto della lettera”. La sala stampa del Vaticano ha anche precisato che la benedizione del papa “è stata alla persona e non a eventuali insegnamenti non in linea della Chiesa sulla teoria gender”.

 

Il 15 aprile 2015 durante l’udienza generale, Francesco ha affermato:

«La differenza tra uomo e donna non è per la contrapposizione, o la subordinazione, ma per la comunione e la generazione, sempre ad immagine e somiglianza di Dio. La cultura moderna e contemporanea ha aperto nuovi spazi, nuove libertà e nuove profondità per l’arricchimento della comprensione di questa differenza. Ma ha introdotto anche molti dubbi e molto scetticismo. Per esempio, io mi domando, se la cosiddetta teoria del gender non sia anche espressione di una frustrazione e di una rassegnazione, che mira a cancellare la differenza sessuale perché non sa più confrontarsi con essa. Sì, rischiamo di fare un passo indietro. La rimozione della differenza, infatti, è il problema, non la soluzione. Per risolvere i loro problemi di relazione, l’uomo e la donna devono invece parlarsi di più, ascoltarsi di più, conoscersi di più, volersi bene di più. Devono trattarsi con rispetto e cooperare con amicizia».

 

L’22 marzo 2015 durante la visita pastorale a Napoli, Papa Bergoglio sul gender ha affermato:

«La crisi della famiglia è una realtà sociale. Poi ci sono le colonizzazioni ideologiche sulle famiglie, modalità e proposte che ci sono in Europa e vengono anche da Oltreoceano. Poi quello sbaglio della mente umana che è la teoria del gender, che crea tanta confusione. Così la famiglia è sotto attacco».

 

Il 6 marzo 2015 nell’intervista a Valentina Alazraki, vaticanista di Televisa, Francesco ha affermato:

«Abbiamo un problema molto serio che è quello della colonizzazione ideologica sulla famiglia. Per questo ne ho parlato nelle Filippine perché è un problema molto serio. Gli africani si lamentano molto di questo. E anche in America latina. E a me è successo una volta. Sono stato testimone di un caso di questo tipo con una ministro dell’educazione riguardo l’insegnamento della teoria del “gender” che è una cosa che sta atomizzando la famiglia. Questa colonizzazione ideologica distrugge la famiglia. Per questo credo che dal sinodo usciranno cose molto chiare, molto rapide, che aiuteranno in questa crisi familiare che è totale».

 

L’11 febbraio 2015 la Manif Pour Tous ha spiegato che l’ispirazione della loro attività contro il gender arriva da Papa Francesco, seguendo le sue indicazioni pubbliche.

 

Il 19 gennaio 2015 durante la conferenza stampa con i giornalisti in ritorno dal suo viaggio in Sri Lanka e Filippine, Francesco ha affermato:

«La colonizzazione ideologica: dirò soltanto un esempio, che ho visto io. Venti anni fa, nel 1995, una Ministro dell’Istruzione Pubblica aveva chiesto un prestito forte per fare la costruzione di scuole per i poveri. Le hanno dato il prestito a condizione che nelle scuole ci fosse un libro per i bambini di un certo livello. Era un libro di scuola, un libro preparato bene didatticamente, dove si insegnava la teoria del gender […]. Questa è la colonizzazione ideologica: entrano in un popolo con un’idea che niente ha da fare col popolo; sì, con gruppi del popolo, ma non col popolo, e colonizzano il popolo con un’idea che cambia o vuol cambiare una mentalità o una struttura. Durante il Sinodo i vescovi africani si lamentavano di questo, che è lo stesso che per certi prestiti (si impongano) certe condizioni […]. Ma non è una novità questa. Lo stesso hanno fatto le dittature del secolo scorso. Sono entrate con la loro dottrina. Pensate ai Balilla, pensate alla Gioventù Hitleriana. Hanno colonizzato il popolo, volevano farlo. Ma quanta sofferenza. I popoli non devono perdere la libertà. Il popolo ha la sua cultura, la sua storia; ogni popolo ha la sua cultura. Ma quando vengono condizioni imposte dagli imperi colonizzatori, cercano di far perdere ai popoli la loro identità e fare una uguaglianza».

 

Il 14 ottobre 2014 Papa Francesco ha risposto, attraverso l’Assessore per gli affari generali della Segreteria di Stato monsignor Peter Brian Wells, alla lettera inviatagli da Arianna Lazzarini, vicecapogruppo regionale della Lega Nord nel Veneto. La consigliera lo informava della sua iniziativa a favore della famiglia tradizionale in fase di approvazione in aula, rivendicando il diritto dei genitori all’educazione dei figli secondo i propri valori e non basandosi sui documenti dell’OMS.

Papa Francesco ha risposto:

«Sua Santità desidera manifestarLe viva gratitudine per il premuroso gesto e per i sentimenti di venerazione e affetto che lo hanno suggerito e chiede di perseverare nell’impegno a favore della persona umana, per l’adeguata tutela dei valori tradizionali e per il riconoscimento del proprio diritto all’educazione dei figli, secondo i valori cristiani».

 

L’11 aprile 2014, incontrando la delegazione dell’Ufficio Internazionale Cattolico dell’Infanzia (BICE), Papa Bergoglio sul gender ha sostenuto:

«Sosteniamo il diritto dei genitori all’educazione morale e religiosa dei propri figli. E a questo proposito vorrei manifestare il mio rifiuto per ogni tipo di sperimentazione educativa con i bambini. Con i bambini e i giovani non si può sperimentare. Non sono cavie da laboratorio! Gli orrori della manipolazione educativa che abbiamo vissuto nelle grandi dittature genocide del secolo XX non sono spariti; conservano la loro attualità sotto vesti diverse e proposte che, con pretesa di modernità, spingono i bambini e i giovani a camminare sulla strada dittatoriale del “pensiero unico”. Mi diceva, poco più di una settimana fa, un grande educatore: “A volte, non si sa se con questi progetti – riferendosi a progetti concreti di educazione – si mandi un bambino a scuola o in un campo di rieducazione”». In seguito a questo pronunciamento il sito “Gayoggi” si è così espresso: «Grave, gravissima ingerenza quella di Papa Francesco. Coloro che avessero voluto vedere un’apertura verso i gay, dando una lettura superficiale delle sue parole, dovranno definitivamente ricredersi. Tirando in ballo la “dittatura del pensiero unico”, Bergoglio boccia indirettamente anche il DDL contro l’omofobia in discussione in Parlamento».

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