Cambia il Padre Nostro, una modifica approvata dal card. Giacomo Biffi

Bergoglio cambia il Padre Nostro? Una falsità, lo studio per una miglior traduzione del “non indurci in tentazione” iniziò nel 1988 con il sostegno di numerosi biblisti, tra cui il card. Biffi. Nel 2007 fu approvata ufficialmente con il placet di Benedetto XVI. Non è dunque una “trovata” di Papa Francesco.

 

Il nuovo ritornello è: “Dopo 2000 anni Bergoglio cambia il Padre Nostro. Lo si ripete instancabilmente nel network dei blog dei cattolici-protestanti, nemici del Papa e della Chiesa. Ma non è vero. La necessità di una miglior traduzione di una frase contenuta nell’antica preghiera nacque nel lontano 1988, fu studiata e sostenuta da insigni biblisti, tra cui il card. Giacomo Biffi, e nel 2007 i vescovi italiani votarono all’unanimità per modificare il “non indurci in tentazione”, con l’esplicita approvazione dell’allora pontefice, Benedetto XVI. Oggi Papa Francesco, per uniformità e coerenza, ha esteso la modifica anche nell’uso liturgico.

Bergoglio era ancora un lontano e poco conosciuto vescovo argentino quando la Chiesa ratzingeriana scelse ufficialmente di introdurre la formula: “non abbandonarci alla tentazione”. Ne abbiamo parlato approfonditamente qualche mese fa ma, dato che la polemica è riemersa in questi giorni, è utile sapere che tale modifica venne richiesta ancora prima, anche dall’allora arcivescovo di Bologna, il card. Giacomo Biffi. Un pastore saggio e stimato e, suo malgrado, un punto di riferimento degli attuali giornalisti antipapisti, totalmente disinformati della storia della Chiesa.

Disse infatti il card. Biffi: «Questo è il senso che anche sant’Ambrogio attribuisce a quelle parole del Padre Nostro, per questo sono d’accordo con la nuova traduzione». Lo ha ricordato l’arcivescovo di Firenze, Giuseppe Betori, anch’egli presente quando fu votata al Consiglio permanente della CEI la nuova traduzione della preghiera insegnata da Gesù. Siamo nell’anno 2000 ed il Papa regnante era Giovanni Paolo II, in quella occasione «la posizione del più insigne teologo del Consiglio permanente, Biffi, coincise con quella del più insigne biblista, l’arcivescovo di Milano Carlo Maria Martini», ha detto mons. Betori. «È noto che non sempre le posizioni dei due porporati italiani fossero coincidenti. In quel caso concordarono per la versione che non traduce letteralmente ma restituisce il senso profondo di quelle parole che nel verbo italiano “indurreˮ lasciavano pensare a un Dio che quasi ci forza a cadere in tentazione».

I lavori sullo studio della “modifica” del Padre Nostro iniziarono addirittura nel 1988, esattamente trent’anni fa, quando fu istituto un gruppo di lavoro di 15 biblisti, coordinati da 3 vescovi e con la collaborazione di altri 60 biblisti. Tra essi, come già detto, parteciparono anche Martini e Biffi. L’allora sottosegretario della CEI, mons. Betori, ricorda oggi:

«Eravamo nell’anno 2000 e io fui presente a quella seduta, che ricordo molto bene, in quanto sottosegretario della Cei. Il fatto che sia Biffi che Martini avessero approvato questa traduzione fu considerata una garanzia per il Consiglio permanente, e poi per tutti i vescovi italiani, della bontà della scelta effettuata. Nell’esprimere la sua approvazione alla nuova versione ricordo che Biffi fece esplicito riferimento all’interpretazione di sant’Ambrogio della frase sulla tentazione. La scelta del Consiglio permanente fu quella di intervenire solo dove fosse assolutamente necessario per la correttezza della traduzione. Nel caso del Padre Nostro prevalse l’idea che fosse ormai urgente correggere il “non indurreˮ inteso ormai comunemente in italiano come “non costringereˮ. L’inducere latino (o l’eisfèrein greco) infatti non indica “costringereˮ, ma “guidare versoˮ, “guidare inˮ, “introdurre dentroˮ e non ha quella connotazione di obbligatorietà e di costrizione che invece ha assunto nel parlare italiano il verbo “indurreˮ. Quest’ultimo sembra attribuire a Dio una responsabilità – nel “costringerciˮ alla tentazione – che non è teologicamente fondata. Si scelse allora la traduzione “non abbandonarci allaˮ che ha una doppia valenza: “non lasciare che noi entriamo dentro la tentazioneˮ ma anche “non lasciarci soli quando siamo dentro la tentazioneˮ».

Mons. Betori era invece segretario della CEI nel 2008, quando la traduzione divenne ufficiale dopo l’approvazione della Congregazione per il Culto Divino del novembre 2007, allora guidata dal prefetto Francis Arinze, e con specifica approvazione da parte del Pontefice allora regnante, Benedetto XVI e fu così pubblicata dalla Libreria Editrice Vaticana. Papa Francesco ha quindi semplicemente ripreso la volontà dei suoi predecessori e del card. Giacomo Biffi e, per uniformità e coerenza, ha esteso la “nuova versione” nell’uso liturgico.

Come cattolici siamo stati educati ad accogliere le decisioni dalla Santa Madre Chiesa, a mettere i nostri passi nel cammino tracciato dai successori degli Apostoli. La fede “adulta” non ci interessa, la ribellione nemmeno. Anche se dovessimo essere in disaccordo, come devoti cattolici ogni mattina liberamente scegliamo che l’amore alla nostra effimera opinione non vale più di quello verso la Chiesa, prosecuzione del volto di Cristo nella storia, pur con tutti i limiti dei pastori è sorretta e guidata dallo Spirito Santo. Ci basta sapere che insigni biblisti e tre pontefici abbiano sostenuto la necessità di modificare quella frase e, dopo anni di studio, riuniti in assemblea i vescovi italiani votarono a favore all’unanimità (202 favorevoli, 1 contrario).

Non faremo parte del gruppetto di “cattolici adulti” che per ripicca ideologica e rancore esistenziale continuerà ad usare la vecchia formula del Padre Nostro, esibendo la aperta ribellione sui social network e generando disorientamento e confusione nei loro amici e negli stessi figli e/o nipoti che invece verranno educati alla “nuova”, fino a che la “vecchia” sarà un lontano ricordo. La storia e i protestanti passano e si dimenticano, la Chiesa resta.

La redazione

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58 commenti a Cambia il Padre Nostro, una modifica approvata dal card. Giacomo Biffi

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  1. PetrusLXXVII ha detto

    Ma davvero non riuscite a cogliere la differenza tra modificare una traduzione non destinata ai fini liturgici e introdurla invece nel messale?

    • Positrone ha detto in risposta a PetrusLXXVII

      La colgono per questo si uniformano, ancor di più pensando che la Chiesa è universale ed in altri paesi si usa già una versione aggiornata laddove necessiti.

    • Katy ha detto in risposta a PetrusLXXVII

      Uuuuhh che differenza enorme, strabiliante, incommensurabile!!
      Strano che mons. Betori non colga questa gigantesca differenza che credete vi autorizzi ad insultare il Papa!
      Meno male che c’è PetrusLXXVII a salvare la Chiesa dall’eresia!

      • PetrusLXXVII ha detto in risposta a Katy

        Infatti Betori cita Biffi in occasione dell’approvazione di un testo non destinato alla liturgia. L’introduzione nel messale è cosa ben diversa (se lei non ne comprende le implicazioni è ignoranza sua), ed è una iniziativa esclusiva di Francesco e dell’odierno consiglio della CEI.
        Mi deve spiegare tuttavia dove legge che io avrei insultato il Papa!? Dissentire circa un’iniziativa di qualcuno da oggi significa insultare quella persona? Mi sembra un’interpretazione un po’ troppo libera, oltre che limitata!

        • theo ha detto in risposta a PetrusLXXVII

          Neanche io sono entusiasta di modifiche così piccole, ma sensibili nell’uso, tuttavia penso che l’articolo tranquillizzi molti critici.Il card. Biffi è davvero un nome di garanzia, e anch’io adesso sono più sereno.

        • Jack ha detto in risposta a PetrusLXXVII

          Non si è mai visto un testo liturgico che dissenta dalla traduzione ufficiale dei Vangeli, decisa all’unanimità dai vescovi riuniti in assemblea. Dovresti farti un bel bagno di umiltà e dissentire dalla tua ribellione ideologica e galoppante, un buon confessore spirituale ti aiuterebbe.

          • PetrusLXXVII ha detto in risposta a Jack

            Probabilmente lei quando partecipa alla Messa deve essere un po’ distratto, perché sa’.. è dal 2008 che vanno avanti due traduzioni distinte dei Vangeli, quella della Bibbia CEI e quella del messale, e ancora lo saranno per un po’. Quindi, sia un po’ più partecipe durante la liturgia, piuttosto che dedicarsi a dispensare consigli spirituali alle anime altrui, compito che non le spetta e che costituisce peccato contro lo Spirito Santo, qualora non lo sapesse!

            • QB ha detto in risposta a PetrusLXXVII

              L’uniformità avviene nel tempo, anche perché la CEI ha cose un pochino più urgenti a cui dedicarsi in questi anni.
              Ora finalmente sia la traduzione nel Vangelo, sia durante la liturgia si ascolteranno le stesse parole e i bambini verranno educati così al Catechismo, mentre PetrusLXXVII continuerà a ringhiare ogni domenica e si ricorderà puntualmente che la fine che fanno gli apostati e i ribelli (come se non bastasse il tuo amico Minutella).

              • diacono ha detto in risposta a QB

                Lei ritiene più importante che si ascoltino le stesse parole nel Vangelo e nella Liturgia o la fedeltà all’originale greco delle Scritture?

                • QB ha detto in risposta a diacono

                  Visto che si tratta di traduzioni è impossibile ascoltare “le stesse parole”, occorre una traduzione non letterale ma che mantenga il medesimo significato. E la traduzione dev’essere la stessa ovunque. Per questo i vescovi e i biblisti italiani hanno deciso la modifica che tutti seguiranno e il gruppetto di protestanti darwinianamente si estinguerà.

                  • gabriele ha detto in risposta a QB

                    peccato che l’istruzione Liturgiam authenticam spinga invece per una traduzione letterale del testo latino

                  • gabriele ha detto in risposta a QB

                    comunque è anche falso dire che la traduzione deve essere la stessa ovunque: per esempio la Chiesa Ambrosiana ha delle traduzioni differenti dal resto d’italia delle Preghiere eucaristiche I, II, III e IV (fatte anche meglio) ma a nessuno fa scandalo

                    o parliamo dei vari modi più o meno diversi con cui sono state tradotte le Parole Consacratorie nei vari paesi del mondo

              • PetrusLXXVII ha detto in risposta a QB

                Mentre è intento a cercare ringhi e malumori altrui, non si accorge che ringhi e malumori li sta manifestando lei in modo scomposto signor QB. Dal mio canto, mi rincresce contraddirla, possosolo dirle che sono assolutamente sereno. Auguro anche a lei di trovare la giusta serenità.. senza rancore. Saluti

          • gabriele ha detto in risposta a Jack

            si, per esempio il testo delle Parole del Signore nell’Ultima Cena: nel Lezionario e nella Bibbia c’è scritto ‘per molti’ mentre nella formula sacramentale c’è scritto ‘per tutti’
            e ovviamente i vescovi italiani hanno deciso di mantenere le cose come stanno

            • QB ha detto in risposta a gabriele

              Accidenti che differenza! E lo hai visto anche tu Gesù mangiare con pubblicani e prostitute, vero? Scandalo! Qui viene giù tutttooo!

              • gabriele ha detto in risposta a QB

                se tutti è molti si equivalgono boh, non so che pensare…
                poi a richiedere il cambiamento era stato Benedetto XVI, scrivendo anche lettere ai vescovi tedeschi che non volevano cambiare dopo le direttive della Sede Apostolica
                e invece la CEI, nel 2010, votò contro al cambiamento della formula sacramentale; però guarda caso nella stessa votazione approvò in via preliminare le modifiche al Gloria e al Padre Nostro ufficializzate di recente

                idem per il ‘Domine num sum dignus’ la cui infedeltà al testo liturgico e a quello evangelico nella traduzione italiana è massima

            • Ng ha detto in risposta a gabriele

              Sì, è scritto “per i molti”, che significa, traducendo, “per tutti”.

              • gabriele ha detto in risposta a Ng

                si, è vero, il senso semitico di ‘molti’ vuole indicare la totalità, però la formula ‘per tutti’ non è buona, come si espresse Benedetto XVI

                http://w2.vatican.va/content/benedict-xvi/it/letters/2012/documents/hf_ben-xvi_let_20120414_zollitsch.html

                cito una sola parte

                Anzitutto, mi lasci spendere brevemente una parola sulle origini del problema. Negli anni sessanta, quando bisognava tradurre in tedesco, sotto la responsabilità dei Vescovi, il Messale Romano, esisteva un consenso esegetico sul fatto che la parola “i molti”, “molti” in Isaia 53,11s, fosse una forma di espressione ebraica per indicare la totalità, “tutti”. La parola “molti” nei racconti dell’istituzione di Matteo e di Marco, sarebbe stata quindi un “semitismo” e avrebbe dovuto essere tradotta con “tutti”. Questo concetto si applicò anche al testo latino direttamente da tradurre, in cui il “pro multis” avrebbe rimandato, attraverso i racconti evangelici, a Isaia 53 e perciò sarebbe stato da tradurre con “per tutti”. Questo consenso esegetico, nel frattempo, si è sgretolato; esso non esiste più. Nella traduzione ecumenica tedesca della Sacra Scrittura, nel racconto dell’Ultima Cena, si legge: “Questo è il mio sangue, il sangue dell’alleanza, che è versato per molti” (Mc 14,24; cfr Mt 26,28). Con questo si evidenzia una cosa molto importante: la resa di “pro multis” con “per tutti” non era affatto una semplice traduzione, bensì un’interpretazione, che sicuramente era e rimane fondata, ma tuttavia è già un’interpretazione ed è più di una traduzione.

    • QB ha detto in risposta a PetrusLXXVII

      Ha parlato il tradizionalista ossessionato dell'”ambiguità” e della “confusione” della Chiesa, e poi vuole due traduzioni diverse della stessa preghiera 😉

  2. positrone76 ha detto

    Ma le è stato risposto. Perché sull’altare si dovrebbe usare una versione diversa della stessa preghiera. Il popolo è ignorante e quindi bene al cambiamento per una maggiore comprensione ma in chiesa no. Lì si diventa sapienti per infusione.
    Credete soprattutto che a Dio cambi qualcosa rispetto alle due versioni? E all’estero dove la traduzione è più vicina alla nuova traduzione. Quelli sono apostati e non capiscono la differenza? Che l’unico vescovo che ha approvato il cambiamente sia l’illuminato mentre gli altri tutti vittima di Satana? Eh sù…

    • PetrusLXXVII ha detto in risposta a positrone76

      Intanto, non direi che la nuova traduzione sia volta a garantire una maggiore comprensione, bensì piuttosto ad evitare equivoci interpretativi. Sono cose ben diverse. Ciò avviene a prezzo del tradimento delle parole usate nelle Sacre Scritture e del senso proprio che veicolano. Personalmente, per evitare confusione nel popolo (che non mi pare peraltro mostri tutta questa perplessità), avrei optato per delle catechesi esegetiche mirate.. ma se proprio è così tanto onerosa questa soluzione, ci si poteva limitare alla traduzione esclusivamente indirizzata all’uso privato, opportunamente corredata da note esplicative, che avrebbero evitato turbamenti all’eventuale lettore, qualora si fosse poi accorto delle due differenti traduzioni.. anzi lo avrebbero preparato a cogliere il senso reale insito nella forma disposta ad uso liturgico, che è poi quella corretta. Invadere la funzione sacramentale, correggendo le parole usate da Nostro Signore (cioè.. correggendo Nostro Signore), lo trovo invece assolutamente sconveniente.. quanto meno!

      • theo ha detto in risposta a PetrusLXXVII

        Nessuno sta correggendo Gesù, casomai si sta esplicitando meglio il Suo pensiero.Lo ripeto: il nome del card. Biffi è sufficiente a fugare ogni dubbio sul “nuovo” Padre Nostro.

        Discorso diverso, secondo me, per la nuova traduzione del Gloria (è un inno liturgico, va tradotto letteralmente, ad ogni modo non è così necessario tradurlo perché è un inno, non un brano evangelico, quindi non ha l’istruzione come primo scopo, ma la lode).

        • PetrusLXXVII ha detto in risposta a theo

          Vede, deve stare più attento e usare maggior senso critico, altrimenti finisce per essere ingannato (come sembra essere accaduto). L’articolista mente dicendo che la modifica alla nuova traduzione della Sacra Scrittura – e, badi bene, non del messale – sia stata a suo tempo una richiesta di Biffi. Sarebbe stato corretto dire che il cardinale avrebbe dato la sua approvazione alla proposta di cambiamento. Converrà con me che non è esattamente la stessa cosa.. Siamo sicuri poi, che la stessa approvazione il cardinale l’avrebbe concessa per il messale, come sembra dare per scontato l’articolista?

  3. Gianluca ha detto

    In qualità di grecista permetto di far notare che un conto è la traduzione, altro e’ l’ esegesi: il verbo greco dell’ originale significa “portare dentro” non “abbandonare a”. Perché cambiare dunque con una traduzione meno fedele all’ originale? Per chiarire il senso? Ma a questo ci sono le prediche, il catechismo, oltre che le note al testo biblico e i commentari..non c’ è bisogno di alterare una traduzione.

  4. Michele ha detto

    continuerò sempre a dire il Padre Nostro e il Gloria come la tradizione ha sempre fatto, questa modifica per me non è né più né meno che un errore la sostituzione di un significato profondo con superficialità e sentimentalismo, come del resto nella musica sacra e nell’aspetto delle chiese si è già fatto molto tempo fa

    • lorenzo ha detto in risposta a Michele

      Oggi il mio parroco ha fatto recitare il Gloria ed il Padre nostro nella nuova versione: io, quando si si è trattato di dire “Pace in terra agli uomini amati dal Signore” e “non ci abbandonare alla tentazione”, siccome la cosa non è vietata, ho tenuto la bocca chiusa ed ho recitato mentalmente “Pace il terra agli uomini di buona volontà” e “non ci indurre in tentazione”.

      • Antonio Civitella ha detto in risposta a lorenzo

        Ipocrita!!!
        Sei oppure non sei in comunione con Bergoglio?
        IPOCRITA Lorenzo!!!!
        In cuor tuo???
        Esci di la maledetto eretico!
        Guarda in faccia la realtà massonica e diabolica!

        • lorenzo ha detto in risposta a Antonio Civitella

          – Sta scritto: “Tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa e le porte degli inferi non prevarranno contro di essa”
          – Io continuerò a dire col cuore “non ci indurre in tentazione” affinché, tra l’altro, il Padre non mi induca nella tentazione, a motivo di quanto accade oggi nella nostra Santa Madre Chiesa, di non essere più sottomesso al successore di Pietro, voluto dallo Spirito Santo, papa Francesco.
          – Ritengo invece un bene se tu dicessi, con cuore di figlio, “non abbandonarci ala tentazione” perché, da come ti rivolgi al Santo Padre definendolo spregiativamente “Bergoglio”, vedo che hai ceduto alla tentazione di abbandonare la Chiesa Cattolica: è ben vero che la frase successiva “ma liberaci dal male” è una richiesta di aiuto per quando siamo caduti in tentazione però, come dice il proverbio, anche nella preghiera “repetita iuvant”.

          • Antonio Civitella ha detto in risposta a lorenzo

            Maledetti eretici! Prostitute indegne!! Ipocriti!!!

            Questi sono i vostri nomi scritte sulla fronte!
            Siete dei Giuda!!
            Voi sapete benissimo chi è Bergoglio, e portate avanti questo abominio pur di difendere il bestemmiatore!
            Voi maledetti eretici riconoscete i frutti marci, altrimenti non stareste in silenzio, per poi in cuor vostro pregare un altra preghiera!
            Ed è questa la vostra obbedienza a Bergoglio?
            Siete dei ipocriti, non siete né carne né pesce!
            Difendete Bergoglio in pubblico insegnando così il male al vostro prossimo, ma poi voi in cuor vostro fate l’opposto!
            Maledetti eretici!! Maestri del nulla!! Convertitevi alla vera chiesa di Cristo!
            Nella vera chiesa di Cristo le porte degli inferi non prevarranno contro su di essa!
            Con tanti santi in cielo avete scelto Lutero sui francobolli vaticani! Maledetti eretici!!
            Leggi la storia della beata Serafina Micheli, così saprai dove si trova Lutero!
            Io la mia pazienza non la do più hai porci!
            Allontanatevi dalla falsa chiesa! E chiedete aiuto alla Madonna! Perché li, in quella falsa chiesa e falsa messa non la troverai più!
            La verità si trova nella verità!

            • QB ha detto in risposta a Antonio Civitella

              E pensare che questo psicopatico la pensa esattamente come il nostro PetrusLXXVII.
              Infatti PetrusLXXVII non ne prende le distanze, mentre si arrabatta a criticare chi difende il Papa.

              • gabriele ha detto in risposta a QB

                Sciascià una volta si lamentava perchè veniva criticato a causa del fatto durante il sequestro Moro non aveva detto niente

              • Antonio Schiavi ha detto in risposta a QB

                Io non sono un tradizionalista, ma mi sembra che a parte Vincent Vega, qui dentro suonino chiunque. Altro che arrabbattarsi!

            • lorenzo ha detto in risposta a Antonio Civitella

              «Se foste ciechi, non avreste alcun peccato; ma siccome dite: Noi vediamo, il vostro peccato rimane»
              Forse non sai che il Papa ai tempi della fuoriuscita di Lutero dalla Chiesa Cattolica era Leone X, quello di cui si racconta che appena eletto abbia esclamato: «Poiché Dio ci ha dato il Papato, godiamocelo», e che si muoveva attraverso Roma in un carnevalesca parata con giocolieri, buffoni e animali esotici.
              Non credo di sbagliare se affermo che il tuo comportamento nei confronti della Chiesa Cattolica sia più simile a quello di Lutero di quanto tu supponga.

  5. lorenzo ha detto

    Se mons. Betori afferma giustamente che “L’inducere latino (o l’eisfèrein greco) infatti non indica “costringereˮ, ma “guidare versoˮ, “guidare inˮ, “introdurre dentroˮ…”,
    qualcuno riesce razionalmente a spiegarmi perché, sempre mons. Betori afferma poi che “Si scelse allora la traduzione “non abbandonarci allaˮ che ha una doppia valenza: “non lasciare che noi entriamo dentro la tentazioneˮ ma anche “non lasciarci soli quando siamo dentro la tentazioneˮ»”?

    Cosa centra: “guidare verso, guidare in, introdurre dentro”
    con: “non abbandonarci alla, non lasciare che noi entriamo dentro, non lasciarci soli quando siamo dentro”?

    .

  6. Manfredi ha detto

    La questione è teologica, non certo filologica: dal punto di vista filologico non si apre questione alcuna. La concordia codicum del testo originale greco sia di Matteo che di Luca tramanda “kai mh eisenegkhseis eis peirasmon” (chiedo scusa e pazienza).
    Nessuna occorrenza del verbo “eisphero” in nessuna epoca in nessuna forma si avvicina neppure per minime screziature semantiche al significato che la commissione oggi impone. Il verbo è sempre impiegato con il significato di “portare in, addurre, indurre, introdurre, recare, proporre”. Sempre, senza deroghe.
    Considero il passo, ancora in una prospettiva schiettamente filologica, un valido puntello all’autenticità del testo per la facile applicazione del criterio dell’imbarazzo. Mi pare si possa dire, cioè, che il passo rispecchi una parola effettivamente udita e probabilmente non compresa, ma fedelmente riportata in forza dell’eccezionale autorità attribuita al locutore e della conseguente intangibilità delle sue affermazioni. Il fatto che tale parola abbia creato imbarazzo perfino in teologi e papi avvalora questo assunto.
    Non è quindi un problema di traduzione (giusta è quella che abbiamo fino a oggi recitato), ma di esegesi o, meglio, di teologia scritturale. In questo campo non metto piede.

    • Manfredi ha detto in risposta a Manfredi

      Rettifico il refuso: eisenegkhis (forma di congiuntivo aoristo con iota sottoscritto ma ascritto nella traslitterazione)

  7. Antonio Civitella ha detto

    Attenzione ad andare alla messa dei balocchi con a capo Bergoglio!
    Questi cambiamenti sono stati pianificati nell’inferno!
    Sono anni che vi avverto!

  8. Laico ha detto

    Se ne accorgono dopo 2000 anni?

    • theo ha detto in risposta a Laico

      A differenza di quello che voi credete sia ik cristiano, il credente non smette mai di interrogarsi è può pure correggersi.

    • theo ha detto in risposta a Laico

      A differenza di quello che voi credete sia i cristiano, il credente non smette mai di interrogarsi è può pure correggersi.

    • theo ha detto in risposta a Laico

      A differenza di quello che voi credete sia i cristiano, il credente non smette mai di interrogarsi è può pure correggersi.

  9. Andreas ha detto

    La CEI (Conferenza Episcopale Italiana) ha approvato la modifica del Padre Nostro (e del Gloria) nel lezionario liturgico della Messa. Dovete sapere che sia Giovanni Paolo II quanto Benedetto XVI si RIFIUTARONO di approvare questa modifica, ma nel 2008 la CEI modificò la famosa frase del “non indurci…” nella traduzione della Bibbia. Benedetto XVI allora IMPOSE CHE il cambiamento NON avvenisse nel lezionario della Messa, e la cosa finì lì. Oggi sono ritornati alla ribalta consapevoli del fatto che lo stesso Bergoglio erano anni che voleva questo cambiamento e che questo cambiamento avverrà anche senza il pronunciamento ufficiale del Papa.

    Tratto da qui: https://benedettoxvblog.wordpress.com/2018/11/19/terremoto-in-vaticano-la-scomunica-di-don-minutella-e-le-preghiere-modificate-benedetto-xvi-si-era-sempre-rif/

    • QB ha detto in risposta a Andreas

      Eccerto, “tratto da” un blog che difende l’eretico e scomunicato Alessandro Minutella.
      Forse era più attendibile il blog dei seguaci di Marcel Lefebvre , non credi?

      • gabriele ha detto in risposta a QB

        Lei ha ricevuto, lo scorso 1° aprile, monsignor Bernard Fellay, superiore generale della Fraternità sacerdotale San Pio X. È di nuovo ipotizzabile la reintegrazione dei lefebvriani nella Chiesa ?

        A Buenos Aires ho sempre parlato con loro. Mi salutavano, mi chiedevano una benedizione in ginocchio. Si dicono cattolici. Amano la Chiesa. Monsignor Fellay è un uomo con cui si può dialogare. Non è così per altri elementi un po’ strani, come monsignor Williamson, o altri che si sono radicalizzati. Penso, come avevo detto in Argentina, che siano cattolici in cammino
        verso la piena comunione. In questo anno della Misericordia mi è parso di dover autorizzare
        i loro confessori a perdonare il peccato di aborto. Mi hanno ringraziato per questo gesto. Prima, Benedetto XVI, che rispettano molto, aveva liberalizzato la messa secondo il rito tridentino. Si dialoga bene, si sta facendo un buon lavoro.

        https://www.la-croix.com/Religion/Pape/Papa-Francesco-intervistato-dalla-Croix-Quale-cristianesimo-Europa-2016-05-19-1200761293

  10. Paola ha detto

    Ringrazio per questo chiarimento in merito al Padre nostro che mi ha veramente tranquillizzata e rasserenata dopo aver letto si facebook tanto astio e tante critiche nei confronti di Papa Francesco.
    Sempre meglio documentarsi bene prima di criticare e scagliarsi contro qualcuno specialmente se questi è il Papa.
    Grazie.
    Paola

    • Antonio Civitella ha detto in risposta a Paola

      Sono molto rassenerato che tu insieme a tutta la vostra banda di maledetti eretici vi siete tranquillizzati tramite UCCR.. adesso mi raccomando pregate a squarciagola le preghiere massoniche!
      Non fate come quel povero Lorenzo che sa molto bene di offendere Dio tramite questi cambiamenti massonici, e così si limita a pregare in silenzio!
      Questa non sarebbe obbedienza al vostro Papa!
      Cara Paola, perché non chiedi a UCCR di tranquillizzarti sulle bestemmie del vostro Papa quando dice che Gesù fa lo scemo..
      Oppure quando dice che la via crucis e stato il fallimento di Dio..
      O quando dice che Dio non è cattolico!
      Oppure quando ringrazia Dio che i preti non indossano la talare..
      O quando non si inginocchia davanti a Gesù eucarestia, ma poi per baciare i piedi a musulmani lo vedi inginocchiarsi con molta grinta..
      Spero che UCCR ti doni quella pace che solo da essa potrai ricavare!
      Vedrai quante risposte eretiche ti daranno!
      Ma tu fidati di UCCR, non diventare cattolica!
      Potresti salvarti! Ormai mia cara la salvezza della tua anima sta scritto nel Vangelo di Bergoglio AL.. li potrai scoprire come ricevere Gesù eucaristico in stato di peccato mortale!
      Non seguire il Vangelo di Cristo perché è troppo rigido.. UCCR si potrebbe offendere!
      Figuriamoci il vostro Papa Bergoglio!!

      • theo ha detto in risposta a Antonio Civitella

        TU sei eretico. Non c’è Chiesa senza Papa.
        La Chiesa invisibile come la pensi tu, distinta dalla Chiesa cattolica, la pensavano Calvino e Lutero.

        • Antonio Civitella ha detto in risposta a theo

          Bravo Theo.. bravissimo!
          Adesso torna nel tuo ovile bergogliano, è io in quello di sua Santità Benedetto XVI.
          Qui nessuno è senza Papa!
          Papa lo si è per sempre! Anche in cielo!
          Lo sapevi theo?
          Mica pensavi che Dio non sa scegliere il suo successore?
          Il Papa e infallibile..
          Vai caro.. torna dal tuo Papa bestemmiatore!
          È non fare come Lorenzo l’ipocrita.. si obbediente!
          difendi a squarciagola le bestemmie del tuo Papa!
          Maledetto eretico!!!

  11. Michelangelo ha detto

    È stato Gesù Cristo ad insegnarci il Padre Nostro, nessuno deve osare cambiare neanche una virgola…

    • theo ha detto in risposta a Michelangelo

      Infatti non viene cambiato, viene tradotto.

      • Antonio Civitella ha detto in risposta a theo

        No, theo da 30 monete d’argento!
        Non tradotto, ma cambiato!
        Lo sapevi che anche il Gloria e stato cambiato?
        Sicuramente troverai una scusante anche per questo.. maledetto eretico!
        Non ti offendere se ti chiamo per ciò che sei!
        Gli eretici sono tutti maledetti!

  12. lorenzo ha detto

    Uno dei motivi per cui non posso, in coscienza, accettare il “non abbandonarci alla tentazione” è che mi sembrerebbe di rivolgermi ad un Dio distratto che, mentre è in tutt’altre faccende affaccendato, non si accorge che il diavolo ha fatto cadere in tentazione i suoi figli e quindi si chiede a Lui di non essere abbandonati.

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