Quando il socialista El Pais celebrò l’elezione di Wojtyla: «liberale e progressista»

40 anni fa l’elezione di Giovanni Paolo II. Il giornale del socialismo spagnolo, El Pais, presentò Wojtyla come “moderno” sui temi etici e “amico” del socialismo polacco. Non sapevano che avrebbe fatto crollare il blocco sovietico in soli in 13 anni di pontificato.

 

Il quotidiano spagnolo El Pais è oggi, in Spagna, quel che in Italia è La Repubblica, giornale progressista e laicista. Ma nel 1978 il periodico iberico era considerato addirittura il portavoce del socialismo spagnolo e firma del Partito Socialista Operaio Spagnolo. Negli anni passati ha ampiamente sostenuto la candidatura dell’ex presidente José Luis Rodríguez Zapatero.

Questo rende ancora più impressionate l’enorme cantonata presa nel commento dell’elezione al soglio pontificio di Giovani Paolo II, messo in prima pagina il 17 ottobre 1978, esattamente quarant’anni fa. Il titolo dell’editoriale, scritto da Felix Bayón, dice già tutto: «Il nuovo Papa, un giovane polacco: aperto in politica e moderato nel dogma». Wojtyla venne presentato come «moderatamente progressista» e lo si mise a confronto con il card. Stefan Wyszyński, allora primate polacco e criticato da El Pais per le sue posizioni chiare e non ambigue sulla dottrina cattolica.

Il quotidiano spagnolo allora aveva solo tre anni di vita, impregnato di ideologia, eppure entusiasta per Giovanni Paolo II. Anche perché, si legge, «gli esperti sottolineano la sua collaborazione con il regime socialista». Peccato che in soli 13 anni il Papa “progressista e collaborazionista” fu una delle principali cause scatenanti la caduta improvvisa e imprevista del regime rosso in Polonia e nell’Europa dell’Est, finanziatore di Solidarność, il primo sindacato indipendente dal blocco sovietico, fondato due anni dopo la sua elezione dal suo fraterno amico Lech Wałęsa, che arrivò a rappresentare 10 milioni di cittadini.

Continuando la lettura dell’editoriale del 1978 si leggono ironie verso i fedeli che, dopo la morte di Giovanni Paolo I, avevano atteso con trepidazione la nomina del successore di Pietro: «degno della psicoanalisi». Non venne invece inteso il simpatico e famoso errore di Wojtyla: «Se sbaglio mi corrigerete», d’altra parte solo noi italiani possiamo comprenderlo a fondo.

Come sempre accade, El Pais intervistò alcuni opinionisti per comprendere meglio il profilo del nuovo Pontefice e perfino l’allora ambasciatore della comunista Polonia in Spagna, Eugenio Noworyta, parlò di «grande gioia e soddisfazione, come per tutti i polacchi». Altri opinionisti lo definirono un “intellettuale militante” e un “anti-nazista”, «per aver svolto un ruolo durante l’occupazione tedesca come attore di un gruppo teatrale il cui obiettivo era mantenere il sentimento nazionale contro l’invasore». Un apprezzamento diffuso tra «credenti e non credenti, marxisti, socialisti e cattolici», perché «la storia della nostra nazione è caratterizzata da grande tolleranza e questa tradizione continua oggi nel nostro stato socialista».

L’allora capo della sezione internazionale del Le Nouvel Observateur, settimanale francese social-democratico, era KS Karol, un polacco. Anche a lui venne chiesto un giudizio su Karol Wojtyla: «E’ stata una grande sorpresa», rispose. «Dal mio punto di vista, il nuovo Papa ha uno spirito molto più moderno e liberale rispetto al primate Wyszynski. Nel mio paese la Chiesa è più preoccupata dell’egemonia spirituale che delle questioni strettamente politiche o sociali. In questo senso è notevole la capacità del nuovo Papa, che non ha mai sfidato frontalmente il regime attuale, a differenza di Wyszynski, su temi come il divorzio, l’aborto, e così via». «La Chiesa polacca», aggiunse Karol, «è stata molto conservatrice fino al 1956. Da allora fino ad oggi nel suo seno ci sono correnti avanzate. Infine, rilevo che l’arcivescovo di Cracovia, ora Papa, era a Parigi un anno fa e si è incontrato con una delegazione polacca nel Club del Dialogo, un locale di orientamento progressista. La semplice presenza del cardinale Wojtyla in quel luogo ha dato pieno conto del suo carattere aperto e moderno».

Eppure Giovanni Paolo II divenne il più grande combattente del 20° secolo dell’divorzio e dell’aborto, in pochi anni di lotta aperta all’ideologia comunista -unendo intellettuali e operai-, riuscì ad abbattere il muro di Berlino e a portare la democrazia in Polonia tramite Wałęsa, divenuto presidente nel 1990 e poi vincitore del Nobel per la pace. Un evento che fu l’effetto domino per l’Ungheria e la Bulgaria (i cui dittatori comunisti, Janos Kadar e Jaruzelsky chiesero l’estrema unzione prima di morire), che ottennero l’indipendenza, fino alle storiche dimissioni di Mikhail Gorbaciov nel 1991 e la conseguente fine dell’Unione Sovietica.

Il fisico italiano Antonino Zichichi ha riportato oggi una frase del suo collega Pëtr Leonidovič Kapica, Nobel per la Fisica, su Giovanni Paolo II: «Luce del Mondo, accesasi per cacciare le tragiche tenebre del nazismo e dello stalinismo».

La redazione

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3 commenti a Quando il socialista El Pais celebrò l’elezione di Wojtyla: «liberale e progressista»

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  1. andrea g ha detto

    La testimonianza dell’odio anticristiano dei comunisti è ben espressa
    dai primi passi del golpista Lenin, con le sue conferenze in cui
    «verrà dimostrato che DIO non esiste» e gli inviti al «rogo di massa delle icone».
    Per sua fortuna è morto presto, evitando così di incorrere nelle purghe
    del surreale e demoniaco Stalin, che dovette dunque ripiegare su Lev Trockij
    e, più in generale, su migliaia (mi tengo basso) di comunisti idealisti,
    colpevoli solo di far ombra -nella testa psicolabile di Stalin- al compagno numero 1.
    I malati di mente/galli del pollaio ateista.
    E’ sempre la stessa storia.

  2. andrea g ha detto

    Oggi ricorrono 34 anni dall’assassinio da parte di agenti
    del servizio segreto comunista di padre Jerzy Popiełuszko,
    avvenuto a Włocławek.
    Il martire polacco venne rapito e picchiato selvaggiamente,
    e buttato ancora vivo nel fiume Vistola.
    La sua colpa era ovviamente quella di osare criticare
    l’osceno regime comunista.
    Da qui cominciò la spallata ai regimi ateisti/demoniaci
    che hanno infestato l’Europa per decenni.

  3. andrea g ha detto

    Temuto dalle autorità per l’ascendente che esercita sul popolo,
    viene arrestato due volte nel 1983 e nella prima metà del 1984,
    interrogato tredici volte dalla polizia, sottoposto a continua sorveglianza,
    al punto che il cardinale Glemp gli propone di “cambiare aria” e di trasferirsi per studio a Roma.
    Si rifiuta, pur sapendo a cosa sta andando incontro.

    La sua tomba, che si trova accanto la chiesa di San Stanislao Kostka a Varsavia,
    è meta continua di pellegrinaggi di fedeli provenienti dalla Polonia e dal mondo intero.
    Il 14 giugno 1987 papa Giovanni Paolo II ha pregato sulla tomba di Padre Jerzy.
    Il 6 giugno 2010 è stato beatificato sotto il pontificato di Benedetto XVI.
    http://www.santiebeati.it/dettaglio/91720

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