L’ex comunista Renzo Foa e la sua conversione

Molti pensano che l’esistenza del male sia la prova della non esistenza di Dio. Renzo Foa invece, davanti all’eccesso di sofferenza e alla sua mancanza di senso, si è domandato se c’era Qualcuno che potesse davvero rispondervi. La storica e giornalista Lucetta Scaraffia rende omaggio al grande intellettuale, a un anno dalla sua morte, su L’Osservatore Romano. Avviatosi fin da subito all’ideologia del Pci, divenne giornalista e poi direttore dell’Unità. Va in Vietnam e nelle terre ateo-comuniste della Cambogia di Pol Pot e in Corea del Sud. Comincia così a conoscere il comunismo vero, quello reale, dall’interno, comincia a capire come funziona il sistema, e la sua fede nel partito entra in crisi. Aiutato anche dalla figura di Papa Wojtyla, come ha raccontato in “In cattiva compagnia” (Liberal 2007), rompe con il comunismo ed entra nell’impresa di “Liberal” e poi de “Il Giornale”. In questi anni avviene anche la conversione spirituale, avvicinandosi al mondo cattolico, grazie agli incontri con lo storico cattolico Giorgio Rumi, monsignor Rino Fisichella e padre Balducci. Cresce l’affezione per Giovanni Paolo II che, come ha detto lui stesso agli studenti de La Sapienza, sapeva parlare a tutti, cattolici e non. Ha letto negli anni più recenti il libro di Benedetto XVI su Gesù da cui ne è nata una riflessione pubblica, che rivela un’imprevista volontà di capire Cristo, un’inattesa capacità di intuire e amare le sue caratteristiche essenziali. Ha scritto: “il prima e il dopo Cristo non è solo una data sul calendario, è l’inizio di una lezione sulla resistenza dell’uomo alle avversità, alle sofferenze e alle ingiustizie in nome della vita e della ricerca della verità. Quando mai, prima di lui, un pescatore o un falegname o una prostituta erano stati considerati degni di nota, degni di entrare nella memoria, uguali agli altri?”. E ancora: “il Pater noster è la poesia più coinvolgente mai ascoltata e recitata, non c’è nulla di simile, da nessuna parte, in nessuna altra epoca”. E infine: “so che Cristo può appartenere a tutti, al di là della fede, ma so che senza la fede non ci sarebbe”. Proprio l’eccesso del male, l’eccesso di dolore a cui il destino l’ha sottoposto, l’ha portato a incontrare Dio. Muore il 9 giugno 2009.

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