Gino Bartali, l’eroe. La lettera inedita e la devozione mariana

Se prima non si era recato alla Santa Messa, la domenica, si rifiutava di montare in sella. Gino Bartali è la leggenda del ciclismo italiano che salvò 800 ebrei trasportando documenti falsi nel tubo della sua bicicletta, per questo è stato nominato recentemente cittadino onorario di Israele e “Giusto tra le nazioni”.

Nell’autunno del ’43 Bartali iniziò a trasportare passaporti falsi dalla città di Assisi, dove c’era una stamperia clandestina legata al convento delle suore clarisse di San Quirico (rifugio per tanti ebrei perseguitati), al cardinale ed arcivescovo di Firenze, Elia Dalla Costa, che poi li distribuiva agli ebrei per farli espatriare. Il ciclista percorreva 185 chilometri avanti e indietro in un solo giorno, rischiando la fucilazione se fosse stato scoperto (come accadde al ciclista tedesco Albert Richter). A nessuno raccontò di queste gesta, perché “il bene si fa ma non si dice”.

Venne schedato dalla polizia mussoliniana come «esponente dell’Azione giovanile cattolica e non del fascismo». Nel 1937 volle diventare terziario carmelitano, prendendo il nome di Fra Tarcisio di S.Teresa di Gesù Bambino, legandosi alla regola dell’Ordine carmelitano e alla sua spiritualità.

“Coppi accoppaci Bartali”, scrivevano sui muri i comunisti anticlericali di allora, che poco tolleravano Frà Gino. In realtà, il suo nemico storico, Fausto Coppi, era anch’egli iscritto all’Azione cattolica, nonché vicepresidente dell’Associazione Uomini di Azione cattolica della sua parrocchia. Il 18 aprile 1948 Bartali e Coppi firmarono un appello promosso da Luigi Gedda nel quale gli «uomini del pedale» ricordavano «a tutti gli amici il richiamo che il Santo Padre, nel giorno della Pasqua, ha lanciato al popolo italiano: “La grande ora della coscienza cristiana è suonata”». La relazione con una donna sposata, Giulia Occhini (soprannominata la Dama Bianca), contribuì a rendere Coppi un personaggio meno simpatico del rivale, agli occhi del popolo italiano.

A proposito di Gino Bartali, è emersa una lettera inedita che svela la sua profonda devozione per la Vergine, intrecciata all’amore per la moglie Adriana. Nella missiva, il ciclista spera di tornare dalla «nostra cara madre Santissima di Pompei con lei che amo, con te mia Adriana». Alla Madonna di Loreto donò la Coppa d’Argento vinta al Giro di Svizzera del 1946. Un grande uomo, un esempio cristiano, citato anche da Pio XII: «Guardate il vostro Gino Bartali, membro dell’Azione cattolica: egli ha più volte guadagnato l’ambita “maglia”. Correte anche voi in questo campionato ideale, in modo da conquistare una ben più nobile palma».

La redazione

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3 commenti a Gino Bartali, l’eroe. La lettera inedita e la devozione mariana

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  1. Sì! ha detto

    Carissimi di UCCR, la coincidenza è sbalorditiva. Ho acceso il computer per sollecitarvi, nei commenti in calce a qualunque fosse l’ultimo articolo, a scrivere su Gino Bartali, uomo e cristiano eccezionale. Apro il sito e trovo quello che volevo. Da non credersi. Molti episodi, che non sono leggende ma certezze storiche, si sarebbero potuti citare a conferma della sua fede, della sua tenacia contro le pressioni dei fascisti, del suo coraggio nel sostituire al saluto romano il segno della croce, alla dedica al duce quella alla Madonna. Tuttavia il vostro è un articolo che gli fa onore.
    La mia bisnonna, una donna austera e alquanto burbera, si faceva portare una poltrona per vedere Bartali al giro; mio padre e mia madre si conobbero ne 1963, quando la carriera del grande Gino era terminata da anni, eppure erano due bartaliani di ferro e hanno passato a me quest’ammirazione, sebbene io non ami il ciclismo. Ma Gino Bartali è stato assai più che un formidabile atleta. Oggi sappiamo che ha avuto eccezionali virtù cristiane e che ha nascosto perfino ai familiari più intimi i suoi atti di eroismo. Tanto homini nullum par elogium.

  2. giuliano ha detto

    “sfruttare le disgrazie degli altri per farsi belli è da vigliacchi…”

    Sei un grande Gino!

  3. Edoardo Secco ha detto

    Fausto Coppi fiorentino?!? 😀

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