Diaconato femminile, per Sandro Magister è «conforme alla tradizione della Chiesa»

francesco donnESe leggiamo i titoli di giornale, Papa Francesco avrebbe “aperto al sacerdozio femminile”. In realtà, incontrando l’Unione internazionale Superiore generali (Uisg), oltre a ribadire l’importanza che le donne «entrino nel processo decisionale» della Chiesa, ha chiesto di approfondire il ruolo del diaconato femminile nella Chiesa primitiva: «chiederò alla Congregazione per la Dottrina della Fede che mi riferiscano circa gli studi su questo tema. E inoltre vorrei costituire una commissione ufficiale che possa studiare la questione: credo che farà bene alla Chiesa chiarire questo punto».

Nella stessa udienza, Francesco ha però spiegato che non è possibile “aprire” per quanto riguarda la «celebrazione della Liturgia Eucaristica», perché «il sacerdote o il vescovo che presiede lo fa nella persona di Gesù Cristo. E’ una realtà teologico-liturgica. In quella situazione, non essendoci l’ordinazione delle donne, non possono presiedere». Si può pensare che una religiosa faccia la predica in un Liturgia della Parola, «ma bisogna distinguere bene: una cosa è la predicazione in una Liturgia della Parola, e questo si può fare; altra cosa è la Celebrazione eucaristica, qui c’è un altro mistero. E’ il Mistero di Cristo presente e il sacerdote o il vescovo che celebrano in persona Christi».

Dunque nessuna “apertura” al sacerdozio femminile, ma una richiesta di approfondire il ruolo del diaconato femminile nella Chiesa primitiva. Ma, lo sappiamo bene, pochi coglieranno i distinguo del Papa e, fidandosi dei grandi quotidiani, ci sarà chi accuserà Bergoglio di aver introdotto, oltre al divorzio cattolico e al matrimonio omosessuale in Chiesa, anche le “donne prete”. Tuttavia, queste persone non potranno contare sull’appoggio del mentore dell’antibergoglionismo odierno, il vaticanista dell’Espresso Sandro Magister. Oggi lo conosciamo come un polemista senza freni nei confronti del pontificato di Francesco, accusato di proporre un «nuovo modello di Chiesa, liquida, multiculturale». Ma nel 1999 faceva la stessa cosa con Giovanni Paolo II, prendendolo in giro: «Il guaio, per lui, è che c’è chi lo prende in parola», scriveva ironico nei confronti del Papa polacco. Magister, che molti oggi vedono come l’araldo della Tradizione cattolica, criticò duramente la netta chiusura di Wojtyla al sacerdozio femminile, spiegando che «non si vede per quale ragione alle donne non possano essere conferiti gli altri due gradi del medesimo sacramento», cioè presbiterato ed episcopato, oltre al diaconato. Arrivando quindi a concludere: «La sicura esistenza di donne diacono per almeno un millennio mostra infatti che è del tutto conforme alla grande tradizione della Chiesa il conferimento alle donne dell’ordine sacro».

Il vaticanista dell’Espresso andò quindi ben oltre alle intenzioni di Francesco, superando di gran lunga perfino le timide aperture del card. Martini. Su una cosa aveva ragione: l’esistenza delle diaconesse nella Chiesa primitiva è storicamente certa. Lo ha stabilito la Commissione teologica internazionale nel 2003, concludendo: «è veramente esistito un ministero di diaconesse che si è sviluppato in maniera diseguale nelle diverse parti della Chiesa, esso non era inteso come il semplice equivalente femminile del diaconato maschile. Si tratta per lo meno di una funzione ecclesiale, esercitata da donne». Se tale ministero era conferito con un’imposizione delle mani paragonabile a quella con cui erano conferiti l’episcopato, il presbiterato e il diaconato maschile, non è ancora chiaro. Riprendendo citazioni di vescovi del I secolo, come Epifanio di Salamina, si attesta che «l’ordine delle diaconesse, non serve per esercitare le funzioni sacerdotali, non benedicono e non compiono nulla di ciò che fanno i presbiteri e i diaconi». Secondo la Didascalia degli Apostoli, documento del 240 d.C., le diaconesse si occupavano del «servizio alle donne» (DA 3, 12, 1). In particolare, «la diaconessa deve procedere all’unzione corporale delle donne al momento del battesimo, istruire le donne neofite, andare a visitare a casa le donne credenti e soprattutto le ammalate. Le è vietato amministrare il battesimo o svolgere un ruolo nell’offerta eucaristica» (DA 3, 12, 1-4).

Lo stesso San Paolo scrive: «Vi raccomando Febe, nostra sorella, diaconessa della Chiesa di Cencre: ricevetela nel Signore, come si conviene ai credenti, e assistetela in qualunque cosa abbia bisogno; anch’essa infatti ha protetto molti, e anche me stesso» (Rm 16,1-2). Si riferisce ad una donna che svolgeva funzioni di servizio all’interno della Chiesa. L’editorialista di Avvenire, Stefania Farlasca, ha giustamente spiegato che «nella Chiesa primitiva, fino al III-IV secolo, c’erano delle diaconesse e questo è documentato. Tra i cristiani dei primi secoli del resto le donne svolgevano un ruolo importante. Sono state collaboratrici degli apostoli, nonché attive nella costruzione delle comunità e dei servizi caritativi. Sono tutte attività non secondarie, anzi essenziali per la Chiesa. Però è stato anche chiaro che la loro ordinazione era assolutamente diversa da quella dei diaconi maschi».

Non c’è dunque nessuna contraddizione tra la proposta di studio del diaconato femminile di Francesco e la netta chiusura al sacerdozio femminile di Giovanni Paolo II. Per Sandro Magister, l’esistenza di diaconesse nei primi secolo «farebbe crollare tutta l’impalcatura del divieto di papa Wojtyla. Già, del resto, traballante di per sé». In realtà non crolla nulla, il ruolo delle diaconesse era già allora ben distinto da quello dei diaconi e chiaramente non si è mai parlato di ordinazione o sacerdozio femminile. Nel 2005, Joseph Ratzinger spiegò che la posizione assunta da Giovanni Paolo II, non è un «un atto di infallibilità, ma il suo carattere vincolante si basa sulla continuità della tradizione». Giovanni Paolo II scrisse che «il fatto che Maria Santissima, Madre di Dio e della Chiesa, non abbia ricevuto la missione propria degli apostoli né il sacerdozio ministeriale, mostra chiaramente che la non ammissione delle donne all’ordinazione non può significare una loro minore dignità o una discriminazione. Il ruolo femminile nella vita e nella missione della Chiesa, pur non essendo legato al sacerdozio ministeriale, resta assolutamente necessario e insostituibile. Nell’ammissione al servizio sacerdotale, la Chiesa ha riconosciuto come norma il modo di agire del suo Signore nella scelta di dodici uomini che ha posto a fondamento della sua Chiesa». Questa è la ragione del sacerdozio solamente maschile: obbedienza alla precisa scelta di Gesù.

Papa Francesco, infine, ha più volte affermato di essere d’accordo con Giovanni Paolo II, come abbiamo evidenziato nel nostro apposito dossier. «Con riferimento all’ordinazione delle donne, la Chiesa ha parlato e dice: “No”. L’ha detto Giovanni Paolo II, ma con una formulazione definitiva. Quella porta è chiusa», ha detto nel luglio 2013. Nel settembre 2015, ha ancora una volta ribadito: «le donne sacerdote: questo non può farlo. Il Papa san Giovanni Paolo II, in tempi di discussione, dopo lunga, lunga riflessione, lo ha detto chiaramente. Non perché le donne non hanno la capacità». E’ allora discriminazione? Nient’affatto, Francesco ha infatti spiegato: «Il sacerdozio riservato agli uomini, come segno di Cristo Sposo che si consegna nell’Eucaristia, è una questione che non si pone in discussione, ma può diventare motivo di particolare conflitto se si identifica troppo la potestà sacramentale con il potere. La configurazione del sacerdote con Cristo Capo – vale a dire, come fonte principale della grazia – non implica un’esaltazione che lo collochi in cima a tutto il resto. Nella Chiesa le funzioni “non danno luogo alla superiorità degli uni sugli altri».

 
AGGIORNAMENTO ORE 17:00
Il card. Walter Kasper, tra i teologi più “progressisti”, si è dimostrato molto più “conservatore” di Sandro Magister, ha infatti affermato oggi: «Non credo che il diaconato femminile possa essere un primo passo verso le donne prete. Il Papa ha detto che questa porta è chiusa, dopo le parole molto chiare di Giovanni Paolo II sul “no” al sacerdozio femminile. Non posso immaginare che Francesco cambi quella decisione».

La redazione

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110 commenti a Diaconato femminile, per Sandro Magister è «conforme alla tradizione della Chiesa»

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  1. Gianfranco ha detto

    La restaurazione del diaconato femminile (quindi non istituzione ex novo) può contribuire di questi tempi a sopperire a funzioni tipiche di assistenza di comunità cristiane che si trovano sprovvisti di pastori. Cosa che, purtroppo, in periodo di forte carenza vocazionale, è piuttosto comune in Europa. La commissione di studio che il Santo Padre vuole istituire stabilirà le competenze e i limiti di questa figura, che a mio parere dovrebbero comprendere le competenze già attribuite al diaconato maschile.
    Mi sto convincendo sempre di più che questo Papa è un dono che la Spirito Santo ha fatto alla Chiesa.

    • Fabio ha detto in risposta a Gianfranco

      Io me ne sono convinto quando mia sorella, atea e anticlericale, si è convertita dopo che l’ho trascinata ad un’udienza con Francesco. La grande umanità di questo Papa ha sciolto il suo cuore e oggi ogni domenica andiamo a messa assieme. Questo Papa è un grande dono per i vicini e per i lontani! Io invece mi sono convertito grazie a Giovanni Paolo II e sono cresciuto con Benedetto XVI, tre grandi pontefici!

      • Beatrice ha detto in risposta a Fabio

        Posso chiederti cosa pensi tu e cosa pensa tua sorella dei temi bio-etici e della morale sessuale della Chiesa cattolica: siete a favore o contro aborto, fecondazione assistita, eutanasia, matrimoni e adozioni gay, utero in affitto, castità pre-matrimoniale, uso di anti-concezionali. Ovviamente non sei obbligato a rispondere se non vuoi, oppure puoi anche rispondere solo ad alcune di queste cose.

        • Gianfranco ha detto in risposta a Beatrice

          Che fai, l’analisi del sangue ai credenti?

          • Beatrice ha detto in risposta a Gianfranco

            La mia era una semplice curiosità. Volevo sapere se questo Papa fosse davvero in grado di suscitare conversioni autentiche, perché se ci è riuscito tanto di cappello. Purtroppo esistono tanti cattolici nominali alla Renzi, che, all’indomani dell’approvazione della legge Cirinnà, a Porta a Porta ha detto “io ho giurato sulla Costituzione e non sul Vangelo!”, è come se i martiri cristiani avessero detto la stessa cosa davanti all’imperatore romano per salvarsi la vita! E lui tra l’altro non rischiava la vita ma solo la poltrona! Siamo buoni tutti a professarci cattolici e ad amare Dio a parole, salvo poi dimenticarcene quando c’è in gioco la nostra vita, la nostra carriera o la nostra felicità terrena. Kierkegaard disse: “Cristo non vuole ammiratori, ma discepoli. Non sa che farsene di chi lo loda, vuole che lo si segua”. Una fede autentica si basa sull’amore di Dio, che non si esprime solo a parole ma con la vita, con un cambiamento radicale della nostra mentalità per conformarla a quella di Gesù. Chi ama veramente Dio cerca innanzitutto di fare la Sua volontà, cioè di seguire in tutto e per tutto la Sua Legge, senza campare scusanti e giustificazioni. Qui sta la differenza tra una fede fondata sulla roccia da una fondata sulla sabbia: “Non chiunque mi dice: Signore, Signore, entrerà nel regno dei cieli, ma colui che fa la volontà del Padre mio che è nei cieli. Molti mi diranno in quel giorno: Signore, Signore, non abbiamo noi profetato nel tuo nome e cacciato demòni nel tuo nome e compiuto molti miracoli nel tuo nome? Io però dichiarerò loro: Non vi ho mai conosciuti; allontanatevi da me, voi operatori di iniquità. Perciò chiunque ascolta queste mie parole e le mette in pratica, è simile a un uomo saggio che ha costruito la sua casa sulla roccia. Cadde la pioggia, strariparono i fiumi, soffiarono i venti e si abbatterono su quella casa, ed essa non cadde, perché era fondata sopra la roccia. Chiunque ascolta queste mie parole e non le mette in pratica, è simile a un uomo stolto che ha costruito la sua casa sulla sabbia. Cadde la pioggia, strariparono i fiumi, soffiarono i venti e si abbatterono su quella casa, ed essa cadde, e la sua rovina fu grande” Mt 7, 21-27.

            • Vauro ha detto in risposta a Beatrice

              Beatrice, prima di pensare al Papa e mettere in dubbio la sua cattolicità, la vera domanda che dovresti farti è: “io sono in grado di suscitare conversioni autentiche?”

              • Beatrice ha detto in risposta a Vauro

                La tua obiezione è giustissima, perché ogni singolo cristiano deve dare testimonianza e suscitare conversioni, i santi per esempio ne hanno provocate tantissime. Io stessa ho conosciuto anni fa una ragazza sarda umanamente splendida che mi ha aiutato a capire quanto fosse debole la mia fede in confronto alla sua. Il problema è che se io sono una pessima cattolica, potrò danneggiare alcune persone che entrano in contatto con me, ma la Chiesa cattolica universale sarebbe comunque salva, mentre il Papa ha tipo un briciolo di potere in più di me e questo spiega la preoccupazione di molti a seguito dei recenti sviluppi, preoccupazione che, ripeto, io vedo in ambienti normalissimi e non necessariamente riconducibili all’area tradizionalista. A differenza del Papa io non ho in mano il destino di tutta la Chiesa, della cui sopravvivenza però mi importa. Se vedo che accadono cose strane, lo dico, non faccio finta di niente, perché esistono anche i peccati di omissione. San Tommaso disse: «Non opporsi all’errore, significa approvarlo. Non difendere la verità, equivale a negarla».

        • Fabio ha detto in risposta a Beatrice

          Certo, nessun problema a rispondere. Io solo da poco tempo sono arrivato a pensarla come la Chiesa su tutto, anche grazie a questo sito internet. Mia sorella ha cambiato idea su tante cose, in modo molto lento e graduale, fatica ancora sulle tematiche sessuali e sull’eutanasia ma d’altra parte ha amicizie che portano tutte in un’unica direzione ed è difficile emanciparsi improvvisamente da tutti. Questo Papa però le ha dato fiducia nella chiesa in quanto struttura voluta da Dio, non come luogo di uomini come credeva prima. La cosa principale che ha scoperto è il sacramento della confessione, ha capito che la chiesa è un luogo di misericordia e non di “etichettatura” come diceva lei qualche anno fa. Si è sentita perdonata per quello che era e questo le ha dato fiducia per provare a fidarsi di Dio, cercando di vivere in coerenza con il messaggio cristiano.

        • Vincent Vega ha detto in risposta a Beatrice

          Beatrice, ti rispondo io per me, intanto: io sono contrarissimo nella maniera più assoluta ed irrevocabile ad aborto, eutanasia, adozioni gay e fecondazione eterologa (che di fatto rende il bimbo o la bimba figlio o figlia di padre ignoto, cosa inaccettabile).

          Ritengo che la castità pre-matrimoniale e l’uso di contraccettivi (mi riferisco ai contraccettivi non abortivi naturalmente!) debbano essere una scelta del fedele, e non un’imposizione.

          Trovo invece accettabile moralmente la fecondazione OMOLOGA per le coppia che vogliono avere un bambino e hanno difficoltà ad averlo. Non vedo motivi etici per proibire la fecondazione omologa, a differenza di quella eterologa.

          Sui matrimoni gay (sulle adozioni ti ho già detto come la penso, e l’utero in affitto è un abominio anche se utilizzato da omosessuali) sono contrario, se con matrimoni gay si intende una equiparazione alla famiglia naturale o addirittura la pretesa che vengano sposati in Chiesa.
          Sono invece favorevole ad una qualche tutela giuridica per le coppie omosessuali, nulla più.

          • Michele ha detto in risposta a Vincent Vega

            Non capisco la contrarietà ai contraccettivi abortivi (tipo pillola del giorno, ecc. mi pare di capire) e la contemporanea accettabilità per la fecondazione artificiale omologa che, al pari dell’eterologa, comporta la produzione di molti embrioni destinati comunque a morte certa.
            O sei contrario a entrambi oppure sei favorevole ad entrambi, tertium non datur.

            • sara ha detto in risposta a Michele

              Gia’..perche’ sembra una cosa caruccia e buona..perche’ negare una felicita’?..
              in fondo il bimbo ha i suoi genitori, i genitori hanno il loro bimbo e tutti felici e contenti…

              Ma forse Vincent, non comprende bene cosa avviene nella procedura dietro le quinte..guardando solo al prodotto finale…
              Non sa lo stress fisiologico e psichico che la donna deve sopportare a ogni ciclo di impianto in cui te ne introducono tre di embrioni( vite umane, programmate per l’impianto, altrimenti congelati finche’ non “scadono” o usati per la sperimentazione) se tutto va bene, bene..senno’ aborto spontaneo di uno, due e tre!!!..

              E via al secondo impianto..

              Quanti bei soldini he?..copre tutto il Servizio Nazionale sulla pelle delle donne e dei feti ragazzi tranquilli!..

              Conosco una donna che a chiunque dice di avere due figli vivi e sette in cielo..e quando gli chiedi perche’ piange nel raccontare il trauma di sette aborti e il peso nella coscienza che non riesce a sopportare…

              Ma a Vincent piacciono le storielle a lieto fine.

              Come te le raccontano in TV

              Sui contraccettivi e la castita’ pre-matrimoniale nemmeno parlo.

              • sara ha detto in risposta a sara

                Ps: Ed e’ molto raro che al primo ciclo di impianto la procedura abbia successo…

                L’infertilita’ spesso e’ legata a fattori genetici..quindi bisogna forzare piu’ volte la natura prima che la cosa riesca inoltre puo’ anche riuscire ma i rischi che questa manipolazione comporta se li sono mai posti?..
                La natura seleziona il seme maschile piu’ forte che possa fecondare l’ovulo per portare ad un embrione e bambino quanto piu’ sano possibile, con la manipolazione dell’ uomo questo non avviene…per non parlare del congelamento e scongelamento e di impianti avvenuti dopo anni dal concepimento e congelamento..

                Vedremo l’impatto che tutto questo avra’ sulla salute di questi bambini una volta cresciuti..

                Qualcuno deve sempre pagare.

                Ma a noi piacciono le belle favole d’Amore, vero Vincent?

                • Vincent Vega ha detto in risposta a sara

                  Per Sara

                  “Qualcuno deve sempre pagare.
                  Ma a noi piacciono le belle favole d’Amore, vero Vincent?”

                  Come ti ho detto avevo fatto un errore, Michele ha fatto bene a correggermi. Sulla contraccezione non abortiva però io la penso in un altro modo, visto che conosco persone che coi metodi naturali hanno avuto tre figli più del previsto e ora non sanno come mantenerli. I metodi naturali, compreso il metodo billings, hanno una percentuale di fallibilità altissima, basta sbagliare qualcosa ed è finita.

                  Questo è il motivo per cui la penso così sulla contraccezione non abortiva.
                  Riguardo alla castità pre matrimoniale, ribadisco ciò che ho scritto in un altro topic, cioè che fino a fine 800 ci si sposava a fine adolescenza, oggi non è più così, anche perché oggi la persona che sposi non è più imposta come allora, ma la scegli, grazie a Dio.

                  Sulla fecondazione omologa ribadisco che avete totalmente ragione, c’erano cose che non sapevo, grazie di avermi informato, sul serio.

              • Vincent Vega ha detto in risposta a sara

                Sara, hai ragione, mi sono informato e ho capito che anche la fecondazione omologa è inaccettabile, come del resto sono inaccettabili i contraccettivi abortivi.

                • sara ha detto in risposta a Vincent Vega

                  Niente, e’ che non mi tengo su certe cose.

                  Ma informati prima!..;)
                  Senno’ piuttosto nulla.

                  Scusa…

                  Ps: Sulla contraccezione e i rapporti pre matrimoniali un giorno ti scrivero’ un papiro!

                  Abbi fede su cio’ che la Chiesa insegna, c’e’ una sapienza immensa dietro.

                  A presto.
                  Scusami ancora.

                  • Vincent Vega ha detto in risposta a sara

                    Per Sara

                    “A presto.
                    Scusami ancora.”

                    No ma quale “scusami”, sono io che avevo fatto un grave errore. In buona fede ma sempre grave errore, ringrazio Michele per avermi corretto. È chiaro che non posso accettare un metodo che porta alla morte di molti feti ed embrioni.

                    Grazie ancora per avermi corretto, sul serio.

                    • sara ha detto in risposta a Vincent Vega

                      L’unica pratica che la chiesa riconosce come potenzialmente accettabile e’ la FECONDAZIONE ASSISTITA. Forse ti sei solo confuso 😉

                    • Vincent Vega ha detto in risposta a Vincent Vega

                      Esatto, devo avere fatto confusione. 🙂

                    • Cattolico ha detto in risposta a Vincent Vega

                      <>
                      Ciao! Da questo discorso si deduce che la fecondazione omologa sarebbe moralmente accettabile se non comportasse la morte di feti, ma non si tiene conto che la raccolta del seme del marito avverrebbe praticando una masturbazione, quindi violando il sesto comandamento.

                    • sara ha detto in risposta a Cattolico

                      Non necessariamente..

                      puoi anche stare con tua moglie per fare uscire il seme, metterlo in provetta per portarlo alla clinica il giorno dopo.

                      A loro non interessa come lo procuri..basta portarglielo…il problema e’ la manipolazione della vita.

                      L’atto procreativo forzato e dissociato da quello unitivo e sessuale..

                      Per non parlare dei problemi che ho accennato nei commenti sopra…legati alla salute..

                    • Vincent Vega ha detto in risposta a Vincent Vega

                      Anche il bacio alla francese viola il sesto comandamento, se è per questo

                      Papa Alessandro VII, come riportato dal Denzinger (DS 2060) condannò una proposizione dei “lassisti” (LOL) che affermavano che un bacio “profondo” tra due fidanzati fosse soltanto peccato veniale. Questo il testo della proposizione condannata: “Probabile è l’opinione che dice che soltanto veniale è un bacio per piacere carnale e sensibile che viene da esso, fin quando non c’è pericolo di ulteriore consenso né di polluzione”. Sant’Alfonso M. De Liguori, commentando questa sentenza scriveva così nel libretto “Pratica del confessore” (pp. 333 ss.): “Si commette peccato mortale (e non ci può essere materia lieve) se deliberatamente si fa uso o si cerca di godere degli attributi venerei senza l’autorità di Dio, Visto che le persone non sposate non hanno questa autorità, qualsiasi cosa facciano per soddisfare queste tendenza, anche parzialmente, sarà peccato mortale: sia che si commetta da solo o con altri, con azioni, pensieri o letture o certi divertimenti”.

                      Ne consegue che chi si fa una sana limonata, che oltre ad essere piacevole rinforza anche il sistema immunitario, se è a conoscenza di questo decreto del Magistero e non riesce a pentirsi di quel terribile peccato perirà in eterno nel fuoco inestinguibile. LOL! 😀

                      Purtroppo nel VI comandamento, che in originale era “non commettere adulterio”, cambiandolo deliberatamente in “non commettere atti impuri” ci abbiamo fatto entrare anche cose che nessuno sano di mente può anche solo immaginare che siano peccati.

                      Per fortuna che queste boiate non sono più prese sul serio nemmeno dai vertici della Chiesa, grazie a Dio. Anche perché che uomini che hanno scelto la verginità e la castità come modello di vita facciano casistiche così minuziose sulle vita intima dei fedeli è un insulto alla ragione. Come se un anoressico inappetente desse consigli culinari o una prostituta consigli su come essere una moglie fedele e casta.

                      Questo si che è un peccato, prima di tutto contro il buon senso, ed è una bestemmia contro l’intelligenza umana.

                    • sara ha detto in risposta a Vincent Vega

                      Certo che per andare contro alcune parole dei Santi ci vuole fegato…

                      Poi se mi tocchi S. Alfonso De’ liguori…sei un folle!

                    • Vincent Vega ha detto in risposta a Vincent Vega

                      Sara, i Santi sono persone eccezionali, ma sono anche figli del loro tempo. Se avessi parlato ad un Santo del 1300 dell’aspetto unitivo del rapporto sessuale affermatosi dal Concilio Vaticano II in poi gli sarebbe venuto un colpo.

                      Perciò non vado contro i Santi, semmai vado contro certe idee assurde, che non sono certo colpa dei Santi, ma del tempo nel quale vivevano.
                      Purtroppo in quel benedetto VI comandamento ci abbiamo messo dentro di tutto, proibendo tutto ciò che era possibile proibire (se fosse stato possibile proibire le polluzioni notturne avremmo proibito pure quelle, peccato che sia impossibile), e ora la Chiesa su questi temi sta cercando di riformare se stessa.

                      Non spaventiamoci e ascoltiamo lo Spirito Santo, che parla anche per mezzo del popolo di Dio, dei fedeli, che come sai costituiscono il corpo mistico di Cristo, ovvero la Chiesa.

                    • sara ha detto in risposta a Vincent Vega

                      Certo ..molte cose son cambiate..ma io non li vedo come errori, ma come modo di operare necessario per quel tempo.

                      Non chiedermi perche’,lo sa solo Dio.

                      Poi, certo non e’ un bacio che ti manda all’inferno, ma bisogna comprendere anche il motivo per cui qualcosa si faccia.

                      Lo stesso bacio potrebbe essere dato Nella maniera piu’ casta e limpida del mondo se racchiude una espressione affettiva..
                      Altri Vincent……………………………………………….inutile che si raccontino……………………………

                      Poi per carita’ sempre bacio e’..ma..

                      Cosi’ in tutto Vincent.
                      Comunque, la questione sessuale non e’ cambiata molto he? Solo che ultimamente credo la sapienza della Chiesa sul rapporto all’interno del sacramento ha raggiunto livelli di una profondita’ tale che al confronto la parola ” Amore” che oggi sta Nella bocca di tutti e’ una caccola:-).

                      Poi non e’ vero,nel senso che nella bibbia ci sono anche dei bei cantici come inni di Amore e passione tra Sposi..

                      Il Cantico dei Cantici e’ l’espressione piu’ autentica di questo..
                      Intriso di passione e sensualita’.

                      No la Chiesa non l’ha mai castrato sto aspetto..solo che essendo un tema vastissimo e delicato l’ha sempre preso con estrema prudenza..a volte forse con eccesso..ma sempre meglio essesso in restrizione che in estrema permissione. 🙂

                    • sara ha detto in risposta a sara

                      Essesso= eccesso. Sorry.

                    • Vincent Vega ha detto in risposta a Vincent Vega

                      “puoi anche stare con tua moglie per fare uscire il seme, metterlo in provetta per portarlo alla clinica il giorno dopo.”

                      Sbagliato. La dottrina della Chiesa considera sempre moralmente inaccettabile la dispersione del seme (ovvero l’emissione del seme in qualunque luogo che non sia la vagina della moglie), memore dei tempi nei quali si credeva nell’animismo spermatico e che con ogni polluzione si perdesse un uomo, ed è una superstizione che condividiamo con le altre due religioni monoteistiche.

                      Speriamo che ci libereremo di questi concetti a-scientifici, assurdi e, in ultima istanza, idioti, prima o poi.

                    • sara ha detto in risposta a Vincent Vega

                      Non ti rispondo nemmeno…

                    • Vincent Vega ha detto in risposta a Vincent Vega

                      Nessuno poi è mai riuscito a spiegarmi perché, se la masturbazione è un “intrinsece malum”, essa prevenga anche il cancro alla prostata http://www.tantasalute.it/articolo/masturbazione-chi-ha-detto-che-e-nociva-nell-uomo-previene-persino-il-tumore/2522/

                      Sarò strano io, ma mi risulta difficile pensare che Dio voglia una mandria di repressi che prima o poi finiscono anche con l’avere problemi di salute.

                      E pazienza se poi, a forza di trattenere, si hanno problemi di questo tipo http://www.forumsalute.it/community/forum_222_andrologia/thrd_63584_trattenere_la_eiaculazione_e_un_danno_1.html

                      http://www.medicitalia.it/consulti/archivio/34707-non_eiaculare_fa_male.html

                      E pazienza se poi viene dimostrato che ti fa pure bene http://www.benessere.com/sessuologia/arg00/sesso_prostata.htm

                      “Studi recenti hanno dimostrato che il rischio di sviluppo di cancro alla prostata sembra essere inferiore negli uomini con un’alta frequenza di eiaculazioni.
                      L’effetto protettivo dell’eiaculazione è maggiore quando un uomo a vent’anni eiaculava in media più di sette volte a settimana; in questo caso il rischio di tumore alla prostata è un terzo rispetto a uomini che eiaculavano meno di tre volte a settimana.La ricerca è stata condotta dal Prof. Graham Giles , direttore del Cancer Council Victoria in Australia in collaborazione con l’Università Western Australia, l’Istituto Europeo di Oncologia e l’Università di Otago, in Nuova Zelanda. Lo studio è stato svolto su 1079 uomini di età inferiore ai 70 anni cui era stato diagnosticato un cancro alla prostata e un gruppo di 1259 uomini sani di età simile. A tutti fu chiesto di riempire un questionario confidenziale con dettagli sulla loro attività sessuale in vari periodi della loro vita.Nello studio furono esaminati vari aspetti della vita sessuale incluso il numero di partner, la frequenza delle eiaculazioni, anche analizzate in diversi periodi della vita dei soggetti, dai venti fino ai 50 anni. Lo studio prese in esame le eiaculazioni durante i rapporti sessuali, per la masturbazione e per emissioni notturne. Questo era un approccio differente rispetto agli studi precedenti che avevano preso in considerazione prevalentemente la relazione tra rapporti sessuali e sviluppo del cancro alla prostata. Lo studio evidenziò che non c’era associazione tra numero di partner e rischio di cancro, così come non c’era associazione tra numero di eiaculazioni al giorno e rischio di cancro. Quello che sembrava essere importante era la frequenza di eiaculazioni nel tempo. Non importa se l’eiaculazione fosse dovuta ad un rapporto sessuale o alla masturbazione.L’effetto protettivo dell’eiaculazione frequente per la prevenzione del cancro alla prostata sembra essere dovuta al frequente flussaggio dei dotti deferenti che limita il ristagno delle sostanze che sono all’interno del liquido seminale che potrebbe determinare delle trasformazioni cellulari.

                      Un’altra teoria per spiegare il fenomeno è che l’eiaculazione frequente induce una completa maturazione delle ghiandole prostatiche rendendole meno soggette e degenerazione cancerogena.

                      Lo studio è stato ripreso anche in Italia dall’urologo Vincenzo Mirone , dell’Università Federico II di Napoli, in occasione della presentazione della Settimana per la prevenzione delle patologie prostatiche, promossa dalla Società italiana di urologia. Si tratta di primi studi che ”devono essere confortati da ulteriori ricerche scientifiche, anche se la fonte – ha precisato Mirone – è sicuramente autorevole”.

                      La ricerca dà una spallata anche al pregiudizio legato all’andropausa: ”L’andropausa è un concetto ormai superato – ha affermato Mirone – e anzi l’attività sessuale fa molto bene dal punto di vista psicologico ed è quindi da sfatare il luogo comune che associa l’invecchiamento ad un naturale declino dell’attività sessuale nell’uomo”.

                    • sara ha detto in risposta a Vincent Vega

                      Stai sparando un sacco di balle…

                      Il punto e’ l’Egoismo, non cio’ che fa il cancro, il sesso , e lo spippettamento…

                      La questione e’ il fine dei toui atti, se ha un fine egoistico o di Amore, e Amore vuol dire fare tutto per il bene dell’altro non per il tuo , cosi’ non ti becchi il cancro o non sei castrato.

                      Ma hai preso Dio per un coglione o cosa?..

                    • sara ha detto in risposta a sara

                      Toui= tuoi

                    • Vincent Vega ha detto in risposta a Vincent Vega

                      Per Sara

                      “Lo stesso bacio potrebbe essere dato Nella maniera piu’ casta e limpida del mondo se racchiude una espressione affettiva..
                      Altri Vincent……………………………………………….inutile che si raccontino……………………………”

                      Ma cosa si intende con “espressione affettiva”? Come se li danno i nostri nonni? Io credo che nella vita ci sia una stagione per tutto, e non credo che a 20 anni si sia come a 50 o a 60 anni, per fortuna.

                      ” Così’ in tutto Vincent.
                      Comunque, la questione sessuale non e’ cambiata molto he? Solo che ultimamente credo la sapienza della Chiesa sul rapporto all’interno del sacramento ha raggiunto livelli di una profondita’ tale che al confronto la parola ” Amore” che oggi sta Nella bocca di tutti e’ una caccola:-).”

                      Concordo, ma questo dovuto anche a conoscenze che prima non c’erano, sia sulla psiche umana che sul corpo. Non raccontiamoci favole: un tempo la sessualità umana dalla Chiesa era vista solo come mezzo di procreazione, e l’uomo doveva sottomettervisi come fosse un animale.
                      In pratica ciò che gli animali fanno istintivamente, ovvero accoppiarsi solo per procreare, gli uomini dovevano farlo con la ragione, ed è per questo che non era ammessa nessuna forma di piacere sessuale, nè tantomeno la dispersione del seme, regola assurda sopravvissuta fino ad oggi a causa di Onan.

                      Peccato che Onan non sia stato condannato per aver disperso il seme, ma per non aver assolto all’obbligo del levirato. Non è stata la dispersione del seme quindi ad aver decretato la condanna di Onan (la storicità dell’episodio è comunque assai improbabile) ma il fatto che, disperdendo il seme, non potè ottemperare al suo dovere.

                      Noi invece l’abbiamo interpretato come una condanna della dispersione del seme, da lì tutte le assurde proibizioni che ne sono conseguite, come la proibizione della masturbazione e di qualsiasi orgasmo maschile prima del matrimonio da solo o con una donna.

                      Poi se ad uno gli viene un cancro alla prostata o diventa talmente frustrato da essere una mina vagante fa niente.

                      E riguardo a quello che hai scritto sotto

                      “Stai sparando un sacco di balle…Il punto e’ l’Egoismo, non cio’ che fa il cancro, il sesso , e lo spippettamento…La questione e’ il fine dei toui atti, se ha un fine egoistico o di Amore, e Amore vuol dire fare tutto per il bene dell’altro non per il tuo , cosi’ non ti becchi il cancro o non sei castrato. Ma hai preso Dio per un coglione o cosa?”

                      Dio infatti non è un coglione, sono gli uomini, io per primo, ad esserlo, spesso e volentieri. Sul fatto dell’egoismo siamo d’accordo, il punto è definire cosa sia l’egoismo. In questo Al è stata molto chiara, sul fatto che l’erotismo non è nè da condannare nè da “agapizzare” (ovvero da schiavizzare per sottometterlo ad Agape, come se anche Eros non avesse una sua dignità) sempre e comunque.

                      Infatti l’amoris laetitia dice

                      “Tuttavia, il rifiuto delle distorsioni della sessualità e dell’erotismo non dovrebbe mai condurci a disprezzarli o a trascurarli. L’ideale del matrimonio non si può configurare solo come una donazione generosa e sacrificata, dove ciascuno rinuncia ad ogni necessità personale e si preoccupa soltanto di fare il bene dell’altro senza alcuna soddisfazione. Ricordiamo che un vero amore sa anche ricevere dall’altro, è capace di accettarsi come vulnerabile e bisognoso, non rinuncia ad accogliere con sincera e felice gratitudine le espressioni corporali dell’amore nella carezza, nell’abbraccio, nel bacio e nell’unione sessuale. Benedetto XVI era chiaro a tale proposito: «Se l’uomo ambisce di essere solamente spirito e vuol rifiutare la carne come una eredità soltanto animalesca, allora spirito e corpo perdono la loro dignità».[163] Per questa ragione «l’uomo non può neanche vivere esclusivamente nell’amore oblativo, discendente. Non può sempre soltanto donare, deve anche ricevere. Chi vuol donare amore, deve egli stesso riceverlo in dono».[164] Questo richiede, in ogni modo, di ricordare che l’equilibrio umano è fragile, che rimane sempre qualcosa che resiste ad essere umanizzato e che in qualsiasi momento può scatenarsi nuovamente, recuperando le sue tendenze più primitive ed egoistiche.”

                      Tu scrivi poi

                      “Il Cantico dei Cantici e’ l’espressione piu’ autentica di questo..
                      Intriso di passione e sensualita’.”

                      Assolutamente si. Peccato che il Cantico dei cantici da noi sia sempre stato interpretato in altro modo, come metafora del rapporto d’amore tra Cristo e la Chiesa, e non per quello che è, ovvero un rapporto di passione erotica tra due amanti.
                      Il Cantico dei Cantici parla a tutti gli effetti di un rapporto prematrimoniale, se non lo sai. Ecco perché abbiamo sempre dovuto reinterpretarlo ad usum delphini, ahimè.

                      La Chiesa di oggi, però, può certamente leggere il Cantico per quello che è, e non per quello che qualche braghettone vorrebbe che fosse.

                      “No la Chiesa non l’ha mai castrato sto aspetto..solo che essendo un tema vastissimo e delicato l’ha sempre preso con estrema prudenza..a volte forse con eccesso..ma sempre meglio essesso in restrizione che in estrema permissione.”

                      Io ritengo che in questo sia anche entrato il voler controllare le coscienze. Infatti non tutti gli uomini praticano l’idolatria nè desiderano praticarla (primo comandamento) e se lo fanno è facile pentirsene e ripromettersi di non farlo più, non tutti gli uomini bestemmiano o desiderano bestemmiare (secondo comandamento) e se lo fanno è facile pentirsene e non volerlo fare più, non tutti gli uomini rubano o desiderano rubare, nè tantomeno uccidono o desiderano uccidere, e così via.

                      Invece tutti gli uomini e donne hanno desideri sessuali, perché sono una parte ineliminabile dell’essere umano. Proibendo e colpevolizzando tutto ciò che riguarda Eros si è fatto in modo che le persone si sentissero sempre in peccato e mai a posto con la coscienza, e i confessionali sono diventati le “sale di tortura” di cui ha parlato il Papa.

                      Oggi invece la Chiesa, in Amoris Laetita, dice chiaramente che è chiamata ad accompagnare le coscienze, non a sostituirsi ad esse.

                    • sara ha detto in risposta a Vincent Vega

                      Pensa quello che Vuoi. Non potrei mai convincerti del contrario. Non io.

                      Mi son rotta di affrontare questioni simili, lo faccio gia’ abbastanza con chi e’ fuori dalla Chiesa.

                      Vivi come ti pare, solo non metterci di mezzo la Chiesa. Grazie.

            • Vincent Vega ha detto in risposta a Michele

              Hai ragione, ero contrario alla eterologa e non alla omologa perché l’eterologa porta il bambino a nascere da un padre che non è il suo, il che è inaccettabile. Mi sono appena informato meglio sulla omologa e ho scoperto che anche con quella molti embrioni e feti vanno perduti. Ti ringrazio, mi avevano dato informazioni sbagliate.

              Se le cose stanno così allora sono certamente contrario anche a quella. Se una coppia non riesce ad avere figli accetti la sua sterilità oppure adotti uno o più bambini, che è un gesto di grande generosità.

          • Vincent Vega ha detto in risposta a Vincent Vega

            P.s ho scritto

            “l’utero in affitto è un abominio anche se utilizzato da omosessuali”

            Intendevo dire anche se utilizzato da eterosessuali.

    • lorenzo ha detto in risposta a Gianfranco

      Quando esisteva il diaconato femminile, come chiarisce l’articolo, era ben distinto dal diaconato maschile.
      Se venisse ripristinato equiparandolo a quello maschile non sarebbe conforme alla Tradizione.

      • Andrea VCR ha detto in risposta a lorenzo

        Se venisse equiparato a quello maschile (in latino avrei usato il periodo ipotetico dell’impossibilità), sarebbe una creazione ex-novo, non un ripristino, quindi nemmeno servirebbe la commissione di studio.
        «Con riferimento all’ordinazione delle donne, la Chiesa ha parlato e dice: “No”. L’ha detto Giovanni Paolo II, ma con una formulazione definitiva. Quella porta è chiusa» a me sembra un discorso semplice e chiaro.
        Viva Cristo Re

        • lorenzo ha detto in risposta a Andrea VCR

          Scrive infatti il I° Concilio di Nicea (325) al canone XIX. “… Quanto alle diaconesse in particolare, ricordiamo, che esse, non avendo ricevuto alcuna imposizione delle mani, devono essere computate senz’altro fra le persone laiche.”.
          I diaconi sono chierici, le diaconesse sono laiche.

      • Gianfranco ha detto in risposta a lorenzo

        Non anticipiamo le conclusioni di una commissione che ancora deve essere costituita. Mi sembra chiaro che il diaconato femminile non potrà essere uguale a quello maschile. Però se il Santo Padre vorrà affidare a esso compiti pastorali identici a quelli maschili non potrà che essere una ricchezza per la Chiesa.

        • lorenzo ha detto in risposta a Gianfranco

          Premesso che le diaconesse, se non viene tradita la Tradizione, sarebbero laiche mentre i diaconi sono chierici, cosa intendi per compiti pastorali?

          • Gianfranco ha detto in risposta a lorenzo

            Fosse per me, oltre che leggere il Vangelo durante la messa, darei la possibilità di presiedere i funerali, e somministrare il sacramento del battesimo, come succede per i cristiani in situazioni di persecuzione.

            • lorenzo ha detto in risposta a Gianfranco

              Se per te va bene di non ricevere le benedizioni prescritte…

            • Romeo ha detto in risposta a Gianfranco

              L’inchiesta sulla questione battesimo è presto fatta. La apro e chiudo io gratis et amore Dei: CCC Parte 2 sez. 2 Cap. 1 art. 1 V. 1256 In caso di necessità, chiunque, anche un non battezzato, purché abbia l’intenzione richiesta, può battezzare utilizzando la formula battesimale trinitaria. L’intenzione richiesta è di voler fare ciò che fa la Chiesa quando battezza.

  2. Panthom ha detto

    Hai capito Sandro Magister…fa tanto il galletto anti-Bergoglio e poi trattava a pesci in faccia un santo come Giovanni Paolo II, ora si capiscono tante cose!

  3. Marco N. ha detto

    L’articolo dice correttamente che Magister faceva le pulci al Papa (GP II) anche nel 1999, senza nulla aggiungere. Un lettore ignorante può farsi le sue ipotesi: concludere ad esempio che Magister in fondo i Papi li detesta tutti; che attaccava GP II nel ’99 e l’avrà quindi sempre attaccato, perché va a simpatie di persone; oppure che finge di essere “l’araldo della tradizione cattolica” mentre in realtà non ha mai cambiato idea sulla Chiesa.
    Che Magister abbia però cambiato idea prima di tutto sulla Chiesa, e poi in conseguenza di questo sulle persone è testimoniato dal seguente articolo (vicino a quello del ’99 citato dall’articolo): http://chiesa.espresso.repubblica.it/articolo/1335894?
    Nell’articolo si nota che attacca (titolo: il nuovo clericalismo) anche il card. Ruini. Quindi, si dirà, ecco un’altra delle persone che detesta…
    …no, perché poi Magister è diventato il curatore addirittura di libri di riflessioni del card. Ruini, che molto volentieri gli ha accordato la cosa.
    Ma allora, si dirà, è falso! No, semplicemente da laico giornalista si è, sullo scorcio del 2000, molto avvicinato alla Chiesa.
    In sostanza il Magister di oggi è molto diverso dal Magister del ’99, ma per cambio di convinzioni personali di tipo spirituale. Non mi pare quindi corretto accostare, alludendo a prevenzioni sulle persone, quelle che sono a tutti gli effetti (Magister I e Magister II) due persone diverse, o se preferite una persona intimamente cambiata.

    • Panthom ha detto in risposta a Marco N.

      Peccato che oggi siamo nella fase Magister III o Magister I bis, ovvero un giornalista d’assalto che sputa contro la Chiesa, che cerca la divisione e lo scisma, che attacca e ridicolizza il Pontefice ogni giorno (ogni giorno!!) e si oppone al card. Ruini, che ha già spiegato che è da “ciechi non vedere il bene che Francesco sta facendo alla Chiesa”! Quindi è più che giusto accostare il Magister I al Magister III.

      Senza contare che la tua dissertazione è la stessa che i tradizionalisti chiamano “rigirare la frittata” quando si prova a farli ragionare nei confronti di Francesco, ti direbbero che le tue parole non sono “si, si, no, no”, ma una ricostruzione arbitraria per difendere l’indifendibile. Però quando c’è da difendere (l’indifendibile) Magister allora valgono tutte le prudenze, le ricostruzioni, l’ipotizzare e così via…questo è scorretto.

      PS
      Ovviamente ho dato per assunta la tua versione della “conversione” di Magister, che non è affatto provata e dimostrata. E’ più probabile che la sua avversione alla Chiesa abbia avuto una mite parentesi nell’era Ratzinger, e ora sia tornato a ciò che era con Wojtyla, cioè un giornalista dell’Espresso che per professione calunnia, calunnia e calunnia.

    • Vauro ha detto in risposta a Marco N.

      Una domanda, se secondo te si è convertito nel 2000, perché nel 2004 ha accusato il Vaticano di Giovanni Paolo II di benedire i terroristi islamici?
      http://magister.blogautore.espresso.repubblica.it/2004/09/02/loro-benedicono-i-tagliatori-di-teste-e-il-vaticano-li-abbraccia/

      • Marco N. ha detto in risposta a Vauro

        Gentile Vauro, lei è stato anche troppo buono a citarmi un articolo del nostro M. avverso al “Vaticano” (poi leggendo nell’articolo si vede precisamente che, al di là del “Vaticano” del titolista, si tratta in spec. del cardinale Martini). Avrebbe infatti potuto citarmi anche articoli più recenti del M., dove, parlando in modo tagliente della gestione delle finanze del “Vaticano” sotto papa Ratzinger (siluramento di Ettore Gotti Tedeschi), Magister critica il card. Bertone, non per il suo attico, ma per la capacità di gestione. Il fatto è però che una conversione non dipende dall’affetto maggiore o minore per il card. Bertone o il card. Martini criticato nell’articolo che lei mi cita (e al quale Martini lo stesso Uccr su cui entrambi scriviamo ha dedicato articoli non sempre elogiativi). Inoltre, un giornalista che fa cronache e interpretazioni dal Vaticano, resta sempre tale; e nella maggior parte dei casi produce articoli critici anche sotto i Papi che stima. Certo qualcuno fa eccezione, come Tornielli, vaticanista sempre benevolo sotto i vari Papi. Cordialità.

  4. giulia ha detto

    Come sa rigirare la frittata UCCR……

  5. Luisa ha detto

    Sono d’accordo su tutto salvo che la parola di Francesco valga qualcosa. E’ dall’inizio del suo pontificato che dice una cosa come certa e dopo un po’ fa l’opposto. Non posso credere che non ve ne siate mai accorti.

    Il presbiterio alle donne comunque non potrà avvenire perché nella Chiesa c’è lo Spirito Santo, nella Chiesa, non in Francesco, osannato da tutti gli atei come un guru. E questa la dice lunga…

    • andrea g ha detto in risposta a Luisa

      Beh, che tu sia convinta che qualsiasi cosa dica il Papa valga nulla,
      è una tua opinione: ma con ciò?

      • Luisa ha detto in risposta a andrea g

        Ma capisci la differenza fra il non fidarsi di quello che dà per certo una persons e il dire che qualsiasi sua affermazione non vale nulla?

        • andrea g ha detto in risposta a Luisa

          Va bene, Luisa, continua pure la tua personale crociata,
          ne hai facoltà-

        • Boomers ha detto in risposta a Luisa

          Se tu non ti fidi del Successore di Pietro, non capisco perché qualcuno debba fidarsi di una semplice opinionista come te (oltretutto cattolica e antipapista, una contraddizione vivente) o fidarsi del giornalista berlusconiano-catastrofista Antonio Socci. Non capisco davvero…

    • Igloo ha detto in risposta a Luisa

      Ecco la tradizionalista socciana che parte all’attacco 🙂
      Bravo Francesco che stai facendo emergere tutto questo marciume! Mi spiace soltanto per Benedetto XVI che si vede adulato da questa gentaglia che finge di professarsi cattolica per attaccare le fondamenta e creare divisioni, ma prima o poi qualcuno doveva far uscire l’eresia tradizionalista allo scoperto, che ha allontanato già troppe persone dalla fede!

      • Luisa ha detto in risposta a Igloo

        Ah, ah!!!! Ma voi rispondere seriamente mai, eh? Non lo sapete che gli insulti sono le risposte di chi non ha risposte? Ma un po’ di studio sulle tecniche di comunicazione no, eh? Troppa fatica… capisco…

        • lorenzo ha detto in risposta a Luisa

          Come sarebbe possibile ribattere seriamente se fai dei commenti cretini?

        • Boomers ha detto in risposta a Luisa

          Essere tradizionalisti è un insulto? Essere socciani è un insulto? Sei sicura che la pensi così. Ti ricordo che hai affermato che “la parola di Francesco non vale nulla”: quindi insulti il tuo stesso Pontefice, sarai anche la regina delle tecniche di comunicazione ma questo non salverà l’incoerenza della tua fede. Prova a pensare perché Socci dice di sentirsi un appestato in casa sua…

    • Gianfranco ha detto in risposta a Luisa

      Come aveva scritto l’amico Andrea VCR i cattolici sono papisti.
      Io aggiungo non nel senso dispregiativo affibbiato dai protestanti, cioè pecore amorfe, bensì con la ragione. La ragione ci dice che il Santo Padre, ovvero papa Francesco, pro tempore, è il successore di Pietro e quindi la sua parola vale per la nostra salvezza.

  6. Michele ha detto

    C’è già stata una commissione che ha studiato il tema del diaconato (occupandosi anche di quello femminile dell’antichità) e che prodotto i suoi risultati nel 2002, rimettendo all’autorità ecclesiastica le decisioni. Perché quindi istituirne un’altra, che verosimilmente darà lo stesso riscontro?

    • Qumran ha detto in risposta a Michele

      Perché, come scritto nell’articolo, la commissione del 2003 non è arrivata a capire esattamente il ruolo delle diaconesse, sopratutto come venivano istituite e la loro differenza con i diaconi maschi.

      • Michele ha detto in risposta a Qumran

        Cito le conclusioni nel 2003:

        Per quel che riguarda l’ordinazione delle donne al diaconato, conviene notare due indicazioni importanti che emergono da quanto è stato sin qui esposto:

        “1) le diaconesse di cui si fa menzione nella Tradizione della Chiesa primitiva – secondo ciò che suggeriscono il rito di istituzione e le funzioni esercitate – non sono puramente e semplicemente assimilabili ai diaconi;

        “2) l’unità del sacramento dell’ordine, nella chiara distinzione tra i ministeri del vescovo e dei presbiteri da una parte, e il ministero diaconale dall’altra, è fortemente sottolineata dalla Tradizione ecclesiale, soprattutto nella dottrina del Concilio Vaticano II e nell’insegnamento postconciliare del Magistero.

        Mi sembra che il ruolo sia già sufficientemente chiaro e che istituire una commissione al fine di dipanare questioni di rango del tutto inferiore (come l’esecuzione materiale del rito di ordinazione, sulla quale è meglio lasciare operare la ricerca storica) sia un mezzo sproporzionato rispetto al fine.
        Insomma, perché una nuova commissione?

        • Boomers ha detto in risposta a Michele

          Non hai citato bene, ecco le (vere) conclusioni: “Tale ministero era conferito con un’imposizione delle mani paragonabile a quella con cui erano conferiti l’episcopato, il presbiterato e il diaconato maschile? Il testo delle Costituzioni apostoliche lo lascerebbe pensare, ma si tratta di una testimonianza quasi unica, e la sua interpretazione è oggetto di intense discussioni. L’imposizione delle mani sulle diaconesse dev’essere equiparata a quella compiuta sui diaconi o si situa piuttosto nella linea dell’imposizione delle mani fatta sul suddiacono e sul lettore? E difficile dirimere la questione partendo dai soli dati storici. Nei capitoli seguenti alcuni elementi saranno chiarificati e degli interrogativi resteranno aperti“. http://www.vatican.va/roman_curia/congregations/cfaith/cti_documents/rc_con_cfaith_pro_05072004_diaconate_it.html

    • Beatrice ha detto in risposta a Michele

      Perché con la Comunione ai divorziati risposati non si era già espresso definitivamente Giovanni Paolo II nella Familiaris Consortio? Qui è lo stesso. Questo Papa sta seguendo pari pari l’agenda Martini e ha capito di non avere nessun ostacolo davanti a sè, quindi tira dritto come un treno. Ha praticamente introdotto forzatamente l’accettazione del divorzio nella Chiesa cattolica, ma solo caso per caso e previo discernimento sia chiaro, e tutti a dire “oh che bella idea, bravo! Perché nessuno ci ha pensato prima! Cambia la pastorale, non la dottrina!” Come se le due dimensioni si potessero tenere separate. La dottrina diventa lettera morta se nella pratica non viene applicata e questo lo capirebbe anche un bambino! È come se io dicessi di essere animalista e vegetariana e poi andassi in giro con giacche di pelle e pellicce, perché a livello ideale è giusto non uccidere gli animali ma caso x caso ci possono essere eccezioni, tipo se vedo in un negozio una bella giacca di pelle perché rinunciarci per i miei principi, tanto l’animale ormai è morto! Se si vuole fare una nuova commissione sul tema del diaconato femminile è perché evidentemente si vuole arrivare a conclusioni diverse da quelle già raggiunte, se no perché farlo?

      • Vincent Vega ha detto in risposta a Beatrice

        Beatrice, hai un bellissimo nome, ma cerca di stare tranquilla un attimo. 😀
        La dicotomia tra dottrina e pastorale non esiste, esiste invece l’applicazione della legge morale (che non è nè assoluta nè relativa ma oggettiva) alla vita delle persone.

        Questo è tomismo, non modernismo. Perciò non c’è motivo di agitarsi, ciò che sta facendo la Chiesa coi divorziati risposati e i conviventi non è nulla di nuovo, sono situazioni già affrontate dalla Chiesa quando la società era pagana, prima che si cristianizzasse. La Chiesa sta facendo tutto ciò per il bene delle anime, non per il loro male.

        Pensa alla promessa di Cristo a Pietro e stai tranquilla. 😉
        Notte…

        • lorenzo ha detto in risposta a Vincent Vega

          Quando Gesù ha detto alla samaritana “va e non peccare più” intendeva forse autorizzarla a continuare a convivere?

          • Vincent Vega ha detto in risposta a lorenzo

            Io non sono un protestante che si basa sul sola scriptura, se la Chiesa ha preso certe decisioni un motivo ci sarà. L’Italia, oltre ad essere un paese con 60 milioni di di commissari tecnici della nazionale di calcio, è anche un paese con 60 milioni di Pontefici.

            • lorenzo ha detto in risposta a Vincent Vega

              Scrittura e Tradizione entrano in conflitto quando si legge AL come una rottura della Tradizione.

              • Vincent Vega ha detto in risposta a lorenzo

                “Scrittura e Tradizione entrano in conflitto quando si legge AL come una rottura della Tradizione.”

                A livello dottrinale non c’è nessuna rottura, semmai c’è un cambiamento a livello pastorale. La rottura a livello dottrinale ci sarebbe stata qualora si fosse affermato che il matrimonio valido non è piu indissolubile o che quelle persone sono in uno stato totalmente conforme all’ideale cristiano, ma così non è stato.

                Rispetto alla Familiaris consortio c’è quindi un oggettivo cambio pastorale, non dottrinale. Per farti l’esempio che ho già fatto all’utente Orso56 su un altro topic, le convivenze venivano viste fino a poco tempo fa sempre come peccato mortale, e i matrimoni civili come unioni di fornicatori. Oggi in Al si è messo nero su bianco che non sempre nè tantomeno automaticamente quelle persone sono in peccato mortale, e che se ci sono situazioni che contraddicono irreversibilmente il matrimonio cristiano altre, come le convivenze o i matrimoni civili, né realizzano l’ideale almeno in modo parziale e analogo, e pertanto la Chiesa deve valorizzare gli elementi positivi contenuti in quelle relazioni accompagnandole, dove possibile, verso il matrimonio sacramentale.

                Pertanto non c’è rottura nei confronti della Tradizione, semmai c’è un ritorno ad una Tradizione molto più antica di quella degli ultimi 500 anni, che la Chiesa aveva già conosciuto quando l’Europa non era cristianizzata ma era terra pagana.

                Il motto della Chiesa odierna è questo

                1 Cor 9,19-22

                “Infatti, pur essendo libero da tutti, mi sono fatto servo di tutti per guadagnarne il maggior numero: mi sono fatto Giudeo con i Giudei, per guadagnare i Giudei; con coloro che sono sotto la legge sono diventato come uno che è sotto la legge, pur non essendo sotto la legge, allo scopo di guadagnare coloro che sono sotto la legge. Con coloro che non hanno legge sono diventato come uno che è senza legge, pur non essendo senza la legge di Dio, anzi essendo nella legge di Cristo, per guadagnare coloro che sono senza legge. Mi sono fatto debole con i deboli, per guadagnare i deboli; mi sono fatto tutto a tutti, per salvare ad ogni costo qualcuno.”

                • lorenzo ha detto in risposta a Vincent Vega

                  “… le convivenze venivano viste fino a poco tempo fa sempre come peccato mortale, e i matrimoni civili come unioni di fornicatori.”: Falso.

                  “La rottura a livello dottrinale ci sarebbe stata qualora si fosse affermato che il matrimonio valido non è più indissolubile…”: Vero.

                  “… o che quelle persone sono in uno stato totalmente conforme all’ideale cristiano…”: Falso.

                  • Vincent Vega ha detto in risposta a lorenzo

                    Per Lorenzo

                    ““… le convivenze venivano viste fino a poco tempo fa sempre come peccato mortale, e i matrimoni civili come unioni di fornicatori.”: Falso.”

                    Dimostrazione?

                    “… o che quelle persone sono in uno stato totalmente conforme all’ideale cristiano…”: Falso.”

                    Forse non hai capito, io qui volevo dire che la rottura dottrinale ci sarebbe stata qualora si fosse affermato che conviventi, sposati civilmente e divorziati risposati sono in una situazione del tutto conforme all’ideale cristiano. Così non è, chiaramente, ma da lì a dire che sono tutti sempre e comunque in peccato mortale ce ne passa.

                    Riporto da Amoris Laetitia (che ormai conosco a memoria)

                    “Per comprendere in modo adeguato perché è possibile e necessario un discernimento speciale in alcune situazioni dette “irregolari”, c’è una questione di cui si deve sempre tenere conto, in modo che mai si pensi che si pretenda di ridurre le esigenze del Vangelo. La Chiesa possiede una solida riflessione circa i condizionamenti e le circostanze attenuanti. Per questo non è più possibile dire che tutti coloro che si trovano in qualche situazione cosiddetta “irregolare” vivano in stato di peccato mortale, privi della grazia santificante. I limiti non dipendono semplicemente da una eventuale ignoranza della norma. Un soggetto, pur conoscendo bene la norma, può avere grande difficoltà nel comprendere «valori insiti nella norma morale»[339] o si può trovare in condizioni concrete che non gli permettano di agire diversamente e di prendere altre decisioni senza una nuova colpa. Come si sono bene espressi i Padri sinodali, «possono esistere fattori che limitano la capacità di decisione».[340] Già san Tommaso d’Aquino riconosceva che qualcuno può avere la grazia e la carità, ma senza poter esercitare bene qualcuna delle virtù,[341] in modo che anche possedendo tutte le virtù morali infuse, non manifesta con chiarezza l’esistenza di qualcuna di esse, perché l’agire esterno di questa virtù trova difficoltà: «Si dice che alcuni santi non hanno certe virtù, date le difficoltà che provano negli atti di esse, […] sebbene essi abbiano l’abito di tutte le virtù”P

                    Ancora più chiaro è questo punto, a mio parere

                    “Il matrimonio cristiano, riflesso dell’unione tra Cristo e la sua Chiesa, si realizza pienamente nell’unione tra un uomo e una donna, che si donano reciprocamente in un amore esclusivo e nella libera fedeltà, si appartengono fino alla morte e si aprono alla trasmissione della vita, consacrati dal sacramento che conferisce loro la grazia per costituirsi come Chiesa domestica e fermento di vita nuova per la società. Altre forme di unione contraddicono radicalmente questo ideale, mentre alcune lo realizzano almeno in modo parziale e analogo (Si riferisce chiaramente ai matrimoni civili e alle convivenze). I Padri sinodali hanno affermato che la Chiesa non manca di valorizzare gli elementi costruttivi in quelle situazioni che non corrispondono ancora o non piùal suo insegnamento sul matrimonio.”

                    Se confrontiamo questo con la categoricità escludente dei decenni e secoli passati non possiamo non notare un oggettivo cambio di pastorale. Dalla rigidità esclusivista di prima alla Misericordia di oggi, visto che la legge è data per l’uomo e non l’uomo per la legge. La legge è data per il bene dell’uomo, non per annichilirlo.

                    • Vincent Vega ha detto in risposta a Vincent Vega

                      Questo non vuol dire che non esista. La legge esiste, come esiste l’obiettivo al quale il cristiano deve puntare. Solo che l’ideale che si sta dinnanzi è talmente elevato che non tutti possono realizzarlo pienamente, esattamente come non tutti gli sposi sono in grado di far rivivere nel loro rapporto il rapporto sponsale tra Cristo e la Chiesa.

                      Gesù disse anche ” va’, vendi quello che hai e dàllo ai poveri e avrai un tesoro in cielo”.

                      Ma quanti di noi lo hanno fatto? Quanti di noi vivono davvero la radicalità evangelica? Eppure su queste cose si è a lungo “soprasseduto” considerandole “facoltative”, come se il cristianesimo fosse un modello di morale sessuale vittoriana, e non comportasse un cambiamento radicale specie nei confronti dei poveri e degli umili.

                      La frase di Pietro, che Beatrice dice che ripeto come un mantra, si rifà direttamente a Cristo che disse “In verità io vi dico: tutto quello che avete fatto a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me”.

                      Ma per quanto tempo queste cose sono state dimenticate, parlando solo di preservativi? Abbiamo messo il mondo in un preservativo, purtroppo. Vabbè.

                      Cito da qui http://isoladipatmos.com/amoris-laetitia-siate-casti-pero-pagate-le-tasse-perche-il-pagamento-delle-tasse-e-un-vero-dogma-di-fede/

                      “La discussione sui divorziati risposati verte tutta su un problema di fondo: il sesso. Se infatti non vi fosse stato di mezzo il sesso, tutte le polemiche pre-sinodali e post-sinodali non vi sarebbero state, mai!
                      Il problema è che questo esercito di poveri squilibrati e squilibrate, non riescono a cogliere e capire un elemento essenziale sia del vivere cristiano sia del mistero della salvezza: noi saremo giudicati da Dio sulla carità, indicata non a caso dal Beato Apostolo Paolo come la più importante delle virtù teologali in un passo dell’epistolario paolino che è il cuore della teologica cattolica, da sempre conosciuto come Inno alla Carità, dov’egli ci raccomanda:

                      Se anche parlassi le lingue degli uomini e degli angeli, ma non avessi la carità, sono come un bronzo che risuona o un cembalo che tintinna. E se avessi il dono della profezia e conoscessi tutti i misteri e tutta la scienza, e possedessi la pienezza della fede così da trasportare le montagne, ma non avessi la carità, non sono nulla. E se anche distribuissi tutte le mie sostanze e dessi il mio corpo per esser bruciato, ma non avessi la carità, niente mi giova. La carità è paziente, è benigna la carità; non è invidiosa la carità, non si vanta, non si gonfia, non manca di rispetto, non cerca il suo interesse, non si adira, non tiene conto del male ricevuto, non gode dell’ingiustizia, ma si compiace della verità. Tutto copre, tutto crede, tutto spera, tutto sopporta. La carità non avrà mai fine. Le profezie scompariranno; il dono delle lingue cesserà e la scienza svanirà. La nostra conoscenza è imperfetta e imperfetta la nostra profezia. Ma quando verrà ciò che è perfetto, quello che è imperfetto scomparirà. Quand’ero bambino, parlavo da bambino, pensavo da bambino, ragionavo da bambino. Ma, divenuto uomo, ciò che era da bambino l’ho abbandonato. Ora vediamo come in uno specchio, in maniera confusa; ma allora vedremo a faccia a faccia. Ora conosco in modo imperfetto, ma allora conoscerò perfettamente, come anch’io sono conosciuto. Queste dunque le tre cose che rimangono: la fede, la speranza e la carità; ma di tutte più grande è la carità! [I Cor 13, 1-13]

                      A quelli che il Santo Padre indica a giusta ragione come moderni farisei, pelagiani, amanti del legalismo, o di quella che io chiamo la morale disumana che in quanto tale non può essere mai morale cattolica, sfugge un problema di fondo: esistono molti peccati gravi, anzi gravissimi, molto più gravi dei peccati variamente legati al sesso o al cosiddetto vizio capitale delle lussuria, che vanno tutti e di rigore dalla cintura in su. Ma per loro, invece, esistono solo i peccati che vanno dalla cintura in giù. Siamo insomma di fronte a persone che con la sessualità umana hanno un cattivo rapporto, verso il sesso hanno invece una vera e propria ossessione.

                      Come persona celibe e vincolata per libera scelta di vita alla castità, sono stato ripetutamente assalito da terribile orticaria tutte le volte che dei Signori Laici, con una leggerezza nauseabonda ed una sicumera intollerabile, hanno pronunciato come un dogma di fede la frase: «I divorziati risposati? Purché vivano come fratello e sorella, perché allora, in tal caso, possono …». E ogni volta che di questi tempi sento pronunciare la frase «come fratello e sorella», mi si scoglie l’adrenalina nel sangue, tanto sono memore come pastore in cura di anime, come confessore e come direttore spirituale, quanti drammi vivono certe famiglie. Ma soprattutto conosco, frequento e ho rapporti giornalieri con divorziati risposati che hanno sempre garantito ai loro figli la migliore educazione cattolica, all’interno di famiglie autenticamente cristiane, nelle quali uno dei due coniugi è semmai divorziato e risposato civilmente in seconde nozze. Uno spirito cristiano che purtroppo non si trova invece in molte famiglie cosiddette regolari nelle quali, quando il figlio torna a casa dal catechismo, i genitori si divertono a dirgli tra lazzi e sprezzi l’esatto contrario di quel ch’è stato spiegato loro in parrocchia, istruendoli sin da bimbi a capire che «i preti e tutti coloro che stanno attorno ai preti, raccontano da sempre un sacco di bischerate». Questa frase virgolettata mi fu riferita tre anni fa, durante la confessione, da un adolescente che tre giorni dopo avrebbe ricevuto il Sacramento della Cresima nel Duomo di San Gimignano, presso il quale mi trovavo proprio per confessare i prossimi cresimandi.

                      .A maggior ragione io sacerdote e pastore in cura d’anime, per mistero di grazia dispensatore dei Sacramenti, mai mi sono permesso e mai mi permetterò di puntare il dito verso certe “coppie irregolari” pronunciando la farisaica sentenza: «Purché viviate da fratello e sorella», tanto sono consapevole, come confessore e direttore spirituale, che i peggiori peccati contro la carità, vanno quasi tutti e di rigore dalla cintura in su e sono commessi da molte persone che vivono situazioni matrimoniali e familiari di fatto e di diritto del tutto conformi e regolari alle leggi canoniche.

                      .La mancanza di delicatezza di questi neo-farisei che sentenziano dall’empireo della loro colossale ignoranza teologica e canonica in nome di una dura legge che è la legge umana loro e non la legge divina di Cristo, è per me fonte di dolore e imbarazzo, specie quand’è unita alla presunzione di reputarsi e di sentirsi per questo dei veri e autentici cattolici, dei difensori dell’unica e vera fede.

                      Ma portiamo adesso la cosa sul piano strettamente teologico. Gli indomiti sostenitori del “dogma” «purché vivano come fratello e sorella», si rifanno ad una dichiarazione del Pontificio Consiglio per i Testi Legislativi [cf. QUI] che non essendo affatto un atto solenne del magistero infallibile ho per questo discussa e legittimamente confutata nel mio precedente articolo [cf. QUI]. Affermazione nella quale è usata come supporto un’espressione paolina che costituisce una enunciazione di principio generale, rivolta come tale al peccato, genericamente, non invece a un preciso singolo peccato:

                      Perciò chiunque in modo indegno mangia il pane o beve il calice del Signore, sarà reo del corpo e del sangue del Signore. Ciascuno, pertanto, esamini se stesso e poi mangi di questo pane e beva di questo calice; perché chi mangia e beve senza riconoscere il corpo del Signore, mangia e beve la propria condanna [1 Cor 11, 27-29]

                      Dove, il Beato Apostolo fa espresso riferimento ad adulteri e concubini? Egli si riferisce al peccato, forse potrebbe persino rivolgersi a quei numerosi peccati che vanno dalla cintura in su, posto che per l’Apostolo, la regina delle virtù, è la carità; e la carità è variamente legata anche alla sessualità umana, indubbiamente, ma non certo e non solo alla sessualità umana.

                      Posto che questi difensori della vera e sola verità, per elevare a dottrina immutabile della Chiesa, o meglio di vero e proprio dogma di fede una legge ecclesiastica positiva, usano come supporto una affermazione di principio generale del Beato Apostolo Paolo, ritengo che tutti costoro, vale a dire teologi improvvisati e canonisti dell’ultima ora che di blog in blog stanno dibattendo con spietata durezza di cuore su vicende che toccano un tema molto delicato come la famiglia, offrano adesso una risposta tutta quanta teologica e giuridica alla quaestio che ora porrò a tutti quanti loro.

                      Adottando il loro stesso principio, farò adesso riferimento non ad una affermazione generica come quella del Beato Apostolo Paolo, ma ad una affermazione chiara e precisa rivolta ad un fatto altrettanto chiaro e preciso, pronunciata non da un Apostolo, ma dal Verbo di Dio Incarnato, da Nostro Signore Gesù Cristo, il quale così si esprime:

                      Allora i farisei, ritiratisi, tennero consiglio per vedere di coglierlo in fallo nei suoi discorsi. Mandarono dunque a lui i propri discepoli, con gli erodiani, a dirgli: «Maestro, sappiamo che sei veritiero e insegni la via di Dio secondo verità e non hai soggezione di nessuno perché non guardi in faccia ad alcuno. Dicci dunque il tuo parere: È lecito o no pagare il tributo a Cesare?». Ma Gesù, conoscendo la loro malizia, rispose: «Ipocriti, perché mi tentate? Mostratemi la moneta del tributo». Ed essi gli presentarono un denaro. Egli domandò loro: «Di chi è questa immagine e l’iscrizione?». Gli risposero: «Di Cesare». Allora disse loro: «Rendete dunque a Cesare quello che è di Cesare e a Dio quello che è di Dio». A queste parole rimasero sorpresi e, lasciatolo, se ne andarono [Mt 22, 15-22].

                      È presto detto: se l’Apostolo Paolo non afferma che concubini e adulteri non devono accedere all’Eucaristia, a meno che non vivano come fratello e sorella, in questo chiaro e preciso brano del Vangelo il Verbo di Dio risponde affermando che a Cesare vanno pagate le tasse, il che implica un chiaro monito: non è lecito non pagare le tasse.

                      Chiunque abbia studiato la Sacra Scrittura con tutto ciò ch’essa comporta in conoscenze antropologiche e storiche, sa che cosa volesse dire pagare le tasse nell’antica Giudea. Tra le province romane la Giudea era la più tartassata, i tributi erano altissimi; e coloro che non pagavano i tributi, a volte dovevano soggiacere a delle pene che non andavano per il sottile. Nell’ipotesi migliore gli evasori erano fustigati a sangue, altre pagavano direttamente con la vita, ed al fine “pedagogico” di spaventare gli altri evasori erano condannati di tanto in tanto alla pena della crocifissione.

                      Nell’antica Giudea, non arrivavano gli agenti della Guardia di Finanza per stilar verbali e fare multe che spesso, ai giorni nostri, più sono alte e più non vengono pagate. Tutti conosciamo evasori condannati ma da subito a piede libero che ci sfrecciano accanto con le loro autovetture da centomila euro. Ma in Giudea non era così: le tasse non solo erano alte, erano proprio inique; non a caso i giudei chiamavano i romani “affamatori del Popolo”.

                      Ora voi capite, amanti della morale dura e pura, inamovibili elargitori di sentenze persino verso gli atti dottrinari del Romano Pontefice, nonché assertori del dogma di fede «purché vivano come fratello e sorella», che dinanzi al monito «date a Cesare quel che è di Cesare», noi siamo di fronte ad una vera e propria espressione dogmatica della fede perenne e immutabile, legge divina allo stato puro, non certo di fronte ad una norma di principio riguardante il peccato espressa in linea generale da un Apostolo, perché qui siamo di fronte ad un dogma chiaro e preciso che non ammette discussioni, ed il dogma è il seguente: «Pagare le tasse allo Stato».

                      Già sento a distanza le vostre voci, cari teologi improvvisati e canonisti inamovibili sulla pelle degli altri, ed assieme alle vostre voci odo tutte le vostre ragioni e giustificazioni, che a una a una posso anticiparvi: «Non si possono pagare le tasse a uno Stato la cui tassazione in certi settori arriva al 50%, perché quelle non sono tasse, quello è un furto … è una rapina, come ebbe a dire il Servo di Dio Silvio Berlusconi, per gli amici bunga-bunga, quand’era presidente del consiglio dei ministri». Per seguire poi con la giustificazione basata sul principio che “l’altro e peggiore”, sempre e di rigore, quindi avanti con la litania circa il fatto che «…con le tasse noi siamo obbligati a pagare stipendi e pensioni d’oro ai politici … i loro privilegi … le loro auto blu … mentre i poveri pensionati con le pensioni minime muoiono di fame … mentre le famiglie oneste hanno difficoltà a pagare le bollette della luce e del gas …». Ovviamente nessuno di voi, guarderà al positivo delle tasse, per esempio il servizio sanitario nazionale gratuito per tutti, le scuole gratuite per tutti, numerose garanzie di assistenza e via dicendo … no. Dovendovi giustificare elencherete solo le cose negative e se proprio dovrete ammettere che il diritto alla salute e allo studio è gratuito e garantito a tutti, a quel punto seguiterete a giustificarvi dicendo: «Si, però la sanità nazionale fa schifo e le scuole pure» … Eh, quanto vi conosco bene, farisei di ieri e di oggi!

                      Signori miei: il dogma è dogma e Cristo Dio è chiaro, preciso e deciso nel dire che a Cesare, le tasse, si pagano e basta. Cristo sapeva benissimo come i maggiorenti del potere romano in Giudea gozzovigliassero e si dessero alla bella vita, mentre i poveri giudei erano spesso affamati; il Verbo di Dio lo sapeva, ma pur sapendolo proclamò questo dogma di fede: «Pagare le tasse allo Stato». E questo dogma è legge divina perenne e immutabile.

                      A questa banda di ipocriti, che dietro il paravento di un non meglio precisato cattolicesimo svuotato di carità e infarcito dei peggiori legalismi, stanno rendendo così pessimo servizio alla Chiesa e alla fede, replico quindi con le stesse parole di Cristo Dio:

                      Così avete annullato la parola di Dio in nome della vostra tradizione. Ipocriti! Bene ha profetato di voi Isaia, dicendo: «Questo popolo mi onora con le labbra ma il suo cuore è lontano da me. Invano essi mi rendono culto, insegnando dottrine che sono precetti di uomini» [cf. Mt 15, 5-9].

                      È facile e comodo entrare nelle camere da letto altrui col dito puntato a sentenziare come nuovo dogma di fede «purché vivano come fratello e sorella». Ma voi, ipocriti di sempre, che «filtrate il moscerino» nelle camere da letto altrui e poi «vi ingoiate il cammello» [cf. Mt 23,24], siete pronti ad accettare, fare vostro e diffondere come indiscutibile dogma di fede: «Date a Cesare quel che è di Cesare», quindi pagare le tasse senza fiatare, ma soprattutto senza azzardarvi a dire che sono alte e che non sono giuste?

                      Perché vedete, per me, moralmente parlando, uno “zelante” cattolico regolarmente sposato con sua moglie, che non usa mezzi contraccettivi e che si attiene alle prescrizione della morale sessuale, il quale fa poi lavorare in nero nella propria azienda venti lavoratori sottopagati, gran parte dei quali giovani che non possono sposarsi e mettere su famiglia, perché non sanno se il mese successivo avranno ancora il lavoro … per me, moralmente parlando, questo grandissimo peccatore commette un peccato molto peggiore di una coppia di coniugi irregolari che non vivono come fratello e sorella, che vivono una situazione indubbiamente irregolare, ma che all’interno della loro “peccaminosa” camera da letto non giocano affatto per i propri scopi di lucro e di egoismo sulla vita altrui sfruttando nel peggiore dei modi il bisogno di lavoro di venti persone.

                      E chi ha questioni da sollevare su di me, sia come presbìtero sia come teologo, prenda e mandi pure questo mio testo alla Congregazione per la dottrina della fede, affinché sia da essa esaminata la sua ortodossia teologica e la sua piena conformità alla morale cattolica. E se in questo mio parlare vi fossero errori dottrinari presentati e diffusi da un presbìtero chiamato a custodire e diffondere la fede nel Popolo di Dio ed a tutelare e salvaguardare il patrimonio morale della Chiesa, state certi che quel Dicastero non mancherà di chiedere al mio vescovo che provveda a chiudermi la bocca e ad irrogarmi, se il caso lo richiede, tutte le meritate sanzioni canoniche, anche perché ho dissertato su quello che per molti rappresenta l’origine e il centro dell’intero mistero del male: il sesso e la sessualità umana. Non per nulla, il Beato Apostolo Paolo, in un passo dell’epistolario paolino che è il cuore della teologia cattolica, da sempre conosciuto come Inno alla Continenza Sessuale, ci raccomanda:

                      Queste dunque le tre cose che rimangono: la fede, la speranza e la continenza sessuale; ma di tutte più grande è la continenza sessuale! Nella quale tutti vivranno come fratelli e sorelle, pure se ciò dovesse comportare l’estinzione della specie umana. Ma la “morale” dei moralisti disumani sarà salva, e la loro idea di sesso angelico non avrà mai fine.”

                • lorenzo ha detto in risposta a Vincent Vega

                  Per meglio chiarire il terzo punto, con una interpretazione “caritatevole” di AL è possibile vivere un secondo matrimonio pur con un atro matrimonio valido alle spalle ed essere considerati in “Comunione” all’ideale proposto da Cristo.

                  • Vincent Vega ha detto in risposta a lorenzo

                    Non so se proprio in piena Comunione, ma di sicuro si, ci sono diverse situazioni nelle quali non si può parlare di “peccato mortale”, anche qualora i coniugi non vivessero come fratello e sorella.
                    È per questo che in questi casi così delicati è importante un accurato discernimento, Lorenzo.

                  • Vincent Vega ha detto in risposta a lorenzo

                    Discernimento da parte del sacerdote e non del fedele, sia chiaro! L’ultima cosa che voglio è che qualcuno faccia comunioni sacrileghe. Però si, Al apre a POSSIBILITÀ che nei decenni passati erano inapplicabili, applicatr da qualche sacerdote senza il consenso della Santa Sede.

                    Sull’ipocrisia di certi bigotti qui, Padre Ariel, ha sferrato un altro durissimo colpo.

                    Riporto
                    http://isoladipatmos.com/amoris-laetitia-siate-casti-pero-pagate-le-tasse-perche-il-pagamento-delle-tasse-e-un-vero-dogma-di-fede/#comment-2354

                    “Caro Sig. Bazzorini.

                    Le prime due righe le ha scritte il suo “teologo” di fiducia, mentre la seguente invettiva, quella riguardo il Vescovo Athanasius Schneider in comunione con Benedetto XVI, quella l’ha scritta lei.

                    Mi faccia capire, o comunque chieda al suo “teologo” di fiducia quanto segue: come mai quando si tratta di malversazioni legate ai soldi, con tutto l’egoismo, la superbia, l’invidia e l’avarizia che spesso e quasi sempre ad esse è legata, il massimo che si riesce a strapparvi è un … legge positiva umana, pure se ricorrono – ad eccezione della lussuria – tutti quanti i peccati capitali?

                    Se uno non paga la giusta mercede all’operaio, è noto e risaputo che commette un peccato reputato a tal punto grave da essere definito dalla dottrina sociale della Chiesa come uno dei peccati gravissimi che “gridano vendetta al cospetto di Dio”.

                    Ma nulla da fare … legge positiva umana.

                    Però, se si parla di sesso e di sessualità umana, allora lì entra in gioco la legge divina.
                    Riferisca allora al suo “teologo”, visto ormai questo nostro parlare per interposta persona, che il Verbo di Dio non si è incarnato e non è morto sulla croce unicamente per redimere:

                    1. gli adolescenti che colti da tempeste ormonali si masturbano;
                    2. i giovani che hanno rapporti sessuali prima del matrimonio;
                    3. i coniugi che usano contraccettivi e pillole anticoncezionali;
                    4. i divorziati risposati.

                    … mentre tutto il resto sono faccende legate alla legge positiva umana.

                    E quando Cristo tornerà nella gloria per giudicare i vivi e i morti, non giudicherà:

                    1. gli adolescenti che colti da tempeste ormonali si masturbano;
                    2. i giovani che hanno rapporti sessuali prima del matrimonio;
                    3. i coniugi che usano contraccettivi e pillole anticoncezionali;
                    4. i divorziati risposati.

                    E tanto meno, Dominiddio, si farà tenere la contabilità delle anime da spedire all’Inferno da coloro che hanno sfruttato il prossimo, che si sono arricchiti sui bisogni altrui, che hanno umiliato e sottopagato i lavoratori e costretto alla sofferenza e al disagio i loro figli e le loro intere famiglie, ai quali dubito conferirà il premio della beatitudine essendo essi venuti solamente meno ad alcune “quisquilie” legate puramente alla legge positiva umana.

                    Le ricordo che i peccati capitali sono sette, ed al primo posto, come regina e auriga di tutti i vizi capitali, non c’è la lussuria, ma c’è la superbia, da sempre considerato il peggiore, il più temibile tra i peccati capitali, il più difficile in assoluto da guarire.

                    Se lei si prende cura di studiarsi i trattati di morale ma soprattutto la letteratura dei Santi Padri della Chiesa, apprenderà e scoprirà che è la superbia a rendere totalmente ciechi, non la lussuria. E’ altresì noto e risaputo da sempre che è molto più facile recuperare un lussurioso che un superbo.

                    Per questo è difficile recuperare lei, Sig. Bazzorini, perché “purtroppo”, lei, non è un lussurioso.”

              • Vincent Vega ha detto in risposta a lorenzo

                Ah e Don Ariel, qua http://isoladipatmos.com/amoris-laetitia-la-castita-degli-eretici-e-piu-impura-delladulterio-quel-grande-pifferaio-magico-del-santo-padre-francesco-ha-portato-allo-scoperto-i-topi-e-la-loro-teologia-della-mutanda/ , ha scritto un bellissimo articolo sui cosiddetti “teologi della mutanda” ROFTL. 😀 😀 😀

                Questo post http://isoladipatmos.com/il-diaconato-alle-donne-ce-chi-parla-di-ripristino-ma-come-si-puo-ripristinare-cio-che-non-e-mai-esistito/#comment-2469 poi, è da incorniciare. Lo riporto per esteso

                “Caro Lettore.
                Non era un caffè, ma una granita, posto che in quel momento c’era, in quella zona della Sicilia sud-orientale, una temperatura di 39°, questo il motivo per il quale ero vestito con leggeri abiti bianchi.
                La prossima foto non la farò affatto con la sigaretta, ma “posando” in compagnia della bellissima Signora Monica Bellucci. E la farò con buona pace di quei non pochi “maschietti” estetici che, tra tripudi di pizzi, trine, merletti, incensi e latinorum inebriante, urlano contro «concubini» e «adulteri», salvo poi conservare gelosamente in segreto il calendario di Mister Universo che posa seminudo. Perché i moralismi pubblici furibondi sono poi quasi sempre equiparati, in disordini e perversioni, all’immoralità privata.
                Le garantisco che non ne posso davvero più di quegli svariati soggetti che, al termine delle solenni Messe in rito antico e al termine della Marcia per la Vita, vanno poi di notte “pellegrini” nelle zone periferiche dell’EUR a caccia di travestiti e transessuali, dai quali tra l’altro prendere anziché dare, salvo poi urlare in pieno giorno: «Concubini … adulteri!».
                Cominci pertanto a fare il «laico battagliero», come battagliero lo sono da sempre io, verso quei laici e purtroppo quei non pochi preti che urlano all’altrui immoralità con voci da capponi castrati e sculettando come oche giulive.
                Amen!”

          • Vincent Vega ha detto in risposta a lorenzo

            Se è per questo, poi, Gesù più volte ha parlato di “porta stretta”, come a volere dare ad intendere che solo pochi si sarebbero salvati, ma poi nella Sua Misericordia cerca di allargarla in tutti i modi quella porta, basti pensare a questo http://www.festadelladivinamisericordia.com/page/coroncina-della-divina-misericordia.asp#3

            Disse anche “pubblicani e prostitute” vi precederanno nel regno dei cieli, perdona 70 volte sette, vendi tutto quello che possiedi, porgi l’altra guancia, se uno ti chiede la tunica dagli anche il mantello, ma chissà perché tutte queste cose dal cattolico medio vengono interpretate come un “nice to have”, quasi come fosse un “consiglio”, mentre invece tutto ciò che riguarda la sfera sessuale viene interpretato come fosse un imperativo kantiano.

            Eppure quando ha parlato del giorno del giudizio è stato molto chiaro su cos’è che salva o condanna

            http://www.laparola.net/wiki.php?riferimento=Mt25%2C31-46&formato_rif=vp

            “Quando il Figlio dell’uomo verrà nella sua gloria con tutti i suoi angeli, si siederà sul trono della sua gloria. 32 E saranno riunite davanti a lui tutte le genti, ed egli separerà gli uni dagli altri, come il pastore separa le pecore dai capri, 33 e porrà le pecore alla sua destra e i capri alla sinistra. 34 Allora il re dirà a quelli che stanno alla sua destra: Venite, benedetti del Padre mio, ricevete in eredità il regno preparato per voi fin dalla fondazione del mondo. 35 Perché io ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da bere; ero forestiero e mi avete ospitato, 36 nudo e mi avete vestito, malato e mi avete visitato, carcerato e siete venuti a trovarmi. 37 Allora i giusti gli risponderanno: Signore, quando mai ti abbiamo veduto affamato e ti abbiamo dato da mangiare, assetato e ti abbiamo dato da bere? 38 Quando ti abbiamo visto forestiero e ti abbiamo ospitato, o nudo e ti abbiamo vestito? 39 E quando ti abbiamo visto ammalato o in carcere e siamo venuti a visitarti? 40 Rispondendo, il re dirà loro: In verità vi dico: ogni volta che avete fatto queste cose a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me. 41 Poi dirà a quelli alla sua sinistra: Via, lontano da me, maledetti, nel fuoco eterno, preparato per il diavolo e per i suoi angeli. 42 Perché ho avuto fame e non mi avete dato da mangiare; ho avuto sete e non mi avete dato da bere; 43 ero forestiero e non mi avete ospitato, nudo e non mi avete vestito, malato e in carcere e non mi avete visitato. 44 Anch’essi allora risponderanno: Signore, quando mai ti abbiamo visto affamato o assetato o forestiero o nudo o malato o in carcere e non ti abbiamo assistito? 45 Ma egli risponderà: In verità vi dico: ogni volta che non avete fatto queste cose a uno di questi miei fratelli più piccoli, non l’avete fatto a me. 46 E se ne andranno, questi al supplizio eterno, e i giusti alla vita eterna».”

            Capito adesso perché Pietro in 1 Pt 4,8 disse “la carità copre una moltitudine di peccati”?
            Spero che sia chiaro, adesso.

            • lorenzo ha detto in risposta a Vincent Vega

              Mi spieghi cosa centra la carità verso i fratelli col dichiarare conformi all’insegnamento di Cristo le convivenze adulterine?

              • Vincent Vega ha detto in risposta a lorenzo

                Vedi qua https://www.uccronline.it/2016/05/13/diaconato-femminile-per-sandro-magister-e-conforme-alla-tradizione-della-chiesa/#comment-177123

                La carità verso i fratelli centra eccome, visto tutti i cattolici che non riescono a rispettare in toto tutti i precetti della Chiesa e confessano migliaia di volte gli stessi peccati. Anche qui, nulla di nuovo.
                Nessuno le dichiara “conformi”, leggi bene quello che ho scritto in quel post. La Chiesa oggi su queste questioni ha adottato un approccio simile (attenzione simile, non uguale) a quello della Chiesa Ortodossa, se infatti ci sono situazioni che realizzano pienamente un ideale e altre che lo contraddicono totalmente ce ne sono tante altre che lo realizzano almeno parzialmente.

                L’unico cambiamento è stato il liberarsi dalla categoricità escludente del passato.

            • Beatrice ha detto in risposta a Vincent Vega

              E te pareva che non ritornava San Pietro e la sua frase! Abbiamo capito che è il tuo mantra!
              II cardinale Biffi una volta disse: “è vero che prostitute e pubblicani ci passeranno avanti nel Regno dei Cieli, ma non nell’esercizio delle loro funzioni!”
              Volevo inoltre ricordarti che anche il tuo grande mito San Paolo, le cui parole sono state da te ripetutamente citate nell’altro post, ha parlato più volte del Giudizio universale e di chi non erediterà alla fine il Regno dei Cieli promesso da Gesù:

              “Non illudetevi: né immorali (ponòi), né idolatri, né adulteri (moichòi), né depravati (malakòi), né sodomiti (arsenokòitai), né ladri, né avari, né ubriaconi, né calunniatori, né rapinatori erediteranno il regno di Dio” (1 Corinzi 6,9).

              “Sappiatelo bene, nessun fornicatore (pòrnos) o impuro (akàthartos) o avaro, cioè nessun idolatra, avrà in eredità il regno di Cristo e di Dio” (Efesini 5,5).

              “Sono ben note le opere della carne: fornicazione (pornèia), impurità (akatharsìa), dissolutezza (asèlgheia)…, riguardo a queste cose vi preavviso, come ho già detto, che chi le compie non erediterà il regno di Dio” (Galati 5, 19 – 20).

              Si direbbe che per l’amico Paolo era particolarmente importante predicare un determinato atteggiamento nei confronti del proprio corpo e di quello degli altri, perché ritorna più volte sul tema della castità e della fedeltà nuziale:

              “Come avete messo le vostre membra a servizio dell’impurità e dell’iniquità per l’iniquità, così ora mettete le vostre membra a servizio della giustizia per la santificazione” (Romani 6,19).

              “Questa è la volontà di Dio, la vostra santificazione: che vi asteniate dalle impurità (apò tes pornèias), che ciascuno di voi sappia trattare il proprio corpo con santità e rispetto, senza lasciarsi dominare dalla passione, come i pagani che non conoscono Dio” (1 Tessalonicesi 4,3-5).

              “Dio non ci ha chiamati all’impurità (epi akatharsia), ma alla santificazione. Perciò chi disprezza queste cose non disprezza un uomo, ma Dio stesso, che vi dona il suo santo Spirito” (1 Tessalonicesi 4, 7-8).

              “State lontani dall’impurità! Qualsiasi peccato l’uomo commetta, è fuori dal suo corpo; ma chi si dà all’impurità, pecca contro il proprio corpo: Non sapete che il vostro corpo è tempio dello Spirito Santo che è in voi. Lo avete ricevuto da Dio, e voi non appartenete a voi stessi? Infatti siete stati comprati a caro prezzo: glorificate dunque Dio nel vostro corpo!” (1 Corinzi 6, 18-20).

              “Il matrimonio sia rispettato da tutti e il letto nuziale sia senza macchia: I fornicatori e gli adulteri saranno giudicati da Dio” (Ebrei 13, 4).

              Sul valore della castità ti consiglio di vedere questo video, ti assicuro che fa morire dal ridere e magari può aiutarti a chiarire un po’ le cose: https://unacasasullaroccia.com/2012/02/29/jason-e-crystalina-evert/

              • Vincent Vega ha detto in risposta a Beatrice

                Attenzione ad una cosa Beatrice: San Paolo è un grande, ma nelle sue lettere va distinto ciò che viene dall’uomo da ciò che viene dalla parola di Dio. Ad esempio, come sai San Paolo aveva delle opinioni sulla donna che oggi nessuno nella Chiesa condivide più http://isoladipatmos.com/amoris-laetitia-concupiscenza-e-matrimonio-il-pensiero-dellapostolo-paolo/

                Perciò anche qua occorre discernere. E francamente dubito fortemente che San Paolo avrebbe considerato fornicatori due coniugi sposati civilmente come facevamo noi fino a poco tempo fa (e non nell’antichità, dove a chi aveva una concubina ma ci viveva come se fosse sua moglie, ovvero essendole fedele, veniva data la Comunione).

                Se leggi la lettera ai Corinzi, poi, vedi che in quella comunità avevano luogo delle immoralità assurde, tipo uno che conviveva con la moglie di suo padre. Insomma, le cose vanno anche contestualizzate. I primi cristiani si sono trovati di fronte un mondo pagano per il quale tutto era lecito, e hanno sentito il bisogno di proteggere i primi cristiani da certe derive.

                Perciò penso che le parole di Paolo avessero un senso ben preciso. Per farti capire come erano messe le comunità alle quali si rivolgeva 1 Cor 5,1-5

                “Si sente dovunque parlare di immoralità tra voi, e di una immoralità tale che non si riscontra neanche tra i pagani, al punto che uno convive con la moglie di suo padre. E voi vi gonfiate di orgoglio, piuttosto che esserne afflitti in modo che venga escluso di mezzo a voi colui che ha compiuto un’azione simile! 3Ebbene, io, assente con il corpo ma presente con lo spirito, ho già giudicato, come se fossi presente, colui che ha compiuto tale azione. Nel nome del Signore nostro Gesù, essendo radunati voi e il mio spirito insieme alla potenza del Signore nostro Gesù, 5questo individuo venga consegnato a Satana a rovina della carne, affinché lo spirito possa essere salvato nel giorno del Signore.”

                E guarda caso avere rapporti con la moglie del proprio padre (che in quel caso non era, evidentemente, la madre) era una delle azioni strettamente proibite dalla Torah, riassunte in Levitico 18

                “Nessuno si accosterà a una sua consanguinea, per avere rapporti con lei. Io sono il Signore. Non recherai oltraggio a tuo padre avendo rapporti con tua madre: è tua madre; non scoprirai la sua nudità. Non scoprirai la nudità della tua matrigna; è la nudità di tuo padre. Non scoprirai la nudità di tua sorella, figlia di tuo padre o figlia di tua madre, sia nata in casa o fuori. Non scoprirai la nudità della figlia di tuo figlio o della figlia di tua figlia, perché è la tua propria nudità. Non scoprirai la nudità della figlia della tua matrigna, generata nella tua casa: è tua sorella. Non scoprirai la nudità della sorella di tuo padre; è carne di tuo padre. Non scoprirai la nudità della sorella di tua madre, perché è carne di tua madre. Non scoprirai la nudità del fratello di tuo padre, cioè non ti accosterai alla sua moglie: è tua zia. Non scoprirai la nudità di tua nuora: è la moglie di tuo figlio; non scoprirai la sua nudità. Non scoprirai la nudità di tua cognata: è la nudità di tuo fratello.”
                Non scoprirai la nudità di una donna e di sua figlia; né prenderai la figlia di suo figlio, né la figlia di sua figlia per scoprirne la nudità: sono parenti carnali: è un’infamia. 18 E quanto alla moglie, non prenderai inoltre la sorella di lei, per farne una rivale, mentre tua moglie è in vita.”

          • Vincent Vega ha detto in risposta a lorenzo

            E comunque ti sei confuso, perché il passo dell’adultera (oltre ad essere un’attribuzione posteriore) non si riferiva alla samaritana, ma ad una donna che aveva tradito il marito (sai all’epoca il sesto comandamento era ancora il sesto comandamento, non era stato “esteso” in maniera abnorme come abbiamo fatto noi). Il passo della samaritana è questo

            “Quando il Signore venne a sapere che i farisei avevan sentito dire: Gesù fa più discepoli e battezza più di Giovanni – sebbene non fosse Gesù in persona che battezzava, ma i suoi discepoli -, lasciò la Giudea e si diresse di nuovo verso la Galilea. Doveva perciò attraversare la Samaria. Giunse pertanto ad una città della Samaria chiamata Sicàr, vicina al terreno che Giacobbe aveva dato a Giuseppe suo figlio: qui c’era il pozzo di Giacobbe. Gesù dunque, stanco del viaggio, sedeva presso il pozzo. Era verso mezzogiorno. Arrivò intanto una donna di Samaria ad attingere acqua. Le disse Gesù: «Dammi da bere». I suoi discepoli infatti erano andati in città a far provvista di cibi. Ma la Samaritana gli disse: «Come mai tu, che sei Giudeo, chiedi da bere a me, che sono una donna samaritana?». I Giudei infatti non mantengono buone relazioni con i Samaritani. Gesù le rispose: «Se tu conoscessi il dono di Dio e chi è colui che ti dice: “Dammi da bere!”, tu stessa gliene avresti chiesto ed egli ti avrebbe dato acqua viva». Gli disse la donna: «Signore, tu non hai un mezzo per attingere e il pozzo è profondo; da dove hai dunque quest’acqua viva? Sei tu forse più grande del nostro padre Giacobbe, che ci diede questo pozzo e ne bevve lui con i suoi figli e il suo gregge?». Rispose Gesù: «Chiunque beve di quest’acqua avrà di nuovo sete; ma chi beve dell’acqua che io gli darò, non avrà mai più sete, anzi, l’acqua che io gli darò diventerà in lui sorgente di acqua che zampilla per la vita eterna». “Signore, gli disse la donna, dammi di quest’acqua, perché non abbia più sete e non continui a venire qui ad attingere acqua». Le disse: «Va’ a chiamare tuo marito e poi ritorna qui». Rispose la donna: «Non ho marito». Le disse Gesù: «Hai detto bene “non ho marito”; infatti hai avuto cinque mariti e quello che hai ora non è tuo marito; in questo hai detto il vero». Gli replicò la donna: «Signore, vedo che tu sei un profeta. 20 I nostri padri hanno adorato Dio sopra questo monte e voi dite che è Gerusalemme il luogo in cui bisogna adorare». Gesù le dice: «Credimi, donna, è giunto il momento in cui né su questo monte, né in Gerusalemme adorerete il Padre. Voi adorate quel che non conoscete, noi adoriamo quello che conosciamo, perché la salvezza viene dai Giudei. 23 Ma è giunto il momento, ed è questo, in cui i veri adoratori adoreranno il Padre in spirito e verità; perché il Padre cerca tali adoratori. Dio è spirito, e quelli che lo adorano devono adorarlo in spirito e verità». Gli rispose la donna: «So che deve venire il Messia (cioè il Cristo): quando egli verrà, ci annunzierà ogni cosa». Le disse Gesù: «Sono io, che ti parlo».
            In quel momento giunsero i suoi discepoli e si meravigliarono che stesse a discorrere con una donna. Nessuno tuttavia gli disse: «Che desideri?», o: «Perché parli con lei?». La donna intanto lasciò la brocca, andò in città e disse alla gente: “Venite a vedere un uomo che mi ha detto tutto quello che ho fatto. Che sia forse il Messia?». Uscirono allora dalla città e andavano da lui.”

            Come vedi alla samaritana non ha chiesto nulla. Forse perché anche lui discerneva caso per caso, per il bene delle anime, e sapeva che il sabato è per l’uomo e non l’uomo per il Sabato? La risposta a questa domanda è per me un SI, poi ognuno la pensi come vuole.

            • lorenzo ha detto in risposta a Vincent Vega

              “… quello che hai ora non è tuo marito… ” non significa forse affermare che la tizia vive in adulterio?

            • Max ha detto in risposta a Vincent Vega

              Vincent, se e’ possibile, facci una cortesia. Quando scrivi

              “non era stato “esteso” in maniera abnorme come abbiamo fatto noi”

              et similia, aggiungici un “a mio parere”.

              Grazie.

              • Vincent Vega ha detto in risposta a Max

                Come vuoi Max, tuttavia non credo sia un mio parere che il comandamento originake fosse “non commettere adulterio” e noi lo abbiamo trasformato in “non commettere atti impuri”, passando da una proibizione ben specifica ad una proibizione inglobante semolicemente tutta la sessualità umana.

                Ma se vuoi che ci metta “a mio parere” ce lo metto. 🙂

            • Beatrice ha detto in risposta a Vincent Vega

              Ma secondo te perché Gesù non ha risposto “il sabato è per l’uomo e non l’uomo per il sabato” alla domanda dei farisei sul divorzio? Poteva benissimo farlo e nessuno avrebbe avuto da ridire. Poteva dire ai farisei che la legge deve essere al servizio dell’uomo e nel caso in cui due coniugi non si amavano più o nel caso in cui uno veniva lasciato il divorzio era consentito. La legge mosaica prevedeva praticamente solo il ripudio della moglie da parte del marito. Gesù, quindi, già che c’era, visto che non gli importava di creare scandalo, poteva cambiare le cose ma in un modo diverso da quanto ha fatto. Invece di togliere il divorzio, scandalizzando tutti anche i suoi discepoli, poteva scandalizzare tutti estendendo la possibilità di divorzio anche alle donne e stabilendo casi particolari in cui fosse consentito, come la fine dell’amore tra gli sposi o l’abbandono da parte del coniuge. Poteva usare l’argomentazione del “sabato per l’uomo e non l’uomo per il sabato”, ma per parlare del divorzio non l’ha fatto: evidentemente non possiamo ritorcere contro Gesù una frase che ha detto in un contesto molto diverso riferendosi a tutt’altra questione!

              • Vincent Vega ha detto in risposta a Beatrice

                Ma io infatti non lo sto facendo. Ciò che sta facendo la Chiesa oggi non è nè più nè meno che ciò che ha fatto in passato, niente di più. Corsi e ricorsi storici. Se in passato c’erano gli imperatori bizantini a motivare certe pastorali, oltre che la paganizzazione delle terre in cui la Chiesa predicava, oggi non ci sono più gli imperatori bizantini ma c’è la paganizzazione.

                Io ho fiducia che se la Chiesa ha preso certe decisioni, oggi, lo ha fatto per il bene delle anime, se non avessi questa fiducia sarei già uscito dalla Chiesa Cattolica.

  7. sara ha detto

    http://www.tempi.it/diaconato-femminile-parole-del-papa-enfatizzate-da-interpretazioni-infondate#.VzYa7MNH7IY

    Andate sempre e solo alla fonte e al contesto delle parole..soprattutto se pronunciate dal Papa..

  8. andrea g ha detto

    Stupendo l’articolo odierno di SocciAntonio su Libero; a un certo punto dice che
    “chi ha capito benissimo che con Bergoglio ci troviamo davanti a un’ “altra Chiesa” (non più cattolica)
    è Emma Bonino che dichiara: “questa Chiesa non ha nulla a che vedere con la veemenza intrusiva di Ruini”.”
    Insomma, ciò che afferma Emma Bonino ha valore ‘assoluto’.

    Subito dopo aggiunge;
    “E infatti il titolo della sua (della Bonino) intervista sulla “Stampa” è: “Ora avanti con eutanasia,
    cannabis, cittadinanza e asilo”.”

    Laicamente da (sor)ridere, cristianamente da pregare-

    • Beatrice ha detto in risposta a andrea g

      “Insomma, ciò che afferma Emma Bonino ha valore ‘assoluto’.”

      Ciò che afferma la Bonino non ha valore assoluto è semplicemente la realtà dei fatti. Ora puoi anche apprezzare questo nuovo modo di guidare la Chiesa e condividere il fatto che non si immischi più nella politica italiana, ma non puoi negare che sia diversissimo da quanto fatto in passato durante i due precedenti pontificati e questo è quello che dice la Bonino.

      “Laicamente da (sor)ridere, cristianamente da pregare-”

      C’è da pregare sul fatto che una a favore di aborto, matrimoni gay, eutanasia e cannabis sia stata definita una “grande d’Italia” da chi dovrebbe avere ben altri modelli di riferimento.

      • Boomers ha detto in risposta a Beatrice

        Confondi la Chiesa con il Vaticano. Il Papa è stato chiaro: chi interviene nella politica locale è la Conferenza Episcopale, non il Papa, il cui compito è ribadire i principi a livello generale. Un toccasana per un laicato che vuole finalmente uscire dall’ombra e dall’attesa che intervenga la babysitter e diventare presente a livello sociale, come infatti è stato il Family Day di quest’anno.

  9. sara ha detto

    Magister=> un folle.

  10. Vincent Vega ha detto

    Per Sara

    Prima che tu mi scriva un papiro sulla castità te ne scrivo uno io, sul perché, secondo me, su certe cose la prospettiva deve cambiare (e sta già cambiando).

    La Chiesa quando parla del rapporto uomo-donna utilizza sovente parole come “Ottica del dono”, “Amore radicale”, diciamo che questo è un piccolo florilegio di espressioni tipiche di quella forma di pensiero che vorrebbe esorcizzare Eros, o quantomeno renderlo consapevole del suo ruolo ancillare rispetto alle dimensioni veramente importanti dell’uomo: l’oblatività (lemma verdazzurro fondamentale), l’amore personale, l’apertura alla paternità e alla maternità (sempre responsabili, naturalmente) e così via.

    C’è un problema, però. Eros – e il bastardo Dioniso- non si lasciano bonificare (rendere buoni) facilmente. Per parafrasare Pascal, il corpo ha delle ragioni che il cuore non conosce (figuriamoci la ragione). Quando ce ne vorremo rendere conto? Eros ha un suo modo divino (con la d minuscola) di incendiare i corpi e di spingerli l’uno verso l’altro, e quando lo fa non si riconosce servo di nessuno, non di Philìa, e certamente non di Agape. Dico di più: Eros vuole ” possedere “‘ l’altro, e non certo donarsi a lui. Resta in noi qualcosa del livello animale su cui il sesso è anche un divorare. E, come è risaputo, Eros si accompagna alla Morte. Guardate, io dico queste cose con le parole del mito, ma penso che chiunque possa riconoscere come tutto questo agisca nella propria esperienza.

    E’ del tutto ovvio che non c’è soltanto Eros ma anche Agape, fondamentale in un rapporto tra due sposi. Eros quindi non va lasciato solo sui troni del cuore e del corpo. Del resto lui non lo vorrebbe neppure, visto che il suo modo di comportarsi è rendersi presente in modo alterno e improvviso: a volte apparendo dove non dovrebbe e non vorremmo (per esempio facendoci desiderare la donna dell’altro), a volte rendendosi latitante dove al contrario lo vorremmo presente (per esempio non facendoci desiderare la nostra donna, con le note tristezze dell’assolvimento del “debito coniugale”). No, Eros non va lasciato solo a governare il nostro essere, vi sono altre istanze – lo ammetto – più importanti, più pure, più elevate. Però, quando si manifesta, va ascoltato, senza immediatamente tentare di farlo ragionare con le fruste e banali parole sul dono e sull’amore radicale. Va ascoltato per quel che è.

    Perché, se non viene ascoltato, non è che se ne va. Nella migliore delle ipotesi viene a patti con la ragione, instaurando un regime lievemente alienato e dissociato. Nella peggiore, però, si nasconde, si rende invisibile, e da lì continua ad agire in modo nascosto, fino ad esplodere in forme di perversione vera e propria (quelle, per intenderci, che hanno sbancato le diocesi americane in risarcimenti per la pedofilia).

    Alla luce di ciò, è realistico chiedere a dei cattolici che spesso per motivi vari (tra i quali il fatto che si finisce di studiare a 25/26 anni e il primo lavoro sottopagato spesso arriva anche 2 anni dopo, quando non 3) arrivano a poter mantenere una famiglia intorno ai 35 anni e spesso per gli uomini anche oltre di non poter avere nessun tipo di rapporto fino a quell’età (perché la Chiesa finora ha vietato non solo i rapporti completi, fino al matrimonio, ma TUTTO, le polluzioni notturne non le ha vietate perché è impossibile, altrimenti avrebbe vietato pure quelle)?

    È sano? Per carità, ci sarà chi ha quel tipo di vocazione e ne trarrà anche beneficio spirituale, ma è giusto che chiunque non ha quel tipo di vocazione debba essere in “peccato mortale”?
    L’esperienza, e soprattutto il principio di realtà, a me dice no come risposta a questa domanda, cara Sara.

    Buona giornata

    • sara ha detto in risposta a Vincent Vega

      Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Romani

      Fratelli, quelli che si lasciano dominare dalla carne non possono piacere a Dio. Voi però non siete sotto il dominio della carne, ma dello Spirito, dal momento che lo Spirito di Dio abita in voi. Se qualcuno non ha lo Spirito di Cristo, non gli appartiene.
      Ora, se Cristo è in voi, il vostro corpo è morto per il peccato, ma lo Spirito è vita per la giustizia. E se lo Spirito di Dio, che ha risuscitato Gesù dai morti, abita in voi, colui che ha risuscitato Cristo dai morti darà la vita anche ai vostri corpi mortali per mezzo del suo Spirito che abita in voi.
      Così dunque, fratelli, noi siamo debitori non verso la carne, per vivere secondo i desideri carnali, perché, se vivete secondo la carne, morirete. Se, invece, mediante lo Spirito fate morire le opere del corpo, vivrete. Infatti tutti quelli che sono guidati dallo Spirito di Dio, questi sono figli di Dio.
      E voi non avete ricevuto uno spirito da schiavi per ricadere nella paura, ma avete ricevuto lo Spirito che rende figli adottivi, per mezzo del quale gridiamo: «Abbà! Padre!». Lo Spirito stesso, insieme al nostro spirito, attesta che siamo figli di Dio. E se siamo figli, siamo anche eredi: eredi di Dio, coeredi di Cristo, se davvero prendiamo parte alle sue sofferenze per partecipare anche alla sua gloria.

      Parola di Dio.

      Questa è la lettura di oggi, giorno di Pentecoste( giorno che dovrebbe dirti parecchio).

      Il Papiro non ho nessuna voglia di fartelo, credo tu sappia in relatà come stanno le cose, sei abbastanza intelligente per capire la scrittura.

      Poi, se vuoi andare all’era della pietra per vedere le differenze nel corso dei secoli su come una volta era rigida la visione della Chiesa, su certe questioni, e ora sta cambiando finchè finalmente tra qualche tempo (forse) si potrà dire: “fornicate pure ragazzi tutto apposto”, allora vabè, aspetta quel momento Vincent, che vuoi che ti dica.

      Resta una questione di base: il tuo ragionamento non farebbe una piega se…

      SE FOSSE TUTTO BASATO SU UN LIVELLO PURAMENTE UMANO, certamente avresti più che ragione, sarebbe da folli aspettare anni, non stare con chi vorresti, combattere cose del tutto naturali. Ma perchè?..

      La questione è:
      CREDI TU IN UNO SPIRITO CAPACE DI FARTI COMPIERE QUESTO?..CI CREDI?.
      perchè se non è così non posso che darti ragione.

      Lo spirito di Dio che abita in te, se lo desideri, ti porta a compiere cose che umanamente sarebbero impossibili se non molto difficili da sopportare.
      e non solo a livello sessuale,ma in tutto.

      Il vivere per Cristo e con Cristo sapendo che se lo volessimo potremmo averlo, chiederlo. ma tu lo chiedi?..desideri seguire Cristo o no?..ti cibi di lui?..lo fai abitare in te?..e’ questo il punto.

      Non so Vincent, a me i Santi non testimoniano cose che l’uomo con le sue sole forze può compiere, ma testimoniano una vita pienamente in CRISTO, vissuta nel trascendentale, tutto in funzione del dopo.

      “Il vivere e’ e il morire un guadagno.”

      Se non fosse per questo sì, sarebbe tutto un peso troppo grande da sopportare umanamente, delle leggi imposte viste come pure limitazioni alla nostra felicità, di fatti io non biasimo chi la pensa così. Non può farci nulla, finchè tali “leggi” non le vivi in te, non le comprendi col Cuore e con lo Spirito di Dio, appariranno sempre e solo come imposizioni assurde, soprattutto in questi tempi, in cui la questione si fà sempre più ardua.

      Ma Vincent, chieditelo: dall’altra parte del mondo,i nostri fratelli, si stanno lasciando ammazzare per molto meno.

      i martiri,alcuni, potevano avere salva la vita anche solo se rinnegavano per quell’istante il loro Dio. solo per quell’istante, poi magari sarebbero potuti tornare a benedirlo, ma non lo facevano…disposti al martirio pur di non rinnegarlo una sola volta.

      Folli?…sì, pazzi d’amore per Dio.

      cos’altro potrei dirti. 🙂

      • sara ha detto in risposta a sara

        ripeto la frase scritta male: ” Il Vivere è Cristo e il morire un Guadagno”.

      • Max ha detto in risposta a sara

        Grazie Sara.

      • Vincent Vega ha detto in risposta a sara

        Per Sara

        “Ma Vincent, chieditelo: dall’altra parte del mondo,i nostri fratelli, si stanno lasciando ammazzare per molto meno.
        i martiri,alcuni, potevano avere salva la vita anche solo se rinnegavano per quell’istante il loro Dio. solo per quell’istante, poi magari sarebbero potuti tornare a benedirlo, ma non lo facevano…disposti al martirio pur di non rinnegarlo una sola volta.
        Folli?…sì, pazzi d’amore per Dio.”

        Questo non lo trovo un paragone adatto, visto che non rinnegare Dio è una cosa per la quale noi cristiani abbiamo sempre dato la vita. Probabilmente molti nostri martiri di oggi non vivevano nemmeno tutti i precetti della Chiesa, eppure si sono fatti ammazzare. Ecco, devono esserci di esempio qualora ci trovassimo noi in quella condizione tra qualche anno (cosa niente affatto impossibile, purtroppo).

        Riguardo al resto che hai scritto, ho già detto come la penso, Sara.

        Un tempo ci si sposava da ragazzini ed è abbastanza normale che la Chiesa su certe cose fosse severa, perché si trattava di aspettare pochissimi anni. Oggi è una cosa del tutto diversa. Di sicuro chi fa certe scelte oggi ha ancora più merito, questo è fuori discussione.

        Riguardo a questo

        “Il vivere per Cristo e con Cristo sapendo che se lo volessimo potremmo averlo, chiederlo. ma tu lo chiedi?..desideri seguire Cristo o no?..ti cibi di lui?..lo fai abitare in te?..e’ questo il punto.”

        Certo. Cerco di fare il possibile, nel quotidiano. Quando vedi persone uscire da situazioni che sembravano senza via di uscita, grazie anche al tuo aiuto, li capisci che il merito non va tanto a te, quanto a Lui, a Dio. Ma sono belle soddisfazioni. Non ti sto a dire cosa faccio perchè il Signore disse anche “non sappia la tua sinistra cosa fa la tua destra”, ma ecco, diciamo che ho visto agire Dio concretamente nella vita delle persone, anche stasera.

        Adesso me ne vado a letto, che ho appena cinque ore di tempo per dormire.

        • sara ha detto in risposta a Vincent Vega

          Ecco appunto.
          Come la PENSI.

          • Vincent Vega ha detto in risposta a sara

            Può darsi che sia una mia idea il fatto che nell’antico ISRAELE le ragazzine partorissero in media a 14/16 anni mentre oggi anche 20 anni dopo, ma a me pare che con l’allineamento della vita si siano allungate anche le stagioni della vita, e questo non poteva non portare dei cambiamenti.

            Cambiamenti dei quali anche tu, da donna, benefici e stai beneficiando. O devo forse ricordarti come erano viste le donne nelle società patriarcali? 🙂
            Il Cristo è stato rivoluzionario anche in questo, senza contare che le prime a cui è apparso, dopo aver vinto la morte, furono proprio delle donne.

          • Vincent Vega ha detto in risposta a sara

            L’allenamento della vita non “l’allineamento”.

  11. signora ha detto

    IL MONDO E’ TROPPO PIENO DI DONNE!
    Ridateci i PADRI, ridateci gli UOMINI!!!
    Lo vedo a scuola: i bambini hanno un disperato bisogno di una figura MASCHILE, di un modo diverso da quello femminile di rapportarsi con loro

  12. Massimo Scaglione ha detto

    Tutto chiaro. Ma vorrei che qualcuno mi spiegasse razionalmente questo fatto. Il papa ha detto:

    <>

    Ma sta di fatto che lo studio del tema era stato affrontato da una Commissione Teologica Internazionale già nel quinquennio 1992-97. Ed è stato ripreso in diversi incontri della Sottocommissione e durante le sessioni plenarie della stessa Commissione Teologica Internazionale tra il 1998 e il 2002. Un testo, approvato dall’allora Card. Joseph Ratzinger, Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, che ne ha autorizzato la pubblicazione.

    Insomma: sulla questione ha *già* lavorato *per 10 anni* una Commissione Teologica Internazionale, pubblicando le conclusioni nel 2003, e adesso il papa (che da come si esprime sembra esserne *completamente all’oscuro*) propone a distanza di soli 13 anni di istituire un’altra commissione che rifaccia il lavoro da capo?

    • lorenzo ha detto in risposta a Massimo Scaglione

      La spiegazione l’hai data tu stesso: il Papa in quel momento non pensava minimamente alle conclusioni della CTI, altrimenti vi avrebbe almeno accennato.

    • Boomers ha detto in risposta a Massimo Scaglione

      Se leggi bene, tale Commissione non ha capito fino in fondo il ruolo delle diaconesse, per cui è necessario un approfondimento ulteriore.

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