Suicidi gay? Il dott. Gandolfini ha ragione, non dipendono dall’omofobia

    Simone allivaLa “macchina del fango” Lgbt è stata nuovamente attivata, questa volta la vittima è il prof. Massimo Gandolfini, noto neuroscienziato e primario di neurochirurgia alla fondazione Poliambulanza di Brescia, il quale durante un convegno ha criticato chi attribuisce all’omofobia l’alto tasso di suicidi e disturbi delle persone omosessuali, mostrando invece che essi permangono anche nelle società apertamente gay-friendly.

    Il prof. Gandolfini ha quindi criticato gli educatori che instillano nei bambini con identità confusa la vocazione a “farsi omosessuali”, affermando: «Un eventuale “Disagio identitario” va affrontato nella prospettiva del supremo interesse del bimbo. Lo scopo dell’educazione non è scoprire l’orientamento sessuale del bambino per poi indirizzarlo da quella parte perché la sua scelta è libera. E se scopriamo una cosa che si chiama “disagio identitario”, lo scopo dell’educatore non è quello di correre dietro al disagio identitario ma è quello di cercare di indirizzare verso una coerenza questo disturbo verso il proprio psichismo».

    Il giornalista e militante Lgbt (così lo definiscono i blog queer) Simone Alliva ha subito pubblicato su “L’Espresso” un articolo diffamatorio verso il prof. Gandolfini, sostenendo che «per gli omosessuali italiani dunque si propongono cure, correzioni». E’ la solita ridicola accusa della lobby gay a chi risulta fastidioso per i propri progetti, probabilmente Alliva sarà chiamato a rispondere delle sue accuse in apposite sedi. Già che c’è, dovrebbe tuttavia  anche spiegare (a noi) con quale coerenza etica può conciliare la sua attività di militante Lgbt e giornalista dell’“Espresso” con la stima del suo stesso datore di lavoro per lo psichiatra Eugenio Borga, definitogiustamente, dalla rivista «uno dei più grandi psichiatri italiani» e «un grande maestro». E’ infatti risaputo che il dott. Borgna è un deciso oppositore delle teorie Lgbt, sopratutto per quanto riguarda gender, matrimonio e adozioni per persone dello stesso sesso. Effettivamente un vero “grande maestro”, come lo definisce l’Espresso per cui lavora il giornalista pro gender.

    Sinceramente non ci interessa molto parlarne ma visto che la questione è emersa dobbiamo entrare nel merito della questione: non si può che sostenere la posizione del prof. Gandolfini. L’alto tasso di suicidi e disturbi psico-fisici tra persone di omosessuali è purtroppo un dato di fatto, confermato da numerosi studi e dalle stesse associazioni Lgbt. Segnaliamo per un approfondimento il sintetico comunicato del Ministero della Salute della città di New York per quanto riguarda il tasso di suicidi e disturbi di gay e lesbiche. Il problema è quando si attribuiscono tali dati unicamente alle colpe dell’omofobia: oltre all’inesistenza del fenomeno omofobia (tant’è che nella “cattolica” Italia il ddl Scalfarotto è stato dimenticato da tutti, senza problemi), tale spiegazione fatica a conciliarsi con l’evidenza che nei Paesi dichiaratamente gay-friendly non si assiste ad alcuna diminuzione o sparizione degli alti tassi di disturbi nella comunità omosessuale. I dati citati sono dovuti a cause endogene (cioè legati in qualche modo alla tendenza omosessuale stessa o allo stile di vita gay) oppure a cause esogene (all’omofobia sociale)?

    Molti, come accennato, scelgono la seconda risposta. Ma tanti omosessuali sostengono che il problema è in realtà lo stile di vita gay, come ha ben spiegatoad esempio, Simon Fanshawe, importante scrittore omosessuale e intellettuale inglese. Luis Pabon, giovane omosessuale, ha fatto discutere annunciando: «Non voglio più essere gay. Sono approdato nella comunità gay alla ricerca di amore, intimità e fratellanza. Ciò che ho trovato è: sospetto, infedeltà, solitudine e mancanza di unione. In questa comunità, c’è talmente tanto disgusto di sé stessi che si incontrano continuamente uomini a pezzi, autodistruttivi, che sanno solo ferire, che sono crudeli e vendicativi gli uni contro gli altri», si sperimenta «una immoralità diabolica che ti porta alla distruzione quotidiana. Non ne vale la pena, non più. Ho scelto di dissociarmi da uno stile di vita al di fuori della morale e della bontà. Vivere la vita gay è come infatuarsi di un cattivo ragazzo, di cui all’inizio desiderate spasmodicamente l’attenzione e l’amore, ma che alla fine vi fa ribrezzo. Io non ci sto più» (tradotta anche su “Gay.it”). Matthew Todd, drammaturgo e redattore della rivista gay inglese “Attitude”, ha definito “il problema dei problemi” il preoccupante aumento dei tassi di malattie mentali e problemi di dipendenza tra gli uomini gay, spiegando: «C’è questo luogo comune che passiamo tanto tempo a fare festa, ma in realtà noi lo sappiamo bene e le ricerche ora lo dimostrano: c’è un inferno di gay infelici, un alto numero di depressi, ansiosi e con istinti suicidi, che abusano di droghe e alcol e che soffrono di dipendenza sessuale, tassi molto più elevati di comportamento auto-distruttivi. La vita gay è incredibilmente sessualizzata. I ragazzi entrano in questo mondo sessualizzato dove c’è un sacco di alcol e un sacco di droga, non c’è nulla di sano, dolce o rilassato».

    Evidentemente c’è qualcosa che non torna, non a caso numerosi studi danno ragione alla spiegazione di questi omosessuali “eretici”. Una ricerca su Archives of General Psychiatry, ad esempio, ha concluso: «Mentre vi è un crescente consenso sul fatto che i giovani omosessuali hanno un aumentato rischio di comportamenti suicidari e problemi di salute mentale, i processi che portano a queste associazioni rimangono poco chiari. Sebbene tali risultati sono solitamente interpretati come conseguenze di atteggiamenti omofobici e pregiudizi sociali, sono possibili anche spiegazioni alternative. Queste includono: (1) la possibilità che tali associazioni siano artefatte a causa di problemi di misurazione e disegni di ricerca, (2) la possibilità di una casualità reversibile: i giovani inclini a disturbi psichiatrici sono più inclini a sperimentare attrazione omosessuale; (3) la possibilità che le scelte di vita fatte dai giovani omosessuali li mettano a maggior rischio di eventi avversi e aumentati rischi di problemi di salute mentale». Altri studi hanno rilevato che la maggior parte dei tentativi di suicidio sono dovuti ai problemi derivanti da una relazione omosessuale (rottura del rapporto, litigi…), tanto che il British Journal of Psychiatry ha sostenuto«Può essere che il pregiudizio della società contro gay e lesbiche porti ad una maggiore angoscia. Tuttavia, la psicologia gay e lesbica può anche portare ad assumere stili di vita che rendono queste persone più vulnerabili al disturbo psicologico».

    In un’indagine su “Archives of General Psychiatry”, condotta sui disturbi psico-fisici di oltre 7000 cittadini olandesi, è stato riconosciuto un altissimo tasso di problematiche tra le persone omosessuali, nonostante l’Olanda sia in cima alle graduatorie per assenza di omofobia. La stessa ricerca è stata replicata qualche anno più tardi, evidenziando nuovamente che l’omosessualità è significativamente correlata con suicidalità e disturbi mentali, nuovamente riconoscendo che «persino in un paese con un clima relativamente tollerante nei confronti dell’omosessualità, gli uomini omosessuali sono esposti ad un rischio suicidario molto più elevato rispetto agli uomini eterosessuali». Una recente ricerca condotta in Danimarca, anch’esso tra i Paesi ritenuti all’avanguardia dal mondo Lgbt e massimamente tollerante verso l’omosessualità, ha rilevato che nel corso dei primi dodici anni di legalizzazione delle unioni omosessuali (1990-2001) per gli uomini omosessuali legalmente sposati, il tasso di suicidio è stato otto volte maggiore di quello di uomini che hanno una unione eterosessuale e il doppio rispetto a quello di uomini single. Il tasso di suicidalità tra gli uomini coinvolti in n una unione omosessuale è risultato il più alto rispetto ad ogni altro dato sulla suicidalità in soggetti con tendenze omosessuali. Nello stesso Paese, una importante ricerca (condotta su 6,5 milioni di danesi tra il 1982 e il 2011), ha evidenziato come la suicidalità tra uomini sposati con un uomo sia quattro volte quella di uomini sposati con una donna e molto più alta rispetto a qualsiasi altra condizione (solitudine, divorzio, vedovanza). Lo stesso accade in Norvegia e Svezia, altri paesi definiti il “paradiso dei gay”, ma già studi più datati (anno 1995) negavano che la stigmatizzazione fosse la causa diretta del suicidio delle persone omosessuali.

    I disturbi purtroppo vissuti dalle persone omosessuali, dunque, permangono ad alti livelli anche in società massimamente tolleranti verso l’omosessualità: trarre conclusioni certe non è possibile, così come risulta chiaramente confutata la tesi che vorrebbe incolpare il presunto fenomeno dell’emergenza omofobia. Come è stato scritto in una ricerca pubblicata sul Journal of Human Sexuality nel 2010: «le persone con attrazione per lo stesso sesso (SSA) hanno una varietà deplorevolmente elevata di problematiche sulla salute mentale e ci sono prove che questo è molto meno dovuto alla pressione sociale di quanto comunemente si suppone». Bisognerebbe quindi includere nelle cause anche la possibilità di una causa endogena, come ha fatto il dott. Gandolfini. Potrebbe dipendere dallo stile vita gay, come riferiscono molti omosessuali, oppure dall’inclinazione stessa, d’altra parte ogni persona che assume un comportamento omosessuale, infatti, vive permanentemente un contrasto e una contraddizione tra il dato biologico e fisiologico del proprio corpo -le cui diverse parti sono permanentemente e oggettivamente predisposte a completarsi mediante l’incontro con il corpo di una persona dalla sessualità complementare ed opposta (e non identica)- e il dato psicologico. Il conflitto interno tra corpo e psicologia non è senza esiti e questo disordine potrebbe purtroppo trasformarsi in un disagio, provocando disturbi e altre conseguenze. E’ anche ciò che sosteneva similarmente Sigmund Freud.

    Negare strenuamente tutto questo, senza prenderlo nemmeno in considerazione addossando le colpe al complotto anti-gay della società universale, significa ignorare la drammaticità di questi dati e di queste persone, e, questo sì, trasformarsi in omofobi. Come è stato giustamente scritto su Notizie Pro Vita, «il risultato – nel migliore dei casi – è quello di seppellire il male di vivere e il dolore nel profondo, sotto un monte di bugie e di illusioni».

    La redazione

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46 commenti a Suicidi gay? Il dott. Gandolfini ha ragione, non dipendono dall’omofobia

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  1. Mattia Gonfi ha detto

    Gandolfini si contraddice “indirizzare verso una coerenza questo disturbo verso il proprio psichismo”
    e il proprio psichismo può capitare che dica proprio di non essere conforme al sesso biologico pertanto va aiutato ad accettare la propria natura omosuessuale e proprio per gestire quei disagi che la società impone.

    Il disagio identitario lo induce la società, sopratutto quella cattolica, con i suoi pregiudizi: questo si chiama omofobia.

    «Non voglio più __essere__ gay. Sono approdato nella comunità gay alla ricerca di amore, intimità e fratellanza. Ciò che ho trovato è: sospetto, infedeltà, solitudine e mancanza di unione. In questa comunità, c’è talmente tanto disgusto di sé stessi”
    Cioè riconosce di “essere” gay e non si accetta, ma poi approda in una comunità gay (e PERCHE??) i quali hanno disgusto di se stessi???

    Ma cosa scrivete?? Avete scelto la strada delle false testimonianze?
    “Non pronunciare falsa testimonianza” è un comandamento per voi no?

    Il papa ha rifiutato l’ambasciatore francese perchè gay: questa è discriminazione, questa è omofobia applicata.

    Vergognatevi.

    • FREEZER75 ha detto in risposta a Mattia Gonfi

      La tua è semplicemente Ideologia

      La tesi di Gandolfini è assolutamente pertinente

    • Eli Vance ha detto in risposta a Mattia Gonfi

      Cosi è spiegata male: prima era approdato nella comunità, poi in seguito ad aver vissuto questa esperienza ha tratto le sue conclusioni, confondi dunque il prima e il dopo: la prima sintetica preposizione (effetto) è spiegata dagli argomenti della seconda (causa).

    • gladio ha detto in risposta a Mattia Gonfi

      E te pareva che la colpa di tutto, anche dell’ omofobia è della Chiesa cattolica, te pareva!

      Per cortesia, lascia stare il Papa, lascialo stare.

      Ritengo veramente vile tentare di immiserire un uomo come Papa Francesco con volgari e grossolane accuse;
      Un uomo che vede nel suo prossimo, chiunque esso sia , un fratello in Cristo, anche nel trans che ha ricevuto in vaticano, incurante delle farisaiche critiche che gli sono piovute addosso da un gruppetto di ipocriti.

      E se il Papa ha rifiutato l’ ambasciatore francese, caro Gonfi, non è certo per mancanza di carità cristiana o per omofobia, figuriamoci!
      Con questa decisione non è stata rifiutata una ” persona” , è stato respinto un atto di prepotenza e di arroganza da parte del governo Holland che voleva ” imporre” provocatoriamente come ambasciatore un rappresentante di quel branco di sporcaccioni pervertiti che sono le cosidette “lobbies LGBT “, ripeto: “sporcaccioni pervertiti”(non saprei del resto in che altro modo definire chi le sta tentando tutte per corrompere anche i bambini dell’asilo!).

      Con questo ora dammi pure dell’ omofobo; aggettivo che, se inteso nel senso che intendi tu, posso ritenerlo addirittura onorifico.

      • gladio ha detto in risposta a gladio

        P.S:Io, Caro Gonfi, proprio no mi vergogno, anzi , della tua esortazione ME NE FREGO!!!

        • Marco S. ha detto in risposta a gladio

          Caro Gladio, ora che ho appena passato la cinquantina e ripenso ai miei vent’anni, vissuti anch’essi in un periodo non bello, guardando allora al futuro con pessimismo, avrei temuto un pianeta lardellato di crateri atomici vetrificati o di vedere astronavi in fiamme davanti alla “Cintura d’Orione”.
          O magari Terminator presidente degli Stati Uniti.

          Mai allora mi sarei aspettato che, trent’anni dopo, sarei stato costretto a discutere su tematiche di questo genere.

          Cio’ mi conferma definitivamente che mi e’ toccato di vivere in un’epoca disgraziata e quindi, un po’, mi vergogno.

          • gladio ha detto in risposta a Marco S.

            …e chissà fra altri trenta su che genere di tematiche si sarà costretti a confrontarsi.

            Purtroppo è vero,non è bello assistere all’ agonia di una civiltà un tempo grande, civiltà rovinata in pochi decenni da un manipolo di Visigoti che sono arrivati a detenere, e ancora detengono, l’ egemonia
            (sub)culturale dell’ intero Paese.
            Da quarant’ anni a questa parte una mesta confraternita di tristi figuri, ben identificabile nella sinistra prima comunista, poi piddina, con l’ apporto determinante di truppe ascare provenienti , ahimè, dal mondo cattolico, hanno imposto una cultura di pessimismo e di morte che è diventata ,da allora il mainstream culturale.
            Ricordo i primissimi anni settanta in cui ecologisti da strapazzo, proprio come quelli attuali, ci angosciavano non per “l’ effetto serra” ma per l’esatto suo contrario, sulle conseguenze cioè ,di una glaciazione prossima ventura.

            Ricordo la considerazione in cui erano tenuti alcuni balordi in ” eschimo” , zazzeruti . barbuti ed occhialuti che profetizzavano disatri epocali sintetizzati da diagrammi in cui veniva rappresentata la crescita della popolazione terrestre entro il mitico “duemila” in un’ iperbole che finiva in un asintoto verticale, mentre, per contro , le risorse disponibili pro-capite venivano rappresentate da una curva che si inabissava in una fossa oceanica…

            Tuttavia , caro Marco ,non vedo alcun motivo di vergognarsi se si combatte per una buona causa,anzi! Più buia è l’ epoca in cui si sostiene una giusta battaglia più grande è il merito!

            Le stelle brillano solo in notte oscura!

            • Marco S. ha detto in risposta a gladio

              Sono d’accordo, caro Gladio.

              Come pero’ hai lasciato intendere anche tu, credo siano la modestia intellettuale e morale di molti tra coloro con i quali ci confrontiamo, nonché l’assurdo squallore delle tematiche che ci costringono a trattare, a darci un po’ la misura anche a noi stessi.

      • Sophie ha detto in risposta a gladio

        Mamma mia quanto ti amo!

      • Massimiliano 1989 A.D ha detto in risposta a gladio

        Gladio, nomen omen 😉
        Ormai è un idolo 🙂

    • domenico ha detto in risposta a Mattia Gonfi

      Bè la vera discriminazione è essere scelti a ricoprire un posto perchè si è gay.

    • Laura ha detto in risposta a Mattia Gonfi

      Per quanto riguarda le accuse al Papa, i vaticanisti hanno ben spiegato la situazione: http://80.241.231.25/Ucei/PDF/2015/2015-04-23/2015042330105953.pdf e http://vaticaninsider.lastampa.it/nel-mondo/dettaglio-articolo/articolo/stefanini-gay-francesco-40597/

      Non si tratta di motivi legati all’orientamento sessuale ma al fatto che Hollande vorrebbe crearne una bandiera. Come sempre grande stima per il coraggio e la libertà della Chiesa cattolica, l’unico ente davvero libero pensatore di fronte ad un mondo di codardi.

    • lorenzo ha detto in risposta a Mattia Gonfi

      Il disagio degli omosessuali è causato dalla mente che entra in contrasto con la fisicità della persona: chi è intelligente lo capisce, chi si ostina a voler battere la testa contro il muro si rompe solo la testa…

    • Massimiliano 1989 A.D ha detto in risposta a Mattia Gonfi

      Mattia Gonfi “Il disagio identitario lo induce la società, sopratutto quella cattolica, con i suoi pregiudizi: questo si chiama omofobia.”

      In realtà, dicendo che e’ la società cattolica a indurre il disagio identitario, hai appena fornito un ottimo esempio di pregiudizio, peraltro già confutato (intendo il tuo pregiudizio).
      Non credo che tu abbia il coraggio di definire l’Olanda, patria dell’aborto selettivo (ovvero se è maschietto e voglio la femminuccia lo butto via, uccidendolo) e dell’eutanasia selvaggia (fra un po’ si proporrà di ammazzare anche i coniugi rimasti solo in età avanzata, sai com’è, la solitudine è brutta).

      Come vedi nemmeno in Olanda gli omosessuali sono esenti da problemi, e grossi. Che derivano per altro dall’andare contro la propria natura anche quando l’omosessualità non è irreversibile.
      Sul Papa ti ha risposto ottimamente Gladio, ed è IDIOTA (si, proprio IDIOTA) calunniare il Santo Padre in questo modo. Il Papa non ha pregiudizi verso nessuno, ma di certo non si piega a quegli autentici servi del demonio che sono le lobbies LGBT.

    • Umberto P. ha detto in risposta a Mattia Gonfi

      Premesso che stai parlando con un ateo, dici una cosa giusta quando dici che nella maggior parte dei casi è IMPOSSIBILE sopprimere l’istinto omosessuale, dunque bisogna concentrarsi sull’accettarlo per vivere la vita in modo degno. Detto ciò, la questione è un po’ più complessa e dire che il disagio identitario “lo induce la società” è una fesseria bella e buona. Non sei d’accordo?
      E poi, tu sei gay? Hai amici gay? Come fai a dire che quella testimonianza è sicuramente falsa, ossia inverosimile? Guarda, io non sono un moralista, a me piace tanto il sesso, anche sfrenato. E dico che stai dicendo cavolate. Un fedele di una religione dovrebbe vergognarsi perchè il suo rappresentante massimo non riceve un rappresentante di un paese per dei motivi non meglio chiariti? Mi sa che stai un po’ fuori tu, eh?!

  2. gigi57 ha detto

    “e il proprio psichismo può capitare che dica proprio di non essere conforme al sesso biologico”
    Questa si chiama disforia di genere ed è una patologia. A meno che si teorizzi una disarticolazione tra psichismo e dato biologico sessuato; in questo caso allora parliamo di “gender theory”, quella che “non esiste”

    “Il disagio identitario lo induce la società, sopratutto quella cattolica, con i suoi pregiudizi: questo si chiama” omofobia.”
    I dati reali smentiscono questa ipotesi. Non c’è peggior cieco di chi non vuol vedere.

    “Ma cosa scrivete?? Avete scelto la strada delle false testimonianze?”
    Hai la prova che questa testimonianza sia falsa? altrimenti il bugiardo sei tu e sei tu a doverti ve4rgognare.

    “Il Papa ha rifiutato l’ambasciatore francese perchè gay: questa è discriminazione, questa è omofobia applicata.”
    Laurent Stefanini non è stato rifiutato perché persona con orientamento omosessuale ma per la dimensione pubblica e il carattere provocatorio che “qualcuno” ha voluto dare a tutta la faccenda.

    “Cioè riconosce di “essere” gay e non si accetta, ma poi approda in una comunità gay (e PERCHE??) i quali hanno disgusto di se stessi???”
    La risposta è semplice: evidentemente vive un profondo disagio psichico, che non può essere fatto risalire a un ambiente omofobo.

  3. Mattia Gonfi ha detto

    “Non si tratta di motivi legati all’orientamento sessuale ma al fatto che Hollande vorrebbe crearne una bandiera.”

    Una banale illazione, intanto discrimina, quel diplomatico ha tutti i requisiti per essere ambasciatore.

    “E se il Papa ha rifiutato l’ ambasciatore francese, caro Gonfi, non è certo per mancanza di carità cristiana”
    Infatti è per mancanza di civiltà,
    la carità cristiana non ha alcun senso, la carità o, per meglio dire, la solidarietà non è certo un’invenzione di una religione tantomeno della chiesa anzi è una virtù molto più praticata al di fuori degli ambienti cattolici.

    Di fatto la chiesa dichiaratamente appoggia ed istiga comportamenti omofobi.

    • Mari ha detto in risposta a Mattia Gonfi

      Prova a chiederti perché tra le possibilità che aveva la Francia da proporre ha scelto proprio un gay, visto che dubito fortemente che ci siano più ambasciatori omosessuali che eterosessuali. Quell’uomo avrà tutti i requisiti per essere ambasciatore in Francia, peccato però che per esserlo del Vaticano sono richiesti alcuni requisiti che lui evidentemente non ha

    • beppino ha detto in risposta a Mattia Gonfi

      Dare del ‘prevenuto’ e ‘bigotto’ ad una intera comunita’:
      “…sopra[t]tutto quella cattolica, con i suoi pregiudizi…”

      Tacciare di essere bugiardi un intero gruppo di persone:
      “…avete scelto la strada delle false testimonianze?…”

      Insultare direttamente/indirettamente senza alcuna motivazione/giustificazione oggettiva:
      “…il papa ha rifiutato l’ambasciatore francese perchè gay: questa è discriminazione, questa è omofobia applicata…Vergognatevi…”

      Dare giudizi di inciviltà ed arretratezza non contestualizzati ne motivati:
      “…Infatti è per mancanza di civiltà…”

      Non so chi sia l’utente Mattia Gonfi, certamente l’ambiente da cui proviene non può che essere culturalmente monorientato e ideologicamente giacobino (brutta combinazione…). C’é, forse, anche un piccolo problema relativo alla mancanza di un minimo di banale buona educazione (a proposito di civiltà…).

    • Laura ha detto in risposta a Mattia Gonfi

      Ah, se anche voi imparaste un po’ di libertà di pensiero dalla Chiesa…quanto vi brucia non riuscire a piegare tutti, eh? 😉

    • lorenzo ha detto in risposta a Mattia Gonfi

      Carità cristiana è ribadire che le pratiche omosessuali spalancano la porta alla morte eterna e le tue affermazioni sono solo una discriminazione razzista nei confronti del cattolicesimo.

  4. FREEZER75 ha detto

    Mattia

    Carità e solidarietà sono 2 cose diverse, e siamo d’accordo che non è esclusiva dell’ambiente cattolico

    Ma tu ti ostini in questa “crociata” anticattolica, non favorisci certo un dialogo tra Cattolici e Non Cattolici come te

    Vuoi lo scontro? e sia….

  5. andrea g ha detto

    Il vero problema è che l’omosessuale non si rende conto che la
    completezza psichica si realizza nell’unione con la donna;
    con l’altra-da-sè.
    Egli pare bearsi della propria incapacità di amare una donna.
    Bah.

    • Massimiliano 1989 A.D ha detto in risposta a andrea g

      Andrea, io sono contrarissimo al LGBT che cerca di confondere le idee ai bambini in tenera età.
      Va anche detto che però, in alcuni casi anche di mia conoscenza, ci sono degli omosessuali che sono tali ancora prima di sviluppare qualsivoglia libero arbitrio, che già da bambini piccolissimi preferiscono attività femminili, ad esempio.

      Credo che il Signore saprà perdonare queste persone, e le salverà.

    • andrea g ha detto in risposta a andrea g

      #Massimiliano.
      Condivido in pieno.

      • Massimiliano 1989 A.D ha detto in risposta a andrea g

        Ci sono delle rivelazioni private di alcuni santi riconosciute dalla Chiesa come autentiche (dovrei cercarle) che dicono che una volta morti, a tutte le anime compare Gesù e l’anima prende coscienza di tutte le sue mancanze e di tutti i suoi errori. Allora ha la possibilità di pentirsi per l’ultima volta e si salvarsi.

        Queste, seppur non vincolanti per i fedeli, sono rivelazioni accettate. Io sono propenso a crederci, anche il demonio una volta negli esorcismi disse “nessuno si danna se non rifiuta per l’ultima volta quello di lassù” (non nomina MAI Gesù, lo chiama “quello di lassù”).

        Le anime infernali sono all’inferno per il loro libero arbitrio, per questo l’inferno è eterno, perché nessuno dei dannati e’ disposto a pentirsi.
        È per questo che l’apocakatastasis di ORIGENE venne giudicata eretica, perché andrebbe contro il libero arbitrio.

        Le anime infernali sono talmente corrotte dalla superbia che rifiutano il sommo bene anche avendoceLo davanti.

        • andrea g ha detto in risposta a Massimiliano 1989 A.D

          “Le anime infernali sono all’inferno per il loro libero arbitrio, per questo l’inferno
          è eterno, perché nessuno dei dannati e’ disposto a pentirsi.”

          Sì, è esattamente così; la Misericordia di DIO è infinita, ma ovviamente
          non può perdonare chi ritenga di non essere peccatore; chi, cioè,
          rimanga ‘fissato’ nella propria superbia.
          Una lettura che mi permetto di consigliare a tutti è il Diario della Divina
          Misericordia di Suor Faustina.

  6. Django ha detto

    Suggerisco il seguente articolo di
    Antonio Magheriti Mastino sul perchè il papa ha rifiutato il francese.
    http://www.papalepapale.com/develop/ambasciator-porta-pene-e-francesco-sinfuria/
    Il diplomatico non va bene non perchè è omosessuale ma perchè sostiene le teorie
    LGBT ecc

  7. Marco S. ha detto

    Del resto, se non si volesse vedere una stretta correlazione tra la critica all’omosessualismo (detta anche impropriamente “omofobia”) ed i suicidi degli omosessuali, come si farebbe ad ingiuriare ripetutamente con l’epiteto di “assassini” dei civilissimi e pacatissimi manifestanti come le “Sentinelle in Piedi” ?

  8. Andrea ha detto

    Io (e con me altri milioni di italiani) sono stato discriminato perché maschio eterosessuale: ho dovuto fare il servizio militare perdendo così una importante offerta di lavoro. Se fossi stato donna non sarei nemmeno stato chiamato e se fossi stato omosessuale sarei stato rimandato a casa già alla prima visita medica.
    C’è chi è stato discriminato ancora di più: due miei compagni di Università hanno rifiutato di fare il militare per le loro convinzioni religiose (erano Testimoni di Geova) e sono stati messi in galera per un tempo più lungo di quello del servizio militare.
    Qualcuno mi spiega come ciò si concili con gli articoli della Costituzione che dice che la legge è uguale per tutti e non si può essere discriminati per il proprio sesso o la propria religione?

    • Dario* ha detto in risposta a Andrea

      Sai che non l’avevo mai vista sotto quest’ottica? Effettivamente mi rendo conto di aver subito le tue stesse discriminazioni

  9. Ex Gay World ha detto

    Se si guarda ciò che dice la scienza e non l’ideologia si comprende che sempre e comunque c’è un motivo dietro un orientamento non eterosessuale e non sempre questo motivo è voluto o piacevole.
    Non solo l’omosessualità non è innata, ma anche l’eterosessualità non è innata, ma è l’unica favorita dalla natura stessa,poichè è proprio attraverso l’equilibrio di un rapporto con i genitori di sesso diverso e la presa di coscienza e accettazione anche psicologica inconscia del proprio sesso biologico che volenti o nolenti nel 95% dei casi si forma questo orientamento sessuale. E’ l’unica che rispetta la biologia degli organi umani e le loro funzioni ed è l’unica che permette un ciclo della vita rispettoso di tutti gli elementi necessari per la sua corretta continuità e va rispettata e protetta da tutto ciò che la minaccia. Viene minacciata dalle menzogne sociali e dalla mancanza di corrette informazioni (credere che gli orientamenti siano innati e immutabili, pornografia, traumi, propagande ideologiche distorte ecc..) come pure dalla mancanza di equilibri famigliari che hanno un’influenza nel trascinare i bambini e le persone verso altri orientamenti e nella confusione psicologica.

    RICERCHE SCIENTIFICHE CHE CONFERMANO CHE LA SESSUALITA’ E’ MUTEVOLE E L’ORIENTAMENTO NON È INNATO IN NESSUN CASO http://alidavismara1.blogspot.ch/2013/07/ricerche-scientifiche-che-confermano.html

    • lorenzo ha detto in risposta a Ex Gay World

      Se è per quello, nemmeno il fatto che le automobili debbano viaggiare per strada non abbattere muri è innato ma è frutto di una libera scelta: se uno desidera farlo non si lamenti poi delle conseguenze…

  10. Sophie ha detto

    Non mi fido molto delle apparizioni ad Anguera….

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